martedì 31 gennaio 2012

Caporale: "Febbo mente sapendo di mentire"

Mauro Febbo, all’indomani della festa per la chiusura della Caccia organizzata da 12 Associazioni animaliste e ambientaliste felici di aver messo in ginocchio l’Assessorato alla Caccia vincendo vari ricorsi contro le delibere di Calendario Venatorio ha dichiarato:

"Non solo non c’è motivo di brindare – sottolinea Mauro Febbo – ma voglio ricordare agli ambientalisti e animalisti che il percorso di questo assessorato è stato improntato al massimo grado di professionalità ed efficienza, in quanto ogni scelta è stata effettuata sulla base delle più autorevoli pubblicazioni scientifiche e previa consultazione dei massimi organi competenti in materia. Questo assessorato non ha mai inteso regolamentare la caccia attraverso una legge regionale. Forse Caserta (Presidente regionale del WWF) si riferisce all’iniziativa di alcuni consiglieri di minoranza che hanno presentato l’anno scorso una proposta di legge per la regolamentazione dell’attività venatoria mai discussa.

Dichiarazione di Walter Caporale, Capogruppo dei VERDI al Consiglio Regionale.:
“L’Assessore alla Caccia e ai ‘cacciatori’, Mauro Febbo parla di professionalità del settore caccia e del suo assessorato dimenticando di aver perso vari ricorsi. Parla lanciando inutili accuse alle associazioni animaliste e ambientaliste e a fantomatici consiglieri di minoranza. E’ evidente che a distanza di tre anni dall’elezione della Giunta Chiodi, di cui fa parte, non sa ancora chi sono i Consiglieri di maggioranza e chi sono quelli di minoranza, accusando l’opposizione di aver presentato Leggi in materia venatoria.

La legge Calendario venatorio, un illegittimità in termini, è stata presenta dal Consigliere Prospero e tra i primi firmatari Sospiri, Di Matteo, Ricciuti del pdl e di Rialzati Abruzzo e non dalla minoranza.

Forse Febbo è un veggente e già sa che presto questa inutile maggioranza che pensa ai cacciatori e non ai terremotati ed ai disoccupati sarà presto, se rieletta, in minoranza”.

L’Aquila, 31 gennaio 2012

Gruppo Consiliare "VERDI" Regione Abruzzo Via Jacobucci,4 - 67100 L'Aquila –
0862.644.213 - www.waltercaporale.it – verdi@waltercaporale.it




lunedì 30 gennaio 2012

Pescara. Festa di fine stagione di caccia "grande partecipazione e divertimento"

Caporale: ora lavoreremo per chiudere gli inutili Uffici Caccia delle Province

Pescara – 29 gennaio 2012 - Si è svolta questa mattina la grande manifestazione di protesta contro la caccia e per festeggiare la chiusura della stagione venatoria e la ritrovata tranquillità degli animali

La festa organizzata dalle Associazioni ALTURA, Animalisti Italiani Onlus, Asada, ENPA, LAC, LAV, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Lida, LIPU, Oipa, Theriakà, WWF e l’adesione di ARCIGAY Pescara, Associazione Vittime della caccia, del Partito dei VERDI e dell’Associazione NAC (No alla Caccia), ha visto la presenza di centinaia di persone che hanno ballato e fischiato in un lungo e colorato corteo delle campagne di Pianella (Pe) per poi ritrovarsi presso l’Assessorato alla caccia di Via Catullo a pescara per il brindisi e il ballo delle maschere vestite da animali e cacciatori.

Dichiarazione di Walter Caporale, Presidente Associazione “Animalisti Italiani Onlus”:

“Siamo felici della grande partecipazione! La manifestazione è stata bella, divertente e pacifica, come volevamo noi organizzatori. Ringraziamo la presenza del Corpo Forestale dello Stato di Pianella e del Comando dei Carabinieri di Pianella.

La stagione di caccia inizia la terza domenica di settembre e termina il 31 gennaio, ma in Abruzzo, contrariamente alla legge si effettua sempre un periodo di pre-apertura e quest’anno le Province di Chieti e Teramo hanno addirittura prorogato la caccia al 9 febbraio. Come ogni volta noi associazioni saremo costretti a fare ricorso perché la pre-apertura e la proroga sono ammesse solo quando ci sono studi scientifici sulle popolazioni che possano rilevare sovrannumero delle specie. In Abruzzo questi dati mancano e addirittura mancano anche le competenze negli uffici caccia delle province, come i tecnici faunistici.

La prossima battaglia sarà CHIUDERE GLI INUTILI E COSTOSI UFFICI CACCIA DELLE PROVINCE!!!”

