venerdì 28 settembre 2012

Caos caccia: chiarimenti della Regione Abruzzo



Decreto TAR 226/2012 sospensione parziale del prelievo venatorio fino al 10 ottobre - Chiarimenti della Regione Abruzzo - Direzione Caccia e Pesca.

Circolari relative ai chiarimenti sulla sospensione parziale del prelievo venatorio fino al 10 ottobre

giovedì 27 settembre 2012

Precisazione su aree e specie cacciabili a seguito del rinvio della decisione del TAR


COMUNICATO STAMPA DEL 27 SETTEMBRE 2012


Caccia: precisazione su aree e specie cacciabili a seguito del rinvio della decisione del TAR.

Almeno fino al 10 ottobre resta valido il primo decreto urgente del TAR che vieta la caccia a 8 specie e l'ingresso dei cacciatori in SIC, ZPS e area orso (zona PATOM)

Il WWF: informazioni di fondamentale importanza per evitare problemi agli stessi cacciatori,l'assessore dia informazioni dettagliate.

Ieri, il TAR di L'Aquila ha rinviato la decisione sulla richiesta di sospensiva avanzata dal WWF e dagli Animalisti Italiani. Il rinvio si è determinato in conseguenza della costituzione in giudizio il 25 settembre da parte di Federcaccia e FACE Italia e non da richieste delle associazioni ambientaliste.
Pertanto resta valido almeno fino al 10 ottobre il Decreto Urgente del TAR di L'Aquila emesso l'8 settembre (che si allega) da cui derivano i seguenti divieti:

-è vietata la caccia a Quaglia, Tortora, Allodola, Beccaccia, Marzaiola, Beccaccino, Moriglione e Pavoncella;

-è vietata la caccia a tutte le specie (quindi l'attività venatoria è vietata completamente) nell'area del PATOM;

-è vietata la caccia a tutte le specie (quindi l'attività venatoria è vietata completamente) nelle decine di SIC e ZPS della Regione.

Per Quaglia e Tortora il calendario, nella parte sospesa, prevedeva l'apertura il 16 settembre.

Per Allodola, Beccaccia, Marzaiola, Beccaccino, Moriglione e Pavoncella il calendario prevedeva l'apertura della caccia il 30 settembre. Con il rinvio almeno fino al 10 ottobre queste specie non potranno essere cacciate. Quindi la caccia potrà esserci solo per le altre – poche – specie rimanenti (come gazza, merlo ecc.).

In ogni caso resta chiusa la caccia nell'area PATOM dell'Orso e in tutti i siti SIC e ZPS della Regione.

Dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia “Il WWF invita l'assessore Febbo a divulgare comunicati più chiari circa le restrizioni all'attività venatoria derivanti dal Decreto del TAR anche perchè i cacciatori rischiano pesanti provvedimenti da parte degli organi di vigilanza, comprese le Guardie Venatorie del WWF. In ogni caso l'associazione ha inviato stamattina una nota di chiarimento al CFS, alle province, agli ATC e alle stesse associazioni venatorie.”


mercoledì 26 settembre 2012

Ortona. Convegno: "La caccia nel terzo millennio"


TAR: si costituiscono le Associazioni venatorie. Di conseguenza si prolungano almeno fino al 10 ottobre le limitazioni imposte dai giudici

RINVIO AL 10 OTTOBRE; FEBBO, LA CACCIA AL VIA COME DA CALENDARIO (REGFLASH) Pescara, 26 set. A seguito della costituzione in giudizio delle associazioni venatorie, che si oppongono al ricorso, il Tar ha rinviato al 10 ottobre l'udienza sulla sospensiva del Calendario venatorio regionale. Questa mattina, infatti, si è svolta, di fronte alla sezione aquilana del Tribunale Amministrativo Regionale, la prima udienza relativa al ricorso presentato dal WWF e dagli Animalisti italiani. Con un atto depositato ieri le Associazioni venatorie regionali hanno chiesto che il calendario non sia sospeso e per analizzare e valutare questa posizione il Tribunale ha deciso di posticipare l'udienza. "La caccia si svolgerà come da calendario - ha spiegato l'Assessore Febbo - ad eccezione delle limitazioni stabilite dal provvedimento del Tar, in attesa del pronunciamento dello stesso, che prevedono come noto la sospensione del prelievo delle specie SPEC quaglia e tortora (per le altre specie SPEC, si ripete, era già stabilita l' apertura al 30 settembre) e del prelievo venatorio nei siti della rete "Natura 2000" (SIC/ZPS) e nelle Aree di presenza dell'orso individuate dal PATOM. L'apertura della caccia quindi è fissata al 30 settembre secondo le linee stabilite della Guida ISPRA. Inoltre - aggiunge Febbo - è stato fatto notare al Giudice che la stagione venatoria è già in corso visto che per alcune specie è iniziata il 16 settembre. Torno a ribadire la bontà del lavoro svolto dagli Uffici preposti e sono sicuro che anche in sede giuridica sarà valutata la validità delle scelte operate dalla Regione". (REGFLASH) (comun.assess.) 12/09/26

