mercoledì 29 ottobre 2014

Casoli (Ch), oasi di Serranella: Cacciatori entrano in area protetta

Casoli (Chieti) 29 ott. '14 - Brutta sorpresa la scorsa settimana alla riserva naturale Oasi di Serranella a Casoli, area verde di 302 ettari diventata riserva regionale nel 1990. Nonostante il divieto di caccia, si tratta di un area protetta, alcuni cacciatori si sono intrufolati all'interno per una battuta di caccia con tanto di fucili e cani. A notare i cacciatori un fotografo amatoriale che ha sentito le voci e poi, avvicinandosi, si è accorto che si trattava di cacciatori. Subito sono stati avvertiti i responsabili ma, a loro volta, anche i cacciatori si sono allertati visto che prima si sono nascosti e poi si sono dati alla fuga. Ad ogni modo sono state prese le targhe che sono state segnalate alla Forestale che poi provvederà a controllare. "Non penso sia la prima volta che succede - ci spiega Andrea Natale volontario Wwf dell'Oasi Lago di Serranella - credo ci siano stati altri casi. Il problema è la mancanza di controlli, una carenza dovuta ai tagli. Basta pensare che in tutto il territorio provinciale ci sono solamente tre pattuglie che, giustamente, non hanno il dono dell'ubiquità". 

Mancanza di personale per i controlli con conseguenti ritardi negli interventi: "L'episodio è avvenuto nel fine settimana - prosegue Natale- e i pochi uomini disponibili non lavoranoin quei giorni. Si tratta di orario extra lavorativo e gli straordinari adesso non li pagano. Noi stessi siamo andati a segnalare le targhe alla Forestale il lunedì". Gli unici ad ispezionare l'Oasi sono i volontari del Wwf:"Cha fanno molto - conclude Andrea Natale - ma non possono intervenire in situazioni pericolose come questa. I cacciatori erano armati di fucile. Un colpo in caso di discussione accesa può partire involontariamente. A breve chiederemo un incontro con tutte le forze dell'ordine per decidere, insieme, eventuali potenziamenti per i controlli". 

In alcuni casi i cacciatori rimangono fuori dalle aree protette e si intrufolano con diverse scuse che usano quando vengono colpi sul fatto: "Abbiamo perso il cane e siamo andati a cercarlo, è quella più usata - ci spiega Natale - in buona fede uno può anche crederci ma se vanno a cercare il cane non penso si debba portare il fucile come è capitato molte volte". 
Piergiorgio Di Rocco

mercoledì 22 ottobre 2014

Abruzzo. Agricoltori contro la caccia senza regole

Caccia al cinghiale: la necessità di contenere la popolazione e di tamponare le incursioni sui campi coltivati ha il rovescio della medaglia. Che ad alcuni residenti nel territorio tra Penne e Montebello Di Bertona, nel Pescarese, sarebbe addirittura superiore ai benefici. E raccontano che tranne il martedì e il venerdì, giorni di proibizione dell’attività venatoria, nell’agro di Montebello si va a caccia « dalle prime luci dell’alba a sera inoltrata. La proibizione di sparare vicino e tra le case, di non poter esercitare l’attività venatoria sui terreni coltivati ad ulivi fino alla fine del raccolto, di non lasciare sul terreno i bossoli, di non imbracciare il fucile stando vicino o sulla strada, viene totalmente elusa». Quindi si pone l’accento sulle problematiche inerenti «la sicurezza sul lavoro degli agricoltori che rischiano la pelle mentre lavorano i loro terreni». In particolare a contrada Mirabello «per via della facilità di accesso che consente ai cacciatori, muniti di radio portatili, di rimanere nei pressi delle auto e di chiudere, con tecniche da operazione militar, l’intera zona». Al di là dei toni e delle segnalazioni, ci sarebbe il fatto che «la Guardia forestale, a corto di uomini e mezzi, non riesce a fare fronte alle segnalazioni provenienti da otto comuni. Ma è la sicurezza sul lavoro degli agricoltori il capitolo più inquietante: i cacciatori per salvaguardarsi e evitare di spararsi tra di loro, come accaduto in diverse parti d’Italia, indossano pettorine arancioni. Chi lavora o passeggia per i propri terreni cosa dovrebbero indossare? E perché dovrebbero farlo essendo sulla loro proprietà privata?».


