venerdì 31 agosto 2012

La Regione Abruzzo ostaggio della minoranza dei cacciatori

COMUNICATO STAMPA DEL 31 AGOSTO 2012

Neppure siccità ed incendi fanno rinunciare alla preapertura della caccia
La Regione Abruzzo ostaggio della minoranza dei cacciatori

Domani e dopodomani preapertura della caccia nonostante gli appelli del Ministro dell’Agricoltura e dell’ISPRA

A seguito della prolungata siccità di questi mesi e dei numerosi incendi che hanno colpito la nostra regione, il WWF Abruzzo aveva chiesto la scorsa settimana alla Regione Abruzzo di non consentire quest’anno la preapertura della caccia programmata per il 1° e 2 settembre.

Lo stesso Ministro dell’Agricoltura e delle Foreste, Mario Catania, ha chiesto che fosse bloccata la caccia visto lo stato gravissimo in cui versa la fauna italiana per la prolungata siccità e per gli incendi.

L’ISPRA, massimo organo nazionale di programmazione e controllo sulla gestione venatoria, ha fatto altrettanto con una nota inviata alle Regioni il 27 agosto scorso, sottolineando lo stato di stress a cui è sottoposta la fauna selvatica. L’ISPRA ha evidenziato l’opportunità di sospendere le preaperture, l’addestramento cani e, se dovessero perdurare queste condizioni ambientali avverse, di modificare anche il resto delle regole della stagione venatoria contenute nei calendari venatori.

Ma l’invito del WWF alla Regione Abruzzo di rinviare almeno la preapertura della caccia è caduto nel vuoto.

Nessuna risposta dalla Regione Abruzzo che è rimasta sorda agli appelli del mondo ambientalista, all’invito del Governo ed ai pareri tecnici dell’ISPRA.

Evidentemente, ancora una volta la Giunta Chiodi ritiene di non dover tutelare gli interessi di tutti i cittadini, ma di privilegiare quelli di una sparuta minoranza armata di doppiette.

Questo atteggiamento ci conferma che in materia di caccia con la Regione Abruzzo l’unica strada da percorrere è quella del ricorso al giudice amministrativo.

Da anni impugniamo il calendario venatorio regionale, vincendo davanti al TAR. L’allora Governo Berlusconi ha persino impugnato per incostituzionalità la legge regionale con il quale fu approvato il calendario venatorio di due anni fa e la Corte Costituzionale ha bocciato sonoramente quella legge.

Il calendario venatorio varato dalla Regione Abruzzo per la stagione 2012/13 contiene numerose criticità che il WWF solleverà con un nuovo ricorso davanti al TAR Abruzzo.

Dante Caserta, Vicepresidente nazionale WWF Italia
Luciano Di Tizio, Presidente WWF Abruzzo

Febbo: no alla sospensione della pre-apertura

Pescara, 31 ago - "Riteniamo che non ci siano le condizioni tali da indurre l'amministrazione regionale ad adottare un provvedimento così drastico come la sospensione della caccia per le giornate di preapertura in programma l'1 e il 2 settembre". E' quanto afferma l'assessore regionale alla Caccia, Mauro Febbo, in merito alle polemiche sollevate nei giorni scorsi sul calendario venatorio. "Da parte di alcune associazioni ambientaliste locali prosegue Febbo - è stata riportata sui principali organi di stampa la preoccupazione per lo stato di sofferenza in cui possono trovarsi alcune popolazioni di specie selvatiche a causa della prolungata siccità, anche in riferimento alla nota dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che nel suo parere elenca una serie di condizioni critiche in cui la fauna selvatica può trovarsi in seguito alla mancanza di acqua". "tuttavia la Regione Abruzzo, pur condividendo i timori espressi dalle associazioni ambientaliste e dall'ISPRA, ritiene che ad oggi non ci sia uno stato di emergenza tale da richiedere la chiusura della caccia in preapertura sul proprio territorio". "Le osservazioni formulate dall'ISPRA sottolinea - rivestono un carattere generale, ma va poi tenuto conto delle realtà dei singoli territori regionali". Secondo Febbo, nel territorio regionale i livelli idrici degli invasi sia naturali che artificiali sono diminuiti, ma non vi sono bacini in secca (salvo qualche caso eccezionale) e a tutt'oggi non sono pervenute notizie di animali selvatici recuperati che presentino uno stato di debilitazione dovuto alla siccità. Febbo: "Inoltre anche per quanto riguarda gli incendi, l'Abruzzo quest'anno non è stato particolarmente colpito (un migliaio di ettari di superfice boscata, come nella media degli ultimi 3/4 anni: NDR) specie rispetto al 2007 'anno nero' per l'Italia, in cui solo in Abruzzo sono andati in fumo 40 mila ettari di bosco". "Nel calendario venatorio della Regione Abruzzo sono state previste solo 2 giornate di preapertura, l'1 e il 2 settembre, con imposizione del carniere". Le specie cacciabili per le quali è stata consentita la preapertura sono cornacchia, gazza, tortora e merlo. Le prime due specie rientrano tra i cosiddetti predatori opportunisti e per esse alcune Province hanno attuato piani di controllo proprio a causa del numero eccessivo di esemplari. Per quanto riguarda la tortora, si tratta di specie migratrice e nidificante in Abruzzo, per la quale l'ISPRA nelle Guida per la stesura dei calendari venatori, consiglia il prelievo nel periodo di preapertura limitatamente a 3 giornate fisse, con un determinato carniere. Per quanto riguarda il merlo, si tratta di una specie presente in Abruzzo, nidificante e parzialmente sedentaria, che in inverno viene raggiunto da altri individui migratori. Gli habitat in cui tali specie si procurano nutrimento sono essenzialmente campi coltivati o margini di fossi e fiumi, pertanto esse non frequentano le zone umide che possono risentire maggiormente del fenomeno della siccità e in cui, conseguentemente, lo stato di stress delle popolazioni di fauna selvatica potrebbe essere aggravato dal prelievo venatorio. È bene comunque ricordare che in Abruzzo le più importanti aree umide ricadono all'interno delle aree protette, in cui vige il divieto di caccia, che superano il 50 per cento del territorio. Peraltro il raccolto di cereali quest' anno non ha subito alcun decremento, per cui è lecito pensare che sui campi coltivati, dopo il raccolto, vi sia sufficiente presenza di semi di graminacee che possano fornire sostentamento. Per quanto riguarda gli anatidi, il calendario venatorio si è adeguato sia alla Guida dell'ISPRA ed è in linea con le raccomandazioni dell'Istituto formulate in occasione della siccità, in quanto ha previsto l'apertura del prelievo di queste specie il 30 settembre. Anche per quanto concerne l'addestramento cani, è da osservare che generalmente tale attività si volge in estate per circa due ore al mattino presto: considerato pertanto il periodo limitato dell'addestramento e la circostanza per cui esso avviene quasi esclusivamente in zone non umide, l'impatto è da ritenersi ridotto. Per tutte le ragioni sopra esposte, si ritiene che non ci siano ancora condizioni tali che possano indurre l'amministrazione regionale ad adottare un provvedimento così drastico come la sospensione della caccia per le giornate di preapertura. "Rimango invece perplesso  conclude Febbo - dai continui attacchi delle associazioni ambientaliste rivolti al calendario venatorio della Regione Abruzzo, che è uno dei calendari più conservativi, specie rispetto ad altre regioni". "Da una verifica effettuata nelle regioni Marche e Umbria emerge che la preapertura è prevista per 3 giornate, in preapertura sono state inserite anche alcune specie di anatidi e l'apertura generale per queste specie è prevista dal 16 settembre". "Sembrerebbe quindi che le associazioni ambientaliste stiano muovendo più un attacco politico che obiezioni fondate sui fatti". (Regflash)

