Puntuale come ogni anno arriva il regalo per i cacciatori
Scomodato l’intero Consiglio della Regione Abruzzo chiamato ad approvare per legge un atto amministrativo come il calendario venatorio regionale
Questa mattina, nella sala Commissioni del Comune di Pescara, Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia, e Loredana Di Paola, della segreteria del WWF Abruzzo, hanno tenuto una conferenza stampa sul calendario venatorio 2010/11.
Per la prima volta nella storia della Regione Abruzzo il calendario venatorio non è stato approvato con una delibera di Giunta regionale, come prevede la legge regionale sulla caccia del 2004, ma attraverso una legge regionale.
L’obiettivo di chi ha proposto questa “novità” è chiaro: mettersi al riparo da ricorsi amministrativi, dopo le due “batoste” rimediate al TAR Abruzzo dall’Assessore Febbo con il calendario venatorio dello scorso anno (due volte impugnato e due volte bocciato dal giudice amministrativo). Approvando il calendario per legge la Regione ha pensato di sottrarsi al giudizio della magistratura, poiché le leggi regionali, a differenza delle delibere di Giunta regionale, non sono, di regola, impugnabili.
Il ricorso ad una legge regionale consente poi di eludere ogni giustificazione tecnico-scientifica che dovrebbe essere alla base delle scelte sui prelievi venatori. E l’approvazione per legge di un calendario venatorio è ancora più grave in una regione come l’Abruzzo dove non è presente neppure l’altro strumento indicato dalla legge per la gestione della caccia, il Piano faunistico-venatorio che è scaduto nel 2005!
In realtà il testo di legge originario predisposto dall’Assessore Febbo e dal consigliere Giuliante prevedeva un tale elenco di illegittimità che lo stesso Ufficio legislativo della Regione Abruzzo con il parere del 2 agosto 2010 aveva evidenziato insuperabili problematiche che, peraltro, il WWF aveva già sollevato con tre note indirizzate alla Regione.
La proposta di legge originaria, infatti, prevedeva l’approvazione di un calendario venatorio della durata di 3 anni! Non solo: delegava alle province la possibilità di stabilire una preapertura del periodo di caccia, predeterminando così un enorme caos gestionale e faceva un gran regalo ai bracconieri consentendo l’ingresso ed il trasporto di armi all’interno dei parchi nazionali in aperto contrasto con la normativa italiana sulle aree naturali (solo l’Ente parco interessato, attraverso appositi regolamenti, può normare il trasporto di armi nei parchi).
A fronte di queste evidenti violazioni delle normative vigenti, il Consiglio regionale, nella seduta del 3 agosto 2010, ha stralciato completamente queste parti, smentendo così lo stesso Assessore Febbo che due giorni prima aveva attaccato il WWF, difendendo le proprie scelte.
I tagli introdotti dal Consiglio, comunque, non hanno eliminato tutte le pesanti irregolarità del calendario venatorio 2010/11 della Regione Abruzzo.
Innanzitutto il calendario è stato approvato senza essere stato prima sottoposto ai pareri obbligatori dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, organismo nazionale delegato, tra l’altro, al controllo della programmazione venatoria) e del Comitato regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale e per la Valutazione di Incidenza.
Gli Uffici della Regione Abruzzo, infatti, a dimostrazione del caos che regna nel settore, hanno richiesto detti pareri su una loro versione del calendario diverso da quello poi proposto “politicamente” da Febbo e Giuliante in consiglio regionale.
È stata violata la legge nazionale sulla caccia laddove, recependo la normativa comunitaria, prevede che il prelievo venatorio sia subordinato alla necessità di assicurare la conservazione delle specie. Gli Stati sono obbligati ad adeguare il prelievo alla situazione delle singole specie, fino ad arrivare al divieto di prelievo per quelle specie che hanno uno status sfavorevole di conservazione.
A tal fine le Regioni devono seguire le indicazioni del documento dell’ISPRA “Sintesi dello stato di conservazione delle specie oggetto di prelievo venatorio ai sensi della legge 11 febbraio 1992 n. 157 e successive modificazioni, Gennaio 2009”.
Senza preoccuparsi affatto di tali prescrizioni, la legge regionale approvata il 3 agosto scorso consente la caccia a quattro specie in declino in Europa (Coturnice, Moretta, Moriglione e Pavoncella) e ad altre 11 con stato di conservazione sfavorevole (Starna, Canapiglia, Marzaiola, Codone, Mestolone, Beccaccino, Frullino, Quaglia, Beccaccia, Tortora, Allodola): in pratica 15 delle 30 specie dichiarate cacciabili dalla Regione Abruzzo avrebbero richiesto particolari precauzioni che invece non ci sono state.
È stata violata la legge nazionale sulla caccia laddove prevede che l’avifauna venga protetta sia “durante il ritorno al luogo di nidificazione” sia “durante il periodo della nidificazione e le fasi della riproduzione e della dipendenza”.
A tal fine la Commissione Europea ha adottato nel 2001 un documento tecnico (Key Concepts of articles 7(4) of Directive 79/409/EEC on Period of Reproduction and prenuptial Migration of huntable bird Species in the EU) che evidenzia per ciascuna specie cacciabile i periodi di caccia a cui le regioni devono attenersi.
La legge regionale approvata il 3 agosto, su 30 specie cacciabili, per ben 12 prevede periodi di caccia più lunghi rispetto a quanto dettato dalla Commissione Europea.
Se poi si confronta la legge approvata il 3 agosto scorso con i periodi di caccia indicati nel Documento ISPRA del 28 luglio 2010 “Guida per la stesura dei calendari venatori ai sensi della Legge n. 157/92, così come modificata dalla Legge Comunitaria 2009, art. 42” si può osservare che solo in 1 caso vi è conformità.
È stata violata la legge nazionale sulla caccia in quanto la legge regionale approvata il 3 agosto scorso prevede la possibilità di istituire un “comparto unico sulla migratoria”, derogando alle norme nazionali sia per il periodo (prolungato di un mese: da ottobre-novembre ad ottobre-dicembre) sia per le modalità di caccia (non solo da appostamento, ma anche con cane).
Sull’addestramento cani sono state violate sia la legge nazionale sulla caccia, che affida la disciplina di tale attività al Piano faunistico-venatorio e non ad una legge, sia la legge quadro regionale sulla caccia che indica in trenta giorni il periodo per l’addestramento cani mentre la legge regionale approvata il 3 agosto scorso prevede l’avvio dell’addestramento cani dal primo di agosto (se non fosse impossibile, varrebbe retroattivamente!) al giovedì precedente l’apertura (fissata a domenica 19 settembre), prolungando così il periodo di oltre 10 giorni.
Cosa farà il WWF?
È già al lavoro per inviare una nota al Governo italiano affinché bocci la legge regionale approvata il 3 agosto 2010.
Sta predisponendo un esposto all’Unione Europea evidenziando le palesi violazioni della normativa comunitaria contenute nella legge regionale.
Valuterà la possibilità di impugnare davanti al Tribunale Amministrativo Regionale la stessa legge approvata il 3 agosto 2010 poiché, trattandosi di legge-provvedimento esiste giurisprudenza in materia possibilista sull’impugnativa di atti legislativi che palesemente disattendono le procedure di approvazione previste. In ogni caso il WWF è pronto ad impugnare qualsiasi atto amministrativo discendente dalla legge regionale.
Ancora una volta va evidenziato come la classe politico-amministrativa di questa Regione (e questa volta nella sua massima rappresentanza, il Consiglio regionale) abbia legiferato a vantaggio di una ristretta minoranza di soggetti, esponendo il resto degli abruzzesi agli effetti negativi che tali decisioni avranno.
sabato 14 agosto 2010
Caccia al cinghiale in Provincia di Teramo: nuove disposizioni
La Provincia di Teramo avvia la procedura per l’iscrizione delle squadre e l’assegnazione dei distretti per la Stagione Venatoria 2010/2011.
Nella seduta del Consiglio Provinciale del 3 agosto scorso, la Provincia ha approvato ed adottato la nuova Programmazione per la caccia al cinghiale.
Le novità più rilevanti della Programmazione provinciale sono la riduzione del limite minimo per l’iscrizione della squadra a n° 25 componenti, l’innalzamento al 60% del limite minimo di componenti dell’annualità precedente per la conferma della squadra,la possibilità di assegnazione di distretti alle squadre di Girata, l’impossibilità per un componente di entrare nella composizione di una squadra di braccata e contemporaneamente in una di Girata, e l’assegnazione temporanea delle Aree Libere per macroaree e sulla base di un calendario annuale.
Con successiva Deliberazione della Giunta Provinciale, la Provincia di Teramo ha disciplinato le modalità ed i criteri per l’iscrizione delle squadre al Registro Provinciale e la conseguente assegnazione di distretto.
L’Avviso Pubblico, approvato con Determinazione VIII Settore n° 161del 9 agosto scorso, contiene tutte le informazioni necessarie per la presentazione delle rispettive istanze da parte dei capisquadra, ed anche il testo integrale della Programmazione in corso, completa di tutta la necessaria modulistica.
La scadenza improrogabile per la presentazione delle istanze è stata fissata alla data del prossimo 31 agosto.
Da "L'Opinionista" del 12 agosto 2010
Nella seduta del Consiglio Provinciale del 3 agosto scorso, la Provincia ha approvato ed adottato la nuova Programmazione per la caccia al cinghiale.
Le novità più rilevanti della Programmazione provinciale sono la riduzione del limite minimo per l’iscrizione della squadra a n° 25 componenti, l’innalzamento al 60% del limite minimo di componenti dell’annualità precedente per la conferma della squadra,la possibilità di assegnazione di distretti alle squadre di Girata, l’impossibilità per un componente di entrare nella composizione di una squadra di braccata e contemporaneamente in una di Girata, e l’assegnazione temporanea delle Aree Libere per macroaree e sulla base di un calendario annuale.
Con successiva Deliberazione della Giunta Provinciale, la Provincia di Teramo ha disciplinato le modalità ed i criteri per l’iscrizione delle squadre al Registro Provinciale e la conseguente assegnazione di distretto.
L’Avviso Pubblico, approvato con Determinazione VIII Settore n° 161del 9 agosto scorso, contiene tutte le informazioni necessarie per la presentazione delle rispettive istanze da parte dei capisquadra, ed anche il testo integrale della Programmazione in corso, completa di tutta la necessaria modulistica.
La scadenza improrogabile per la presentazione delle istanze è stata fissata alla data del prossimo 31 agosto.
Da "L'Opinionista" del 12 agosto 2010
domenica 8 agosto 2010
Caccia Abruzzo: l'assessore Febbo presenta il nuovo calendario
Caccia Abruzzo: l'assessore Febbo presenta il nuovo calendario
Presentato in conferenza stampa, il nuovo calendario venatorio 2010. Nell'incontro, promosso dall'assessore regionale Mauro Febbo, sono intervenuti anche il presidente della Commissione Agricoltura, Antonio Prospero ed il consigliere regionale Pdl, Lorenzo Sospiri, che e' anche componente della stessa Commissione.
Per l'assessore Mauro Febbo, questo provvedimento si distingue per un aspetto molto importante, quello, cioe', d'essere il risultato di un intenso lavoro di confronto tra le varie componenti, che si e' poi concluso con mesi di lavoro in Commissione e nell'aula consiliare. Questa soluzione, ha proseguito l'assessore Mauro Febbo, e' stata preferita alla delibera di giunta, proprio per dare piu' completezza al lavoro da svolgere, evitando provvedimenti che potessero avere il carattere dell'emergenza o della contingenza, e poter garantire la piu' corretta gestione faunistica.
A conferma della validita' di questa scelta - precisa l'assessore Febbo - ricordiamo che il provvedimento e' stato approvato dall'Assemblea anche con il consenso del Partito Democratico e l'astensione, ma soltanto per questioni meramente tecniche, del gruppo dell' Italia dei Valori. Era scontato, invece, il voto contrario di chi, tradizionalmente, e' comunque contro la caccia. Un provvedimento di grande importanza- osserva l'assessore Febbo - anche per un altro aspetto, in precedenza, mai preso in considerazione e del quale nemmeno era possibile parlare: quello dell' attivita' venatoria sportiva . Per quanto riguarda la Cinofilia Sportiva , questo provvedimento prevede l'anticipazione alla prima domenica di agosto ( era la terza ) della possibilita' di addestramento dei cani, naturalmente senza utilizzo di armi.
