giovedì 30 settembre 2010

In vendita i nuovi cartelli stradali anticacciatori

lunedì 27 settembre 2010

I cacciatori sparano nella riserva Borsacchio

I cacciatori sparano nella riserva

Borsacchio, allarme di Braca e Avolio: «Bisogna piazzare subito i divieti»


ROSETO. Mancano i cartelli di divieto così i cacciatori sparano liberamente nella riserva del Borsacchio. A denunciarlo sono i consiglieri comunali di Roseto Emidio Braca e Pasquale Avolio, i quali sottolineano che cacciare all’interno dell’area protetta in questione è un reato anche in assenza dell’apposita cartellonistica.
«Purtroppo nell’area della riserva del Borsacchio, istituita con una legge regionale del 2005, dove la caccia è espressamente vietata dalla legge», è la denuncia dei due consiglieri di opposizione, «si sta sparando in allegria e nel totale disinteresse delle autorità che dovrebbero invece vigilare sull’osservanza di questo divieto. I cacciatori, dal canto loro, ritengono lecita la loro attività in quanto manca la perimetrazione e la cartellonistica a cui avrebbero dovuto provvedere i Comuni di Roseto e Giulianova». Ad ogni modo, come ribadito più volte dalla giurisprudenza amministrativa, i cartelli non sarebbero neppure necessari: la pratica dell’attività venatoria in un’area protetta è proibita anche in assenza di segnalazione dei divieti.
«Visto anche il colpevole ritardo con cui la sua maggioranza sta affrontando la questione della riserva del Borsacchio», dicono Avolio e Braca rivolgendosi al sindaco Franco Di Bonaventura, «non sarebbe opportuno emanare un’ordinanza per far rispettare il divieto dell’attività venatoria nella nostra area protetta? Lei non sa che cacciare nelle aree protette è reato nonostante l’assenza di tabellazione, come ha infatti stabilito la suprema Corte di Cassazione?».
I consiglieri sollecitano dunque l’amministrazione affinché venga richiesto l’intervento della Forestale e della polizia provinciale affinché si adoperino a far rispettare il divieto. «Perché lei sorvola su tale limitazione?», chiedono ancora al primo cittadino Braca e Avolio, «Forse per non perdere la manciata di voti che verrebbe al suo partito dai cacciatori?».
In attesa che vengano fissate delle regole certe, dunque, la riserva del Borsacchio continua a essere frequentata anche dai cacciatori creando così le proteste degli ambientalisti. Tra i nodi da sciogliere c’è anche quello della gestione della futura riserva, anche se prima bisognerà attendere che si decida circa i confini effettivi dell’area. Un altro problema da risolvere è inoltre l’approvazione del progetto di Pan (piano di assetto naturalistico), passato di mano dal Comune alla Provincia. Le associazioni ambientaliste hanno ribadito la necessità di emendare il progetto redatto dai tecnici incaricati dal Comune di Roseto, eliminando ogni previsione di nuova edificazione nel perimetro della riserva.

Da "Il Centro" del 14 settembre 2010

martedì 21 settembre 2010

Febbo: ambientalisti preconcetti verso i cacciatori

2010-09-20

CACCIA: FEBBO, AMBIENTALISTI PRECONCETTI VERSO I CACCIATORI

(REGFLASH) Pescara, 20 set. "Continua la sterile polemica del WWF e della LIPU contro il nuovo calendario venatorio, polemica mai costruttiva, mai orientata al dialogo ma solo e soltanto al NO ideologico. E' la replica dell'assessore alla caccia, Mauro Febbo che aggiunge: "una posizione preconcetta contro i cacciatori, che hanno invece gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini e quindi va loro riconosciuto il diritto di cacciare, espressamente previsto dalle leggi. Ma le associazioni ambientaliste, con il loro atteggiamento ed operato, in questi due anni, hanno mirato sempre ad impedire di fatto l'esercizio della caccia e non ad essere propositive ed a trovare soluzioni condivise. Ed è strano che solo in Abruzzo, tali posizioni preconcette siano particolarmente integraliste". Ciononostante l'Assessore fa sapere che "continuerà la nostra politica tesa a ridare dignità alla categoria dei cacciatori, che svolge una delle attività più antiche al mondo".
(REGFLASH)US/10/09/20

lunedì 20 settembre 2010

Abruzzo: ancora gravi violazioni in Consiglio Regionale

COMUNICATO STAMPA WWF ABRUZZO del 18-09-2010

Il WWF denuncia le gravi violazioni del calendario venatorio 2010-2011
Il Consiglio sta per legittimare anche il “nomadismo venatorio” abrogato a livello nazionale da quasi 20 anni!


Domenica 19 settembre in Abruzzo si apre ufficialmente la caccia. In realtà si spara già da tre settimane, (grazie all'autorizzazione regionale alla pre-apertura), con un danno gravissimo inferto alla fauna selvatica che viene colpita nel periodo delicatissimo di riproduzione, di cura dei piccoli e di preparazione per i lunghi voli che moltissime specie di uccelli si apprestano ad iniziare verso i luoghi di sosta invernale.

Ancora una volta la scrivente associazione si trova a denunciare le gravi violazioni della normativa nazionale e comunitaria che il calendario venatorio abruzzese presenta e l'anomalia di una approvazione attraverso legge regionale (per la prima volta nella storia della Regione Abruzzo) e non con delibera di Giunta come prevede la legge regionale sulla caccia del 2004.