mercoledì 29 agosto 2012

Febbo: il calendario venatorio segue le indicazioni dell’Ispra


“E’ stato possibile inserire la preapertura della caccia alla tortora e al merlo (il 1° e il 2 settembre) nel calendario venatorio solo dopo il parere favorevole dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e pertanto ogni specie è garantita e salvaguardata da tale Istituto”. Questa la risposta dell’assessore alle Politiche agricole e Caccia Mauro Febbo alle dichiarazioni del delegato della Lega italiana per la protezione degli uccelli (Lipu). “Nello specifico voglio rilevare che – sottolinea Febbo - Allavena con le sue dichiarazioni dimostra una mancanza di informazione. Pertanto eviterei ancora inutili strumentalizzazioni sul calendario venatorio”.
“Mi preme ricordare che – afferma l’assessore alla Caccia – la Regione, in merito alla zona di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo di importanza vitale per gli orsi marsicani, ha assunto l’azione B1 dando concreta attuazione alla gestione e conservazione previste dal Piano, con avallo del Ministero dell’Ambiente. Tale decisione conferma quanto la Direzione Agricoltura della Regione Abruzzo sia attenta e sensibile al problema della conservazione dell’orso. L’azione B1 è l’unica tra tutte le azioni previste nel Patom alla quale fino ad oggi è stato dato seguito. Pertanto le misure introdotte nel calendario venatorio prevedono prescrizioni importanti, che consentono un controllo efficace e che potranno effettivamente ridurre l’impatto della caccia sulla popolazione dell’orso”.
“Riguarda alla coturnice, invece, si precisa che la Regione Abruzzo è una delle poche a livello nazionale che ha avviato un progetto di gestione delle specie in collaborazione con l’ISPRA e la Provincia dell’Aquila. Il progetto prevede che la specie può essere cacciata solo dopo che sono stati effettuati i censimenti ed i piani di prelievo. Per la prima volta quest’anno la provincia dell’Aquila in collaborazione con l’ISPRA ha individuato i distretti di gestione, dove in via esclusiva può essere cacciata la coturnice”.
“Infine – conclude Mauro Febbo – per quanto riguarda la possibilità di sparare ad alcune specie fino al 10 febbraio, se il responsabile della LIPU avesse letto con più attenzione il calendario venatorio, si sarebbe accorto che tale possibilità è condizionata al parere vincolante dell’ISPRA”.
Pubblicato il 24 agosto 2012

lunedì 27 agosto 2012

Evitare la preapertura della caccia al Piano delle Cinquemiglia (Aq)


RARE SPECIE AL PIANO DELLE CINQUEMIGLIA: LA SOA SCRIVE ALLA REGIONE PER EVITARE LA PREAPERTURA DELLA CACCIA IN QUEST'AREA

-Regione Abruzzo – Ufficio caccia

-Regione Abruzzo – Ufficio Biodiversità e Parchi

-Regione Abruzzo – Comitato V.I.A.
-Provincia di L'Aquila – Ufficio caccia
-ATC Sulmona
-Corpo Forestale dello Stato – Comando provinciale di L'Aquila
-Parco nazionale della Majella
e p.c.
-ISPRA – Via Ca' Fornacetta 9 – Ozzano dell'Emilia (BO)
-Ministero dell'Ambiente – Direzione Conservazione della Natura
-WWF Abruzzo
-LIPU Abruzzo



Ieri e oggi l'Associazione scrivente ha realizzato alcuni sopralluoghi presso l'area delle Cinquemiglia in provincia di L'Aquila accertando la presenza di un enorme concentrazione di rapaci in migrazione. Tra decine di poiane e centinaia di gheppi vi erano anche decine di esemplari di Falco grillaio (Falco naumanni). L'associazione scrivente ha anche documentazione fotografica a riguardo. ll Falco naumanni, il cui nome comune è appunto Falco Grillaio, è una specie tutelata dalla Direttiva “Uccelli” 79/409/CEE, dalla Convenzione di Bonn, relativa “alla conservazione specie selvatiche migratrici”, dalla Convenzione di Berna sulla “conservazione delle specie selvatiche e dell'ambiente naturale d'EUROPA” , dalla L. n. 152/99 e rientra nella Lista Rossa degli animali italiani,identificato come VULNERABILE, secondo i parametri internazionali dell'IUCN.
E' specie addirittura prioritaria per l'Unione Europea tra quelle in Allegato I della Dir.147/2009/CE. Tale concentrazione deriva dall'elevata presenza di ortotteri derivante dalle modalità di conduzione dei fondi agricoli presenti (sfalcio) e dalla presenza di vaste aree di pascolo. Gli ortotteri vengono predati al suolo dalla tipica posizione detta “di spirito santo”, in cui i rapaci rimangono sospesi in aria fermi con rapido battito delle ali.
Oltre ai rapaci è altresì presente un'alta concentrazione di specie particolamente protette a livello comunitario come Ortolano (Emberiza hortulana), Calandro (Anthus campestris) e Averla piccola (Lanius collurio). Peraltro l'Associazione scrivente da anni segnala alla Regione Abruzzo che tale fenomeno è ricorrente nell'area in questione proprio nel periodo 20 agosto - 20 settembre, ricordando che nell'area furono anche inanellati diversi grillai in migrazione, come risulta nelle banche dati ISPRA. A tali segnalazioni la Regione Abruzzo non diede alcun riscontro. Ricordiamo che tutti gli stati membri dell'Unione Europea e gli Stati firmatari delle Convenzioni sopra richiamate (peraltro ratificate in Italia e richiamate nella stessa legge nazionale 157/92 all'Art.1 comma 4) hanno l'obbligo di assicurare un regime rigoroso di tutela per le specie particolarmente protette, evitando il disturbo diretto ed indiretto nonchè il pericolo di abbattimento.
Ebbene, la Regione Abruzzo ha previsto due giornate di preapertura in Abruzzo per i giorni 1 e 2 settembre 2012. Per esperienza diretta di chi scrive l'area delle Cinquemiglia è interessata da una presenza di cacciatori elevatissima e nelle giornate di caccia festive i colpi di fucile si susseguono al ritmo di alcuni spari ogni 10 sec.
Tale situazione, a parere della scrivente associazione, è del tutto incompatibile con la necessità di assicurare un rigoroso regime di protezione alle specie sopra citate in un momento delicato quale quello della migrazione. Oltre ai rischi di uccisione diretta di specie protette, per via dell'alta concentrazione di esemplari di specie protette e di cacciatori, è del tutto evidente il disturbo che l'attività venatoria arreca sull'attività di alimentazione delle specie in questione.
Per le ragioni sopra esposte si richiede con urgenza di vietare la cosiddetta pre-apertura nell'area in questione. Ciò anche in considerazione del fatto che lo Stato Italiano appare inadempiente circa la tutela delle rotte di migrazione presenti nella Regione Abruzzo di cui all'Art.1 comma 5 della legge 157/92 che recita: “5. Le regioni e le province autonome in attuazione delle citate direttive 79/409/CEE,
85/411/CEE e 91/244/CEE provvedono ad istituire lungo le rotte di migrazione dell’avifauna, segnalate dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica di cui all’articolo 7 entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, zone di protezione finalizzate al mantenimento ed alla sistemazione, conforme alle esigenze ecologiche, degli habitat interni a tali zone e ad esse limitrofi, provvedono al ripristino dei biotopi distrutti e alla creazione dei biotopi Tali attività concernono particolarmente e prioritariamente le specie di cui all’allegato I annesso alla citata direttiva 2009/147/CE, secondo i criteri ornitologici previsti dall’art. 4 della stessa direttiva. In caso di inerzia delle regioni e delle province autonome per un anno dopo la segnalazione da parte dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica, provvedono con controllo sostitutivo, d'intesa, il Ministro dell’agricoltura e delle foreste e il Ministro dell’ambiente.”
Ad aggravare tale situazione, vi è la scelta della Regione Abruzzo, di non procedere quest'anno ad assoggettare il Calendario venatorio alla procedura di valutazione di Incidenza Ambientale, necessaria proprio per evitare un impatto della caccia sull'avifauna particolarmente protetta (tenuto anche conto che il confine della ZPS del Parco della Majella corre tra i colli circostanti le Cinquemiglia, con gli esemplari di avifauna che entrano ed escono dai confini del Parco durante l'attività di caccia; è evidente, quindi, che l'attività venatoria può avere effetti anche su tale ZPS). Ricordiamo altresì che la Guida alla Disciplina della caccia nell'ambito della Direttiva 409/79/CEE della Commissione Europea al paragrafo 1,5.4 recita testualmente “In alcuni casi la caccia è incompatibile con gli obiettivi di conservazione di determinati siti, ad esempio laddove accanto a potenziali specie cacciabili siano presenti specie rare altamente sensibili al disturbo. Tali situazioni devono essere identificate sito per sito.”
Per qualsiasi ulteriore delucidazione è possibile chiamare il numero 3683188739.
L'Associazione scrivente ha in animo di procedere, qualora non siano recepite le richieste sopra formulate, a documentare con video e immagini la situazione che si verrà a creare nell'area i giorni 1 e 2 settembre, onde procedere ad una dettagliata segnalazione alle autorità competenti nazionali ed internazionali.

Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS



OGGETTO: piano delle Cinquemiglia e colli limitrofi – presenza di alta concentrazione di rapaci – Falco grillaio e applicazione della Dir.147/2009/CE – necessarie misure di tutela – necessità del divieto di preapertura
Ieri e oggi l'Associazione scrivente ha realizzato alcuni sopralluoghi presso l'area delle Cinquemiglia in provincia di L'Aquila accertando la presenza di un enorme concentrazione di rapaci in migrazione. Tra decine di poiane e centinaia di gheppi vi erano anche decine di esemplari di Falco grillaio (Falco naumanni). L'associazione scrivente ha anche documentazione fotografica a riguardo. ll Falco naumanni, il cui nome comune è appunto Falco Grillaio, è una specie tutelata dalla Direttiva “Uccelli” 79/409/CEE, dalla Convenzione di Bonn, relativa “alla conservazione specie selvatiche migratrici”, dalla Convenzione di Berna sulla “conservazione delle specie selvatiche e dell'ambiente naturale d'EUROPA” , dalla L. n. 152/99 e rientra nella Lista Rossa degli animali italiani,identificato come VULNERABILE, secondo i parametri internazionali dell'IUCN.
E' specie addirittura prioritaria per l'Unione Europea tra quelle in Allegato I della Dir.147/2009/CE. Tale concentrazione deriva dall'elevata presenza di ortotteri derivante dalle modalità di conduzione dei fondi agricoli presenti (sfalcio) e dalla presenza di vaste aree di pascolo. Gli ortotteri vengono predati al suolo dalla tipica posizione detta “di spirito santo”, in cui i rapaci rimangono sospesi in aria fermi con rapido battito delle ali.
Oltre ai rapaci è altresì presente un'alta concentrazione di specie particolamente protette a livello comunitario come Ortolano (Emberiza hortulana), Calandro (Anthus campestris) e Averla piccola (Lanius collurio). Peraltro l'Associazione scrivente da anni segnala alla Regione Abruzzo che tale fenomeno è ricorrente nell'area in questione proprio nel periodo 20 agosto - 20 settembre, ricordando che nell'area furono anche inanellati diversi grillai in migrazione, come risulta nelle banche dati ISPRA. A tali segnalazioni la Regione Abruzzo non diede alcun riscontro. Ricordiamo che tutti gli stati membri dell'Unione Europea e gli Stati firmatari delle Convenzioni sopra richiamate (peraltro ratificate in Italia e richiamate nella stessa legge nazionale 157/92 all'Art.1 comma 4) hanno l'obbligo di assicurare un regime rigoroso di tutela per le specie particolarmente protette, evitando il disturbo diretto ed indiretto nonchè il pericolo di abbattimento.
Ebbene, la Regione Abruzzo ha previsto due giornate di preapertura in Abruzzo per i giorni 1 e 2 settembre 2012. Per esperienza diretta di chi scrive l'area delle Cinquemiglia è interessata da una presenza di cacciatori elevatissima e nelle giornate di caccia festive i colpi di fucile si susseguono al ritmo di alcuni spari ogni 10 sec.
Tale situazione, a parere della scrivente associazione, è del tutto incompatibile con la necessità di assicurare un rigoroso regime di protezione alle specie sopra citate in un momento delicato quale quello della migrazione. Oltre ai rischi di uccisione diretta di specie protette, per via dell'alta concentrazione di esemplari di specie protette e di cacciatori, è del tutto evidente il disturbo che l'attività venatoria arreca sull'attività di alimentazione delle specie in questione.
Per le ragioni sopra esposte si richiede con urgenza di vietare la cosiddetta pre-apertura nell'area in questione. Ciò anche in considerazione del fatto che lo Stato Italiano appare inadempiente circa la tutela delle rotte di migrazione presenti nella Regione Abruzzo di cui all'Art.1 comma 5 della legge 157/92 che recita: “5. Le regioni e le province autonome in attuazione delle citate direttive 79/409/CEE,
85/411/CEE e 91/244/CEE provvedono ad istituire lungo le rotte di migrazione dell’avifauna, segnalate dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica di cui all’articolo 7 entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, zone di protezione finalizzate al mantenimento ed alla sistemazione, conforme alle esigenze ecologiche, degli habitat interni a tali zone e ad esse limitrofi, provvedono al ripristino dei biotopi distrutti e alla creazione dei biotopi Tali attività concernono particolarmente e prioritariamente le specie di cui all’allegato I annesso alla citata direttiva 2009/147/CE, secondo i criteri ornitologici previsti dall’art. 4 della stessa direttiva. In caso di inerzia delle regioni e delle province autonome per un anno dopo la segnalazione da parte dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica, provvedono con controllo sostitutivo, d'intesa, il Ministro dell’agricoltura e delle foreste e il Ministro dell’ambiente.”
Ad aggravare tale situazione, vi è la scelta della Regione Abruzzo, di non procedere quest'anno ad assoggettare il Calendario venatorio alla procedura di valutazione di Incidenza Ambientale, necessaria proprio per evitare un impatto della caccia sull'avifauna particolarmente protetta (tenuto anche conto che il confine della ZPS del Parco della Majella corre tra i colli circostanti le Cinquemiglia, con gli esemplari di avifauna che entrano ed escono dai confini del Parco durante l'attività di caccia; è evidente, quindi, che l'attività venatoria può avere effetti anche su tale ZPS). Ricordiamo altresì che la Guida alla Disciplina della caccia nell'ambito della Direttiva 409/79/CEE della Commissione Europea al paragrafo 1,5.4 recita testualmente “In alcuni casi la caccia è incompatibile con gli obiettivi di conservazione di determinati siti, ad esempio laddove accanto a potenziali specie cacciabili siano presenti specie rare altamente sensibili al disturbo. Tali situazioni devono essere identificate sito per sito.”
Per qualsiasi ulteriore delucidazione è possibile chiamare il numero 3683188739.
L'Associazione scrivente ha in animo di procedere, qualora non siano recepite le richieste sopra formulate, a documentare con video e immagini la situazione che si verrà a creare nell'area i giorni 1 e 2 settembre, onde procedere ad una dettagliata segnalazione alle autorità competenti nazionali ed internazionali.

Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS

domenica 26 agosto 2012

Annullare la pre-apertura della caccia dell' 1 e 2 settembre

COMUNICATO STAMPA DEL 25 AGOSTO 2012

SICCITA', INCENDI E FAUNA: WWF CHIEDE ALLA REGIONE ABRUZZO DI ANNULLARE LA PRE-APERTURA DELLA CACCIA DELL'1 E 2 SETTEMBRE

Siccità, incendi e fauna. Il WWF: fermare la preapertura della caccia in Abruzzo. Situazione difficile per gli animali per la scarsità di acqua, l'associazione scrive alla Regione.

Dall'ISPRA un chiaro parere scientifico sulla necessità di non aggravare con l'attività venatoria la già difficile condizione della fauna.
La gravissima siccità di questi mesi e i numerosi incendi stanno mettendo a dura prova la fauna selvatica. Lo certifica un parere dell' Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione dell'Ambiente, massimo 
organo scientifico statale del settore in Italia. Per questo Il WWF ha inviato stamattina una nota urgente alla Regione Abruzzo affinché annulli la cosiddetta preapertura alla caccia programmata per il prossimo 1 e 2 settembre, anche in considerazione delle nuove previsioni meteo che indicano un innalzamento delle temperature la prossima settimana. L'associazione ha anche chiesto di interrompere l'addestramento dei cani, pratica che è stata avviata in Abruzzo il primo agosto, nonostante il parere negativo dell'ISPRA su questo punto del calendario venatorio approvato dalla Giunta Regionale.
Il WWF ha allegato alla richiesta alla Regione la recentissima nota dell'ISPRA, inviata all'eurodeputatoZanoni che aveva richiesto un parere sugli effetti sulla fauna della siccità in corso e l'impatto dell'attività venatoria in tali particolari condizioni.
Ebbene, l'ISPRA ha chiarito che la fauna selvatica è fortemente stressata per le condizioni ambientali di questo periodo. Per questo l'istituto ritiene opportuno sospendere le preaperture, l'addestramento cani e, se dovessero perdurare queste condizioni ambientali avverse, modificare anche il resto delle regole della stagione venatoria contenute nei calendari venatori (la lettera dell'ISPRA viene allegata al Comunicato).
Dichiara Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo “Il nostro appello alla Regione è basato sul buon senso oltre che su un approccio scientifico rigoroso. Chi può immaginare di continuare a mandare come se 
nulla fosse migliaia di cacciatori a sparare alla fauna su un territorio danneggiato da siccità e incendi e con gli animali stremati da mesi di mancanza di piogge e dal fuoco? Il calendario venatorio varato dalla Regione Abruzzo contiene già numerose criticità che sarebbero censurabili in una stagione normale, poiché si consente un prelievo e una pressione del tutto insostenibile sulla preziosa fauna selvatica della nostra regione. In condizioni di grave crisi ambientale, certificata addirittura dallo stesso Assessore Febbo che ha richiesto lo 
stato di calamità naturale, però, tale situazione diviene completamente ed evidentemente inaccettabile Riteniamo, quindi, che l'assessore Febbo non possa far finta di nulla sugli effetti di tale situazione sulla fauna, visto che è competente sul calendario venatorio. Ricordiamo, infatti, che l'assessorato non è posto alla tutela degli interessi dei cacciatori ma alla conservazione per tutti i cittadini della fauna selvatica per la quale è possibile il prelievo venatorio. Dopo le numerose censure che la Regione Abruzzo ha ricevuto nei mesi scorsi da TAR e Corte Costituzionale sulla materia venatoria appare evidente la necessità di un cambio di rotta che purtroppo non sta avvenendo. Per questo il WWF sta lavorando in questi giorni per l'apertura di una vertenza caccia in Abruzzo a tutti i livelli, da quello amministrativo giudiziario a quello comunitario”.