martedì 21 ottobre 2014

Calendario venatorio 2014-2015: il WWF non presenterà ricorso. “C’è qualche passo in avanti. Ora la Regione dialoghi seriamente con gli ambientalisti”

Calendario venatorio 2014-2015: il WWF non presenterà ricorso

“C’è qualche passo in avanti. Ora la Regione dialoghi seriamente con gli ambientalisti”

La salvaguardia dell’orso marsicano resta una priorità assoluta

È indispensabile in Abruzzo una gestione più rispettosa della immensa ricchezza rappresentata da un eccezionale patrimonio di biodiversità e dall’orso in particolare. Il calendario venatorio e più in generale la politica regionale devono compiere ulteriori passi in avanti per essere in linea con le reali necessità di tutela e preservazione di questa specie e con quanto dichiarato dal governo regionale qualche settimana fa, subito dopo la perdita dell’ennesimo esemplare, avvenuta a Pettorano sul Gizio.

Chi ci governa è chiamato a tutelare con serietà e puntualità una specie di straordinario rilievo a livello mondiale come l’orso. L’intera politica di gestione del territorio, così come quella dell’attività venatoria, devono essere in linea con tale esigenza e mostrare un impegno straordinario. L’Abruzzo ha infatti la grande responsabilità e il dovere di conservare e di mantenere per le generazioni future l’unica popolazione vitale di orso bruno marsicano ancora vivente. Riconoscendo tuttavia alcuni passi positivi e l’impegno dichiarato dall’Assessore Dino Pepe, il WWF ha deciso di non ricorrere sul calendario venatorio.

“È stata – commenta il delegato regionale Luciano Di Tizio - una scelta difficile, attentamente valutata con gli esperti a livello nazionale e locale della nostra associazione e con l’avv. Michele Pezone, autore dei recenti ricorsi sulla caccia presentati alla giustizia amministrativa, tutti accolti. Alla fine è prevalsa la volontà di concedere fiducia a un governo regionale e a un assessore eletti da pochi mesi, nella speranza che le promesse vengano seguite in breve da fatti concreti. Chiarisco subito tuttavia che non abbiamo firmato una cambiale in bianco: il WWF continuerà a vigilare e chiede passi concreti per avviare una diversa e migliore gestione venatoria. Le più importanti associazioni dei cacciatori hanno del resto anch’esse firmato col Ministero dell’Ambiente un protocollo per la tutela dell’orso, riconoscendo che ci troviamo in una eccezionale situazione di rischio che richiede provvedimenti eccezionali. La prossima mossa spetta all’assessore Pepe: convochi un tavolo per avviare una discussione a tutto campo sulle problematiche che il suo assessorato è chiamato a gestire”.

Il calendario venatorio del resto, pur se di enorme importanza, rappresenta solo uno degli aspetti del problema: è necessario un maggiore e più puntuale rispetto a tutto campo degli impegni che la Regione ha assunto sottoscrivendo il PATOM, Piano per la tutela dell’orso marsicano. “Un passo avanti – conclude Massimiliano Rocco, Responsabile Specie e LIFE Arctos per il WWF Italia - è stato compiuto con gli ultimi impegni assunti e con la nomina di un rappresentante nella AG, ora ci aspettiamo che si prosegua su questa strada anche attraverso una pianificazione territoriale adeguata, con l’impegno a diversificare seriamente nello spazio e nel tempo l’attività venatoria e a non rischiare che tale pratica possa interferire con la conservazione dell’orso né di altre specie, la lepre italica ad esempio, che necessitano di interventi straordinari e di scelte che possono sembrare anche impopolari ma che consentirebbero di non perdere nessun elemento della nostra meravigliosa biodiversità regionale”.