Approvando il calendario per legge la Regione ha pensato di sottrarsi al giudizio della magistratura, poiché le leggi regionali, a differenza delle delibere di Giunta regionale, non sono, di regola, impugnabili. Il ricorso ad una legge regionale consente poi di eludere ogni giustificazione tecnico-scientifica che dovrebbe essere alla base delle scelte sui prelievi venatori. E l’approvazione per legge di un calendario venatorio è ancora più grave in una regione come l’Abruzzo dove non è presente neppure l’altro strumento indicato dalla legge per la gestione della caccia, il Piano faunistico-venatorio che è scaduto nel 2005!

Innanzitutto il calendario è stato approvato senza essere stato prima sottoposto ai pareri obbligatori dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, organismo nazionale delegato, tra l’altro, al controllo della programmazione venatoria) e del Comitato regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale e per la Valutazione di Incidenza.
Gli Uffici della Regione Abruzzo, infatti, a dimostrazione del caos che regna nel settore, hanno richiesto detti pareri su una loro versione del calendario diverso da quello poi proposto “politicamente” da Febbo e Giuliante in consiglio regionale.

È stata violata la legge nazionale sulla caccia laddove, recependo la normativa comunitaria, prevede che il prelievo venatorio sia subordinato alla necessità di assicurare la conservazione delle specie. Gli Stati sono obbligati ad adeguare il prelievo alla situazione delle singole specie, fino ad arrivare al divieto di prelievo per quelle specie che hanno uno status sfavorevole di conservazione.
A tal fine le Regioni devono seguire le indicazioni del documento dell’ISPRA “Sintesi dello stato di conservazione delle specie oggetto di prelievo venatorio ai sensi della legge 11 febbraio 1992 n. 157 e successive modificazioni, Gennaio 2009”.
Senza preoccuparsi affatto di tali prescrizioni, la legge regionale approvata il 3 agosto scorso consente la caccia a quattro specie in declino in Europa (Coturnice, Moretta, Moriglione e Pavoncella) e ad altre 11 con stato di conservazione sfavorevole (Starna, Canapiglia, Marzaiola, Codone, Mestolone, Beccaccino, Frullino, Quaglia, Beccaccia, Tortora, Allodola): in pratica 15 delle 30 specie dichiarate cacciabili dalla Regione Abruzzo avrebbero richiesto particolari precauzioni che invece non ci sono state.

È stata violata la legge nazionale sulla caccia laddove prevede che l’avifauna venga protetta sia “durante il ritorno al luogo di nidificazione” sia “durante il periodo della nidificazione e le fasi della riproduzione e della dipendenza”.
A tal fine la Commissione Europea ha adottato nel 2001 un documento tecnico (Key Concepts of articles 7(4) of Directive 79/409/EEC on Period of Reproduction and prenuptial Migration of huntable bird Species in the EU) che evidenzia per ciascuna specie cacciabile i periodi di caccia a cui le regioni devono attenersi.
La legge regionale approvata il 3 agosto, su 30 specie cacciabili, per ben 12 prevede periodi di caccia più lunghi rispetto a quanto dettato dalla Commissione Europea.
Se poi si confronta la legge approvata il 3 agosto scorso con i periodi di caccia indicati nel Documento ISPRA del 28 luglio 2010 “Guida per la stesura dei calendari venatori ai sensi della Legge n. 157/92, così come modificata dalla Legge Comunitaria 2009, art. 42” si può osservare che in un solo caso vi è conformità.

Ma questo sembra non bastare ai cacciatori e ai loro rappresentanti. Martedì 21 settembre, dopo un passaggio anomalo in commissione straordinaria, andrà in approvazione un ulteriore peggioramento della normativa che estenderà “il comparto unico” a tutto il periodo di caccia ristabilendo di fatto il cosiddetto “nomadismo venatorio”, abrogato da quasi 20 anni a livello nazionale. In pratica i cacciatori non saranno più legati ad una zona specifica (ambiti territoriali di caccia) ma potranno cacciare su tutto il territorio nazionale, causando la perdita di quel collegamento “cacciatore-territorio” che anche i meno oltranzisti hanno individuato quale elemento fondamentale dell'attività venatoria.
Il WWF auspica che i consiglieri regionali almeno per questa volta si ricordino di essere stati eletti di tutti i cittadini e non solo da una parte (tra l'altro minoritaria) di essi.

Lipu Abruzzo su Calendario Venatorio della Regione Abruzzo


CS 06/10
Agli organi di Stampa
COMUNICATO STAMPA
(Lipu Abruzzo su Calendario Venatorio della Regione Abruzzo)