L'assessore si e' soffermato sulla particolare attenzione con la quale sono stati considerati i cicli biologici per evitare che vi sia coincidenza del prelievo venatorio con i periodi riproduttivi e quelli migratori, secondo qualto si verifica nella nostra regione. Queste attenzioni hanno consentito di soddisfare le esigenze degli ambientalisti e dei cacciatori; ad esempio, e' stata anticipata la caccia alla beccaccia, alla colombaccia e, soprattutto, al cinghiale, in questo caso particolare, perche' rappresenta addirittura una minaccia per gli enormi danni provocati ai nostri agricoltori.
Per il presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, Antonio Prospero, altro elemento importante, oltre alla scelta del confronto in Consiglio regionale, e' che il Calendario prevede che venga affidata alla Regione e non alle Province, il compito di indicare le linee guida, per l'esercizio della caccia, per garantire uniformita' delle regole. Anche il consigliere regionale PDL, componente della Commissione Agricoltura, Lorenzo Sospiri, si e' soffermato sulla validita' della decisione di portare la discussione in Consiglio, perche' in questo modo si e' potuto raggiungere un soddisfacente equilibrio tra il ruolo di Associazioni Venatorie, ATC e Province con l'esigenza di garantire i cicli riproduttivi, la vita, gli habitat della nostra flora e della nostra fauna. Un lavoro, ha ricordato Lorenzo Sospiri, che continuera' per apportare eventuali modifiche, prima dell'inizio della stagione della caccia ( prevista per la terza domenica di settembre ) sempre in un clima di confronto costruttivo e con la convincione - ha concluso Sospiri - che il ruolo dei cacciatori veri sia quello della tutela dell'ambiente e non della sua distruzione.
http://www.leggimi.eu/quotidiano/politica/4687-caccia-abruzzo-lassessore-febbo-presenta-il-nuovo-calendario.html
Presentato in conferenza stampa, il nuovo calendario venatorio 2010. Nell'incontro, promosso dall'assessore regionale Mauro Febbo, sono intervenuti anche il presidente della Commissione Agricoltura, Antonio Prospero ed il consigliere regionale Pdl, Lorenzo Sospiri, che e' anche componente della stessa Commissione.
Per l'assessore Mauro Febbo, questo provvedimento si distingue per un aspetto molto importante, quello, cioe', d'essere il risultato di un intenso lavoro di confronto tra le varie componenti, che si e' poi concluso con mesi di lavoro in Commissione e nell'aula consiliare. Questa soluzione, ha proseguito l'assessore Mauro Febbo, e' stata preferita alla delibera di giunta, proprio per dare piu' completezza al lavoro da svolgere, evitando provvedimenti che potessero avere il carattere dell'emergenza o della contingenza, e poter garantire la piu' corretta gestione faunistica.
A conferma della validita' di questa scelta - precisa l'assessore Febbo - ricordiamo che il provvedimento e' stato approvato dall'Assemblea anche con il consenso del Partito Democratico e l'astensione, ma soltanto per questioni meramente tecniche, del gruppo dell' Italia dei Valori. Era scontato, invece, il voto contrario di chi, tradizionalmente, e' comunque contro la caccia. Un provvedimento di grande importanza- osserva l'assessore Febbo - anche per un altro aspetto, in precedenza, mai preso in considerazione e del quale nemmeno era possibile parlare: quello dell' attivita' venatoria sportiva . Per quanto riguarda la Cinofilia Sportiva , questo provvedimento prevede l'anticipazione alla prima domenica di agosto ( era la terza ) della possibilita' di addestramento dei cani, naturalmente senza utilizzo di armi.
L'assessore si e' soffermato sulla particolare attenzione con la quale sono stati considerati i cicli biologici per evitare che vi sia coincidenza del prelievo venatorio con i periodi riproduttivi e quelli migratori, secondo qualto si verifica nella nostra regione. Queste attenzioni hanno consentito di soddisfare le esigenze degli ambientalisti e dei cacciatori; ad esempio, e' stata anticipata la caccia alla beccaccia, alla colombaccia e, soprattutto, al cinghiale, in questo caso particolare, perche' rappresenta addirittura una minaccia per gli enormi danni provocati ai nostri agricoltori.
Per il presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, Antonio Prospero, altro elemento importante, oltre alla scelta del confronto in Consiglio regionale, e' che il Calendario prevede che venga affidata alla Regione e non alle Province, il compito di indicare le linee guida, per l'esercizio della caccia, per garantire uniformita' delle regole. Anche il consigliere regionale PDL, componente della Commissione Agricoltura, Lorenzo Sospiri, si e' soffermato sulla validita' della decisione di portare la discussione in Consiglio, perche' in questo modo si e' potuto raggiungere un soddisfacente equilibrio tra il ruolo di Associazioni Venatorie, ATC e Province con l'esigenza di garantire i cicli riproduttivi, la vita, gli habitat della nostra flora e della nostra fauna. Un lavoro, ha ricordato Lorenzo Sospiri, che continuera' per apportare eventuali modifiche, prima dell'inizio della stagione della caccia ( prevista per la terza domenica di settembre ) sempre in un clima di confronto costruttivo e con la convincione - ha concluso Sospiri - che il ruolo dei cacciatori veri sia quello della tutela dell'ambiente e non della sua distruzione.
http://www.leggimi.eu/quotidiano/politica/4687-caccia-abruzzo-lassessore-febbo-presenta-il-nuovo-calendario.html
giovedì 5 agosto 2010
Abruzzo. Caporale: legge ignobile - consiglio regionale ostaggio dei cacciatori
CAPORALE: “LEGGE IGNOBILE – CONSIGLIO REGIONALE OSTAGGIO DEI CACCIATORI”
Dichiarazione di Walter Caporale, Capogruppo regionale VERDI Regione Abruzzo:
“Il Consiglio regionale ha approvato una vergognosa Legge in materia di caccia con il voto contrario dei VERDI, di RC, e IDV, astenuti Comunisti Italiani e Chiavaroli del PdL a favore tutti gli altri.
La ignobile Legge approvata nel testo originale era ancora più ignobile, vergognosa e illegale di quella definitiva. Grazie all’ostruzionismo che ho fatto con centinaia di emendamenti presentati ho ottenuto: il divieto del trasporto di armi nei Parchi (istigazione a reato penale, perché è già vietato da norme nazionali); obbligo del parere “vincolante” dell’ISPRA per comparto unico e pre-apertura; riduzione dei periodi di caccia di diverse specie; tolto il potere alle Province di inserire la pre-apertura (altro abuso, non previsto in nessuna legge).
Restano punti gravissimi come il Nomadismo Venatorio (possibilità di cacciare anche in Ambiti Territoriali di Caccia diversi da quelli del proprio territorio aumentando gli indici di pressione venatoria in alcune zone); addestramento dei cani da caccia con le prede a partire da due mesi prima, invece che un mese; periodi di caccia per ogni specie troppo lunghi ed in contrasto con le proposte dell’ISPRA, legge e non provvedimento amministrativo; inserite specie cacciabili per i quali l’ISPRA, a causa del forte declino chiede la sospensione della caccia (codone, quaglia, pavoncella, beccaccia, tortora e allodola).
La Regione Abruzzo ha approvato con “Legge” il Calendario Venatorio che dovrebbe essere approvato con un provvedimento amministrativo, perché è proprio di amministrazione del Patrimonio Faunistico che si parla e non di normative e leggi, che in materia venatoria non mancano. Purtroppo i colleghi scambiano l’amministrazione del territorio con l’amministrazione e l’accaparramento dei pacchetti di voti dei cacciatori. In Abruzzo la lobby della caccia conta 15.000 voti.
Anche quest’anno non mancheranno denunce per l’impugnazione della legge al Governo, ricorsi alla Comunità Europea per avviare una procedura di infrazione e tutte le denunce possibili, anche ad personam, per il grave attentato alla natura e alle leggi dello Stato che l’approvazione di questa legge ha comportato.
L’Aquila, 4 agosto 2010
Dichiarazione di Walter Caporale, Capogruppo regionale VERDI Regione Abruzzo:
“Il Consiglio regionale ha approvato una vergognosa Legge in materia di caccia con il voto contrario dei VERDI, di RC, e IDV, astenuti Comunisti Italiani e Chiavaroli del PdL a favore tutti gli altri.
La ignobile Legge approvata nel testo originale era ancora più ignobile, vergognosa e illegale di quella definitiva. Grazie all’ostruzionismo che ho fatto con centinaia di emendamenti presentati ho ottenuto: il divieto del trasporto di armi nei Parchi (istigazione a reato penale, perché è già vietato da norme nazionali); obbligo del parere “vincolante” dell’ISPRA per comparto unico e pre-apertura; riduzione dei periodi di caccia di diverse specie; tolto il potere alle Province di inserire la pre-apertura (altro abuso, non previsto in nessuna legge).
Restano punti gravissimi come il Nomadismo Venatorio (possibilità di cacciare anche in Ambiti Territoriali di Caccia diversi da quelli del proprio territorio aumentando gli indici di pressione venatoria in alcune zone); addestramento dei cani da caccia con le prede a partire da due mesi prima, invece che un mese; periodi di caccia per ogni specie troppo lunghi ed in contrasto con le proposte dell’ISPRA, legge e non provvedimento amministrativo; inserite specie cacciabili per i quali l’ISPRA, a causa del forte declino chiede la sospensione della caccia (codone, quaglia, pavoncella, beccaccia, tortora e allodola).
La Regione Abruzzo ha approvato con “Legge” il Calendario Venatorio che dovrebbe essere approvato con un provvedimento amministrativo, perché è proprio di amministrazione del Patrimonio Faunistico che si parla e non di normative e leggi, che in materia venatoria non mancano. Purtroppo i colleghi scambiano l’amministrazione del territorio con l’amministrazione e l’accaparramento dei pacchetti di voti dei cacciatori. In Abruzzo la lobby della caccia conta 15.000 voti.
Anche quest’anno non mancheranno denunce per l’impugnazione della legge al Governo, ricorsi alla Comunità Europea per avviare una procedura di infrazione e tutte le denunce possibili, anche ad personam, per il grave attentato alla natura e alle leggi dello Stato che l’approvazione di questa legge ha comportato.
L’Aquila, 4 agosto 2010
lunedì 2 agosto 2010
LEGGE - CACCIA ALLA REGIONE. CAPORALE (VERDI), ''E' ABUSO''
LEGGE - CACCIA ALLA REGIONE. CAPORALE (VERDI), ''E' ABUSO''
L'AQUILA - “La Regione Abruzzo si appresta ad approvare in questi giorni una Legge ignobile presentata dal Capogruppo del Pdl, Gianfranco Giuliante, dall’Assessore alla Caccia, Mauro Febbo e da Antonio Prospero, che predispone il Calendario Venatorio Abruzzese per i prossimi tre anni. Il Calendario Venatorio deve essere, per legge, redatto anno per anno con un provvedimento amministrativo che deve attenersi ai dati sulle popolazioni delle specie cacciabili ed essere conformi ai Piani Faunistici Venatori”.
A parlare è Walter Caporale, Capogruppo regionale dei Verdi in Abruzzo.
“Se si seguisse la legge - spiega - non si potrebbe praticare la caccia perché gli uffici competenti non sono dotati né di studi sulle popolazioni delle specie cacciabili e né del Piano Faunistico Venatorio Regionale. Redigere un Calendario Venatorio senza questi documenti, e per giunta, gravarlo di deroghe, come posticipazioni e anticipazioni, è illegale”.
