giovedì 29 maggio 2014

Orso marsicano: anche cacciatori nell'intesa tutela plantigrado

(AGI) - Roma, 29 mag. - Anche le associazioni venatorie diventano alleate delle istituzioni nella "mission" di tutela dell'Orso marsicano. Il ministero dell'Ambiente, l'Ispra, la Federazioni italiana della Caccia, l'Associazione nazionale Libera Caccia, l'Enalcaccia, l'Anuu Migratoristi e l'Arci Caccia hanno firmato un protocollo d'intesa per la tutela dell'Orso bruno marsicano attraverso un programma condiviso di implementazione di buone pratiche di gestione venatoria.
L'accordo trova piena sintonia con quanto disposto dal Piano d'azione Patom e dal Protocollo d'intesa firmato il 27 marzo scorso da Ministero, Regioni Abruzzo, Lazio, Molise e Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Il testo prevede impegni unilaterali da parte delle associazioni dei cacciatori per ridurre l'impatto della pratica venatoria e delle attivita' connesse, promuovendo l'informazione e la formazione dei cacciatori sulle corrette modalita' di gestione delle specie di interesse venatorio e le criticita' di conservazione dell'Orso bruno marsicano. "Con questo protocollo - commenta il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti - facciamo tutti un altro passo in avanti nel percorso avviato per la tutela dell'Orso marsicano. Ogni istituzione e ogni gruppo d'interesse ha il dovere di concorrere alla difesa di questo straordinario simbolo della biodiversita' italiana. Oggi mi sembra si sia dato un segnale significativo in questo senso". "Le associazioni - si legge nel protocollo - condividono la necessita' di procedere, ai fini della tutela dell'Orso bruno marsicano e sulla base di apposita cartografia di presenza della specie aggiornata, alla rapida sostituzione della 'braccata', caratterizzata da un elevato disturbo e rischio di impatto su specie 'non target', con forme a minor impatto come la 'girata' e la 'caccia di selezione', attraverso la formazione e l'aggiornamento dei cacciatori". Viene prevista "la promozione di una piu' corretta organizzazione della gestione venatoria, a partire dalla stesura dei Piani Faunistici Venatori e dei Regolamenti specifici di gestione delle diverse specie, appoggiando le amministrazioni competenti nella definizione delle prescrizioni", il coinvolgimento degli 'ambiti territoriali di caccia' (Atc) a supporto delle amministrazioni per la revisione della programmazione venatoria', la formazione-aggiornamento per una 'corretta cultura della gestione delle specie di interesse', secondo i criteri scientifici definiti dai documenti tecnici dell'Ispra.

lunedì 26 maggio 2014

D'Amico: “Regolamento per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati”

Aver imposto la discussione e l’approvazione del “Regolamento per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati” da parte del centro destra nell’ultima seduta del Consiglio regionale ha semplicemente aggravato il problema Il Vice Presidente del Consiglio regionale Giovanni D’Amico non può che condividere la posizione espressa dalla Confagricoltura marsicana.

“ Mi sono espresso contrario all’approvazione del Regolamento- ha dichiarato Giovanni D'Amico - , ed ho insistito perché se ne discutesse con più lucidità, proprio perché mi è subito stata chiara l’inutilità ed inadeguatezza del provvedimento. La ingiustificata fretta ha scontentato tutti: i cacciatori , che della selvaggina non fanno commercio; non ha risolto il problema degli agricoltori che tornano a denunciare , a quanto pare inascoltati, i danni subiti. Non aver definito la selezione del numero dei cinghiali e aver stralciato, su pressione degli animalisti, la selezione dei cervi e dei caprioli è stata una scelta penalizzante e per gli agricoltori i cui campi continuano ad essere devastati e , paradossalmente , per lo stesso l’Orso la cui tutela è sancita dalla Convenzione PATOM sottoscritta recentemente dal Parco Nazione d’Abruzzo e dalla Regione con l’Unione Europea. 