venerdì 24 agosto 2012

Lipu: uccelli a rischio con la caccia

Lipu: uccelli a rischio con la caccia

Alleva: i due giorni di preapertura della stagione venatoria mettono in pericolo specie rare

PESCARA «Il calendario venatorio 2012/2013 recentemente approvato dalla giunta regionale ha fortemente deluso e preoccupato quanti, a cominciare dalla Lipu, chiedono da anni che la caccia venga condotta e gestita in modo da non pregiudicare la conservazione della fauna selvatica». Lo afferma Stefano Alleva, delegato abruzzese della Lipu (lega italiana per la protezione degli uccelli). Alleva spiega così le ragioni del suo timore: «Si concedono due giorni di preapertura il 1° e il 2 settembre alla tortora selvatica e al merlo. E questo malgrado che lo stato di conservazione della tortora sia giudicato cattivo, sia in Italia che in Europa. La preapertura è considerata deleteria per le tortore, sia per quelle che nidificano in Italia sia per quelle che vi transitano in migrazione. Senza contare il gran numero di uccelli protetti o comunque non cacciabili in quei giorni che vengono comunque abbattuti per sbaglio o intenzionalmente, come si vede da quanti finiscono nei centri di ricupero della Lipu e di altre organizzazioni». «Si consente la caccia alla coturnice, dal 1° ottobre al 30 novembre», prosegue Alleva, «senza tenere in alcun conto il fatto che si tratta di un uccello che, in particolare al di fuori delle aree protette, è sempre più scarso e che quindi avrebbe bisogno di una rigorosa tutela. Si concede ai cacciatori abruzzesi di esercitare la caccia ai migratori in tutto il territorio regionale. Il cosiddetto nomadismo venatorio, dagli esperti unanimamente riconosciuto del tutto inconciliabile con l’esigenza di una gestione razionale ed efficace della fauna selvatica, continua quindi indisturbato. Sarà inoltre possibile sparare fino al 10 febbraio a diverse specie, come la ghiandaia, il colombaccio, la gallinella d’acqua e il porciglione che per quell’epoca hanno già iniziato la nidificazione». «Del tutto inaccettabile» è poi, secondo l’esponente della Lipu, «la gestione della caccia nella Zona di protezione esterna del Parco nazionale d’Abruzzo, di importanza vitale per gli orsi marsicani in particolare nei mesi autunnali e soprattutto nel mese di ottobre quando vi trovano bacche, ghiande, faggiole, ecc. di cui si nutrono abbondantemente per far fronte ai mesi invernali. Anche in questa zona viene autorizzata la caccia al cinghiale già a partire dal 7 ottobre, quando la legge nazionale in materia suggerisce come data d’inizio il 1° novembre».

giovedì 23 agosto 2012

Teramo. Caccia la cinghiale stagione venatoria 2012-2013


IL CALENDARIO VENATORIO PER LA STAGIONE 2012/13 DELLA REGIONE ABRUZZO CHE FA SALVI I REGOLAMENTI PROVINCIALI PREVEDE L'APERTURA ALLA SPECIE ALLA DATA DEL 7 OTTOBRE 



Visto lo slittamento dell'apertura a cinghiale al 7 ottobre 2012, previsto dal Calendario Venatorio della Regione Abruzzo, il Servizio resta in attesa della definizione da parte della Provincia delle modalità ed i criteri per l'assegnazione dei distretti di caccia. Appena queste modalità saranno definite verrà avviata la procedura per l'iscrizione delle squadre al Registro Provinciale e per la conseguente assegnazione, procedura che probabilmente si svolgerà nella prima e seconda decade del mese di settembre, attraverso la pubblicazione di tutta la modulistica su questo sito.
Il Calendario regionale fa salvi i regolamenti provinciali, come il nostro, e prevede la caccia al cinghiale nel periodo 7 ottobre 2012/6 gennaio 2013. Anche le Linee Guida per la gestione degli ungulati, contenente prescrizioni per la caccia al cinghiale, approvata dalla Regione (Del.G.R. n°605 del 1 settembre 2011), ricalca sostanzialmente la regolamentazione della Provincia e pertanto l'adeguamento di quest'ultima non ha comportato nessuna modifica.
Le modifiche introdotte dalla Provincia al proprio regolamento, con il parere favorevole della Consulta della caccia, riguardano invece l'inserimento dell'art. 13 - controllo dei danni, cui si rimanda, ed un emendamento consigliare riguardante l'abbassamento (dal 60% al 50%) della quota minima dei componenti la squadra per la riconferma della stessa.
Si allega quindi il testo del Regolamento provinciale vigente per la stagione venatoria 2012/13, in attesa della prossima pubblicazione del bando e dei conseguenti adempimenti per le squadre.

Fonte: provincia.teramo.it del 20 agosto 2012

martedì 21 agosto 2012

Pescara. Cacciatori-bracconieri con il capriolo “caldo” in auto


GEAPRESS – La carcassa del capriolo, riferisce la Forestale, era ancora calda. I due cacciatori, con regolare porto d’armi, lo avevano da poco abbattuto e, chiuso in un grosso sacco di immondizia (vedi foto), caricato in auto. Non si aspettavano, certo, che i loro spari erano stati avvertiti dai Forestali del Comando Stazione di Montebello di Bertona (PE) che si trovavano nei luoghi in servizio notturno.
Siamo a pochi chilometri dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in località Santanello nel Comune di Civitella Casanova, in provincia di Pescara.
I Forestali, dopo una puntuale attività di raccolta di informazioni e di controllo coordinato del territorio teso a reprimere il fenomeno del bracconaggio, uditi gli spari con estrema rapidità hanno bloccato un’autovettura sospetta. All’interno due uomini, una carabina, cartucce, un faro per la caccia notturna e la carcassa del giovane capriolo, un maschio di circa 4 anni.
I due cacciatori-bracconieri sono residenti nell’area dove sparavano notte tempo in pieno divieto di attività venatoria.
Gli agenti hanno provveduto al sequestro di tutto il materiale probante e consegnato la comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica di Pescara. I due denunciati rischiano la confisca dell’arma e la possibile sospensione del porto d’armi.
“Stiamo prestando particolare attenzione ai servizi di contrasto e repressione al fenomeno del bracconaggio” ha dichiarato il Comandate provinciale del CFS di Pescara ing. Mauro Macino “per tutelare sia la fauna, quindi l’ambiente, ma sopratutto per salvaguardare l’incolumità dei cittadini ed evitare cosi tragici incidenti”.
La carcassa del giovane capriolo, dal peso di circa 30 kg, è stata consegnata al servizio veterinario della USL di Pescara, per gli accertamenti di rito ed il successivo conferimento al Istituto Zooprofilattico di Teramo. E’ probabile che l’animale provenisse proprio dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Fonte: geapress.it del 20 agosto 2012

venerdì 17 agosto 2012

Abruzzo - Il Calendario venatorio pericolo per l'orso

Nota del Gruppo Orso

Abruzzo - Il Calendario venatorio pericolo per l'orso

Consente la caccia al cinghiale già a partire dal 7 ottobre, vale a dire nel pieno della stagione autunnale ricca di frutta e bacche. Proprio quando nel Preparco i pochi Orsi marsicani sopravvissuti, comprese le femmine con piccoli dell'anno, cercano nutrimento abbondante prima del sonno invernale


