lunedì 8 aprile 2013

Caccia alla volpe. La Provincia di Teramo replica alle obiezioni mosse dal WWF e dagli animalisti

In replica alle obiezioni mosse dal WWF e dagli animalisti al Piano di contenimento della volpe, gli uffici tecnici del settore fanno presente che: “L’art. 44 della Legge Regionale sulla protezione della fauna e sulla caccia - L.R. 28 gennaio 2004, n° 10 - affida alle Province il compito di autorizzare specifici piani di contenimento di tali specie. In particolare la norma prevede che le Province possono autorizzare piani di abbattimento d’intesa con gli ATC; piani che nelle zone vietate alla caccia viene esercitato sentito l’ISPRA mentre questo parere non è contemplato nei territori di caccia libera ed è questo il caso del Piano autorizzato dalla Giunta.

Nel caso della volpe gli autori ed i tecnici la indicano come una specie in grado di influire negativamente sugli incrementi riproduttivi delle specie di piccola selvaggina quali lepri, fagiani e starne principalmente, oltreche insidiare costantemente pollai, strutture zootecniche, ecc.. Si tratta di catturare o abbattere, un numero ben circoscritto di capi, spesso distinguendo anche la classe d’età e di sesso, con metodologie controllate ed alla presenza di Guardiacaccia. In alcuni casi, ed è quello delle volpi e dei cinghiali, le tecniche utilizzate coincidono con quelle dell’attività venatoria, ma questo non vuol dire si tratti di caccia liberalizzata. Nella fattispecie specifica, il Piano è stato redatto dagli Ambiti Territoriali di Caccia Salinello e Vomano seguendo le indicazioni della legislazione regionale e sulla base della relazione tecnica di un agronomo”.

A questo proposito l’assessore all’attività venatoria, Giuseppe Antonio Di Michele, dichiara: “Il piano ha la durata di appena 15 giorni, anche se le operazioni si concentrano in 6 in quanto la sua attuazione è affidata a forze volontarie, e si concluderà domenica 14 aprile.. Le metodologie utilizzate sono le medesime che l’ente adotta nei propri territori di competenza da circa 15 anni; al termine gli ATC consegneranno alla Provincia una relazione conclusiva con tutti i verbali redatti dagli operatori per l’elaborazione dei dati statistici”.

La Provincia di Teramo, spiega il settore Caccia e Pesca dell’ente, attua dall’anno 1998 il controllo di diverse specie faunistiche “emergenti”, quali cinghiali, volpi, corvidi, ecc., che, proprio nello spirito della citata norma, provocano un impatto più o meno significativo sulle attività umane, sulla viabilità o sulle altre specie faunistiche. Un esempio per tutti è quello del cinghiale, specie che causa una vera e propria emergenza per la consistenza dei danni provocati alle colture agricole ed alla viabilità stradale. Per questa specia, proprio attraverso i Piani di contenimento, la Provincia ha ottenuto una significativa diminuzione dei danni alle colture agricole, risultato ancor importante visto che l’importo annuo erogato dagli Provincia e Regione a rimborso dei danni - che per il 2012 a Teramo si è attestato sui 260.000 euro - è destinato a ridursi drasticamente per il taglio delle risorse a disposizione.

I risultati di tali contenimenti, ricorda il Settore, sono costantemente monitorati dal Servizio Caccia Pesca Micologia con il supporto dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e dimostrano come tali abbattimenti raggiungono gli obiettivi prefissati, ovvero favoriscono gli incrementi riproduttivi della piccola selvaggina attraverso un riequilibrio delle densità delle popolazioni di volpe all’interno degli Istituti di tutela. 

 Teramo 8 aprile 2013

venerdì 5 aprile 2013

Autorizzate a Teramo le braccate alla volpe. Il WWF: «Iniziativa incivile e illegittima».

COMUNICATO STAMPA DEL 05 APRILE 2013 


Squadre composte da tantissimi cacciatori libere di sparare in piena stagione riproduttiva. Nessuna valutazione di incidenza né pareri dell’ISPRA. 

TERAMO – Con una delibera di Giunta del 26 marzo, la Provincia di Teramo ha autorizzato, su tutto il territorio provinciale, squadre con fino a 30 cacciatori che con il metodo della braccata potranno abbattere le volpi che in questo periodo allevano la propria prole. Una scelta incivile, sostanzialmente inutile e illegittima. Tra l’altro l’autorizzazione non è stata preceduta dalla valutazione di incidenza, indispensabile visto che la volpe è una specie preda dell’aquila reale. Non c’è stata inoltre, né poteva esserci alcuna approvazione da parte dell’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che, per legge, è l’unico ente scientifico autorizzato a rilasciare pareri alle amministrazioni locali in merito alle scelte di gestione faunistica. 

Il WWF ha sentito i dirigenti dell’ISPRA che confermano come in questi casi le amministrazioni provinciali non vengano mai autorizzate ad effettuare la caccia alla volpe in territorio libero (ossia in aree non sottoposte a gestione venatoria programmata) in braccata, vale a dire con orde di cacciatori che circondano vaste porzioni di territorio spaventando tutto quello che incontrano e con il rischio di abbattere accidentalmente altre specie animali e arrecando comunque un notevole disturbo proprio in un periodo particolarmente delicato qual è quello riproduttivo. 

Dichiara Luciano di Tizio, presidente del WWF Abruzzo: «Si tratta di una scelta deprecabile non solo per il danno che viene arrecato alle altre specie animali, ma anche perché simili interventi vengono spacciati per “riequilibri degli ecosistemi naturali” quando invece hanno il solo obiettivo di favorire l’espansione di altre specie di interesse venatorio come lepri e fagiani, artificialmente reintrodotti in natura e artificialmente tutelati perseguitando il loro predatore naturale. La volpe tra l’altro preda grandi quantità di roditori ed è per questo utile all’agricoltura e persino alla sanità umana. L’interesse venatorio nel Teramano viene tuttavia privilegiato a danno di quello della collettività tutta, alla quale viene comunque sottratto un ecosistema sano ed equilibrato». 

Il WWF ha inviato un esposto al Corpo Forestale dello Stato chiedendo di verificare eventuali responsabilità nella infelice scelta operata dall’ente locale ed auspica che vengano immediatamente interrotte le battute di caccia nelle campagne del teramano. 


giovedì 4 aprile 2013

Carsoli (AQ), bloccati e denunciati due cacciatori bracconieri

Carsoli. Due bracconieri, D.S.S. di 44 anni e D.G.E. Di 61 anni, entrambi residenti a Carsoli, sono stati sorpresi, dagli agenti forestali, a caccia in un periodo di divieto assoluto.

Nel corso di un appostamento effettuato per contrastare il fenomeno del bracconaggio in località "Le Puzzelle" di Carsoli, dopo un breve inseguimento, i forestali hanno bloccato i due cacciatori di frodo mentre trascinavano a mano la carcassa di un grosso esemplare maschio di cinghiale con l'intento di caricarlo su un'autovettura.

Colti in flagrante i due cacciatori, in possesso di regolare porto di fucile per uso caccia, non hanno potuto far altro che ammettere le proprie responsabilità. Per loro è scattata l'immediata denuncia all'Autorità Giudiziaria.

Gli Agenti hanno provveduto anche al sequestro della carcassa dell'animale, delle carabine utilizzate per l'abbattimento e del relativo munizionamento. I due rischiano fino ad un anno di arresto o l'ammenda fino a 2.500 euro, oltre a pesanti sanzioni amministrative e la pena accessoria della sospensione del porto d'armi da uno a tre anni.