“La legge prevede che il Calendario Venatorio sia approvato con Delibera di Giunta. Ebbene - prosegue Caporlae - visto che il Tar emette ordinanze a breve termine e le Regioni sono tenute a modificare le parti del Calendario Venatorio come da indicazione delle Ordinanze del Tar, al fine di evitare che i cacciatori siano “disturbati” durante la stagione venatoria, è diventata prassi presentare e approvare, in tempi record, leggi incostituzionali in sostituzione delle delibere di Giunta”.
Chi si adopera ad aggirare le leggi esercita attività perseguibili penalmente e se, inoltre, ricopre cariche pubbliche, esercita abuso di potere - conclude il capogruppo regionale dei Verdi - ed è altrettanto ovvio che i costi degli errori di dirigenti, assessori e consiglieri gravano sulle tasche dei cittadini e non sugli autori di tali illegittimità, quindi sto valutando di denunciare tutti coloro che si rendano autori di gesta contrarie alla legge e al rispetto delle norme in materia ambientale”.
02 Agosto 2010 - 12:30
L'AQUILA - “La Regione Abruzzo si appresta ad approvare in questi giorni una Legge ignobile presentata dal Capogruppo del Pdl, Gianfranco Giuliante, dall’Assessore alla Caccia, Mauro Febbo e da Antonio Prospero, che predispone il Calendario Venatorio Abruzzese per i prossimi tre anni. Il Calendario Venatorio deve essere, per legge, redatto anno per anno con un provvedimento amministrativo che deve attenersi ai dati sulle popolazioni delle specie cacciabili ed essere conformi ai Piani Faunistici Venatori”.
A parlare è Walter Caporale, Capogruppo regionale dei Verdi in Abruzzo.
“Se si seguisse la legge - spiega - non si potrebbe praticare la caccia perché gli uffici competenti non sono dotati né di studi sulle popolazioni delle specie cacciabili e né del Piano Faunistico Venatorio Regionale. Redigere un Calendario Venatorio senza questi documenti, e per giunta, gravarlo di deroghe, come posticipazioni e anticipazioni, è illegale”.
“La legge prevede che il Calendario Venatorio sia approvato con Delibera di Giunta. Ebbene - prosegue Caporlae - visto che il Tar emette ordinanze a breve termine e le Regioni sono tenute a modificare le parti del Calendario Venatorio come da indicazione delle Ordinanze del Tar, al fine di evitare che i cacciatori siano “disturbati” durante la stagione venatoria, è diventata prassi presentare e approvare, in tempi record, leggi incostituzionali in sostituzione delle delibere di Giunta”.
Chi si adopera ad aggirare le leggi esercita attività perseguibili penalmente e se, inoltre, ricopre cariche pubbliche, esercita abuso di potere - conclude il capogruppo regionale dei Verdi - ed è altrettanto ovvio che i costi degli errori di dirigenti, assessori e consiglieri gravano sulle tasche dei cittadini e non sugli autori di tali illegittimità, quindi sto valutando di denunciare tutti coloro che si rendano autori di gesta contrarie alla legge e al rispetto delle norme in materia ambientale”.
02 Agosto 2010 - 12:30
domenica 1 agosto 2010
Calendario Venatorio Abruzzo Triennale, Consiglieri PD: "Siamo tutti Contrari"
Caccia in Abruzzo: Consiglieri PD, No a DDL Calendario Venatorio Triennale.
L'aquila, 31 lug - Il Gruppo consiliare della Regione Abruzzo del Partito Democratico esprime ''la piu' netta contrarieta' all'approvazione del disegno di legge sul Calendario Venatorio triennale, presentato dal Gruppo consiliare del Pdl e posto all'ordine del giorno dalla Commissione Agricoltura del 2 agosto''. ''Ancora una volta, dopo la disastrosa esperienza della stagione venatoria 2009-2010 - spiegano in una nota i consiglieri Camillo D'Alessandro e Claudio Ruffini - la Regione giunge in stato confusionale all'appuntamento con la stagione 2010-2011.
La legge nazionale prevede che il calendario venatorio sia approvato dalla Giunta Regionale entro il 15 giugno. Si ripropone una situazione di estrema incertezza sulle regole che disciplineranno la caccia in Abruzzo nel periodo settembre 2010- gennaio 2011''.
Il Gruppo consiliare Pdl ha presentato un provvedimento che, prosegue la nota, ''pretende di fissare con una legge le regole del calendario venatorio fino al 2013 e di modificare sostanzialmente, senza gli approfondimenti necessari e senza alcuna concertazione con i soggetti interessati (Province, Ambiti territoriali di caccia, Associazioni venatorie ed ambientaliste), importanti norme della Legge quadro regionale n.10 del 2004. Sono state peraltro ignorate le circostanziate proposte di modifica avanzate dalle Associazioni venatorie, dagli Ambiti di caccia e dall'Associazioni ambientaliste''.
''Tale intento - commentano i due consiglieri del Pd - entra in rotta di collisione con il fatto che la Regione Abruzzo non si e' ancora dotata dell'Osservatorio Faunistico Regionale e non ha ancora adottato il nuovo Piano Faunistico-Venatorio regionale : figuriamoci se ci sono le condizioni, senza alcuna base tecnico-scientifica e di programmazione, per decidere addirittura un calendario venatorio triennale''.
Fonte: ASCA
L'aquila, 31 lug - Il Gruppo consiliare della Regione Abruzzo del Partito Democratico esprime ''la piu' netta contrarieta' all'approvazione del disegno di legge sul Calendario Venatorio triennale, presentato dal Gruppo consiliare del Pdl e posto all'ordine del giorno dalla Commissione Agricoltura del 2 agosto''. ''Ancora una volta, dopo la disastrosa esperienza della stagione venatoria 2009-2010 - spiegano in una nota i consiglieri Camillo D'Alessandro e Claudio Ruffini - la Regione giunge in stato confusionale all'appuntamento con la stagione 2010-2011.
La legge nazionale prevede che il calendario venatorio sia approvato dalla Giunta Regionale entro il 15 giugno. Si ripropone una situazione di estrema incertezza sulle regole che disciplineranno la caccia in Abruzzo nel periodo settembre 2010- gennaio 2011''.
Il Gruppo consiliare Pdl ha presentato un provvedimento che, prosegue la nota, ''pretende di fissare con una legge le regole del calendario venatorio fino al 2013 e di modificare sostanzialmente, senza gli approfondimenti necessari e senza alcuna concertazione con i soggetti interessati (Province, Ambiti territoriali di caccia, Associazioni venatorie ed ambientaliste), importanti norme della Legge quadro regionale n.10 del 2004. Sono state peraltro ignorate le circostanziate proposte di modifica avanzate dalle Associazioni venatorie, dagli Ambiti di caccia e dall'Associazioni ambientaliste''.
''Tale intento - commentano i due consiglieri del Pd - entra in rotta di collisione con il fatto che la Regione Abruzzo non si e' ancora dotata dell'Osservatorio Faunistico Regionale e non ha ancora adottato il nuovo Piano Faunistico-Venatorio regionale : figuriamoci se ci sono le condizioni, senza alcuna base tecnico-scientifica e di programmazione, per decidere addirittura un calendario venatorio triennale''.
Fonte: ASCA
giovedì 29 luglio 2010
Caccia: Febbo, WWF favorevole solo a politica del divieto
2010-07-29
CACCIA: FEBBO, WWF FAVOREVOLE SOLO A POLITICA DEL DIVIETO
L'ASSESSORE SU INTRODUZIONE ARMI NEI PARCHI (REGFLASH)
Pescara, 29 lug. "Siamo di fronte alla solita logica pregiudiziale da parte del WWF, favorevole solo alla politica del divieto". L'assessore all'agricoltura, Mauro Febbo intende fare chiarezza sulla polemica sollevata dall'associazione WWF sull'introduzione delle armi all'interno dei parchi prevista dalla sua proposta di legge in materia di caccia. L'articolo 2, comma 11, così come proposto, recita: "durante la stagione venatoria, per chi esercita l'attività venatoria, il trasporto delle armi da caccia, che siano scariche ed in custodia, a bordo di veicoli che percorrono le strade principali (autostrade, strade statali, regionali,provinciali e comunali), e che attraversano i parchi nazionali e regionali, non costituisce mai l'introduzione di armi (di cui all? art 11, III comma, lett. F) della legge 394/91, in quanto mero trasferimento delle stesse quali oggetti inerti". "Da questo articolo - ha proseguito Febbo - si legge chiaramente che il trasporto all'interno dei veicoli è consentito solo nel periodo di caccia e non è mai una introduzione delle armi, perché non potrebbe in alcun caso, secondo le descritte modalità, pregiudicare la tutela della fauna selvatica, ma permetterebbe al cacciatore di raggiungere la meta ove l'attività venatoria è consentita. La disposizione - ha aggiunto l'assessore - è stata già adottata per i parchi regionali art. 57, III comma, L.R. 10/2004, e da altre regioni. Quindi non si vede quale sia il reale motivo ostativo per non adeguare i nostri parchi nazionali a quello che già avviene per i parchi regionali, essendo identiche le norme di tutela della fauna selvatica".(REGFLASH)
CACCIA: FEBBO, WWF FAVOREVOLE SOLO A POLITICA DEL DIVIETO
L'ASSESSORE SU INTRODUZIONE ARMI NEI PARCHI (REGFLASH)
Pescara, 29 lug. "Siamo di fronte alla solita logica pregiudiziale da parte del WWF, favorevole solo alla politica del divieto". L'assessore all'agricoltura, Mauro Febbo intende fare chiarezza sulla polemica sollevata dall'associazione WWF sull'introduzione delle armi all'interno dei parchi prevista dalla sua proposta di legge in materia di caccia. L'articolo 2, comma 11, così come proposto, recita: "durante la stagione venatoria, per chi esercita l'attività venatoria, il trasporto delle armi da caccia, che siano scariche ed in custodia, a bordo di veicoli che percorrono le strade principali (autostrade, strade statali, regionali,provinciali e comunali), e che attraversano i parchi nazionali e regionali, non costituisce mai l'introduzione di armi (di cui all? art 11, III comma, lett. F) della legge 394/91, in quanto mero trasferimento delle stesse quali oggetti inerti". "Da questo articolo - ha proseguito Febbo - si legge chiaramente che il trasporto all'interno dei veicoli è consentito solo nel periodo di caccia e non è mai una introduzione delle armi, perché non potrebbe in alcun caso, secondo le descritte modalità, pregiudicare la tutela della fauna selvatica, ma permetterebbe al cacciatore di raggiungere la meta ove l'attività venatoria è consentita. La disposizione - ha aggiunto l'assessore - è stata già adottata per i parchi regionali art. 57, III comma, L.R. 10/2004, e da altre regioni. Quindi non si vede quale sia il reale motivo ostativo per non adeguare i nostri parchi nazionali a quello che già avviene per i parchi regionali, essendo identiche le norme di tutela della fauna selvatica".(REGFLASH)
venerdì 23 luglio 2010
Armi a gogò nei Parchi nazionali! Incredibile proposta del capogruppo PDL alla Regione Abruzzo
COMUNICATO STAMPA DEL 23/07/2010
Armi a gogò nei Parchi nazionali!
Incredibile proposta del capogruppo PDL alla Regione Abruzzo, Giuliante, che è anche commissario del Parco nazionale della Majella e vicepresidente di Federparchi!
Il WWF: inaccettabile il far-west nelle aree protette abruzzesi e incostituzionale il calendario venatorio varato per legge regionale
Armi a gogò nei parchi nazionali e regionali abruzzesi se passa la proposta del capogruppo PDL alla Regione Abruzzo, Gianfranco Giuliante. L'intento estivo del consigliere è il seguente: liberalizzare il trasporto delle armi nei tre parchi nazionali abruzzesi – quelli della Majella, del Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise e del Gran Sasso e Monti della Laga - e nel parco regionale Sirente-Velino, in chiaro contrasto con le norme nazionali. A rendere ancora più incredibile e grave questa vicenda vi sono due “piccoli” particolari: Giuliante è anche Commissario del Parco Nazionale della Majella nonchè vicepresidente di Federparchi Nazionale!