Ancora una volta l'Abruzzo, un tempo Regione dei Parchi ammirata a livello europeo, si illustra per un nuovo attacco alla natura, fatto per compiacere chi voglia sparare dove e quando non dovrebbe.
Il Calendario Venatorio 2012, infatti, non eccelle solo in permissivismo e violazione alle direttive europee, ma anche perché consente la caccia al cinghiale, con squadre, cani e «braccate» (le classiche battute) già a partire dal 7 ottobre, vale a dire nel pieno della stagione autunnale ricca di frutta e bacche. Proprio quando nel Preparco i pochi Orsi marsicani sopravvissuti, comprese le femmine con piccoli dell'anno, cercano nutrimento abbondante prima del sonno invernale. E quando le femmine gravide accumulano con impegno energie e riserve di grasso, che poi trasformeranno in latte per i cuccioli partoriti d'inverno nella tana.
A lanciare l'allarme, questa volta, non sono solo i gruppi ambientalisti di punta e d'assalto, ma anche il Parco stesso, preoccupato per l'enorme disturbo alla fauna e per il forte rischio di orsicidi (che siano dolosi, colposi o preterintenzionali non fa differenza). Perché nella tenue luce dell'alba o nella penombra della macchia un orso può facilmente essere scambiato per un cinghiale, e finisce non di rado impallinato. Perché i cani possono inseguire i cuccioli, e quando la mamma cerca di difenderli, il buono sparatore la abbatte a bruciapelo da pochi metri, spergiurando poi d'aver agito per «legittima difesa» (è accaduto qualche tempo fa persino nei Pirenei francesi).
Ma come si può essere tanto miopi e retrogradi? E c'è ancora qualche pseudo ambientalista disposto ad accettare e sopportare, o addirittura giustificare, certe attuali degenerazioni dell'attività venatoria. Il Gruppo Orso invita formalmente la Regione Abruzzo a modificare con la massima urgenza il Calendario Venatorio, e investirà della questione tutte le massime Autorità internazionali. Perché non ha senso attingere a piene mani ai fondi europei in nome di orsi, lupi e camosci, e poi dimostrarsi incapaci di contenere le frenesìe sparatorie delle minoranze.
La proliferazione dei cinghiali costituisce un problema serio, ma può essere controllata e contenuta in ben altri modi. E forse sarebbe tempo di chiedersi chi l'ha davvero provocata, ripopolando l'Italia di cinghiali europei ben diversi da quelli originari: ieri rustici e abituati a vivere nella macchia, oggi famelici divoratori di produzioni agricole di pianura, e in grado di riprodursi incessantemente. Che a pagare per gli errori altrui debba essere sempre l'Orso marsicano non è giusto: e non è certo così che si garantisce un futuro alla natura e alle genti d'Abruzzo.

(Fonte Franco Tassi, Gruppo Orso Italia)

Bracconaggio, D'Amico (Pd) critica Provincia Chieti


Chieti. “Meglio tardi che mai! Apprezziamo la buona volontà manifestata dal presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, e del suo…fidato (?) consigliere delegato alla Caccia, Giovanni Staniscia, di voler programmare una migliore vigilanza per contenere l’alta, numerosa, dannosa e nociva presenza di cinghiali che tanti danni, diretti ed indiretti, producono nel territorio. Non intendiamo animare dell’inutile polemica ma sollecitare soluzioni certe ed immediate. Non vogliamo più sottacere ritardi compiacenti e silenzi interessati. Il tempo del pagamento dei dazi elettorali è finito! Il consigliere delegato tiri fuori soluzioni, se ne ha, altrimenti tragga le conseguenze del suo operato che è assolutamente fallimentare".

Così il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D'Amico, sul diffuso problema del bracconaggio nel territorio provinciale teatino e sul modo nel quale lo sta affrontando l'amministrazione provinciale.

"I cittadini - prosegue D'Amico - sappiano che le uniche, iniziali e uniche attività rilevanti da lui promosse sono: congelare il Regolamento per il controllo ed il contenimento del cinghiale nel territorio redatto dall’amministrazione di centrosinistra presieduta dal senatore Tommaso Coletti con Antonio Tamburrino assessore delegato; ripristinare la possibilità dei componenti i corpi di Polizia (quella di Polizia Provinciale compresa) di poter liberamente cacciare con il pericolo che i controllori non controllino i controllati (bella etica politica!). 

Non vogliamo altre disgrazie ma una programmazione chiara e responsabile. Questo centrodestra, ha manifestatamente mostrato di non avere alcuna capacità risolutiva ma solo balbettanti paliativi. Ben vengano gli aiuti ed i suggerimenti delle associazioni venatorie così come quello degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) ma il controllo, la pianificazione e la vigilanza sia in capo alla provincia e tornasse ad esercitare compiutamente le proprie funzioni. 

La commissione consiliare ed il consiglio provinciale sono gli organi deputati ad assumere le decisioni; non certo la consulta della caccia troppo spesso presa, con arroganza e presunzione dal consigliere delegato, a luogo improprio per ratificare le volontà di una parte ormai fortemente minoritaria del mondo venatorio”.

lunedì 13 agosto 2012

Calendario Venatorio Abruzzo. Disattese le richieste del Parco



CALENDARIO VENATORIO ABRUZZO

Disattese le richieste del Parco

(Pescasseroli, 13 Ago 12)

La decisione della Regione di aprire la caccia al cinghiale dal 7 ottobre prossimo, ha suscitato molta delusione nei vertici del Parco che, con una lettera del 27 luglio scorso, avevano invitato la Regione stessa a posticipare l'apertura al 1° novembre, al fine di ridurre la sovrapposizione di questa particolare attività venatoria nella Zona di Protezione Esterna con il periodo di iperfagia dell'Orso. Si tratta, infatti, del periodo più importante e delicato per l'orso marsicano che deve prepararsi ad affrontare il letargo invernale e, per le femmine, il probabile parto. 

Nella missiva, si sottolineava come i provvedimenti presi finora per la tutela dell'Orso bruno marsicano, popolazione unica a livello mondiale e a elevato rischio di estinzione, non possono essere considerati sufficienti e si ricordava come la Regione Abruzzo sia firmataria del protocollo sul Piano di tutela dell'orso marsicano. La Regione vi è peraltro impegnata  in qualità di capofila. Oltretutto, il Consiglio  d'Europa,  nel recente atto di rinnovo del Diploma Europeo, ha posto tra le condizioni - raccomandazioni quella della salvaguardia dell'orso, in particolare nel periodo autunnale.

Tutto ciò non viene  purtroppo considerato dalla Regione e il Calendario venatorio ha sostanzialmente seguito, su questo punto, lo stesso percorso dell'anno precedente. 

Il 7 ottobre, quindi, si apre la caccia al cinghiale in pieno periodo in cui l'orso è molto occupato a procacciarsi il cibo per prepararsi alla stagione invernale. In fondo, il Parco,  ha semplicemente chiesto di posticipare l'apertura al 1° novembre anche protraendola  eventualmente fino al 31 gennaio, senza nulla togliere quindi, alla durata complessiva di questo tipo di caccia. 

Al  Parco si fa notare, ovviamente, l'incoerenza del comportamento della Regione che da un lato  sottoscrive un Patto per la salvaguardia dell'orso, dall'altro adotta provvedimenti che lo  disattendono. 

Già lo scorso anno era stato chiesto di posticipare l'apertura della caccia al cinghiale a novembre,  ma senza riscontro. Purtroppo, anche dalle segnalazioni di presenza di orsi nella Zona di Protezione Esterna (Area Contigua) cominciano a evidenziarsi le difficoltà del plantigrado a vivere stabilmente in certe località  a causa del disturbo che sono costretti a sopportare e a cercare perciò  una "via di fuga" che li porta ad affrontare, a volte, gravi pericoli per la loro vita.


Uffici stampa e comunicazione
Antonietta Ursitti  Tel. 0863.9113204  e-mail ufficiostampa@parcoabruzzo.itCristina Notarantonio Cell. 335.7644016 e-mail comunicazione@parcoabruzzo.it
Comunicato Stampa n.  60/2012





Polizia Provinciale Chieti, maggiori controlli contro il bracconaggio

CHIETI - La Polizia Provinciale intensificherà l’attività di contrasto al fenomeno del bracconaggio su tutto il territorio. Lo ha disposto il Presidente Enrico Di Giuseppantonio d’intesa con il Consigliere delegato ai problemi della caccia Giovanni Staniscia. Di recente la Polizia Provinciale si è dotata di nuove attrezzature ed equipaggiamenti fra cui localizzatori Gps, giubbotti antiproiettile, binocoli, fotocamere digitali, computer e stampanti portatili, capi di vestiario ma anche modulistica per le sanzioni amministrative e le violazioni del Codice della strada.

