lunedì 23 giugno 2014

Pescara. Emergenza cinghiali, chiesta la nomina di un commissario

Partito nel Pescarese e nel Chietino il selecontrollo

ABRUZZO. «E’ necessario che le prefetture segnalino il problema della presenza dei cinghiali nelle strade dei paesi e sulle spiagge ai ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura affinchè venga nominato un commissario che coordini le azioni di tutti gli enti preposti, altrimenti rischiamo un vero e proprio bollettino di guerra giornaliero». 
A lanciare l’allarme da Pescara è l’assessore provinciale alla Caccia Mario Lattanzio in merito a quella che rappresenta una vera emergenza locale ma anche nazionale. «In questi cinque anni di amministrazione guidata dal presidente Guerino Testa – dichiara Lattanzio – ho posto svariate volte questa problematica a tutti gli enti competenti. Come Provincia abbiamo realizzato diverse azioni come il selecontrollo (cioè il controllo e la selezione volta alla soppressione dei cinghiali al di fuori del periodo di caccia nei casi di emergenza numerica della specie). Ma adesso la presenza degli ungulati sta rappresentando un rischio serio per l’incolumità pubblica».

Nei giorni scorsi un cinghiali di cento chili è sceso a valle attraversando la spiaggia di Montesilvano e Pescara, e anche in altre zone e nei paesi del pescarese ci si imbatte facilmente in questi animali. 
La Provincia ha individuato delle zone a rischio del pescarese, ma la difficoltà maggiore è la mancanza di dialogo con altri enti come parchi e riserve. 
«Per questo rivolgo un appello ai prefetti», dice Lattanzio, «affinchè segnalino il problema ai ministeri che avranno il compito di nominare un commissario in grado di coordinare le azioni degli enti preposti».
Intanto anche nella provincia di Chieti è partito il controllo degli ungulati. L’assessore Provinciale Franco Moroni, ha disposto a pochi mesi dal suo insediamento, l’attuazione del Programma Operativo per la gestione e prevenzione dei danni. 
Il programma, che è stato riconosciuto valido anche dall’Ispra, prevede l’attuazione di forme di dissuasione come: recinzioni elettrificate, dissuasori acustici e olfattivi, a protezione delle colture, ma anche il ricorso agli abbattimenti selettivi nei casi in cui sia materialmente impossibile l’applicazione degli strumenti dissuasivi.
Nella provincia di Pescara il programma annuale di controllo selettivo del cinghiale per la tutela delle colture agricole è cominciato lo scorso 3 giugno. 

«Oltre 100 cacciatori- selecontrollori sono quotidianamente appostati, per i prossimi due mesi, nelle aree a maggior rischio di danni alle coltivazioni della provincia di pescara, in poste stabilite», racconta Gianni Guardiani, presidente dell'Ambito Territoriale di Caccia "Pescara".

«Dietro chiamata dell'agricoltore che segnala il danno, l'Atc Pescara interviene, nelle 24 ore, sia con metodi non cruenti quali le recinzioni elettrificate, se la morfologia ed ampiezza del sito lo consentono, oppure con l'impiego di cacciatori- selecontrollori che intervengono immediatamente e direttamente sui terreni dell'agricoltore che ha segnalato il danno poche ore prima. Questa organizzazione, attuata anche lo scorso anno, sta consentendo un notevole calo delle richieste di danni da cinghiale alla provincia di Pescara, documentate, e, soprattutto, sta consolidando il rapporto di alleanza e reciproco rispetto che necessariamente deve esserci tra il mondo agricolo e quello venatorio».

