giovedì 29 settembre 2016

Nuova sconfitta della Regione Abruzzo sulla caccia. Soddisfazione del WWF

Comunicato stampa 29 settembre 2016

Nuova sconfitta della Regione Abruzzo sulla caccia
Il TAR Abruzzo conferma le censure al calendario venatorio e ne boccia una parte.
Soddisfazione del WWF: la tutela della fauna selvatica, patrimonio della collettività, viene prima degli interessi dei cacciatori

Da poco emessa l’ordinanza del TAR Abruzzo che, accogliendo il ricorso del WWF Italia, sospende l’efficacia del calendario venatorio 2016/17 della Regione Abruzzo per quanto riguarda l’estensione del periodo di caccia fino a gennaio ad alcune specie avifaunistiche (Beccaccia, Cesena, Tordo bottaccio, Tordo sassello).
Grande soddisfazione viene espressa da Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF Abruzzo: “è una sconfitta di chi ha voluto impostare la gestione venatoria senza ascoltare le nostre proposte che semplicemente chiedevano un po’ di buon senso e il rispetto delle normative italiane e comunitarie”.
Dopo che nelle scorse settimane il TAR Abruzzo aveva sospeso il calendario venatorio regionale di fatto impedendo preapertura e apertura della caccia a settembre, ieri i giudici del Tribunale abruzzese hanno ritenuto di primaria importanza il rispetto delle indicazioni dell’ISPRA, l’Istituto nazionale che fornisce pareri sulla materia venatoria, e hanno rigettato le ragioni addotte dalla Regione per giustificare il prolungamento dei periodi di caccia.
Dieci avvocati tra quelli della Regione Abruzzo e quelli delle associazioni venatorie sono intervenuti ieri in udienza a L’Aquila per difendere un indifendibile calendario venatorio. Dalla parte della fauna e della stragrande maggioranza di abruzzesi contrari alla caccia il solo avvocato del WWF, l’avv. Michele Pezone che, nonostante l’evidente disparità nei numeri è riuscito a dimostrare la fondatezza delle posizioni dell’Associazione. I giudici hanno giustamente applicato il principio di precauzione secondo il quale non è possibile allungare i periodi di caccia fino a gennaio senza studi e monitoraggi delle specie sul territorio.
“Perché la Regione Abruzzo, al pari di tante altre regioni italiane, continui a seguire i diktat delle associazioni venatorie, rimediando così sonore sconfitte davanti alla magistratura amministrativa è qualcosa di inspiegabile”, dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia che ha firmato il ricorso per l’Associazione. “Sono anni che puntualmente i calendari venatori abruzzesi subiscono delle pesanti censure. Viene da chiedersi se gli amministratori e i funzionari regionali agirebbero così se fossero direttamente chiamati a pagare per le loro scelte, invece di far ricadere i costi amministrativi e legali di questi comportamenti sulla testa dei contribuenti”.
Il WWF rinnova ancora una volta l’invito alla Regione a cambiare strada e ad aprire un confronto serio con il mondo ambientalista per giungere ad una gestione faunistica corretta.

L’ordinanza del TAR si trova qui:
https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=H57LXW5RW32ZBEH7T42EBHIQVU&q=Calendario+or+venatorio

martedì 20 settembre 2016

Caccia in Abruzzo: resta il blocco dell’apertura anticipata. Respinto dal TAR il ricorso dell’ARCI caccia

Caccia: resta il blocco dell’apertura anticipata. Respinto dal TAR il ricorso dell’ARCI caccia 

Il WWF: non ci sarebbero problemi se la Regione Abruzzo rispettasse la normativa e il buon senso

Il ricorso dell’ARCI caccia nazionale, che si è rivolto al TAR Abruzzo per chiedere l’annullamento della sospensione del calendario venatorio già decisa in via cautelare in attesa della discussione collegiale sul merito fissata al 28 prossimo, è stato respinto. L’apertura anticipata in Abruzzo resta dunque nei fatti vietata, così come richiesto dal WWF che è stato costretto a presentare l’ennesimo ricorso.

