mercoledì 30 ottobre 2013

Abruzzo: Febbo, all'avanguardia nella gestione faunistico-venatoria

(ASCA) - L'Aquila, 29 ott - Una riunione per la definizione del Regolamento regionale per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati in Abruzzo e' stata convocata dall'assessore alla Caccia della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, per domani, mercoledi' 30, alle ore 10:30, presso la sede della Provincia di Pescara. L'incontro, al quale sono stati invitati i componenti della Consulta regionale della Caccia e della Conferenza permanente degli A.T.C (Ambito Territoriale di Caccia), ha lo scopo, come spiega Febbo, ''di illustrare il documento predisposto dalla Direzione Politiche agricole e sottoposto alla valutazione dell'Ispra, per un proficuo lavoro di raccolta, scambio ed esame di suggerimenti e proposte''. Per l'Assessore ''una corretta gestione faunistico-venatoria degli ungulati e' finalizzata a garantire la conservazione delle specie, assicurando un equilibrato rapporto delle stesse con l'ambiente''. Il documento si compone di 21 articoli all'interno dei quali vengono trattate alcune problematiche legate a cinghiali, cervi e caprioli. Innanzitutto, per consentire il raggiungimento di densita' ottimali delle specie, attraverso la destinazione differenziata del territorio, la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio. ''Queste specie, se gestite correttamente - fa' notare Febbo - possono rappresentare una vera e propria risorsa economica.

L'attenzione viene rivolta, in particolare, alla riduzione dei danni alle colture agricole, alla opportunita' di commercializzare la carne degli animali abbattuti, nel pieno rispetto dei regolamenti comunitari''. Una migliore regolamentazione delle specie, anche sotto il profilo venatorio, permettera' un cospicuo introito economico per gli ATC e le 4 Province; tale introito sara' reinvestito in azione di prevenzione danni e monitoraggio delle specie.

''Questo documento - conclude Febbo - rappresenta la base di partenza per un confronto con tutti gli attori interessati e ci aspettiamo a breve di ricevere le eventuali osservazioni che saranno vagliate dai tecnici della Direzione, per poi iniziare l'iter amministrativo per l'approvazione''.

lunedì 21 ottobre 2013

Valle Santa Barbara (Ch), si torna a caccia

Ritirato il provvedimento di revoca della Provincia

CASTIGLIONE MESSER MARINO - Si torna a cacciare all'interno dell'azienda agrituristico-venatoria "Valle Santa Barbara" di Castiglione Messer Marino. 
"Da domani siamo pienamente operativi, - spiega Costantino Breda, tra i soci dell'azienda - torniamo in attività perché la revoca disposta dalla Provincia è stata ritirata".
Nelle scorse settimane la Provincia aveva revocato le autorizzazioni a svolgere qualsiasi tipo di attività venatoria sui terreni ricadenti all'interno dell'azienda, pare a causa di un ritardo nel pagamento del canone annuo. I soci di "Valle Santa Barbara" presentarono ricorso contro quel provvedimento, annunciando contestualmente azioni di rivalsa nei confronti della Provincia per i danni subiti.
Pare che quel ricorso sia stato accolto e da domani, ma solo perché oggi è venerdì dunque silenzio venatorio, le doppiette torneranno in azione.

lunedì 14 ottobre 2013

Scoperti bracconieri a caccia coi cani in aree protette. I cacciatori spesso “sconfinano” alla ricerca delle loro prede

Bloccati a quota 2.100 metri nel parco naturale Sirente-Velino. Cacciavano coturnici: rischiano 13mila euro di multa e arresto

CACCIA IN AREE PROTETTE: DUE BRACCONIERI A CACCIA DI COTURNICI FERMATI E DENUNCIATI DALLA FORESTALE . Sono stati bloccati e denunciati dal personale del Corpo Forestale dello Stato F.C., di 32 anni, e D.M., di 35 anni, residenti nel Lazio a Marino (Roma) e Latina, per aver effettuato attività di caccia vietata in aree protette, con l’ausilio di fucili calibro 12 e di due cani Setter da caccia. I bracconieri, cui è stata sequestrata l’arma, sono stati denunciati e deferiti all’Autorità Giudiziaria. Rischiano fino a sei mesi di arresto ed un’ammenda di 13.000 Euro. Sale così a cinque il numero di bracconieri sorpresi sul Monte Ocre, una delle aree più remote del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, caratterizzata da intatti habitat di alta quota e contemporaneamente molto prossima alla città dell’Aquila e alla zona contigua del Parco, ove la caccia è consentita.