Sarà possibile vedere in differita l’intera manifestazione lunedì 30 gennaio dalle 18.00 alle 20.00 e martedì 31 dalle 13.00 alle 15.00 su abruzzolive.tv e nei siti delle associazioni”.




Febbo: "lavoriamo assiduamente per il mondo venatorio nel rispetto delle regole"

Pescara, 30 gen. "Per l’ennesima volta non capisco l’euforia degli ambientalisti che continuano con ostinazione a cantare vittoria nei confronti della Regione Abruzzo quando in realtà non hanno vinto nessuna battaglia". Questa la risposta dell’assessore alle Politiche Agricole e Caccia, Mauro Febbo, all’indomani della manifestazione organizzata da Dante Caserta del WWF. "Non solo non c’è motivo di brindare – sottolinea Mauro Febbo – ma voglio ricordare agli ambientalisti e animalisti che il percorso di questo assessorato è stato improntato al massimo grado di professionalità ed efficienza, in quanto ogni scelta è stata effettuata sulla base delle più autorevoli pubblicazioni scientifiche e previa consultazione dei massimi organi competenti in materia. Infatti, la Direzione, lo sottolineo ancora una volta, si è scrupolosamente attenuta alle indicazioni dei documenti della Comunità Europea (key concepts e Guida alla Disciplina sulla caccia della Commissione europea). Questo assessorato non ha mai inteso regolamentare la caccia attraverso una legge regionale. Forse Caserta si riferisce all’iniziativa di alcuni consiglieri di minoranza che hanno presentato l’anno scorso una proposta di legge per la regolamentazione dell’attività venatoria mai discussa. Invito, pertanto, Caserta a studiare la differenza tra gli organi della Regione quali la Giunta e il Consiglio. Caserta si ostina ad argomentare – precisa Mauro Febbo – sulla sospensione del Tar sui due punti (solo due su nove impugnati) del calendario venatorio, riguardanti le date di chiusura della caccia per alcune specie. Ribadisco che tale provvedimento di sospensione cautelare e non di condanna da parte del TAR si è palesata solo perché la Regione, a giudizio del tribunale, non ha adeguatamente motivato la scelta di discostarsi dalle prescrizioni ISPRA. A tal riguardo, voglio precisare che le date fissate dal calendario della Regione Abruzzo erano perfettamente coerenti con le indicazioni scientifiche a livello europeo, mentre l’organo scientifico nazionale di riferimento, l’ISPRA, fissa date e periodi più restrittivi, ai quali comunque la Regione ha provveduto ad adeguarsi. Invece – conclude l’assessore alla Caccia – le associazioni e Caserta volutamente tacciono su quelle che sono state le vittorie dell’assessorato in materia di gestione faunistico venatoria. Ricordo che è stato avviato l’iter per l’attivazione dell’OFR (Osservatorio Faunistico Regionale), la cui regolamentazione è ora al vaglio della competente commissione regionale, con la partecipazione e il plauso delle massime autorità scientifiche in materia". Importante è anche la ripresa dei lavori per l’attuazione del PATOM (Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano) nell’ambito dell’azione B1 (Gestione dell’attività venatoria). () (comun.assess.) 12/01/30



sabato 28 gennaio 2012

Festa per la chiusura della caccia: conferenza stampa associazioni

Domenica 29 gennaio
Tutti a festeggiare la fine della caccia!

Nella stagione 2011/12 più volte sconfitta la politica filovenatoria della Regione Abruzzo

Questa mattina è stata presentata a Pescara nel corso di una conferenza stampa la Festa della chiusura della caccia che si terrà domenica 29 gennaio.

La manifestazione è promossa dalle Associazioni ALTURA, Animalisti Italiani Onlus, Asada, ENPA, LAC, LAV, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Lida, LIPU, Oipa, Theriakà, WWF che danno appuntamento a tutti alle ore 9 presso l’uscita Pescara-Villanova dell’Autostrada A25: da qui si andrà direttamente “sul campo” con fischietti, trombe e strumenti musicali per una Festa dalla parte degli animali.

Dopo 5 mesi di inutile massacro, infatti, il 31 gennaio si chiuderà la caccia in Abruzzo anche se già si annunciano prolungamenti come quelli decisi dal Presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, evidentemente più attento ai violenti capricci della minoranza dei cacciatori che alla volontà anticaccia più volte manifestata dalla maggioranza degli abruzzesi e degli italiani.

Anche quest’anno in Abruzzo decine e decine di migliaia di animali sono stati abbattuti per divertimento e centinaia sono stati i capi di specie protette abbattuti dai bracconieri.