Da oggi in Abruzzo si è aperta la stagione venatoria a quasi tutte le specie cacciabili. Di fatto tuttavia vi sono già stati diversi giorni di caccia, dal I° settembre, ad alcune specie di uccelli. E’ questa una pratica consentita ormai da qualche anno, assai dannosa per diverse specie come la tortora, in via di sensibile diminuzione in gran parte del suo areale europeo, Abruzzo compreso, e che inoltre è fonte di notevole disturbo per le specie non cacciabili senza contare le uccisioni e i ferimenti, accidentali o intenzionali ma certo non rarissimi, di uccelli di specie sempre protette.
Quest’anno il calendario venatorio abruzzese comprende alcune novità non certo positive.
Innanzitutto per la prima volta è stato approvato con legge regionale e non con delibera di giunta.
Così facendo si è reso molto difficile il ricorso da parte delle associazioni ambientaliste al TAR, al fine di rimuoverne irregolarità ed anomalie. La Regione ha così dimostrato nei fatti quanto poco tenga conto la partecipazione ed il coinvolgimento democratico dei portatori d’interesse.
Inoltre con questa scappatoia si è evitato di sottoporre il calendario venatorio al parere obbligatorio dell’ ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), organismo nazionale competente per legge, nonché al Comitato per la Valutazione d’ Impatto Ambientale della Regione Abruzzo, che avrebbe dovuto esprimere un parere vincolante sui contenuti del calendario venatorio.
Va ricordato poi che in un recente documento l’ ISPRA ha comunicato a tutte le regioni che, in applicazione dell’ art. 42 della legge comunitaria 2009, sulla base della situazione oggettiva delle varie specie di uccelli la caccia a quasi tutte le specie non deve iniziare prima del I° ottobre e non deve terminare oltre il 20 gennaio. La Regione Abruzzo non ha minimamente tenuto conto di queste prescrizioni discendenti da una legge dello Stato.
Ma c’è di più! Martedì prossimo andrà in discussione in Regione una proposta di modifica del calendario ancora più permissiva. La recente legge regionale di approvazione del calendario venatorio aveva introdotto un unico comparto di caccia. Aveva cioè ristabilito il dannosissimo nomadismo venatorio che slega completamente il cacciatore dal territorio, per cui di fatto viene a perdere qualsiasi interesse ad una gestione razionale e sostenibile della fauna selvatica, essendo praticamente certo che non sarà lui a cogliere i frutti di una buone gestione venatoria. Con questa novità il cacciatore non è più legato ad una zona specifica ma è libero di sparare in gran parte del territorio regionale. Martedì prossimo dunque la maggioranza cercherà di far approvare l’allungamento del periodo del comparto unico a tutta la stagione di caccia. Si torna indietro di vent’ anni e si annulla uno dei cardini essenziali per una gestione della caccia compatibile con le risorse faunistiche del territorio.

Città S. Angelo, 19 settembre 2010

Stefano Allavena
Delegato LIPU per l’Abruzzo

Cacciatori nel Parco Nazionale della Majella



Abruzzo – Corpo Forestale dello Stato denuncia i cacciatori
Si erano portati anche un aggeggio elettronico per ingannare gli uccelli migratori


GEAPRESS – Erano tutti con regolare licenza uso caccia le persone a cui il Corpo Forestale ha elevato sanzioni sia penali che amministrative. Ai cacciatori, fermati nel primo giorno di apertura generale della caccia, sono stati sequestrati richimai acustici elettromagnetici ed altri accessori vietati. Fucili e munizioni sono stati posti anch’essi sotto sequestro.

La Forestale abruzzese si è avvalsa dell’ausilio di un elicottero della base area del Corpo Forestale dello Stato di Pescara. Posto sotto sorveglianza speciale lo stesso Parco Nazionale della Maiella e le zone pedemontane del chietino.

I Comandi Forestali della Stazione di Palena e Villa Santa Maria (CH) nonché il personale del Coordinamento territoriale di Guardiagrele (CH) hanno così deferito all’autorità giudiziaria ben quattro cacciatori sorpresi ad infrangere la legge in materia di caccia ed armi. In più il possesso di mezzi di caccia illegale. Il richiamo acustico era predisposto per attirare le quaglie che in questo periodo, secondo la Forestale, si posano nei valichi montani per brevi soste durante la migrazione. Un danno consistente anche nei confronti della fauna locale.

Altre decine di cacciatori sono stati controllati rilevando in questo caso irregolarità di tipo amministrativo. Sono stati tutti sanzionati con pesanti verbali. I controlli del Corpo Forestale continueranno anche nei prossimi giorni.

Da "GeaPress"del 20 settembre 2010

sabato 18 settembre 2010

Caccia, carne di cinghiale esaminata contro la trichinellosi

Caccia, carne di cinghiale esaminata contro la trichinellosi

TERAMO – I cacciatori di cinghiali potranno portare le carcasse degli animali catturati in otto macelli pubblici della provincia, dove i veterinari del servizio di Igiene degli alimenti di origine animale della Asl controlleranno le carni dei suini a scopo preventivo. La convenzione tra Asl e Provincia, precedentemente approvata dalla Giunta su proposta dell’assessorato alla Caccia e Pesca, è stata sottoscritta questa mattina, dal vicepresidente dell’ente, Renato Rasicci, e dal dirigente del relativo servizio della Asl, Rolando Piccioni.
La sorveglianza epidemiologica attuata attraverso l’esame dei campioni prelevati da capi abbattuti è essenziale per la lotta alle malattie e per la riduzione del rischio dell’insorgenza e diffusione di molte patologie, in particolare della trichinellosi, parassita particolarmente grave per l’uomo. Le carni prelevate dai sanitari negli appositi macelli pubblici vengono poi analizzate dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo. Il servizio ha ottenuto nei tre anni di applicazione ottimi risultati, sia in termini di semplificazione delle procedure che di contrasto al fenomeno delle catture in nero che sfuggono alla profilassi sanitaria.
“Per questo servizio la Provincia versa alla Asl 3.700 euro l’anno – spiega Rasicci – una cifra quasi simbolica che non copre certo i costi effettivamente sostenuti dall’azienda sanitaria per effettuare il prelievo e il controllo delle carni. Alla Asl e all’Istituto – aggiunge il vicepresidente della Provincia – vanno i nostri ringraziamenti per la sensibilità e la collaborazione dimostrata per questa operazione di prevenzione e profilassi”.