giovedì 20 settembre 2012

Pescara – cacciatori colti in flagranza con richiami acustici


In località Colle Morto del Comune di Bolognano, alle prime ore dell’alba, sono stati fermati per attività venatoria illecita due cacciatori locali che venivano colti in flagranza per aver posizionato dei richiami acustici per uccelli. L’operazione è stata condotta da agenti dei Comandi Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Tocco da Casauria e di Caramanico Terme dopo aver svolto un appostamento notturno sulla zona.
Le strumentazioni poste sotto sequestro sono dei richiami a funzionamento elettromagnetico che una volta attivate, mediante un orologio timer, emanano dei suoni di richiamo per alcune specie (es. quaglie e anatre) che poi diventano facile preda per i cacciatori. L’utilizzo di tali meccanismi è vietato espressamente dalla legge sulla caccia che ne prevede anche le relative sanzioni in caso d’impiego. I due saranno sanzionati per un importo fino a 930 euro. Tutta l’attività compiuta unitamente al materiale sequestrato è stato posto all’attenzione della competente Autorità Giudiziaria per le determinazioni del caso.

Fonte: geapress.it del 20 settembre 2012

lunedì 17 settembre 2012

Abbattimento cinghiali. La Provincia di Chieti ritira la delibera e scoppia la polemica


Abbattimento cinghiali. La Provincia ritira la delibera e scoppia la polemica
Di Pasquale: «Provincia e Regione responsabili dei sinistri»

CHIETI. Il programma di contenimento dei cinghiali è stato ritirato.
Parola del consigliere con incarico speciale alla Caccia, alla Pesca e alla Raccolta dei funghi della Provincia di Chieti, Giovanni Staniscia.
La delibera avanzata dalla Provincia prevede l’abbattimento selettivo e straordinario dei cinghiali in attesa che si adotti un regolamento definitivo. L’Ente al momento non è dotato di un regolamento sulla caccia al cinghiale come le altre Province abruzzesi. L’iniziativa è stata avversata da Claudio Allegrino coordinatore delle guardie giurate volontarie Wwf sceso in campo per difendere i cinghiali nelle aree protette e da Nicola Tinari capogruppo di Rifondazione Comunista-Federazione della Sinistra che ha definito il documento della Provincia «lacunoso, frettoloso e demagogico».
«PIANO RITIRATO»
Per il consigliere Staniscia il piano di contenimento è uno strumento utile per limitare i danni al patrimonio agricolo da parte dei cinghiali.
Ma a fronte di dubbi e perplessità di più soggetti, ha fatto sapere, «è stato ritirato per procedere ad ulteriori approfondimenti e per avviare consultazioni con le confederazioni agricole, con i gestori delle aree protette e con le associazioni venatorie».
Il consigliere ha poi sottolineato che la presenza di numerosi cinghiali nelle aree protette del Wwf è un dato di fatto che compromette anche l’esistenza di altre specie protette. «Il caso emblematico è quello della Lecceta di Torino di Sangro dove la sopravvivenza delle tartarughe, specie che si intende salvaguardare, è stata messa a serio rischio (anzi pare che di tartarughe non se ne trovino più), proprio a causa del proliferare dei cinghiali».
Il consigliere ha poi chiarito altri due aspetti criticati da Allegrino: il primo riguarda il controllo del commercio illegale di carne, materia, ha specificato Staniscia, «della Guardia di Finanza o del Nas Carabinieri»; il secondo concerne la consegna di recinti elettrificati agli agricoltori in difesa dagli attacchi.
«Su questo punto», ha detto, «non abbiamo avuto alcuna richiesta in tal senso da parte degli agricoltori e certo non possiamo girare il territorio per dispensare recinti come se si trattasse di caramelle».
Il consigliere ne ha anche per Tinari. «Ricordo che il programma di contenimento», ha detto, «è stato ritirato anche su sua specifica richiesta in Consiglio provinciale e che non c’è nulla di demagogico dietro un’iniziativa che punta a scongiurare danni alle persone e all’agricoltura non più tollerabili (come era stato fino a qualche tempo fa). E che le situazioni di emergenza, come quelle che viviamo a causa del proliferare dei cinghiali, sono governate da norme e iter procedurali diversi da quelli che lui richiama e che si applicano ad un Piano, che deve essere ancora redatto, e non ad un programma di contenimento».

