domenica 23 agosto 2015

Camillo D'Amico, Presidente Copagri Abruzzo: sciopero dei cacciatori inefficace oltre che inconcepibile!

Pescara, 20 agosto 2015 - Nel mentre attendiamo fiduciosi gli esiti della formale istanza avanzata, con carattere di urgenza, all’assessorato regionale alle Politiche Agricole, alla provincia di Chieti ed ai Presidenti degli Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) Chietino – Lancianese e Vastese, per trovare una solerte soluzione all’annunciato “sciopero” indetto dai capisquadra teso a non iscriverle per la caccia al cinghiale nella prossima stagione venatoria 2015/2016 ormai d’imminente apertura, raccogliamo la risposta adirata del rappresentante regionale della “Libera Caccia”, Antonio Campitelli, che sollecita i suoi colleghi nell’insistere nell’incomprensibile ed inconcepibile azione intrapresa.


Ribadiamo che il regolamento adottato dalla regione Abruzzo per il contenimento della specie cinghiale va attuato senza “se” e senza “ma” tra l’altro, lo stesso, è già stato modificato dopo la prima emanazione essendo stati accolti suggerimenti migliorativi fatte dalle organizzazioni agricole e venatorie e, solo dopo la prima attuazione che dovrà avvenire sull’intero territorio regionale, saremo i primi a farci carico di sollecitare le dovute correzioni.

Riconfermiamo che l’esercizio della caccia è una “passione” e non un “lavoro” quindi sono gli interessi di chi vive primariamente dell’attività agricola che debbono prevalere e non altri. Rammentiamo che l’avviata operazione di selecontrollo lo consideriamo solo come uno degli aspetti tesi al contenimento numerico e, per questa ragione, torniamo a sollecitare nuovamente l’istituzione di un tavolo tecnico – politico – istituzionale che metta in cantiere anche altre azioni efficaci. In questo tavolo Noi riteniamo debbano essere presenti anche i rappresentanti delle associazioni venatorie ed ambientaliste così che nessuno possa strumentalmente chiamarsi fuori dal governo di questa emergenza.

Riteniamo che una campagna di costante abbattimento numerico del cinghiale, con i doverosi controlli sanitari dei capi e la creazione di una sinergica filiera produttiva, può generare concrete opportunità di lavoro ed occupazione. Ribattiamo, per doverosa ed ulteriore chiarezza, che l’istituendo Parco Nazionale della Costa Teatina potrà rappresentare un opportunità di sviluppo sociale ed economico del nostro territorio dove però l’agricoltura dovrà rappresentare la principale fonte di preoccupazione di tutti alfine di avere produzioni di pregio e qualità. Ovviamente il governo del territorio dovrà avvenire con il concorso partecipato di chi rappresenta le popolazioni locali per scrivere e stabilire delle regole che non sostanzino penalità ma potenzialità.


Tra queste regole anche quelle tese ad azioni che consentano la limitazione numerica degli ungulati che, oltre al cinghiale, comincia a contemplare anche cervi e caprioli.

mercoledì 19 agosto 2015

Il calendario venatorio della Regione Abruzzo. “Qualche passo avanti c’è stato ma non basta. Il WWF Abruzzo: non si può riaprire la caccia a specie in declino.

COMUNICATO STAMPA DEL 19 AGOSTO 2015


Il calendario venatorio della Regione Abruzzo
Il WWF Abruzzo: Qualche passo avanti c’è stato ma non basta.
Non si può riaprire la caccia a specie in declino.
Si tenga conto del parere negativo dell’ISPRA sui periodi di apertura”