Sostanzialmente si è fatto un pastrocchio che scontenta tutti in non risolve alcun problema” 

Danni cinghiali, Confagricoltura L'Aquila: «gli allevatori riconsegneranno le tessere elettorali»

«Si è superato il punto di non ritorno»

L’AQUILA. «Avevamo già segnalato il verificarsi di danni alle coltivazioni da parte di Cervi e Caprioli nella Valle Subequana, ma ciò che sta accadendo in questa primavera, va oltre le peggiori previsioni». 
Protesta con forza Vinicio Blasetti, presidente della Sezione zootecnica di Confagricoltura L’Aquila. 
«Già nel mese di aprile», racconta, «abbiamo denunciato la perdita totale di molti ettari di terreno appena seminati a mais nei Campi Palentini razziati dai cinghiali ma oggi quello che gli anni scorsi è stato un fenomeno occasionale e limitato a zone isolate, sta divenendo un fenomeno normale. Ci eravamo rassegnati ai danni nel momento di raccogliere, avendo speranze vane su indennizzi pubblici mai arrivati, ed allora abbiamo sperimentato raccolte fuori tempo con sistemi di dissuasione fai da te, ma mai avremmo pensato che non saremmo riusciti neanche a seminare».
Per Confagricoltura «la latitanza delle amministrazioni sul tema è assoluta, anzi l’unica norma approvata, oltre ad un regolamento incompleto ed inapplicabile, è quella secondo la quale la regione “non pagherà i danni oltre la insufficiente dotazione finanziaria” Il Parco Velino Sirente sollecitato ad effettuare la verifica e la quantificazione dei danni dorme sogni tranquilli non disponendo neppure di un tecnico sufficientemente preparato per fare le verifiche, la Provincia vive momenti di appannamento, non si riesce a parlare con i funzionari e le guardie provinciali mentre presidente e vice presidente non rispondono più al telefono, evidentemente troppo impegnati nella campagna elettorale». 
Confagricoltura L’Aquila ricorda di aver scritto, concertato, osservato, discusso, condiviso ed eccepito ma «nulla, proprio nulla è stato fatto in concreto e sono passati oltre 20 anni dalle prime richieste. Gli allevatori sono rassegnati, ma non vinti, e, visto che in piena emergenza ci risulta impossibile ottenere la risposta dei vertici della provincia dell’Aquila, cambiano i metodi di protesta: da domani riconsegneremo le tessere elettorali nelle mani del Presidente della Repubblica Napolitano e sospenderemo il pagamento di tasse e tributi fino a quando il Governo non troverà una soluzione al problema» raccomanda Vinicio Blasetti.