PROVINCIA E REGIONE RESPONSABILI
Anche il tecnico Antonio Di Pasquale è intervenuto sull’argomento cinghiali sollevando problemi di responsabilità in capo a Provincia e Regione. Secondo Di Pasquale sono numerosi i sinistri stradali provocati dall’attraversamento di cinghiali e tante le richieste di risarcimento danni intentate dai conducenti contro l’Ente Provincia. «E’per questo», ha detto Di Pasquale, «che la Provincia ha estrema fretta ad adempiere perché ha capito che fra poco, acquisiti i giusti atti pubblici richiesti, sarà chiamata da tutti coloro che nell’arco degli ultimi cinque anni hanno avuto simili problemi, a rispondere delle decine e/o centinaia di migliaia di euro di danni causati dalla fauna selvatica alla circolazione stradale, all’agricoltura ed alle persone per loro gravi e reiterate inadempienze».
Lo stesso Di Pasquale ha raccontato di essere stato protagonista di un incidente avvenuto la notte del primo marzo 2012, causato dell’attraversamento della sede stradale da parte di un cinghiale di grossa taglia in località Cipollaro di Casoli. Di Pasquale ha denunciato la Provincia di Chieti (esonerata poi dalla compagnia assicurativa) ed ha chiesto a Regione e Provincia copia di tutti gli atti afferenti i sinistri stradali, causati dalla fauna selvatica, avvenuti nel territorio ricompreso fra Casoli, Fara San Martino, Civitella M.R. e Lama dei Peligni e denunciati negli ultimi 10 anni.
Secondo Di Pasquale le responsabilità in capo ai due Enti sono quelle riportate nella sentenza del Tribunale di Vasto del 7 luglio 2012. La Provincia, in caso di incidenti, è responsabile «di aver effettuato ripopolamenti in numero eccessivo; di aver individuato aree di ripopolamento manifestamente inidonee; della mancata segnalazione delle aree di ripopolamento con la specifica cartellonistica; di aver scelto, per il ripopolamento, animali allevati in cattività. Mentre la Regione sarà responsabile per il mancato esercizio dei poteri sostitutivi in caso in inerzia dell’ente provinciale nella redazione dei piani faunistico–venatori e dei piani di miglioramento ambientale; per la mancata o insufficiente attivazione dei propri poteri di controllo sulla densità e l’inidonea ubicazione della fauna; per omessa segnalazione alla provincia o al comune competente della presenza di determinata fauna selvatica in area interessata dal traffico veicolare; per la mancata effettuazione degli abbattimenti mirati dove la presenza della fauna selvatica è divenuta eccessiva ed ha già arrecato danni a terzi.
Ai profili di corresponsabilità della Regione e della Provincia, ha concluso Di Pasquale, «si deve poi aggiungere la possibile ricorrenza di un ulteriore titolo di responsabilità in capo agli enti territoriali o alle società cui sono affidati i servizi di gestione e manutenzione della strada lungo la quale si è verificato il sinistro (per lo più Comuni o Anas o le concessionarie di tratti autostradali), sui quali incombe non solo l’onere di custodire le strade con manutenzione costante, ma anche quello di attuare tutte le misure atte a scongiurare i rischi di sinistri provocati dalla fauna selvatica e a tutelare l’incolumità di terzi».
m.b.


sabato 15 settembre 2012

Starna: caccia sospesa per una dimenticanza della Provincia di Chieti


Dopo quello sul piano di abbattimento dei cinghiali, la Provincia colleziona un altro flop, relativamente al prelievo della starna.
«I cacciatori del Chietino non potranno andare a caccia alla starna poiché la Provincia ha “dimenticato” di approvare il piano di prelievo di questo selvatico», tuona Roberto Lalli, dirigente vastese dell’Enalcaccia e già presidente dell’Atc Vastese. In base al calendario venatorio, infatti, la caccia alla starna è possibile da domani e fino al 30 novembre, ma solo in presenza di piani di prelievo proposti dagli Atc e approvati dalla Provincia. Il dirigente del servizio Caccia e Pesca, l’ingegner Moca, ha comunicato che fino a quando l’Ispra non si pronuncia sui piani proposti, la caccia alla starna è sospesa, dunque vietata. «Il parere dell’Ispra non era necessario, - chiude Lalli - credo sia un escamotage per giustificare la dimenticanza da parte del consigliere delegato Staniscia».