Da "futurocomune.it" del 16 settembre 2010

venerdì 17 settembre 2010

Apertura caccia in Abruzzo: gli auguri di buona caccia dell' Assessore Lattanzio (Pe)

Domenica 19 settembre si apre la stagione della caccia. E' stato approvato un calendario venatorio che incontra le esigenze dei cacciatori. "Siamo solo all'inizio di una nuova fase - spiega l'assessore alla Caccia, Mario Lattanzio -.
In questi mesi ho cercato di organizzare al meglio l'assessorato e potenziare il servizio di gestione faunistica provinciale, che mi ha dato modo di riflettere su come una gestione della caccia, basata su criteri tecnico-scientifici, possa contribuire alla conservazione della natura".

Questo aspetto compreso il prelievo, ai fini della conservazione della specie, e' molto piu' utile ed efficace della mera protezione, attivita' che viene attuata all'interno della maggior parte delle aree protette italiane.
"Oltre alle attivita' in campo - prosegue Lattanzio - la Provincia insieme con l'Atc (ambito territoriale di caccia) al fine di far conoscere i principi che sono alla base di un prelievo sostenibile e' impegnata in un progetto sull'educazione ambientale nelle scuole mirato alla crescita delle generazioni future, attraverso anche visite guidate alla mostra permanente sulla fauna della provincia di Pescara allestita presso i locali dell'Atc di Cepagatti". Infine Lattanzio rivolge "un in bocca al lupo alla categoria per la stagione venatoria".

Da www.leggimi.eu del 16 settembre 2010

Apertura caccia in Abruzzo: gli auguri di buona caccia dell' Assessore Di Michele (Te)

Secondo quanto stabilito dal Calendario venatorio della Regione Abruzzo domenica 19 settembre ci sarà l’apertura generale della stagione di caccia: oltre che al cinghiale, quindi, saranno cacciabili il fagiano, la starna, la quaglia, il merlo, l’allodola, la ghiandaia, la cornacchia, la gazza.
Non sarà cacciabile, invece, la volpe, specie per la quale l’attività venatoria sarà consentita solo dal 2 ottobre anche se le quattro Province avevano proposto l’anticipo al 19 settembre.

“In questa circostanza, considerato il buon lavoro che insieme ai cacciatori abbiamo svolto in questi mesi sugli aspetti riguardanti la programmazione e la gestione del territorio – dichiara l’assessore Giuseppe Antonio Di Michele – non mi resta che augurare una buona stagione di caccia raccomandando lealtà verso la fauna e rispetto delle norme per garantire che l’attività venatoria si svolga con i più ampi margini di sicurezza”.

Ieri sera, intanto, nella Sala Polifunzionale dell’ente, l’Assessore, è tornato ad incontrare i capisquadra della caccia al cinghiale. Nel corso della serata oltre alla consegna del materiale necessario per l’attività venatoria (tabelle, fascette per la tracciabilità delle carcasse, verbali di battuta) è stato effettuato il sorteggio per le assegnazioni temporanee delle “Aree libere”.

Domenica apertura generale della caccia ma per la lepre, bisogna aspettare il 2 ottobre

Di Michele ha avuto modo di ribadire le novità introdotte con la nuova programmazione: l’assegnazione delle Aree libere avviene per macroaree e a rotazione sulla base di un calendario fatto all’inizio dell’anno mediante, appunto, sorteggio pubblico ; ciascun componente può far parte o di una squadra di braccata o di una squadra di girata ; alle squadre di girata viene assegnato un distretto fisso ; per riconfermare una squadra occorre almeno il 60% dei componenti dell’anno precedente.

Le squadre iscritte al registro provinciale per la caccia al cinghiale sono 52, di cui 49 della tipologia “braccata” (squadre minimo di 25 persone), e 3 della tipologia “girata”.

Le nuove squadre sono 6, ad esse non verranno assegnati distretti di caccia “fissi”, come è stato fatto per le altre ma a loro saranno assegnati settimanalmente dei distretti sulla base delle turnazioni scaturite dal sorteggio pubblico di ieri sera.

Da "www.piazzagrande.info" del 17 settembre 2010

giovedì 16 settembre 2010

Abruzzo. Caporale (Verdi), piu' importante la caccia della ricostruzione

"Per la maggioranza la caccia e' questione piu' urgente di ricostruzione, sanita' e crisi occupazionale". Lo dichiara ironicamente Walter Caporale, Capogruppo regionale dei Verdi.

"Martedi' 21 settembre - dice - il Progetto di Legge sulla Caccia, proposto da Prospero, Sospiri e Rabbuffo (Pdl), approvato illegittimamente in una Commissione Consiliare la scorsa settimana, senza rispettare il Regolamento regionale, e' l'unico Progetto di legge all'Ordine del Giorno di una seduta "Straordinaria" della Terza Commissione, nella stessa mattina del Consiglio Regionale dove approdera' la Legge 'caccia selvaggia'.

Durante questa Legislatura - osserva Caporale - non sono state mai Convocate Commissioni aventi carattere d'urgenza e quindi Straordinarie per risolvere problemi cogenti quali la ricostruzione dopo il terremoto, la disoccupazione e la crisi occupazionale, il ripristino di servizi sanitari e la ricerca di soluzioni per i disabili, il taglio di posti letto, la chiusura dei piccoli Ospedali.
Si e' invece trovato il tempo di convocare Commissioni Straordinarie per favorire i cacciatori: mentre gli aquilani rischiano di perdere l'assistenza la maggioranza pensa allo sterminio della nostra fauna, risorsa per la Regione dei Parchi.