Per la stagione di caccia 2011/2012 il movimento ambientalista e animalista è riuscito a limitare parzialmente i danni che una giunta regionale sempre più filovenatoria ha cercato di imporre.

Innanzitutto è stato impedito, grazie alla pressione delle associazioni ed allo straordinario lavoro di alcuni consiglieri regionali di opposizione, l’approvazione del calendario venatorio con legge regionale. Questo tentativo da parte della maggioranza era dettato dalla volontà di far passare attraverso un intervento legislativo – difficilmente impugnabile davanti al Tribunale Amministrativo Regionale – previsioni contrarie alle leggi nazionali e comunitarie.

Persa la battaglia sulla legge, la maggioranza in consiglio regionale ha così dovuto ripiegare su un calendario venatorio approvato con delibera di giunta che, grazie al ricorso davanti al TAR Abruzzo promosso dalle Associazioni Animalisti Italiani Onlus, LAC e WWF, è stato profondamente modificato, eliminando le più gravi illegittimità presenti e le previsioni che non rispettavano il parere dell’ISPRA, massimo organo nazionale legittimato a formulare pareri obbligatori su tutti gli atti di pianificazione faunistica-venatoria. Da segnalare che, nonostante queste illegittimità fossero state evidenziate al Comitato sulla Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo, quest’ultimo ha incredibilmente dato il proprio parere favorevole.

L’accoglimento del ricorso contro il calendario venatorio regionale ha consentito di diminuire i giorni di caccia per decine di specie.

A fine novembre 2011, infatti, la Giunta Regionale ha dovuto varare una quarta versione del calendario venatorio 2011/2012, dopo aver cercato di eludere l’ordinanza del TAR Abruzzo.

Contro questi tentativi dilatori sono state prodotte due diffide ed un nuovo ricorso al TAR di L'Aquila “per ottemperanza” nel quale si è chiesto alla magistratura amministrativa di commissariare la Regione per far rispettare la sospensiva.

A quel punto, pochi giorni prima della nuova udienza, la Regione, messa all’angolo, ha dovuto cedere su molti dei punti della sospensiva ed in particolare sul cuore del calendario venatorio: periodi, orari e forme di caccia.

Con il calendario riformato per la beccaccia la caccia si è chiusa il 31 dicembre e non il 19 gennaio come aveva previsto inizialmente la Regione (20 giorni in meno di pressione venatoria su questa specie).

Per le specie acquatiche (germano reale, folaga, gallinella d’acqua, alzavola, porciglione, fischione, codone, mestolone, marzaiola, moriglione, beccaccino, pavoncella, canapiglia e frullino) la caccia si è chiusa il 19 gennaio e non più il 30 gennaio.

Per le tre specie di turdidi (cesena, tordo bottaccio e tordo sassello) la caccia si è chiusa il 9 gennaio mentre prima si chiudeva il 19 gennaio.

Per il fagiano la chiusura prevista per il 30 dicembre è stata anticipata al 30 novembre.

Altra novità di non poco conto è stata la chiusura al 19 gennaio della caccia in forma vagante con l’ausilio del cane.

Una sconfitta su tutta la linea dell’Assessore regionale Mauro Febbo che si aggiunge alle due sconfitte rimediate davanti al TAR nella stagione 2009/10 ed all’impugnativa da parte del Governo Berlusconi della legge regionale con cui aveva fatto approvare il calendario venatorio 2010/11.

Viene da chiedersi per quale motivo un governo regionale che dovrebbe tutelare gli interessi di tutti i suoi cittadini e non quelli di una strettissima minoranza continui a proporre leggi ed atti amministrativi palesemente viziati: il tutto per accontentare quella parte del mondo venatorio più retrogrado che sembra capace solo di distruggere un patrimonio faunistico di straordinaria bellezza e ricchezza.

L’appuntamento per festeggiare la chiusura della caccia è per domenica mattina 29 gennaio alle ore 9.00 all’uscita Villanova dell’Autostrada A25 per raggiungere insieme il luogo scelto nelle campagne del pescarese. Il corteo festoso e chiassoso munito di fischietti, trombette e strumenti musicali cercherà di mettere in fuga e salvare qualche animale.

Il Corteo attraverserà inoltre la contrada del Comune di Pianella dove, per motivi di sicurezza, vige un’ordinanza di divieto di caccia.