"Pur nella consapevolezza di dover chiedere un ulteriore sacrificio ad un organico già ridotto e che ogni giorno deve far fronte ad una serie di attività in materia di ambiente e  tutela del territorio, d’intesa con il consigliere Staniscia ho chiesto alla Polizia Provinciale di aumentare controlli ed i servizi che vengono già effettuati normalmente contro il bracconaggio – dice il Presidente Di Giuseppantonio.  Avremmo voluto ampliare l’organico di almeno 4 unità ma ciò non è stato possibile a causa della situazione di pre dissesto. La Polizia Provinciale in questi mesi è riuscita a sequestrare un numero considerevole di gabbie-trappole per cinghiali soprattutto nella riserva naturale di Punta Aderci e un buon numero di lacci utilizzati sempre dai bracconieri soprattutto all’interno delle aree protette, dove più numerosa è la presenza dei cinghiali.

L’auspicio è che i maggiori controlli rappresentino un deterrente efficace contro attività del tutto illegali che, come purtroppo è accaduto di recente a Casalbordino,  possono sfociare in tragedia.
A settembre – conclude il Presidente Di Giuseppantonio - terremo un incontro con tutte le Associazioni venatorie ed ambientaliste affinchè nella lotta al bracconaggio vengano impiegate anche le guardie giurate volontarie che fanno capo a tali associazioni e che si sono formate grazie a specifici corsi predisposti dalla Provincia. In questo modo sarà possibile garantire un’azione più efficace ed omogenea contro il bracconaggio".

"LA GIUNTA APPROVA ANCORA UNA VOLTA UN VERGOGNOSO CALENDARIO VENATORIO DETTATO DAI CACCIATORI AGLI SCRIBACCHINI DELLA REGIONE"


COMUNICATO STAMPA DEL 09 AGOSTO 2012

ABRUZZO E CACCIA. LA GIUNTA APPROVA ANCORA UNA VOLTA UN VERGOGNOSO CALENDARIO VENATORIO DETTATO DAI CACCIATORI AGLI SCRIBACCHINI DELLA REGIONE. UNO SCHIAFFO ALLA NATURA, AGLI ANIMALI, AL RISPETTO DELLE LEGGI NAZIONALI ED EUROPEE.

LE TASSE DEGLI ABRUZZESI SERVIRANNO PURTROPPO ANCHE A PAGARE GLI ERRORI E L'INCONSISTENZA DELL'ASSESSORE ALLA CACCIA MAURO FEBBO

L’Aquila, 09 Agosto 2012 - Dichiara Walter Caporale, Capogruppo regionale dei Verdi: “Ogni anno la Regione Abruzzo colleziona sconfitte e bocciature in materia di caccia. E’ arrivato il momento di far pagare di tasca propria a chi per tutti questi anni ha abusato della propria posizione per far approvare norme e delibere illegittime i cui costi e spese legali vengono scaricati sulla collettività abruzzese”.
La Regione Abruzzo anche questa volta ha voluto perdere l’occasione per adeguare il calendario venatorio regionale a quanto disposto  dalla recente sentenza del TAR e dai pareri obbligatori dell’ ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Anche quest’anno infatti non sono state tenute in considerazione diverse indicazioni dal mondo scientifico e dai giudici amministrativi, ad esempio  in riferimento alle specie cacciabili e ai tempi e periodi caccia, all’utilizzo dei pallini di piombo e alla tutela dell’orso bruno dalla caccia.
La Regione Abruzzo, consapevole ogni anno di approvare calendari venatori palesemente illegittimi (ne sono la prova ogni anno le condanne comminate dai giudici amministrativi contro la Regione Abruzzo) tenta in ogni modo di bloccare i ricorsi delle associazioni per la protezione dell’ambiente e per la tutela degli animali.
Per impedire i ricorsi al TAR, il Consiglio Regionale aveva emanato il calendario venatorio 2010/2011 con una subdola legge  (su cui non è possibile il ricorso al TAR). Ma le associazioni non si sono date per vinte ed hanno ottenuto la bocciatura della “leggina” dalla Corte Costituzionale che ha sancito, in maniera univoca, che i calendari possono essere emanati solo con atto amministrativo (quindi con delibera) e non con legge-provvedimento.
Quest’anno la Regione Abruzzo è costretta (dalla Legge)  ad approvare il calendario venatorio con delibera di giunta (impugnabile dagli aventi diritto al Tribunale Amministrativo Regionale).
Consapevoli anche quest’anno di aver approvato un calendario venatorio illegittimo, la Regione Abruzzo tenta di impedire i ricorsi delle Associazioni per la tutela dell’ambiente e degli animali pubblicando il calendario venatorio il 01 agosto, cercando così di far mancare i tempi necessari per impugnare l’atto.
La Regione Abruzzo ha degli obblighi di legge che non ottempera. La legge regionale abruzzese n. 10/2004 indica che la Giunta Regionale entro e non oltre il 15 giugno  deve pubblicare il calendario venatorio.
Fino a quanto la fauna selvatica verrà considerata dalla legge italiana “patrimonio indisponibile dello Stato” e quindi un bene di tutta la collettività, i Verdi si adopereranno per tamponare gli abusi dei cacciatori e della politica filo-venatoria di questa Giunta regionale.
SI ALLEGA CRONISTORIA DELLE SCONFITTE GIUDIZIARIE IN MATERIA VENATORIA DELLA GIUNTA CHIODI



Walter Caporale
Capogruppo Verdi
Regione Abruzzo






CRONISTORIA DELLE SCONFITTE GIUDIZIARIE IN MATERIA VENATORIA DELLA GIUNTA CHIODI:

·   SETTEMBRE 2009: Il TAR Abruzzo con ordinanza depositata il 03 settembre 2009 accoglie pienamente il ricorso del’ Associazione WWF ricorrente avverso il calendario venatorio 2009/2010 annullando le scelte della Giunta Regionale sulla preapertura alla Quaglia e sul posticipo della caccia alla Beccaccia.

OTTOBRE 2009: Il TAR Abruzzo con ordinanza del 14 ottobre 2009 accoglie il ricorso delle associazioni Animalisti Italiani e della LAC avverso il Calendario venatorio regionale 2009/2010. Il TAR ha “Considerato che pare fondata la censura di difetto  di motivazione della DGR impugnata, nella parte in cui quest’ultima non ha dato adeguata contezza delle ragioni di dissenso rispetto alle concludenze consultive dell’ISPRA“.

DICEMBRE 2010: Con ordinanza del 02 dicembre 2010 il TAR Abruzzo boccia la Regione Abruzzo a seguito del ricorso presentato dagli ambiti territoriali di caccia dell'Aquila, Barisciano, Avezzano e Roveto-Carseolano che contestavano il nomadismo venatorio introdotto con la mobilità dei cacciatori per la fauna migratoria. Il TAR: “La disposizione impugnata è inoperativa, inefficace, inapplicabile e ha ritenuto rilevanti e non manifestamente infondati i dubbi di costituzionalità sollevati col ricorso. Ci si augura che, per il futuro, il legislatore tenga presenti i princìpi generali che regolano la materia, conservazione dell'ambiente e tutela della fauna».

·  OTTOBRE 2011: Il TAR ABRUZZO sul ricorso presentato da Ass. Animalisti Italiani, WWF e LAC sospende con ordinanza del 27/10/11 parte del Calendario Venatorio 2011-2012 censurando la Regione Abruzzo che ha completamente stravolto i periodi di caccia per le singole specie che erano stati suggeriti dall’ISPRA, allungando il periodo di caccia per ben 27 di queste. Il Tar ha ritenuto che la Giunta regionale non ha motivato adeguatamente tutti questi abnormi scostamenti dai periodi indicati dall’ISPRA. Inoltre il TAR ha censurato la Regione anche sugli orari di caccia”. La Giunta regionale, per adeguarsi parzialmente alle indicazioni dei giudici emana ben quattro versioni diverse di calendario venatorio.

FEBBRAIO 2012 La Corte Costituzionale con sentenza n. 20/2012 dichiara illegittima la legge della Regione Abruzzo 10 agosto 2010, n. 39 (Norme per la definizione del calendario venatorio regionale per la stagione venatoria 2010/2011), a seguito di richieste di impugnativa pervenute al Governo. La Corte sancisce in maniera univoca che i calendari possono essere emanati solo con atto amministrativo e non con legge-provvedimento.