«Il WWF prende positivamente atto della decisione del TAR – commenta il responsabile regionale dell’associazione Luciano Di Tizio – nella convinzione che il rispetto delle regole e del buon senso sia un interesse anche del mondo venatorio. Cercare a ogni costo di allungare il periodo di caccia, anche quando mancano i presupposti tecnico-scientifici per farlo, significa voler considerare la fauna selvatica un trastullo per la minoranza dei cacciatori e non un patrimonio dell’intera collettività, da tutelare e salvaguardare, come impone la normativa europea e nazionale».

Il WWF ha presentato, come sempre, le proprie osservazioni, tese a garantire il rispetto delle regole e a salvaguardare uccelli in difficoltà cui la Regione Abruzzo avrebbe permesso di sparare pur nella totale assenza di studi aggiornati che dimostrino la possibilità di farne uccidere un certo numero (il cosiddetto “prelievo venatorio”) senza danneggiare irrimediabilmente l’intera specie. Ebbene quelle osservazioni la Regione le ha sostanzialmente ignorate costringendo l’associazione a scegliere, come spesso è accaduto negli ultimi anni, la via giudiziaria. «Ci attendevamo dal governo regionale oggi in carica – commenta il vice presidente del WWF Italia Dante Caserta – una maggiore attenzione nella gestione della caccia ma così non è stato: i metodi e le scelte continuano a essere quelli censurabili di sempre».

«Vorrei aggiungere – conclude Luciano Di Tizio - un particolare ringraziamento al Corpo Forestale dello Stato e a quel che resta delle Polizie Provinciali (ad esempio quella dell’Aquilano) che, nonostante le difficoltà del momento, stanno garantendo in questi giorni il massimo impegno a tutela della legalità, spesso con sacrifici anche personali. Un analogo ringraziamento va anche alle guardie venatorie volontarie che, utilizzando il proprio tempo libero, cercano di contribuire alla lotta al bracconaggio. Aggiungo una ultima considerazione rispetto al cosiddetto “problema cinghiali” semplicemente per ricordare che questo problema è stato creato dal mondo venatorio attraverso incaute immissioni e che quello stesso mondo venatorio in tanti anni non è stato capace di risolverlo. Forse è arrivato il momento di cercare altre soluzioni – ad esempio gabbie di cattura e strutture di dissuasione - che puntino alla sicurezza delle strade e alla prevenzione dei danni all’agricoltura senza preoccuparsi, come troppo spesso accade oggi, principalmente di garantire il divertimento a chi vuole solo sparare».

martedì 13 settembre 2016

Dopo la sospensione del calendario venatorio abruzzese il WWF chiede alla Forestale il massimo sforzo

Comunicato stampa del 13 settembre 2016 
 
 
sequestro di armi e munizioni da parte del CFS
Dopo la sospensione del calendario venatorio abruzzese è necessario intensificare i controlli

Il WWF chiede alla Forestale il massimo sforzo per fermare i bracconieri


Il WWF ha indirizzato questa mattina attraverso posta elettronica certificata (PEC) una nota al comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato per chiedere di intensificare i controlli nel territorio dopo la sentenza del TAR Abruzzo che, su ricorso del WWF, ha sospeso il calendario venatorio. Fino al 28 settembre nella regione non si potrà sparare ed è importante che la Forestale, unica polizia specificatamente preparata su temi ambientali, dispieghi ogni forza disponibile per impedire abusi.

Qui di seguito il testo della lettera, firmata dal Delegato regionale Luciano Di Tizio:


“Come è noto, su ricorso del WWF Italia, il TAR Abruzzo ha pronunciato in data 9/9/2016 decreto di sospensione della delibera di Giunta regionale n. 515 del 2/8/2016 con cui è stato approvato il calendario venatorio 2016-2017 
 
(https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=TO37WZT5RCU6S5ZJ26JTRMHAJA&q=).

Di fatto, i giudici amministrativi hanno accolto l’istanza di adozione delle misure cautelari monocratiche fino alla trattazione collegiale dell’istanza cautelare con riguardo all’apertura delle specie indicate nel calendario venatorio per le date previste nelle giornate del mese di settembre.

