giovedì 28 luglio 2022

IL WWF ABRUZZO PRESENTA LE OSSERVAZIONI ALLA BOZZA DEL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE. LA REGIONE AVREBBE DOVUTO APPROVARLO IL 15 DI GIUGNO

COMUNICATO STAMPA DEL 25 LUGLIO 2022
 
IL WWF ABRUZZO PRESENTA LE OSSERVAZIONI ALLA BOZZA DEL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE

LA REGIONE AVREBBE DOVUTO APPROVARLO IL 15 DI GIUGNO


LA GIUNTA MARSILIO-IMPRUDENTE HA GIÀ COLLEZIONATO 8 SCONFITTE GIUDIZIARIE: STA PRENOTANDO LA NONA?


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Il WWF Abruzzo nelle scorse settimane ha presentato le osservazioni alla prima bozza di calendario venatorio 2022/2023 della Regione Abruzzo.
Come ogni anno, l’Associazione ha evidenziato criticità nella programmazione della caccia, avanzando le proprie richieste quali ad esempio:
- l’apertura generale della stagione venatoria il 1° ottobre senza deroghe e giornate di pre-apertura;
- la chiusura della caccia a tutte le specie di uccelli al 31 dicembre;
- la sospensione della caccia alla coturnice;
- una maggiore attenzione per le aree di presenza dell’orso bruno marsicano;
- la richiesta di richiamare anche nel calendario le norme nazionali che prevedono il divieto di caccia nelle aree percorse da incendi e quello di abbandono di cartucce.
Il WWF Abruzzo evidenzia anche altre criticità, relative alla gestione dell’iter di approvazione:
- in base alla normativa vigente, la Regione Abruzzo dovrebbe approvare il calendario venatorio entro il 15 giugno: siamo al 25 luglio e non è stata conclusa la fase di discussione;
- altre Regioni hanno da tempo inviato la richiesta di parere all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), parere che sul calendario venatorio è obbligatorio, mentre la Regione Abruzzo lo ha fatto solo di recente.
Questo modo di fare appare come un tentativo da parte della Regione di rendere più difficoltose le azioni delle Associazioni per la tutela dell’ambiente, allungando i tempi di approvazione e riducendo il tempo utile per produrre un eventuale ricorso al TAR.
“La Regione Abruzzo nel corso degli anni ha perso numerosi ricorsi presentati dal WWF e altre Associazioni ambientaliste sui calendari venatori – ricorda Claudio Allegrino, coordinatore delle guardie del WWF Abruzzo – Solo la Giunta Marsilio/Imprudente dal 2019 a oggi ha collezionato ben 8 sconfitte giudiziarie da parte del TAR Abruzzo tra sentenze, ordinanze e decreti cautelari che hanno evidenziato come le richieste delle Associazioni che si occupano di tutela della fauna selvatica siano fondate su basi concrete e giuridicamente sensate”.
“Ci auguriamo – continua Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo – che la Regione accolga le indicazioni che come ogni anno produciamo per rendere l’attività venatoria meno impattante sulla fauna. Da anni ormai siamo costretti a percorrere la strada dei ricorsi al TAR su queste tematiche, vincendoli. Il governo abruzzese, oltre a sprecare i soldi del contribuente per cercare di accontentare i cacciatori, determina non poca confusione sul territorio dovendo approvare ogni anno più versioni del calendario venatorio. Tutte situazioni che potrebbero essere evitate se si accogliessero per tempo le giuste osservazioni che avanziamo.”

domenica 3 luglio 2022

Il WWF: “Sui cinghiali la Giunta regionale continua a sbagliare”. L’attività venatoria notturna, e anche con l’arco, pericolosa per uomini e fauna protetta

Comunicato stampa del 2 luglio 2022

Decine di studi e l’esperienza dimostrano che la caccia non risolve il problema 

Il WWF: “Sui cinghiali la Giunta regionale continua a sbagliare” 

L’attività venatoria notturna, e anche con l’arco, pericolosa per uomini e fauna protetta  

Nei giorni scorsi la Giunta regionale ha approvato un nuovo disciplinare per la caccia di selezione al cinghiale. Le grandi novità introdotte, come si legge dalle dichiarazioni dell’Assessore Emanuele Imprudente, sarebbero la possibilità di caccia fino alle ore 24 con l’ausilio di strumenti per il miglioramento della visione notturna (sorgenti luminose suppletive come visori ad infrarossi, visori termici, torce e fari) e, per la prima volta in Abruzzo, l’utilizzo dell’arco. Il disciplinare è stato approvato con il parere favorevole dell’ISPRA. 

Quello che sconcerta, oltre all’utilizzo di tecniche venatorie mai sperimentate per l’Abruzzo, è il fatto che si continui a considerare la caccia (di selezione e non) quale unico strumento di contenimento dei danni da cinghiale, senza ipotizzare e programmare a larga scala nessuna altra azione che vada nell’ottica della messa in sicurezza delle colture agricole o della riduzione del rischio di impatto con autoveicoli. Si continuano solo ad allargare i periodi e le modalità di prelievo al cinghiale che ormai si può cacciare praticamente quasi tutto l’anno e con ogni metodologia venatoria, ma non si vedono certo i risultati sperati sul contenimento delle popolazioni. 