Il PDL ha a cuore solo i cacciatori ed il pacchetto di voti che rappresentano insieme agli armieri ed agli inutili uffici preposti all'organizzazione di questa pratica, che riguarda l'1% degli abruzzesi (i cacciatori sono circa 16.000). Il Gruppo Verdi - avvvisa Caporale - arrivera' in Commissione con migliaia di emendamenti: sara' ostruzionismo ad oltranza in Commissione e in Consiglio. Noi - conclud eil capogruppo dei Verdi - ci auguriamo che i consiglieri regionali di destra e di sinistra, in un sussulto di buon senso e di rispetto delle Leggi, sapranno bocciare le vergognose ed ignobili richieste di chi vuole soltanto aumentare lo sterminio degli animali in Abruzzo, riducendo i controlli degli organismi nazionali".

Da www.leggimi.eu del 16 settembre 2010

mercoledì 15 settembre 2010

Sulmona. Fucilate a un gatto, cacciatore nei guai

Fucilate a un gatto, denunciato
Cacciatore nei guai, l’animale è gravemente ferito


SULMONA. Un sulmonese è stato denunciato per aver sparato con un fucile da caccia a un gatto nero. È successo alle Cavate, una popolosa frazione alle porte della città, dove alcuni residenti, allertati da alcuni colpi d’arma da fuoco, avrebbero visto un cacciatore sparare ad un gatto. Un animale innocuo la cui unica colpa è quella di avere il pelo nero e quindi portatore di «sventura». A rivelare quanto accaduto è Gabriella Tunno, dell’associazione «Code felici» che ha preso in consegna il gatto ferito e lo ha portato subito dal veterinario. «Il gattino ha perso molto sangue per i cinque pallini che gli sono stati sparati» denuncia esterrefatta la Tunno «ma ce la farà. Anche se probabilmente avrà problemi ad una zampetta e ad un occhio, colpiti dai pallini. Non è infatti detto che possa tornare a camminare, visto che è stato intaccato un nervo della zampa. Ma questo non significa che tale atto barbarico debba passare inosservato. Assieme ai residenti che sono stati testimoni dell’accaduto e all’Enpa sporgeremo anche noi una denuncia. Quello che è accaduto è assurdo» conclude «e speriamo che sia fatta giustizia. Persone del genere non dovrebbero detenere armi». (f.p.)

Da "Il Centro" dell'11 settembre 2010

venerdì 10 settembre 2010

Abruzzo: in Consiglio Regionale illegalità ed illegittimità

COMUNICATO STAMPA

ABRUZZO: CACCIA – COMMISSIONE REGIONALE APPROVA PROPOSTA DI LEGGE ILLEGALMENTE.

CAPORALE: UN ABUSO, ILLEGALE E ILLEGITTIMO.


Dichiarazione di Walter Caporale, Capogruppo regionale dei VERDI:

“In 40 anni di attività del Consiglio Regionale non si era mai verificato che una proposta di Legge non depositata e non assegnata ai sensi dell’art. 52 del Regolamento alla competente Commissione venisse discussa e approvata.

Forse tale atto illegittimo poteva trovare una qualche ‘giustificazione’ per un provvedimento sulla grave crisi occupazionale o per la crisi della Sanità. NO: è avvenuto per gli interessi di poche migliaia di cacciatori, per i quali era già stata approvata una legge che prevedeva apertura e preapertura della caccia assai vantaggiose per loro e, ovviamente, assai sfavorevoli per gli animali.

Questa maggioranza ha superato ogni limite di lealtà. Oggi stesso partirà un esposto alla Procura della Repubblica.

Se questa proposta di legge dovesse essere inserita all’ordine del giorno del prossimo Consiglio, arriverò imbavagliato e con le mani legate, perché è questo che vogliono! Imbavagliare la legalità e il rispetto delle REGOLE STATUTARIE. E’ un gioco a cui non mi presto”.

L’Aquila, 9 settembre 2010


Gruppo Consiliare "La Sinistra, VERDI-SD" Regione Abruzzo
Via Jacobucci,4 - 67100 L'Aquila -0862.644.213 - 335.790.71.20 www.waltercaporale.it – verdi@waltercaporale.it

giovedì 9 settembre 2010

Cacciatori. Nel vastese fanno quello che vogliono......

CACCIATORI ALL'OPERA FUORI DAI LIMITI DELLA STAGIONE VENATORIA NELL'AMBITO TERRITORIALE VASTESE

VASTO (CH)- Nell’Ambito territoriale di caccia del Vastese alcune 'doppiette' erano in azione nei giorni in cui la stagione venatoria è ancora chiusa. "Non è possibile che nel 2010 accadano ancora questi problemi”, sostiene Marco Scarpone, presidente del circolo “Vasto Libera Caccia Punto e a capo”.

“Forze politiche e mass media contro la nostra categoria e spesso si dicono assurdità come quella per la quale la caccia sarebbe aperta tutto l’anno - aggiunge - Una cattiva informazione ai cittadini stessi e ai cacciatori i quali vengono confusi. I cacciatori – ha proseguito Scarpone – fanno girare l’economia così come qualsiasi altra categoria, nonostante la legge 157 del 1992 abbia imposto loro dei periodi di caccia. Sarebbe opportuno che la gestione del territorio agro silvo pastorale dell'Abruzzo passasse nelle mani della Regione con un solo ambito". Infine Scarpone chiede “più potere ai guardiacaccia volontari e l’istituzione di nuovi corsi per formare i guardiacaccia così da affiancarli alle altre forze per un migliore controllo del territorio.”