Alla luce di quanto sopra e in considerazione anche del fatto che il personale appartenente ai Corpi di polizia provinciale della nostra Regione di fatto non è più operativo in quanto trasferito nei ruoli di altri enti locali, si chiede al Corpo Forestale dello Stato di garantire per quanto possibile un maggiore sforzo nei controlli al fine di assicurare il rispetto di quanto disposto dalla magistratura. In tale campo, come sappiamo, il ruolo svolto dal Corpo Forestale dello Stato è fondamentale: infatti, seppure ogni organo di Polizia Giudiziaria sia tenuto a intervenire e svolgere indagini in materia di reati a danno di animali, Il Corpo Forestale dello Stato rimane l’unico ad avere la preparazione e la professionalità adeguate.”

WWF Italia Onlus, Abruzzo

domenica 11 settembre 2016

Su ricorso del WWF il TAR sospende il calendario venatorio in Abruzzo. Ennesima conferma del fallimento della politica regionale


Comunicato stampa dell’11 settembre 2016

Su ricorso del WWF il TAR sospende il calendario venatorio in Abruzzo

Ennesima conferma del fallimento della politica regionale sulla tutela della fauna selvatica abruzzese: cambiano le maggioranze ma continuano le scelte errate


PESCARA - Su ricorso del WWF Italia, il Presidente del TAR Abruzzo ha disposto l’annullamento della delibera n. 515 del 02/08/16 della Giunta regionale che approvava il calendario venatorio del 2016-2017.

I giudici hanno ritenuto che il calendario venatorio varato dalla Giunta D’Alfonso sia da sospendere in quanto sussistono condizioni di estrema gravita e urgenza tali da non consentire l’avvio della stagione di caccia almeno per le date previste per il mese di settembre, fino all’esame collegiale del ricorso che è stato fissato per il 28 prossimo. In attesa della trattazione in giudizio, il TAR ha ritenuto di accogliere la richiesta di misure cautelari monocratiche, avanzata dal WWF, per impedire il verificarsi di effetti irreversibili sulla fauna a seguito dell’apertura.

Dichiara Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF Abruzzo: “Abbiamo dato la possibilità alla Giunta D’Alfonso-Pepe di lavorare serenamente nei primi due anni dopo l’insediamento in Regione, con la speranza di vedere finalmente realizzati i doverosi compiti di un pubblico amministratore che deve occuparsi di tutela e gestione della fauna selvatica nell’interesse collettivo e non soltanto a favore della minoranza dei cacciatori: la fauna selvatica è un patrimonio collettivo e non un trastullo per pochi. Purtroppo questo salto di qualità non è avvenuto. I politici di oggi stanno dimostrando lo stesso spregio del nostro patrimonio ambientale già palesato da quelli di ieri. Eppure il WWF, prima che il calendario venatorio fosse approvato, aveva sottoposto all’attenzione della Regione Abruzzo alcuni punti di modifica che avrebbero potuto ridurre l’impatto ambientale della caccia semplicemente riconducendo il calendario nei limiti imposti dalla normativa e dal parere ISPRA! Ma nessuno di essi è stato davvero preso in considerazione e l’Associazione ambientalista è stata costretta, ancora una volta, a ricorrere ai giudici amministrativi per far valere le ragioni della fauna e dell’ambiente”.

Aggiunge l’avvocato Michele Pezone, che ha curato il ricorso per il WWF Italia: "Non posso che esprimere grande soddisfazione per questo provvedimento che ancora una volta pone il TAR de L'Aquila in una posizione di avanguardia rispetto ad altri Tribunali amministrativi nell'esigere, per la stesura del calendario venatorio, il rispetto delle indicazioni dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Auspico la conferma definitiva di questo provvedimento e il pieno allineamento dei futuri calendari con le prescrizioni dell'ISPRA, in modo da evitare il continuo ricorso alla magistratura per salvaguardare le esigenze di tutela della fauna selvatica".

A questo punto il WWF pretende che la Regione Abruzzo e gli ATC mettano in atto tutte le azioni necessarie al fine di informare i cacciatori della situazione determinatasi a seguito della decisione del TAR Abruzzo. Spetta infatti proprio a Regione e ATC impedire, così come stabilito dal giudice amministrativo, l'esercizio della caccia in Abruzzo.

“È ora importante– conclude Claudio Allegrino, coordinatore regionale delle guardie ambientali del WWF - far rispettare quanto disposto dai giudici del TAR. Almeno a settembre non si potrà andare a caccia. L’azzeramento delle Polizie Provinciali, che si occupavano in maniera specializzata della vigilanza venatoria, rende più difficili i controlli, ma occorrerà accentuare gli sforzi delle altre forze di polizia, a cominciare dal Corpo Forestale dello Stato, e delle guardie volontarie perché venga imposto ovunque in Abruzzo il rispetto della legalità”.