Intanto ieri sera il Cospa Abruzzo si è riunito per fare il punto della situazione sul problema cinghiali nell’Aquilano, dove hanno partecipato i referenti dei paesi interessati, i cacciatori e gli agricoltori. Verrà inoltrata alla provincia e al parco Gran Sasso Monti della Laga una diffida.«Il parco Gran Sasso Monti della Laga dopo le iniziative del posizionamento delle “gabbie illegali”, non ha catturato un animale», commenta Dino Rossi, «come avevo anticipato durante la riunione di Ofena. I danni però, si sono concentrati nei terreni non recintati all’interno dell’area parco e sono aumentati nelle aree limitrofe a causa delle concessioni rilasciate dal Parco al posizionamento delle recinzioni ad alcuni allevatori e agricoltori privilegiati. È ingiustificata e illecita l’azione del Parco nei confronti degli agricoltori ricadenti al di fuori dell’area protetta, i quali ingrassano i cinghiali che poi catturano i loro colleghi ricadenti nel parco ai quali è stato concesso sia l’utilizzo delle gabbie illegali che il posizionamento delle recinzioni sui loro terreni, permettendo a sua volta anche la vendita delle carni dei cinghiali catturati».

«È ormai chiaro che i metodi indiretti di contenimento sulla specie in questione, come le recinzioni elettrificate, i dissuasori acustici e la pasturazione dissuasiva, appaiono insufficienti ad arginare, da soli, gli ingenti danni alle coltivazioni, da parte degli animali. Il Piano di controllo della popolazione dei cinghiali, tramite l’abbattimento con le tecniche previste nel Piano di gestione approvato dall’ISPRA – spiega il presidente della Provincia, Antonio Del Corvo – diviene realtà, dopo le attività di verifica della Polizia Provinciale e le numerose segnalazioni dei coltivatori, sulle condizioni estreme in cui verte il territorio. Nei prossimi giorni, gli agenti provinciali in collaborazione con le ATC, partiranno con l’operazione abbattimento nelle zone maggiormente colpite, che di volta in volta verranno segnalate dagli stessi agricoltori». 

Si è provveduto ad informare i sindaci dei Comuni interessati e le stazioni locali dei Carabinieri.

venerdì 20 giugno 2014

Chieti. Cinghiali, la Provincia rompe gli accordi con gli Atc

ABBATTIMENTI selettivi di cinghiali, salta l’accordo tra Provincia e Atc.
Ennesimo colpo di scena per quanto riguarda l’ormai annosa questione del selecontrollo nel Chietino. Dopo i ritardi e i rinvii, la Provincia, in maniera inaspetatta e unilaterale, ha deciso di fare marcia indietro rispetto agli accordi sottoscritti con gli Ambiti territoriali di caccia e di adottare, in blocco ed in maniera acritica, il piano operativo già in uso nel Pescarese.
In base agli accordi presi con gli Atc tutta la gestione dei prelievi sarebbe spettata proprio agli ambiti territoriali di caccia. Ora, vista la decisione della Provincia, il tutto passa nelle mani della Polizia provinciale.

Esautorati, dunque gli Atc, che pure in questi mesi preparatori hanno investito tempo e risorse, sia intellettuali che economiche. In sostanza, invece di delegare l’organizzazione e la gestione degli abbattimenti selettivi di cinghiali agli Atc, cioè agli enti che stanno sul territorio e dunque conoscono bene le relative criticità e hanno un rapporto diretto con i cacciatori e i selecontrollori, la Provincia ha deciso di gestire di propria mano tutta l’operazione. Contravvenendo, dunque, a quanto sottoscritto in precedenza proprio con gli Atc.
Inoltre l’ente chietino ha pensato bene, anzi male, di ignorare le indicazioni fornite da esperti di calibro nazionale, e di limitarsi a recepire il piano operativo sugli abbattimenti selettivi in vigore, da anni ormai, nel Pescarese.

Un piano che fa acqua da tutte le parti, pieno di regole “vessatorie” per i selecontrollori e cavilli che non hanno alcun fondamento scientifico, e che all’atto pratico, dopo anni di applicazione, non ha dato i risultati sperati. I cinghiali, nel pescarese, continuano a fare danni alle colture e sono praticamente ovunque, come dimostra la cattura operata da Polizia e Forestale, nei giorni scorsi, sul litorale. E come dimostrano le dichiarazioni dell’assessore pescarese Lattanzio che si rivolge ai prefetti.