venerdì 23 maggio 2014

Cinghiali, nel Chietino sospeso l’abbattimento selettivo

A L’Aquila i funzionari della Provincia dell’Aquila contro il selecontrollo

ABRUZZO. Coldiretti Chieti esprime sconcerto per quanto accaduto nel corso dell’ultima seduta dell’Atc chietino-lancianese in riferimento alla problematica relativa alla fauna selvatica. 
Nel corso del comitato è stato infatti rimesso in discussione il Protocollo di intesa sulla gestione dei cinghiali che, siglato il 19 febbraio da Provincia di Chieti e Atc chietino-lancianese (dopo la votazione unanime dei componenti dell’ambito territoriale di caccia), prevede sia l’attività di selecontrollo (attraverso recinzioni elettriche e dissuasori) sia l’abbattimento selettivo degli animali selvatici che procurano tanto danno a coltivazioni e imprese agricole. In sostanza, approfittando dell’assenza di uno dei due componenti di Coldiretti e nonostante l’opposizione dell’altro, il Comitato ha votato la sospensione dell’attività di abbattimento prevista dal Protocollo di intesa, pur non essendo tale argomento all’ordine del giorno. 
«Un vero e proprio “colpo di mano”», dice il direttore di Coldiretti Giordano Nasini, «peraltro sostenuto dalle altre associazioni di categoria, che aggraverà la situazione già drammatica dei tantissimi imprenditori agricoli danneggiati dalle incursioni dei selvatici. Siamo tornati al punto di partenza, è stato letteralmente azzerato il primo traguardo raggiunto in provincia di Chieti per la soluzione di un problema annoso e terribile ma ciò che ci sconcerta maggiormente è l’ambiguità con cui è stato trattato tale argomento in seno al Comitato». Gli fa eco il presidente Sandro Polidoro. 
«Per quanto ci riguarda», evidenzia Polidoro, «come già fatto in occasione dell’approvazione del Regolamento regionale sulla fauna selvatica, sul quale abbiamo espresso le nostre perplessità, continuiamo con coerenza con la nostra posizione ribandendo che, sui cinghiali, ci sono necessità su cui non si può continuare a soprassedere». 
La situazione non è migliore a L’Aquila dove la Provincia con una nota inviata alla Regione asserisce che la stessa non può autorizzare l’attività di contenimento della fauna selvatica nei periodi in cui la caccia è vietata. 
Confagricoltura L’Aquila ha incontrato questa mattina il presidente della provincia Del Corvo che ha assicurato il suo personale impegno ad attivare immediatamente la polizia provinciale per il necessario coordinamento delle squadre dei cacciatori muniti di autorizzazione, del resto, fatto negli anni passati. «Senza nessun rimpianto», commentano seccati da Confagricoltura, «prendiamo atto della volontà di chiudere le province, la scarsa competenza di alcuni burocrati non è stata indifferente a decretarne l’estinzione. Il Licenziamento degli incompetenti sarebbe la giusta ricompensa ai cittadini-contribuenti-utenti che sono francamente stufi di pagare le tasse per servizi che non vengono resi».

mercoledì 21 maggio 2014

Abruzzo: Di Pangrazio (PD), cacciatori attenti al tema della montagna

Il candidato alle prossime elezioni regionali in Abruzzo, ha incontrato una delegazione di cacciatori con cui a parlato del nuovo regolamento sugli ungulati

Avezzano, 20 maggio - Il candidato PD alle prossime elezioni regionali in Abruzzo Giuseppe Di Pangrazio, ha partecipato ad Avezzano ad un incontro con una delegazione di cacciatori. Gli stessi hanno espresso alcune perplessità in merito al nuovo “Regolamento per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati” che si augurano possa cambiare nel corso del prossimo Governo regionale. Di Pangrazio ha accolto le richieste e sottolineato l’importante ruolo che la figura del cacciatore riveste nello stretto rapporto con la montagna.

“Ai cacciatori – ha detto Di Pangrazio – va riconosciuta l’attenzione sui temi del paesaggio e della montagna. Con la loro costante presenza e attenzione rappresentano infatti dei veri e propri tutori del territorio”.

sabato 10 maggio 2014

Attività venatoria in Abruzzo: un disastro la gestione della giunta Chiodi-Febbo. La cronistoria delle sconfitte giudiziarie

CRONISTORIA DELLE SCONFITTE GIUDIZIARIE IN MATERIA VENATORIA DELLA GIUNTA CHIODI-FEBBO

1) SETTEMBRE 2009 - Il TAR Abruzzo con ordinanza depositata il 03 settembre 2009 accoglie pienamente il ricorso del’ Associazione WWF ricorrente avverso il calendario venatorio 2009/2010 annullando le scelte della Giunta Regionale sulla preapertura alla Quaglia e sul posticipo della caccia alla Beccaccia.