Dante Caserta
Vicepresidente WWF Italia ONLUS

martedì 6 settembre 2016

Calendario venatorio Regione Abruzzo: il WWF ricorre al TAR Abruzzo

Comunicato stampa del 6 settembre 2016
 
Calendario venatorio Regione Abruzzo:
mancanza di un piano, anticipo dell’apertura e prolungamento dei periodi di caccia



“Il WWF Italia ha presentato un ricorso davanti al Tribunale Amministrativo Regionale di L’Aquila contro il calendario venatorio della Regione Abruzzo 2016/17”, annuncia Luciano Di Tizio, delegato regionale dell’Associazione. “Nonostante gli annunci, la gestione Pepe non si discosta molto da quella Febbo: mancanza del piano faunistico-venatorio (obbligatorio per legge), preapertura priva di qualsiasi giustificazione e prolungamento dei periodi di caccia. In pratica, anche quest’anno la Regione Abruzzo ha approvato un calendario venatorio che ripete errori già commessi che negli anni passati sono stati censurati ben 14 volte dal TAR, dal Governo nazionale e perfino dalla Corte Costituzionale”.

I principali motivi del ricorso, predisposto dall’Avv. Michele Pezone per il WWF Italia.

Mancanza di pianificazione per assenza del piano faunistico-venatorio.
In Italia la caccia è consentita solo in forma programmata al fine di consentire un prelievo “sostenibile” senza che questo determini scompensi alle specie cacciate. Per programmare è necessario avere censimenti e dati aggiornati sul numero degli individui presenti: tutto questo è assente in Abruzzo. Addirittura dal 2007 la Regione è persino priva del piano faunistico-venatorio, obbligatorio per legge e fondamentale per la gestione faunistica. Mancano quindi gli strumenti che forniscono indicazioni su specie da cacciare e sulla durata dei periodi di caccia. In una situazione del genere ci si sarebbe dovuto attestare su posizioni di massima cautela, come del resto aveva prescritto l’ISPRA – Istituto nazionale che fornisce pareri obbligatori alle Regioni sulla gestione faunistico-venatoria – che aveva indicato come opportuna un’unica apertura alla caccia il 1° ottobre. La Regione Abruzzo ha continuato invece a procedere sulla base delle richieste del mondo venatorio e ha previsto l’apertura ad alcune specie fin dal 18 settembre e in alcuni casi la preapertura fin dal 1° settembre.

Preapertura.
Per legge la caccia in Italia non deve partire prima della terza domenica di settembre. Sono consentite eccezionalmente delle preaperture per casi specifici documentabili e a valle di adeguati piani regionali, che in Abruzzo ad oggi non ci sono. La Regione Abruzzo, invece, ogni anno concede questo “regalo ai cacciatori”, consentendo la preapertura al 1° settembre: ciò determina, in un periodo estremamente delicato, una forte pressione sia sulle specie cacciabili che su quelle non cacciabili che vengono comunque disturbate dall’attività venatoria. Inoltre, la continua azione di riduzione dei controlli, quest’anno amplificata dall’avvio dello smantellamento del Corpo Forestale dello Stato e delle Polizie Ambientali provinciali, rende di fatto difficilmente controllabile l’azione dei cacciatori che dovrebbe limitarsi solo ad alcune specie, ma che nei fatti finisce per interessarne molte di più. Il WWF, pur consapevole che il ritardo nell’approvazione del calendario da parte della Regione ha reso nei fatti virtualmente impossibile fermare la preapertura, chiede al TAR di valutarne la legittimità per sancire principi che saranno condizionanti nei prossimi anni.

