sabato 21 dicembre 2013

In Contrada Collalto a Pianella (Pe) residenti ostaggio dei cacciatori. Il WWF: si faccia rispettare l’ordinanza comunale di divieto di caccia

COMUNICATO STAMPA DEL 20 DICEMBRE 2013

In Contrada Collalto a Pianella (Pe) residenti ostaggio dei cacciatori
Il WWF: si faccia rispettare l’ordinanza comunale di divieto di caccia

In Contrada Collalto a Pianella (Pe) è in vigore una ordinanza comunale (la n. 63 del 2011) che sancisce “il divieto di caccia nella zona a tutela della pubblica incolumità, della quiete e dell’ordine pubblico”.
L’ordinanza, che sostituisce una precedente emessa nel 2008, è la diretta conseguenza delle svariate denunce dei residenti inoltrate in questi ultimi anni alle autorità competenti a causa dei continui spari dei cacciatori che in svariate occasioni hanno colpito anche le abitazioni della contrada.

L’ordinanza ricorda le diverse denunce depositare dai cittadini che lamentano la presenza di cacciatori che sparano a ridosso delle case e delle strade, nonché di provocazioni, minacce e intimidazioni rivolte agli stessi residenti di Contrada Collalto. I residenti hanno dovuto sostenere anche le spese per una perizia tecnica che evidenzia come l’area interdetta alla caccia dall’ordinanza comunale sia comunque già di fatto vietata all’esercizio venatorio in quanto mancano le distanze minime di sicurezza da fabbricati e abitazioni per poterla esercitare.

La cosa incredibile è che con l’ordinanza di divieto i residenti non hanno risolto i loro problemi! Anzi gli spari contro le abitazioni, le minacce e i danneggiamenti sono aumentati, come se alcuni cacciatori (auspichiamo che la maggioranza rispetti leggi e divieti) volessero dimostrare che nessuna autorità vuole o può intervenire per far rispettare il divieto.
Dichiara Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo: “I residenti di Contrada Collalto hanno chiesto più volte alle autorità di intervenire per reprime le attività venatorie illecite ma finora nessuno è stato in grado di sanzionare i trasgressori. Sono addirittura i residenti stessi che devono farsi carico di apporre i paletti e le tabelle che indicano il divieto di caccia. Paletti e tabelle che puntualmente, con la riapertura della stagione venatoria, vengono impallinati o buttati a terra. Il WWF chiede a tutte le autorità preposte, a cominciare da Sindaco, Polizia Municipale, Polizia Provinciale, Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato di agire in modo da ripristinare la legalità e garantire la sicurezza dei cittadini di Contrada Collalto”.

giovedì 12 dicembre 2013

Parco Sirente Velino, il Presidente Angelosante: no a cementificazione e assalto dei cacciatori

Avezzano. Parco Sirente Velino e WWF alzano un muro in difesa dei “gioielli di famiglia” messi a rischio da una proposta di riperimetrazione mirata a escludere dal perimetro di protezione una delle zone di maggior pregio naturalistico e paesaggistico dell’area protetta (3.300 Ha) oggetto di 3 interventi di tutela e salvaguardia dell’orso bruno marsicano e dei delicati ambienti naturali finanziati dall’Unione Europea. Simone Angelosante (Presidente dell’Ente) ed Herbert Simone (WWF) lanciano un appello al Presidente Chiodi e al consiglio regionale in vista della seduta di domani alle 10: bocciate la proposta di riperimetrazione avanzata dal Consigliere Luca Ricciuti mirata ad escludere dall’area protetta siti di interesse comunitario (Sic) ad altissima valenza ambientale nei Comuni di Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio. “Quell’area rappresenta il cuore del Parco, con un’elevatissima valenza ambientale”, ha affermato Simone Angelosante, in un’infuocata conferenza stampa al Comune di Avezzano, “non può essere esclusa dall’area protetta, poiché esporrebbe il territorio alle insidie della cementificazione selvaggia, all’assalto dei cacciatori, a contenziosi con lo Stato e al rischio di nuove tasse: l’Unione Europea ha finanziato progetti di conservazione e valorizzazione in quell’area, quasi certamente aprirebbe una procedura di infrazione, con conto finale a carico degli abruzzesi. Viviamo una fase di grande crisi, le aziende chiudono, le industrie delocalizzano, in questo splendido lembo Abruzzo abbiamo un immenso patrimonio ambientale, artistico, culturale ed enogastronomico che non va aperto alla cementificazione e alla caccia, ma difeso e valorizzato per dare benessere alla comunità locale che vive e opera nel Parco”. Pollice verso, quindi, alla proposta Ricciuti, stroncata senza appello anche dal Wwf: “respingiamo al mittente quest’attacco sconsiderato contro una delle zone di maggior pregio del Parco”, ha dichiarato Herbert Simone, vice presidente del Wwf Abruzzo e membro del Cda dell’Ente, “che rientra nei Sic e nel progetto Patom: aprirebbe le porte all’assalto dei cacciatori e dei cementificatori. Se la Regione andrà avanti, il Wwf si mobiliterà a livello nazionale e internazionale per salvaguardare quel paradiso”. Sferzante la bocciatura del WWF Italia: “è paradossale”, ha sottolineato il presidente nazionale, Dante Caserta, in contatto telefonico, “nei giorni in cui al Ministero dell’ambiente si parla di difesa della natura e di tutela della biodiversità, nella Regione verde d’Europa si viaggia in controtendenza”. I due settori oggetto della proposta (parte dei Piani di Pezza e parte dell’Altopiano delle Rocche) ospitano numerosi Habitat e specie altamente protette elencati nella Dir. 92/43/CEE “Habitat” e nella Dir 79/409/CEE “Uccelli” in gran parte inseriti nei formulari Natura 2000, nonché i due Siti Natura 2000 (ZPS IT 110130 “Sirente Velino”; SIC IT 110206 “Monte Sirente e Monte Velino”). Qui l’Ente Parco ha realizzato tre progetti LIFE NATURA finanziati dall’Unione Europea aventi l’obiettivo di conservazione dell’orso bruno marsicano con interventi di piantumazione e potature oltre alla bonifica dell’area nell’ambito di un altro progetto LIFE “Azioni urgenti nei SIC del Parco Sirente Velino”. L’Ente Parco poi è uno dei sottoscrittori del P.A.T.O.M. (Protocollo di intesa per la tutela dell’orso bruno marsicano) che individua nella zona di Monte Rotondo-Piani di Pezza una macroarea B di alto significato dove la specie può trovare aree idonee di diffusione ed aree di connessione e collegamento con le parti più lontane del suo areale potenziale lungo la dorsale appenninica. L’Ente Parco, comunque, ha già espresso parere contrario nelle sedi istituzionali anche perché la proposta in oggetto è carente di studi prodromici fondamentali quali la VAS (valutazione ambientale strategica) che comporterebbero l’infrazione alle norme comunitarie, mentre la cartografia illustrante il progetto di legge è cambiata dopo le audizioni iniziali. Attualmente è in corso anche il progetto Life Crainat coordinato dalla Regione Abruzzo, finalizzato alla conservazione del gambero di fiume, che vede come area di intervento l’Altopiano delle Rocche, mentre l’area dei Piani di Pezza costituisce un ottimo habitat del Grifone nidificante nel versante meridionale del Velino: specie reintrodotta dal Corpo Forestale dello Stato che ha sottoscritto un protocollo per la conservazione con l’Ente parco. Al consiglio regionale il compito di “onorare” la Regione verde d’Europa.

Riduzione del Parco Sirente-Velino. Acerbo: il solito clientelismo venatorio

(12/12/2013 - 09:31)


(ACRA) – «Ringrazio le associazioni ambientaliste e i cittadini che attraverso comunicati e mail stanno cercando di scongiurare l'approvazione da parte del centrodestra della proposta di legge di riperimetrazione del Parco Velino Sirente». Lo sostiene il Capogruppo di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, in merito alla riperimetrazione del Parco Velino Sirente. «E' pazzesco che per il solito clientelismo venatorio ci si incaponisca nel voler modificare i confini di un Parco che secondo tutti gli studi andrebbero semmai ampliati. La proposta di Ricciuti a mio parere è inaccettabile non solo nel merito ma anche sul piano procedurale. Questa mattina ho inviato al Presidente del Consiglio Nazario Pagano una lettera in cui faccio presenti dei vizi procedurali che dovrebbero spingerlo a non sottoporre al voto il progetto di legge di Ricciuti che andava dichiarato irricevibile. Non si capisce perché le regole sulla base delle quali non si portò in Consiglio la mia proposta di legge sulla doppia preferenza di genere non debbano valere per quella di Ricciuti».

Il WWF: “Nessuno tocchi il Sirente Velino”: i fucili vanno invece assolutamente banditi

COMUNICATO STAMPA DELL’11.12.2013

Il WWF: “Nessuno tocchi il Sirente Velino”

Torna in aula l’assurda proposta di legge per “tagliare” il Parco regionale

Proprio mentre a Roma si svolge in due giorni una conferenza nazionale su Biodiversità e aree protette, fortemente voluta dal Ministero dell’Ambiente, in Abruzzo, regione verde d’Europa, si torna a fare strada una vis. ione miope e antica, contraria agli interessi della Natura e dei cittadini, in base alla quale si cerca di “riperimetrare” il Parco regionale Sirente Velino, sottraendo alla tutela una parte fondamentale dell’area protetta. Una scelta sciagurata contro la quale questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa, presso la sala del Comune di Avezzano (Aq), il Presidente del Parco Sirente Velino Dott. Simone Angelosante e il vice Presidente del WWF Abruzzo Avv. Herbert Simone.