2) OTTOBRE 2009 - Il TAR Abruzzo con ordinanza del 14 ottobre 2009 accoglie il ricorso delle associazioni Animalisti Italiani e della LAC avverso il Calendario venatorio regionale 2009/2010. Il TAR ha “Considerato che pare fondata la censura di difetto di motivazione della DGR impugnata, nella parte in cui quest’ultima non ha dato adeguata contezza delle ragioni di dissenso rispetto alle concludenze consultive dell’ISPRA“

3) DICEMBRE 2010 - Con ordinanza del 02 dicembre 2010 il TAR Abruzzo boccia la Regione Abruzzo a seguito del ricorso presentato dagli ambiti territoriali di caccia dell'Aquila, Barisciano, Avezzano e Roveto-Carseolano che contestavano il nomadismo venatorio introdotto con la mobilità dei cacciatori per la fauna migratoria.
Il TAR: “La disposizione impugnata è inoperativa, inefficace, inapplicabile e ha ritenuto rilevanti e non manifestamente infondati i dubbi di costituzionalità sollevati col ricorso. Ci si augura che, per il futuro, il legislatore tenga presenti i princìpi generali che regolano la materia, conservazione dell'ambiente e tutela della fauna».

4) OTTOBRE 2011 - Il TAR ABRUZZO sul ricorso presentato da Ass. Animalisti Italiani, WWF e LAC sospende con ordinanza del 27/10/11 parte del Calendario Venatorio 2011-2012 censurando la Regione Abruzzo che ha completamente stravolto i periodi di caccia per le singole specie che erano stati suggeriti dall’ISPRA, allungando il periodo di caccia per ben 27 di queste. Il Tar ha ritenuto che la Giunta regionale non ha motivato adeguatamente tutti questi abnormi scostamenti dai periodi indicati dall’ISPRA. Inoltre il TAR ha censurato la Regione anche sugli orari di caccia. La Giunta regionale, per adeguarsi parzialmente alle indicazioni dei giudici emana ben quattro versioni diverse di calendario venatorio.

5) FEBBRAIO 2012 - La Corte Costituzionale con sentenza n. 20/2012 dichiara illegittima la legge della Regione Abruzzo 10 agosto 2010, n. 39 (Norme per la definizione del calendario venatorio regionale per la stagione venatoria 2010/2011), a seguito di richieste di impugnativa pervenute al Governo. La Corte sancisce in maniera univoca che i calendari possono essere emanati solo con atto amministrativo e non con legge-provvedimento.

6) GIUGNO 2012 - Il TAR Abruzzo il 25/06/2012 deposita sentenza di merito sul ricorso presentato da Ass. Animalisti italiani, WWF e LAC. Vengono bocciati dai giudici diversi punti del Calendario Venatorio 2011-2012 tra i quali la caccia alle specie in declino (SPEC); la relazione tecnica dell’Assessorato competente, definita inidonea; l’uso delle munizioni al piombo; le iniziative a tutela dell’orso dalla caccia che non ne garantiscono la salvaguardia. Sollevata e rimandata alla Corte Costituzionale la questione di legittimità costituzionale della legge regionale sul comparto unico sulla migratoria.

7) SETTEMBRE 2012 – Con decreto urgente dell’ 08/09/12 (n. 226/12) “inaudita altera parte” il TAR Abruzzo sospende parti significative del calendario venatorio 2012-2013. Il TAR ha riconosciuto il grave pericolo derivante dalle scelte fatte dalla Giunta Regionale sull’ orso, sulla caccia nei siti della Rete Natura2000 SIC e ZPS e per diverse specie a sfavorevole status di conservazione, come Allodola, Quaglia, Tortora, Beccaccia, Marzaiola, Beccaccino, Moriglione e Pavoncella.

8) OTTOBRE 2012 - Il TAR Abruzzo con ordinanza del 10/10/2012 conferma le censure al calendario venatorio indicate nel decreto cautelare monocratico dell’ 8 settembre (n. 226/12) alle quali si aggiunge anche la bocciatura delle iniziative intraprese dalla Giunta Regionale sull’utilizzo delle munizioni senza piombo, ritenute inadeguate.