La novità assoluta è che per la prima volta un evento che si svolge all’aperto andrà in diretta streaming e sarà visibile dalla web tv www.abruzzolive.tv e dai siti delle associazioni – www.animalisti.it – http://www.wwf.it/

Fonte: comunicato stampa del 27 gennaio 2012



venerdì 27 gennaio 2012

Il WWF su caccia a febbraio: inaccettabile

COMUNICATO STAMPA DEL 27 GENNAIO 2012

Il WWF sull’estensione della caccia a febbraio decisa dalla Provincia di Chieti: inaccettabile per la fauna e per la gran parte dei cittadini.

CHIETI - La Provincia di Chieti con una recente delibera di giunta ha deciso di estendere la caccia alla specie colombaccio fino al 09 febbraio. Per la prima volta, dopo alcuni decenni, si tornerà a sparare nelle nostre campagne anche nel mese di febbraio.

Non è quello che vogliono i cittadini della Provincia di Chieti. Molti di loro sono esasperati dai continui spari nei pressi delle proprie abitazioni e dall’arroganza di chi invade i propri terreni. Il 79% dei cittadini chiede di vietare o ridurre fortemente la caccia (sondaggio Ipsos 2010) ed invece i nostri amministratori fanno il contrario!

Dichiara Ines Palena del WWF Zona Frentana e Costa Teatina: la Provincia di Chieti è ostaggio di un manipolo di cacciatori che da diversi anni condizionano le scelte dell’amministrazione pubblica. La politica locale è sempre disponibile ad esaudire le richieste estremiste dei cacciatori, ignorando le diverse problematiche che attanagliano la gestione faunistico-venatoria della nostra provincia come il Piano Faunistico-Venatorio scaduto e le carenze della Polizia Provinciale di Chieti sulla vigilanza venatoria

Il settore provinciale che si dovrebbe occupare di caccia e fauna selvatica da diversi anni è paralizzato ed improduttivo: il nuovo Piano Faunistico Venatorio provinciale, lo strumento indispensabile con il quale la Provincia esercita la propria facoltà di disciplinare in materia di pianificazione e programmazione faunistico-venatoria del territorio non ancora viene rinnovato, a diversi anni dalla sua precedente scadenza. Non si ha notizia di questo importante documento né tantomeno vi è condivisione del lavoro fatto finora (se è stato fatto qualcosa).

Mancano i dati e le informazioni per una corretta gestione della fauna selvatica. "La Regione Abruzzo e le Province non hanno a disposizione neanche i numeri sugli abbattimenti della stagione venatoria precedente, come fanno, in queste condizioni, a prolungare i termini della caccia?"

Inoltre, diverse volte il WWF ha denunciato le pessime condizioni in cui si trova ad operare il Corpo di Polizia Provinciale di Chieti, con personale assolutamente carente e privo di mezzi idonei per arginare gli illeciti ambientali e venatori.

Nonostante le recenti rassicurazioni da parte dell’Assessore Tavoletta avvenute nel dicembre 2010 nulla è cambiato, niente è stato fatto concretamente.

Nella maggior parte dei turni di lavoro, invece, considerando ferie, permessi, malattie, servizi di rappresentanza, compilazione di atti d’ufficio, altre competenze, una sola pattuglia è presente sul territorio a coprire l’intera estensione della Provincia di Chieti (104 comuni e 5.172 Kmq!). Solo questo dato rende bene l’idea di come la Provincia di Chieti non ha assolutamente padronanza del proprio territorio.

Dichiara Nicoletta Di Francesco Presidente del WWF Chieti: la paralisi nella gestione provinciale della fauna selvatica e l’impossibilità di garantire una vigilanza venatoria sul territorio sembrano atti voluti al fine di consentire l’esercizio venatorio senza regole certe che evidentemente fa comodo a molti cacciatori.

Chiediamo al Presidente Di Giuseppantonio di ritirare la delibera di Giunta che consente la caccia al mese di febbraio e di avviare una dignitosa gestione faunistico-venatoria nella Provincia. Chiediamo inoltre di ottemperare a quanto dichiarato dall’Assessore al Personale Silvio Tavoletta in merito all’aumento dell’organico della Polizia Provinciale e la loro dotazione dei mezzi minimi necessari per operare almeno con sufficienza; chiediamo la riduzione drastica delle attività d’ufficio e di rappresentanza della polizia provinciale e il contestuale aumento della presenza degli agenti sul territorio (maggiori controlli su cacciatori, pescatori e attività produttive inquinanti); chiediamo l’attivazione di un numero telefonico di reperibilità e pronto intervento della Polizia Provinciale a disposizione della cittadinanza.