La caccia notturna poi, andrebbe attentamente valutata anche per il rischio di disturbo che può provocare al resto della fauna selvatica soprattutto in questo momento quando la stagione riproduttiva non è ancora del tutto conclusa e alla sua pericolosità per i cittadini. 

Lo scorso febbraio il WWF Abruzzo, insieme all’Università di Teramo, ha organizzato un convegno proprio sulla gestione del cinghiale. L’Associazione ha discusso sulla base dell’analisi di circa 80 pubblicazioni scientifiche, riguardo all’impatto dell’attività venatoria sulla struttura di popolazione del cinghiale. In particolare, si è rilevato che: 

  • La caccia costituisce la causa principale di morte per il Cinghiale (Keuling et al. 2013), ma il prelievo venatorio non è sufficiente a contenere l’incremento delle popolazioni (Servanty et al. 2011; Keuling et al. 2013).  
  • La caccia agisce sulle diverse classi di sesso e d’età in modo diverso dalla mortalità naturale (Toigo et al. 2008) con l’effetto di diminuire l’aspettativa di vita media degli animali e ringiovanire le popolazioni (Servanty et al. 2011).  
  • La caccia innesca risposte nella biologia riproduttiva della specie che, unitamente all’aumentata disponibilità trofica, causano un aumento della produttività delle popolazioni (Herrero et al. 2008; Servanty et al. 2011). 
  • La caccia in battuta ha conseguenze sulla demografia delle popolazioni cacciate (Monaco et al. 2003; Toïgo et al. 2008) e può anche influenzare il comportamento spaziale dei gruppi familiari in quanto la perdita di una femmina dominante può portare maggiore instabilità spaziale tra gli individui sopravvissuti (Maillard 1996). 
  • La caccia può anche indurre una risposta compensativa della popolazione, infatti sotto un'elevata pressione venatoria, una proporzione maggiore di femmine di un anno partorisce rispetto alle popolazioni in cui la pressione venatoria è meno pronunciata. 

    Alcune pubblicazioni fanno emergere che anche gli abbattimenti selettivi da punto fisso possono perturbare la struttura di popolazione tanto da sconvolgere gli accoppiamenti, la fecondità e il rapporto tra i sessi della prole che possono essere stravolti (review di Milner et al. 2007).  

    “In sostanza decine di studi scientifici hanno dimostrato che sperare di ridurre il numero dei cinghiali affidandosi esclusivamente alla caccia è sbagliato e illusorio, eppure la Giunta regionale – conclude Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo - continua a intervenire sulla gestione del cinghiale in modo caotico, aumenta i periodi venatori durante l’arco dell’anno e della giornata, allarga le possibilità dei metodi di caccia ricorrendo anche all’arco, tecnica mai usata in Abruzzo… sembra insomma che si proceda facendo regali ai cacciatori senza prendere contezza del fatto che questo tipo di gestione in atto da decenni non sta avendo il risultato sperato. È ora che il problema venga affrontato con dati ed evidenze scientifiche alla mano e che si sperimentino altre tipologie di intervento sul territorio, note e praticabili, per la messa in sicurezza di campi agricoli e infrastrutture lineari”. 

 



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venerdì 1 luglio 2022

Caccia di selezione al cinghiale, la Regione dà il via al nuovo disciplinare

Pescara. La Giunta regionale su proposta del presidente Marco Marsilio e dell’assessore con delega al Personale, Guido Quintino Liris, ha dato il via libera al Piano Integrato di Attività e Organizzazione (P.I.A.O.) della Regione Abruzzo per l’annualità 2022 nell’ambito del Triennio 2022 –2024. Il “Piano Integrato di Attività e Organizzazione (P.I.A.O.) della Regione Abruzzo è da considerarsi quale P.I.A.O. sperimentale per questa annualità, in considerazione dell’evoluzione normativa in materia.

Disco verde, su iniziativa del vicepresidente della Giunta, Emanuele Imprudente, per il disciplinare di caccia di selezione al cinghiale. Tale disciplinare trova applicazione, senza soluzione di continuità e fino alla data di adozione di un nuovo disciplinare. Nello specifico, la caccia di selezione al cinghiale è svolta esclusivamente nel territorio sottoposto a gestione venatoria, all’interno di un arco temporale massimo stabilito nell’anno di riferimento, anche al di fuori dei periodi e degli orari previsti dalla legge, previa acquisizione di parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Il disciplinare dispone che la caccia di selezione si svolga a partire da un’ora prima del sorgere del sole ad un’ora dopo il tramonto, per un massimo di cinque giornate settimanali, con esclusione dei giorni di silenzio venatorio (martedì e venerdì). Si tratta di un valido strumento per aumentare il prelievo dei cinghiali e ridurre i danni causati dalla specie. Il Disciplinare prevede anche che la Regione possa richiedere agli Ambiti Territoriali di Caccia, attraverso una propria piattaforma, l’attivazione di specifici interventi in caccia di selezione, per contenere i danni al patrimonio agricolo, per la prevenzione degli incidenti, per motivi sanitari o altre cause. Le richieste sono inoltrate congiuntamente anche alla Polizia Provinciale.

 

Fonte: abruzzolive.it del 01 luglio 2022