martedì 29 settembre 2020

Arcicaccia Abruzzo: si comincia male, chiediamo certezze e sicurezza per i cacciatori

A tre giorni dall’apertura la Regione, ormai nel pallone più completo, ha prodotto documenti sulle Zrc contraddittori che hanno mandato gli Atc nel caos. Così abbiamo avuto ambiti bloccati o altri che nella completa anarchia hanno operato con modi da Far West. Siamo di fronte all’ennesima sconfitta di questa Giunta sulle tematiche venatoria, errori dei quali, come sempre, a pagare le conseguenze saranno in primis contadini e cacciatori, oltre ovviamente la società civile ed in generale il territorio. Restano aperti molti capitoli e sospese diverse domande: Chi pagherà la tabellazione dei nuovi confini? Chi avvertirà i cacciatori degli spostamenti dei confini di fatto già attivi sul territorio?

Chiediamo alla Regione chiarimenti che permettano ai cacciatori di iniziare la stagione attrezzati con il giusto bagaglio di certezze.


Fonte: arcicaccianazionale.it del 28 settembre 2020

 

giovedì 17 settembre 2020

La Regione Abruzzo approva il Piano Faunistico Venatorio. Il WWF: ora 30 giorni per chiedere il divieto di caccia sui propri terreni

Comunicato stampa del 16 settembre 2020 

Con 15 anni di ritardo la Regione Abruzzo approva il Piano Faunistico Venatorio, ma perde l’occasione per definire obiettivi di tutela per molti animali protetti 

Il WWF: «Lavorare ora per avvio di ricerche e studi sul patrimonio faunistico regionale» 

Ogni cittadino ha intanto 30 giorni per chiedere il divieto di caccia sui propri terreni 


Il Piano Faunistico Venatorio Regionale abruzzese è stato approvato dal Consiglio Regionale 15 anni dopo la scadenza del precedente. Un passo importante di cui va dato atto alla Regione, ma che non può soddisfare totalmente le Associazioni ambientaliste, in particolare il WWF che chiedeva di rivedere l’impostazione generale del documento, troppo sbilanciato sulle specie di interesse venatorio a discapito di quelle tutelate da normative nazionali e comunitarie. Mancano, infatti, nel PFVR analisi e pianificazione rispetto a molte presenze faunistiche di interesse protezionistico, in contrasto con quanto prevedono la legge quadro nazionale e quella regionale. Si è persa l’occasione per realizzare un documento completo sulla tutela della fauna della nostra Regione e per definire specifici indirizzi di gestione finalizzati alla conservazione delle specie e non solo alla pianificazione venatoria.  


Ora però esiste un documento da cui partire e su cui lavorare attraverso ricerche e studi finalizzati alla conservazione e incremento del patrimonio faunistico regionale. L’invito che il WWF rivolge alla Regione è sempre lo stesso: reimpostare l’approccio fino ad oggi seguito che vede la fauna come “selvaggina” a disposizione dei cacciatori, avviando un nuovo modello di gestione in cui la tutela del patrimonio faunistico sia al centro dell’azione di governo regionale e la caccia sia solo una attività consentita nei limiti fissati dalla legge e dal reale stato di conservazione delle specie. 

E proprio sulla tutela della fauna, l’approvazione del PFRV apre ad una importante possibilità: veder riconosciuto il diritto dei cittadini a vietare la caccia sul proprio terreno. La normativa nazionale sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e sul prelievo venatorio prevede infatti la possibilità per il proprietario o il conduttore di un fondo di chiedere l’esclusione dei propri terreni dalla cosiddetta gestione programmata della caccia (art. 15, commi 3° – 6°, Legge n. 157/1992): per ottenere tale esclusione il proprietario o il conduttore deve inoltrare, entro trenta giorni dalla pubblicazione del piano faunistico-venatorio, al Presidente della Regione richiesta motivata da esaminarsi entro i termini fissati dalla normativa sugli atti amministrativi (art. 2 della legge n. 241/1990 e s.m.i.). 

Il WWF invita la Regione Abruzzo a rendere immediatamente applicabile tale previsione normativa fornendo tutte le informazioni per esercitare questo diritto. 