In sostanza l’assessore di Pescara, Mario Lattanzio, dichiara pubblicamente l’inefficacia del selecontrollo attuato per anni. E il suo omologo di Chieti, l’assessore Franco Moroni, cosa fa? Recepisce proprio quel protocollo operativo.
Francesco Bottone

martedì 17 giugno 2014

Cinghiali da Del Corvo (Presidente Provincia de L'Aquila): uccideteli

Celano, animali fino alla casa del presidente della Provincia, decreto per arginare l’invasione

CELANO. Stavolta anche il presidente della Provincia,Antonio Del Corvo, ha potuto “toccare con mano” il problema dei cinghiali. Gli animali, dopo avere sfondato una rete di protezione, sono penetrati all’interno del giardino di un’abitazione nel popoloso quartiere di Coste Madonnine a Celano, area adiacente alla centralissima piazza IV Novembre. La casa visitata dai voraci animali è confinante con quella di Del Corvo. «Il problema è molto serio», ha commentato il presidente della Provincia, «non sono riusciti a entrare anche nella mia proprietà solo perché c’è un muro di recinzione». Del Corvo non ha perso tempo e ha dato mandato alla polizia provinciale di tenere sotto controllo il fenomeno. Il presidente ha firmato un decreto con il quale si dà mandato agli agenti di procedere all’abbattimento degli animali. La procedura dovrà essere vagliata dal nucleo faunistico della Provincia. Tra qualche giorno il provvedimento sarà in vigore, a Celano e anche in altre zone della Marsica e della provincia. «Se già in questo periodo i cinghiali riescono a scendere fino all’interno del centro abitato» ha aggiunto Del Corvo «immagino che cosa possa succedere tra uno o due mesi. Per tale motivo bisogna intervenire immediatamente. Quello dei cinghiali è un fatto molto serio. Questi animali sono voracissimi. Distruggono ogni cosa sul loro passaggio. Anche in questa stagione sono numerosi gli episodi che hanno visto i cinghiali devastare campi e vigneti. Oltre tale aspetto, è importante ricordare che gli animali possono rappresentare un serio pericolo per l’incolumità delle persone: non sono rari, infatti, episodi che hanno visto i cinghiali attaccare l’uomo. Il fatto che si siano spinti fino all’interno del centro abitato deve rappresentare un campanello d’allarme da non sottovalutare».
Dante Cardamone

D'Amico: 'Ma quando partirà il piano di contenimento del cinghiale in provincia di Chieti?'

Chieti. "Le notizie quotidiane di danni alle colture agricole ed incidenti automobilisti causati dai cinghiali ci allarma ma restiamo perplessi sull’efficacia e sui tempi di attuazione del piano di contenimento adottato dalla provincia di Chieti da settembre del 2013".
Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D'Amico, che aggiunge: "Pomposamente l’assessore alla Caccia e Pesca, Franco Moroni, ha reiteratamente annunciato l’avvio che è ancora di là da venire, stando alle notizie che abbiamo, nonostante sia stato da tempo sottoscritto la relativa convenzione con i due Ambiti Territoriali di Caccia (Atc) del Vastese e Chietino – Lancianese. Tutto questo è avvenuto dopo cinque lunghi anni di assoluta assenza ed inadempienze per questo che è stato uno dei problemi più dibattuto e sollecitato verso l’amministrazione Di Giuseppantonio.
Per D'Amico "E’ deplorevole che ancora nulla di concreto si sia avviato quando i danni sono una costante quotidiana ed i cittadini si sentono disarmati e non tutelati di fronte alla pericolosa invadenza di questo ungulato che ormai spopola dappertutto. Non siamo per l’eradicazione della specie. Vogliamo un fortissimo contenimento numerico che riduca ai minimi termini il pericolo per l’incolumità delle persone e le colture agricole; per fare questo, se necessario, s’adottino anche misure straordinarie come l’apertura della caccia di selezione anche dentro le aree attualmente tutelate e proibite a qualsiasi azione tendente allo scopo. La legislatura volge al termine (25 Ggugno prossimo), rimarranno in carica solo il Presidente e la giunta sino all’insediamento della nuova amministrazione provinciale di forma e contenuto del tutto diversa di come sin qui i cittadini l’hanno conosciuta, ma Noi saremo i 'cani da guardia' affinchè gli impegni assunti, di qualsiasi natura, vengano mantenuti ed attuati non lesinando la pubblica denuncia e la mobilitazione politica e popolare, se necessario, per ottenerne il solenne rispetto".