PESCARA – Approvato dalla Giunta regionale il calendario venatorio per la prossima stagione di caccia.
fiero cacciatore
Dichiara Mirko Di Marzio, rappresentante WWF nella Consulta regionale della caccia: “A fronte di alcuni apprezzabili miglioramenti per la tutela di beni comuni di fondamentale importanza come l’Orso bruno marsicano, nel calendario venatorio per la stagione 2015-2016 sono stati confermati diversi punti non condivisibili come la preapertura della caccia nel mese di settembre e l’allungamento della stagione venatoria fino a febbraio.
Per tante specie, inoltre, è stata autorizzata la caccia estendendo il periodo consentito rispetto a quanto indicato dall’ISPRA, l’organo scientifico nazionale deputato a pronunciare indicazioni tecniche sui singoli calendari venatori regionali. Su questo l’ISPRA ha già espresso un parere negativo, nel quale si contestano le modalità riferite al prelievo di tali specie in quanto non coerenti con quanto disposto dalle linee guida sulla conservazione degli uccelli selvatici. 
Ma l’atto più incredibile approvato dalla giunta regionale D’Alfonso-Pepe è di aver reintrodotto la possibilità di sparare ad uccelli acquatici come il Frullino, il Codone, il Mestolone e la Canapiglia, finora protetti perché riconosciuti dal mondo scientifico in declino e in uno stato di conservazione sfavorevole (specie SPEC). Già la precedente giunta Chiodi-Febbo era stata sonoramente bocciata nel 2012 dal TAR Abruzzo su ricorso del WWF e di altre Associazioni perché la Regione Abruzzo permetteva la caccia a diverse specie in declino, nonostante non avesse prodotto censimenti e nonostante i dati indicassero una presenza minima in Abruzzo di tali uccelli. Il TAR accolse pienamente questa critica e da allora la Regione si era adeguata non permettendo la caccia alle specie in declino e presenti con numeri che non consentono alcun prelievo. Inspiegabile, quindi, e privo di qualsiasi giustificazione scientifica un tale passo indietro che permetterebbe di sparare anche a questi animali. Chiediamo con fermezza un ripensamento in tal senso”.

Aggiunge Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF Abruzzo: “Nel calendario venatorio sono state finalmente introdotte alcune normative, indicate dal PATOM (Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso marsicano) e sollecitate da Comuni, Enti Parco e Associazioni ambientaliste, che serviranno a rendere meno pericolosa la vita per l’orso, come quella introdurre l’area ricompresa tra la Valle del Sagittario e il Parco Nazionale della Majella tra quelle cosiddette “C1” in cui la caccia è regolamentata in maniera più stringente. Quest’unico punto positivo contrasta tuttavia con un calendario venatorio che è di fatto privo di veri passi in avanti sulla tutela della fauna selvatica. 
Ormai è chiaro: alla Regione Abruzzo in materia venatoria manca il coraggio di scegliere una strada netta, anche a costo di scontrarsi con la parte meno avanzata del mondo venatorio, per la tutela di un patrimonio che, lo ricordiamo, appartiene all’intera comunità. Ne è testimonianza il fatto che i progressi indubbiamente ottenuti negli ultimi anni sono stati raggiunti soprattutto a suon di ricorsi: ben 14 sono state le sentenze dei giudici amministrativi (TAR, Consiglio di Stato, Corte Costituzionale) che dal 2009 al 2013 hanno di fatto pesantemente bocciato la politica faunistica venatoria della Regione Abruzzo. 
L’attuale Giunta, in carica da ormai oltre un anno, non ha ancora mostrato la necessaria discontinuità rispetto al recente passato. In particolare non è accettabile riaprire la caccia a specie in declino come Frullino, Codone e Canapiglia. Presenteremo osservazioni in tal senso al Comitato VIA e porteremo avanti la nostra battaglia in tutte le sedi con la convinzione che il governo regionale debba, come non ha fatto quello precedente, rispettare anche sulla caccia le normative di legge e il buon senso”.

WWF Italia Onlus, Abruzzo
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domenica 16 agosto 2015

EMERGENZA CINGHIALI: COLDIRETTI ABRUZZO ''PERICOLO PER LE PERSONE''

L'AQUILA - "Le drammatiche notizie degli ultimi giorni sull’emergenza cinghiali sono la punta dell’iceberg di una emergenza nazionale provocata dal proliferare senza controllo degli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale stimato in Italia in quasi 100 milioni di euro nel 2014, senza contare i casi in cui è stata messa in pericolo la vita delle persone".

Torna ad intervenire Coldiretti Abruzzo sulla problematica relativa al proliferare dei cinghiali, aggravata nei giorni scorsi dall’aggressione di una coppia da parte di un branco di cinghiali nelle campagne sulle colline a qualche chilometro dal centro abitato di Cefalu' che ha causato una vittima. 
“In Abruzzo – sottolinea Coldiretti Abruzzo - lo scorso 10 luglio gli agricoltori della Coldiretti, insieme ai colleghi di tutta Italia, hanno lasciato le campagne per lanciare un SOS alle Istituzioni nazionali per una situazione insostenibile che sta provocando l’abbandono delle aree interne da parte della popolazione, con problemi sociali, economici e ambientali".

"In estate la situazione si aggrava, con gruppi di decine di cinghiali di oltre 150 chili di peso che mettono a rischio le aree rurali e periurbane - aggiunge- Non è più solo una questione di risarcimenti dei danni ma è diventato, lo dimostrano i fatti accaduti, un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate è a rischio la possibilità di poter proseguire l'attività agricola ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati".

