venerdì 23 settembre 2011

Una brutta storia

Quella che vedete è la radiografia della zampa di un cane.










Qualcuno – con un fucile da caccia- ha disintegrato l'osso della zampa anteriore sinistra, sparando a distanza ravvicinata.

Il cane è stato rinvenuto il 28 Agosto e portato d'urgenza alla Clinica veterinaria Dell'Adriatico a Vasto (Ch)

Al cane è stata amputata la zampa.

CERCASI una casa e un padrone amorevole

Info : Maria Rosa Nobilio – 329.5418018- Casalbordino (Ch)

giovedì 22 settembre 2011

Avezzano. Rapaci feriti dai cacciatori

Si apre la caccia e numerosi rapaci protetti finiscono nel mirino delle doppiette. Nella sede della Forestale di Avezzano in un solo giorno sono stati consegnati da cittadini ben cinque esemplari feriti, uno dei quali non ce l’ha fatta. Si tratta di un colombo, due poiana, un falchetto e un gheppio. Tranne quest’ultimo, che è morto proprio al momento della consegna agli uomini della Forestale, gli altri sono stati trasportati nel Centro recupero fauna selvatica gestito dall’Ufficio territoriale per la biodiversità di Pescara del Corpo forestale dello Stato.




mercoledì 21 settembre 2011

Un regalo alla lobby venatoria

Il Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo ha votato contro l’impegno per la conservazione dell'orso bruno marsicano. Un vero e proprio “regalo” alla lobby venatoria.

In merito al mutamento del Comitato Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) della Regione Abruzzo che abiura la decisione di chiudere la caccia fino all'1 novembre nelle aree più importanti per la salvaguardia dell’orso bruno marsicano esprimiamo profondo dissenso, e riteniamo che la scelta incosciente fatta da VIA sia da considerare un vero e proprio “regalo” alla lobby venatoria, un continuo abuso non più tollerabile.

Il Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo ha infatti votato contro l’impegno per la conservazione dell'orso bruno marsicano, respingendo le prescrizioni poste a tutela della specie ormai ridotta a poche decine di esemplari, già simbolo della Natura italiana.

La pratica da parte di molte regioni e province italiane, di autorizzare la preapertura della stagione di caccia, è una privilegio inammissibile nei confronti del mondo venatorio, ed è soprattutto una strage immotivata dal punto di vista scientifico ed etico, che ha conseguenze gravissime nei riguardi di tutte le specie che stanno terminando il loro periodo riproduttivo.

La caccia “ordinaria” già uccide ogni anno decine di milioni di animali selvatici. Inoltre grazie a deroghe, abbattimenti selettivi o altri pretesti, la stagione venatoria non finisce praticamente mai. Evidentemente, per una lobby ormai giunta quasi al tramonto, che non gode di popolarità né di consenso da parte dei cittadini, non è abbastanza: bisogna poter impugnare il fucile, con la possibilità di uccidere, anche solo per “puro divertimento”.

L'Abruzzo rischia di diventare lo zimbello d'Italia. Grazie ai suoi dirigenti di destra, che ignorano la tutela degli orsi marsicani, difendono i cacciatori, boicottano il Parco Nazionale della Costa, la nostra Regione perderà turisti, posti di lavoro e finanziamenti Europei. Vergogna!

I cacciatori non tollerando i limiti che la legislazione e la scienza impongono alla loro feroce attività, ed evidentemente, ritenendo insufficienti le centinaia di milioni di animali che uccidono ogni anno, tentano la carta della politica per ovviare alle limitazioni impostegli dalla legge, proprio grazie all’aiuto del politico di turno disposto a farsi portavoce delle loro richieste. Questo caso è l'esempio lampante: è l’ assessorato all'agricoltura guidato da Mauro Febbo che avrebbe chiesto al comitato di valutazione impatto ambientale (Via) di rivedere la decisione del 3 agosto scorso con la quale aveva deciso il posticipo all'1 novembre dell'apertura della caccia nell'area di massima concentrazione dell'orso bruno marsicano, proprio per tutelare la specie in uno dei periodi più delicati, il pre-letargo. Ciò dimostra quanto poco accorta e sensibile sia la politica regionale in materia di caccia e tutela delle specie protette anche in presenza di leggi (l'accordo Patom per la protezione dell'orso), sottoscritte dalla Regione stessa.


A questo proposito, invitiamo tutti a partecipare domenica 25 settembre, alla Marcia della Pace Perugia-Assisi in segno di dissenso verso l’uccisione di ogni essere vivente.

Fonte: animalisti.it del 20 settembre 2011

lunedì 19 settembre 2011

Caccia e orso marsicano. Un sicuro disturbo e un rischio evidente

(Pescasseroli, 16 Set 11) C'è chi dice che la caccia non nuoce all'orso bruno marsicano, animale simbolo della fauna italica, e non gli crea alcun disturbo.
E' questione di punti di vista e di qualità delle valutazioni. Non tutti, a parte le personali presunzioni, possono dare valutazioni ragionate e scientifiche rispetto alle caratteristiche ecologiche, etologiche e gestionali della specie.
Il Parco pensa, perciò, che l'attività venatoria, non adeguatamente organizzata e soprattutto esercitata in certi periodi, può costituire un grave vulnus per l'orso marsicano e condizionarne la vita.
Per questo, crea realmente allarme e sconforto la decisione della Regione Abruzzo in merito all'approvazione del Calendario Venatorio 2011-2012, specificatamente per ciò che concerne la protezione dell'Orso bruno marsicano, nei cui territori della Zona di Protezione Esterna del Parco e della Zona A del PATOM, sempre esterna all'area protetta, è stata anticipata la caccia al cinghiale a partire dal 18 settembre prossimo, seppur da appostamento fisso e senza cani.
Il tornare indietro rispetto alla decisione precedentemente presa, quella cioè di aprirla al 1° novembre, nonostante la esplicita richiesta fatta dall'Ente Parco con nota prot. n.0005199/2011 del 29 luglio u.s., comporta dei gravi problemi per la tutela dell'Orso bruno marsicano.
L'Ente Parco aveva chiesto l'apertura al 1° novembre, accennando, peraltro, a un possibile posticipo della chiusura dimostrando così la massima disponibilità per una decisione condivisa e partecipata.

Certamente, l'apertura generale anticipata della caccia al 18 settembre, quindi anche alla lepre, volpe, coturnice, con cani al seguito, come i segugi, provoca un elevato e pesante disturbo alla popolazione di orsi proprio nel periodo cosiddetto di iperfagia -settembre, ottobre e novembre -, cioè quando si nutrono con intensità per accumulare riserve energetiche utili per superare il periodo del letargo.