9) NOVEMBRE 2012 - Il 07 novembre 2012 il TAR Abruzzo accoglie con sentenza n. 589 il ricorso della Lega per l'Abolizione della Caccia (LAC) e dell'Associazione Vittime della Caccia ed emette ordinanza di sospensiva avverso al calendario venatorio 2012-2013 in merito alla caccia al fagiano nel mese di dicembre e ed al tempo chiusura della caccia alla beccaccia.

10) NOVEMBRE 2012 – Con ordinanza del Consiglio di Stato del 21 novembre 2012 viene respinto il ricorso di Federcaccia contro la bocciatura del calendario venatorio della Regione Abruzzo operata dal TAR L'Aquila. Si conferma, quindi, la validità della sospensiva del TAR che, su ricorso del WWF e degli Animalisti Italiani, aveva largamente censurato il calendario venatorio varato dalla Giunta regionale su valutazione di Incidenza, uso di munizioni al piombo, specie in declino e caccia nelle aree importanti per l'Orso bruno marsicano.

11) DICEMBRE 2012 - Con sentenza n. 310 del 12 dicembre 2012, depositata in cancelleria il 20 dicembre 2012, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 5, commi 1, 2 e 3 della legge della Regione Abruzzo 13 dicembre 2011, n. 43, recante "Modifiche alla legge regionale 11 agosto 2011, n. 28...". La Corte ha infatti rilevato che il calendario venatorio è stato illegittimamente approvato per legge anziché con atto amministrativo, e che la stagione di caccia al cinghiale è stata illegittimamente prolungata oltre quanto consentito dalla legge nazionale.

12) GIUGNO 2013 – Il TAR Abruzzo con sentenza n. 606 del 21/06/13 censura il calendario venatorio della Regione Abruzzo 2009/2010 per avere disatteso le indicazioni dell’ISPRA (periodi di caccia e sostenibilità della caccia ad alcune specie di fauna stanziale) senza motivazione ed in assenza di dati scientifici da parte dell’ente regionale. La sentenza evidenzia che la grave carenza di dati sulla fauna della Regione Abruzzo che “affievolisce le potestà regolatorie ed autorizzatorie nella soggetta materia” da parte dell’ente regionale.

13) GIUGNO 2013 – Con sentenza n. 142 del 17 giugno 2013 la Corte Costituzionale accoglie il ricorso di WWF e Animalisti Italiani e sancisce l’illegittimità costituzionale dell'articolo 43, commi 6, 6-bis e 6-ter, della legge della Regione Abruzzo 28 gennaio 2004, n. 10 (Normativa organica per l'esercizio dell'attività venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la tutela dell'ambiente) ritenendo il “comparto unico alla migratoria” in evidente contrasto con la normativa nazionale ed i principi “delle peculiarità ambientali, naturalistiche e umane afferenti ai singoli contesti territoriali”.


14) LUGLIO 2013 – Con sentenza n. 669 dell’11/07/13 il TAR Abruzzo riduce il periodo di caccia della specie fagiano sancendo l “illegittimità delle misure di caccia deliberate dalla Regione, in contrasto immotivato con il parere Ispra” a causa “del carente monitoraggio di dati scientifici a disposizione della Regione procedente" accogliendo il ricorso presentato dalla LAC e Associazione Vittime della Caccia.

Gli agricoltori esultano: approvato il Regolamento per fermare i cinghiali

L'AQUILA - Una bella giornata per gli agricoltori e allevatori abruzzesi, che ieri hanno assediato palazzo dell’Emiciclo: finalmente il Consiglio regionale, nella sua ultima seduta della nona legislatura, ha approvato un provvedimento che consentirà di proteggere le colture dall’assalto, oramai fuori controllo, da parte della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali.