La richiesta dev’essere accolta se non ostacola l’attuazione della pianificazione faunistico-venatoria (art. 10 Legge n. 157/1992). È accolta, inoltre, in casi specificatamente individuati con norme regionali, quando l’attività venatoria sia in contrasto con l’esigenza di salvaguardia di colture agricole specializzate nonché di produzioni agricole condotte con sistemi sperimentali o a fine di ricerca scientifica, ovvero quando sia motivo di danno o di disturbo ad attività di rilevante interesse economico, sociale o ambientale.  

Si attende quindi l’imminente pubblicazione sul BURA per far partire i 30 giorni entro i quali fare la richiesta di esclusione dei terreni, ma la Regione Abruzzo non ha al momento provveduto, come sarebbe suo dovere nell’interesse dei cittadini tutti, a fare in modo che i proprietari/conduttori siano adeguatamente informati della possibilità di esercitare tale diritto. Non risulta infatti sul sito web istituzionale alcun riferimento alle modalità, alle disposizioni generali e alle condizioni di ammissibilità riferite alle richieste di sottrazione dei fondi agricoli all’attività venatoria, né è chiarito a quale servizio debba essere presentata la richiesta e non è presente idonea modulistica.  

Il WWF, nelle more che la Regione dia un segnale, suggerisce intanto a tutti gli interessati di scrivere una comunicazione via email o posta elettronica certificata (PEC) alla Regione per anticipare la volontà di vietare la caccia nei propri fondi e fornisce al riguardo una traccia. 

 

 

Abruzzo: fondi da sottrarre alla caccia. Come fare? 

Possiedi un fondo o un terreno in Abruzzo? 

Vuoi vietare la caccia o l’accesso ai cacciatori? 

 

È possibile farlo senza spendere soldi per realizzare recinzioni o altri manufatti costosi. Il proprietario o il conduttore che intenda vietare la caccia nel proprio fondo può richiederlo alla Regione, entro trenta giorni dalla pubblicazione del nuovo Piano faunistico-venatorio.  

Il nuovo Piano faunistico-venatorio è stato appena approvato dall’assemblea legislativa della Regione Abruzzo, ma quest’ultima non ancora ha disposto la modulistica, né ha pubblicizzato le disposizioni generali e le condizioni di ammissibilità riferite alle richieste di sottrazione dei fondi agricoli all’attività venatoria.  

Scrivi alla Regione Abruzzo, Dipartimento dello Sviluppo Rurale, Caccia e Pesca chiedendo le modalità e la modulistica per sottrarre il tuo fondo alla caccia, anticipando chiaramente nel testo la volontà di vietare la caccia nei tuoi terreni.  

Posta Elettronica Certificata (PEC): dpd@pec.regione.abruzzo.it  

oppure Posta Elettronica ordinaria: dpd@regione.abruzzo.it 

 

 



WWF Italia ONLUS, Abruzzo
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mercoledì 16 settembre 2020

CONSIGLIO: PEPE, “APPROVAZIONE PIANO VENATORIO MERITO LAVORO CENTROSINISTRA”

L’AQUILA  –  “L’ultimo Piano Faunistico Venatorio venne approvato nel 1992 ed è scaduto nel 2005 – e dopo un lungo lavoro di istruttoria voluto dalla passata Giunta regionale di centrosinistra e portato avanti dal sottoscritto oggi, finalmente, il Piano sarà discusso, e speriamo approvato senza intoppi, in Consiglio Regionale”.

Lo dichiara l’ex Assessore regionale al ramo, Dino Pepe, consigliere regionale del Pd,  alla vigilia del Consiglio Regionale di oggi  in cui ratificato il nuovo Piano Faunistico Venatorio della Regione Abruzzo.

“L’iter per la definizione di questo importante strumento di pianificazione per il nostro territorio ha avuto inizio nel dicembre 2016, grazie all’attento e scrupoloso lavoro del centrosinistra che ha voluto, con forza, un Piano Faunistico Venatorio rinnovato, arricchito e modificato per venire incontro alle richieste delle varie parti in causa. In tal senso lo abbiamo voluto condividere con le varie associazioni faunistiche, venatorie e con il mondo agricolo prima di portarlo definitivamente in Commissione e poi in Consiglio – aggiunge il Consigliere e Vice-Capogruppo Regionale del Pd – e oggi, come avvenne con il Piano Demaniale Marittimo, predisposto dall’ex Assessore Mauro Di Dalmazio e completato dal sottoscritto, questo fondamentale strumento troverà compimento”.