In questo modo il Parco è lasciato solo nella tutela dell'Orso sull'intero territorio di presenza del plantigrado, quindi anche all'esterno del perimetro del Parco, contraddicendo tutti gli impegni assunti e vanificando tutti gli sforzi finora realizzati per rispettare il Protocollo per la Tutela dell'Orso bruno marsicano (PATOM), sottoscritto anche dalla Regione Abruzzo, che ne è capofila, da tutte le provincie abruzzesi e del Centro Italia.
Oltre che dal Ministero, da altre regioni e provincie, dagli altri parchi del centro appennino e da varie altre istituzioni e associazioni.

Il Parco non può non denunciare questa situazione, paradossale, di una Regione che fa dell'Orso il suo emblema nel mondo e fa molto poco, per non dire nulla, per tutelarlo.

L'Ente Parco chiede quindi alla Regione Abruzzo di rivedere il Calendario Venatorio, recuperando le decisioni che favoriscono la piena tutela di una delle specie più rare al mondo, a rischio reale di estinzione, di incalcolabile rilevanza naturalistica (ed economica!) motivo di orgoglio degli abruzzesi e delle comunità del Parco Nazionale.
L'Ente chiede anche che la Regione ponga in essere, quando deve adottare misure che in qualche modo incrociano gli interessi della conservazione, un effettivo e concreto percorso partecipativo, coinvolgendo innanzitutto le istituzioni interessate e quindi il Parco Nazionale.

In questa circostanza l'Ente Parco non è stato affatto sentito, e non rilevano alcuni richiamati passaggi degli accordi Patom e convenzionali che, evidentemente, contengono previsioni di carattere generale, da verificare di volta in volta, rispetto alle situazioni contingenti, alle condizioni dell'orso marsicano, alle esigenze del plantigrado in quel determinato periodo, etc.

Comunicato Stampa n. 73/2011

Area protetta: PN Abruzzo, Lazio e Molise
Web: http://www.parks.it/parco.nazionale.abruzzo
Mittente: PN Abruzzo, Lazio e Molise
Sito web mittente: http://www.parcoabruzzo.it

Il comune di Carsoli firma il divieto di caccia ad uso esclusivo nelle aree demaniali

Carsoli (L’Aquila). Divieto di caccia a uso esclusivo nelle aree demaniali. Questa la decisione presa dall’amministrazione comunale di Carsoli a pochi giorni dalla riapertura della caccia al cinghiale. “Siamo giunti a questa disposizione per regolare una situazione diventata ormai incontrollabile”, ha precisato il sindaco di Carsoli, Mario Mazzetti, “abbiamo sentito gli organi di governo competenti su questo problema e ci siamo resi conto che è necessario adottare delle misure specifiche in materia”. Il divieto di caccia ad uso esclusivo è stato allargato a tutte le aree demaniali che ricadono nel comune di Carsoli. “Ho già contattato la Provincia dell’Aquila”, ha concluso il primo cittadino di Carsoli, “e chiesto la convocazione di un tavolo tecnico per risolvere questo tipo di problemi. Il mio auspicio è che quella da poco aperta possa essere una campagna di caccia serena per tutti”.

Fonte: agricoltura.com del 16 settembre 2011

venerdì 16 settembre 2011

Chieti, divieto di caccia per domenica 18 settembre

Chieti. Il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio ha firmato un’ordinanza che vieta la Caccia per il giorno 18 settembre 2011, dalle ore 7.30 alle ore 14.30, su tutto il territorio dei Comuni di Lanciano, Fossacesia, Treglio, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni interessati dal percorso della gara di mountain bike organizzata dall’Associazione “Iron Bikers”.

L’ordinanza, che coincide con il primo giorno di riapertura della Caccia, si è resa necessaria per di garantire la massima sicurezza ed evitare qualsiasi rischio di pericolo per la pubblica incolumità.

La manifestazione in programma il 18 settembre prossimo è una gara federale inserita nel Circuito Parchi Naturali, circuito di gara del quale fanno parte sette manifestazioni analoghe che si svolgono in altrettanti parchi naturali del sud Italia. All’appuntamento che si tiene in provincia di Chieti è prevista una massiccia partecipazione.


COMUNICATO STAMPA

Dopo l’attacco ai Parchi ora L’ATTENTATO ALL'ORSO MARSICANO.
Una pietra tombale sul rilancio economico dell’Abruzzo

Il Comitato Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) della Regione Abruzzo ha votato per l’apertura a migliaia di cacciatori nelle aree in cui gli Orsi sono maggiormente presenti in autunno. La Giunta Regionale, certa di tale aberrante decisione, con i documenti pronti ha già ratificato per iniziativa dell’Assessore preposto alla Caccia: Mauro Febbo

Dichiarazione di Walter Caporale, Capogruppo dei VERDI al Consiglio regionale:

“Febbo vince il premio ATTILA D’ABRUZZO del Millennio.

Dopo i tentativi di sabotaggio del Parco Nazionale della Costa Teatina ora attacca la specie simbolo della nostra Regione, l’orso bruno marsicano, già in serio rischio d’estinzione.

Eliminato il divieto di accesso dei cacciatori e dei cani nelle aree frequentate dagli orsi si è scelto di mettere in serio pericolo la sopravvivenza della specie.

L’attentato che la Regione ha inferto all’Orso Bruno Marsicano insieme a quello che l’Assessore Febbo sta perpetrando a danno dei Parchi pone definitivamente una pietra tombale sul rilancio economico abruzzese”.

L’Aquila,16 settembre 2011

La Regione Abruzzo si schiera contro l'orso

WWF: “LA REGIONE ABRUZZO SI SCHIERA CONTRO L’ORSO”
Voltafaccia del comitato VIA che rinnega la decisione di chiudere la caccia fino al primo novembre nelle aree più importanti per l'Orso bruno marsicano

WWF : “Basta scelte irresponsabili, non assisteremo passivamente alla scomparsa dell’Orso bruno marsicano”


Il Comitato Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) della Regione Abruzzo vota contro l’impegno per la conservazione dell'Orso, rinnegando le prescrizioni poste a tutela della specie simbolo della Natura italiana, ormai ridotta a poche decine di esemplari.

Contro il parere del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, contro il parere degli stessi funzionari istruttori della regione e senza la relazione d'incidenza ambientale prevista dalla legge, il Comitato ha irresponsabilmente rinnegato la precedente decisione del 3 agosto scorso volta ad assicurare una stretta tutela delle aree a forte presenza autunnale di Orso bruno marsicano (chiusura di tutta l'attività venatoria fino al primo novembre nelle aree A identificate dall'Accordo PATOM per la tutela dell'Orso bruno marsicano) e evitare qualsiasi possibile disturbo o danno ad una specie a serio rischio di estinzione.

