giovedì 28 gennaio 2021

La caccia in braccata non serve. Lo dice anche l'ISPRA. Il WWF: “Ora si cambi passo nella gestione venatoria”

Comunicato stampa del 25 gennaio 2021

La caccia in braccata non serve per contenere né le presenze di cinghiali né i danni da questi causati, questa volta è la voce autorevole dell’ISPRA ad affermarlo

Il WWF: “Ora si cambi passo nella gestione venatoria”


Nel parere richiesto dalla Regione Abruzzo per il prolungamento della caccia al cinghiale al 31 gennaio, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), unico ente dello Stato deputato al rilascio dei pareri alle Regioni su caccia e fauna selvatica, pur dando assenso alla proroga, evidenzia chiaramente che la caccia collettiva in braccata non è lo strumento utile per contenere né la popolazione di cinghiale né i danni provocati dalla specie. Anzi l’Istituto precisa che il prolungamento della caccia al cinghiale difficilmente “avrà un qualche tangibile effetto nel contenimento dei danni che ci potranno essere tra la primavera e l'estate prossime”.

Le motivazioni sono quelle che più volte il WWF Abruzzo ha sostenuto e portato all’attenzione delle amministrazioni regionali che si sono susseguite: la caccia in braccata modifica la struttura delle popolazioni, comporta cambiamenti al ciclo riproduttivo favorendo la prolificità delle femmine, rischia di frammentare i gruppi familiari ed è per questo spesso controproducente rispetto all’obiettivo conclamato di ridurre il numero degli individui e i relativi danni. Favorisce inoltre una maggior mobilità dei cinghiali verso aree meno disturbate come quelle più prossime ai centri urbani o zone agricole più antropizzate, dove aumenta il rischio di danni, di incidenti stradali e di diffusione di malattie portate dalla specie.

“È arrivato il momento di affrontare il problema con dati ed evidenze scientifiche alla mano – dichiara Filomena Ricci, delegato regionale del WWF Abruzzo - e non utilizzare il pretesto dei danni da cinghiale per concedere sempre di più all’attività venatoria ottenendo come risultato solo quello di destabilizzare ulteriormente le popolazioni, come chiaramente afferma anche l’ISPRA. In Abruzzo si potrà cacciare il cinghiale fino al 31 gennaio, ma difficilmente i danni all’agricoltura e il rischio di impatto con autoveicoli saranno ridotti e allora a chi giova? Solo a un piccolo gruppo di cittadini che tra l’altro utilizzano una tecnica di caccia invasiva e impattante che crea disturbo anche a molte altre specie di animali.”

Il mondo agricolo, ma anche tutti i cittadini che rischiano gli impatti con gli autoveicoli, hanno il diritto di vedere affrontanti in modo serio le problematiche inerenti le loro attività lavorative e la loro incolumità.

“Il parere dell’ISPRA sulla caccia in braccata – dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia – fa cadere gli assunti delle ultime ordinanze della Regione Abruzzo e di diverse altre regioni secondo i quali l’attività venatoria rappresenterebbe uno stato di necessità per conseguire l'equilibrio faunistico venatorio e limitare il pericolo potenziale per la pubblica incolumità. Questo parere deve essere l’occasione per rivedere gli interventi sul territorio in materia di fauna selvatica e attività venatoria e per aprire un confronto tra le parti che miri davvero a risolvere le problematiche cambiando l’impostazione che per troppo tempo ha considerato la caccia come unica soluzione: questo miope approccio in realtà ha solo peggiorato la situazione sia per la diffusione delle popolazioni di cinghiale sia per la gestione dei danni”.


WWF Italia ONLUS, Abruzzo
abruzzo@wwf.it 

Facebook: WWF Abruzzo

Spoltore: muore cacciatore per colpo fucile partito accidentalmente

Un cacciatore di 65 anni, di Cappelle sul Tavo, è morto questa mattina a Caprara, nel territorio di Spoltore, per un colpo che sarebbe partito accidentalmente dal fucile che imbracciava.
L’uomo è deceduto sulla strada provinciale 12, mentre era a caccia. In base a una prima ricostruzione sarebbe scivolato e gli sarebbe partito accidentalmente un colpo dal fucile che imbracciava e che lo avrebbe raggiunto al petto. Per lui non c’è stato nulla da fare nonostante l’allarme e l’arrivo sul posto del personale del 118, con l’elicottero e l’ambulanza, e i carabinieri della stazione di Spoltore e della compagnia di Pescara, coordinata dal capitano Antonio Di Mauro. I militari dell’Arma stanno ricostruendo quanto accaduto.

Fonte: rete8.it del 27 gennaio 2021

giovedì 21 gennaio 2021

L'Aquila. Cacciatore sorpreso con arma illegalmente modificata. Sequestrata carabina

Bracconaggio, carabinieri forestali sequestrano carabina durante battuta di caccia: denuciato proprietario

L’arma era utilizzata con un caricatore non consentito

L’Aquila. Durante i controlli sulla caccia, una pattuglia dei Carabinieri Forestali di Barisciano (AQ) ha proceduto al sequestro di una carabina cal.30-60 con caricatore da dieci colpi, durante una battuta di caccia al cinghiale, in loc. Bosco San Valentino, frazione di Pescomaggiore.

Il proprietario dell’arma, V.E. di anni 68, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria, per il reato di caccia con mezzi non consentiti (art.13, Legge 157/1992) poiché la Legge prevede l’uso di tale tipologia di arma con un caricatore contenente al massimo cinque proiettili.

Per tale violazione, la pena prevista è un’ammenda fino a 1549.00 euro.

Fonte: abruzzolive.it del 18 gennaio 2021