Pescara, 13 ottobre 2014

domenica 19 ottobre 2014

Civitaluparella (Ch): 6 cacciatori denunciati e 25 allodole sequestrate

Controlli della Forestale tra Chieti e L’Aquila nell’area protetta del parco nazionale della Majella. I cacciatori utilizzavano richiami acustici vietati


GUARDIAGRELE. Il Coordinamento Territoriale per l'Ambiente (Cta) di Guardiagrele e il Comando Provinciale di Chieti del Corpo Forestale dello Stato hanno effettuato una serie di controlli sull' attività venatoria in atto in diverse zone del parco nazionale della Majella perché erano forti i sospetti di azioni illecite all'interno della area protetta ed a ridosso della stessa.
All'alba una delle pattuglie coinvolte, nel comune di Roccapia (L’Aquila), in località Sant’Egidio, in zona B del Parco Nazionale della Majella, ha individuato e sequestrato un richiamo acustico elettromagnetico utilizzato in ambito venatorio per attirare la selvaggina, in un campo cespugliato completo di batteria e perfettamente funzionante.
Sul versante chietino, le pattuglie composte dai Comandi stazione di Cansano, Popoli bis, Lettomanoppello, Palena e del Cta, in collaborazione con i Comandi stazione di Torricella Peligna e di Villa Santa Maria, dipendenti dal Comando Provinciale di Chieti, hanno sequestrato a Civitaluparella (CH) altri richiami ed hanno colto in flagranza sei cacciatori, che a breve distanza dai dispositivi illeciti attendevano pronti per colpire la selvaggina attirata in maniera fraudolenta. Quando sono stati identificati, i cacciatori avevano già abbattuto 25 allodole.
I cacciatori: S.D.C. di anni 30, D.D.A. di anni 24, A.D.C. di anni 28, F.T. di anni 27, A.D.U. di anni 24, A.D.B.B. di anni 24 sono stati denunciati all'autorità giudiziaria. Sequestrati i richiami acustici elettromagnetici ed i venticinque capi di allodole. Durante le perlustrazioni, è stata elevata una sanzione amministrativa ad un tartufaio che contrariamente alle disposizioni dettate dalla normativa sulla raccolta dei tartufi, utilizzava un numero di cani oltre il consentito, nel comune di Palena.

sabato 11 ottobre 2014

Scanno (Aq). Sparano agli uccelli protetti Denunciati due cacciatori

SCANNO. Sono stati bloccati e denunciati dalla Forestale della stazione di Scanno due bracconieri che, oltre ad essere sprovvisti della regolare autorizzazione dell’Ambito territoriale per l’esercizio di caccia nel territorio dell’alta Valle del Sagittario, hanno abbattuto due splendidi esemplari di coturnice. Gli agenti del comando di Scanno non hanno reso note le generalità dei due bracconieri.

Le due persone, a cui sono stati sequestrati i due fucili calibro 12, sono denunciate e deferite alla Procura di Sulmona. Rischiano un’ammenda fino a 10mila euro per l’attività di caccia agli uccelli in un area vietata. L’area di protezione esterna al Parco nazionale d’Abruzzo, dove sono stati bloccati i due cacciatori dopo l’appostamento delle guardie forestali, si trova al centro dell’areale di diffusione della coturnice, specie fortemente minacciata e protetta a livello europeo dalla Comunità europea.
Massimiliano Lavillotti

domenica 5 ottobre 2014

"Partecipata" manifestazione dei cacciatori abruzzesi per protestare contro il calendario venatorio

La manifestazione dei cacciatori abruzzesi organizzata per  protestare nei confronti del Governo regionale si è tenuta venerdì 3 ottobre a Pescara davanti alla sede distaccata della Regione Abruzzo in via Catullo. I cacciatori delle diverse associazioni venatorie contestano il calendario venatorio 2014/2015, dove, a loro dire, “emergono gravi lacune e disparità tra cacciatori”. 

i cacciatori abruzzesi sotto la sede della Regione

Parco Nazionale d’Abruzzo – L’orso Ferroio morto per cause naturali, ma nel corpo pallini da caccia

GEAPRESS – “Ferroio”, l’Orso bruno marsicano trovato morto il 9 Giugno scorso nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è stato ucciso da un altro Orso.