Da Histonium.net del 09 settembre 2010

lunedì 6 settembre 2010

Preapertura: ventimila doppiette abruzzesi possono sparare

Caccia, oggi la preapertura
Le ventimila doppiette abruzzesi possono sparare, ma per mezza giornata e solo contro 5 specie


PESCARA. Parte questa mattina la prima delle 4 giornate di preapertura della caccia in Abruzzo (5,6,11 e 12 settembre). Le ventimila doppiette della regione potranno sparare però solo per mezza giornata, fino alle ore 12. Lo stabilisce la delibera della giunta che elenca anche le specie cacciabili.

Si tratta di cinque specie alle quali si può cacciare solo con la modalità dell'appostamento e con un limite di carniere: tortora (massimo 5 capi al giorno), merlo (5 capi al giorno), cornacchia grigia, gazza, colombaccio.

Esclusa invece dal provvedimento la caccia alla quaglia, ad altre specie cacciabili e con modalità diverse dall'appostamento.

L'apertura ufficiale della caccia in Abruzzo sarà il 19, terza domenica di settembre, secondo questo schema: quaglia e starna (fino al 30 novembre), tortora, merlo, allodola (fino al 20 dicembre), fagiano, ghiandaia, cinghiale (fino 31 dicembre), colombaccio, cornacchia grigia, gazza, volpe (fino al 31 gennaio),

Lepre dal 1º ottobre al 31 dicembre. Il grosso delle catutre può essere fatto dal 15 ottobre al 31 gennaio per cesena, tordo bottaccio, tordo sassello, germano reale, folaga, gallinella d'acqua, alzavola, porciglione, fischione, codone, mestolone, marzaiola, moriglione, beccaccino, pavoncella, canapiglia, frullino. Dal 1º novembre al 31 gennaio tocca alla beccaccia. Dal 1º ottobre al 30 novembre a coturnice e moretta.

In realtà la preapertura non trova favorevoli molti cacciatori che la ritengono tardiva. Soprattutto per la tortora, che, si legge nei vari blog dedicati alla caccia, «ormai è già volata via».

Moti hanno protestato anche per il fatto che l'apertura avviene in ritardo rispetto ad altre regioni che hanno iniziato il 1º settembre.

La scorsa settimana il direttivo di Giulianova di Federcaccia ha espresso rammarico perché il calendario venatorio «ancora una volta vede penalizzati i cacciatori abruzzesi. Ha detto il presidente Matteo Francioni: «Non può tollerarsi che a 20 chilometri di distanza, nelle Marche, la situazione sia completamente diversa». Gli appassionati giuliesi contestano il fatto che, nonostante gli ambiti territoriali di caccia del Salinello e del Vomano avessero fissato la pre-apertura della caccia a specie quali la tortora e il colombaccio al primo settembre, la delibera regionale del 23 agosto li ha obbligati a posticipare l'inizio a oggi.

Ma questo è stato un anno particolarmente difficile per la definizione del calendario con corsi e controricorsi tra Regione e ambientalisti.

Da quest'anno, poi, la legge comunitaria approvata tra le polemiche pochi mesi fa dalla Camera, ha cambiato le carte in tavola: l'articolo 42 del testo di recepimento della direttiva Ue ha modificato la legge che regola l'attività venatoria, la 157.

Tra i punti principali, la possibilità di estendere il periodo di caccia fino al 10 febbraio oltre la chiusura del 31 gennaio, e una maggiore attenzione alle specie nei periodi di migrazione e riproduzione.

Da "Il Centro" del 05 settembre 2010

giovedì 2 settembre 2010

Follie abruzzesi

Abruzzo. Colpo di testa venatoria della Regione. Abolito il Tribunale Amministrativo Regionale.
Tutti a sparare, ma il WWF non molla la presa.


GEAPRESS – In Abruzzo per evitare i ricorsi del WWF, la Regione ha più che altro annullato non il calendario venatorio ma direttamente il TAR. La cosa assume degli aspetti surreali. In Abruzzo quest’anno era stato redatto un primo calendario venatorio, poi modificato con un secondo provvedimento che dovette far seguito alla legge comunitaria 2009 la quale, con il suo art. 42, aveva ridato speranza a chi crede ancora nella legalità. Il secondo calendario che furono costretti a redarre venne peraltro sottoposto, su insistenza del WWF, all’ esame del Comitato valutazione impatto ambientale della Regione, il quale si mise a lavoro apportarono delle modifiche che, a quel punto, non poterono essere che a favore dell’ambiente. Tutto risolto allora? Macchè, quando si dice la lobby filo caccia.

Il Consiglio Regionale abruzzese, ignorando del tutto il calendario studiato per la seconda volta dai suoi uffici, ne fa addirittura un terzo ma sotto forma di legge. In termini pratici, ha mandato il TAR tra i fumatori d’oppio. Spiegano, infatti, al WWF Abruzzo che la legge è impugnabile solo per gli atti applicativi, come ad esempio il mancato rispetto dei pareri dell’organo tecnico (ISPRA) che la legge nazionale sulla caccia aveva (poverina…) preteso. Il TAR dovrebbe a quel punto rilevarne l’incostituzionalità e portare tutto innanzi alla Corte Costituzionale. Tempi lunghi, insomma. Questo perchè, come ben sanno i politici filo venatori, una legge non può essere sospesa, come ad esempio avverrebbe con l’apposita e veloce ordinanza del TAR.