In realtà era una decisione annunciata visto che mentre il Comitato doveva ancora riunirsi era stata già convocata per il giorno seguente, ieri, una Giunta Regionale Straordinaria per permettere di cambiare il calendario venatorio sulla base della decisione del VIA.

Ricordiamo che il Comitato VIA è composto in larghissima parte da dirigenti della regione stessa (l'altroieri partecipavano ed hanno votato a favore della decisione l'Arch.Sorgi, direttore dell'area urbanistica della Regione, l'Arch.Pisano dirigente del settore, l'Avv. Valeri dirigente della stessa direzione, il geologo Del Sordo della Direzione LL.PP., l'esperta nominata dal Consiglio Regionale Arch. Chiavaroli, due architetti delle province di Chieti e L'Aquila, Ursini e Cataldi, e il rappresentante del Corpo Forestale dello Stato Dott. Ranieri).

La decisione, arrivata su richiesta della Direzione Agricoltura (il Dr. Luigi De Collibus e il Dr.Franco Recchia erano presenti alla discussione sostenendo argomentazioni tese a superare il divieto) era stata avanzata al solo fine di permettere di aprire la caccia in questi territori proprio nel periodo in cui le femmine si trovano a dover accumulare le necessarie riserve di grasso fondamentali per la riproduzione, risorse utili alla fase del parto in tana e poi allattare i cuccioli fino all'a primavera successiva. La sopravvivenza e la capacità riproduttiva degli orsi dipende strettamente dalle possibilità di sfruttare le risorse trofiche ed è palese il disturbo causato dall’attività venatoria a questa specie come a diverse altre in un periodo così delicato della loro vita. In un momento in cui serve seriamente un impegno straordinario per la conservazione di questa popolazione di orso unica, oramai ridotta a poche decine di esemplari, le decisioni assunte e le scelte della politica vanno invece in direzione diametralmente opposta.

Basti pensare che la decisione varata dalla Regione consente di entrare nelle aree più importanti per l'orso con cani segugi che possono essere lanciati all'inseguimento delle prede (come nella caccia alla volpe). Siamo arrivati pertanto al paradosso che il Parco d'Abruzzo per limitare il disturbo agli orsi ha ritenuto precauzionalmente, in piena stagione estiva, di chiudere l'accesso ad alcuni sentieri di quota al turismo, per evitare l’impatto determinato dalla presenza dei visitatori, mentre dall'altro lato la Regione Abruzzo acconsente l'ingresso in tali aree a migliaia di cacciatori, anche con l’ausilio dei cani.

Con una simile scelta la Regione Abruzzo mostra grave irresponsabilità, si rischia di condannare veramente l’Orso bruno marsicano all’estinzione: la sconcertante decisione assunta dalla Commissione VIA in contrasto con le indicazioni di organi scientifici palesa una reale incongruenza tra il dire e il fare e condanna all’oblio il PATOM.

Dichiara Raniero Maggini, vicepresidente del WWF Italia “Ci lascia estremamente sconcertati e ci preoccupa la decisione assunta ieri dal Comitato VIA della Regione Abruzzo che senza una relazione d’incidenza redatta secondo la legge e con un chiaro parere espresso più e più volte dagli istruttori della regione che chiedevano attenzione ai principi di conservazione del’orso bruno marsicano hanno disconosciuto principi di precauzione e impegni assunti , dobbiamo ora dire solo a parole, con la sottoscrizione da parte della Regione del PATOM. Il Comitato VIA ha incredibilmente rinnegato le prescrizioni precedentemente assunte, decisione espressa in agosto in coerenza con le responsabilità assunte nel rispetto delle normative europee e con la puntuale volontà di contribuire a percorrere le strade di buon senso per cercare di salvare dall’estinzione l’Orso bruno marsicano: una specie unica, un bene irrinunciabile e una ricchezza tutta italiana, come il Colosseo o la Cappella Sistina, l’indiscutibile volano dello sviluppo economico legato al turismo nell’Appennino centrale. C’è bisogno di un impegno comune e di decisioni che travalichino meri interessi locali e puntuali interessi politici, la tutela di questa specie non può essere messa in discussione per consensi politici e sacrificata per un pugno di voti, negando l’interesse della larga parte della comunità, nazionale ed internazionale. L’impegno per la conservazione passa attraverso interventi puntuali, seri e concreti di tutte le istituzioni coinvolte a livello locale e nazionale, di tutti quei soggetti che hanno sottoscritto il PATOM.”

Il WWF interverrà in tutte le sedi nazionali ed internazionali utili per affermare la necessità che le istituzioni rispettino gli impegni assunti e che le normative ratificate dal nostro paese non rimangano lettera morta ma che si applichino e si faccia il possibile per tutelare beni e valori comuni come l’ultima popolazione di orso dell’Appennino. E’ ora di dire basta a simili scelte irresponsabili, non assisteremo passivamente alla scomparsa dell’Orso bruno marsicano.

Roma, 15 settembre 2011
Ufficio stampa WWF Italia – tel. 06-84497.265/213 – Cell.: 349 1702762, 349 0514472