Questo il risultato ai quali è giunto il Centro di Referenza Nazionale per la medicina forense veterinaria dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, di Grosseto. L’esame necroscopico ha infatti evidenziato la causa di morte naturale, ma anche una poco insolita sorpresa.

Un fatto, quello dell’uccisione da parte di un altro orso, che, a detta del Parco Nazionale, non di rado avviene. Anche un orso di stazza non indifferente, come “Ferroio”, può essere sopraffatto da un suo conspecifico, più grande e/o più forte di lui.

A questo proposito il Parco Nazionale ricorda come nel corso di una precedente cattura utile a munirlo di radiocollare (cattura avvenuta nel giugno 2008) erano state rinvenute diverse ferite da morso sul naso e sul collo. Secondo il Parco si trattava dell’esito di combattimenti tra maschi nel corso della stagione riproduttiva. Ferroio allora aveva sei anni di età e pesava 112 chilogrammi.

Il Parco precisa come l’attenzione su Ferroio nel corso degli anni è stata continua. L’animale era stato seguito per anni dai Servizi Scientifico e Veterinario dell’Ente, monitoraggio che ha permesso anche di evidenziarne la grande mobilità, a conferma dei continui e lunghi spostamenti che diversi orsi viventi nel Parco Nazionale d’Abruzzo compiono regolarmente verso aree montane anche molto distanti dall’area principale.

Con il monitoraggio telemetrico è stato anche possibile determinare l’home range di Ferroio, cioè l’area di primaria frequentazione, che è stata calcolata intorno ai 190 km² (come l’area di un quadrato di lato 14 Km). Nell’autunno del 2006 si aggirava sulle montagne della Duchessa (Riserva Naturale), mentre in quello del 2008 è stato osservato nei dintorni di Scanno, Pescasseroli, Barrea e Villa Scontrone, entrando in letargo il 17 dicembre, per restarci circa 85 giorni.

Nella primavera precedente era stato segnalato nel reatino, in Comune di Micigliano, mentre nel giugno del 2013 era stato individuato nel Comune di Roccapia, nel Parco Nazionale della Majella. Ricatturata nel 2011 per toglierle il collare, il peso dell’animale era arrivato a 197 Kg.

Il Parco Nazionale d’Abruzzo ricorda che l’orso “Ferroio” fu trovato dalle Guardie del Servizio Sorveglianza del Parco in località Prato Cardoso, nei pressi della località che porta il suo nome, a confine fra i Comuni di Civitella Alfedena e Scanno, in stato di avanzata decomposizione, probabilmente morto qualche giorno prima e parzialmente consumato da predatori necrofagi di passaggio, evento del tutto naturale.

Gli esami tossicologici fatti sui resti dell’animale, tesi ad accertare se la morte fosse stata causata da sostanze tossiche, hanno dato esito negativo, così come quelle tendenti ad evidenziare eventuali patologie. Un fatto, forse ancora più negativo della causa della morte, se possibile, è l’aver trovato sul corpo dell’animale dei pallini da caccia, come anche su altri orsi in passato, secondo il Direttore del Parco “a testimonianza di una perversa e brutale pratica, quella di prendere di mira gli Orsi, sicuramente di pochi delinquenti che deve essere stroncata una volta per sempre”.

Caccia, nuovo attacco a Pepe. Febbo: "Chieda scusa ai cacciatori"

L'Aquila. Dopo il duro attacco di Federcaccia, arriva un nuovo affondo contro l'assessore regionale Dino Pepe. "Come volevasi dimostrare: non solo l'assessore Pepe non ha chiesto scusa ai cacciatori prendendo atto dell'inadeguatezza delle decisioni in materia di Calendario venatorio, ma si e' anche negato al confronto, lasciando l'incombenza di rispondere alle richieste dei cacciatori a un funzionario della Regione". Cosi' il presidente della Commissione di Vigilanza regionale, Mauro Febbo.