Con il solito blitz estivo, cercando di approfittare della disattenzione generale, il capogruppo del PDL alla Regione Abruzzo, in compagnia dell'assessore regionale Febbo e del presidente della commissione Agricoltura Prospero, ha pensato bene di proporre in consiglio regionale un colpo di mano filovenatorio.
Infatti i tre consiglieri intendono far approvare il calendario venatorio della regione con una legge regionale della durata triennale. Da sempre il calendario venatorio viene deciso di anno in anno per via amministrativa dalla Giunta Regionale ma questa volta la via prescelta è diversa. L'obiettivo è il seguente: sottrarre il calendario venatorio dai ricorsi spesso vincenti delle associazioni ambientaliste, visto che una legge regionale non è appellabile davanti al TAR ma solo davanti alla Corte Costituzionale con tempi molto più lunghi e con una procedura tortuosa. Questo la dice lunga sui contenuti del calendario venatorio, perchè se si ha paura dei ricorsi evidentemente i proponenti sono consapevoli di sostenere norme distanti dal dettato delle leggi che regolano la materia per favorire i cacciatori a discapito della fauna.
Evidentemente, però, l'afa di questi giorni deve aver confuso il capogruppo Giuliante visto che da autorevole esponente della maggioranza in Consiglio Regionale ha inserito nel testo una norma contraria alla legge nazionale dei Parchi 394/91 che vieta l'ingresso delle armi nelle aree protette senza autorizzazione, legge che come Commissario del Parco della Majella è tenuto a far rispettare e che, come vicepresidente di Federparchi, sarebbe tenuto a difendere a spada tratta. La legge nazionale non permette l'ingresso di armi nei parchi se non dietro apposita autorizzazione dell'Ente Parco nelle forme stabilite dal Regolamento del Parco stesso. Una norma di civiltà, confermata da numerose sentenze della Cassazione, introdotta per prevenire il bracconaggio, visto che altrimenti sarebbe quasi impossibile esercitare i controlli da parte del Corpo Forestale dello Stato. Se passasse il testo proposto da Giuliante, qualsiasi cacciatore, fermato alle tre di notte con una carabina !
su una strada nel cuore di un parco nazionale, non sarebbe sanzionabile. Idem qualora le guardie ascoltino un colpo di fucile di notte e, accorrendo, fermino un auto con dentro un cacciatore con la doppietta ancora fumante.
Il testo farebbe sorridere se non fosse per la gravità delle conseguenze in caso di approvazione. Il trasporto delle armi sarebbe consentito “in quanto mero trasferimento delle stesse quali oggetti inerti”. Sì, inerti fino a quando sparano! Sarebbe come dire che in guerra i cannoni in movimento non costituiscono un evento bellico in quanto oggetti inerti...
Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF “E' intollerabile che i parchi si trasformino in un far-west senza regole. Il WWF è immediatamente intervenuto per segnalare al Presidente del Consiglio Regionale Pagano quanto sta accadendo. Il testo proposto confligge in numerosi punti con le norme nazionali e comunitarie, con il concreto rischio di procedura d'infrazione per la regione Abruzzo. Lo stesso iter seguito è per noi anticostituzionale, in quanto si usa una legge per cristallizzare per tre anni scelte sugli abbattimenti degli animali quando le loro popolazioni sono soggette ad ampie fluttuazioni numeriche di anno in anno. Come si potrebbe sostenere, quindi, che il prelievo sarà collegato alla quantità di fauna sul territorio? A parte la questione delle armi nei parchi, si renderebbe possibile, ad esempio, la caccia a specie che sono ancora nel periodo di cura dei piccoli, in contrasto con la direttiva comunitaria che tutela tutte le specie nel periodo r!
iproduttivo. E' il caso del Colombaccio. La cosa paradossale, che ben illustra la commistioni di ruoli, è che per segnalare questa grave iniziativa abbiamo scritto a tutti i parchi nazionali abruzzesi e, quindi, anche al Commissario del parco Giuliante che l'ha proposta! E' evidente che questo testo è inaccettabile e crediamo che il consiglio regionale e lo stesso capogruppo Giuliante decideranno di astenersi dal varare un provvedimento così malcongegnato”.
Armi a gogò nei Parchi nazionali!
Incredibile proposta del capogruppo PDL alla Regione Abruzzo, Giuliante, che è anche commissario del Parco nazionale della Majella e vicepresidente di Federparchi!
Il WWF: inaccettabile il far-west nelle aree protette abruzzesi e incostituzionale il calendario venatorio varato per legge regionale
Armi a gogò nei parchi nazionali e regionali abruzzesi se passa la proposta del capogruppo PDL alla Regione Abruzzo, Gianfranco Giuliante. L'intento estivo del consigliere è il seguente: liberalizzare il trasporto delle armi nei tre parchi nazionali abruzzesi – quelli della Majella, del Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise e del Gran Sasso e Monti della Laga - e nel parco regionale Sirente-Velino, in chiaro contrasto con le norme nazionali. A rendere ancora più incredibile e grave questa vicenda vi sono due “piccoli” particolari: Giuliante è anche Commissario del Parco Nazionale della Majella nonchè vicepresidente di Federparchi Nazionale!
Con il solito blitz estivo, cercando di approfittare della disattenzione generale, il capogruppo del PDL alla Regione Abruzzo, in compagnia dell'assessore regionale Febbo e del presidente della commissione Agricoltura Prospero, ha pensato bene di proporre in consiglio regionale un colpo di mano filovenatorio.
Infatti i tre consiglieri intendono far approvare il calendario venatorio della regione con una legge regionale della durata triennale. Da sempre il calendario venatorio viene deciso di anno in anno per via amministrativa dalla Giunta Regionale ma questa volta la via prescelta è diversa. L'obiettivo è il seguente: sottrarre il calendario venatorio dai ricorsi spesso vincenti delle associazioni ambientaliste, visto che una legge regionale non è appellabile davanti al TAR ma solo davanti alla Corte Costituzionale con tempi molto più lunghi e con una procedura tortuosa. Questo la dice lunga sui contenuti del calendario venatorio, perchè se si ha paura dei ricorsi evidentemente i proponenti sono consapevoli di sostenere norme distanti dal dettato delle leggi che regolano la materia per favorire i cacciatori a discapito della fauna.
Evidentemente, però, l'afa di questi giorni deve aver confuso il capogruppo Giuliante visto che da autorevole esponente della maggioranza in Consiglio Regionale ha inserito nel testo una norma contraria alla legge nazionale dei Parchi 394/91 che vieta l'ingresso delle armi nelle aree protette senza autorizzazione, legge che come Commissario del Parco della Majella è tenuto a far rispettare e che, come vicepresidente di Federparchi, sarebbe tenuto a difendere a spada tratta. La legge nazionale non permette l'ingresso di armi nei parchi se non dietro apposita autorizzazione dell'Ente Parco nelle forme stabilite dal Regolamento del Parco stesso. Una norma di civiltà, confermata da numerose sentenze della Cassazione, introdotta per prevenire il bracconaggio, visto che altrimenti sarebbe quasi impossibile esercitare i controlli da parte del Corpo Forestale dello Stato. Se passasse il testo proposto da Giuliante, qualsiasi cacciatore, fermato alle tre di notte con una carabina !
su una strada nel cuore di un parco nazionale, non sarebbe sanzionabile. Idem qualora le guardie ascoltino un colpo di fucile di notte e, accorrendo, fermino un auto con dentro un cacciatore con la doppietta ancora fumante.
Il testo farebbe sorridere se non fosse per la gravità delle conseguenze in caso di approvazione. Il trasporto delle armi sarebbe consentito “in quanto mero trasferimento delle stesse quali oggetti inerti”. Sì, inerti fino a quando sparano! Sarebbe come dire che in guerra i cannoni in movimento non costituiscono un evento bellico in quanto oggetti inerti...
Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF “E' intollerabile che i parchi si trasformino in un far-west senza regole. Il WWF è immediatamente intervenuto per segnalare al Presidente del Consiglio Regionale Pagano quanto sta accadendo. Il testo proposto confligge in numerosi punti con le norme nazionali e comunitarie, con il concreto rischio di procedura d'infrazione per la regione Abruzzo. Lo stesso iter seguito è per noi anticostituzionale, in quanto si usa una legge per cristallizzare per tre anni scelte sugli abbattimenti degli animali quando le loro popolazioni sono soggette ad ampie fluttuazioni numeriche di anno in anno. Come si potrebbe sostenere, quindi, che il prelievo sarà collegato alla quantità di fauna sul territorio? A parte la questione delle armi nei parchi, si renderebbe possibile, ad esempio, la caccia a specie che sono ancora nel periodo di cura dei piccoli, in contrasto con la direttiva comunitaria che tutela tutte le specie nel periodo r!
iproduttivo. E' il caso del Colombaccio. La cosa paradossale, che ben illustra la commistioni di ruoli, è che per segnalare questa grave iniziativa abbiamo scritto a tutti i parchi nazionali abruzzesi e, quindi, anche al Commissario del parco Giuliante che l'ha proposta! E' evidente che questo testo è inaccettabile e crediamo che il consiglio regionale e lo stesso capogruppo Giuliante decideranno di astenersi dal varare un provvedimento così malcongegnato”.
lunedì 19 luglio 2010
"La Commissione sulla Caccia della Provincia di Chieti non funziona"
Il capogruppo del P.D. chiede la sostituzione del presidente Staniscia
CHIETI - Da Camillo D'Amico, capogruppo consiliare del P.D. in seno al Consiglio Provinciale di Chieti, riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:
"Venerdì 16 Luglio u.s. ho inviato una nota ufficiale al presidente della provincia Enrico Di Giuseppantonio e, per la dovuta conoscenza, a quello del consiglio Enrico Rispoli.
Nella nota ho lamentato lo stato complessivo del settore caccia della provincia in capo al consigliere delegato Giovanni Staniscia e l'assoluto immobilismo si è concretizzato in questo primo anno di attività amministrativa che ha fatto il paio con la quasi totale inattività della commissione consiliare "agricoltura, caccia, pesca e zone interne" di cui lo stesso è presidente la quale si è riunita pochissime volte e solo su richieste formulate dai gruppi di minoranza.
Il mondo venatorio, di cui Giovanni Staniscia è autorevole rappresentante, lamenta altrettanto una gestione personale e privatistica della delega con pochi momenti di condivisione e partecipazione vera nelle scelte che l'ente produce direttamente o rappresenta nei tavoli regionali.
La nota si conclude con un esplicita richiesta al presidente o di ritirare la delega al consigliere Staniscia oppure d'incidere autorevolmente affinchè abbia una sussulto di dignità in una pronta ripresa di attività visto che siamo prossimi ad una stagione venatoria e di novità, almeno dal lato della provincia, non c'è ne sono proprio.
Dopo che il consigliere delegato si adoperò nell'urgente blocco del regolamento sul prelievo della specie cinghiale, quasi a saldare prontamente la cambiale elettorale al mondo venatorio che aveva palesemente sostenuto il centro-destra alle elezioni, più nulla che potesse interessare commissione e consiglio; eppure i problemi restano quali, ad esempio, una nuova regolamentazione su questo dannoso ungulato, le proposte sul nuovo piano faunistico, le attività proprie nel comparto agricolo, una nuova concertazione con la regione per la tutela del suolo e del territorio sempre più abbandonato perché non manutentato e coltivato, etc.
L'unica cosa che Staniscia sa fare è quella di addebitare alla precedente amministrazione tutto quanto non va e non funziona nonché di curarsi privatamente gli affari propri nell'esercizio della delega quasi, il governo dell'istituzione, fosse come lo scantinato di casa propria.
Nella lettera al presidente Di Gisueppantonio, da parte mia, ho formulato una richiesta di "simil-sfiducia" al consigliere Staniscia che in un anno non ha prodotto nulla per l'ente ma tanto per se stesso; mi auguro che Di Giuseppantonio, che ha in capo a se la responsabilità politica della delega alla caccia, si adoperi prontamente per rimuovere questa situazione di palese difficoltà che trova sponde significative di condivisione anche tra ampi banchi della stessa maggioranza di centro-destra verso la quale Staniscia ha un atteggiamento di assoluta dimenticanza e non coinvolgimento nelle decisioni ed attività tanto che, solo grazie alle iniziative dei gruppi di minoranza, apprendono notizie su quanto combina il consigliere delegato".