Nicoletta Di Francesco
Associazione WWF Chieti

Ines Palena
Associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina

giovedì 26 gennaio 2012

Teramo, prorogata al 9 febbraio la caccia al colombaccio

Teramo. Sulla base delle disposizioni del calendario regionale e con il parere favorevole dell’ISPRA (l’Istituto Superiore per la protezione ambientale), la Provincia di Teramo ha deciso di prolungare fino al prossimo 9 febbraio il periodo della caccia al colombaccio.

Per le altre specie, l’attività venatoria termina, come ogni anno, il 30 gennaio. La caccia del colombaccio nel periodo di proroga potrà essere effettuata solo dai residenti sul territorio provinciale e con la tecnica della postazione temporanea (ovvero trasportando l’arma scarica all’interno del fodero fino alla postazione) e senza l’utilizzo di cani. Come specificato dal regolamento attuativo, restano esclusi i territori limitrofi alle quattro oasi di protezione (zone delle foci Tordino, Tronto, Vibrata e Vomano) e alle pareti rocciose.

Nella riunione del tavolo tecnico per l’adozione del Piano Faunistico Venatorio provinciale, svoltasi in Provincia alla presenza dei referenti provinciali degli Istituti di tutela della Provincia (Zone di Ripopolamento e Cattura e Aree Cinofile) sono stati, inoltre, concordati i calendari e le modalità operative per gli interventi di gestione previsti dal Piano.

In particolare, gli interventi previsti sono le catture delle lepri nelle ZRC provinciali e i ripopolamenti di selvaggina (fagiani, starne e lepri) nelle ZRC e Aree Cinofile.

Le catture delle lepri si svolgeranno nei 6 Istituti maggiormente popolati di selvaggina (Atri, Notaresco, Tortoreto, Mosciano, Montefino e Colonnella) e con la collaborazione di cacciatori volontari. Un volta catturate attraverso reti speciali, le lepri verranno reimmesse nelle nuove ZRC provinciali.

“A questo proposito” dichiara l’Assessore alla caccia, Giuseppe Antonio Di Michele “facciamo un appello ai cacciatori, perchè dalla loro collaborazione dipende il buon esito delle operazioni. Tra gli interventi attuati fino ad oggi dalla Provincia nei propri Istituti, quello delle catture è sicuramente il più atteso in quanto con esso si raccolgono i frutti degli sforzi compiuti in questi anni. I partecipanti verranno ricompensati con la possibilità di svolgere, come da loro stessi richiesto, interventi di controllo dei predatori, dei cinghiali, i censimenti faunistici ed altri”.

Il calendario prevede luoghi di raduno in ciascuna ZRC ed è disponibile sul sito web dell’ente (www.provincia.teramo.it), così come il Piano di lancio per le operazioni di ripopolamento, con il dettaglio di luoghi e orari delle operazioni previste.

Nelle zone di ripopolamento e cattura e aree cinofile verranno immesse circa 250 lepri di cattura da recinto, mentre nelle sole aree cinofile verranno immessi 360 fagiani e 300 starne. A questi esemplari vanno aggiunte poi le lepri che verranno catturate nelle ZRC provinciali.




Chieti, polemica sulla proroga al Calendario Venatorio .

Una modifica al Calendario Venatorio della Provincia di Chieti proroga la stagione di caccia ma viene considerato dai Verdi un vero e proprio “attentato alle specie faunistiche”.

La Provincia di Chieti ha deciso di prorogare il Calendario Venatorio fino al 9 febbraio 2012 provocando l’immediata reazione degli ambientalisti innescando la polemica soprattutto contro il Presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio.

Primo tra tutti a contestare la decisione della Provincia è il capogruppo dei Verdi al Consiglio regionale, Walter Caporale, che afferma “La misura accontenterebbe i consiglieri filo venatori, mettendo a serio rischio le specie animali particolarmente vulnerabili a causa del freddo”.

Ciò a cui si riferisce Caporale è il punto sedici capo B del Calendario Venatorio 2011-2012 sulle “Specie cacciabili e periodi di caccia” secondo il quale “Le Province sulla base di dati in loro possesso previo parere vincolante dell’ISPRA, Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale, possono posticipare la chiusura del periodo di prelievo venatorio al 9 febbraio 2012 per alcune specie”.

Le specie a cui fa riferimento il documento sono la ghiandaia, il colombaccio e la cornacchia grigia per le quali è ammessa la caccia con modalità da appostamento fisso temporaneo e senza utilizzare il cane. Inoltre, si legge ancora nel documento, “Le Province provvedono altresì a regolamentare per questo periodo le modalità di accesso ai cacciatori non residenti”.