"Questa mattina il delegato alla Caccia avrebbe potuto incontrare i cacciatori giunti da tutta la regione a Pescara ma cosi' non e' stato. Sarebbe stata un'ottima occasione per confrontarsi cosi' come facevo io, a volte anche alzando i toni, quando ricoprivo lo stesso ruolo, magari per spiegare il perche' di certe inspiegabili decisioni in materia venatoria che stanno scontentando non solo i cacciatori. Ma del resto, bisogna prendere atto che affrontare le questioni importanti che riguardano il proprio assessorato passano in secondo piano quando bisogna rispondere al richiamo del Presidente che deve tenere una conferenza stampa per mettere in vetrina 100 giorni di slogan elettorali. A Dino Pepe - conclude Febbo - torno a fare la stessa richiesta: faccia le sue scuse ai cacciatori abruzzesi e proceda ad un'immediata ristrutturazione dell'Ufficio caccia".

venerdì 3 ottobre 2014

Protesta regionale dei cacciatori, il 3 ottobre tutti in Regione

I cacciatori abruzzesi preparano la protesta nei confronti del Governo regionale. Infatti il prossimo venerdì 3 ottobre si terrà a Pescara una manifestazione davanti alla sede distaccata della Regione Abruzzo in via Catullo, dalle ore 9,30 alle ore 12,30, perché i cacciatori delle diverse associazione venatoria contestano il calendario venatorio 2014/2015, dove, a loro dire, “emergono gravi lacune e disparità tra cacciatori”. Lo ha annunciato Nicola Molino,responsabile regionale Abruzzo Caccia sviluppo territorio, aderente alla Confavi. “Ogni cacciatore è pregato nel limite del possibile – prosegue Molino – di portare anche i propri cani a guinzaglio per dimostrare a questi signori che la nostra passione và rispettata e tutelata, perché la caccia è un nostro diritto costituzionale. Mi raccomando di portare per i cani i raccoglitori di plastica per le feci (buste di plastica ) onde evitare sanzioni amministrative da parte dell’ amministrazione comunale. Per la manifestazione verranno richieste le relative autorizzazioni nel rispetto della Legge”.

giovedì 2 ottobre 2014

L'Aquila. Danni cinghiali, Padovani si appella alla Regione: prolungare il periodo di caccia

L’Aquila. Il Consigliere comunale dell’Aquila con delega all’Uso Civico, Agricoltura, Parchi e Giardini, Gianni Padovani, segnala alla Regione Abruzzo ed in particolare al competente Assessorato alle Politiche Agricole e Rurali, a tutela del territorio del Comune dell’Aquila e dell’intera provincia, la necessità di prevedere anticipatamente un prolungamento del periodo della caccia al cinghiale la cui imminente apertura è prevista per il 3 ottobre. “Obiettivo principale della proposta è quello di dare un contributo efficace per riportare il numero della specie animale in questione ad un livello compatibile e di equilibrio con l’ambiente circostante, senza il rischio di estirpare la specie, ma limitandosi alla diminuzione dell’entità dei danni alle produzioni agricole dagli stessi sempre più sovente cagionati. – spiega Padovani –  a testimoniarlo le numerose denunce delle vittime interessate che pervengono alle autorità competenti, il cui intervento di indennizzo appare il più delle volte tardivo ed insufficiente a fronte dell’onere dei danni subiti”. Tra le soluzioni prospettabili “la possibilità offerta dalla vigente L.R. 20/2004 di poter cacciare nelle riserve ed aree protette dove si concentrano gruppi di cinghiali che si riproducono copiosamente, venendo a creare disagi all’uomo, alle autovetture circolanti e alle produzioni agricole” conclude il consigliere Padovani.