giovedì 23 dicembre 2010

Regione Abruzzo: un'altra sconfitta al TAR sul calendario venatorio

Piano venatorio, il Tar boccia l'invasione
Ricorso degli ambiti territoriali: no alla mobilità dei cacciatori per la fauna migratoria


L'AQUILA. Le disposizioni del calendario venatorio sulla caccia alla fauna migratoria sono «inoperative, inefficaci e inapplicabili». Lo stabilisce il Tar che si è pronunciato sui ricorsi presentati dagli ambiti territoriali di caccia dell'Aquila, Barisciano, Avezzano e Roveto-Carseolano. Decisivo il parere negativo sulla mobilità dei cacciatori espresso dall'Istituto protezione e ricerca ambientale. Il 2 dicembre il Tar dell'Aquila (presidente Cesare Mastrocola, consiglieri Paolo Passoni e Maria Abbruzzese) si è pronunciato sul ricorso presentato dall'avvocato Emilio Bafile per conto dei quattro ambiti. Nel mirino l'articolo 5 della legge regionale che disciplina l'esercizio della caccia alla fauna migratoria nell'ambito del «comparto unico regionale». «Il calendario venatorio», spiega l'avvocato Bafile, «prevedeva su tutto il territorio regionale l'esercizio della caccia alla fauna migratoria dal primo al 30 ottobre in appostamento temporaneo e dal primo novembre al 31 dicembre anche in forma vagante con l'ausilio del cane da ferma e il solo utilizzo del fucile ad anima liscia a tutti i cacciatori residenti in Abruzzo iscritti o ammessi in un ambito territoriale abruzzese. A seguito della novità, migliaia di cacciatori si sarebbero riversati, a seconda dei flussi migratori, in questo o quell'ambito creando una smisurata pressione venatoria con devastante impatto sulla fauna e sul territorio, in pieno conflitto con la legge 157 del 1992 e le direttive comunitarie e nonostante il parere negativo dell'Ispra (Istituto superiore protezione e ricerca ambientale). Il Tar», prosegue l'avvocato, «ha dichiarato che la disposizione impugnata è inoperativa, inefficace, inapplicabile e ha ritenuto rilevanti e non manifestamente infondati i dubbi di costituzionalità sollevati col ricorso. Ci si augura che, per il futuro, il legislatore tenga presenti i princìpi generali che regolano la materia, conservazione dell'ambiente e tutela della fauna». (e.n.)

Fonte: Il Centro del 22 dicembre 2010

martedì 14 dicembre 2010

Smantellata la Polizia Provinciale di Chieti?


COMUNICATO STAMPA DEL 14 DICEMBRE 2010

SMANTELLATA LA POLIZIA PROVINCIALE DI CHIETI?
IL WWF DENUNCIA LE GRAVISSIME CARENZE DELLA VIGILANZA AMBIENTALE DELLA PROVINCIA

CHIETI - Nei giorni scorsi il sindacato S.U.L.P.M. ha denunciato le condizioni “disastrate” in cui versa il Corpo di Polizia Provinciale di Chieti, ossia quella istituzione che dovrebbe, prima degli altri, essere preposto alla vigilanza sulla tutela ambientale, sulla caccia e sulla pesca nella nostra Provincia.

Il S.U.L.P.M. afferma che gli agenti della Polizia Provinciale sono privi di mezzi idonei per operare con efficacia e con sicurezza, essendo addirittura privi di divise idonee, e senza prontuari e modulistica per redigere i verbali di contestazione.

Ma per Claudio Allegrino, Coordinatore delle Guardie Particolari Giurate Volontarie del WWF la situazione della Polizia Provinciale di Chieti è ancora più grave di quanto descritto dal sindacato, soprattutto per le ripercussioni che questo disfacimento ha sul territorio.

In condizioni ottimali (escludendo per assurdo ferie, permessi, malattie, servizi di rappresentanza, compilazione di atti d’ufficio, altre competenze, ecc), in Provincia di Chieti sono attive sul territorio (per caccia, pesca ed ambiente) 2 sole pattuglie per ogni turno. Ciascuna pattuglia dovrebbe controllare la metà dei comuni e la metà del territorio della provincia (cioè 52 comuni e 2.586 Kmq di territorio)!

In condizioni normali, invece, considerando ferie, permessi, malattie, servizi di rappresentanza, compilazione di atti d’ufficio, altre competenze, una sola pattuglia è presente sul territorio a coprire l’intera estensione della Provincia di Chieti (104 comuni e 5.172 Kmq!).

Questo significa, in sostanza, che l’Ente non ha il benché minimo controllo del territorio. Chi vuole commettere illeciti in materia ambientale, di caccia, di pesca, può commetterli avendo la certezza quasi assoluta di farla franca. Gli inquinatori questo lo sanno come pure lo sanno i bracconieri che agiscono da anni indisturbati sul territorio della Provincia di Chieti, spesso sbeffeggiando per questo lo stesso Corpo di Polizia Provinciale!

Afferma Claudio Allegrino: “sono disposto ad accompagnare il Presidente Di Giuseppantonio, e gli amministratori provinciali nelle nostre campagne, per far vedere loro cosa accade quando si sa che non esiste nessuno che vigila sul rispetto delle leggi sulla tutela dell’ambiente, della caccia e della pesca. Chi non ha senso civico fa quello che vuole, sapendo che non sarà mai colto sul fatto.

Lo dimostrano i risultati di alcuni servizi di vigilanza delle nostre guardie volontarie che in alcuni casi riscontrano il 100% di illeciti per numero di individui controllati.

La crisi della Polizia Provinciale di Chieti non nasce oggi ma è frutto di un disinteresse diffuso delle amministratori provinciali che si sono succedute nell’ultimo decennio. Oggi, con la crisi finanziaria dell’ Ente, i problemi sono arrivati a tal punto che non ha più senso mantenere in piedi una struttura provinciale di vigilanza non più in grado di essere sostenuto né finanziariamente né politicamente.

Il WWF auspica un doveroso interessamento alla soluzione della crisi della Polizia Provinciale da parte del Presidente Di Giuseppantonio, che ha tra l’altro la Delega alla Polizia Provinciale, affinchè vengano attribuite nuove risorse finanziarie che consentano di ristabilire la legalità sul territorio della Provincia di Chieti.

Cinque sono le richieste del WWF per il 2011:
- Attivazione di un numero telefonico di reperibilità e pronto intervento a disposizione della cittadinanza;
- Aumento dell’organico;
- Dotazione dei mezzi minimi necessari per operare almeno con sufficienza;
- Riduzione drastica delle attività d’ufficio e di rappresentanza e contestuale aumento della presenza degli agenti sul territorio (maggiori controlli su cacciatori, pescatori e attività produttive inquinanti);
- Almeno tre corsi obbligatori all’anno di aggiornamento e formazione per agenti ed ufficiali.

Claudio Allegrino
Coordinatore delle
Guardie Particolari Giurate
WWF Italia Nucleo di Chieti