Fonte: altomolise.net del 15 settembre 2012

giovedì 13 settembre 2012

Chieti. Cinghiali, un flop il piano di abbattimenti selettivi


NULLA di fatto a Chieti, in Consiglio provinciale, in merito all'annunciato piano straordinario per la caccia selettiva al cinghiale.
Di seguito il commento del capogruppo dell'opposizione, Camillo D'Amico.
“Ancora una volta hanno rimediato una figuraccia ed ai tanto facili annunci, come sono soliti fare, non hanno saputo dare un seguito concreto. Avevano già dato per certa l’approvazione di una delibera consiliare dove si pianificava un selettivo e straordinario piano di abbattimenti del cinghiale promesso a Sindaci ed organizzazioni agricole. Noi avevamo palesato una disponibilità legata ad opportuni correttivi sostanziali non previsti nel partito di delibera approdato in commissione consiliare; mancavano però tutti gli allegati di cui nella stessa si faceva menzione come: il parere dell’ISPRA, i risultati dei censimenti, l’accordo con l’ASL per il necessario controllo sanitario dei capi abbattuti, la convenzione con gli Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.), etc. Non è restato loro altro da fare che ritirare la delibera posta in approvazione. Il P.D. ed il centro – sinistra hanno sì criticato nel merito sia il contenuto della delibera proposta che il totale immobilismo avuto per tre anni dall’intera amministrazione, soggiogata dallo strapotere del consigliere delegato Giovanni Staniscia, ma abbiamo sollecitato la maggioranza alla pronta ripresa discussione di un regolamento che pianifichi la gestione del territorio allo scopo di contenere, nel numero e nei danni, questa specie di selvatico assolutamente nocivo per l’ambiente e le coltivazioni agricole. Abbiamo altresì chiesto al presidente Di Giuseppantonio le dimissioni dall’incarico del consigliere delegato per palese e manifesta incapacità. Medesima richiesta, tempo orsono, per le stesse nostre ragioni è stata avanzata da alcune associazioni venatorie.”

mercoledì 12 settembre 2012

Regione Abruzzo circolare della Direzione Caccia a seguito della sospensione parziale della caccia


Circolare Direzione Agricoltura - Decreto TAR Calendario Venatorio 2012/13


Cicolare sospensione parziale del prelievo venatorio fino al 26 settembre 2012. Decreto TAR 226/2012.

Caccia: Febbo, non c'è stata nessuna chiusura

L'ASSESSORE: AL TAR DIMOSTREREMO VALIDITÀ DELLE NOSTRE SCELTE 

(REGFLASH) Pescara, 10 set. "La Regione precisa che non vi è stata alcuna chiusura della caccia e prende atto del provvedimento del TAR, emanato in un'ottica di estrema prudenzialità, che comunque non inficia la validità del calendario venatorio". Lo ha dichiarato l'assessore alla Caccia, Mauro Febbo che interviene in merito al Decreto del Tar che ha accolto la domanda cautelare relativa al ricorso presentato contro il calendario venatorio 2012-2013 dal WWF e dagli Animalisti italiani. "Per quanto riguarda la tutela delle specie SPEC - prosegue Febbo - il calendario, eccezion fatta per le specie quaglia e tortora, ha previsto l'apertura al 30 settembre, attenendosi alle indicazioni della Guida ISPRA. Per il prelievo venatorio nei siti della rete Natura 2000 (SIC e le ZPS, zone particolarmente sensibili), la Regione Abruzzo ha già comunque previsto misure di protezione aggiuntive rispetto al restante territorio regionale. Infine, in relazione al prelievo nelle aree di presenza dell'orso individuate dal PATOM, si sottolinea come il PATOM stesso non escluda l'esercizio dell'attività venatoria ma indichi solo le modalità di caccia ritenute incompatibili con la presenza dell'orso: sulla scorta di tali indicazioni la Regione ha seguito un percorso in base al quale ha recepito le indicazioni tecniche formulate ed ha individuato modalità di prelievo venatorio compatibili con la presenza dell'orso. "Nell'area subequana - precisa Febbo - ricade l'unica ZPS istituita in Abruzzo, ma le limitazioni imposte dal Tar, che ricordiamo essere solo estremamente prudenziali, riguardano anche gli altri siti "sensibili" come le aree di presenza dell'orso e i Sic che insistono sul territorio regionale e sono chiaramente individuati con cartografie pubblicate sul sito della Regione. Siamo sicuri che la validità delle scelte operate dalla Regione sarà verificata nell'udienza del 26 settembre in occasione della quale verrà dimostrata e documentata l'attenzione prestata ad un tema sensibile come quello del prelievo venatorio nella "regione verde d'Europa", caratterizzata dalla presenza di specie protette e in alcuni casi uniche come appunto l'orso marsicano. Ad ogni buon conto - conclude Febbo - ci si attiene al decreto TAR ribadendo che non vi è stata chiusura della caccia ma sospensione fino al 26 settembre del prelievo delle specie SPEC quaglia e tortora (per le altre specie SPEC, si ripete, era già stabilita l'apertura al 30 settembre) e del prelievo venatorio nei siti della rete "Natura 2000" (SIC/ZPS) e nelle Aree di presenza dell'orso individuate dal PATOM".

 (REGFLASH) (comun.assess.) 12/09/10

lunedì 10 settembre 2012

Caccia. Il disastro Abruzzo. Quattro anni di sconfitte della Giunta Chiodi




Caccia in Abruzzo.
4 anni di sconfitte per il populismo venatorio della Giunta Chiodi e dell'Assessorato alla Caccia.
WWF ed Animalisti Italiani: è ora di dire basta!