martedì 13 settembre 2011

Febbo interviene su vicenda calendario venatorio

(REGFLASH) Pescara, 13 set. L'assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, interviene in merito al calendario venatorio. "Il comunicato del WWF del 12 settembre sul rispetto del Piano d'azione per la tutela dell'orso marsicano (PATOM), l'attività venatoria e la tutela dell'orso bruno marsicano, suscita non poche perplessità poiché non fornisce un quadro corretto e completo dell'argomento. I fatti, incontrovertibili, dimostrano come questi uffici non siano ostaggio di estremismo né venatorio né ambientalista. Il lavoro svolto dalla Direzione Politiche agricole ha prodotto risultati concreti che sono la migliore risposta a chi invece si esprime su posizioni strumentali e di opportunismo. È appena il caso di ricordare che il WWF è tra gli enti ed associazioni sottoscrittori del protocollo d'intesa, redatto dal Ministero dell'Ambiente - Direzione Generale per la protezione della natura e del mare, che ha prodotto il PATOM, approvato il 16 novembre 2009 a Pescasseroli. Il PATOM, al paragrafo 2.2, punto 5 "Schema della strategia di conservazione" stabilisce che "il potenziale impatto delle attività venatorie dirette sull'orso è limitato ad una pratica venatoria, la caccia al cinghiale in braccata. È necessario che questa pratica sia progressivamente vietata in tutto l'areale dell'orso, partendo immediatamente con le aree critiche di presenza. Restano invece ampiamente accettabili e talvolta anche espandibili le altre forme di caccia (girata al cinghiale, carabina su altri ungulati, ecc.) eventualmente contrattando flessibilità locali e limitate nel tempo per proteggere situazioni temporanee di criticità". Il punto 3.2, "Gestione dei conflitti", azione B1, "Gestione attività venatoria", prevede che l'attuazione delle varie modalità di caccia consentite, sulla base delle caratteristiche locali, dovrà essere discussa attraverso un processo di partecipazione con le amministrazioni competenti e i gruppi di interesse prima dell'approvazione da parte delle amministrazioni regionali territorialmente competenti. Anche le linee guida dell'ISPRA relative all'applicazione del PATOM, non ancora ufficialmente adottate, nelle aree critiche di presenza dell?orso escludono solo l?esercizio della caccia al cinghiale in braccata, ritenendo tale forma di caccia praticabile nelle aree "di bassa idoneità?. Per la stagione venatoria 2011-2012, per non creare i conflitti con il mondo venatorio e contemperare le esigenze di tutte le parti coinvolte, si è scelto applicare, nella Zona di Protezione Esterna (ZPE) del Parco Nazionale D'Abruzzo, Lazio e Molise, le modalità di caccia previste nel protocollo d'intesa, stipulato nel 2008, tra il Parco stesso e la provincia dell'Aquila, ancora vigente, che prevede come forme di caccia al cinghiale compatibili con la presenza dell'orso la girata e l'abbattimento selettivo. Tale scelta è stata ampiamente condivisa dall'ISPRA (che ha curato la supervisione scientifica del PATOM) il quale ha formulato una serie di indicazioni di dettaglio per l'esercizio della caccia nelle aree interessate dal PATOM, perfettamente condivisibili, ed ha altresì assicurato la propria disponibilità al percorso partecipativo che questo assessorato intende avviare, per l'attivazione di una gestione faunistico-venatoria che rispetti pienamente le esigenze di conservazione dell'Orso bruno marsicano. A tal proposito, questo assessorato ha chiesto al Ministero dell'Ambiente l'affidamento delle azioni relative alla gestione venatoria nelle aree interessate dal PATOM. Anche L'Università Sapienza di Roma, che ha curato la parte scientifica del PATOM, ha confermato interesse e disponibilità al percorso partecipativo, nonché la corretta interpretazione di quanto previsto dal PATOM da parte della Regione, i consensi espressi dall'ISPRA e dall'Università Sapienza di Roma confermano la validità delle azioni intraprese da questo assessorato, che ha adottato una gestione dell'attività venatoria improntata a criteri tecnico-scientifici, sensibile alle tematiche faunistico-ambientali ed attenta al contemperamento delle esigenze e delle istanze di tutte le parti interessate". (REGFLASH) (comun.ass.) US110913

Lipu: con la caccia in Abruzzo si rischia di far male a orsi

L'AQUILA - "Grave e immotivata la decisione di rivedere le misure a protezione dell'orso marsicano nel calendario venatorio. L'Assessore Febbo ci ripensi e comunque i tecnici VIA boccino la proposta". Lo ha dichiarato la LIPU-BirdLife Italia a proposito della richiesta da parte dell'assessorato all'Agricoltura della Regione Abruzzo di rivedere, tramite il Comitato regionale sulla VIA (Valutazione di impatto ambientale), la decisione del posticipo al primo novembre dell'apertura della caccia nella zona di maggior presenza dell'orso bruno marsicano.

"Il non perfetto calendario venatorio abruzzese - ha detto il presidente LIPU-BirdLife Italia e Consigliere del Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise, Fulvio Mamone Capria, - ha comunque previsto il posticipo al primo novembre dell'apertura della caccia nella zona di maggiore concentrazione dell'orso bruno marsicano. Una misura che rappresenta un necessario cuscinetto di protezione per l'orso nella delicata fase preletargica, in cui davvero c'e' bisogno che a questi animali sia evitata ogni forma di disturbo. Insomma, quello che si chiede e' un piccolo sacrificio per i cacciatori, che in quella zona potranno comunque avviare, solo con qualche settimana di ritardo, la stagione venatoria".

"Ma evidentemente - ha proseguito Mamone Capria - ai proclami e alle dichiarazioni di rispetto della natura non fanno seguito atti concreti, se e' vero che le pressioni esercitate da una parte dei cacciatori abruzzesi stanno rimettendo in discussione questa pur elementare misura di protezione. Sarebbe tuttavia un gravissimo errore, che il Comitato VIA desse il via libera anticipato alla caccia: il disturbo agli orsi sarebbe assicurato, la fase di alimentazione preletargica certamente danneggiata e verrebbe cosi' scritta un'altra cattiva pagina nella gia' difficile impresa di tutelare questa specie, che sta cercando di riprendersi ma che e' comunque ridotta a qualche decina di esemplari, oltre la meta' dei quali concentrati proprio in Abruzzo".

"Tutelare l'orso bruno marsicano, per la Regione Abruzzo - ha concluso il presidente LIPU - e' dunque un dovere che va oltre la stretta e pur importante amministrazione regionale, per diventare un'impresa ambientale di portata vastissima, che il governo abruzzese non puo' subordinare alla lobby dei cacciatori".


lunedì 12 settembre 2011

A rischio la conservazione dell'Orso bruno per l'estremismo venatorio. Il WWF diffida la Regione.

Incredibile richiesta al Comitato Valutazione di Impatto Ambientale regionale: togliere un limite alla caccia imposto a tutela della specie.

Il WWF in queste ore è stato costretto a diffidare la Regione Abruzzo a seguito di una incredibile richiesta inoltrata dall'Assessorato all'Agricoltura... guidato da Mauro Febbo al Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione stessa. La Direzione Agricoltura ha richiesto al Comitato VIA di rivedere la decisione del 3 agosto scorso in merito al Calendario venatorio 2011-2012 con la quale aveva imposto il posticipo all'1 novembre dell'apertura della caccia nell'area di massima concentrazione dell'Orso bruno marsicano (Zona A dell'accordo P.A.T.O.M. per la protezione dell'orso).