Lanciano (Ch). Scontro cinghiali-auto su provinciale. Conducenti illesi ma danni a mezzi. Morti femmina e 3 cuccioli


(ANSA) - LANCIANO (CHIETI), 15 GIU - Conducenti illesi ma auto danneggiate per l'attraversamento di un branco di cinghiali - una femmina e sette cuccioli - avvenuto nella notte lungo la strada provinciale che collega Lanciano a San Vito mentre transitavano due autovetture. Quattro ungulati sono morti, uno è fuggito due sono rimasti feriti. L'impatto è avvenuto in corrispondenza del casello dell'A14 dopo le 2 di stamani. Sul posto Vigili del Fuoco, Forestale di Vasto ed un veterinario.
   

Cinghiali al mare. Lattanzio, "emergenza numerica della specie"

Emergenza cinghiali, l’appello dell’assessore Lattanzio ai prefetti “E’ necessario che le prefetture segnalino il problema della presenza dei cinghiali nelle strade dei paesi e sulle spiagge ai ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura affinchè venga nominato un commissario che coordini le azioni di tutti gli enti preposti, altrimenti rischiamo un vero e proprio bollettino di guerra giornaliero”. A lanciare l’allarme è l’assessore provinciale alla Caccia Mario Lattanzio in merito a quella che rappresenta una vera emergenza locale ma anche nazionale. ( foto Bahamas luogo in cui accade spesso che i cinghiali vadano al marei)

“In questi cinque anni di amministrazione guidata dal presidente Guerino Testa – dichiara Lattanzio – ho posto svariate volte questa problematica a tutti gli enti competenti. Come Provincia abbiamo realizzato diverse azioni come il selecontrollo (cioè il controllo e la selezione volta alla soppressione dei cinghiali al di fuori del periodo di caccia nei casi di emergenza numerica della specie). Ma adesso la presenza degli ungulati sta rappresentando un rischio serio per l’incolumità pubblica”.

Nei giorni scorsi un cinghiali di cento chili è sceso a valle attraversando la spiaggia di Montesilvano e Pescara," e anche in altre zone e nei paesi del pescarese ci si imbatte facilmente in questi animali."

“La Provincia – aggiunge l’assessore – ha individuato delle zone a rischio del pescarese, ma purtroppo la difficoltà maggiore è la mancanza di dialogo con altri enti come parchi e riserve. Per questo rivolgo un appello ai prefetti affinchè segnalino il problema ai ministeri che avranno il compito di nominare un commissario in grado di coordinare le azioni degli enti preposti. L’emergenza cinghiali oramai non è limitata ad un periodo, ma riguarda tutto l’anno e rischia di rappresentare un serio pericolo per l’incolumità pubblica con conseguenze negative anche sul turismo. Per questo motivo ritengo che la questione non si debba più sottovalutare come invece è avvenuto finora”, conclude Lattanzio.

domenica 15 giugno 2014

Pescara. Soppresso il cinghiale che nuotava in spiaggia, Lav protesta: «trattato come criminale»

«Errore gestionale macroscopico»