Il WWF ha confermato e conferma la propria netta contrarietà alla proposta di Legge Regionale firmata dal consigliere PDL Ricciuti che, con oggetto Revisione dei confini e delimitazione zone, approderà in aula domani 12 dicembre 2013. L’auspicio è che tutti i consiglieri, di ogni parte politica, la respingano al mittente in nome dei superiori interessi del territorio e tenendo conto della volontà della stragrande maggioranza degli abruzzesi, che tra l’altro tra pochi mesi saranno chiamati alle urne per rinnovare proprio il consiglio regionale e che sapranno certamente ben scegliere tra chi tutela gli interessi della collettività e chi sposa invece miopi interessi di parte.

Dichiara Dante Caserta, Presidente del WWF Italia: «L’Abruzzo si dichiara Regione verde d’Europa, ma questa affermazione di principio rischia di restare un’etichetta vuota. Il Parco Regionale Sirente-Velino è un’area protetta importantissima perché in essa sono racchiusi e fusi ambienti naturali e paesaggistici molto vari che formano un’unità ecologica fondamentale. La Proposta di Legge Regionale mira assurdamente a strappare all’ambiente zone importantissime per la tutela della biodiversità appenninica, oggetto peraltro della Rete Natura 2000, del Piano di Tutela dell’Orso Marsicano, del Life Coornata. È veramente paradossale che ciò avvenga proprio mentre si svolge a Roma la Conferenza nazionale "La Natura dell’Italia. Biodiversità e Aree protette: la green economy per il rilancio del Paese" che ha lo scopo di rilanciare il ruolo delle aree protette ».

Dichiara Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Abruzzo: «Si tratta dell’ennesimo segnale di un cambio di rotta in senso negativo nella politica di conservazione del territorio. L’ennesimo taglio viene proposto proprio quando emerge invece in modo evidente la necessità di estendere la protezione della Natura allargando i confini del Parco e attraverso la creazione delle cosiddette fasce contigue. Ricordiamo che il recente episodio di uccisione di un Orso sull’autostrada A24 è avvenuto nel Comune di Tornimparte, poco distante dalla zona che oggi qualcuno vorrebbe definitivamente “rubare” al Parco. L’aspetto più assurdo della proposta Ricciuti è che essa vorrebbe escludere dall’area protetta proprio alcune tra le zone più note a livello nazionale e internazionale come gran parte dei Piani di Pezza, della Piana di Campo Felice e anche parte della Piana di Terranera che è parte integrante dell’Altipiano delle Rocche, cuore del parco, ponendo a rischio spazi di continuità che sono fondamentali per la mobilità e la sopravvivenza delle specie presenti nel Parco, a partire dai grandi carnivori, e su tutti l’Orso marsicano. Ci auguriamo che anche il Ministero dell’Ambiente faccia sentire la sua voce. La Regione, se davvero accetterà questa proposta, ma auspichiamo che il consiglio tutto la respinga al mittente, rischia di creare un danno enorme a livello comunitario e nazionale del quale potrà essere chiamata a rispondere, anche sul piano economico. E le responsabilità potrebbero essere personali». L’eventuale nuova perimetrazione del Parco potrebbe assurdamente escludere dall’area protetta zone di importante valore ambientale, inserite in diverse azioni europee di tutela della biodiversità come il protocollo Piano d’azione per la tutela dell’orso marsicano (PATOM).

Il WWF chiede ai Consiglieri regionali e al Governatore Chiodi di opporsi in tutti i modi a una proposta che, se accolta, soddisferebbe soltanto appetiti speculativi, in questa zona fortissimi, con ulteriore cementificazione e lottizzazione del territorio, costruzione di inutili infrastrutture scioviarie e riapertura della caccia in zone nelle quali i fucili vanno invece assolutamente banditi. Le associazioni hanno interessato della questione anche il Ministero e la Commissione europea.

Riperimetrazione del Parco regionale del Sirente-Velino: "sciagurato progetto del consigliere Ricciuti (FI) oscuro rappresentante di una manciata di cacciatori"

COMUNICATO STAMPA


La maggioranza politica del Governatore Chiodi alla Regione Abruzzo si appresta di nuovo a tentare l'approvazione della famigerata riperimetrazione del Parco regionale del Sirente-Velino ma allo stesso tempo la Regione spende denaro pubblico per invitare i turisti a visitare "L'Abruzzo ed i suoi parchi" La schizofrenia politica dell'attuale maggioranza è inspiegabile. L'opposizione delle associazioni e di ampi settori della societa civile abruzzese al taglio del Parco è forte e non intende abbassare la guardia, se invece Chiodi è a favore di questa ipotesi abbia il coraggio di dirlo pubblicamente invece di sfuggire alla questione come fa da mesi.

"Abruzzo, Naturalmente Tuo" cosi recita il titolo dello spot emozionale realizzato dai quattro Parchi Abruzzesi che è proiettato da ieri nella sale cinematografiche di tutta Italia come abbiamo appreso nei giorni scorsi dagli uffici stampa delle 4 maggiori aree protette abruzzesi (Parco Nazionale d'Abruzzo, Parco Nazionale della Majella Parco Nazionale del Gran Sasso e Parco Regionale del Sirente-Velino) e dalle dichiarazioni dell'Assessore al turismo della giunta Chiodi, Mauro Di Dalmazio, e per far questo si spendono denari dei contribuenti ... niente di male hanno pensato in molti e tra questi anche noi anzi encomiabile rilanciare il turismo della regione Abruzzo puntando finalmente sulla sue risorse più preziose la natura e le sue aree protette ...

E INVECE ... GUAI A FIDARSI DELLA GIUNTA DI CHIODI !

Incurante delle proteste che nei mesi scorsi si erano levate da tutti i settori della società civile contro lo , che prevede un ennesimo taglio al territorio protetto del Parco regionale del Sirente - Velino, la cosiddetta riperimetrazione, il governatore Chiodi getta la maschera e si appresta a lasciar passare un provvedimento vergognoso dopo aver taciuto per mesi fingendo di non appoggiare l'iniziativa ma rifiutandosi sempre di prendere una chiara posizione pubblica sulla vicenda. Sordo agli appelli di un fronte ampio e variegato di associazioni, Comuni della zona, biologi, operatori turistici e vertici del Parco Regionale, Chiodi non ha mai detto una sola parola sul progetto, né ha mai sentito il dovere di rispondere ad associazioni e cittadini che glielo hanno chiesto pubblicamente e sulla stampa.

A prescindere dall'assoluto disprezzo che egli mostra verso una, se non la più importante, risorsa della nostra regione, ci spieghi come concilia Chiodi questi atteggiamenti schizofrenici della sua amministrazione ? Da una parte vorrebbe che la gente, i turisti, accorressero in Abruzzo decantandone a suon di costosi spot pubblicitari la bellezza delle sue aree protette e dall'altra non ferma chi nel suo gruppo politico ne vuole smantellare un pezzo importante per consegnarlo ai cacciatori e a chi ne vuole fare scempio. Dov'è la logica in tutto ciò ? Come non rimanere stupefatti davanti ad un comportamento tanto illogico e pieno di disprezzo verso valori comuni condivisi dalla maggioranza dell'opinione pubblica regionale sia di destra che di sinistra ?

Ci dia almeno soddisfazione, il governatore Chiodi, ci spieghi pubblicamente, come ormai andiamo chiedendo da mesi quali sono le ragioni che giustificano il taglio di aree di grande pregio naturalistico salvaguardate fino ad oggi da sparatori e cemento solo grazie alla loro appartenenza al territorio del Parco Regionale. Cos'è che impedisce a Chiodi di dire serenamente ciò che pensa della questione ? E' forse dall'On. Ricciuti che dipendono le sue future fortune politiche ? Ne dubitiamo, con tutto il rispetto per la statura politica dell'On Ricciuti.

Parla molto il governatore Chiodi dei suoi supposti successi in materia di risanamento dei conti della sanità regionale ma quando si tratta di ambiente e di questa vicenda in particolare, perde la parola. Verrebbe da pensare che se ne vergogni o forse è solo il naturale modo di agire di un politico che ritiene di non dover dar conto di ciò che fa ai cittadini che amministra ?

Ma se il governatore dovesse insistere nel suo ostinato mutismo possiamo invece aspettarci una cortese risposta da almeno uno dei suoi assessori competenti in materia di Parchi ed Ambiente gli On. Giuliante e Di Dalmazio ? Tra l'altro ci risulta che l'On.Giuliante sia di ritorno da un vertice tenutosi recentemente al Ministero dell'Ambiente con il Ministro Orlando dove egli sembra si sia sperticato in mille assicurazioni riguardo la volontà di impegnare alacremente il suo assessorato e la regione Abruzzo in un rinnovato sforzo teso alla conservazione dell'orso e degli ambienti che lo ospitano, e quindi anche del Parco regionale del Sirente-Velino per l'appunto ... la riapertura della caccia ed il via libera alla speculazione edilizia in questa area è allora da ritenersi la sua prima azione a favore dell'orso tra le tante promesse al Ministro ????

Ci sarebbe da ridere, tanto comica è la situazione, se non fosse tragica l'insipienza, la superficialità, l'incongruenza di questa classe politica al potere in Regione e altrettanto tragico lo sperpero di una risorsa regionale quali sono l'orso ed il sistema parchi della nostra regione. Ma Chiodi stia sicuro insieme agli Onorevoli Ricciuti, Giuliante e Di Dalmazio che faremo tutto il possibile affinché nell'imminenza delle prossime consultazioni elettorali regionali gli abruzzesi tutti sappiano chi ringraziare dell'ennesimo attacco alla natura d'Abruzzo.

Montesilvano, 11 Dicembre 2013

Stefano Orlandini
Presidente Salviamo l'Orso - Onlus

Link utili di approfondimento










martedì 10 dicembre 2013

A caccia nel Parco Nazionale d’Abruzzo – Gli interventi antibracconaggio delle Guardie del Parco

I denunciati sono tutti cacciatori con regolare licenza di caccia

GEAPRESS – Nuovi interventi antibracconaggio portati a termine dalle Guardie del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Le operazioni sono avvenute sabato scorso e ripropongono quanto vitale sia ancora il problema della caccia di frodo.