Dichiara Massimiliano Rocco, responsabile del programma specie per il WWF Italia “Il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise aveva ribadito al Comitato VIA quanto già emerso in numerosi studi scientifici e, cioè, la necessità di evitare il disturbo degli orsi in uno dei periodi più delicati, quello dell'iperfagia che precede il letargo. In autunno l'Orso marsicano cerca di mangiare il più possibile per accumulare grasso sufficiente per passare l'inverno e per questo si muove moltissimo, divenendo più vulnerabile. Basti pensare che le femmine gravide devono accumulare risorse tali da poter partorire in pieno inverno ed allattare nella tana fino ad Aprile inoltrato. La presenza di cacciatori e gli spari conseguenti possono rappresentare un disturbo dannoso. Basti pensare che nei mesi scorsi il Parco ha chiuso precauzionalmente alcuni sentieri in quota per limitare il disturbo ad una specie così rara ed in pericolo, limiti ad escursionisti che al massimo hanno un binocolo e non un fucile a tracollo.”

Dichiara Raniero Maggini, vicepresidente del WWF Italia “L'assessorato all'Agricoltura e l'ufficio caccia sembrano trascurare irresponsabilmente la gravità della situazione in cui versa la specie simbolo della Regione o peggio ritengono di subordinarla agli interessi dei cacciatori più estremisti. L'orso bruno marsicano è a fortissimo rischio di estinzione eppure si continua a far finta di niente. Per la conservazione dell'Orso bruno marsicano è fondamentale coinvolgere i cacciatori delle aree interne, mantenendo uno stretto legame tra chi pratica l’attività venatoria e territorio evitando l'invasione di cacciatori residenti in aree esterne. Lo stesso accordo PATOM sottoscritto dalla Regione ricorda l'importanza della creazione delle aree contigue ai parchi in cui solo i residenti possono cacciare. Una norma inserita nella Legge Quadro dei Parchi 394/91 su cui la Regione Abruzzo è inadempiente ormai da 20 anni. Non solo, la Direzione Agricoltura è riuscita a peggiorare ulteriormente la situazione inserendo nel Calendario venatorio il famigerato Comparto Unico sulla Migratoria che di fatto azzera anche gli Ambiti Territoriali di Caccia. Questo ha provocato un forte risentimento tra i cacciatori dell'aquilano. La Direzione Agricoltura della Regione appare ostaggio dell'estremismo venatorio. È necessario cambiare rotta immediatamente: confidiamo che il Comitato VIA rigetti nella riunione di domani questa richiesta confermando le scelte fatte a tutela dell'Orso il 3 agosto scorso e indicando alla Direzione Agricoltura la strada da seguire per il futuro”.


Fonte: comunicato stampa WWF del 12 settembre 2011

venerdì 9 settembre 2011

Atessa, fucili sequestrati e 2 cacciatori denunciati

ATESSA. Sono stati sequestrati nei giorni scorsi nelle zone di Atessa e Torricella Peligna due fucili semiautomatici per la caccia e alcuni volatili illecitamente abbattuti. I sequestri sono stati effettuati dalla polizia provinciale.
I cacciatori, denunciati alla Procura, avevano abbattuto abusivamente tortore dal collare e colombacci, due specie che non si possono cacciare.


Fonte: "Il Centro" del 08 settembre 2011

Cacciatori nella Riserva di Punta Aderci

Considerato che diversi soci hanno evidenziato che nei giorni di pre-apertura della caccia, il 3 e 4 settembre c. m., sono stati distintamente sentiti numerosi spari in diverse aree della Riserva di Punta Aderci, onde evitare il ripetersi di violazioni assai gravi, di certo perpetrate da pochi ma con ricaduta di immagine negativa su tutti i cacciatori, questa Associazione intende contribuire concretamente riguardo la conoscenza certa dei confini dell’Area sottoposta a tutela ed interdetta a qualsivoglia attività venatoria.

E’ noto a tutti i cacciatori che le Aree Protette non necessitano obbligatoriamente di adeguata segnaletica perimetrale che, comunque, nella Riserva di Punta Aderci è stata apposta per ben due volte. Tuttavia, l’ingente costo sopportato, in termini di risorse economiche ed umane, è stato del tutto vanificato da “vandali” che, sistematicamente, hanno distrutto o rubato pali e cartelli.

Di fatto ad oggi non sussiste quasi nessuna indicazione e, quindi, probabilmente nelle zone periferiche possono ingenerarsi confusioni. Nessuna scusante, mentre, per gli spari sentiti nei valloni prossimi il mare.

Pertanto, occorre provvedere per una nuova tabellazione che indichi chiaramente di trovarsi all’interno della Riserva e, in tal senso, si solleciterà l’Ente gestore a farsi carico del problema.

Tuttavia, i tempi ragionevolmente ipotizzabili per il reperimento delle risorse economiche, la realizzazione dei manufatti e la loro complessa sistemazione in loco, di fatto non si conciliano con l’immediatezza della problematica esposta.

Quindi, nel frattempo, questa Associazione ha provveduto alla redazione di idonea cartina di modeste dimensioni evidenziante, senza possibilità di fraintendimenti di sorta, i limiti territoriali della Riserva. Di fatto è stata semplicemente miniaturizzata e riadattata l’imponente cartina recante la perimetrazione ed inclusa nel Piano di Assetto Naturalistico (PAN).

Il lavoro ed il materiale di cui sopra, di cui se ne divulga l’esistenza, verrà ovviamente consegnato alle Associazioni venatorie, ai singoli cacciatori durante escursioni informative, agli Organi di controllo ed a quanti dovessero farne richiesta ai gestori della riserva.

Infine, si ricorda che l’attività venatoria nella Riserva oltre che essere tassativamente vietata espone i frequentatori (semplici escursionisti, ricercatori, podisti, ciclisti e, ancorpiù, amanti del bird-watching nonché persone a cavallo) a rischi assai gravi, pertanto si provvederà a sollecitare i preposti Organi di vigilanza (Corpo Forestale, Polizia Provinciale, Guardie venatorie e Forze dell’ordine in genere) circa una eventuale maggiore attenzione per l’Area della Riserva.

Associazione “Amici di Punta Aderci”





Teramo, caccia al cinghiale: l'opposizione attacca 'l'ennesima Catarrata'

Teramo. “Cosa non si fa per accontentare gli amici”. Comincia così la nuova critica che l'opposizione provinciale muove nei confronti della Giunta Catarra, con particolare riferimento al Disciplinare per la gestione dell’attività venatoria nelle Zone di Ripopolamento e Cattura che, sulla base delle modifiche apportate al Piano faunistico, saranno quest’anno riaperte alla caccia.