PESCARA. «Non si può gestire il recupero di un animale selvatico come se si avesse davanti un criminale. C'è stato un errore gestionale macroscopico, con l'ennesima inutile morte di un animale». 
Così la responsabile provinciale pescarese della Lega anti vivisezione (Lac), Antonella Agostini, commenta la vicenda del cinghiale che ieri si è spostato tra Montesilvano e Pescara, in spiaggia, e che dopo essere rimasto ferito è stato soppresso. 
La sua presenza in acqua era stata segnalata ai carabinieri di Montesilvano da alcuni cittadini e alla vista dei curiosi si e' allontanato fuggendo via verso la pineta.
Qualche ora dopo è stato avvistato nei pressi dei trabocchi di Pescara dove si è rifugiato tra gli anfratti degli scogli.
Per questioni di incolumità pubblica, la Polizia ha esploso un colpo di pistola contro il cinghiale, che aveva anche una zampa rotta. 
Al porto e' arrivato, insieme al Corpo forestale dello stato, anche il personale veterinario della Asl che ha narcotizzato il cinghiale con un fucile. Poi e' stato caricato e sistemato su un mezzo ma era molto agitato per cui e' stato legato. A seguito di una visita veterinaria si e' ritenuto opportuno sopprimerlo, considerate le sue condizioni. E' stato trasportato all'istituto Zooprofilattico di Teramo dove saranno eseguiti degli esami.
«Sempre più spesso - dice Agostini - gli animali selvatici arrivano in città perché il loro habitat ormai è compromesso dall'eccesso di antropizzazione. Quando capita, la situazione non si può gestire come fatto vicino alla zona dei trabocchi: deve intervenire e coordinare le operazioni il Corpo Forestale dello Stato, competente in materia, e il recupero dell'animale selvatico deve essere gestito solo ed esclusivamente da personale medico veterinario competente che ha la possibilità di operare in assoluta sicurezza sia per l'incolumità pubblica che per l'animale».

Nessuno a Pescara sembra ricordare l'ultima volta in cui un cinghiale è apparso sulla spiaggia e forse si tratta del primo episodio del genere nell'ultimo ventennio. Solo un anno fa alcuni ungulati erano apparsi in spiaggia a San Vito, nel Chietino, ma mai in una zona urbanizzata quanto Pescara e Montesilvano. 
«Da quando lavoro qui - dice il commissario capo del Corpo Forestale dello Stato di Pescara, Annamaria Angelozzi -, cioè tredici anni, non ho mai visto cinghiali in spiaggia. C'è da dire che segnalazioni circa la presenza di cinghiali, anche in centri abitati, sono sempre più frequenti, ma vederne uno al mare è sicuramente una cosa rara e particolare». 
L'esemplare in questione, due anni, maschio, circa cento chili, è un cosiddetto 'solengo', cioè un cinghiale che conduce una vita solitaria, diversa dalle femmine che invece si postano con i cuccioli. 
Proprio per questo l'animale potrebbe essere arrivato da solo dall'entroterra, percorrendo il corridoio verde del fiume Saline fino ad arrivare in spiaggia a Montesilvano. 
«Quando l'ho visto, - riprende Angelozzi - era in mare, nei pressi dei trabocchi, a Pescara, dove l'acqua è molto bassa. Loro amano le zone fangose e probabilmente quell'ambiente gli sarà sembrato familiare». 