Il regolamento approvato renderà possibili infatti azioni più efficaci di censimento, cattura e abbattimento selettivo per mantenere il numero degli ungulati entro i limiti di sostenibilità ambientale e di compatibilità con l’attività agricola.

La gestione degli ungulati selvatici nelle aree protette nazionali e regionali sarà concordata ed attuata congiuntamente dagli enti gestori delle aree protette, dalle amministrazioni provinciali e dai cacciatori, che gestiscono gli Ambiti Territoriali di caccia.

Particolare cautela si adotterà nelle aree frequentate dall’orso marsicano in ottemperanza al Patom, il Piano d'azione per la tutela dell'orso marsicano, che garantisce tra l’altro all'Abruzzo significativi fondi europei.

"L’invasione della fauna selvatica - spiega ad AbruzzoWeb Massimiliano Volpone della Coldiretti - si è letteralmente impadronita di campagne e boschi, mettendo a serio repentaglio il diritto di fare impresa degli agricoltori che vivono nelle zone interne e non solo”.

Aggiunge Mauro Di Zio, della Confederazione italiana agricoltori: “A repentaglio non c’è solo la produzione agricola, ma anche la sopravvivenza delle aree interne, perché se non si risolve questo problema, lo spopolamento sarà invitabile”.

Gli agricoltori, in conferenza dei capigruppo, avevano chiesto che il regolamento consentisse il censimento anche di caprioli e cervi per poter aprire la caccia anche a queste specie, dal prossimo settembre. Ma alla fine è passato l'emendamento “salva-bambi” del consigliere regionale dei Verdi Walter Caporale.

Gli agricoltori a seguito di questo regolamento si attendono anche un risarcimento del danno in base alle stime che tengano conto sia del valore del prodotto perduto, che dei danni pluriennali o permanenti alle strutture produttive e agli impianti, con procedure più snelle e tempi certi di pagamento.

Caccia, Febbo: Con il Regolamento l’Abruzzo si dota di uno strumento innovativo per la corretta gestione faunistico – venatoria dei cinghiali

“Da oggi l’Abruzzo avrà a disposizione uno strumento indispensabile per la corretta gestione faunistico-venatoria dei cinghiali che consenta il raggiungimento di densità ottimali della specie, attraverso la destinazione differenziata del territorio, la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio”. Così l’Assessore regionale alle Politiche agricole e alla Caccia, Mauro Febbo che accoglie con grande soddisfazione l’approvazione da parte del Consiglio regionale dello specifico “Regolamento”. Febbo sottolinea come “proprio le problematiche legate alla presenza dei cinghiali, siano particolarmente sentite dagli imprenditori agricoli alle prese con il sempre crescente numero di cinghiali che causa ingenti danni alle colture”.

“Innanzitutto – evidenzia Febbo – grazie a questo Regolamento sarà possibile effettuare un preciso monitoraggio degli animali presenti nelle diverse aree del territorio regionale e questo consentirà di mettere in campo tutti gli interventi necessari in termini di prevenzione. Se non fosse passato il regolamento, nelle zone di presenza dell’Orso la caccia al cinghiale non si sarebbe aperta mancando un atto amministrativo a cui poter fare riferimento con il calendario venatorio. Il piano d’azione di tutela dell’Orso marsicano infatti prevede che in queste aree la caccia al cinghiale possa essere effettuata solo con la girata. Inoltre l’Ispra attraverso i suoi pareri, consiglia l’assegnazione delle zone alle squadre dei cinghialai (sempre nelle aree di presenza dell’Orso), in particolare nelle zone di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo. Voglio rimarcare che nonostante il parere dell’Ispra non sia vincolante, basterebbe un ricorso al Tar su questi argomenti che la caccia al cinghiale, in queste aree, venga chiusa con evidenti e gravi ripercussioni per gli agricoltori.