Secondo Caporale, “La caccia da appostamento al solo combaccio non è garanzia di rispetto biologico di tutte le altre specie per cui è vietato cacciare” pertanto lo stesso Caporale ha chiesto direttamente all’ISPRA “se in questo periodo è auspicabile la chiusura totale dell’attività venatoria nel rispetto delle specie particolarmente in declino”.

Infine conclude sarcastico Caporale “La prossima delibera del Presidente Di Giuseppantonio sarà quella di sparare alla Croce Rossa per accontentare gli armieri e i voti dei guerrafondai?”.




mercoledì 25 gennaio 2012

Caccia, prolungamento in provincia di Chieti

VASTO - Può cantare vittoria il movimento nazionale ittico-venatorio Caccia Sviluppo Territorio (Cst Confavi) per la decisione della Provincia di Chieti di allungare la caccia fino al 9 febbraio. Estensione limitata al solo appostamento fisso al colombaccio, come da delibera n. 5 adottata dalla giunta provinciale presieduta da Enrico Di Giuseppantonio, che ha fatto passare un principio sostenuto con forza dall’associazione venatoria.
A darne notizia il movimento attraverso una comunicazione del segretario nazionale Cst, Giuseppe Villa, e del coordinatore regionale Abruzzo, Nicola Molino. Una specifica richiesta era stata inviata lo scorso 4 gennaio all’assessore regionale alla Caccia, Mauro Febbo, e il 9 gennaio al dirigente del settore della Provincia di Chieti. La Cst Confavi aveva raccolto le sollecitazioni degli associati a posticipare la caccia, a determinate specie, fino alla prima decade di febbraio per quanto previsto dal comma 2 dell’art. 18 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, integrando il calendario venatorio della Provincia di Chieti. «Sono soddisfatto della decisione dell’Ammanistrazione provinciale presieduta da Di Giuseppantonio – ha dichiarato Nicola Molino – che ha voluto accogliere le giuste richieste della nostra associazione che è stata la prima a sollecitare il prolungamento della chiusura della caccia in provincia di Chieti».
Claudia Cavuoti

Fonte: ilnuovomolise.it del 25 gennaio 2012



martedì 24 gennaio 2012

Pescara. Ambientalisti festeggiano la chiusura della caccia

PESCARA - Venerdì 27 gennaio alle 11.30 nella Sala Stampa del Consiglio Regionale di Pescara sarà presentato la manifestazione "Festeggiamo la chiusura della caccia".

L'evento è organizzato dalle associazioni animalisti italiani onlus, lega nazionale per la difesa del cane, Wwf, lega per l’abolizione della caccia (Lac), lega anti vivisezione (Lav), ente nazionale protezione animali (Enpa), organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), lega italiana diritti animali (Lida), lega italiana protezione uccelli (Lipu), associazione amici degli animali (Asada), associazione tutela uccelli rapaci (Altura), associazione animalista teate (Theriaka’) e Arcigay nazionale, presentano la festa-passeggiata ecologica.

Organizzata per domenica 29 gennaio, la giornata sarà rallegrata da musica, balli, costumi e maschere di animali, fischietti, fisarmonica, pizzica, taranta, saltarello e brindisi.

Lo scopo dell'evento è quello di festeggiare la chiusura della caccia, contro i tentativi della giunta regionale di prorogare lo sterminio di animali fino a metà febbraio, attraversare il comune di pianella che ha vietato la caccia; salvare centinaia di animali evitando che escano dai rifugi per essere uccisi.

All'evento interverranno: Walter Caporale, presidente nazionale associazione “animalisti italiani onlus”; Piera Rosati, responsabile nazionale comunicazione “lega nazionale per la difesa del cane”; Camilla Crisante, presidente wwf abruzzo; Marina Gallo, Lac Abruzzo; Danilo Ciancaglini, Asada; Antonella Agostini, Lav; Carmelita Bellini, Enpa; Paolo Migliaccio, Oipa; Stefano Allavena, Lipu e Altura; Paola Stollavagli, Lida; Riccardo Antonella, Theriaka’; Gianni Di Marco, Arcigay di Pescara.




martedì 17 gennaio 2012

Pescara, siglato protocollo tra Provincia e Atc

Pescara. Una nuova collaborazione tra l’Ambito territoriale di Caccia con la Provincia di Pescara. A stabilirlo è il protocollo d’intesa siglato tra i due enti, che prevede un programma per la gestione delle zone di ripopolamento e cattura dell’area cinofila di Città Sant’Angelo e del Centro Pubblico per la riproduzione della fauna selvatica.

Il protocollo conferma il sostegno sia strumentale che finanziario da parte della Provincia di Pescara nei confronti dell’Atc per una lunga serie di interventi di miglioramento ambientale inerenti la gestione faunistica e territoriale del pescarese.