In località S. Antonio nel Comune di Collelongo (AQ) le Guardie del Parco hanno fermato un fuoristrada identificando quattro persone, tra cui due allevatori originari della provincia di Frosinone ma residenti nel comprensorio. Perquisito il mezzo sono stati rinvenuti quattro fucili da caccia di proprietà dei primi due soggetti. I due, originari di Luco dei Marsi e Trasacco hanno dichiarato di essere andati a caccia di lepri ma dalla perquisizione del mezzo sono invece risultate sette cartucce a palla unica adatte, cioè, all’uccisione di grossi animali. Il munizionamento non sarebbe stato peraltro denunciato.

Munizioni sequestrate e per i due cacciatori denuncia all’Autorità giudiziaria.

In località “Valletrotta” di Vallerotonda (FR), le Guardie del Parco hanno notato due persone, risultate poi di San Vittore (FR), in allontanamento. A pochi metri di distanza c’era però il corpo di un cervo abbattuto da poco. Evidenti, riferisce l’Ente Parco, i fori dei proiettili.

Le Guardie si sono così disposte per un lungo appostamento. L’intervento si è così concluso in piena notte, quando i due bracconieri sono apparsi. Le Guardie del Parco, su disposizione della Procura della Repubblica di Cassino, hanno così potuto procedere al sequestro dei numerosi mezzi di caccia presso l’abitazione di un soggetto. Si tratta di nove fucili tutti regolarmente denunciati. Il corpo del cervo è stato posto sotto sequestro e trasportato presso il Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria dell’Istituto Zooprofilattico Lazio e Toscana di Grosseto per gli accertamenti del caso.

Entrambe le aree oggetto di intervento erano ricadenti nella zona di Protezione Esterna del Parco.



martedì 3 dicembre 2013

Cacciatore ucciso a Lanciano (Ch). L’avvocato del cacciatore indagato: non si aspettava di trovarlo dove ha sparato

Lutto cittadino a Treglio per l’addio all’assessore

Alle 9,30 i funerali di Franco Pasquini ucciso per sbaglio con una fucilata L’avvocato del cacciatore indagato: non si aspettava di trovarlo dove ha sparato

TREGLIO. È proclamato per oggi il lutto cittadino a Treglio, dove Franco Pasquini era assessore all’urbanistica e alle politiche agricole. Il funerale del sindacalista e dipendente della Sangritana, morto a 54 anni per un tragico incidente durante una battuta di caccia al cinghiale, viene celebrato questa mattina, alle 9,30, nella chiesa di Maria Santissima Assunta, nella piazza principale del comune. Per l’ultimo saluto è attesa tantissima gente, la stessa che ieri ha affollato l’obitorio dell’ospedale Renzetti per stringersi al dolore della moglie Maria Grazia e dei tre figli Dario, Luca e Fabio.

La tragedia di sabato è anche quella di Francesco Di Paolo, il pensionato di 71 anni che ha premuto il grilletto contro l’amico, convinto invece di puntare a un cinghiale, e che adesso si ritrova indagato per omicidio colposo. «È sconvolto, anche se all’esterno la sua è una reazione equilibrata», dice il suo avvocato, Giacomo Nicolucci. Dopo l’incidente Di Paolo si è assunto subito la responsabilità del ferimento, e quindi della morte di Pasquini. Ha collaborato con i carabinieri, che lo hanno portato nella caserma di via Del Verde, da dove poi è tornato a casa una volta formalizzata la denuncia. «Ha ammesso l’errore, incolpevole», spiega Nicolucci, «in una battuta di caccia a squadra, come quella di sabato scorso (vi partecipavano 13 cacciatori, ndc), ognuno ha il proprio compito e la propria posizione, detta posta. Franco Pasquini era il conduttore dei cani, il soggetto che si muove dietro gli animali lanciati contro i cinghiali».

Sembra che l’assessore, appassionato di caccia, sia uscito “dalle poste”, dalla propria posizione, senza avvisare i compagni via radio. «È uscito tra il bosco e la posta, fermandosi in una parte con la vegetazione incolta e dando l’impressione tipica del cinghiale che si muove nel bosco», continua l’avvocato di Di Paolo, «in più aveva il giubbetto ad alta visibilità slacciato. Il mio assistito ha visto una sagoma nera e ha sparato. Ha sentito l’urlo dell’amico e immediatamente si è accorto dell’errore. Non se l’aspettava, ha una certa esperienza sul comportamento dei cinghiali». A soccorrere Pasquini sono arrivati subito il capocaccia, più vicino, e lo stesso Di Paolo. Un solo proiettile ha colpito il dipendente della Sangritana, sparato dal fucile calibro 12 del pensionato che è stato sequestrato. Pasquini è spirato poco dopo. Il caso è seguito dal pm Ruggiero Dicuonzo.

Negli ultimi due anni è il secondo incidente mortale di caccia tra il Frentano e il Vastese. Nell’estate 2012 un agricoltore di Casalbordino uccise Gabriele Di Tullio, 54 anni, con un colpo di fucile dopo averlo scambiato per un cinghiale.

sabato 30 novembre 2013

Lanciano (Ch): muore colpito durante una battuta di caccia

Franco Pasquini, dipendente di Sangritana e rappresentante Cisl, aveva 55 anni

LANCIANO - Un sindacalista della Faisal-Cisl e dipendente della Sangritana, Franco Pasquini, 55 anni, di Lanciano, è morto nel corso di una battuta di caccia. Il tragico incidente è avvenuto nelle campagne lancianesi, colpito probabilmente per sbaglio da un altro cacciatore. Per il momento non si conoscono altri particolari sull'accaduto.




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Un tragico incidente provocato da un colpo partito dal fucile di uno degli amici con cui era uscito in mattinata per una battuta di caccia al cinghiale. E' morto così Franco Pasquini, 55 anni di Treglio, sindacalista della Faisa Cisal e dipendente della Sangritana, dove lavorava negli uffici del deposito dei pullman nella zona industriale di Lanciano. Il dramma si è consumato intorno all'ora di pranzo, in un bosco che si trova nella vallata tra contrada Torre Sansone di Lanciano e Sant'Apollinare, in una zona che ricade nel territorio comunale di Lanciano. Pasquini, cacciatore esperto, era insieme a un gruppo di cacciatori. Per cause che sono ancora in corso di accertamento da parte dei carabinieri, uno dei compagni ha sentito un rumore provenire dalla vegetazione. Non è chiaro se abbia sparato intenzionalmente, convinto di colpire un cinghiale, o se il proiettile sia partito accidentalmente. Il colpo ha colpito Franco Pasquini in pieno, uccidendolo. La Procura ha aperto un'inchiesta sulla sua morte, indagando un 70enne di Lanciano per l'ipotesi di reato di omicidio colposo. La salma, dopo al ricognizione cadaverica esterna, è stata trasferita all'obitorio dell'ospedale Renzetti. Non è stato ancora deciso se sarà eseguita l'autopsia. Franco Pasquini, lascia la moglie e 3 figli, Luca, Fabio e Dario.

venerdì 29 novembre 2013

Febbo al convegno su modello gestione faunistica e venatoria

(REGFLASH) Pescara, 26 nov. Il Piano Faunistico Venatorio Regionale (PFVR) vigente è ormai obsoleto e non più rispondente alle esigenze del territorio Abruzzese. Quest'anno, grazie al nuovo percorso gestionale intrapreso dall'assessore con delaga alla Caccia, Mauro Febbo, attraverso la riorganizzazione delle strutture dell'Assessorato, è stata avviato l'iter politico ed amministrativo per la predisposizione di un nuovo Piano Faunistico. In Abruzzo, sono diverse le criticità emerse in ragione di una "non corretta" gestione del patrimonio faunistico. Solo per il rimborso dei danni alle colture agricole - sostiene Febbo - nella regione Abruzzo si spendono ogni anno quasi due milioni di euro (tra aree protette e non) e gli incidenti stradali provocati dalla fauna selvatica sono sempre più in aumento. Per quanto riguarda le specie come l'orso e il lupo, le aree esterne ai parchi e alla ZPE del PNALM fungono da collegamento tra le varie zone protette e una gestione corretta di queste è molto importante per favorire l'espansione dei plantigradi verso nuovi areali oltre ad una corretta gestione delle popolazioni di lupo. A fronte di ciò, abbiamo sul territorio una frammentazione di competenze, nel campo della gestione faunistica, tra Parchi nazionali e regionali, Riserve, ambiti territoriali di caccia, Province e Regione che non permettono una corretta gestione dei progetti ed interventi sul territorio". Saranno questi i temi di un convegno, dal titolo "Caccia ed aree protette: quale futuro per l'Abruzzo", in programma domani, venerdì 29, presso la sala convegni del Centro agroalimentare di Villanova di Cepagatti, con inizio alle ore 9,00. "La funzione principale del PFVR spiega Febbo - sarà quella di predisporre criteri ed indirizzi per le pubbliche amministrazioni e gli ATC al fine di coordinare tutte le iniziative che riguardano la fauna selvatica, oltre a predisporre opportuni protocolli con gli Enti Parco per una gestione congiunta delle popolazioni di animali che non conoscono confini amministrativi. L´acquisizione di dati, anche ai fini della programmazione dei prelievi venatori, costituisce inoltre un presupposto indispensabile per una più corretta gestione faunistica. La modifica apportata alla 157/92 dalla L. 96/2010 'legge comunitaria 2009', rende ancora più urgente la predisposizione del nuovo PFVR. Il convegno in programma domani rappresenta quindi un momento di incontro e di confronto per un'analisi a livello nazionale sullo stato della gestione di specie di notevole interesse conservazionistico presenti nella Regione Abruzzo oltre che una fase di riflessione per organizzare al meglio i lavori del futuro PFVR". Alla giornata di lavoro, oltre all'assesore Febbo, parteciperanno, come relatori, le massime autorità scientifiche in campo internazionale.