Articolo tratto da: Piazzarossetti.it
CHIETI - Da Camillo D'Amico, capogruppo consiliare del P.D. in seno al Consiglio Provinciale di Chieti, riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:
"Venerdì 16 Luglio u.s. ho inviato una nota ufficiale al presidente della provincia Enrico Di Giuseppantonio e, per la dovuta conoscenza, a quello del consiglio Enrico Rispoli.
Nella nota ho lamentato lo stato complessivo del settore caccia della provincia in capo al consigliere delegato Giovanni Staniscia e l'assoluto immobilismo si è concretizzato in questo primo anno di attività amministrativa che ha fatto il paio con la quasi totale inattività della commissione consiliare "agricoltura, caccia, pesca e zone interne" di cui lo stesso è presidente la quale si è riunita pochissime volte e solo su richieste formulate dai gruppi di minoranza.
Il mondo venatorio, di cui Giovanni Staniscia è autorevole rappresentante, lamenta altrettanto una gestione personale e privatistica della delega con pochi momenti di condivisione e partecipazione vera nelle scelte che l'ente produce direttamente o rappresenta nei tavoli regionali.
La nota si conclude con un esplicita richiesta al presidente o di ritirare la delega al consigliere Staniscia oppure d'incidere autorevolmente affinchè abbia una sussulto di dignità in una pronta ripresa di attività visto che siamo prossimi ad una stagione venatoria e di novità, almeno dal lato della provincia, non c'è ne sono proprio.
Dopo che il consigliere delegato si adoperò nell'urgente blocco del regolamento sul prelievo della specie cinghiale, quasi a saldare prontamente la cambiale elettorale al mondo venatorio che aveva palesemente sostenuto il centro-destra alle elezioni, più nulla che potesse interessare commissione e consiglio; eppure i problemi restano quali, ad esempio, una nuova regolamentazione su questo dannoso ungulato, le proposte sul nuovo piano faunistico, le attività proprie nel comparto agricolo, una nuova concertazione con la regione per la tutela del suolo e del territorio sempre più abbandonato perché non manutentato e coltivato, etc.
L'unica cosa che Staniscia sa fare è quella di addebitare alla precedente amministrazione tutto quanto non va e non funziona nonché di curarsi privatamente gli affari propri nell'esercizio della delega quasi, il governo dell'istituzione, fosse come lo scantinato di casa propria.
Nella lettera al presidente Di Gisueppantonio, da parte mia, ho formulato una richiesta di "simil-sfiducia" al consigliere Staniscia che in un anno non ha prodotto nulla per l'ente ma tanto per se stesso; mi auguro che Di Giuseppantonio, che ha in capo a se la responsabilità politica della delega alla caccia, si adoperi prontamente per rimuovere questa situazione di palese difficoltà che trova sponde significative di condivisione anche tra ampi banchi della stessa maggioranza di centro-destra verso la quale Staniscia ha un atteggiamento di assoluta dimenticanza e non coinvolgimento nelle decisioni ed attività tanto che, solo grazie alle iniziative dei gruppi di minoranza, apprendono notizie su quanto combina il consigliere delegato".
Articolo tratto da: Piazzarossetti.it
giovedì 15 luglio 2010
Guerra tra Pd e PdL su gestione venatoria in Provincia di Chieti
Il PdL ha tradito la fiducia dei cacciatori
Dopo l'ArciCaccia anche D'Amico (Pd) polemizza con la gestione Staniscia
VASTO - "Finalmente qualcosa di muove nell’inossidabile ed unito mondo delle associazioni venatorie della nostra provincia; comincia a trasparire la delusione di aver investito impegno e consenso verso uomini ed una coalizione, il centrodestra, che apparivano silenti ed ubbidienti esecutori dei desiderata degli amanti la dea Diana".
Con queste parole Camillo D'Amico, capogruppo del Pd in Provincia, interviene nel dibattito che anima il mondo venatorio dopo le polemiche dichiarazione del presidente provinciale dell'ArciCaccia, Pessolano, contro la 'gestione' Staniscia (il consigliere delegato, ndr).
"Prima con le elezioni regionali del 2008 e poi con le provinciali del 2009 valanghe di consensi sono stati tributati sul centrodestra pur di veder difesi solo diritti della propria parte a dispetto di tutto il restante universo mondo. - continua D'Amico - E’ positivo che comincino ad elevarsi autorevoli voci di dissenso verso il nulla realizzato sin qui dal delegato provinciale alla caccia Giovanni Staniscia (PdL), come quella del presidente dell’ARCICaccia Angelo Pessolano, il quale, nelle due tornate elettorali regionale e provinciale, non fu certo amico del centrosinistra pur appartenendone per cultura ed estrazione. Giovanni Staniscia addebita i ritardi della sua azione del tutto invisibile ed inefficace ancora alla precedente amministrazione, non ha sin qui prodotto alcuna proposta concreta e di rilievo se non perché pungolato e sollecitato da esponenti dei gruppi di minoranza di centrosinistra, considera l’attività della commissione consiliare una fastidiosa perdita di tempo, la rappresentanza del mondo venatorio è un particolare che gli appartiene in maniera esclusiva così mortificando il pluralismo associativo del settore. Questa è l’amara considerazione che traggo dopo il primo anno di amministrazione del centrodestra alla provincia a guida Di Giuseppantonio. Della nuova regolamentazione della caccia al cinghiale, bloccando immediatamente il precedente del centrosinistra elaborato sotto la cura del buono e bravo Antonio Tamburrino, non se ne conoscono ancora i connotati; - continua il consigliere provinciale di opposizione - di una ipotesi di rivisitazione del vigente piano faunistico provinciale non si hanno notizie; di una politica venatoria legata alla concertazione con le parti sociali neanche l’ombra, di attività istituzionali concrete con la commissione consiliare che presiede e della consulta della caccia si sono perse sia le tracce che la volontà a recuperare terreno d’azione politica a breve. Ha proprio ragione il buon Angelo Pessolano si stava meglio quando (sembrava) di stare peggio".
http://www.sansalvo.net/archivio_news/2010/Il-PdL-ha-tradito-la-fiducia-dei-cacciatori_6762.php
Dopo l'ArciCaccia anche D'Amico (Pd) polemizza con la gestione Staniscia
VASTO - "Finalmente qualcosa di muove nell’inossidabile ed unito mondo delle associazioni venatorie della nostra provincia; comincia a trasparire la delusione di aver investito impegno e consenso verso uomini ed una coalizione, il centrodestra, che apparivano silenti ed ubbidienti esecutori dei desiderata degli amanti la dea Diana".
Con queste parole Camillo D'Amico, capogruppo del Pd in Provincia, interviene nel dibattito che anima il mondo venatorio dopo le polemiche dichiarazione del presidente provinciale dell'ArciCaccia, Pessolano, contro la 'gestione' Staniscia (il consigliere delegato, ndr).
"Prima con le elezioni regionali del 2008 e poi con le provinciali del 2009 valanghe di consensi sono stati tributati sul centrodestra pur di veder difesi solo diritti della propria parte a dispetto di tutto il restante universo mondo. - continua D'Amico - E’ positivo che comincino ad elevarsi autorevoli voci di dissenso verso il nulla realizzato sin qui dal delegato provinciale alla caccia Giovanni Staniscia (PdL), come quella del presidente dell’ARCICaccia Angelo Pessolano, il quale, nelle due tornate elettorali regionale e provinciale, non fu certo amico del centrosinistra pur appartenendone per cultura ed estrazione. Giovanni Staniscia addebita i ritardi della sua azione del tutto invisibile ed inefficace ancora alla precedente amministrazione, non ha sin qui prodotto alcuna proposta concreta e di rilievo se non perché pungolato e sollecitato da esponenti dei gruppi di minoranza di centrosinistra, considera l’attività della commissione consiliare una fastidiosa perdita di tempo, la rappresentanza del mondo venatorio è un particolare che gli appartiene in maniera esclusiva così mortificando il pluralismo associativo del settore. Questa è l’amara considerazione che traggo dopo il primo anno di amministrazione del centrodestra alla provincia a guida Di Giuseppantonio. Della nuova regolamentazione della caccia al cinghiale, bloccando immediatamente il precedente del centrosinistra elaborato sotto la cura del buono e bravo Antonio Tamburrino, non se ne conoscono ancora i connotati; - continua il consigliere provinciale di opposizione - di una ipotesi di rivisitazione del vigente piano faunistico provinciale non si hanno notizie; di una politica venatoria legata alla concertazione con le parti sociali neanche l’ombra, di attività istituzionali concrete con la commissione consiliare che presiede e della consulta della caccia si sono perse sia le tracce che la volontà a recuperare terreno d’azione politica a breve. Ha proprio ragione il buon Angelo Pessolano si stava meglio quando (sembrava) di stare peggio".
http://www.sansalvo.net/archivio_news/2010/Il-PdL-ha-tradito-la-fiducia-dei-cacciatori_6762.php
mercoledì 14 luglio 2010
Guerra tra politica ed associazioni venatorie
L'Arcicaccia spara a zero su Staniscia
Il delegato provinciale alla Caccia bocciato dall'associazione venatoria
VASTO - Gestione e programmazione dell'attività venatoria nel Vastese e nella provincia di Chieti. L'ArciCaccia, per bocca del presidente provinciale Angelo Pessolano, mette in evidenza le numerose, troppe, criticità e boccia pesantemente l'opera del consigliere delegato Staniscia.
"Un anno è ormai trascorso dall'insediamento della giunta di centrodestra e per ciò che concerne il settore caccia vige la totale assenza di attività sia da parte del delegato Staniscia, ex presidente provinciale della Federcaccia quindi esperto del settore, che del relativo ufficio caccia. Tutto dorme, tutto tace".
Presidente Pessolano, usa parole pesanti. Cosa succede nel mondo venatorio?
"All'inizio si era paventata una piccola scossa riformatrice in merito al regolamento delle guardie venatorie volontarie, riforma che però si è arenata in commissione agricoltura, come pure il disciplinare sulla caccia al cinghiale che, revocato l'anno scorso, oggi sembra fonte di discussioni informali tra cacciatori e delegati sulla realizzazione di fantasiose 'zone' da sempre rifiutate da tutte le associazioni venatorie provinciali".
Insomma, una situazione di stallo.
"Certo, e nel frattempo il bracconaggio imperversa, in particolare alla specie cinghiale. Notizie recenti contano abbattimenti notturni e diurni anche con pistole e altri mezzi fra i quali anche l'utilizzo di gabbie atte a catturare la specie per lauti banchetti messi in atto da non-cacciatori che si sentono sicuri e agiscono indisturbati grazie alla totale assenza di controllo del territorio".
Davvero una situazione problematica quella che descrive.
"Elenchero solo alcune tra le tante cose che non funzionano: Consulta della caccia inesistente non si sà a causa di chi o di cosa, ma di certo l'organo più importante del settore caccia ad oggi non esiste forse Staniscia non ha bisogno di consultarsi con gli altri membri della consulta, forse sa già tutto lui e la consulta della caccia può aspettare. Si autorizzano gare cinofile senza il parere della stessa, non si può parlare delle varie problematiche che assilano la nostra passione, non si parla del nuovo calendario venatorio, del nuovo piano faunistico, dei recinti provinciali in abbandono, delle zone ripopolamento e cattura lasciate al loro destino, delle aree cinofile provinciali per le quali i cacciatori pagano € 7.50 a cane e non sono ormai ripopolate da due anni come le ZRC. Non si parla della azienda faunistico venatoria Santa Barbara (di Castiglione Messer Marino, ndr) la cui concessione, dalla morte del titolare, non si capisce che fine abbia fatto. Nel frattempo ad un ATC provinciale CHIETINO/LANCIANESE viene permesso di attuare un'area cinofila temporanea di dimensioni rilevanti ai cofini col parco e al cui interno vi si trovano SIC e ZPS nel periodo di massima riproduzione delle specie stanziali e migratrici (dal mese di febbraio al mese di luglio). Decisione che riteniamo avvallata dai dirigenti dell'ufficio caccia in totale contravvenzione alle norme che tutelano la fauna selvatica".