Prolungamento dei periodi di caccia.
Per alcune specie acquatiche (Beccaccino, Pavoncella, Moriglione, Marzaiola, Frullino, Codone, Mestolone, Canapiglia, Combattente) che vengono classificate “vulnerabili” o “in declino”, e che quindi andrebbero maggiormente protette, il calendario 2016/17 prevede addirittura il prolungamento della stagione di caccia fino al 19 gennaio 2017, invece che la chiusura al 31 dicembre 2016 come invece dovrebbe essere. Per alcune specie terresti (Torbo bottaccio, Tordo sassello, Cesena) la caccia viene prolungata fino al 19 gennaio 2017 anziché al 10 gennaio come indicato dall’ISPRA, mentre per il Colombaccio la chiusura è spostata al 5 febbraio 2017, prolungabile fino al 9 febbraio. Allo stesso modo la Regione ha deciso di prolungare la stagione di caccia per la Beccaccia al 19 gennaio 2017, nonostante il parere negativo dell’ISPRA.

Ulteriori elementi sollevati nel ricorso.
Modalità di prelievo sulla Lepre comune in contrasto con quanto stabilito dagli strumenti di pianificazione e con possibilità di incidere negativamente sulla popolazione di Lepre italica che è invece una specie protetta e quindi non cacciabile.

Prolungamento del periodo di addestramento cani che, invece dei 30 giorni stabiliti per legge, durerà oltre 4 mesi!

Ritardo nell’approvazione del calendario faunistico-venatorio: mossa questa assolutamente strumentale, attuata dalla Regione Abruzzo al fine di rendere più complessi eventuali ricorsi al TAR.

“Quello della Regione Abruzzo è uno dei calendari venatori 2016/17 che il WWF Italia ha deciso di impugnare quest’anno”, dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia e firmatario del ricorso al TAR Abruzzo. “Siamo stati costretti a farlo di fronte ad una politica filovenatoria della Regione Abruzzo che continua a gestire la fauna senza tenere conto che essa è un patrimonio di tutta la collettività e non l’oggetto di svago della piccola minoranza di cittadini, rappresentata dai cacciatori. Fino a quando la gestione della fauna avverrà sulla base delle richieste dei cacciatori e non su basi tecnico-scientifiche, oltre a consentire l’uccisione di tanti animali e la messa in pericolo di intere specie, si determineranno grandi problemi sociali come è avvenuto con i cinghiali, reintrodotti a scopo venatorio e gestiti solo attraverso i cacciatori, con gli effetti negativi sotto gli occhi di tutti”.


WWF Italia Onlus, Abruzzo
www.wwf.it/abruzzo
abruzzo@wwf.it

lunedì 5 settembre 2016

Regione Abruzzo pubblica informazioni utili per il mondo venatorio.

Per opportuna conoscenza si ricorda che oltre ai divieti sanciti dall'art. 21 della L. 157/92 "norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio", per la caccia sono in vigore anche i seguenti divieti. 1)Limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, è vietata per dieci anni la caccia (Legge n. 353 del 21 novembre 2000 "Legge-quadro in materia di incendi boschivi"). Nel caso di trasgressioni al divieto di caccia, si applica una sanzione amministrativa non inferiore a euro 206,00 e non superiore a euro 413,00. 2)Sul luogo di caccia è fatto divieto di abbandonare i bossoli delle cartucce. Per l'abbandono di rifiuti trova applicazione l'art. 255 e successive modifiche del D. lgs. 3 aprile 2006, n. 152. 3)Divieto di caccia su terreni coperti in tutto o nella maggior parte di neve, ad esclusione della caccia di selezione agli ungulati (lett. m del comma 1 dell'art. 21 della L.157/92 e smi).

Stagione venatoria 2016/2017 - aree di sovrapposizione e aree sperimentali popolazioni lepre italica e lepre europea.

Stagione venatoria 2016/2017 - aree di sovrapposizione e aree sperimentali popolazioni lepre italica e lepre europea.

Errata corrige Calendario Venatorio stagione 2016-2017

Si comunica che sono stati corretti alcuni errori materiali del calendario venatorio per la stagione 2016-2017. Il testo aggiornato è pubblicato nel sito Caccia e Pesca Sportiva alla voce Calendario Venatorio

domenica 4 settembre 2016

Il WWF all’attacco sulla nuova stagione venatoria: in Abruzzo preapertura assieme ad altre regioni, proprio oggi, 1 settembre.

Il WWF in una nota all’attacco, polemizza sulla stagione venatoria che in Abruzzo ha da oggi, come in altre regioni, la sua preapertura. Di seguito riportiamo nota del WWF.
 