In particolare, attraverso il protocollo d’intesa si prosegue con la ricostituzione di nuclei naturali di fagiano, lepre e starna sul territorio provinciale.

Scopo principale del programma in atto è quello di raggiungere una consistente produzione di selvaggina naturale nelle aree in questione, al fine di ripopolare la porzione di territorio libero diminuendo gradualmente la spesa per l’acquisto di selvaggina per reinvestire tali fondi nella gestione ordinaria del territorio ai fini della produzione naturale.

“L’obiettivo del protocollo d’intesa – spiegano il presidente della Provincia Guerino Testa e l’assessore alla Caccia, Mario Lattanzio - è di accrescere la collaborazione tra i due enti, nell’ottica di un miglioramento sostanziale delle condizioni ambientali e faunistiche del territorio provinciale, miglioramento possibile solo grazie ad una politica lungimirante e corretta, che sappia riconoscere la validità di programmi specifici messi a punto da un esperto team di professionisti e tecnici, come quello presente nell’Atc Pescara”.

“Un ringraziamento particolare – conclude Alessandro Perrucci, responsabile Atc Pescara – va all’assessore Lattanzio, sempre attento alle problematiche del mondo venatorio e alle esigenze territoriali della provincia pescarese”.

Fonte: cityrumors.it del 17 gennaio 2012


sabato 7 gennaio 2012

Pescara. Spari dalla collina, donna ferita

Colpita da un pallino vicino all'occhio mentre stende i panni

PESCARA. Colpita da un pallino da caccia mentre stende i panni sul balcone di casa. Succede a Pescara, in via Fontanelle, a Colle Orlando, dove una donna ha rischiato di perdere un occhio.  «È un rischio che non vogliamo più correre», protesta Claudio Angelucci, il marito della donna di 49 anni che mercoledì mattina, per quel pallino, è finita in ospedale.  «Questa volta alla fine non è successo nulla di grave», prosegue Angelucci, «ma bastava che quel pallino la colpisse appena più sotto e ora aveva perso un occhio. E poi, a parte questo, qui è pieno di bambini, solo a casa mia ce ne sono quattro, dagli undici anni fino ai due mesi. Non si può andare avanti in questo modo. Perché gli spari, nei terreni che abbiamo di fronte a casa nostra, sono all'ordine del giorno».  Secondo quanto riferito dalla moglie al poliziotto che ha raccolto la sua denuncia contro ignoti, alle dieci di mercoledì mattina, mentre stendeva la biancheria sul balcone di casa (l'ultima dopo il serbatoio dell'acquedotto, 500 metri dopo la chiesa di San Pietro martire), avrebbe udito due colpi da sparo. «Era uno sparo tipico dei fucili da caccia», precisa Lorena Giannandrea, «quando mi sono sentita arrivare al volto alcuni frammenti dei pallini esplosi». Parla di cacciatori la donna perchè, come ha riferito lei stessa nella sua denuncia, in concomitanza dell'episodio ha visto sulla collina «due individui con un cane da caccia di colore scuro al seguito».  «Mia moglie», interviene il marito, «neanche ci credeva che poteva essere successa una cosa del genere. Poi si è messa a strillare, ha chiamato la polizia ed è arrivata l'ambulanza». Al pronto soccorso la donna viene giudicata guaribile in cinque giorni dai medici che le riscontrano una piccola ferita alla regione frontale destra.  «In un primo tempo», precisa Angelucci, «si temva che alcuni pallini le si fossero conficcati in fronte, poi per fortuna non era così, ma resta comunque una cosa assurda. Perché succede spesso che da quelle parti vengano a sparare, ma non si può andare avanti così. Questa volta, ripeto, non è successo niente, ma già se la colpivano più sotto a quest'ora non ci vedeva più. Chiediamo che si trovi un rimedio per arginare questa cosa. Ci vorrebbero più controlli», prosegue, «ma so che è assurdo chiederlo perchè gli spari si sentono a tutte le ore, ma non possiamo continuare a rischiare che ci sparino addosso».  A dargli ragione è la legge 157 del '92 che all'articolo 21 vieta la caccia nel raggio di cento metri da immobili e a distanza inferiore di 50 metri da vie di comunicazione ferroviaria e da strade. Pena, sanzioni da 103 a 619 euro (da 259 a 1.549 in caso di recidiva).  Regole che, come tiene a precisare il capitano Mirco Verzieri della polizia provinciale, «i cacciatori conoscono bene e rispettano. Evidentemente, nel caso specifico, è qualcuno che le regole non le conosce proprio».  Qualcuno che, a giudicare dal ferimento della donna, deve aver sparato da meno di cento metri di distanza: «La rosata usata dai cacciatori», spiega Verzieri, «è composta da centinaia di micropallini che dopo i 30 metri perdono di consistenza: il getto, che arriva anche a 150 metri, a quel punto non può provocare nè ferite nè altro».