Le attività da svolgere saranno contenute in specifici Piani quinquennali di gestione del cinghiale, su base provinciale, previste proprio dal Regolamento appena introdotto. Sarà necessario procedere alla programmazione degli interventi di gestione quali miglioramenti ambientali, metodi di prevenzione dei danni, piani per il contenimento dei danni al patrimonio agricolo-zootecnico, quantificazione delle presenze minime certe, piani di prelievo, controlli quantitativi e qualitativi dei prelievi. E’ importante sottolineare infine – conclude Febbo – come la nostra Regione si doti di uno strumento innovativo che si pone l’obiettivo della conservazione della specie con il mantenimento di presenze compatibili alle esigenze delle colture agricole e della restante fauna selvatica”.

venerdì 9 maggio 2014

Abruzzo, Consiglio Regionale approva Regolamento ungulati. Salvi caprioli e cervi

COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE ANIMALISTI ITALIANI ONLUS

ABRUZZO, CONSIGLIO REGIONALE APPROVA REGOLAMENTO UNGULATI.
SALVI CAPRIOLI E CERVI GRAZIE AD EMENDAMENTO DEL CONSIGLIERE REGIONALE WALTER CAPORALE

L'Aquila, 9 maggio 2014 – Ultimo Consiglio Regionale in Abruzzo. “Dopo un duro e lungo ostruzionismo da parte del sottoscritto, per sei mesi, in Commissione ed in Consiglio Regionale" - dichiara il Capogruppo regionale Walter Caporale, Presidente dell'Associazione Animalisti Italiani Onlus (www.animalisti.it) - "oggi l'ultimo Consiglio ha approvato, con il mio voto contrario e l'astensione di Pd e Sel, il Regolamento sugli Ungulati, ACCOGLIENDO PERO' LA RICHIESTA DEGLI ANIMALISTI DI ESCLUDERE CAPRIOLI E CERVI.
Ancora oggi, le Associazioni degli Agricoltori, in Conferenza dei Capigruppo, avevano chiesto che il Regolamento consentisse il censimento di caprioli e cervi per poter aprire la caccia anche a queste specie, dal prossimo settembre. Su questo, ho proseguito la mia battaglia, preannunciando ostruzionismo, migliaia di Emendamenti: ho dunque presentato un Emendamento per ABROGARE LE PARTI RELATIVE AL CENSIMENTO DI CAPRIOLI E CERVI CHE AVREBBE APERTO LA CACCIA A QUESTE SPECIE DA SETTEMBRE, CON UNA SEMPLICE DELIBERA DI GIUNTA.
Il mio Emendamento è stato dunque approvato, insieme al Regolamento, su cui ho espresso comunque il mio voto contrario, ravvisando estremi di incostituzionalità e di oggetto di ricorsi alla Commissione Europea, alla Corte dei Conti, alla Corte Costituzionale: manca infatti una tutela totale dell'orso marsicano, e vengono violate le prerogative dello Stato in materia di tutela della fauna. Devo ringraziare chi, in questi mesi, ha lavorato al mio fianco: le Associazioni Animalisti Italiani Onlus, WWF e OIPA, l'onorevole Annamaria Procacci, l'onorevole Vittoria Brambilla. Ora la parola agli abruzzesi che il 25 maggio possono votare chi difende l'ambiente, la natura, i Parchi, gli animali, lo sviluppo eco-sostenibile o chi vuole ammazzare, distruggere tutto ciò che vive e respira, senza rispetto delle regole e della nostra fauna e flora".

giovedì 8 maggio 2014

Coldiretti Abruzzo: i cinghiali ‘uccidono’ l’economia

I cinghiali ‘uccidono’ l’economia e mettono a rischio la sicurezza sociale, mobiltazione di Coldiretti: "basta provvedimenti tampone, necessaria soluzione concreta"

Il sovraffollamento della fauna selvatica ostacola il diritto di “fare impresa”: il mondo rurale presidia il Consiglio regionale

"Il pressing delle istituzioni è l’unica strada per arrivare a soluzioni concrete ed evitare realmente qualsiasi forma di strumentalizzazione politica. Sono necessarie azioni intelligenti e mirate capaci di risolvere il problema alla radice. Chiediamo un segnale forte e deciso, che non può andare oltre la data del 9 maggio, ultima seduta del consiglio regionale dell’attuale legislatura". 