“Non saremmo arrivati infatti alla conclusione dell’iter di approvazione se non ci fosse stata una fattiva collaborazione da parte del gruppo del centrosinistra che, dopo aver avviato questo progetto a fine 2016, ha proseguito, anche dall’opposizione, un attento e scrupoloso lavoro che oggi porterà finalmente a tagliare questo importante traguardo” conclude Pepe. “Il lavoro della Giunta precedente risulta evidente anche nella stesura della libera che riporta fedelmente tutto il percorso iniziato nel 2016”.


Fonte: abruzzoweb.it del 15 settembre 2020

 

Approvato dal consiglio regionale il nuovo piano faunistico venatorio, l'assessore Imprudente: "Atto storico"

 Approvato dal consiglio regionale il nuovo piano faunistico venatorio, l'assessore Imprudente: "Atto storico"

Approvato ieri 15 settembre dal consiglio regionale il nuovo piano faunistico venatorio. Soddisfatto l'assessore Imprudente, che ha lavorato per stilare il documento. L'ultimo piano era stato approvato nel 1992 ed era scaduto nel 2005. Si tratta di un documento fondamentale per la programmazione e regolamentazione dell'attività venatoria sul territorio abruzzese, e che punta a tutelare sia la fauna selvatica che gli stessi operatori della caccia.

Il pianto è stato approvato all'unanimità, e come sottolinea l'assessore regionale è flessibile, preciso e soprattutto partecipato in quanto nella fase di redazione sono stati ascoltati più volte i portatori d'interesse del settore ambientale e venatorio:

"E' il principale strumento di programmazione e pianificazione territoriale attraverso il quale la Regione definisce le linee guida e gli obiettivi della pianificazione faunistico-venatoria, tenendo conto delle realta' ambientali e socio-economiche- sottolinea Imprudente- Attraverso il piano si attua una razionale pianificazione territoriale e si consente di tutelare e conservare la fauna selvatica. In questo modo si tutelano l'equilibrio territoriale e gli habitat, prevedendone anche la riqualificazione. La caccia sara' disciplinata affinche' sia attuata in modo sostenibile ed e' lo strumento che ci consentira' anche di varare nei prossimi anni calendari venatori in linea con le altre regioni a noi confinanti".

 Approvato dal consiglio regionale il nuovo piano faunistico venatorio, l'assessore Imprudente: "Atto storico"
Nel dettaglio, fra le principali voci contenute nel documento le oasi di protezione destinate al rifugio, riproduzione e sosta della fauna selvatica, le zone di ripopolamento e cattura con tempi e modalità utili all'ambientamento fino alla ricostituzione e stabilizzazione della densità faunistica ottimale per il territorio. Stabiliti anche i criteri per i risarcimenti in favore dei proprietari o conduttori di fondi rustici per i danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole.

Fonte: ilpescara.it del 16 settembre 2020

Fonte: “

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venerdì 11 settembre 2020

Il WWF: «Il Piano Faunistico Venatorio non sia un’occasione persa per la fauna abruzzese»

Comunicato stampa 8 settembre 2020 

Il WWF: «Il Piano Faunistico Venatorio non sia un’occasione persa per la fauna abruzzese» 

Il Piano, adottato dalla Giunta, è in discussione in commissione regionale prima dell’approdo in Consiglio, ma l’associazione del Panda chiede profonde modifiche 

La fauna selvatica “appartiene” allo Stato e quindi a tutti i cittadini, non solo ai pochi cacciatori 

*** 

In discussione da oggi in sede di commissione regionale il Piano Faunistico Venatorio Regionale (PFVR), adottato a fine agosto dalla Giunta con DGR n. 522/C.  

Si tratta di uno strumento che si attendeva da anni, fondamentale per la gestione e la programmazione delle azioni volte alla conservazione della fauna abruzzese. Un’occasione importante da non vanificare.  