lunedì 2 gennaio 2012

Proroga della caccia al cinghiale, Pessolano: «La specie rischia l’estinzione»

A rimetterci sono sempre i cacciatori con il cane da ferma e con il prolungamento della caccia al cinghiale si rischia di fare un danno incalcolabile alla specie». Inizia così la lettera di protesta indirizzata alla Regione e alla Provincia siglata da Angelo Pessolano, presidente provinciale dell’ArciCaccia, dopo la revisione del calendario venatorio in seguto al pronunciamento del Tar. «Ancora una volta – scrive Pessolano – il Tar condanna la Regione a rimettere mano al calendario venatorio per ridurre i periodi di caccia e le specie cacciabili. Per dar seguito alla sentenza del Tar, in corso d’opera, si chiude la caccia al fagiano insieme alla starna per la quale erano gia’ stati ridotte le giornate di caccia in contrasto con quanto previsto dalla 157/92 che vuole la chiusura delle specie stanziali al 31 dicembre mentre è ormai da due calendari venatori che si riducono drasticamente i periodi di caccia alla lepre e alla starna senza addurre nessuna motivazione. Siamo arrivati al paradosso di chiudere anticipatamente anche la caccia al fagiano per non si sa quali motivi, basandosi su un pensiero assurdo per il quale si pensa che le immissioni fatte dagli ambiti non diano alcun risultato per cui si ritiene erroneamente che dopo un mese di caccia i cacciatori abbiano abbattuto tutti gli animali immessi. Facendo riferimento ai dati di abbattimento dell’Atc Vastese emerge che la specie non è in pericolo, ma che anzi in questi ultimi anni si è ben distribuita con un buon aumento della popolazione. Per la lepre i dati visualizzano una situazione ottima di presenza sul territorio. Nel decreto della giunta regionale c’è la diminuzione del periodo di caccia alla specie beccaccia. Ciò palesa l’incapacità e la non conoscenza della specie di chi ne riduce il periodo di cacciabilità senza alcun dato a supporto. L’impegno deve essere quello di un maggior controllo sul territorio effettuando una “caccia” spietata a coloro che attuano la posta alla beccaccia e a coloro che nella caccia alla quaglia  fanno uso di richiami elettronici per cacciarla. Altra novità di quest’anno e la riduzione delle giornate di caccia ai migratori tordi e cesene. Chiudere la caccia nella prima decade di gennaio vuol dire non dare la possibilità ai migratoristi di cacciare. La modifica al calendario venatorio porterà dopo la prima decade di gennaio un concentramento dei cacciatori sulla specie colombaccio, con un aumento grandissimo dei rischi di incidenti per i cacciatori che si concentreranno nei pochi posti ove questi selvatici si troveranno. Qualcuno può aver pensato che mi sono dimenticato dei cinghiali, beh si sbaglia: per la caccia al cinghiale ho riservato la chiusura di questo mio sfogo, l’unica proroga che è stata data è quella al cinghiale con i cani da seguita in battuta dal 18 dicembre 2011 al 5 gennaio 2012, per la felicità di quei cacciatori ai quali sfugge la sottigliezza che accompagna questa proroga. La scusante sono i danni che la specie arreca all’agricoltura, ma con un secondo scopo che è quello di eradicare la specie dal nostro territorio. Consentire la proroga oggi significa fare abbattere svariate femmine gravide che provocheranno seri danni alle popolazioni di cinghiale. Sembra assurdo voler tutelare le altre specie selvatiche diminuendo le giornate di caccia con un senso di protezione e poi consentire di uccidere cinghialesse e cuccioli al seguito nel periodo di riproduzione. Ricordo ai cacciatori tutti che è etica della caccia non cacciare specie che si riproducono e che per i danni i nostri politici devono trovare le risorse per saldarli agli agricoltori e non per aumentarsi i loro già lauti stipendi e i relativi privilegi di cui godono. E’ giunta l’ora di farsi sentire e metter e in atto tutte le attività per proteggere questa nostra grande passione e non solo per farci prendere per i fondelli. Chiudo ribadendo che in tutto questo ambaradan chi ne soffre di più sono i cacciatori migratoristi e i cacciatori con i cani da ferma e perché no i loro cani, costretti a passare il loro tempo rinchiusi nei recinti».