Torna all’attacco Coldiretti Abruzzo contro un problema annoso, ormai diventato insostenibile: l’invasione della fauna selvatica che, con particolare riferimento ai cinghiali, si è letteralmente impadronita di campagne e boschi, mettendo a serio repentaglio il diritto di fare impresa degli agricoltori che vivono nelle zone interne e non solo. Gli ungulati proliferano e si muovono senza controllo, indisturbati, alla perenne ricerca di cibo, devastando i terreni coltivati con danni tanto elevati che, molto spesso, costringono le imprese ad abbandonare la lavorazione dei campi con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista della manutenzione del territorio e del paesaggio. Un problema che riguarda soprattutto le zone interne aquilane, ma non risparmia le province di Pescara, Teramo e Chieti. Suscitando l’ira e la rabbia di migliaia di imprenditori agricoli ‘cacciati’ dai propri campi.

Così, domani mattina venerdì 9 maggio alle ore 10.00, in occasione dell’ultimo Consiglio regionale, in cui verrà discusso il regolamento per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati in Abruzzo, il Palazzo dell’Emiciclo di L’Aquila sarà presidiato dagli imprenditori agricoli di Coldiretti e le immancabili bandiere gialle. Un modo semplice ma sicuramente efficace per ricordare che tante aziende sono impossibilitate a svolgere il proprio lavoro. Non grandi clamori, ma un composto segnale – al termine di un lungo pressing - che non potrà sfuggire all’attenzione di chi, nell’assise consigliare, è chiamato a costruire il futuro.

Nei giorni scorsi, Coldiretti ha sensibilizzato sulla problematica sulla fauna selvatica tutti i gruppi consigliari, di minoranza e maggioranza, oltre naturalmente all’assessore all’agricoltura e ai presidenti di Consiglio e Giunta chiedendo di valutare il grandissimo disagio e il danno economico arrecato alle imprese, soprattutto nelle aree interne. Chiedendo il necessario controllo della presenza di cinghiali (durante tutto l’anno e non solo nei periodi di caccia) attraverso l’abbattimento selettivo.

Per Coldiretti Abruzzo i rischi connessi alla presenza dei cinghiali sono anche di carattere sociale e sanitario: l’anomala concentrazione della popolazione di selvatici sfugge infatti ad ogni tipo di controllo e causa spesso incidenti agli automobilisti, danni alle abitazioni, situazioni di pericolo per i residenti delle zone in cui i cinghiali scorrazzano indisturbati creando molto spesso scompiglio, allarme e paura.

Nel dettaglio per Coldiretti è necessario:

- riportare il numero degli ungulati entro i limiti di sostenibilità ambientale e di compatibilità con l’attività agricola.

- assicurare il diritto al risarcimento del danno in base alle stime che tengano conto sia del valore del prodotto perduto, che dei danni pluriennali o permanenti alle strutture produttive e agli impianti, definendo procedure più snelle e tempi certi di pagamento e svincolando definitivamente il risarcimento dei danni dalle azioni di prevenzione che non sempre possono essere effettuate e/o sono prevedibili.

- Prevedere una modalità di risarcimento dei danni che “prioritariamente” vada a preferire gli imprenditori agricoli professionali, quelli cioè che vivono prevalentemente con il reddito agricolo.

Per Coldiretti Abruzzo, la gestione della fauna selvatica dovrà inoltre essere tra le priorità dell’agenza politica del nuovo governo abruzzese. <> evidenzia Coldiretti.

Ufficio stampa Coldiretti Abruzzo