·   GIUGNO 2012: Il TAR Abruzzo il 25/06/2012 deposita sentenza di merito sul ricorso presentato da Ass. Animalisti italiani, WWF e LAC. Vengono bocciati dai giudici diversi punti del Calendario Venatorio 2011-2012 tra i quali la caccia alle specie in declino (SPEC); la relazione tecnica dell’Assessorato competente, definita inidonea; l’uso delle munizioni al piombo; le iniziative a tutela  dell’orso dalla caccia che non ne garantiscono la salvaguardia. Sollevata e rimandata alla Corte Costituzionale la questione di legittimità costituzionale della legge regionale sul comparto unico sulla migratoria.




 Gruppo Consiliare "VERDI" Regione Abruzzo Via Jacobucci,4 - 67100 L'Aquila –

Approvato dalla Regione Abruzzo un calendario venatorio inaccettabile


COMUNICATO STAMPA
Approvato dalla Regione Abruzzo un calendario venatorio inaccettabile.
Saranno cacciate le specie in declino e sarà allungato il periodo di caccia fino a febbraio.

L’AQUILA - Ancora una volta l’Assessore alla Caccia Mauro Febbo, messo all’angolo dalle pressioni dei cacciatori, ha inserito nel calendario venatorio diversi elementi peggiorativi a danno della fauna. E’ stato infatti quasi integralmente fatto proprio dall’Assessore il documento presentato dalle associazioni venatorie che chiedevano  l’estensione dei periodi di caccia, l’estensione del periodo di allenamento cani e l’eliminazione di alcune restrizioni su tempi e modi di caccia.

La Regione autorizza inoltre a cacciare ben dieci specie di uccelli (ghiandaia, colombaccio, cornacchia grigia, fischione, moriglione, marzaiola, gallinella d’acqua, porciglione e pavoncella) fino a febbraio e sarà ancora consentito il nomadismo venatorio in tutta le Regione, nonostante i dubbi di legittimità espressi dai giudici amministrativi del TAR. Sarà possibile sparare a diverse specie di animali considerate in declino (specie SPEC) dalla comunità scientifica.

I cari nemici degli animali Chiodi e Febbo hanno anche ignorato quanto imposto dalla recente ennesima sconfitta al TAR che non riguarda soltanto il calendario venatorio impugnato (quello dell’anno scorso) ma, a parere dei giudici, anche i calendari successivi: “….di modo che ne derivi un effetto in senso ampio conformativo sulla periodica attività dell’amministrazione in materia”.

La gente considera immorale sparare ad animali. L’80 % degli italiani ritiene che la caccia debba essere vietata o fortemente ridotta (IPSOS 2010) mentre, al contrario, la strafottenza venatoria della Regione Abruzzo non si arresta neppure dietro ai richiami dei giudici del TAR, della Corte Costituzionale, dell’ISPRA e dell’Unione Europea.

E’ inaccettabile che la maggior parte del mondo politico regionale continui questo esercizio di sudditanza verso il mondo venatorio oramai vecchio e destinato all’estinzione avendo la maggior parte dei cacciatori un'età compresa tra i 65 e i 78 anni (elaborazione Coldiretti su dati Istat e Federcaccia).

Le Associazioni LAC ed Animalisti Italiani Onlus valuteranno tutte le iniziative utili a ridimensionare le velleità venatorie della Regione a tutela degli animali e della volontà dell’80% dei cittadini abruzzesi.

L’Aquila, 10 agosto 2012

Marialucia Santarellli
Delegata Resp. Abruzzo
Associazione Animalisti Italiani Onlus

Marina Angela Anna Gallo
Delegata Resp. Abruzzo
Associazione LAC

giovedì 9 agosto 2012

La Provincia di Chieti vuole sparare ai cinghiali nelle Riserve Regionali. La risposta del WWF


COMUNICATO STAMPA DEL 09 AGOSTO 2012

In merito all’articolo apparso sul quotidiano “Il Centro” del 09 agosto 2012 dal titolo “Caso cinghiali, vertice in Procura” il sottoscritto Allegrino Claudio Coordinatore delle Guardie Giurate Volontarie del WWF intende esporre quanto segue:

CHIETI - Il Consigliere provinciale di Chieti con delega alla Caccia Staniscia ha affermato che “il problema dei cinghiali lungo la costa è dovuto ad un solo fattore: il proliferare di aree protette, nelle quali la caccia è vietata e questi animali si riproducono a dismisura e la legislazione vigente e i dogmi della religione ambientalista non permettono alcun intervento da parte dell’uomo all’interno di queste aree ritenute come santuari inviolabili”.
Ricordiamo a Staniscia che il Sistema delle Aree Protette Regionali Abruzzesi riconosciuto da normative comunitarie, nazionali e regionali rappresentano l’unico baluardo a difesa della biodiversità della nostra Regione. Il Sistema delle Aree Protette Regionali sta con soddisfazione maturando anche la capacità di farsi apprezzare da un numero sempre maggiore di turisti che vengono ad ammirare le bellezze del nostro territorio e che mai vorrebbero si sparasse dentro aree in cui la caccia è vietata.
Nessuna parola, nessun impegno giunge dal consigliere Staniscia in merito a quanto denunciato dalla Guardie WWF dopo il delitto di Casalbordino, dove un agricoltore è stato ucciso da un bracconiere ossia sulla inesistenza della vigilanza notturna da parte della Polizia Provinciale e sulle pessime condizioni in cui si trova ad operare il medesimo Corpo, con personale assolutamente carente sul piano numerico e privo di mezzi idonei per arginare gli illeciti ambientali e venatori.
Nessuna dichiarazione si legge dal consigliere Staniscia in merito alla necessità di stimolare il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, affinchè si introduca nella programmazione anche la vigilanza notturna antibracconaggio nelle campagne e nei boschi della nostra provincia.
Il responsabile delle problematiche inerenti la fauna selvatica non sono le Riserve Regionali, è invece la Mala Politica, quella incapace di prendere le decisioni ed in Provincia di Chieti ne abbiamo, da decenni, eclatanti esempi.
Il delegato alla Caccia della Provincia di Chieti Staniscia vuole esercitare la caccia nelle aree protette. Con quali dati? Qual è la stima dei cinghiali in Provincia di Chieti? Staniscia informi invece i cittadini su quali sono state finora le iniziative intraprese dalla Provincia di Chieti per la gestione della fauna protetta fuori dalle aree protette.
Quali sono le iniziative di contrasto al bracconaggio attuate della Provincia di Chieti?
Quali controlli sta predisponendo la Provincia per ridurre il commercio illegale di carne di cinghiale? La Provincia di Chieti si è dotato di un regolamento sulla caccia al cinghiale come hanno fatto le altre province abruzzesi? La Provincia di Chieti ha un per caso Piano Faunistico Venatorio scaduto da diversi anni?
Quali sistemi cosidetti sistemi “ecologici” (previsti dalla Legge quadro nazionale) ha attuato la Provincia di Chieti per contenere la “fauna problematica”? Ad esempio, quanti recinti elettrificati sono stati consegnati agli agricoltori negli ultimi tre anni?
Invitiamo il consigliere Staniscia a svolgere con maggiore impegno l’ amministratore pubblico senza offendere chi svolge attività di volontariato e senza ledere la dignità di chi cerca di fare delle aree protette regionali un esempio moderno di convivenza tra Uomo ed Ambiente.
Al cacciatore Staniscia invece chiediamo di informarsi meglio sulle responsabilità dell’espansione dei cinghiali, responsabilità dei cacciatori e delle amministrazioni filo-venatorie. Già nel 2001 l’autorevole ex Istituto della Fauna Selvatica (INFS), ora ISPRA, affermava: (cit.) “le immissioni a scopo venatorio, hanno sicuramente giocato un ruolo fondamentale nel creare la situazione di espansione e crescita delle popolazioni di cinghiale”.

Claudio Allegrino
Coordinatore Guardie Giurate
Volontarie WWF
Nucleo Provinciale di Chieti

venerdì 3 agosto 2012

Chieti. Il WWF denuncia: la vigilanza antibracconaggio notturna non esiste.


COMUNICATO STAMPA DEL 03 AGOSTO 2012

Agricoltore ucciso da una fucilata a Casalbordino. Il WWF denuncia: la vigilanza antibracconaggio notturna non esiste.