“In particolare” spiegano i consiglieri Ernino D'Agostino, Mauro Sacco, Giuseppe Di Febo e Ugo Nori “il Consiglio ha deliberato che, in attesa della ridefinizione dei distretti faunistici per la caccia al cinghiale, nelle Zone poste a monte della statale 81, le battute di caccia saranno svolte a rotazione dalle squadre in base ad un pubblico sorteggio. La ragione della decisione è quella di evitare disparità di trattamento fra le squadre assegnatarie di distretti faunistici. Ma gli amici premevano”.

Secondi i consiglieri di opposizione, “una squadra, guarda caso di Notaresco, vuole ad ogni costo che le sia assegnata una Zona riaperta alla caccia, particolarmente appetibile perché densamente popolata da cinghiali. Ed allora, fatte le regole, la Giunta riesce a trovare l’inganno:

il provvedimento prevede che l’intera area Rapino-Spiano di Teramo possa essere assegnata ad una squadra, in contrasto con il criterio generale della rotazione nelle ZRC riaperte all’esercizio venatorio. Nella sostanza, si rende assegnabile ad una squadra una porzione di territorio nella quale altrimenti le battute sarebbero state svolte con il criterio della rotazione”.

Una decisione che i consiglieri definiscono “gravissima”, in quanto “contrasta con i più elementari criteri di trasparenza e di par condicio, risponde esclusivamente ad esigenze di natura clientelare. Chiediamo un atto di semplice buon senso: si riveda tale provvedimento”.


Rettifiche al calendario venatorio 2011/2012

DIREZIONE POLITICHE AGRICOLE E DI SVILUPPO RURALE, FORESTALE,
CACCIA E PESCA, EMIGRAZIONE
Ufficio Programmazione Attività Faunistico-Venatorie

AVVISO DI RETTIFICA

La DIREZIONE POLITICHE AGRICOLE E DI SVILUPPO RURALE, FORESTALE, CACCIA E PESCA, EMIGRAZIONE - Ufficio Programmazione Attività Faunistico-Venatorie Produttive, ha chiesto a questa Redazione di pubblicare il seguente avviso di rettifica:

“Per mero errore materiale, il calendario venatorio inviato precedentemente a mezzo e-mail e successivamente pubblicato sul B.U.R.A.T. 49 Ordinario del 12.08.2011, non corrisponde alla versione definitiva approvata con la deliberazione di Giunta Regionale n. 543 del 03.08.2011.

Pertanto, con la presente si provvede alla pubblicazione dei punti di Rettifica:

Rettifica dell’allegato “A”:

Al Capo B, punto 7 sono soppresse le parole “moretta (Aythya fuligula)”;

Al Capo C, lett. 3 è soppresso il secondo capoverso: “- l’esercizio della caccia al combattente (Philomacus pugnax) ed alla moretta (Aythya fuligula);”;

Al Capo C il punto 7 è sostituito con il seguente:

“7. Nelle aree “A” individuate dal PATOM l’esercizio venatorio è consentito dal 1 novembre 2011 al 31 gennaio 2012, e comunque nel rispetto dei limiti temporali di cui al capo B.”;

Al capo C è introdotto il seguente punto 8:

“8. Sono fatti salvi gli accordi stipulati tra la Provincia de L’Aquila e il PNALM per quanto riguarda la ZPE del Parco stesso.”;

Al Capo C il punto 7 assume la nuova numerazione “9”;

Al Capo M, punto 14, in calce alla tabella, è inserito in calce il seguente periodo:

“oltre che in tutte le aree umide del territorio regionale, coma da prescrizione del Comitato VIA espressa nel Giudizio n. 1816 del 2 agosto 2011.”.

Il calendario venatorio approvato con DGR 543 del 03.08.2011 può essere reperito sul sito della Regione Abruzzo: “www.regione.abruzzo.it/caccia/”.

IL DIRETTORE REGIONALE

Dott. Ing. Luigi De Collibus”

Avezzano (AQ): il cacciatore con i coltelli

Arrestato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di armi

GEAPRESS – Non conosce sosta l’attività del Corpo Forestale dello Stato (Comando di Avezzano – AQ) ai danni della gang di cacciatori locali dediti al bracconaggio. Già lo scorso aprile vi era stato il primo intervento dell’Operazione Marsica Orientale (vedi articolo GeaPress) conclusosi con l’arresto di due dei cinque indagati. Ora, nel proseguio delle indagini a cadere nella rete della Forestale è uno dei tre denunciati a piede libero.

Per A.E., di anni di sessantatre e residente ad Aielli (AQ), si sono aperte le porte del carcere di Avezzano a seguito della grave accusa contestatagli: associazione a delinquere finalizzata la traffico di armi. Non a seguito dei reati venatori, insomma. Il carcere, infatti, non scatta praticamente mai per i deboli reati contravvenzionali che caratterizzano tutti gli illeciti venatori. Previsioni di pena comprendenti l’arresto ma ben al di sotto della soglia di punibilità. I Forestali hanno altresì comunicato come il porto d’armi uso caccia, era già stato ritirato dall’autorità di polizia, così come anche agli altri due indagati.

Ma di che cosa è stato trovato in possesso la persona ora arrestata? Innanzi tutto di circa 40 chili di carne di cervo, tre pistole, tra cui una scacciacani modificata, e le relative munizioni. Ora, nove fucili e ben trenta coltelli di varie misure (foto). Alla gang dei cacciatori, nello scorso aprile, i Forestali erano arrivati a seguito di notizie apprese dallo stesso mondo venatorio.

L’attività della Forestale è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Avezzano.

Fonte. geapress.it del 09 settembre 2011

Regione, il via alla caccia anticipata ma è polemica a L’Aquila

L’AQUILA. La Regione ha detto sì all’apertura anticipata della stagione di caccia consentendola nei giorni 3-4-10-11 settembre e non dalla terza settimana del mese, come prevede la legge.

Una decisione mal sopportata dall’ambito territoriale di caccia “L’Aquila” che ha deliberato l’istituzione di aree di rispetto e quindi di divieto di caccia in modo da impedire nel proprio territorio di competenza (ad eccezione del corso del fiume Aterno) la pre-apertura della stagione.

«La Regione», afferma Walter Caporale capogruppo regionale (Verdi),« ha emesso una nota che sostanzialmente intende impedire all’Atc “L’Aquila” di vietare la caccia in pre-apertura asserendo che non è possibile l’istituzione di aree di rispetto».

E a proposito della legge quadro sulla caccia che autorizza l’apertura dell’attività venatoria dalla terza settimana di settembre e non prima, dice: « a questa legge c’è un’eccezione. E’consentito modificare i tempi stabiliti purchè si abbiano informazioni aggiornate in merito alla distribuzione e allo stato delle popolazioni di fauna selvatica in ambito regionale. Informazioni che la Regione Abruzzo non ha e che non si è mai preoccupata di procurarsi».