(REGFLASH) (comun.segret.assess.) 13/11/28

Caccia: Febbo, vogliamo aprire una nuova fase

(REGFLASH) L'Aquila, 29 nov. - L'assessore alla Caccia, Mauro Febbo è intervenuto questa mattina all'apertura dei lavori del workshop sulla Caccia e aree protette: quale futuro per l'Abruzzo in programma a Villanova di Cepagatti. "Dopo le tante vicissitudini del passato, sono convinto che abbiamo finalmente imboccato la strada giusta in materia venatoria", ha esordito l'assessore aprendo i lavori del workshop. "Inizialmente eravamo partiti con l'Osservatori regionale che purtroppo è rimasto imbrigliato tra audizioni, commissioni e ostacoli vari. Poi è stata la volta del Piano faunistico regionale che rappresenta un atto doveroso per una regione come la nostra che vanta numerose aree protette e specie da difendere come l'orso e il lupo. Peculiarità che portano una serie di questioni importanti da affrontare insieme con determinazione e serenità. Mi riferisco ad esempio ai problemi, che accomunano numerose regioni italiane, legati alla consistente presenza di ungulati sul territorio. La direzione dell'assessorato sta portando avanti un attento lavoro e in questi mesi abbiamo aperto una fase di ascolto e confronto per portare che sdarà buoni risultati". L'appuntamento odierno è la conferma di questa apertura che può avvalersi di contributi importanti grazie alla presenza di relatori con altissima professionalità. "Vogliamo correggere se c'è da correggere qualcosa nelle nostre azioni - ha ribadito Febbo -. Quello che non accettiamo sono le critiche ingenerose da parte di chi polemizza senza neanche leggere i documenti. Nel portare avanti il nostro lavoro dobbiamo mettere insieme gli interessi della Regione, dei Parchi, degli Atc, delle Organizzazioni degli agricoltori per aprire una nuova e importante fase per il futuro dell'attività di gestione faunistica e venatoria. Il nostro atto - ha concluso l'assessore - sul Piano faunistico venatorio regionale andrà in Giunta per poi passare all'esame del Consiglio regionale". 

(REGHFLASH) US 131129

sabato 23 novembre 2013

Abruzzo: calendario venatorio inadempiente alla Direttiva Uccelli. Italia a rischio sanzioni

In Abruzzo, grazie al calendario venatorio, si possono tranquillamente uccidere, nella fase di migrazione prenuziale e riproduzione, uccelli selvatici come la Beccaccia, la Cesena e il Tordo bottaccio, in flagrante violazione del diritto nazionale e comunitario.

Sono solo alcune specie che stranamente è ancora possibile cacciare durante il ritorno, nel periodo di nidificazione e nelle fasi di riproduzione e dipendenza, in spregio alla legge e alla direttiva 79/409/CEE, oggi 147/2009, sulla conservazione degli uccelli selvatici. Di sciplina a tutela dell’avifauna, mai osservata nel Bel Paese! Preoccupa l’inottemperanza alla sentenza di condanna della Corte di Giustizia europea per il mancato adeguamento dei calendari venatori regionali alle modifiche normative introdotte nella L. 157/92, in particolare per quanto riguarda il divieto della pratica venatoria durante i periodi della migrazione prenuziale, della nidificazione, della riproduzione e della dipendenza dei piccoli dai genitori. Modifiche insufficienti a scongiurare il rischio sanzioni, nonostante la ratifica dell’art. 42 della legge Comunitaria 2009, per fermare la procedura d’infrazione ed evitare la sentenza di condanna per l’Italia. Infatti, il 15 luglio 2010 il Paese è stato condannato dalla Corte di giustizia europea nell’ambito di una pesante procedura d’infrazione n. 2131/2006, tuttora aperta, per le numerose e perduranti violazioni della direttiva sulla conservazione degli uccelli selvatici n. 147/2009. La modifica alla legge 157/92 di tutela della fauna e regolamentazione della caccia non risponde concretamente alle questioni in cui l’Europa ravvisa le violazioni al diritto comunitario perchè di fatto, in Italia, non cambia nulla. La procedura d’infrazione, mai sanata nell’applicazione a livello regionale, espone il Paese al rischio di forti sanzioni pecuniarie, a danno di tutti i cittadini.

Con la modifica all’art. 1 della legge 157/92 viene introdotto l’art. 1 bis: “Lo Stato, le regioni e le province autonome, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, adottano le misure necessarie per mantenere o adeguare le popolazioni di tutte le specie di uccelli di cui all’articolo 1 della direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, ad un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche, turistiche e culturali, tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative e facendo in modo che le misure adottate non provochino un deterioramento dello stato di conservazione degli uccelli e dei loro habitat, fatte salve le finalità di cui all’articolo 9, paragrafo 1, lettera a), della stessa direttiva”. In aggiunta all’art. 18 il comma 1 bis: ”L’esercizio venatorio è vietato, per ogni singola specie:

a) durante il ritorno al luogo di nidificazione;

b) durante il periodo della nidificazione e le fasi della riproduzione e della dipendenza degli uccelli.”

Appena dopo le modifiche varate dal Parlamento, l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), unico organismo scientifico nazionale di riferimento, redige e diffonde a tutte le regioni la Guida per la stesura dei calendari venatori ai sensi della legge n. 157/92, così come modificata dalla legge Comunitaria 2009, art. 42, documento d’indirizzo per la stesura dei calendari venatori che riportava i doverosi adeguamenti temporali per l’esercizio della caccia alle singole specie secondo le regole comunitarie, nonché la stringente indicazione dell’adozione di piani di gestione laddove se ne ravvisasse l’esigenza, sotto il profilo scientifico, anche sulla base dei dati di rilevanza europea. Purtroppo in Italia figurano ancora, nell’elenco di quelle cacciabili, 19 specie di avifauna che si trovano in una condizione critica e che sono classificate come SPEC2 e SPEC3 (rispettivamente specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa e che hanno uno status di conservazione sfavorevole nel continente e specie la cui popolazione non è concentrata in Europa, ma con uno status di conservazione sfavorevole). Nonostante sia ormai in corso la IV stagione venatoria (2013-2014), dalle modifiche legislative apportate nel 2010, i calendari emanati dalle Regioni risultano, infatti, largamente e generalmente inadempienti rispetto al dettato della direttiva “Uccelli”, come recepita dalla legge n. 157/92 novellata, nonché rispetto alla “Guida” curata dall’Ispra, né può essere ormai invocata la mancanza di informazione in proposito.

L’Europa segue con attenzione la politica sulla conservazione nel nostro Paese. In un suo recente documento, il Commissario europeo all’Ambiente,Janez Potocnik ha dichiarato che nell’ambito della suddetta procedura (di infrazione n.2131), “i miei servizi continuano a seguire la vicenda della trasposizione e dell’applicazione in Italia della direttiva Uccelli, in modo da garantire che le competenti Autorità italiane, sia a livello nazionale sia a livello regionale, diano piena esecuzione alla sentenza della Corte (di Giustizia)”.

A tal proposito le senatrici Loredana De Petris, Monica Cirinnà e Silvana Amati hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dell’Ambiente, lamentando il mancato rispetto, in Italia da parte delle Regioni, della direttiva 2009/147/CE sulla conservazione degli uccelli selvatici e chiedono ad Premier Enrico Letta e al ministro Andrea Orlando quali misure intendano adottare nei confronti delle Regioni che ancora oggi risultano consapevolmente inadempienti al diritto comunitario, con conseguente grave danno ambientale, discredito del nostro Paese ed esposizione a rilevanti sanzioni pecuniarie.

A titolo esemplificativo, la Lega per l’Abolizione della caccia diffonde l’elenco delle Regioni italiani che nei calendari venatori prevedono ancora la possibilità di cacciare specie di uccelli selvatici protette.

“Non avendo possibilità di fornire nel presente atto ispettivo tutte le violazioni contenute nelle deliberazioni regionali in materia e limitando l’esame ad alcune specie, si segnala che vengono attualmente uccisi nelle fasi di migrazione prenuziale, in flagrante violazione del diritto nazionale e comunitario: Alzavola nei calendari venatori delle regioni Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto, provincia di Trento; Codone nei calendari venatori di Basilicata, Calabra, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio Lombardia Marche Sardegna Toscana Umbria Veneto; Canapiglia nei calendari venatori di Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio Lombardia, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto, Provincia di Trento; Folaga nei calendari venatori di Basilicata, Lazio, Lombardia, Calabria, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto; Combattente nei calendari venatori di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Sardegna; Beccaccia nei calendari venatori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto; Cesena nei calendari venatori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto, provincia di Trento; Tordo bottaccio nei calendari venatori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto; Tordo sassello nei calendari venatori di Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria, Liguria, provincia di Trento”.
Maria Trozzi

sabato 9 novembre 2013

Oricola (AQ). Vanno a caccia di cinghiali e catturano delle sagome

Oricola- Vanno a caccia di cinghiali e sparano a delle sagome di animali. E’ accaduto a un gruppo di cacciatori all’alba di oggi nel Bosco di Sesera a Civita di Oricola. Nell’incontaminata macchia di faggi querce e castagni, durante la bella stagione, vi si svolgono attività sportive e ricreative ,mentre nel periodo autunnale, diventa un luogo adatto alla caccia oltre che alla raccolta di funghi quando si trovano. Un gruppo di arcieri provenienti dalla capitale, non molto tempo fa, vi aveva svolto una gara di tiro al bersaglio contro delle sagome in polistirolo di animali da cacciagione tipo lepri, fagiani, quaglie e cinghiali. Deve essere stata quest’ultima a trarre in inganno non solo i cani, ma anche la nutrita brigata di cacciatori, che convinti di avere acciuffato l’agognata preda ,si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano.