“Mentre si avvicina la nuova stagione venatoria “ufficiale” (2016/2017) anche quest’anno in numerose regioni avremo le “preaperture”. Dal 1 settembre in 9 regioni (Abruzzo, Marche, Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Campania, Toscana e Sicilia, dove dal 1 settembre saranno cacciabili colombacci e Tortore) migliaia di animali torneranno nei mirini delle doppiette italiane. Vedremo di nuovo cacciatori in azione in stagni e lagune pronti a puntare contro anatre selvatiche come alzavole, germani e marzaiole, ma anche nei boschi all’inseguimento di colombacci e ghiandaie. Nonostante le evidenze scientifiche e le normative europee che non consentono la caccia nel periodo di fine estate, nel nostro Paese si continua ad autorizzare l’uccisione di animali selvatici proprio quando questi sono più vulnerabili. Di sovente, poi, oltre al danno si concretizza anche la beffa perché alla strage di migliaia di animali dichiarati cacciabili dalle regioni bisogna aggiungere il disturbo alle specie non cacciabili e le numerose uccisioni “accidentali” (molte specie possono essere confuse) o, peggio, veri e propri episodi di bracconaggio. Non è un caso che l’Europa (l’Italia è stata più volte richiamata dalla Commissione UE con l’avvio di procedure d’infrazione) non consenta la caccia in alcuni periodi dell’anno fra i quali rientra la fine dell’estate per le condizioni in cui si trovano numerose specie: piccoli ancora immaturi, le specie migratrici che devono prepararsi ai lunghi voli di ritorno verso i luoghi di svernamento, la scarsità di acqua e cibo a causa delle siccità estive, degli incendi e le specie che stanno ancora nidificando. A tutto questo, in Italia si aggiunge anche un deficit di controlli, sempre più scarsi e, quindi, inefficaci, per la prevenzione e la deterrenza rispetto ai reati venatori. Situazione in peggioramento anche a causa dei vari “riordini” che interessano le Polizie Provinciali e il Corpo Forestale dello Stato. Anche se è impossibile calcolare il numero reale degli animali uccisi dalla caccia “autorizzata”, a causa delle falle nel sistema venatorio, si stima che sotto i colpi delle doppiette potranno essere abbattuti in tutta la stagione venatoria decine di milioni di animali: una mattanza compiuta dai circa 700 mila cacciatori italiani (ovvero poco più dell’1% della popolazione italiana, in diminuzione nel numero e in aumento per età media). La stragrande maggioranza degli italiani è invece contraria alla caccia, come dimostra una recente indagine Eurispes secondo la quale il 68% degli italiani si schiera contro l’attività venatoria. Le preaperture della stagione della venatoria, in Italia si inseriscono in un quadro di estrema difficoltà per la fauna selvatica, già fortissimamente segnata dagli abbattimenti illegali. In particolare per gli uccelli, secondo il rapporto di BirdLife International, uscito proprio quest’anno, nel nostro paese si arriva a un numero di uccisioni illegali pari a 5.600.000 di stima media (range da 3.400.000 a 7.800.000). La crescita di sensibilità certamente positiva nei confronti della Natura, frutto del grande lavoro di sensibilizzazione ed educazione ambientale svolto da associazioni come il WWF che nei suoi 50 anni di vita ha contribuito al miglioramento delle condizioni della fauna e nel rispetto delle norme europee. Il 2016 è l’anno del cinquantesimo anniversario dalla fondazione del WWF Italia: 5 decenni di impegno grazie all’attività di volontari, guardie ambientali, avvocati, studiosi ed esperti sempre in favore della Natura. Lazio e Marche avranno la stagione venatoria più lunga, dal 1 settembre al 9 febbraio 2017. Inoltre altre regioni continuano ad escogitare “escamotage” per impedire ricorsi alle associazioni ambientaliste: è il caso della Toscana che ha approvato la preapertura con un provvedimento “last minute” con soli due giorni d’anticipo dal via libera alle doppiette. In attesa dell’apertura ordinaria prevista per il 18 settembre non resta che sperare che il minor numero possibile di cacciatori approfitti di queste deroghe e che provvedano alla riduzione dell’inquinamento non utilizzando munizioni in piombo, elemento estremamente inquinante sia per gli uomini che per gli animali.”

Fonte: rete8.it del 01 settembre 2016