IL PRECEDENTE LO SCORSO ANNO. Il personale dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità dell’Aquila del Corpo Forestale dello Stato, che gestisce la Foresta Demaniale Regionale “Acquazzese” per conto della Regione Abruzzo, aveva già sorpreso altri tre bracconieri lo scorso anno, proprio nella stessa area e nello stesso periodo, che coincide con quello di apertura della caccia alla coturnice. L’area del Monte Ocre, caratterizzata da praterie naturali e habitat rupestri a elevata biodiversità e valore ambientale in quanto ricche di specie animali e vegetali di particolare pregio, si trova al centro dell’areale di diffusione della coturnice (Alectoris graeca ssp. saxatilis), specie fortemente minacciata e protetta a livello europeo dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE. Tale entità, endemica degli Appennini Centrali, conta un totale di appena poche centinaia di individui: in questo contesto, le popolazioni del Massiccio del Velino (del quale l’area in questione costituisce la parte più settentrionale) sono tra quelle più importanti dell’intero areale di diffusione della specie, in quanto ne costituiscono il principale “serbatoio biologico”. La principale minaccia alla conservazione della specie è considerata proprio la pressione venatoria. In base al Calendario Venatorio 2013-2014 della Regione Abruzzo ed a quello dell’Amministrazione Provinciale dell’Aquila, la caccia a tale specie è consentita soltanto con modalità particolari e in limitatissime aree, la più prossima delle quali si trova a circa 3 chilometri a Sud-Ovest del punto di accertamento del reato.

LA PIANIFICAZIONE DEI CONTROLLI. L’Ufficio Territoriale per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato intensificherà le attività di controllo dell’area amministrata, per tutelare il prezioso patrimonio di biodiversità cui è preposto. Il territorio della Foresta Demaniale Regionale, esteso 435 ettari da 1.320 metri di quota alla cresta del Monte Ocre (m 2.209), è interamente compreso in quello del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino e in due aree della Rete europea Natura 2000 (il Sito di Interesse Comunitario n. IT7110206 “Monte Sirente e Monte Velino” e la Zona di Protezione Speciale n. IT7110130 “Sirente Velino”). Tra le attività svolte, la sistemazione di un sentiero-natura per l’escursionismo naturalistico e il monitoraggio della flora e della fauna. Nel solo 2013, sono state censite più di 300 specie vegetali, tra le quali alcune rarissime e minacciate, e più di 30 specie di uccelli. Ed è proprio nei pressi del sentiero-natura in corso di sistemazione, che il Vice Questore Aggiunto Forestale Bruno Petriccione, biologo, con altro personale del Corpo Forestale, ha bloccato i soggetti denunciati, a caccia proprio di quelle coturnici che costituiscono una delle specie più rare e minacciate della Foresta Demaniale e di tutto il Parco Regionale del Sirente-Velino. L’area in questione si trova a 500 metri dal confine del Parco, oltre il quale i cacciatori spesso “sconfinano” alla ricerca delle loro prede, trasformandosi a tutti gli effetti, dal punto di vista giuridico, in veri e propri bracconieri.

martedì 8 ottobre 2013

Castiglione Messer Marino. Caccia, l’azienda Valle Santa Barbara: Chiederemo i danni alla Provincia

Attività venatoria: l’azienda Valle Santa Barbara impugna la revoca delle autorizzazioni e chiede i danni alla Provincia.Nuovo capitolo della querelle in corso tra l’azienza di Castiglione Messer Marino e la Provincia di Chieti. Nelle scorse settimane l’ente chietino ha revocato le autorizzazioni alla caccia all’interno dei territori gestiti dall’azienda. Alla base del provvedimento il ritardo nel pagamento della tassa di concessione regionale.”Ci saremmo aspettati al massimo una sanzione, non certo la revoca delle autorizzazioni all’attività venatoria. – commenta, amareggiato, Costantino Breda, uno dei soci della nuova gestione aziendale – Abbiamo già prodotto ricorso contro la revoca disposta dalla Provincia e siamo pronti a ricorrere anche al Tar. Non c’è stato un mancato pagamento della quota, forse, ma è ancora da dimostrare, solo un ritardo e ciò, se fosse vero, non giustificherebbe la revoca delle autorizzazioni. Avrebbero potuto darci uno stop di un mese o elevare nei nostri confronti una sanzione, invece, inspiegabilmente, hanno preferito revocarci tutte le autorizzazioni”.Costantino Breda non vuole sbilanciarsi in giudizi affrettati, ma alla nostra esplicita domanda, ha ammesso che probabilmente sulla decisione della Provincia hanno pesato le pressioni derivanti sia da parte del mondo politico che da quello delle associazioni venatorie.E dopo aver comunicato il ricorso, in tutte le sedi, contro la revoca autorizzativa, Breva va oltre, annunciando azioni di rivalsa nei confronti dell’ente chietino: “La revoca disposta dalla Provincia ci ha danneggiato sin nell’immediato. Abbiamo avuto un mancato lucro, perché abbiamo perso alcune iscrizioni da parte di cacciatori e di intere squadre interessate a praticare la caccia sui nostri magnifici territori. Possiamo stimare, al momento e solo in queste prime settimane, cifre di qualche decina di migliaia di euro, comunque è un danno che calcoleranno con precisione i nostri legali e di cui chiederemo conto direttamente alla Provincia”.