La Legge-calendario venatorio è stata comunque impugnata dal WWF innanzi al Governo Nazionale. Questo dovrebbe esprimersi a breve sull’invio alla Corte. E’ già successo. In Lombardia, Veneto e Friuli, tanto per citare gli ultimi più recenti interventi, il massimo organo che deve vigilare sul rispetto della nostra costituzione ha dato torto a tutte e tre le regioni. Vedremo per l’Abruzzo, dove nel frattempo, grazie alle astuzie messe in atto, si è iniziato a sparare.

Eppure qualche anno addietro, sempre a causa del WWF che si ostina a voler far rispettare la legge, addirittura l’Unione Europea aveva dato torto ai Consiglieri filo caccia abruzzesi. Partì addirittura la procedura di infrazione e sull’Italia si addensarono le nubi che fanno piovere pesanti multe o altre azioni quali, ad esempio, il blocco dei finanziamenti comunitari. Oggetto era la caccia in deroga, ossia forme di caccia presentate come tradizionali e per questo sistematicamente consentite in barba ai principi di eccezionalità, per altro motivata, voluti dall’Europa. L’Abruzzo si adeguò. In Lombardia, invece, la condanna è recente. Vedremo cosa faranno.(GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).

Da Geapress

mercoledì 1 settembre 2010

Abruzzo. Pronti i ricorsi al TAR?

Caccia, pre-apertura il primo settembre ma “sparano” già i ricorsi al Tar

ROMA (29 agosto) - Le doppiette scaldano le polveri: il primo settembre si alza il sipario sulle prime battute di caccia con l'ormai tradizionale (e contestata) pre-apertura della stagione venatoria, che ufficialmente inizia la terza domenica di settembre: quest'anno il 19 - e si chiude il 31 gennaio.

Per il 2010-2011 molto è cambiato (o dovrebbe cambiare) con la legge Comunitaria, e in particolare con l'introduzione della modifica alla legge quadro sulla caccia (la 157) contenuta nell'articolo 42 del testo di respiro europeo approvato da pochi mesi dall'Aula della Camera. E, come spiega Osvaldo Veneziano, presidente di Arcicaccia, «in un clima di incertezza del diritto» le Regioni aspettano fino all'ultimo minuto per deliberare i calendari per evitare i ricorsi al Tar delle associazioni ambientaliste.

Il Wwf e la Lega italiana protezione uccelli (Lipu), insieme con altre associazioni, sono, infatti, già pronte a ricorrere al tribunale amministrativo: per ora, rivela Patrizia Fantilli, responsabile dell'ufficio legislativo del Wwf, «ci siamo accordati su Veneto, che chiede ancora le deroghe per le peppole e i fringuelli, Lombardia, Toscana, Calabria e Abruzzo». E dal Presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni un appello in extremis: «Non scendete in campo nei giorni della pre-apertura; ne gioverebbe la fauna e tutti i cittadini». Il rischio, per Fulvio Mamone Capria, vicepresidente della Lipu, è che con la pre-apertura «già si inizia a sparare a 12 specie, tra cui 4 in declino come la tortora, la quaglia, la beccaccina, la marzaiuola».

Tra le principali novità introdotte dall'articolo 42 della legge Comunitaria, la possibilità di prolungare la caccia di 10 giorni in febbraio, ritardandone però l'inizio in settembre. Un'eventualità alla quale, secondo gli esperti, «starebbe lavorando per ora soltanto la Sardegna». Inoltre Mamone Capria ricorda anche l'introduzione del «divieto di caccia alle specie in periodo di migrazione, riproduzione e assistenza alla prole, e accoppiamento». Cambiamenti che hanno portato l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) a divulgare un documento per le Regioni con le linee guida per la stesura dei calendari, tenendo conto che - secondo la legge - qualsiasi deroga, sia relativa alle specie cacciabili sia temporale, è legata al parere dei propri dati scientifici. E - secondo gli esperti del settore - all'Ispra per il momento non sembra siano arrivate richieste specifiche.

Per ora, con la pre-apertura, si potrà sparare soltanto in due giorni: il primo e il cinque settembre, mentre in Puglia anche il 12. Quasi tutte le Regioni, a parte Piemonte, Emilia-Romagna e Liguria offrono questa possibilità. Ma i calendari veri e propri tardano ad arrivare, così da evitare i ricorsi al Tar degli ambientalisti con delibere che arrivano anche oltre il 28-29 agosto. Per questo alcune Regioni hanno deciso di affidare la pre-apertura alle singole province, come in Toscana, in Emilia-Romagna e in Lombardia (qui ha aderito solo Brescia). Poi, il via ufficiale domenica 19 settembre.

All'orizzonte una forte riduzione delle specie cacciabili: per esempio, in Puglia il fagiano potrà essere nel mirino dei bracconieri soltanto dal 2 ottobre al 29 dicembre, per i tordi si anticipa la chiusura al 20 gennaio e non al 31, per la beccaccia si parla del 20 o del 31 dicembre. Lo stesso per il colombaccio, l'allodola e il merlo. Al 20 gennaio lo stop dovrebbe riguardare la gran parte delle anatre. In ogni caso, rimane - dice Veneziano - «un contesto di frustrazione verso i cacciatori che dopo l'approvazione della Comunitaria hanno visto naufragare la possibilità di un dibattito serio per la modifica della 157».

E anche in Parlamento «la lobby venatoria vacilla», osserva il presidente di Arcicaccia: «Il gruppo interparlamentare "Caccia e pesca" da 120 membri di inizio legislatura è passata a 30 dell'ultima riunione in luglio».