Senza peli sulla lingua Pessolano, che continua: "Novità dell'ultima ora un grande censimento alla specie cinghiale con i censitori di fauna selvatica e i selecontrollori da attuare entro luglio su tutto il territorio provinciale. In mezzo a tutto questo casino mi viene da dire: non è che stavamo meglio quando pensavamo di stare peggio?".
Insomma, secondo l'ArciCaccia le aspettative dei cacciatori, dopo il cambio di maggioranza in Provincia, sono state deluse.
"Ad oggi abbiamo perso un assessorato è abbiamo preso un delegato, abbiamo lasciato Tamburrino per prendere Staniscia, ma le cose non sono migliorate, anzi sono peggiorate. Speriamo che le cose cambino in fretta, perché così non si puo più andare avanti"
http://www.sansalvo.net/archivio_news/2010/L-ArciCaccia--spara--a-zero-su-Staniscia_6753.php
Il delegato provinciale alla Caccia bocciato dall'associazione venatoria
VASTO - Gestione e programmazione dell'attività venatoria nel Vastese e nella provincia di Chieti. L'ArciCaccia, per bocca del presidente provinciale Angelo Pessolano, mette in evidenza le numerose, troppe, criticità e boccia pesantemente l'opera del consigliere delegato Staniscia.
"Un anno è ormai trascorso dall'insediamento della giunta di centrodestra e per ciò che concerne il settore caccia vige la totale assenza di attività sia da parte del delegato Staniscia, ex presidente provinciale della Federcaccia quindi esperto del settore, che del relativo ufficio caccia. Tutto dorme, tutto tace".
Presidente Pessolano, usa parole pesanti. Cosa succede nel mondo venatorio?
"All'inizio si era paventata una piccola scossa riformatrice in merito al regolamento delle guardie venatorie volontarie, riforma che però si è arenata in commissione agricoltura, come pure il disciplinare sulla caccia al cinghiale che, revocato l'anno scorso, oggi sembra fonte di discussioni informali tra cacciatori e delegati sulla realizzazione di fantasiose 'zone' da sempre rifiutate da tutte le associazioni venatorie provinciali".
Insomma, una situazione di stallo.
"Certo, e nel frattempo il bracconaggio imperversa, in particolare alla specie cinghiale. Notizie recenti contano abbattimenti notturni e diurni anche con pistole e altri mezzi fra i quali anche l'utilizzo di gabbie atte a catturare la specie per lauti banchetti messi in atto da non-cacciatori che si sentono sicuri e agiscono indisturbati grazie alla totale assenza di controllo del territorio".
Davvero una situazione problematica quella che descrive.
"Elenchero solo alcune tra le tante cose che non funzionano: Consulta della caccia inesistente non si sà a causa di chi o di cosa, ma di certo l'organo più importante del settore caccia ad oggi non esiste forse Staniscia non ha bisogno di consultarsi con gli altri membri della consulta, forse sa già tutto lui e la consulta della caccia può aspettare. Si autorizzano gare cinofile senza il parere della stessa, non si può parlare delle varie problematiche che assilano la nostra passione, non si parla del nuovo calendario venatorio, del nuovo piano faunistico, dei recinti provinciali in abbandono, delle zone ripopolamento e cattura lasciate al loro destino, delle aree cinofile provinciali per le quali i cacciatori pagano € 7.50 a cane e non sono ormai ripopolate da due anni come le ZRC. Non si parla della azienda faunistico venatoria Santa Barbara (di Castiglione Messer Marino, ndr) la cui concessione, dalla morte del titolare, non si capisce che fine abbia fatto. Nel frattempo ad un ATC provinciale CHIETINO/LANCIANESE viene permesso di attuare un'area cinofila temporanea di dimensioni rilevanti ai cofini col parco e al cui interno vi si trovano SIC e ZPS nel periodo di massima riproduzione delle specie stanziali e migratrici (dal mese di febbraio al mese di luglio). Decisione che riteniamo avvallata dai dirigenti dell'ufficio caccia in totale contravvenzione alle norme che tutelano la fauna selvatica".
Senza peli sulla lingua Pessolano, che continua: "Novità dell'ultima ora un grande censimento alla specie cinghiale con i censitori di fauna selvatica e i selecontrollori da attuare entro luglio su tutto il territorio provinciale. In mezzo a tutto questo casino mi viene da dire: non è che stavamo meglio quando pensavamo di stare peggio?".
Insomma, secondo l'ArciCaccia le aspettative dei cacciatori, dopo il cambio di maggioranza in Provincia, sono state deluse.
"Ad oggi abbiamo perso un assessorato è abbiamo preso un delegato, abbiamo lasciato Tamburrino per prendere Staniscia, ma le cose non sono migliorate, anzi sono peggiorate. Speriamo che le cose cambino in fretta, perché così non si puo più andare avanti"
http://www.sansalvo.net/archivio_news/2010/L-ArciCaccia--spara--a-zero-su-Staniscia_6753.php
martedì 13 luglio 2010
Scandalo "cacciopoli": che fine fanno i soldi?
Dopo l’inchiesta de “La Padania” interpellato il Tesoro sulle risorse “stornate” da Fidasc e Federcaccia
Cacciopoli/2 – Anche Montecitorio s’interroga
“Caro ministro, che fine fanno i fondi Coni?”
Stefania Piazzo
Cacciopoli, atto secondo. Dopo che la Padania ha interrogato il mondo venatorio, agonistico, sportivo, sulla gestione della Fidasc e di Federcaccia, rispettivamente la prima federazione associata al Coni, dal quale riceve contributi pubblici per l’esercizio non della caccia in senso stretto, quanto dell’uso delle sue armi in attività agonistica e, a seguire, appunto, di Federcaccia, che ha legami stretti e profondi, anche economici, con la federata Coni, ebbene, arriva al ministro Tremonti un’interrogazione parlamentare. Insomma, qualcosa si muove.
Anche la politica inizia a interrogarsi. E il punto non è, una volta tanto, dividersi in schieramenti pro o contro la caccia. Il cuore di tutto sta in una domanda: come sono gestiti i fondi? Perché ci sono intrecci tra pubblico e privato? Che c’entra un’associazione federata al Coni, allo spirito olimpico, con un’altra federazione che non gareggia ma si diletta a sparare agli animali e pur incassando fondi pubblici, è pure in debito? Che si legge nel documento presentato dal deputato Pdl Francesco Biava?
Eccolo qua: parte da lontano, l’onorevole, ricordando che le sette associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale dalla legge 157/92, percepiscono annualmente dal ministero del Tesoro lo storno addizionale di 5,16 euro, pagate da ogni singolo cacciatore per un esborso globale di circa 4 milioni di euro.
Bene. Entra in scena un altro soggetto, la Fidasc, associazione entrata a far parte del Coni dopo che erano state estromesse dal Coni, per legge, le associazioni venatorie. La Fidasc spara alle sagome, fa lavorare su fantocci i cani. Ma non fa battute di caccia.
Ma Biava allunga il passo e dice: “Tale associazione sembrerebbe non avere nulla a che vedere con lo sport e men che meno con le attività olimpiche”. L’onorevole dubbio si solleva perché…“La Fidasc – coincidenze peraltro evidenziate da La Padania domenica scorsa – è presieduta da Felice Buglione, dirigente della Federazione italiana della caccia e ha come vice Domenico Coradeschi, presidente della Federcaccia di Arezzo e intestatario di un’azienda faunistico venatoria a Collacchioni (San Sepolcro), in cui si svolgono – riferisce l’atto ispettivo – gare Fidasc anche con sparo su selvaggina”.
Poi prosegue…: “Risulterebbe che la Fidasc riceva un contributo annuale di 130mila euro l’anno da Federcaccia la quale verserebbe annualmente a Greentime, società di riferimento di Federcaccia una parte della somma introitata dalla Fidasc”, interrogativi che anche La Padania aveva avanzato. L’interrogazione peraltro conferma quanto da noi scritto, ovvero che il presidente di Greentime e il presidente di Federcaccia risulterebbe essere Gianluca Dall’Olio. “Risulterebbe anche che sul quindicinale “Caccia & Tiro” edito da Greentime, compaia, ad ogni numero, un articolo di Felice Buglione, probabile frutto dell’accordo tra la Fidasc del Coni, Federcaccia e Greentime”. Domandona: si chiede, se, per caso, “il Governo non intenda abolire il finanziamento improprio alle associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale, destinando diversamente – e in modo migliore – questa grande quantità di risorse il cui utilizzo, da parte delle stesse associazioni, meriterebbe una seria verifica da parte delle autorità competenti, anche alla luce della grave situazione economica che sta interessando il nostro Paese e visti i sacrifici che tutte le categorie economiche sono chiamate a sostenere”. Risulterebbe, infatti, che solo Federcaccia in base al numero di iscritti, incassi 1,8 milioni di euro. Non pochi.
Ed ecco lo straonorevole domandone finale a Tremonti. Non è, per caso, signor ministro, che “il Governo non ritenga opportuno intervenire per verificare la compatibilità e la legittimità del finanziamento pubblico alle associazioni venatorie con le attività da esse svolte e, se del caso, provvedere alla verifica sulla opportunità e sulla legittimità di permanenza della Fidasc nel Coni?”.
L’Olimpo risponda.
Articolo del quotidiano "La Padania" dell' 11 luglio 2010
Cacciopoli/2 – Anche Montecitorio s’interroga
“Caro ministro, che fine fanno i fondi Coni?”
Stefania Piazzo
Cacciopoli, atto secondo. Dopo che la Padania ha interrogato il mondo venatorio, agonistico, sportivo, sulla gestione della Fidasc e di Federcaccia, rispettivamente la prima federazione associata al Coni, dal quale riceve contributi pubblici per l’esercizio non della caccia in senso stretto, quanto dell’uso delle sue armi in attività agonistica e, a seguire, appunto, di Federcaccia, che ha legami stretti e profondi, anche economici, con la federata Coni, ebbene, arriva al ministro Tremonti un’interrogazione parlamentare. Insomma, qualcosa si muove.
Anche la politica inizia a interrogarsi. E il punto non è, una volta tanto, dividersi in schieramenti pro o contro la caccia. Il cuore di tutto sta in una domanda: come sono gestiti i fondi? Perché ci sono intrecci tra pubblico e privato? Che c’entra un’associazione federata al Coni, allo spirito olimpico, con un’altra federazione che non gareggia ma si diletta a sparare agli animali e pur incassando fondi pubblici, è pure in debito? Che si legge nel documento presentato dal deputato Pdl Francesco Biava?
Eccolo qua: parte da lontano, l’onorevole, ricordando che le sette associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale dalla legge 157/92, percepiscono annualmente dal ministero del Tesoro lo storno addizionale di 5,16 euro, pagate da ogni singolo cacciatore per un esborso globale di circa 4 milioni di euro.
Bene. Entra in scena un altro soggetto, la Fidasc, associazione entrata a far parte del Coni dopo che erano state estromesse dal Coni, per legge, le associazioni venatorie. La Fidasc spara alle sagome, fa lavorare su fantocci i cani. Ma non fa battute di caccia.
Ma Biava allunga il passo e dice: “Tale associazione sembrerebbe non avere nulla a che vedere con lo sport e men che meno con le attività olimpiche”. L’onorevole dubbio si solleva perché…“La Fidasc – coincidenze peraltro evidenziate da La Padania domenica scorsa – è presieduta da Felice Buglione, dirigente della Federazione italiana della caccia e ha come vice Domenico Coradeschi, presidente della Federcaccia di Arezzo e intestatario di un’azienda faunistico venatoria a Collacchioni (San Sepolcro), in cui si svolgono – riferisce l’atto ispettivo – gare Fidasc anche con sparo su selvaggina”.