La mancata cattura del cinghiale è stata imputata agli arcieri che hanno abbandonato nel sottobosco i loro bersagli mobili. Fortunatamente si è trattato di animali finti e non di persone. ”Credevamo, dopo una faticosa battuta,” spiega uno dei cacciatori,” di aver messo alle strette il cinghiale insieme ai nostri cani e invece ci siamo trovati di fronte a degli animali finti. 

E’ stata veramente una grande beffa. Forse, il vero cinghiale si era rintanato tra le finte sagome dopo che ha sentito la nostra presenza e quella dei cani e quando ,finalmente, abbiamo fatto fuoco con i nostri fucili, si è alzata una enorme polvere di polistirolo. Che Fare? l’abbiamo presa a ridere. Grazie a Dio, che erano solo sagome e non uomini ”.

lunedì 4 novembre 2013

Febbo su ricorso al TAR presentato dall'Associazione Migratoristi Italiani

L'assessore alla Caccia, Mauro Febbo, annuncia che nei giorni scorsi e' stata depositata la sentenza sul ricorso presentato dall'Associazione venatoria regionale Migratoristi Italiani e altri, contro il calendario venatorio 2012-2013. Il Tar Abruzzo ha dichiarato il ricorso parzialmente inammissibile e per l'altra parte rigettato. L'associazione aveva fatto ricorso contro la Regione su alcune prescrizioni inserite nel calendario venatorio relativamente alla caccia al cinghiale, in particolare sull'assegnazione delle zone di caccia alle squadre che esercitano il prelievo venatorio di tale specie. Tali prescrizioni sono state consigliate alla Regione dai tecnici del tavolo ristretto che lavorano sull'Azione B1 del Piano d'Azione di tutela dell'orso marsicano.

"Il Tar - spiega Febbo - ha, tra l'altro, riconosciuto che la regolamentazione della caccia al cinghiale e' necessaria anche ai fini della prevenzione degli incidenti di caccia: questo e' un monito alle Province che ancora non adottano alcuna regolamentazione in merito". L'Assessore ricorda che il termine ultime per le Province per l'approvazione o l'adeguamento dei regolamenti per la caccia al cinghiale, in base a quanto previsto dagli indirizzi regionali, e' il 31.12.2013.

Nel mese di novembre sara' inoltre convocata una riunione con le Province, le Prefetture e le Organizzazioni professionali degli agricoltori, per far il punto sulla situazione dei danni alle colture agricole e per stabilire una strategia d'intervento per il prossimo anno. Anche per la Coturnice e' stata data risposta alla presidenza del Consiglio dei ministri sulle attivita' che la Regione ha messo in campo per la conservazione della specie. Nella nota della presidenza indirizzata al presidente della Regione, si comunica che una gestione non conforme al Piano d'azione nazionale per la specie portera' come conseguenza l'apertura di una procedura d'infrazione comunitaria verso la Regione Abruzzo.

Anche in questo caso grazie al percorso intrapreso dalla Regione, in collaborazione con la Provincia dell'Aquila, l'Ispra e il mondo venatorio, sulla gestione della specie, gli uffici della Direzione Agricoltura hanno fornito una risposta adeguata agli organismi competenti". "Intanto - ha aggiunto l'assessore - e' stato avviato l'iter per il Regolamento regionale sugli ungulati, in particolare cervo e capriolo, che rappresenta un punto di partenza importantissimo per la caccia e l'attivita' di selezione per i prossimi anni nella Regione Abruzzo".

"Il lavoro finale, che dovra' essere licenziato in breve tempo data la ristrettezza del periodo disponibile - aggiunge Febbo - sara' portato alla verifica in Commissione presso il Consiglio regionale e successivamente sottoposto all'approvazione del Consiglio stesso, al fine di divenire operativo per la prossima stagione". A fine novembre si svolgera', alla presenza del presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, un convegno scientifico al quale saranno invitati i massimi esperti nazionali ed internazionali sulla gestione della fauna al fine di discutere sul futuro della caccia in Abruzzo, anche rispetto al rapporto con le aree protette. Tale appuntamento rappresentera' una occasione importantissima di verifica dello stato dell'arte delle iniziative, dei progetti e degli interventi strategici gestionali in corso e soprattutto sara' un momento fondamentale di coordinamento di tutto il mondo venatorio abruzzese e di confronto con le componenti esterne ed i portatori di interesse".

mercoledì 30 ottobre 2013

Abruzzo: Febbo, all'avanguardia nella gestione faunistico-venatoria

(ASCA) - L'Aquila, 29 ott - Una riunione per la definizione del Regolamento regionale per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati in Abruzzo e' stata convocata dall'assessore alla Caccia della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, per domani, mercoledi' 30, alle ore 10:30, presso la sede della Provincia di Pescara. L'incontro, al quale sono stati invitati i componenti della Consulta regionale della Caccia e della Conferenza permanente degli A.T.C (Ambito Territoriale di Caccia), ha lo scopo, come spiega Febbo, ''di illustrare il documento predisposto dalla Direzione Politiche agricole e sottoposto alla valutazione dell'Ispra, per un proficuo lavoro di raccolta, scambio ed esame di suggerimenti e proposte''. Per l'Assessore ''una corretta gestione faunistico-venatoria degli ungulati e' finalizzata a garantire la conservazione delle specie, assicurando un equilibrato rapporto delle stesse con l'ambiente''. Il documento si compone di 21 articoli all'interno dei quali vengono trattate alcune problematiche legate a cinghiali, cervi e caprioli. Innanzitutto, per consentire il raggiungimento di densita' ottimali delle specie, attraverso la destinazione differenziata del territorio, la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio. ''Queste specie, se gestite correttamente - fa' notare Febbo - possono rappresentare una vera e propria risorsa economica.

L'attenzione viene rivolta, in particolare, alla riduzione dei danni alle colture agricole, alla opportunita' di commercializzare la carne degli animali abbattuti, nel pieno rispetto dei regolamenti comunitari''. Una migliore regolamentazione delle specie, anche sotto il profilo venatorio, permettera' un cospicuo introito economico per gli ATC e le 4 Province; tale introito sara' reinvestito in azione di prevenzione danni e monitoraggio delle specie.

''Questo documento - conclude Febbo - rappresenta la base di partenza per un confronto con tutti gli attori interessati e ci aspettiamo a breve di ricevere le eventuali osservazioni che saranno vagliate dai tecnici della Direzione, per poi iniziare l'iter amministrativo per l'approvazione''.

lunedì 21 ottobre 2013

Valle Santa Barbara (Ch), si torna a caccia

Ritirato il provvedimento di revoca della Provincia

CASTIGLIONE MESSER MARINO - Si torna a cacciare all'interno dell'azienda agrituristico-venatoria "Valle Santa Barbara" di Castiglione Messer Marino. 
"Da domani siamo pienamente operativi, - spiega Costantino Breda, tra i soci dell'azienda - torniamo in attività perché la revoca disposta dalla Provincia è stata ritirata".
Nelle scorse settimane la Provincia aveva revocato le autorizzazioni a svolgere qualsiasi tipo di attività venatoria sui terreni ricadenti all'interno dell'azienda, pare a causa di un ritardo nel pagamento del canone annuo. I soci di "Valle Santa Barbara" presentarono ricorso contro quel provvedimento, annunciando contestualmente azioni di rivalsa nei confronti della Provincia per i danni subiti.
Pare che quel ricorso sia stato accolto e da domani, ma solo perché oggi è venerdì dunque silenzio venatorio, le doppiette torneranno in azione.

lunedì 14 ottobre 2013

Scoperti bracconieri a caccia coi cani in aree protette. I cacciatori spesso “sconfinano” alla ricerca delle loro prede

Bloccati a quota 2.100 metri nel parco naturale Sirente-Velino. Cacciavano coturnici: rischiano 13mila euro di multa e arresto

CACCIA IN AREE PROTETTE: DUE BRACCONIERI A CACCIA DI COTURNICI FERMATI E DENUNCIATI DALLA FORESTALE . Sono stati bloccati e denunciati dal personale del Corpo Forestale dello Stato F.C., di 32 anni, e D.M., di 35 anni, residenti nel Lazio a Marino (Roma) e Latina, per aver effettuato attività di caccia vietata in aree protette, con l’ausilio di fucili calibro 12 e di due cani Setter da caccia. I bracconieri, cui è stata sequestrata l’arma, sono stati denunciati e deferiti all’Autorità Giudiziaria. Rischiano fino a sei mesi di arresto ed un’ammenda di 13.000 Euro. Sale così a cinque il numero di bracconieri sorpresi sul Monte Ocre, una delle aree più remote del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, caratterizzata da intatti habitat di alta quota e contemporaneamente molto prossima alla città dell’Aquila e alla zona contigua del Parco, ove la caccia è consentita.