Dopo aver presentato osservazioni in fase di VAS e VINCA, il WWF Abruzzo, attraverso l’Avv. Antonello Santilli, Presidente del WWF Abruzzo Montano, ha partecipato oggi all’audizione nella Terza commissione del Consiglio regionale, ribadendo le proprie critiche al Piano. 

Innanzitutto non convince l’impostazione generale del documento, sbilanciato sulle specie di interesse venatorio a discapito di quelle tutelate da normative nazionali e comunitarie. Mancano analisi e pianificazione rispetto a molte presenze faunistiche di interesse protezionistico, in contrasto con quanto prevedono sia la legge quadro nazionale (Legge n. 157/92) sia quella regionale (Legge n. 10/2004) che pongono l’accento in particolare sulla conservazione delle specie protette.  

«Il Piano in discussione – sottolinea il Delegato Abruzzo del WWF Italia Filomena Ricci – è vocato più al “venatorio” che al “faunistico” e lo fa con clamorose omissioni: dimentica ad esempio tutto il gruppo dei Chirotteri e non prende in alcuna considerazione specie come l’Istrice, l’Aquila reale e il Falco pellegrino, giusto per citare solo alcune delle più note. E non solo questo: nella trattazione delle specie manca un quadro esaustivo dei fattori di minaccia e delle azioni di mitigazione previste; per gli animali considerati in declino o in forte stress non vengono esplicitati obiettivi quantificabili, misurabili e raggiungibili che portino al miglioramento dello status delle popolazioni».   

Per l’Orso bruno marsicano, simbolo dell’Abruzzo, manca nel Piano una visione organica degli obiettivi da raggiungere per la conservazione di questa sottospecie unica al mondo. «La Regione – sottolinea Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia – deve definire azioni innovative e coraggiose e individuare strumenti operativi che vadano a potenziare la conservazione nei corridoi di connessione e nelle aree di espansione: la sfida per l’Orso marsicano si vince al di fuori delle grandi aree protette». 

Il Piano, dimostrandosi prono ai soli interessi venatori, peraltro neppure condivisi da tutti i cacciatori, ipotizza in più passaggi la possibilità di far sparare ai Cervidi. Un’ipotesi che non si può prendere in alcuna considerazione per diverse ragioni: lo scadente stato attuale delle conoscenze su queste specie; il loro ruolo fondamentale nella catena alimentare (rappresentano, ad esempio, un’importante fonte trofica per il Lupo); la pressione immensa che l’eventuale caccia ai Cervidi comporterebbe nelle aree di presenza dell’Orso bruno marsicano, al di fuori dei Parchi, aggiungendo ulteriore stress in aree dove la caccia ad altre specie è già permessa. Il Piano, del resto, per Cervo e Capriolo, ma anche per il Cinghiale (le popolazioni di ungulati in genere) riporta dati raccolti per una o al massimo due annualità e se la programmazione deve basarsi su queste sole tabelle si parte con un impianto metodologico falsato.  

Rispetto ai danni alle colture agricole manca inoltre uno studio complessivo degli interventi di prevenzione: il PFVR avrebbe dovuto rappresentare l’occasione per attivare azioni sperimentali, riportate a scala ampia e monitorate nel tempo, per studiare come la messa in sicurezza delle colture e delle infrastrutture viarie possa far diminuire i danni e in che percentuale questo avvenga. Invece… 

«Il Piano adottato dalla Giunta – aggiunge Claudio Allegrino, coordinatore regionale delle Guardie WWF – omette di effettuare considerazioni in merito alla vigilanza venatoria in Abruzzo, che ha subito un grave ridimensionamento delle unità preposte per l’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri e per lo smantellamento di fatto delle Polizie Provinciali. La Regione non ha predisposto, in questi ultimi anni, alcun provvedimento per sanare queste carenze. Sarebbe necessario, invece, un intervento immediato per l’istituzione di un Corpo di Polizia Regionale che possa ripristinare l’organico come indicato dal Piano Nazionale di contrasto al bracconaggio approvato dalla Conferenza Stato-Regioni nel marzo 2017». 