«La stagione di caccia inizia con la preapertura ed è il peggiore degli inizi possibili. Ancora una volta a prevalere sono le pressioni del mondo venatorio piuttosto che le esigenze della fauna selvatica, le indicazioni del mondo scientifico e le norme europee ed italiane per la tutela della biodiversità». È quanto si legge in una nota del Wwf in merito alla stagioen venatoria. «Si comincia infatti a cacciare, con alcune differenze fra Regione e Regione, fin dai primi giorni di settembre, invece della data canonica della terza domenica di settembre. Anche se il prelievo sarà in questi giorni consentito su alcune specie - sostengono gli ambientalisti -, il danno sarà gravissimo per queste specie e per tutte le altre presenti sul territorio, soggette a disturbo ed a possibili danni diretti in un periodo particolarmente delicato della loro biologia come la tarda estate».

Ma perchè la caccia ai primi di settembre è così dannosa? «Perchè (e lo dice il mondo scientifico e non solo le associazioni di tutela ambientale) la caccia in questo periodo va ad incidere su un periodo in cui tutta la fauna selvatica è in genere messa in difficoltà da condizioni ambientali non facili di fine estate e nel quale non tutti i giovani dell'anno sono ancora completamente indipendenti; non essendo ancora giunti i contingenti migratori dal nord, si concentra sui soggetti che nidificano sul nostro territorio e che sono quindi di particolare importanza per la nostra fauna; per quanto riguarda le anatre, ricade in un periodo in cui parte delle femmine non hanno ancora completato la muta e possono avere difficoltà di volo; comporta un impatto indiretto (disturbo) e anche diretto (possibili atti di bracconaggio) sulle tante specie protette che in questo periodo stanno iniziando il lungo volo migratorio e ancora si trovano sul nostro territorio».

«Di fronte a questo , il Wwf (insieme ad altre Associazioni ) ricorrerà ai Tribunali Amministrativi per chiedere la giusta tutela della nostra fauna. Già lo scorso mese di giugno numerose associazioni, tra cui il Wwf - si legge ancora- , inviarono una lettera/diffida alle Regioni ed alle istituzioni competenti, con richieste molto puntuali per l'applicazione delle nuove e più rigorose norme introdotte recentemente dall'articolo 42 della Legge Comunitaria 2009 approvata dal Parlamento negli scorsi mesi (Legge 96/2010). Successivamente, inoltre, sono state emesse specifiche Linee Guida dall'Ispra - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - che più dettagliatamente illustravano la strada da percorrere, validando largamente gli elementi già posti dalle associazioni».

Il Wwf «porterà la questione nelle aule dei tribunali» per «contribuire all'applicazione ed al rispetto delle nuove norme da parte di Regioni e Province, cui ricordiamo che la tutela della fauna selvatica e dell'ambiente è un dovere stabilito anche dalla Costituzione, per garantire l'adeguamento della gestione dell'attività venatoria alle regole stabilite dall'Unione Europea ed ormai introdotte anche nel nostro Paese».

Da il Messaggero del 29 agosto 2010

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=116671&sez=HOME_INITALIA

Cinghiali a Teramo: la difesa dell'assessore

Cinghiali: la difesa dell'assessore
Si schierano con Di Michele 3 sigle di cacciatori




di Barbara Gambacorta
VAL VIBRATA. La battaglia mossa dalle associazioni venatorie aderenti al coordinamento provinciale nei confronti dell'assessore alla caccia, Giuseppe Di Michele, fa registrare nuove prese di posizione da parte di alcune sigle del settore che scendono in campo in difesa dell'amministrazione provinciale e della gestione attuale della caccia al cinghiale. La sezione di Teramo dell'Urca (Unione regionale cacciatori dell'Appennino) si dissocia infatti pubblicamente da quelle che ritiene «inopportune, ingiuste e false accuse rivolte all'operato dell'assessore e del settore che lui stesso coordina», e ribadisce, «il personale apprezzamento per quanto fatto» e il suo «totale appoggio alle istituzioni preposte alla gestione dell'attività venatoria nel territorio provinciale». Della stessa opinione anche l'Enal Caccia provinciale che con una nota esprime il pieno sostegno per la programmazione della caccia al cinghiale fatta dalla Provincia e ribadisce la piena disponibilità riscontrata dall'assessore Di Michele nell'accogliere le istanze del mondo dei cacciatori e il suo atteggiamento «molto scrupoloso e attento» nei confronti di chiunque abbia manifestato un problema. Della stessa opinione anche la sezione teramana dell'Associazione cinghialai d'Abruzzo che «si stupisce sempre di più la sfrontatezza della maggior parte delle associazioni venatorie nell'affrontare il tema della caccia al cinghiale senza aver prima sentito i cacciatori che praticano tale attività venatoria». L'associazione spiega poi di aver riunito lo scorso 27 luglio i capibattuta di tutte le squadre di caccia al cinghiale in un incontro disertato dalle associazioni "contestatrici". In quell'occasione i cinghialai hanno ritenuto di mantenere l'attuale programmazione esistente - senza quindi il passaggio di gestione agli ambiti territoriali - poiché il sistema ha, secondo loro, garantito «un corretto e sicuro svolgimento delle attività di caccia al cinghiale». L'associazione ritiene poi «che anche la gestione settimanale delle squadre sia mantenuta alla Provincia» per evitare che gli ambiti territoriali debbano impegnare soldi e personale sottraendoli quelle poche risorse finanziarie disponibili per il ripopolamento della selvaggina.

Da "Il Centro" del 29 agosto 2010