IL PRECEDENTE LO SCORSO ANNO. Il personale dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità dell’Aquila del Corpo Forestale dello Stato, che gestisce la Foresta Demaniale Regionale “Acquazzese” per conto della Regione Abruzzo, aveva già sorpreso altri tre bracconieri lo scorso anno, proprio nella stessa area e nello stesso periodo, che coincide con quello di apertura della caccia alla coturnice. L’area del Monte Ocre, caratterizzata da praterie naturali e habitat rupestri a elevata biodiversità e valore ambientale in quanto ricche di specie animali e vegetali di particolare pregio, si trova al centro dell’areale di diffusione della coturnice (Alectoris graeca ssp. saxatilis), specie fortemente minacciata e protetta a livello europeo dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE. Tale entità, endemica degli Appennini Centrali, conta un totale di appena poche centinaia di individui: in questo contesto, le popolazioni del Massiccio del Velino (del quale l’area in questione costituisce la parte più settentrionale) sono tra quelle più importanti dell’intero areale di diffusione della specie, in quanto ne costituiscono il principale “serbatoio biologico”. La principale minaccia alla conservazione della specie è considerata proprio la pressione venatoria. In base al Calendario Venatorio 2013-2014 della Regione Abruzzo ed a quello dell’Amministrazione Provinciale dell’Aquila, la caccia a tale specie è consentita soltanto con modalità particolari e in limitatissime aree, la più prossima delle quali si trova a circa 3 chilometri a Sud-Ovest del punto di accertamento del reato.

LA PIANIFICAZIONE DEI CONTROLLI. L’Ufficio Territoriale per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato intensificherà le attività di controllo dell’area amministrata, per tutelare il prezioso patrimonio di biodiversità cui è preposto. Il territorio della Foresta Demaniale Regionale, esteso 435 ettari da 1.320 metri di quota alla cresta del Monte Ocre (m 2.209), è interamente compreso in quello del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino e in due aree della Rete europea Natura 2000 (il Sito di Interesse Comunitario n. IT7110206 “Monte Sirente e Monte Velino” e la Zona di Protezione Speciale n. IT7110130 “Sirente Velino”). Tra le attività svolte, la sistemazione di un sentiero-natura per l’escursionismo naturalistico e il monitoraggio della flora e della fauna. Nel solo 2013, sono state censite più di 300 specie vegetali, tra le quali alcune rarissime e minacciate, e più di 30 specie di uccelli. Ed è proprio nei pressi del sentiero-natura in corso di sistemazione, che il Vice Questore Aggiunto Forestale Bruno Petriccione, biologo, con altro personale del Corpo Forestale, ha bloccato i soggetti denunciati, a caccia proprio di quelle coturnici che costituiscono una delle specie più rare e minacciate della Foresta Demaniale e di tutto il Parco Regionale del Sirente-Velino. L’area in questione si trova a 500 metri dal confine del Parco, oltre il quale i cacciatori spesso “sconfinano” alla ricerca delle loro prede, trasformandosi a tutti gli effetti, dal punto di vista giuridico, in veri e propri bracconieri.

martedì 8 ottobre 2013

Castiglione Messer Marino. Caccia, l’azienda Valle Santa Barbara: Chiederemo i danni alla Provincia

Attività venatoria: l’azienda Valle Santa Barbara impugna la revoca delle autorizzazioni e chiede i danni alla Provincia.Nuovo capitolo della querelle in corso tra l’azienza di Castiglione Messer Marino e la Provincia di Chieti. Nelle scorse settimane l’ente chietino ha revocato le autorizzazioni alla caccia all’interno dei territori gestiti dall’azienda. Alla base del provvedimento il ritardo nel pagamento della tassa di concessione regionale.”Ci saremmo aspettati al massimo una sanzione, non certo la revoca delle autorizzazioni all’attività venatoria. – commenta, amareggiato, Costantino Breda, uno dei soci della nuova gestione aziendale – Abbiamo già prodotto ricorso contro la revoca disposta dalla Provincia e siamo pronti a ricorrere anche al Tar. Non c’è stato un mancato pagamento della quota, forse, ma è ancora da dimostrare, solo un ritardo e ciò, se fosse vero, non giustificherebbe la revoca delle autorizzazioni. Avrebbero potuto darci uno stop di un mese o elevare nei nostri confronti una sanzione, invece, inspiegabilmente, hanno preferito revocarci tutte le autorizzazioni”.Costantino Breda non vuole sbilanciarsi in giudizi affrettati, ma alla nostra esplicita domanda, ha ammesso che probabilmente sulla decisione della Provincia hanno pesato le pressioni derivanti sia da parte del mondo politico che da quello delle associazioni venatorie.E dopo aver comunicato il ricorso, in tutte le sedi, contro la revoca autorizzativa, Breva va oltre, annunciando azioni di rivalsa nei confronti dell’ente chietino: “La revoca disposta dalla Provincia ci ha danneggiato sin nell’immediato. Abbiamo avuto un mancato lucro, perché abbiamo perso alcune iscrizioni da parte di cacciatori e di intere squadre interessate a praticare la caccia sui nostri magnifici territori. Possiamo stimare, al momento e solo in queste prime settimane, cifre di qualche decina di migliaia di euro, comunque è un danno che calcoleranno con precisione i nostri legali e di cui chiederemo conto direttamente alla Provincia”.

sabato 28 settembre 2013

Chieti. Cinghiali: il Pd si astiene sul programma triennale


Chieti, 27 settembre 2013 - Un piano affrettato nella sua predisposizione che risponde solo alla non più rinviabile esigenza di mettere una pezza a colori ad una situazione resasi insostenibile a causa di quattro lunghi anni di assoluto immobilismo che ha fatto della provincia di Chieti la maglia nera dell’intero Abruzzo a non aver preso alcuna iniziativa per contrastare l’elevato numero di cinghiali nel territorio. Il parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), allegata alla proposta di deliberazione, pur autorevole per la fonte scientifica che l’ha espressa, non ha risolto la necessità di calare un piano decisamente più confacente le necessità e le caratteristiche del nostro territorio. Questa è stata la ragione principale per la quale abbiamo presentato un emendamento al testo della delibera consiliare, bocciato dalla maggioranza, che fissava un attenta verifica di merito dopo il primo anno di applicazione proprio allo scopo di adeguare il piano alle probabili inefficienze che paleserà.

Il nostro voto di astensione è stato motivato in Consiglio e si riassume per le seguenti principali ragioni:

- è stata fatta una concertazione con i portatori d’interesse (associazioni agricole, venatorie ed ambientaliste, Ambiti Territoriali di Caccia) veloce, contraddittoria e senza alcuno spazio a recepire le pur tante sollecitazioni e suggerimenti sono pervenuti;

- non si prodotto un coinvolgimento dei rappresentanti dell’ area adibita a Parco Nazionale della Maiella dove s’annida un alto numero di cinghiali assolutamente non cacciabili;

- un piano che esclude a priori qualsiasi coinvolgimento delle squadre di cinghiali censiti presso la Provincia che però ben conoscono il territorio. La caccia fuori del periodo della stagione prevista dal calendario venatorio è riservata solo ai selecontrollori;

- non è prevista nessuna forma concertativa per combattere seriamente il vergognoso fenomeno del bracconaggio sempre prospero e presente sull’intero territorio;

- - non c’ traccia formale di alcun impegno degli A.T.C. per impegnare risorse finanziarie proprie allo scopo d’incentivare la creazione di aree agricole con “colture a perdere”.

Il pericolo che il piano fallisca è reale e concreto. La fretta risponde solo all’esigenza di “mettersi la medaglietta” di aver fatto qualcosa di fronte alla pubblica opinione ma il rischio che si butti solo negli occhi esiste veramente. Ancora una volta, quest’amministrazione provinciale di centro – destra a guida UdC, corre il pericolo di fare come la famosa gatta che fece i figli ciechi!!!

A cura di Camillo D’Amico, capogruppo P.D. provincia di Chieti

Chieti. Approvato il programma triennale di gestione dei cinghiali

E’ stata approvato ieri, nel corso del Consiglio provinciale, l’intervento programmatico per la gestione del cinghiale messo a punto dalla Provincia di Chieti per affrontare in modo definitivo e determinato la presenza massiccia di questa specie sul territorio, situazione che ha raggiunto livelli allarmanti, causando gravi problemi alle colture e agli allevamenti locali e un crescente numero di sinistri lungo tutte le strade.Ad annunciarlo è il Consigliere provinciale nonchè Presidente della Commissione Agricoltura, Franco Moroni: “La maggioranza è stata assolutamente compatta e ha votato il programma triennale di prelievo consapevole della necessità di garantire una soluzione concreta ed immediata al proliferare incontrollato dei cinghiali, i quali, oltre a creare danni importanti ai nostri agricoltori rappresentano un pericolo per la pubblica incolumità – ed aggiunge – Dall’opposizione mi aspettavo una maggiore condivisione, invece, al momento del voto i più hanno preferito assentarsi sottraendosi dalla responsabilità di adottare un programma che ha ricevuto, tra l’altro, il parere favorevole dell’ISPRA ”.Nel contempo, il Presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, ha dato disposizione al Comandante della Polizia Provinciale di provvedere all’esecuzione delle azioni contenute nell’ambito del programma di gestione in tutte le sue fasi, monitorandone la corretta applicazione. Il Presidente Di Giuseppantonio dichiara: “Spero si sopiscano le polemiche sollevate intorno al problema dei cinghiali. La Provincia si è impegnata nella redazione di due piani di prelievo, uno in emergenza e l’altro di programmazione, imbattendosi in normative farraginose. Da oggi, questa è la cosa davvero importante, la prevenzione dei danni da cinghiale entra nella fase di attuazione vera e propria ed è vincolante durante tutto l’anno: una scelta obbligata che accomuna molte Province italiane in cui la presenza dei cinghiali non è più sostenibile. Un atto di responsabilità nei confronti della cittadinanza e della categoria degli agricoltori ormai esasperati, i quali ci hanno richiesto a più voci di intervenire”.

mercoledì 25 settembre 2013

Chieti. Cinghiali: piano triennale da verificare

Chieti, 25 settembre 2013 - Il Consiglio Provinciale si riunirà, in seconda convocazione, il 26 Settembre p.v. e già la maggioranza di Centro – Destra a guida UdC dà per approvato il piano “triennale” di contenimento del cinghiale. Nel frattempo è convocata la commissione consiliare “Agricoltura, Caccia e Pesca” che dovrà audire le organizzazioni agricole e le associazioni ambientaliste prima della successiva discussione ed approvazione, sempre eventuale, in Consiglio Provinciale. 