A rischio orso bruno marsicano e specie in declino.
La Regione non ha neanche assoggettato a Valutazione di incidenza il calendario venatorio per l'impatto della caccia sulle specie protette.

Il TAR di L'Aquila ha sospeso sabato scorso, con un provvedimento urgente “inaudita altera parte”, buona parte del calendario venatorio della Regione Abruzzo.
Per la prima volta il TAR L'Aquila ha accolto la richiesta di WWF ed Animalisti Italiani di adottare un provvedimento di tale gravità (le altre volte la sospensiva era stata data dopo la camera di consiglio).
Quest’anno, quindi, l'avvio della stagione venatoria il 16 settembre potrà avvenire in maniera del tutto limitata, in attesa della Camera di Consiglio del TAR fissata per il 26 settembre.

Da tempo le Associazioni, in ogni modo possibile (nelle consulte venatorie, con lettere, documenti tecnici ecc.), avvisano i funzionari dell'Assessorato all'Agricoltura della gravissime ripercussioni delle loro proposte che poi vengono addirittura peggiorate nel passaggio in Giunta Regionale. Le Associazioni ambientaliste avanzano richieste di puro buon senso, basate sulle norme comunitarie che però non vengono prese in considerazione. Per questo le Associazioni sono costrette a rivolgersi al TAR o agli altri organi della magistratura.


Il futuro dell'Orso bruno marsicano, simbolo dell’Abruzzo, per la Regione conta meno degli interessi di frange estremiste dei cacciatori: per WWF e Animalisti Italiani è questo l'aspetto più grave che emerge dalle scelte della Regione Abruzzo in tema di caccia. Un vero e proprio “populismo venatorio” che non tiene conto dello stato di conservazione di nibbi reali, di grifoni e di specie in declino acquatiche e terrestri, né dei pareri negativi dell'Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione dell'Ambiente (ISPRA). Le scelte della Regione continuano ad illudere gli stessi cacciatori, inducendoli a pensare che si può andare avanti come sempre senza tener conto degli obblighi comunitari, delle aumentate informazioni scientifiche e delle stesse necessità biologiche ed ecologiche delle diverse specie.

Questa situazione è, però, oggetto di pesanti censure dal TAR e addirittura dalla Corte Costituzionale. Infatti, rispetto agli ultimi calendari venatori abruzzesi, vi sono state le seguenti pronunce:
Calendario 2009-2010: due censure del TAR su due ricorsi distinti di WWF e Animalisti Italiani;
Calendario 2010-2011: approvato con Legge Regionale (e non con delibera di giunta) e poi bocciato completamente dalla Corte Costituzionale con Sentenza 20/2012 (era stato il WWF a chiedere al governo Berlusconi di impugnare la Legge);
Calendario 2011-2012: sospensiva del TAR su diversi punti e poi sentenza ancora più dura a maggio 2012;
Calendario 2012-2013: decreto urgente del TAR Abruzzo che vieta almeno fino alla camera di consiglio del 26 settembre (la caccia apre il 16) la caccia in SIC/ZPS e nelle aree del PATOM, nonché alle specie in declino comeAllodola, Quaglia, Tortora, Beccaccia, Marzaiola, Beccaccino, Moriglione e Pavoncella.


Il corposo ricorso al TAR presentato quest'anno da WWF e Animalisti Italiani, grazie all'impegno di attivisti e dell'Avvocato Michele Pezone, verte sui moltissimi punti, tra cui:


a) ORSO BRUNO MARSICANO: lo scorso anno il Comitato VIA aveva deciso di vietare l'attività venatoria nelle aree importanti per l'Orso bruno indicate dal PATOM. Poi aveva cambiato clamorosamente parere riammettendo la caccia, ma il TAR ha censurato la retromarcia del comitato. Quest'anno la Regione Abruzzo, in maniera del tutto strumentale, si è dotata di uno studio – peraltro criticabile - esclusivamente per la Zona di Protezione Esterna (ZPE) del Parco d'Abruzzo e non per tutte le aree importanti per l'orso che sono molto più estese come dimostrano le cartografie del PATOM pubblicate sul sito del Ministero dell'Ambiente. La Regione ha diviso la ZPE in due zone a diversa, almeno sulla carta, intensità di caccia in base al grado di idoneità per l'orso. In tutte la altre aree importanti per l'orso (Simbruini, Genzana ecc.) invece di porre le stesse misure più restrittive o non ha prescritto nulla, oppure ha previsto solo forme di tutela più leggera. È evidente l'illogicità di questa scelta visto che le aree ad alta idoneità per l'Orso devono avere lo stesso livello di massima tutela, ovunque esse siano, vicine o lontane dal Parco d'Abruzzo. Inoltre le Associazioni ritengono che le stesse misure prese per le aree importanti per la ZPE siano largamente insufficienti, visto che l'anno scorso non si poteva sparare fino al primo novembre, mentre ora viene ammessa la caccia da subito.