CASALBORDINO - Una tremenda tragedia ha colpito una famiglia abruzzese e l’intera regione. Un dramma ancora una volta legato all’allarmante fenomeno del bracconaggio. Il WWF, vicina alla famiglia della vittima, ritiene che le Autorità pubbliche preposte alla sicurezza dei cittadini non possano ignorare quanto accaduto. Bisogna far si che questo sia l’ultimo episodio di morte legato al mondo, sconosciuto a tanti, del bracconaggio venatorio. “Noi stesse guardie giurate volontarie ambientali temiamo per la nostra incolumità, per quello che può capitare durante i controlli notturni o al crepuscolo - dichiara Claudio Allegrino, coordinatore delle Guardie Giurate Volontarie del WWF- - La ubiquitaria presenza dei cinghiali ha aumentato il numero dei cacciatori che premono il grilletto in tempi, modi e luoghi vietati dalla legge”.
Già dal 2001 il WWF con il dossier “il bracconaggio in Abruzzo”, documento che raccoglieva ed elaborava dati ed informazioni delle diverse Forza di Polizia,  aveva denunciato le gravi carenze nella vigilanza venatoria nel territorio regionale e nella Provincia di Chieti in particolare.
Diverse volte le Guardie Giurate del WWF hanno denunciato le pessime condizioni in cui si trova ad operare il Corpo di Polizia Provinciale di Chieti, con personale assolutamente carente sul piano numerico e privo di mezzi idonei per arginare gli illeciti ambientali e venatori.
Nonostante le rassicurazioni da parte dell’ Amministrazione provinciale di Chieti (vedi dichiarazioni dell’Assessore Tavoletta pronunciate nel dicembre 2010) nulla è stato fatto concretamente per migliorare la situazione.
Nella maggior parte dei turni di lavoro, considerando ferie, permessi, malattie, servizi di rappresentanza, compilazione di atti d’ufficio, altre competenze, una sola pattuglia della Polizia Provinciale è presente sul territorio a coprire l’intera estensione della Provincia di Chieti (104 comuni e 5.172 Kmq!). Solo questo dato rende bene l’idea di come l’Amministrazione provinciale di Chieti non ha assolutamente il controllo del proprio territorio.
Il Corpo Forestale dello Stato, purtroppo, è nelle stesse condizioni operative della Polizia Provinciale: parte dei Comandi Stazione è aperto solo metà giornata e la vigilanza antibracconaggio non rientra tra le priorità di servizio.
Un appello Allegrino lo indirizza al Prefetto di Chieti: il Comitato  per l’ordine e la Sicurezza Pubblica, quale organo collegiale deputato ad organizzare i piani coordinati di controllo del territorio, introduca nella programmazione anche la vigilanza notturna antibracconaggio nelle campagne e nei boschi della nostra provincia. Bisogna fare l’impossibile perché simili tragedie non avvengano mai più.

Claudio Allegrino
Coordinatore Guardie Giurate
Volontarie WWF
Nucleo Provinciale di Chieti



giovedì 2 agosto 2012

Febbo: approvato nuovo calendario venatorio 2012-2013

LO STRUMENTO RISPONDE ALLE ESIGENZE DI ASSOCIAZIONI E ATC

La Giunta Regionale, su proposta dell'assessore regionale alle Politiche agricole, Caccia e Pesca Mauro Febbo, ha dato attuazione al nuovo Calendario Venatorio regionale che parte il 16 settembre 2012 e termina il 31 gennaio 2013, salvo per qualche particolare specie. Importante novità è l'addestramento e l'allenamento dei cani da caccia consentita dal 1° agosto 2012 (ieri) e termina il 31 gennaio 2013. I cani impiegati nella caccia devono essere iscritti in un apposito elenco predisposto dagli ATC, indicando nome del cane, razza, sesso e numero di microchip, "La versione approvata - afferma Mauro Febbo - è frutto di un lungo lavoro di concertazione e mediazione sia degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) sia con le Associazioni Venatorie che, per la prima volta, hanno stilato un documento a firma congiunta. Infatti l'ufficio di Programmazione Venatoria della Direzione Politiche Agricole, nella redazione dello stesso, ha cercato di accogliere, per quanto possibile, viste le numerose prescrizioni del TAR e dell'ISPRA, le richieste delle Associazioni Venatorie. Pertanto il nuovo calendario è uno strumento condiviso che coniuga le aspettative del mondo venatorio con le legittime esigenze di tutela e salvaguardia della natura". "Per dare certezza al mondo venatorio e agli organi di vigilanza, quest'anno nel calendario venatorio è stata allegata una cartografia che riguarda le zone di prelievo venatorio dove sono presenti specie di interesse conservazionistico (Lepre italica e coturnice) e la Zona di protezione esterna del Parco nazionale d' Abruzzo. Inoltre le prescrizioni inserite nel calendario per le suddette specie sono il frutto di un lavoro svolto congiuntamente tra Provincia dell'Aquila, Regione Abruzzo, Ispra e gli ATC interessati che, per la prima volta, sono stati coinvolti in un processo decisionale. Tra le novità - rimarca Febbo - del calendario appena varato troviamo l'apertura alla quaglia fissato per giorno 16 settembre con il cane, l'apertura alla stanziale (lepre, Starna e Fagiano) per il giorno al 16 settembre e la chiusura della caccia ai tordi e alla beccaccia stabilito per il giorno 20 gennaio 2013". "Mi preme sottolineare - continua l'assessore alla Caccia - con la modifica dell'art. 18 della legge 157/92 resasi necessaria a seguito dell'approvazione della "legge comunitaria", si sono perse le certezze su alcune date di prelievo relative all'avifauna migratoria. Nel definire i periodi di prelievo la Regione si è attenuta strettamente alle direttive comunitarie e alle linee guida sulla caccia della comunità europea che permettono alle regioni di applicare una decade di sovrapposizione ai periodi indicati dalla UE. L' attività venatoria - conclude Febbo - condotta con prudenza, rispetto delle regole, trova anche per la stagione 2012/2013, puntuale disciplina nel calendario approvato. Questo tiene conto delle diverse esigenze rappresentate dalle categorie interessate e coniuga le istanze di tutela faunistico ambientale con un esercizio venatorio equilibrato e responsabile da parte dei cacciatori". 

Casalbordino. Ha confessato il cacciatore che ha ferito mortalmente Gabriele Di Tullio


E' un uomo di Casalbordino, denunciato a piede libero per Omicidio colposo e omissione di soccorso


Omicidio colposo e omissione di soccorso. Sono queste le accuse per le quali T.F., 60 anni, di Casalbordino, è finito sul registro degli indagati. Resta a piede libero. Il bracconiere ha confessato dopo un lungo interrogatorio negli uffici della Procura della Repubblica di Vasto. E’ stato lui ad aver ucciso,con un colpo di fucile imprudentemente sparato nelle notte tra domenica e lunedì scorsi, Gabriele Di Tullio. Sono stati i carabinieri della Compagnia di Ortona e quelli della stazione di Casalbordino a identificarlo dopo aver aver ispezionato i fucili di alcuni cacciatori nei giorni successivi al  mortale ferimento dell’ex operaio della Sevel. Di Tullio, come si ricorderà, aveva raggiunto nella tarda serata di domenica un appezzamento di terreno del fratello, in località in  località San Pietro Sud. Voleva raccogliere sul campo pannocchie di granturco da portare a casa. Ma dalle figlie, di 20 e 12 anni, non è più tornato. L’uomo è stato raggiunto da un pallettone calibro 12, alla gamba sinistra, sparato da un cacciatore, appostato poco lontano – 50-60 metri -, che lo ha scambiato per un cinghiale. Il proiettile, come è stato poi accertato in sede di esame autoptico gli ha reciso l’arteria femorale. E’ rimasto a terra tutta la notte, morendo dissanguato. A trovarlo, all’alba di lunedì, un nipote.
Le indagini, subito partite, si sono concentrate sui cacciatori della zona: solo chi è del posto poteva sapere che nella zona dove è avvenuta la disgrazia vi fossero cinghiali. La svolta si è avuta quando la moglie di T.F., è andata in caserma, a Casalbordino, per denunciare la scomparsa del marito. Il cacciatore, infatti, dopo essersi reso conto di quel che era successo a San Pietro Sud, è fuggito, ha raggiunto alcuni parenti in Liguria.  I carabinieri, come hanno riferito oggi in conferenza stampa nella sede del Comando provinciale, il colonnello Giuseppe Cavallari, e il capitano della Compagnia di Ortona, Gianfilippo Manconi (foto in alto a sinistra), sono andati a casa dell’uomo, hanno controllato le armi e le munizioni da lui detenute e hanno scoperto che potevano essere compatibili con quella usate per ferire Di Tullio. Indizi. La verità è arrivata ieri sera, quando è il cacciatore è rientrato a Casalbordino. Sottoposto a interrogatorio dal pm Giancarlo Ciani, titolare dell’inchiesta, è crollato ed ha raccontato quel che era avvenuto.