giovedì 7 febbraio 2019

In Abruzzo tante specie di uccelli. Presenza disturbata da cacciatori, quad fuori controllo

L’Abruzzo ancora una volta dimostra di non essere solo la terra di orsi, lupi ed aquile; infatti nell’annuale conteggio svoltosi a gennaio nelle aree umide della regione in totale sono stati censiti contemporaneamente 12.305 uccelli acquatici tra anatre, gabbiani e altri gruppi tassonomici appartenenti a 37 specie diverse.
Tra questi un raro Mugnaiaccio, un gabbiano di grande taglia proveniente dai mari del Nord dove nidifica nella buona stagione, osservato molto di rado nella regione e presente a Pescara da alcune settimane, dove è stato anche fotografato e ripreso in video.
Il censimento (International Waterbird Census) viene svolto a livello internazionale nella stessa finestra temporale (tre settimane di gennaio) e in Abruzzo viene realizzato da ben 29 anni, potendo così valutare anche l’andamento delle specie degli anni.
Quest’anno hanno partecipato sul campo 50 ornitologi ed appassionati che, grazie al coordinamento di Carlo Artese della Stazione Ornitologica Abruzzese, hanno monitorato la presenza faunistica in 31 località della regione Abruzzo, dal litorale fino al Lago di Campotosto.
Decine di volontari della SOA, del gruppo ornitologico Snow Finch e dell’Istituto Abruzzese Aree Protette hanno contribuito a questo censimento internazionale organizzato in Italia dall‘ISPRA.
Tra le specie più comuni oltre ad alcuni gabbiani si notano la folaga ed il moriglione, una grande anatra selvatica, con 2.383 e 1.635 presenze rispettivamente.
Tra quelle più rare con poche unità o poche decine di avvistamenti si registrano anche specie ritenute ancora cacciabili dal Calendario Venatorio vigente in Abruzzo come il Frullino e la Pavoncella (quest’anno non sono stati osservati esemplari), il Beccaccino (osservati 27 esemplari), il Codone (20 esemplari) ed il Mestolone (un solo esemplare).
A proposito del rapporto negativo tra la presenza degli uccelli acquatici e della caccia anche quest’anno ambienti acquatici molto piccoli ma protetti ospitano un numero enorme di uccelli rispetto a quelli dove si spara da Settembre a Gennaio.
E’ il caso dell’invaso di Bomba, che, nonostante l’estensione di oltre 1.000 ettari, ospita una quantità limitatissima di appena poche decine di uccelli acquatici svernanti a causa del disturbo venatorio. Al contrario, nello specchio d’acqua delle sorgenti del Pescara, vasto appena una ventina di ettari ma dove vige il divieto di caccia imposto dalla Riserva Naturale, sono stati osservati 154 esemplari appartenenti a 10 diverse specie.
Un aspetto particolare rilevato nel 2019 come negli ultimi anni è l’aumento costante di specie un tempo assenti o accidentali in Abruzzo come il Marangone minore, un piccolo cormorano di cui sono stati osservati 49 esemplari, e l’Airone guardabuoi che nel teramano è segnalato con oltre 200 individui. Per ambedue le specie si tratta, non a caso, di uccelli tipici di ambienti caratterizzati da climi mediterranei o tropicali e quindi avvantaggiati dai noti fenomeni di climate change.
E’ da segnalare infine un ulteriore aspetto molto negativo registrato soprattutto lungo il litorale della provincia di Chieti dove gli ornitologi hanno registrato la scarsità di specie fortemente vulnerabili come il Fratino, vero e proprio testimonial della conservazione delle spiagge, a causa dell’uso incontrollato del litorale da parte di orde di motociclisti, quad, cavalli e cani.
Tra un mese questo rarissimo uccello tutelato, in teoria, anche da norme comunitarie, inizierà a riprodursi deponendo le uova sulla sabbia nei pochi tratti di arenile ancora integro. Bisogna pertanto impedire che le nostre spiagge vengano considerate “terra di nessuno” e la S.O.A. chiede pertanto alla Capitaneria di Porto, all’Arma dei Carabinieri Forestali ed a tutte le forze dell’Ordine di vigilare e sanzionare chi non rispetta i divieti ed i limiti imposti dalle normative vigenti.

Fonte: abruzzoquotidiano.it del 04 febbraio 2018

lunedì 4 febbraio 2019

EPS Abruzzo: Commissione per l'abilitazione alla caccia della Provincia di Chieti incompetente

EPS Abruzzo

Comunicato stampa 


La Commissione incompetente (per gli esami venatori)

Con delibera di Giunta regionale del 25 gennaio 2019, in esito ad un percorso travagliato, è stata partorita (molto a ridosso delle elezioni!) la nuova composizione della Commissione per l’abilitazione all’esercizio venatorio operante in provincia di Chieti.

Le nomine avrebbero dovuto rispondere sia al generale disposto di cui all’art. 22 l. 157/1992, per cui sarebbero richieste persone particolarmente qualificate nelle materie oggetto di esame, sia al più preciso requisito indicato dalla Regione stessa attraverso la delibera di Giunta regionale del 18 giugno 201: «la qualificata esperienza nella materia di esame […] dei designati deve emergere da curriculum vitae redatto in formato europeo, da cui si desumano chiari elementi di connessione tra attività svolte e conoscenze possedute dall’interessato e la peculiare materia d’esame cui è candidato».

E tutto ciò, sorvolando sul criterio d’estrazione a sorte tra le materie, che certo non aiuta a corroborare la qualificazione e la preparazione della Commissione.

Non si può prescindere, al giorno d’oggi, rispetto a diverse realtà italiane ed europee che prevedono anche ben due anni di corsi di formazione per i cacciatori, dallo svolgimento di un esame serio da parte di una commissione competente e preparata, atta a verificare tutte le conoscenze che debbono presiedere acché si possa concedere la facoltà (non il diritto) di vagare per boschi e campi con un’arma da fuoco ad abbattere in maniera corretta la fauna venabile.

Ci si chiede, purtuttavia, dove siano stati rinvenuti questi chiari elementi di connessione nella seguente commissione:


   
Con il doveroso rispetto verso persone sovente molto impegnate nella creazione di una caccia migliore, sembra chiaro che o c’è stato un problema di formattazione informatica della tabella o la corrispondenza tra materie e competenza curriculare è stata lievemente disattesa.

Nell’augurio che la Regione rinsavisca rispetto al percorso gravemente involutivo intrapreso e che, così, provveda in autotutela a rivedere la composizione della commissione rispettando sia le previsioni di legge che i propri precedenti provvedimenti amministrativi, EPS Abruzzo annuncia di intraprendere un percorso di tutela legale e di rimettere - nel caso in cui tutto rimanga frattanto invariato - la documentazione ed i curricula all’attenzione delle magistrature competenti.

Lanciano, 1° febbraio 2019.

prof. avv. Giacomo Nicolucci