b) MANCANZA DELLA VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE: la Regione quest'anno ha deciso improvvisamente di evitare il passaggio al Comitato V.I.A. della Regione per la Valutazione di Incidenza del calendario sui SIC e ZPS della Rete Natura2000. La caccia può evidentemente influenzare negativamente specie quali, ad esempio, l'Aquila reale (per esempio, entrando in concorrenza per le prede, come la Lepre) per le quali sono stati istituiti SIC e ZPS. Inoltre lo stesso PATOM, sottoscritto dalla Regione Abruzzo (che ne è capofila!) ed approvato con delibera dalla stessa Giunta Chiodi riconosceva la necessità di sottoporre a Valutazione di incidenza i calendari venatori. Pertanto la Giunta Regionale si è incredibilmente auto-censurata!

c) SPECIE IN DECLINO: il calendario venatorio permette la caccia a diverse specie in declino in Europa (Allodola, Quaglia, Tortora, Beccaccia, Marzaiola, Beccaccino, Moriglione e Pavoncella). Per alcune di queste specie addirittura la Regione non ottempera alla sentenza del TAR dell'anno precedente (è il caso del Beccaccino). L'Abruzzo consente il prelievo di specie in difficoltà senza predisporre i Piani di Gestione per singola specie, richiesti dalla Unione Europea. Senza questi strumenti la Commissione Europea ritiene che la caccia a queste specie debba essere chiusa. I piani prevedono interventi di gestione dell'habitat ed eventuali forme di prelievo connesse alla reale consistenza numerica delle popolazioni. La Regione Abruzzo per alcune di queste specie addirittura consente un prelievo di centinaia di migliaia di esemplari (circa 400.000 quaglie e 800.000 allodole!)

d) MANCANZA DEL PIANO FAUNISTICO VENATORIO: la Regione Abruzzo almeno dal 2007 manca completamente del Piano faunistico venatorio regionale, strumento indispensabile per permettere l'attività venatoria.
d) USO DELLE MUNIZIONI DI PIOMBO: il Piombo crea potenzialmente gravissimi problemi (l'avvelenamento da piombo) a rapaci quale Nibbio reale e Grifone, che possono cacciare carcasse di animali uccisi da cacciatori in cui siano presenti residui delle munizioni. La sentenza del TAR di L'Aquila sul calendario dello scorso anno dava ragione alle Associazioni sulla necessità di vietare l'uso del piombo nelle aree con presenza di questi rapaci. Gli uffici della Regione avevano predisposto un calendario che ottemperava a tale richiesta, ma incredibilmente la Giunta Regionale, senza alcuna motivazione, ha cancellato (a penna!) la norma dal calendario nella riunione di Giunta.

e) PROLUNGAMENTO DELLA STAGIONE VENATORIA AL 10 FEBBRAIO: la Regione Abruzzo ha delegato alle province la possibilità di prolungare la stagione venatoria al 10 febbraio per molte specie. Le Associazioni contestano la stessa possibilità di delega, visto che la legge individua nella Regione l'ente competente.

f) PROLUNGAMENTO DELLA STAGIONE VENATORIA PER IL MERLO: la Regione ha permesso la preapertura al Merlo senza però anticipare la chiusura a dicembre. La Legge prevede che sia rispettato l'arco massimo temporale di caccia per ciascuna specie.

h) MANCANZA DI DATI NUMERICI SULLE SPECIE CACCIATE E CARNIERI: nel ricorso WWF e Animalisti Italiani fanno notare che la Regione Abruzzo non adatta il prelievo all'effettivo numero di individui presenti sul territorio delle diverse specie. Basti pensare che la Regione Abruzzo consente un carniere annuale per il Calombaccio di circa 7 milioni di individui (moltiplicando il carniere giornaliero consentito per cacciatore per il numero di cacciatori per il numero di giorni di caccia annui).

i) MANCATA TUTELA DI ALCUNI PASSI APPENNINICI USATI DA RAPACI MIGRATORI: le associazioni segnalano da anni la presenza tra fine agosto e metà settembre di una grande concentrazione di rapaci in alcuni altipiani e passi appenninici (Cinquemiglia; Navelli; Olmo di Bobbi). Tra questi il rarissimo Falco grillaio, addirittura prioritario per l'Unione Europea La legge prevede che tali aree vengano precluse alla caccia, cosa che la Regione Abruzzo non ha fatto.