E infatti il timore degli esperti è che l’anticipazione dei tempi faciliti fenomeni di bracconaggio verso le altre specie in quei giorni non cacciabili e metta a repentaglio la vita di piccoli esemplari nati e non ancor svezzati.

«A lavarsene le mani», secondo il capogruppo, sarebbe anche la Provincia «che non ha pubblicizzato nel calendario venatorio le aree di rispetto deliberate dall’Atc per le quattro giornate di pre-apertura».

«I due Enti (la Regione Abruzzo e la Provincia de L’Aquila), continua Caporale, «intendono in tutti i modi consentire quanta più attività venatoria possibile, addirittura ostacolando chi sul territorio è deputato alla gestione faunistico-venatoria come nel caso dell’Atc“L’Aquila” che non vuole la pre-apertura sul proprio territorio. Se la Regione Abruzzo vuole mettere i bastoni fra le ruote all’Atc “L’Aquila” allora faccia ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale. Nel frattempo, almeno a L’Aquila, la pre-apertura non è consentita».

Fonte: primadanoi.it del 09 settembre 2011

sabato 3 settembre 2011

Avezzano: a caccia nei campi. Protestano gli agricoltori

AVEZZANO. Apertura della caccia di volatili nella Piana del Fucino e nei Piani Palentini, protestano gli agricoltori.
Da domani al via la caccia a tortora, merlo, gazza e cornacchia nella Marsica.
L’annuncio è stato dato dal presidente dell’Atc, Giacomo Di Domenico, che ha comunicato le date per le battute di caccia: domani, domenica, il 10 e l’11 settembre. La notizia è stata seguita da una serie di polemiche innescate dai contadini del Fucino che temono l’arrivo dei cacciatori nei campi coltivati dove in queste settimane si sta ultimando il raccolto.
«Le battute di caccia organizzate dall’Atc mettono a rischio i nostri prodotti», ha spiegato l’ex presidente del Consorzio di Bonifica Ovest, Dino Iacutone, titolare di un’azienda agricola, «non è accettabile che si apra la caccia per i volatili soltanto nel Fucino e nei Piani Palentini dove ci sono i campi coltivati».
«I cacciatori», ha concluso Iacutone, «distruggeranno le nostre terre creandoci ulteriori disagi in una stagione dove abbiamo avuto solo problemi».
La caccia per tortore, merli, gazze e cornacchie è stata aperta nella zona della Piana del Fucino, delimitata dalla strada Circonfucense, nella zona dei Piani Palentini, nella zona di competenza dell’Atc di Avezzano, nella piana di Magliano dei Marsi, compresa tra la strada Cicolana e il fiume Salto fino al confine con l’Atc Roveto-Carseolano.
La pre-apertura è consentita solo da appostamento senza l’uso del cane alle 12. (e.b.)




Fonte: "Il Centro" del 02 settembre 2011

Chieti: fucilate contro cani, uno muore sul colpo

LANCIANO - Una Sparatoria ai danni di quattro cani si è verificata giovedì primo settembre in Contrada Fattore di Santa Maria Imbaro (Chieti). Forse gli animali si erano riuniti in un piccolo branco perché “in amore”: uno è morto sul colpo.

Grazie a un testimone C.D.N., che si è immediatamente attivato, i tre cani feriti sono stati recuperati dalla Asl e il cane morto è stato trasportato all’istituto Zooprofilattico di zona per l’autopsia.

“È ragionevole pensare - afferma Walter Caporale, presidente dell’associazione “Animalisti italiani onlus” - che la causa scatenante sia stata l’imminente pre-apertura alla caccia di domani in Abruzzo. È purtroppo noto che nelle campagne fatti simili ai danni di cani e gatti accadono con frequenza soprattutto nei periodi di caccia perché allontanano le prede. Tale crudeltà viene svolta dai cacciatori che così eliminano la ‘concorrenza’.

Solitamente, purtroppo, nessuno ha il coraggio e la volontà di denunciare tali fatti, per questo motivo l’associazione Animalisti Italiani onlus ringrazia C.Di.N., vicino e testimone del folle che ha sparato ai 4 cani, che con coraggio si è immediatamente attivato chiamando la Asl e denunciando l’accaduto alla Stazione dei Carabinieri di Fossacesia (Chieti)”.

“La legge 189/2004 sul maltrattamento degli animali d’affezione – ricorda Caporale - prevede il carcere per l’uccisione di un cane e sanzioni per maltrattamenti e danni ingiusti. L’ufficio legale dell’Associazione è già attivo per chiedere il sequestro dell’arma del responsabile e il massimo della pena prevista dalla legge: l’arresto”.

Fonte: abruzzoweb.it del 02 settembre 2011

venerdì 2 settembre 2011

Arcicaccia Chieti su calendario venatorio 2011-2012

Pensieri a Voce Alta del presidente Angelo Pessolano della Federazione Provinciale Arci Caccia di Chieti in merito al Calendario Venatorio per la stagione 2011/2012