sabato 14 giugno 2014

Castiglione Messer Marino (Ch). Danni da cinghiali, pressing sulla Provincia

Danni da fauna selvatica, Fangio pressa la Provincia: «Quando fanno partire il selecontrollo?». «Ogni giorni riceviamo in Municipio persone, cittadini che vengono a lamentarsi per i danni subiti dai cinghiali. – spiega l’assessore comunale Enzo Fangio - Non solo le aziende agricole vanno tutelate, ma anche chi ha una piccola produzione per autoconsumo. La Provincia aveva annunciato l’avvio del selecontrollo al primo giugno, ma siamo quasi alla metà del mese e non un colpo è stato sparato. I cittadini sono all’esasperazione». Una situazione ben nota quella dei danni alle colture arrecati dai cinghiali, rispetto alla quale la Provincia, dopo anni di inerzia e silenzio, ha messo in campo una vasta operazione di contenimento che dovrebbe partire a giorni mediante l’impiego sul territorio dei selecontrollori. In merito al ritardo lamentato da Fangio, l’assessore provinciale Franco Moroni (accanto in foto, ndr), che ha la delega proprio all’applicazione del piano di contenimento dei cinghiali, spiega: «Si era ipotizzato di partire il primo giugno, ma ci sono stati dei problemi organizzativi che hanno fatto slittare l’inizio del selecontrollo. Tuttavia mi sento di poter rassicurare i cittadini, gli agricoltori e anche gli amministratori locali: il selecontrollo partirà subito dopo il 15 giugno». Non è un mistero che ci sono state e ci sono ancora forti resistenze all’avvio del selecontrollo da parte dei cacciatori cinghialiai che praticano la braccata. A questo riguardo l’assessore Moroni precisa: «Il selecontrollo non influenzerà negativamente la caccia al cinghiale, quella tradizionale che parte a settembre. I prelievi dei selecontrollori saranno concentrati sugli animali giovani, quelli che in gergo tecnico si chiamano classi zero e uno. Dunque l’effetto del selecontrollo sarà quello di riequilibrare qualitativamente, ristrutturandole, le popolazioni di cinghiali sul territorio. Ciò significa che anche la caccia tradizionale in braccata avrà dei vantaggi, in termini di carniere, derivanti dal selecontrollo».

Intanto gli amministratori locali, i sindaci, possono segnalare i danni causati dagli ungulati agli uffici della Provincia.
Francesco Bottone

lunedì 9 giugno 2014

Agricoltura. I danni dei cinghiali, i rimborsi e la discriminazione: ennesima denuncia del Cospa Abruzzo

OFENA. «Nel mio campo di 4 ettari, dove l’anno scorso il raccolto fu danneggiato per oltre il 60%, che nessuno ha ripagato, oggi i cinghiali sono tornati più numerosi di prima, ma ad aspettarli ci siamo noi armati di fucili, cani e altri mezzi a disposizione per respingere o abbattere i cinghiali affamati più che mai».

Dino Rossi, responsabile dell’associazione degli allevatori, Cospa Abruzzo, si dà al fai da te per difendersi dai danni procurati dalle razzie dei cinghiali. L’alternativa è avere un raccolto distrutto, dunque niente guadagno… 
La storia però è la solita brutta storia di ordinaria burocrazia all’italiana che cera discriminazioni grazie ad ingenti flussi di denari.
«Come è possibile che solo nella provincia dell’Aquila l’istituzione non applica la Legge», si domanda Rossi, «per la tutela delle aziende agricole e costringe a loro volta gli agricoltori al fai da te? Le aziende agricole non possono permettersi il lusso di sfamare gli animali del Parco, sono già al collasso per i costi di gestione, sono costrette con i denti a difendere il raccolto di un anno utile al fabbisogno aziendale? Tra poco saranno pronti i campi di mais e si spera che chi di competenza si adoperi altrimenti saremmo costretti ad attivare sul territorio manifestazioni imponenti mai viste fino ad oggi».
È passato un anno e nulla si è mosso, anzi la situazione dei danni da fauna selvatica sono tripilicati. 
I cinghiali sono tornati all’attacco nei campi coltivati nella valle alta del Tirino e più precisamente alle pendici del monte di Pesatro sul comune di Ofena limitrofe ai confini del Parco Gran Sasso Monti della Laga. Il fenomeno riguarda tutte le aree limitrofe ai parchi dell’Abruzzo.
Dall’ultima riunione tenutasi nella sede comunale di Ofena, dove hanno partecipato la Regione, la Provincia dell’Aquila e l’ente Parco per i danni da fauna selvatica, a distanza di un anno, il problema cinghiale non è stato risolto, anzi è peggiorato. 