l) PERIODO DI ADDESTRAMENTO CANI: rispetto alla legge regionale sulla caccia la Regione Abruzzo ha anticipato di 15 giorni, al primo agosto, l'avvio dell'addestramento cani. Ciò anche contro il parere dell'ISPRA che ha richiamato l'attenzione sull'impatto negativo dell'addestramento dei cani su specie ancora nella fase di riproduzione con piccoli ancora da svezzare (basti pensare alle tante specie che nidificano a terra come il calandro, rara specie protetta a livello comunitario).

m) PRE-APERTURA: purtroppo il ricorso è stato notificato solo dopo la pre-apertura. In ogni caso le Associazioni chiedono al TAR di pronunciarsi lo stesso per chiarire se era legittimo aprire in condizioni di crisi ambientale certificata dall'ISPRA con l'aggravante che la Regione ha aperto alla Tortora, specie in declino. È intenzione delle associazioni, qualora emerga un comportamento illegittimo, chiedere i danni.
n) DATA DI APPROVAZIONE DEL CALENDARIO VENATORIO: la Legge prevede che il calendario venatorio sia approvato “entro e non oltre il 15 giugno “ di ogni anno. Questo perché la Corte Costituzionale ha chiarito che vi deve essere un certo intervallo tra provvedimento e avvio della stagione proprio per garantire la possibilità che siano espletati in tempo eventuali ricorsi e garantire l'organizzazione dei servizi di sorveglianza. Sarebbe interesse degli stessi cacciatori che questa norma venisse rispettata per evitare situazioni caotiche come quelle che si stanno ripetendo in questi anni di continue modifiche al calendario venatorio a caccia aperta. L'anno scorso il calendario venatorio è stato modificato 4 volte! Invece la Regione Abruzzo ha approvato in Giunta il calendario il 30 luglio, pubblicandolo (sul solo WEB) il 31 luglio (l’avvio per l'addestramento cani era previsto per il giorno dopo!).

La Regione Abruzzo non sembra all'altezza delle sfide poste a livello comunitario per la tutela del suo straordinario patrimonio di biodiversità. Non è possibile che ogni provvedimento in materia venatoria cerchi di soddisfare il “particulare” di frange estremiste del mondo venatorio e non l'interesse generale della tutela del patrimonio faunistico.
È venuto meno anche il buon senso sfiorando anche il ridicolo, quando sulla pagina WEB istituzionale della Regione si potevano leggere contemporaneamente due notizie sull'attività dell'Assessore Febbo: da un lato l'Assessore andava a Roma per sollecitare la dichiarazione di stato di calamità per la siccità e dall'altro negava l'esistenza di una situazione drammatica per difendere una preapertura, poi avvenuta l'1 e il 2 settembre. Preapertura di cui avevano chiesto la revoca sia l'ISPRA che i Ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente.

WWF ed Animalisti Italiani sono fiduciosi che il 26 settembre il TAR possa confermare ed ulteriormente aumentare le censure contenute nel Decreto urgente di sabato scorso. L'intero comparto venatorio della Regione è completamente allo sbando da anni: nonostante ciò si continua come se nulla fosse senza neanche recepire le sentenze del TAR dello scorso anno, come nel caso del Beccacino e della Marzaiola, ritenute cacciabili anche quest'anno.
Il caso del mancato rispetto del Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano (PATOM) è poi veramente incredibile: la Giunta Regionale non rispetta neanche gli atti che approva.
WWF e Animalisti Italiani aggiungeranno ora una nuova sfida all'impegno in materia venatoria: si valuteranno le responsabilità di funzionari, amministratori e politici per tutti gli animali uccisi grazie a provvedimenti illegittimi.

sabato 8 settembre 2012

Il TAR sospende buona parte del calendario venatorio abruzzese con un decreto urgente

Pescara, 8 settembre 2012

COMUNICATO STAMPA URGENTE E CONVOCAZIONE CONFERENZA STAMPA

CACCIA: IL TAR L'AQUILA SOSPENDE BUONA PARTE DEL CALENDARIO VENATORIO ABRUZZESE CON UN DECRETO URGENTE.

PROVVEDIMENTO PER TUTELARE L'ORSO E DIVERSE SPECIE IN DECLINO. VIETATA PER ORA ANCHE LA CACCIA IN SIC E ZPS DELLA REGIONE.

Il TAR di L'Aquila ha sospeso oggi con un provvedimento urgente “inaudita altera parte” buona parte del calendario venatorio della Regione Abruzzo. Per la prima volta il TAR L'Aquila ha accolto la richiesta di WWF ed Animalisti Italiani di adottare un provvedimento di tale gravità (le altre volte la sospensiva era stata data dopo la camera di consiglio).