"Un pericolo che riguarda anche gli amanti dei boschi per passeggiare o raccogliere funghi. Negli ultimi dieci anni – conclude la Coldiretti - gli animali selvatici si sono quasi decuplicati e l'aumento di cinghiali e altri ungulati ha messo in allarme non solo le imprese agricole, ma anche la società e l'ambiente.

Abruzzo, scatta l'emergenza: regione invasa da 150 mila cinghiali

Dopo la tragedia di Cefalù anche nella nostra regione si riapre il caso. Tante le segnalazioni e gli incontri anche nelle città e in spiaggia. Necessaria la caccia di selezione

Venerdì scorso a Cefalù, in Sicilia, un uomo di 77 anni è stato assalito e ucciso da un branco di cinghiali che pascolava vicino casa sua. La moglie che ha tentato di salvarlo è stata ferita. Due mesi fa a Brescia, un agricoltore è morto dissanguato in circostanze analoghe. Sono notizie di cronaca che colpiscono e allarmano l’opinione pubblica. Perché l’incontro ravvicinato con questo ungulato è sempre più frequente, anche se raramente ha esiti drammatici. E non riguarda più solo l’ecosistema agricolo-pastorale, ma anche e con sempre maggiore frequenza, quello urbano.

In Abruzzo le segnalazioni di gruppi di cinghiali a spasso per strade e piazze sono costanti, giornaliere. Quanti sono? Nessuno lo sa. Forse 150 mila, dicono in Regione. Forse di più. Manca un censimento attendibile che dovrà essere fatto. Certamente sono tanti, voraci e dannosi soprattutto per l’agricoltura. Nel triennio 2011/2013 la Regione ha erogato 4 milioni di euro alle Province per rimborsare le aziende agricole danneggiate. L'anno scorso la cifra è scesa a 500mila euro, per poi risalire quest'anno a 750mila: è una delle poche voci del bilancio regionale destinate ad aumentare. Ma, come si è detto, i cinghiali non si limitano a devastare i campi. Il numero crescente, la necessità di nutrirsi, l’aggressività, li spingono sempre più verso le zone abitate dove rovistano nei cassonetti e nei cumuli di rifiuti in cerca di cibo. Non solo di notte.
Il 20 luglio scorso a San Vito un papà che rincasava per cena con la figlioletta di 5 anni ha incrociato un cinghiale adulto con quattro cuccioli davanti al portone di casa. Un faccia a faccia non inaspettato, visto che nei giorni precedenti i residenti avevano chiesto al Comune di recintare l’area giochi del quartiere per proteggere i bambini. Il sindaco Rocco Catenaro ha emesso un’ordinanza per la cattura e l’abbattimento dei cinghiali. Pochi giorni dopo, il 30 luglio, a Orsogna, un turista americano è stato inseguito da un esemplare di grossa stazza in pieno centro storico. Due giorni prima la stessa avventura era toccata a un gruppo di giovani del luogo. A San Salvo e Martinsicuro cinghiali sono stati avvistati sulla spiaggia. A Goriano Sicoli nell’Aquilano fanno visite frequenti al parco giochi.
A Punta Penna un gruppo di turisti ha potuto fotografare sette cinghiali che banchettavano in un campo di grano. Sulla provinciale 154, che collega la Val Sinello alla statale 16 Adriatica, un cinghiale adulto ha attraversato la strada finendo contro un’auto. Il cinghiale è morto e l’automobilista (fortunato perché uscito illeso dall’incidente) dovrà faticare per farsi rimborsare i danni. C’è anche chi prende le contromisure. Un agricoltore di Castelli che aveva sparato dalla finestra di casa per mettere in fuga tre cinghiali è stato assolto dalla Corte d’appello dell’Aquila dopo aver subito una condanna del Tribunale di Teramo al pagamento di 9mila euro per “aver sparato a fauna protetta nell’area del Parco del Gran Sasso”. Farsi “giustizia” da sè non è però la soluzione migliore e non è risolutivo. La soluzione è quella che si sta prendendo anche in Abruzzo: avviare in maniera sperimentale la caccia selettiva al cinghiale. In base la nuovo calendario venatorio, la caccia riguarderà i maschi e le femmine ad eccezione delle femmine adulte – dal 2 al 30 settembre e dal 15 aprile al 3 settembre 2016; e i maschi e femmine di tutte le classi dal 1° ottobre 2015 al 31 gennaio 2016. Nel frattempo la Regione ha chiesto alle Province un piano quinquennale di controllo dei cinghiali. Inoltre all'interno del Piano di sviluppo rurale regionale 2014-2020, ha previsto una “microfiliera del cinghiale” con la nascita di mattatoi ad hoc, aggirando un altro problema della regione, dove non esistono ditte specializzate nello smaltimento delle carcasse dei cinghiali. Il cinghiale a questo punto da problema diventerebbe, come si dice, una risorsa.