Le famiglie dei cinghiali sono aumentate, il danno al di fuori dell’area parco si è triplicato, dovuto ai finanziamenti dati gli agricoltori ricadenti nell’area protetta, per la costruzione di recinti impattanti e pericolosi, ma utili a tenere a bada i cinghiali dai terreni coltivati dentro l’area protetta. 
«In quell’occasione», ricorda Rossi, «Il parco si è opposto all’abbattimento selettivo, come previsto dalla Legge sul controllo della fauna selvatica, optando per il posizionamento di trappole, ritenute illegali, che fino ad oggi hanno catturato solo le mosche». 
«È strano che vengono finanziati i recinti antintrusione e nello stesso tempo si da l’opportunità agli stessi che ricadono nelle aree parco di catturare cinghiali», fa notare il Cospa, «ingrassati dai colleghi contadini che si trovano fuori il perimetro del parco! Sono sempre gli stessi contadini che percepiscono ingenti somme di danaro per i campi coltivati ad hoc, solo ed esclusivamente per percepire il succulento rimborso assegnato dall’ente Parco. Solo nel comune di Castel del Monte la somma di risarcimento ammonta ad oltre 44.000,00 €, mentre i contadini fuori parco attendono il risarcimento da parte della Provincia, per la fauna selvatica che l’ente parco spinge fuori dell’area protetta, dovuto alla scarsa quantità di cibo, perché la maggior parte dei terreni in quota sono recintati. I campi fuori area parco», conclude, «vengono devastati ogni notte, (le trappole illegali) messe dall’ente parco non hanno catturato una bestia. I campi di orzo sono già stati decimati, i contadini sono costretti ad infrangere la Legge che altri non applicano».

Allarme cinghiali: campi devastati. Coldiretti: "Regione intervenga"

L'AQUILA - "I prodotti di pregio del territorio, come lo zafferano di Navelli, sono messi a repentaglio dall'invasione incontrollata dei selvatici. Siamo di fronte alla distruzione dell’economia locale delle aree interne, uno scempio su cui diciamo basta e chiediamo una volta per tutte soluzioni definitive".


Coldiretti L'Aquila lancia un grido d'allarme e torna a chiedere l'aiuto delle istituzioni regionali per un problema, quello dei campi devastati dai cinghiali, che sta portando alla "riduzione della produzione, necessità di ripetere le operazione colturali e le semine - afferma Massimiliano Volpone, direttore di Coldiretti L'Aquila - Danni che non vengono assolutamente riequilibrati dagli esigui pagamenti riconosciuti. E Coldiretti non ci sta". 

"Al danno per un regolamento insoddisfacente sulla gestione degli ungulati, approvato dal Consiglio regionale si aggiunge ora la beffa - prosegue - Dopo Teramo, stanno arrivando in provincia di L’Aquila, i pagamenti dell’indennizzo dei danni causati alle aziende agricole. Si tratta di risarcimenti di circa il 40% dei danni accertati dalla Provincia che, certamente, non compensano i disagi arrecati dagli animali"

"Si tratta di una umiliazione bella e buona - puntualizza il direttore di Coldiretti - non servono semplicemente incentivi, sono necessarie azioni importanti e decisive. Sono completamente saltati gli equilibri ambientali, le colture sono danneggiate definitivamente, gli allevamenti aggrediti da fauna inferocita. E con l’estate, la situazione è destinata a peggiorare. Per non parlare dei problemi di sicurezza sociale. Questa mattina la notizia che riguarda il presidente della provincia aquilana, Antonio Del Corvo, che ha potuto toccare con mano i problemi che derivano dai cinghiali nella sua abitazione di Celano".

Secondo Coldiretti è necessario lavorare per un riequilibrio ambientale e faunistico.

"Gli equilibri faunistici si sono rotti e questo costituisce un forte incentivo per le aziende ad abbandonare la campagna o peggio ancora la montagna dove le buone pratiche di agricoltura e zootecnia sono irrinunciabili per il presidio idrogeologico dei versanti. Il nuovo governo regionale - conclude Volpone - dovrà considerare questo tema centrale e determinante per la vita delle aree interne.