Ciò che è stato redatto dall’ufficio caccia, approvato dalla regione Abruzzo e controfirmato dall’assessore Febbo e dal presidente regionale, a nostro modesto parere è forse il peggior calendario venatorio dell’ultimo decennio, si è riusciti a fare anche peggio dell’anno precedente il che non era certo facile, fregandosene di ciò che la consulta regionale della caccia aveva chiesto in merito alle modifiche da apportare alla bozza presentataci, ma che per paura di paventati ricorsi da parte di verdi ed animalisti, ha seguito il suo corso regalando ai cacciatori abruzzesi un calendario scandaloso con quattro mezze pre-aperture (3/4/10E 11 SETTEMBRE ) CON LA VARIANTE DELLA POSSIBILITA’ DI USCIRE CON I CANI per l’addestramento dalle ore 12.00 in poi, (chissà perché e per quale utilità) anche se le associazioni avevano richiesto di diminuire drasticamente un eventuale pre-apertura ad una giornata per evitare eventuali tentativi di gente scorretta (BRACCONIERI) di abbattere specie non aperte quali saranno i selvatici stanziali, vista la totale assenza sul territorio di controllo in particolar modo nella nostra provincia e per non concentrare la caccia solo sulla tortora e il merlo con tutti i rischi connessi ad un concentramento di cacciatori nei pochi campi di girasoli rimasti non tagliati,il proseguo ha dell’assurdo apertura generale al18settembre per fagiano lepre e cinghiale, dimenticandosi la starna che non si sa per quale criterio scientifico e soprattutto basato su quali dati visto che i ripopolamenti vengono effettuati dagli ambiti con i soldi dei cacciatori, debba aprirsi il 01ottobre e chiudersi il 30 novembre ,mentre per il cinghiale e la lepre la chiusura è fissata al 18 dicembre, il fagiano la quaglia e l’ allodola al 31 dicembre come dovrebbe essere per la 157/92 anche per la starna. Passiamo ai migratori cesene e tordi apertura alla terza di settembre e chiusura al 19 gennaio (ASSURDO), beccaccia dal 01 ottobre con chiusura al 19 gennaio, accompagnata dalle peculiarità climatiche che ne possano prevedere l’anticipo della chiusura in base a temperature che abbiano un brusco calo (almeno 10°Cin 24 ore) temperature medie giornaliere inferiori a quelle della norma stagionale,durata dell’ondata di gelo stimata di 6/7 giorni, così definita entro il terzo giorno dalla protezione civile, sempre senza alcun criterio scientifico ne supportato da dati concreti dimostrando assoluta non conoscenza della specie che da qualche anno ha spostato i periodi migratori a causa del clima di circa un mese portando gli arrivi nei nostri boschi da novembre ai primi di dicembre, la tutela di questa specie deve essere di natura mondiale tentare di preservarla qua per poi distruggerla altrove non serve a nulla e a nessuno sarebbero altre le cose da fare per protegger questo migratore in primis la guerra alla posta e ai postaioli e non certo limitarne il periodo di caccia con i cani da ferma. Passiamo al carniere giornaliero limitazioni su tutto ne evidenzio alcuni quaglia 5 capi giornalieri 25 stagionali, beccaccia 3 capi giornalieri 20 stagionali, tortora 5 capi giornalieri 20 stagionali, merlo 5 capi giornalieri, allodola 10 capi giornalieri 50 stagionali e per chiudere la coturnice un capo giornaliero, non mensionando lo stagionale per cui si rimette ai piani di prelievo nelle aree interessate, mi piacerebbe conoscere in base a quali dati e da quale istituto superiore siano stati imposti questi numeri e quantitativi, son curioso di sapere, dove siano finite quelle esaltanti e fantasiose promesse fatte da alcuni politici e associazioni venatorie che promettevano più specie cacciabili e più lunghi periodi di caccia questo è ciò che è successo e all’orizzonte ci sono delle grosse nubi nere per il mondo venatorio vedi il paventato Osservatorio Faunistico Regionale che se guidato da tecnici di questo livello con l’assenza al suo interno di esperti di caccia che possano difendere i nostri interessi e il nostro sport ci vedrà soccombere al volere di verdi e animalisti e anticaccia in generale, a tutto ciò noi ci opporremo strenuamente che la politica lo sappia son finiti i tempi dei creduloni o dei grulli chi non lo merita non avrà più l’appoggio del mondo venatorio sia esso di destra o di sinistra. Tanto altro ci sarebbe da dire… di certo qualcosa l’ho dimenticata tante son le corbellerie scritte, ma ci ritorneremo in seguito, a proposito dove sono le altre associazioni? A loro va tutto BENE? Chi non è sordo batta un COLPO


Distinti Saluti


Per la Federazione Provinciale Arci Caccia CSAA di Chieti il Presidente Angelo Pessolano




Pre-apertura in Abruzzo: "pericolo di morte per turisti e villegianti"

CAPORALE: “PERICOLO DI MORTE PER TURISTI E VILLEGIANTI”


La stagione della caccia, nel rispetto della legge Quadro nazionale in materia, si svolge dalla terza domenica di settembre fino al 31 gennaio con l’esclusione dei martedì e venerdì, definiti giorni di silenzio venatorio. E’ possibile effettuare la pre-apertura e posticipare al 10 febbraio solo se ricorrono determinate condizioni. Esistenza del Piano Faunistico Venatorio, esistenza di uno studio peculiare sulle popolazione delle specie che si vogliono cacciare.

Dichiarazione di Walter Caporale, Presidente Associazione “Animalisti Italiani Onlus”:
“In Abruzzo non ricorrono affatto le condizioni per aprire la caccia prima della terza domenica di settembre, eppure la Giunta ha deliberato 4 giornate di pre-apertura nei fine settimana precedenti la terza domenica ( sabato e domenica 3 e 4 settembre e sabato e domenica 10 e 11 settembre) dimenticando che i luoghi di caccia, grazie all’estate ancora in corso, sono frequentati dagli amanti della montagna, dai raccoglitori di funghi e tartufi e dai turisti e che quindi l’attività venatoria in questo momento potrebbe aumentare il rischio di morti e feriti.

Ricordo che ogni anno durante la stagione venatoria tra morti e feriti a causa della caccia, oltre ai tanti cacciatori, c’è tanta gente comune, come ciclisti, cercatori di funghi nonché mamme che accompagnano i figli a scuola e bambini alla fermata dell’autobus.
Per non parlare degli spari accidentali che hanno colpito una donna sul balcone intenta a stendere i panni, un ragazzo di 17 anni che passeggiava ed il figlioletto del cacciatore distratto. Proprio ieri, primo settembre 2011, un cacciatore è morto per uno sparo accidentale partito mentre rispondeva al cellulare (Cagliari).
Questi precedenti avvenuti in periodi di stagione venatoria ordinaria non lasciano dubbi sul pericolo che si corre durante la pre-apertura di quest’anno: periodo di villeggiatura. I turisti rischiano la morte. Occorrerebbe fermare la caccia piuttosto che anticiparla”.
Lanciano, 2 settembre 2011






Un cane "impallinato" da un cacciatore nella zona sud di Vasto

La crudeltà dell'uomo non ha limiti


Un cane "impallinato" da un cacciatore nella zona sud di Vasto
Questa che vedete è la radiografia della zampa di un cane .
Qualcuno – con un fucile da caccia- ha disintegrato l'osso della zampa anteriore sinistra, sparando a distanza ravvicinata.
Il cane è stato rinvenuto domenica mattina 28 Agosto in Viale Dei Tigli e portato d'urgenza alla Clinica veterinaria Dell'Adriatico a Vasto in via Ciccarone dove è attualmente ricoverato
Al cane dovrà essere amputata la zampa.
Chiunque avesse notizie dell'accaduto, PARLI
per non essere complice di tale crudeltà e REATO penale.
Si cercano contributi per pagare l'operazione, la degenza e le cure mediche.
Questo cane avrà bisogno di una casa e di un padrone amorevole
chiunque può adottarlo si faccia avanti.