Il WWF chiede che si apra una fase di riflessione più approfondita sul Piano che porti a revisioni e integrazioni, alla luce delle osservazioni già inviate. 

«Evitiamo di sciupare una importante occasione – conclude Filomena Ricci – e soprattutto ricordiamoci sempre che la fauna “appartiene” allo Stato e quindi a tutti i cittadini, non già alla sempre più esigua minoranza dei cacciatori». 



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lunedì 7 settembre 2020

La stagione venatoria in Abruzzo si apre con il solito regalo ai cacciatori. Il WWF: la caccia a settembre un danno per tutta la fauna selvatica.

Comunicato stampa del 3 settembre 2020  

 

La stagione venatoria in Abruzzo si apre con il solito regalo ai cacciatori: 

preapertura 5 e 6 settembre su alcune specie. 

Il WWF: la caccia a settembre un danno per tutta la fauna selvatica. 

 

Con le prime giornate di preapertura ad alcune specie, il 5 e il 6 settembre si avvierà la stagione venatoria 2020. 

Il WWF, come ogni anno, ha presentato le proprie osservazioni al calendario venatorio nelle sedi opportune, in fase di consulta venatoria, nell’iter della Valutazione di Incidenza Ambientale e con le audizioni al Comitato VIA. Con soddisfazione constatiamo che molte delle indicazioni fornite dall’Associazione per questo calendario venatorio, ma anche nelle annualità precedenti, sono state recepite e col tempo la disciplina venatoria della nostra Regione ha subito importanti modifiche a tutela della fauna selvatica che permetteranno di salvare migliaia di animali. 

Restano molte perplessità su alcuni punti del calendario venatorio.  

La caccia a settembre è un aspetto molto critico e sarebbe stato opportuno accogliere le indicazioni del WWF, ma anche dell’ISPRA, definendo un’unica data di apertura al 1° ottobre, rendendo anche i controlli più realistici ed efficaci. Come il WWF ripete ogni anno, le preaperture dovrebbero essere una deroga concessa solo in presenza di rigorose e determinate condizioni scientifiche, ma invece è diventata una consuetudine, tanto più fastidiosa, soprattutto se si prevede la preapertura al 5 settembre con un calendario venatorio pubblicato a fine agosto, evidentemente per rendere più difficile, se non impossibile un eventuale ricorso amministrativo.  

La caccia a settembre ha un pesante impatto su tutte le specie, anche quelle non direttamente cacciabili nei giorni di preapertura. Tutta la fauna, infatti, risente del disturbo in un momento particolarmente sensibile: quando i piccoli dell’anno sono ancora immaturi, le specie migratrici devono prepararsi ai lunghi voli di ritorno verso i luoghi di svernamento, la scarsità di acqua e cibo a causa della siccità e degli incendi ha già debilitato molte specie. A tutto ciò vanno aggiunti gli immancabili abbattimenti illeciti di specie non cacciabili, nonché il disturbo e l’interferenza con l’attività turistica e di fruizione del territorio. 

La non definizione della disciplina venatoria nell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, seppur perimetrata e definita dalla stessa Regione Abruzzo, è sicuramente un’altra falla del calendario. Ad oggi deve essere ancora chiarito come sarà concretamente regolamentata e su questo il WWF attende le scelte della Regione per valutare eventuali azioni. 

“La caccia è un’attività consentita in Italia, ma con determinate regole e sempre partendo dal fatto che la fauna rappresenta un patrimonio dello Stato”, dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia. “Come WWF pretendiamo quindi che le norme siano rispettate e correttamente applicate nell’interesse di tutti i cittadini e non di una piccola minoranza. Ribadiamo per questo la volontà di avere un dialogo aperto con la Regione Abruzzo per affrontare la questione venatoria in un ambito più ampio e complesso che non la sola interazione a ridosso della pubblicazione del calendario venatorio. Il WWF augura un buon lavoro a tutte le Forze di Polizia chiamate a vigilare sulla corretta applicazione delle norme spesso in territori estesi e con mezzi e personale limitati. Per i cacciatori, invece, l’augurio è sempre quello che possano decidere di rinunciare ai fucili e godere della bellezza della natura senza distruggerla”.  



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