Poi prosegue…: “Risulterebbe che la Fidasc riceva un contributo annuale di 130mila euro l’anno da Federcaccia la quale verserebbe annualmente a Greentime, società di riferimento di Federcaccia una parte della somma introitata dalla Fidasc”, interrogativi che anche La Padania aveva avanzato. L’interrogazione peraltro conferma quanto da noi scritto, ovvero che il presidente di Greentime e il presidente di Federcaccia risulterebbe essere Gianluca Dall’Olio. “Risulterebbe anche che sul quindicinale “Caccia & Tiro” edito da Greentime, compaia, ad ogni numero, un articolo di Felice Buglione, probabile frutto dell’accordo tra la Fidasc del Coni, Federcaccia e Greentime”. Domandona: si chiede, se, per caso, “il Governo non intenda abolire il finanziamento improprio alle associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale, destinando diversamente – e in modo migliore – questa grande quantità di risorse il cui utilizzo, da parte delle stesse associazioni, meriterebbe una seria verifica da parte delle autorità competenti, anche alla luce della grave situazione economica che sta interessando il nostro Paese e visti i sacrifici che tutte le categorie economiche sono chiamate a sostenere”. Risulterebbe, infatti, che solo Federcaccia in base al numero di iscritti, incassi 1,8 milioni di euro. Non pochi.
Ed ecco lo straonorevole domandone finale a Tremonti. Non è, per caso, signor ministro, che “il Governo non ritenga opportuno intervenire per verificare la compatibilità e la legittimità del finanziamento pubblico alle associazioni venatorie con le attività da esse svolte e, se del caso, provvedere alla verifica sulla opportunità e sulla legittimità di permanenza della Fidasc nel Coni?”.
L’Olimpo risponda.
Articolo del quotidiano "La Padania" dell' 11 luglio 2010
lunedì 12 luglio 2010
Caccia in Abruzzo - Caporale: "la Regione rispetti le recenti ordinanze del Tar e la legge Comunitaria
COMUNICATO STAMPA
CACCIA IN ABRUZZO
CAPORALE “LA REGIONE RISPETTI LE RECENTI ORDINANZE DEL TAR E LA LEGGE COMUNITARIA”
Dichiarazione di Walter Caporale, Presidente dell’Associazione “Animalisti Italiani Onlus” e Consigliere regionale.
“La Giunta regionale abruzzese si appresta ad approvare in questi giorni il Calendario Venatorio 2010-2011. Lo scorso anno il Calendario Venatorio della Regione Abruzzo è stato bocciato ben due volte a seguito dei ricorsi al Tribunale Amministrativo prima del WWF e poi della LAC ed Animalisti Italiani Onlus.
In sostanza i Giudici amministrativi hanno censurato più volte il comportamento della Giunta Regionale in quanto le scelte adottate nel calendario venatorio, nonostante le diffide delle associazioni per la tutela dell’ambiente e degli animali, non erano motivate, pur andando contro i pareri scientifici emanate dall’istituto nazionale che si occupa di studiare la fauna selvatica (ISPRA).
Ancora una volta diffidiamo la Regione Abruzzo ad adottare provvedimenti in seno al Calendario Venatorio che vadano nella direzione del pieno soddisfacimento dei piaceri venatori a discapito della tutela minima della conservazione della fauna selvatica.
Ricordiamo che, come previsto dalla legge, l’esercizio dell’attività venatoria è consentita purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica.
La Regione Abruzzo ha il dovere quindi di uniformarsi a quanto disposto dalle ordinanze del TAR e dalla recente approvazione della cosiddetta “comunitaria 2009” che prevede alcune importanti novità in materia di tutela della fauna selvatica come la riduzione dei tempi e delle specie cacciabili che sono in uno stato di conservazione sfavorevole.
La Regione Abruzzo, secondo quanto disposto dalla normativa vigente, dovrebbe gestire l’attività venatoria in base al principio della programmazione dell’attività stessa basata su rilievi numerici, su documentazione scientifica e su apporti tecnici in materia di biologia e fauna selvatica. Ebbene, tali indirizzi programmatici sono, di anno in anno, del tutto disattesi dall’amministrazione regionale essendo quindi la prima a violare le leggi. Siamo ad un livello di degrado gestionale tale che il Piano Faunistico Venatorio (documento che disciplina la pianificazione dell’esercizio venatorio) è addirittura scaduto nel 2005 e quindi sarebbe impossibile andare a caccia senza disciplinare tale attività.
L’ Associazione Animalisti Italiani adotterà ogni azione tale affinché venga impedito una ulteriore svendita del patrimonio ambientale della nostra regione ad un manipolo di vecchi cacciatori oramai privi di qualsiasi senso morale ed etico”.
Lanciano, 12 Luglio 2010
Fonte: www.animalisti.it
CACCIA IN ABRUZZO
CAPORALE “LA REGIONE RISPETTI LE RECENTI ORDINANZE DEL TAR E LA LEGGE COMUNITARIA”
Dichiarazione di Walter Caporale, Presidente dell’Associazione “Animalisti Italiani Onlus” e Consigliere regionale.
“La Giunta regionale abruzzese si appresta ad approvare in questi giorni il Calendario Venatorio 2010-2011. Lo scorso anno il Calendario Venatorio della Regione Abruzzo è stato bocciato ben due volte a seguito dei ricorsi al Tribunale Amministrativo prima del WWF e poi della LAC ed Animalisti Italiani Onlus.
In sostanza i Giudici amministrativi hanno censurato più volte il comportamento della Giunta Regionale in quanto le scelte adottate nel calendario venatorio, nonostante le diffide delle associazioni per la tutela dell’ambiente e degli animali, non erano motivate, pur andando contro i pareri scientifici emanate dall’istituto nazionale che si occupa di studiare la fauna selvatica (ISPRA).
Ancora una volta diffidiamo la Regione Abruzzo ad adottare provvedimenti in seno al Calendario Venatorio che vadano nella direzione del pieno soddisfacimento dei piaceri venatori a discapito della tutela minima della conservazione della fauna selvatica.
Ricordiamo che, come previsto dalla legge, l’esercizio dell’attività venatoria è consentita purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica.
La Regione Abruzzo ha il dovere quindi di uniformarsi a quanto disposto dalle ordinanze del TAR e dalla recente approvazione della cosiddetta “comunitaria 2009” che prevede alcune importanti novità in materia di tutela della fauna selvatica come la riduzione dei tempi e delle specie cacciabili che sono in uno stato di conservazione sfavorevole.
La Regione Abruzzo, secondo quanto disposto dalla normativa vigente, dovrebbe gestire l’attività venatoria in base al principio della programmazione dell’attività stessa basata su rilievi numerici, su documentazione scientifica e su apporti tecnici in materia di biologia e fauna selvatica. Ebbene, tali indirizzi programmatici sono, di anno in anno, del tutto disattesi dall’amministrazione regionale essendo quindi la prima a violare le leggi. Siamo ad un livello di degrado gestionale tale che il Piano Faunistico Venatorio (documento che disciplina la pianificazione dell’esercizio venatorio) è addirittura scaduto nel 2005 e quindi sarebbe impossibile andare a caccia senza disciplinare tale attività.
L’ Associazione Animalisti Italiani adotterà ogni azione tale affinché venga impedito una ulteriore svendita del patrimonio ambientale della nostra regione ad un manipolo di vecchi cacciatori oramai privi di qualsiasi senso morale ed etico”.
Lanciano, 12 Luglio 2010
Fonte: www.animalisti.it
venerdì 2 luglio 2010
Morti sospette dei cani da caccia
Truffa alle assicurazioni
Morti sospette dei cani da caccia
Ombre oscure sulla caccia.
Da qualche tempo c’è più di qualche semplice sospetto sull’ecatombe di cani da caccia. Le stime di Federcaccia parlano di 2.500 cani morti, circa 2.000 ferimenti e quasi 900 casi di danni provocati a persone e cose. Gli incidenti sembrano aver avuto un’incidenza esponenziale negli ultimi anni tanto che qualcuno ha pensato di vederci chiaro.
Infatti c’è il sospetto, nonostante i cacciatori mai e poi mai ucciderebbero per soldi il proprio fedele compagno di hobby barattando l’affetto per un risarcimento. Resta però il fatto evidente di un aumento di casi sospetti. La svolta che ha aumentato i malentenzionati sembra coincidere con la stipula della nuova polizza assicurativa per il 2010 che Federcaccia ha sottoscritto con Ina–Assitalia e Assimoco.
L’assicurazione prevede, per la prima volta, un risarcimento per la morte del cane che può arrivare a 1.800 euro. La morte sospetta dei cani è però solo uno dei problemi. Federcaccia infatti, rappresenta 35mila dei 750mila cacciatori italiani, è nell’occhio del ciclone per un buco di bilancio di milioni di euro.
http://iltempo.ilsole24ore.com
Morti sospette dei cani da caccia
Ombre oscure sulla caccia.
Da qualche tempo c’è più di qualche semplice sospetto sull’ecatombe di cani da caccia. Le stime di Federcaccia parlano di 2.500 cani morti, circa 2.000 ferimenti e quasi 900 casi di danni provocati a persone e cose. Gli incidenti sembrano aver avuto un’incidenza esponenziale negli ultimi anni tanto che qualcuno ha pensato di vederci chiaro.
Infatti c’è il sospetto, nonostante i cacciatori mai e poi mai ucciderebbero per soldi il proprio fedele compagno di hobby barattando l’affetto per un risarcimento. Resta però il fatto evidente di un aumento di casi sospetti. La svolta che ha aumentato i malentenzionati sembra coincidere con la stipula della nuova polizza assicurativa per il 2010 che Federcaccia ha sottoscritto con Ina–Assitalia e Assimoco.
L’assicurazione prevede, per la prima volta, un risarcimento per la morte del cane che può arrivare a 1.800 euro. La morte sospetta dei cani è però solo uno dei problemi. Federcaccia infatti, rappresenta 35mila dei 750mila cacciatori italiani, è nell’occhio del ciclone per un buco di bilancio di milioni di euro.
http://iltempo.ilsole24ore.com
martedì 15 giugno 2010
Lupo ucciso da trappola bracconieri in parco Abruzzo
Lupo ucciso da trappola bracconieri in parco Abruzzo
Laccio al collo, trovato da passante in periferia Sulmona
(ANSA) - SULMONA (L'AQUILA), 14 GIU - Un lupo di circa due anni e' stato trovato morto lungo una strada alla periferia di Sulmona.
Attorno al collo l'animale aveva ancora un laccio con il quale e' rimasto strangolato. A trovarlo un contadino della zona questa mattina quando, recandosi nel suo appezzamento di terreno, ha notato il lupo in mezzo alla strada. All'inizio era convinto che si trattasse di un cane, ma quando si e' avvicinato, ha visto che si trattava della specie protetta e ha avvisato il Corpo Forestale. (ANSA).
Laccio al collo, trovato da passante in periferia Sulmona
(ANSA) - SULMONA (L'AQUILA), 14 GIU - Un lupo di circa due anni e' stato trovato morto lungo una strada alla periferia di Sulmona.
Attorno al collo l'animale aveva ancora un laccio con il quale e' rimasto strangolato. A trovarlo un contadino della zona questa mattina quando, recandosi nel suo appezzamento di terreno, ha notato il lupo in mezzo alla strada. All'inizio era convinto che si trattasse di un cane, ma quando si e' avvicinato, ha visto che si trattava della specie protetta e ha avvisato il Corpo Forestale. (ANSA).
lunedì 14 giugno 2010
Se a contaminare la selvaggina sono i cacciatori
Mangiare carne di selvaggina uccisa con proiettili di piombo potrebbe rappresentare un rischio per la salute, specialmente nei bambini o in chi mangia molto spesso la cacciagione. A rivelarlo è un autorevole studio pubblicato sulla rivista medica PLoS One.
Da tempo gli ambientalisti denunciano la possibile contaminazione della carne di selvaggina ad opera delle munizioni di piombo usate dai cacciatori e una direttiva europea del 1996 invitava i cacciatori a far uso di proiettili di acciaio quando possibile, specialmente nelle zone umide di caccia in cui è minore il rischio di “rimbalzo” dei proiettili.