Dichiara Dante Caserta, Vicepresidente WWF Italia: “Abbiamo appena appreso questa importante notizia che rende conto per l'ennesima volta della gravissima situazione che riguarda le scelte in materia venatoria dell'Assessore Febbo e del suo staff in assessorato all'agricoltura. Il TAR ha riconosciuto il grave pericolo derivante dalle scelte su orso, caccia nei fragilissimi siti della Rete Natura2000 SIC e ZPS e per diverse specie a sfavorevole status di conservazione, come Allodola, Quaglia, Tortora, Beccaccia, Marzaiola, Beccaccino, Moriglione e Pavoncella. Peccato non essere riusciti a presentare prima il ricorso, anche a causa del fatto che la Giunta Regionale abruzzese ha varato il calendario il 30 luglio, pubblicandolo il 31 agosto, facendo partire l'addestramento cani addirittura il primo agosto, il giorno dopo la pubblicazione! La legge prevede che il Calendario sia varato entro il 15 giugno ed è evidente che questi sono trucchi per ritardare i nostri ricorsi. Avremmo probabilmente bloccato la vergognosa preapertura, anche perché l'1 e il 2 settembre si è sparato proprio ad una delle specie in calo numerico, la Tortora. L'assessore Febbo è stato refrattario ai nostri appelli a fermare la preapertura a causa della siccità con motivazioni risibili visto che negli stessi giorni andava a Roma per sollecitare il riconoscimento dello stato di calamità per l'agricoltura proprio per la siccità”.

Ora l'avvio della stagione venatoria il 16 settembre potrà avvenire in maniera del tutto limitata, in attesa della Camera di Consiglio del TAR fissata per il 26 settembre.

LUNEDÌ 10 SETTEMBRE ALLE ORE 11 IL WWF E GLI ANIMALISTI ITALIANI TERRANNO UNA CONFERENZA STAMPA SULL'ARGOMENTO PRESSO LA SEDE DEL WWF A PESCARA IN VIA D'ANNUNZIO 68.

mercoledì 5 settembre 2012

Cacciatori Val Vibrata chiedono di non sparare alla starna

Val Vibrata (TERAMO). "La caccia alla starna, secondo noi, va sospesa per un periodo non inferiore a cinque anni". Lo chiede il "Circolo cacciatori-micologia Val Vibrata" che si dice preoccupato delle sorti di questa specie.

"Noi lo diciamo da un po' di tempo - dice il presidente Cesare Ripani. Se vogliamo salvare questo nostro magnifico selvatico, dobbiamo proteggerlo e ripristinare quando e dove possibile il suo habitat seguendo le indicazioni della scienza e non degli improvvisati gestori locali. Tutti lo sanno ma nessuno lo fa. E a farlo, secondo noi, dovrebbero essere i cacciatori per primi attraverso le associazioni venatorie: queste pero' non si muovono perche' perderebbero consensi, quindi le tessere associative, quindi i proventi relativi.

Non lo fa il presidente dell'Atc e gli chiediamo, perche'? Non lo fa ne' l'assessore provinciale ne' l'assessore regionale alla caccia, perche' forse temono di mettersi contro i cacciatori. Ma quali cacciatori? Quelli che vogliono che siano lasciati i "polli d'allevamento" qualche giorno prima per poi fucilare all'apertura i pochi superstiti buttando nelle tasche degli allevatori i soldi dei cacciatori - tuona Ripani. Chiediamo inoltre ai cacciatori una maggiore etica venatoria e ricordiamo che la licenza di caccia non e' un bene di prima necessita' e va tolta a chi non la merita".

martedì 4 settembre 2012

Italia dei Valori: orso marsicano a rischio di estinzione (a causa della caccia), intervenga l'UE

(AGENPARL) - L'Aquila, 03 set - Orso bruno marsicano a rischio estinzione. L'allarme arriva da Andrea Zanoni, eurodeputato dell'Idv che ha presentato un'interrogazione parlamentare alla Commissione Europea. Negli ultimi dieci anni l'Orso bruno marsicano è passato dai circa 100-120 esemplari stimati nel 2001 ai soli 40-50 censiti quest'anno. “Le cause del declino e della mortalità vanno attribuite a molteplici fattori”, scrive l'eurodeputato, tra cui l'avvelenamento, l'invasione di bestiame nomade semibrado che causa infezioni, ma anche incidenti stradali e “bracconaggio e caccia illegale, con battute al cinghiale nei siti europei SIC e ZPS del Preparco, autorizzate dal Calendario Venatorio della Regione Abruzzo, con apertura anticipata al 7 ottobre, nel periodo essenziale per l'orso per accumulare cibo prima del sonno invernale”. “La Commissione – scrive Zanoni - è al corrente della grave situazione relativa allo status della popolazione dell'Orso marsicano? Può la Commissione rendere note le modalità d'uso e l'importo dei finanziamenti europei Life + Natura utilizzati per la tutela dell'Orso marsicano, nonché i risultati ottenuti con gli stessi? Alla luce delle violazioni delle direttive 2009/147/CE e 92/43/CE come intende operare la Commissione?”.