Dare per scontato che già tutto è stato approvato rappresenta una dubbia prova di coraggio rispetto al fatto che, la prima seduta consiliare, è saltata per mancanza di numero legale non certo imputabile all’assenza dei consiglieri di Centro – Sinistra presenti nella loro quasi totalità!!!

Probabilmente, la fretta di dare un annuncio “choc” ai cittadini in attesa di qualche segnale concreto, è stata tanto forte da far apparire una decisione ancora d’assumere come già fatta pur di coprire un ritardo incolmabile rispetto a scelte che vedono la provincia di Chieti maglia nera nell’intera regione Abruzzo!!!

La provincia di Chieti per ben quattro lunghi ed interminabili anni non ha fatto nulla sul problema dei cinghiali favorendone il considerevole aumento di numero sull’intero territorio, dei danni prodotti alle produzioni agricole ed alle autovetture e rendendosi complice del vergognoso fenomeno del bracconaggio che, di fatto, ha reso la caccia possibile per l’intero anno solare!!!

Le ragioni sono storiche e note: il dazio elettorale da pagare a quella parte del mondo venatorio che li ha sostenuti alle elezioni regionali del 2008 e provinciali del 2009 ben rappresentato dal consigliere delegato Giovanni Staniscia impermeabile ad ogni suggerimento e/o sollecitazione sia pervenuto da altro mondo cui non è legato.

Nel merito dei contenuti del piano “triennale” faremo conoscere le nostre valutazioni solo dopo le audizioni, la discussione in aula ed alla sua, eventuale, approvazione.

Abbiamo sin qui apprezzato il positivo parere complessivo espresso dall’ISPRA ma non possiamo sottacere che la caccia al cinghiale si farà per l’intero anno certo in maniera controllata ma solo con cacciatori che abbiano particolari attitudini (seleconcontrollo); lamentiamo la totale esclusione di tutti gli altri che, pur facendo parte di squadre censite, siano esclusi dall’azione di contenimento di un territorio che conoscono alla perfezione.

La tristezza è che abbiano perso quattro lunghi anni senza fare niente pur avendo bloccato un piano programmato e condiviso redatto dal Centro – Sinistra cui avevano assunto l’impegno di proporne un altro entro un mese!!!

Non vorremmo che la fase “B” del piano non risulti solo fumo negli occhi per la pubblica opinione, come già avvenuto la parte “A” di natura emergenziale, non avviata tempestivamente perché il personale interno addetto, nel frattempo, prese le ferie!!! 

martedì 24 settembre 2013

Chieti. Emergenza cinghiali, la Provincia si copre di ridicolo

Il delegato alla Caccia, Staniscia, annuncia un programma triennale di prelievi. Intanto il selecontrollo non è mai partito

Emergenza cinghiali: la farsa continua. La Provincia di Chieti annuncia, mediante il solito pomposo comunicato stampa, che ha redatto il programma triennale di gestione dei cinghiali. "La prevenzione dei danni all’agricoltura entra nella fase B", è il proclama degli amministratori provinciali, peccato che la cosiddetta fase A, quella di emergenza che sarebbe dovuta partire in agosto mediante selecontrollo, è rimasta lettera morta, deliberatamente dimenticata o meglio insabbiata.

Sono in corso in questi giorni, spiegano dall'ente chietino, le ultime interlocuzioni con i portatori di interesse coinvolti nella definizione del programma triennale di gestione della popolazione dei cinghiali redatto dalla provincia di Chieti e che verrà approvato nel corso del Consiglio provinciale del prossimo 26 settembre, perfettamente in linea con la tempistica stabilita dall’Ente per l’adozione degli interventi che la legge regionale prevede in materia.

Parlare di tempistica, in questo caso, vista la farsa del selecontrollo, è davvero un'offesa all'intellegenza dei cittadini.

“Stiamo ultimando le audizioni con le associazioni venatorie, le ATC, le associazioni ambientaliste e degli agricoltori. Abbiamo affrontato il problema cinghiali secondo le direttive ben precise, impartite con rigore dal Presidente Di Giuseppantonio. La fase programmatica, detta fase B è pronta, appena approvata in Consiglio diventerà efficace e concretamente risolutiva per la particolare situazione creatasi nella provincia di Chieti a causa della diffusione territoriale del cinghiale in aree intensamente sfruttate dal punto di vista agricolo e talora in aree residenziali - dichiara il Presidente della Commissione Agricoltura Franco Moroni - L’ISPRA (Istituto Superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale) ha espresso parere favorevole sul piano redatto dalla provincia di Chieti, avallando il buon lavoro svolto dal Servizio Caccia e Pesca”.

Il delegato alla Caccia, il consigliere Giovanni Staniscia: “Si entra nella fase di attuazione del programma triennale di prelievo dei cinghiali come soluzione a lungo termine e sotto il coordinamento della Polizia provinciale. Si applica nelle zone vietate alla caccia ed è vincolante durante tutto l’anno. D’altronde il proliferare incontrollato dei cinghiali è un problema serio che pesa sulle casse dell’ente con le tante richieste di risarcimento dei danni alle colture e agli allevamenti. La regione trasferisce annualmente fondi che la provincia deve ripartire tra gli agricoltori: ad esempio nel 2011 a fronte di 452 mila euro di danni quantificati abbiamo ricevuto 121 mila euro di fondi, nel 2012 è andata meglio e abbiamo ricevuto 230 mila euro su 370 mila di danni, in quanto ci siamo fatti carico di richiedere integrazioni aggiuntive. Per i sinistri denunciati sulle strade provinciali, che nel 2012 hanno raggiunto le 77 istanze, non riceviamo risorse”.

Si dice soddisfatto anche il Presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio: “La prevenzione dai danni derivanti dai cinghiali è indispensabile in un momento in cui si fa difficoltà a far fronte alle spese ordinarie, basta affrontarla nell’ambito di una gestione della fauna selvatica che mira all’equilibrio con le tipiche attività agricole e pastorali che caratterizzano il nostro territorio. Per i nostri agricoltori si prospettano le condizioni per arginare seriamente i danni da cinghiali”.

Se la fase B, il programma di prelievo triennale "diventerà efficace e concretamente risolutiva" come la fase A, i cinghiali possono dormire sonni tranquilli.

sabato 21 settembre 2013

L'Aquila. Volpe scuoiata viva e poi uccisa per portarle via la coda, è caccia ai mostri

Volpe uccisa e scuoiiata
Sante Marie. Volpe uccisa e scuoiata per prelevare la coda. Il mostruoso atto di violenza nei confronti di un bellissimo esemplare è avvenuto lungo la strada provinciale che collega Poggetello di Tagliacozzo e il Comune di Sante Marie. Probabilmente la volpe è stata investita, poi qualcuno è sceso dall’auto e ha iniziato l’operazione di prelevamento della coda che è stato messo in atto quando l’animale non era ancora morto, forse in fin di vita, ma ancora vivo. La volpe è stata privata della coda, scuoiata forse per farvi un cimelio o un portachiavi, oppure un oggetto ornamentale da attaccare allo specchietto retrovisore della macchina. L’episodio ha suscitato sdegno e orrore tra la popolazione e tra gli automobilisti che passando hanno notato il raccapricciante spettacolo. Ora è scattata la caccia all’uomo.








giovedì 19 settembre 2013

Vasto. Azienda agrituristico-venatoria "Valle Santa Barbara", revocate le autorizzazioni

CASTIGLIONE MESSER MARINO - Doccia fredda, anzi gelata, per i gestori dell'azienda agrituristico-venatoria "Valle Santa Barbara" di Castiglione Messer Marino.

La Provincia, con un provvedimento firmato dall'ingegner Giancarlo Moca, dirigente del settimo settore, ha revoca l'autorizzazione all'esercizio delle attività venatorie all'interno dell'azienda, anche nelle zone di addestramento cani ricadenti all'interno del perimetro dell'azienda stessa.

Sul documento a firma di Moca, datato 19 settembre, non si fa alcun riferimento alle motivazioni che hanno determinato la revoca delle autorizzazioni. Nel recente passato la nuova gestione dell'azienda è stata al centro delle polemiche per via, pare, di un'errata tabellazione che comportò, di fatto, un'estensione del territorio ricadente all'interno del perimetro dell'azienda. Tradotto significa meno territorio libero per i cacciatori. Dalle prime indiscrezioni circolate sembra che sulla decisione dei dirigenti della Provincia abbiano pesato i numerosi esposti presentati da associazioni venatorie e singoli cacciatori relativi a presunti abusi, tutti ovviamente da verificare, come ad esempio l'attività di prelievo del cinghiale da altana previa pasturazione. E sempre secondo le prime voci circolate pare ci siano stati dei ritardi nel pagamento delle concessioni dovute.

Con molta probabilità i gestori della riserva opporranno ricorso alla revoca autorizzativa, ad oggi però, stando così le cose, tutti i territori dell'azienda venatoria di Castiglione tornano nella disponibilità dell'Atc e dunque sono di libero accesso a tutti i cacciatori.

Un provvedimento, quello appena varato dalla Provincia, salutato con soddisfazione da molti cacciatori di zona. Nei mesi scorsi alcuni appassionati dell'attività venatoria residenti nei centri dell'Alto Vastese raccolsero anche numerose firme contro l'anomala tabellazione operata dai nuovi gestori dell'azienda. 

mercoledì 18 settembre 2013

ATC Avezzano: posticipata l'apertura della caccia alla lepre al 02 ottobre

Avezzano lì, 13/09/2013

PROT. N° 220/2013

COMUNICATO STAMPA

Il Presidente dell’A.T.C. “Avezzano” comunica a tutti gli interessati che la Provincia dell’Aquila, su richiesta motivata dello stesso ATC, ha posticipato l’esercizio dell’attività venatoria alla lepre al 02/10/2013 sull’intero territorio dell’ATC.