Nello studio attuale compiuto da ricercatori dell’associazione inglese Wildfowl and Wetlands Trust (WWT) in collaborazione con lo Spanish Research Institute on Cynegetic Resources (IREC), gli scienziati hanno dimostrato che la quantità di piombo presente nelle carni di selvaggina dopo la cottura eccederebbe i limite consentito dall’Unione Europea, in conseguenza del fatto che molti residui di piombo delle munizioni rimarrebbero all’interno della carne.
Per verificare ciò, i ricercatori guidati da Rafael Mateo della Università di Castiglia-La Mancia hanno analizzato ai raggi X la presenza di munizioni o frammenti di munizioni all’interno di diverse specie di animali uccisi durante una battuta di caccia e comprendenti beccacce, pernici, fagiani e germani. Utilizzando una tecnologia spettroscopica, i ricercatori hanno poi analizzato l’eventuale presenza di frammenti di piombo nella carne già cotta e pronta per essere consumata.
“A seconda delle specie e del modo in cui era cucinata la cacciagione, tra il 20 e l’87,5% dei campioni analizzati superavano il livello massimo di piombo consentito dall’Unione Europea nella carne animale”, ha concluso Rafael Mateo. Un ulteriore monito per i cacciatori a utilizzare proiettili costruiti con materiale differente dal piombo, come acciaio, rame o anche plastica, come più volte raccomandato da autorevoli esperti.
Fonte: Pain DH et al. Potential Hazard to Human Health from Exposure to Fragments of Lead Bullets and Shot in the Tissues of Game Animals. PLoS ONE: 26 aprile 2010. 10.1371/journal.pone.0010315
stefano massarelli
tratto da Yahoo Notizie
Da tempo gli ambientalisti denunciano la possibile contaminazione della carne di selvaggina ad opera delle munizioni di piombo usate dai cacciatori e una direttiva europea del 1996 invitava i cacciatori a far uso di proiettili di acciaio quando possibile, specialmente nelle zone umide di caccia in cui è minore il rischio di “rimbalzo” dei proiettili.
Nello studio attuale compiuto da ricercatori dell’associazione inglese Wildfowl and Wetlands Trust (WWT) in collaborazione con lo Spanish Research Institute on Cynegetic Resources (IREC), gli scienziati hanno dimostrato che la quantità di piombo presente nelle carni di selvaggina dopo la cottura eccederebbe i limite consentito dall’Unione Europea, in conseguenza del fatto che molti residui di piombo delle munizioni rimarrebbero all’interno della carne.
Per verificare ciò, i ricercatori guidati da Rafael Mateo della Università di Castiglia-La Mancia hanno analizzato ai raggi X la presenza di munizioni o frammenti di munizioni all’interno di diverse specie di animali uccisi durante una battuta di caccia e comprendenti beccacce, pernici, fagiani e germani. Utilizzando una tecnologia spettroscopica, i ricercatori hanno poi analizzato l’eventuale presenza di frammenti di piombo nella carne già cotta e pronta per essere consumata.
“A seconda delle specie e del modo in cui era cucinata la cacciagione, tra il 20 e l’87,5% dei campioni analizzati superavano il livello massimo di piombo consentito dall’Unione Europea nella carne animale”, ha concluso Rafael Mateo. Un ulteriore monito per i cacciatori a utilizzare proiettili costruiti con materiale differente dal piombo, come acciaio, rame o anche plastica, come più volte raccomandato da autorevoli esperti.
Fonte: Pain DH et al. Potential Hazard to Human Health from Exposure to Fragments of Lead Bullets and Shot in the Tissues of Game Animals. PLoS ONE: 26 aprile 2010. 10.1371/journal.pone.0010315
stefano massarelli
tratto da Yahoo Notizie
Convocazione della Consulta Regionale della Caccia per il 22.06.2010
DIREZIONE POLITICHE AGRICOLE E DI SVILUPPO RURALE, FORESTALE, CACCIA E PESCA, EMIGRAZIONE
SERVIZIO CREDITO INNOVAZIONE E ATTIVITA’FAUNISTICA
UFFICIO PROGRAMMAZIONE VENATORIA
Via Catullo 17 65127 Pescara
Prot: RA 109381 Pescara, lì 08/06/2010
A TUTTI I COMPONENTI LA
CONSULTA REGIONALE DELLA CACCIA
LORO SEDI
Oggetto: Convocazione della Consulta Regionale della Caccia per il 22.06.2010 ore
10,30 presso la sala Grisi II piano dell’Assessorato all’Agricoltura di Pescara,
Via Catullo 17.
Si invitano le SS.LL a partecipare alla riunione che si terrà alle
ore 10,30 del 22.06.2010 in Pescara nella sede dell’Assessorato
all’Agricoltura per discutere il seguente ordine del giorno:
- proposta di Calendario Venatorio Regionale 2010/2011
A tale riguardo si fa presente che la proposta di Calendario
Venatorio sopra citato è già disponibile sul sito internet della Regione:
www.regione.abruzzo.it/caccia.
Certi della Vostra partecipazione, si inviano distinti saluti.
Il Dirigente del Servizio
Dott.ssa Giovanna ANGELUCCI
Firmato
REGIONE ABRUZZO
GIUNTA REGIONALE
SERVIZIO CREDITO INNOVAZIONE E ATTIVITA’FAUNISTICA
UFFICIO PROGRAMMAZIONE VENATORIA
Via Catullo 17 65127 Pescara
Prot: RA 109381 Pescara, lì 08/06/2010
A TUTTI I COMPONENTI LA
CONSULTA REGIONALE DELLA CACCIA
LORO SEDI
Oggetto: Convocazione della Consulta Regionale della Caccia per il 22.06.2010 ore
10,30 presso la sala Grisi II piano dell’Assessorato all’Agricoltura di Pescara,
Via Catullo 17.
Si invitano le SS.LL a partecipare alla riunione che si terrà alle
ore 10,30 del 22.06.2010 in Pescara nella sede dell’Assessorato
all’Agricoltura per discutere il seguente ordine del giorno:
- proposta di Calendario Venatorio Regionale 2010/2011
A tale riguardo si fa presente che la proposta di Calendario
Venatorio sopra citato è già disponibile sul sito internet della Regione:
www.regione.abruzzo.it/caccia.
Certi della Vostra partecipazione, si inviano distinti saluti.
Il Dirigente del Servizio
Dott.ssa Giovanna ANGELUCCI
Firmato
REGIONE ABRUZZO
GIUNTA REGIONALE
martedì 8 giugno 2010
Nuove ricerche sull'avvelenamento da piombo
Nuove ricerche sull'avvelenamento da piombo evidenziano delle conseguenze ancora più gravi sulla salute animale di quelle finora conosciute.
Di seguito il documento ISPRA che riassume i danni. In particolare è stato riscontrato un abbassamento del QI (Quoziente Intellettivo) nei cacciatori e nei loro familiari e in chi si alimenta di cacciaggione all'aumentare della concentrazione di piombo nel sangue.
piombo
Di seguito il documento ISPRA che riassume i danni. In particolare è stato riscontrato un abbassamento del QI (Quoziente Intellettivo) nei cacciatori e nei loro familiari e in chi si alimenta di cacciaggione all'aumentare della concentrazione di piombo nel sangue.
piombo
sabato 5 giugno 2010
Teramo. Approvate le modifiche al Piano Faunistico Venatorio
Varato il nuovo piano faunistico e venatorio
TERAMO. Approvate all'unanimità dal consiglio provinciale le modifiche al piano faunistico venatorio 2001/2006. Il territorio a disposizione rimane lo stesso ma vengono riaperte alcune riserve dove la presenza del cinghiale continua a dare problemi. Istituite anche nuove zone di protezione per gli animali. «Le modifiche sono il frutto di tavoli di confronto con gli stessi cacciatori, con gli Atc e con le associazioni di riferimento: quelle venatorie, quelle agricole e quelle ambientaliste», spiega l'assessore Giuseppe Di Michele che aggiunge, «L'80% delle modifiche è stato proposto dagli interessati. Puntiamo ad un maggiore coinvolgimento e soprattuto ad una maggiore responsabilizzazione dei cacciatori ai quali stiamo pensando di affidare la gestione delle riserve. Fra le nostre priorità, infatti, vi è la lotta al bracconaggio che rappresenta la vera piaga per la fauna». In realtà la Provincia di Teramo è l'unica in Abruzzo ad aver già nel 2008 deliberato un nuovo piano faunistico ma la Regione non lo ha mai approvato in attesa che anche le altre Province aggiornassero la pianificazione faunistica-venatoria. Dai precedenti 34 istituti di tutela e produzione (oasi, zone di ripopolamento e cattura, aree cinofile) si è passati a 41 e senza alterare il rapporto tra aree chiuse alla caccia e quelle aperte: dieci istituti vengono confermati inalterati; quindici vengono revocati; venti vengono istituiti ex novo; nove vengono parzialmente modificati. La nuova configurazione ha un duplice obiettivo: quello di aggiornare la pianificazione territoriale alla luce della attuale situazione geografico/ambientale, e quello di razionalizzare l'utilizzo dei territori mediante la conferma degli istituti faunistici virtuosi e la revoca, con la conseguente riapertura alla caccia, di quelli meno efficaci. Per quanto riguarda le oasi due sono individuate nel comprensorio faunistico-venatorio "Salinello" e due nel comprensorio del "Vomano". Sette sono le aree cinofile permanenti e di queste tre sono nel comprensorio "Salinello" e quattro nel comprensorio "Vomano". Le 29 zone di ripopolamento e cattura sono così ripartite: 14 nel comprensorio "Salinello" e 15 nel comprensorio "Vomano".
Da "Il Centro" del 03 giugno 2010
TERAMO. Approvate all'unanimità dal consiglio provinciale le modifiche al piano faunistico venatorio 2001/2006. Il territorio a disposizione rimane lo stesso ma vengono riaperte alcune riserve dove la presenza del cinghiale continua a dare problemi. Istituite anche nuove zone di protezione per gli animali. «Le modifiche sono il frutto di tavoli di confronto con gli stessi cacciatori, con gli Atc e con le associazioni di riferimento: quelle venatorie, quelle agricole e quelle ambientaliste», spiega l'assessore Giuseppe Di Michele che aggiunge, «L'80% delle modifiche è stato proposto dagli interessati. Puntiamo ad un maggiore coinvolgimento e soprattuto ad una maggiore responsabilizzazione dei cacciatori ai quali stiamo pensando di affidare la gestione delle riserve. Fra le nostre priorità, infatti, vi è la lotta al bracconaggio che rappresenta la vera piaga per la fauna». In realtà la Provincia di Teramo è l'unica in Abruzzo ad aver già nel 2008 deliberato un nuovo piano faunistico ma la Regione non lo ha mai approvato in attesa che anche le altre Province aggiornassero la pianificazione faunistica-venatoria. Dai precedenti 34 istituti di tutela e produzione (oasi, zone di ripopolamento e cattura, aree cinofile) si è passati a 41 e senza alterare il rapporto tra aree chiuse alla caccia e quelle aperte: dieci istituti vengono confermati inalterati; quindici vengono revocati; venti vengono istituiti ex novo; nove vengono parzialmente modificati. La nuova configurazione ha un duplice obiettivo: quello di aggiornare la pianificazione territoriale alla luce della attuale situazione geografico/ambientale, e quello di razionalizzare l'utilizzo dei territori mediante la conferma degli istituti faunistici virtuosi e la revoca, con la conseguente riapertura alla caccia, di quelli meno efficaci. Per quanto riguarda le oasi due sono individuate nel comprensorio faunistico-venatorio "Salinello" e due nel comprensorio del "Vomano". Sette sono le aree cinofile permanenti e di queste tre sono nel comprensorio "Salinello" e quattro nel comprensorio "Vomano". Le 29 zone di ripopolamento e cattura sono così ripartite: 14 nel comprensorio "Salinello" e 15 nel comprensorio "Vomano".
Da "Il Centro" del 03 giugno 2010
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