In particolare si sottolinea il divieto di caccia alla lepre dal 15.09 al 02.10 per i cacciatori iscritti all’ATC Avezzano, negli AA. TT. CC. regionali in cui la caccia a detta specie è consentita dal 15 settembre p.v..

La disposizione di cui sopra è stata pubblicata sul Calendario Venatorio Provinciale.

Distinti saluti.
Con gentile richiesta di pubblicazione.
Si ringrazia.

AMBITO TERRITORIALE DI CACCIA
A.T.C. AVEZZANO

martedì 17 settembre 2013

Caccia, D'Amico: Per la Provincia di Chieti le lepri partoriscono solo nel Vastese

Dal capogruppo del Pd in Consiglio provinciale, Camillo D'Amico (in basso al centro nella foto, ndr), riceviamo e pubblichiamo.


Scorrendo i contenuti della delibera della Giunta Provinciale n. 235 del 6 Settembre verrebbe da pensare che nei comuni ricadenti nell’Ambito Territoriale di Caccia (A.T.C.) “Vastese” le lepri partoriscono in questo periodo mentre altrove abortiscono o non sono fertili.
Questo emerge perché, nel Vastese, la caccia è stata posticipata al 2 Ottobre p.v., in luogo del 15 Settembre come previsto dal calendario venatorio regionale, mentre nell’A.T.C. “Chietino – Lancianese” non c’è stata medesima decisione.
Tutto questo nonostante il territorio, dal punto di vista venatorio, è fortemente omogeneo.
La norma vigente consente ai Comitati di Gestione degli A.T.C. di avanzare richieste di anticipo e/o posticipo dell’apertura e chiusura della caccia per determinate specie di selvaggina.
Le richieste debbono essere motivate.
La Provincia non può, né deve, subire passivamente senza gli adeguati approfondimenti ed assumere il parere della Consulta della Caccia che rappresenta l’organo tecnico e rappresentativo di tutti i portatori d’interresse del mondo venatorio, agricolo ed ambientalista.
Nel caso della delibera di giunta che ha posticipato l’apertura della caccia alla lepre nel Vastese al 2/10/2013 questo non è avvenuto.
E’ una decisione parziale ed arbitraria che obbedisce alla logica politica adottata in questi anni dal Centro Destra a guida Udc in provincia di Chieti di silente e supina ubbidienza ai prepotenti voleri del Consigliere delegato alla caccia, Giovanni Staniscia, che rappresenta il “deus ex machina” di tutto il mondo venatorio provinciale.
La provincia, ai sensi dei contenuti della L.R. 10/2004, ha poteri di sorveglianza, indirizzo e controllo in materia venatoria non di sudditanza e silente ubbidienza.
Per conoscere motivi e ragioni di questa scelta scellerata ho presentato una puntuale e specifica interrogazione consiliare alla quale troverò risposta in aula al primo Consiglio Provinciale utile.

DI SEGUITO IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE D'AMICO.

Oggetto: INTERROGAZIONE CONSILIARE CON RICHIESTA DI RISPOSTA IN AULA SUL TEMA “POSTICIPO APERTURA CACCIA ALLA LEPRE AL 2/10/2013 – A.T.C. VASTESE”;

Il sottoscritto Consigliere Provinciale

C O N S I D E R A T O che

- con delibera di Giunta n. 235 del 6/9/2013 si è posticipata l’apertura della caccia alla lepre al 2/10/2013 su formale richiesta avanzata dall’Ambito Territoriale di Caccia (A.T.C.) del Vastese;
- ai sensi dei contenuti della L.R. 10/2004 e s.m.i. nonché del calendario venatorio 20013/2014 è delegata alle Province la possibilità di anticipare e/o posticipare, su motivate ragioni, l’apertura della caccia a specifiche specie di selvaggina;
- le ragioni addotte dall’A.T.C. Vastese sono ragionevoli e condivisibili per posticipare l’apertura della caccia alla lepre anche se non suffragate da evidenti e sostenibili questioni scientifiche
A C C L A R A T O che

- la Provincia in materia di caccia esercita una funzione di vigilanza, controllo ed indirizzo;
- la decisione assunta dall’On. Giunta Provinciale è fortemente e visibilmente parziale alla luce del fatto che, solo una parte del territorio (A.T.C. Vastese), è interessato al posticipo dell’apertura della caccia alla lepre pur risultando lo stesso fortemente omogeneo;
- la decisione appare di supina “ubbidienza” alle volontà di terzi che tradisce lo spirito della norma vigente e dell’autorevolezza in capo all’organo di governo;
- la determinazione non è stata suffragata da alcun supporto tecnico della Consulta Provinciale della Caccia;
- la scelta effettuata allarga, di fatto, il periodo della caccia alla lepre di 20 giorni in ragione del fatto della possibilità, concessa dalla norma ai cacciatori, di poter cacciare in entrambi gli A.T.C., su specifica domanda, contravvenendo alle principali ragioni contenute in delibera oggetto del posticipo di apertura nell’ambito Vastese;

in ragione di tutto ciò Interroga la SV I.llma ai fini di conoscere e sapere quanto segue:
- per quale ragione si è adempiuto alla sola richiesta avanzata dall’A.T.C. Vastese;
- per quale motivo medesima decisione non si è prodotta anche per l’omologo A.T.C. Chietino – Lancianese in ragione dell’assoluta omogeneità del territorio;
- se non ritiene, anche tardivamente, di estendere medesima decisione all’A.T.C. Chietino – Lancianese.

Chieti 17/9/2012

lunedì 16 settembre 2013

Pescara, uccise 17 tortore (protette): controllati 150 cacciatori

PESCARA. Nel corso di un servizio di controllo del territorio, effettuato ieri dalla polizia provinciale di Pescara e dalle Guardie Ecologiche Volontarie, in occasione della giornata di apertura della caccia, sono stati identificati 150 cacciatori.
Inoltre e' stato eseguito un sequestro di munizioni abbandonate e tortore abbattute. Il rinvenimento e' avvenuto in localita' Colle Carpini di Loreto Aprutino, in un campo di girasoli.

Le Guardie ecologiche volontarie hanno trovato due cinturoni abbandonati pieni di cartucce (erano 37 munizioni, di calibro 12) e 17 carcasse di tortore dal collare (Streptopelia Decaocto), magnifico esemplare di volatile protetto. Il medico veterinario ha riscontrato l'abbattimento delle tortore per ferite da pallini da caccia per cui si e' proceduto al sequestro ed e' stata inoltrata una comunicazione di reato a carico di ignoti alla Procura della Repubblica di Pescara per abbandono di munizioni e caccia vietata alla specie protetta. «Chi ha ucciso questi volatili», commenta il comandante della polizia provinciale Giulio Honorati, «non e' un cacciatore. I veri cacciatori, che amano e rispettano l'ambiente, osservano le norme e assicurano collaborazione a noi e alle Guardie ecologiche Volontarie, anche segnalando illeciti in materia venatoria» . Il servizio, andato avanti dalle 5 alle 14, ha visto la partecipazione di quattro pattuglie della polizia provinciale, dirette dal comandante Honorati, e tre squadre delle Guardie Ecologiche Volontarie, coordinate da Liliana Febo.

domenica 15 settembre 2013

Calendario venatorio Abruzzo. Le Associazioni non hanno ritirato nessun ricorso. "Febbo non ci capisce niente. E ancora i cacciatori ci cascano, come sempre".

CALENDARIO VENATORIO ABRUZZO, correttamente informiamo che le Associazioni ambientaliste ricorrenti NON HANNO RITIRATO IL RICORSO AL TAR.

L'assessore regionale alla caccia Febbo ha voluto prendersi meriti che non ha, facendo passare come una vittoria il ritiro della richiesta di sospensiva come si legge dai comunicati della Regione.

E ancora i cacciatori ci cascano, come sempre.

E' quindi necessario chiarire come stanno le cose: il calendario venatorio dell'Abruzzo (delibera n. 561 del 29\7\13) presentava delle criticità che andavano impugnate al Tar nel rispetto delle norme vigenti in materia di caccia. Prime tra queste, la preapertura al merlo l'1, il 2 e il 15 settembre in spregio a quanto disposto dall'Ispra, le cui indicazioni devono essere considerate nella redazione dei calendari.

Questo non è avvenuto e, a fronte del ricorso al Tar congiunto dell'Associazione Vittime della caccia, della LAC e di Heart, col quale si chiedeva la sospensiva cautelare del calendario per il merlo in pre-apertura, la Regione ha modificato il calendario conformandolo finalmente al parere ISPRA.

Daniela Casprini, presidente dell'Associazione Vittime della caccia dichiara: "Pertanto, venuta meno la ragione della richiesta di sospensiva cautelare per la preapertura, rimangono in piedi gli altri motivi fondanti del ricorso che abbiamo avanzato. La data della discussione è ancora da fissare ma per i cacciatori abruzzesi la prospettiva non è certo rosea, come non lo è per l'assessore Febbo che ha legittimato un calendario venatorio senza tenere conto dell'istruttoria necessaria su cui si fonda obbligatoriamente ogni calendario venatorio conforme alle norme vigenti, dimostrando, contrariamente a quanto diramato col suo vittorioso comunicato stampa, che di calendari venatori non ci capisce niente, che anzi è bene che non se ne occupi e che dovrà dare parecchie spiegazioni ai suoi elettori cacciatori. L'era degli amministratori incompetenti deve finire, non possiamo sempre rincorrere le loro malefatte." conclude la presidente dell'Associazione vittime della caccia. 

Comunicato stampa Associazione Vittime della caccia, 14.09.2013