giovedì 13 agosto 2015

Federcaccia Abruzzo, bene le modifiche al Regolamento degli ungulati ma c’è ancora da fare

“Una risposta incompleta ma che ha riconosciuto le critiche che da sempre abbiamo sollevato”. Per la Federcaccia Abruzzo è parziale la soddisfazione per l’approvazione di ieri delle modifiche al Regolamento degli ungulati, fatta dal Consiglio regionale dopo le forti critiche espresse per l’approvazione della prima stesura per la quale erano state evidenziate delle difficoltà di applicazione. Critiche che rimangono per la posizione dell’assessore regionale Dino Pepe che, a detta dell’associazione, non avrebbe dimostrato la necessaria apertura alle segnalazioni provenienti dai cacciatori.


“Il Consiglio Regionale”, scrive in una nota Federcaccia Abruzzo, “di avviso diverso da quello di Pepe e della Giunta, è intervenuto votando all’unanimità molte modifiche che seppur non esaustive certamente migliorano le possibilità applicative delle norme previste nel Regolamento”.

E nel ringraziare in particolare quanti si sono adoperati per la riapertura dei lavori consigliari, l’associazione ribadisce l’importanza del ruolo che i cacciatori svolgono nell’interesse della collettività gestendo territorio e fauna, ed operando per contenere e possibilmente azzerare i danni che la selvaggina può arrecare alle colture agricole.

“Oggi siamo più fiduciosi”, conclude la nota, “a che la caccia si avvii anche in Abruzzo a essere valutata positivamente e che possa esprimere tutte le potenzialità economiche a vantaggio della intera società come già avviene nella maggioranza delle altre regioni italiane”.

Fonte: cityrumors.it del 12 agosto 2015

mercoledì 12 agosto 2015

Abruzzo, Consiglio regionale. Ungulati: approvate modifiche al regolamento

L’Aquila – 11 agosto 2015. Nella seduta odierna della Terza Commissione consiliare , presieduta da Lorenzo Berardinetti, e’ stata approvata all’unanimita’ le modifiche al regolamento regionale per la caccia agli ungulati e con la sua applicazione da parte degli ambiti territoriali di caccia . “Finalmente si iniziera’ a porre rimedio all’esigenza di tutto il mondo agricolo che in questi giorni sta registrando notevole disagio per la presenza incontrollata di numerose specie di ungulati su tutto il territorio regionale. Le modifiche apportate – sottolinea Il Capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri – scaturiscono da una difficile applicazione del regolamento da parte degli ATC perche’ costretti a rapportarsi sempre con le problematiche burocratiche delle Province, e sempre a discapito del mondo venatorio ed agricolo. Quindi con l’approssimarsi dell’inizio della stagione venatoria tutte o quasi tutte le difficolta’ verranno superate per una migliore e corretta applicazione, sia dal punto di vista della sicurezza per le colture agricole che dal punto di vista della disciplina dell’attivita’ venatoria. E’ quanto viene riportato in un comunicato diramato, in giornata, dal servizio informativo del Consiglio. La notizia, qui riportata secondo il testo completo del comunicato diffuso, e’ stata divulgata, alle ore 14, anche sulle pagine del portale web dell’ente, sul quale e’ stata rilanciata la notizia. Gli ATC avranno il pieno controllo per la gestione del territorio e delle squadre che andranno ad operare cosi’ da prevedere anche una “task-force” che su chiamata degli agricoltori fara’ intervenire prontamente una squadra di cacciatori-selecontrollori per gli abbattimenti sui terreni per cercare di contenere i danni alle colture. Un elemento importante da sottolineare e’ l’introduzione e l’obbligo da parte degli ATC di censire oltre che i cinghiali anche altri ungulati come cervo e capriolo, che per motivi prettamente di ipocrisia da parte dei finti ambientalisti sono stati lasciati senza controllo, senza sapere che potrebbero anche loro influire negativamente sull’ecosistema”. “Questo regolamento – afferma Il Capogruppo del Partito democratico Sandro Mariani – deve essere di esempio per il futuro su come si e’ operato in collaborazione tra le varie forze politiche che compongono il Consiglio Regionale e con tutte le associazioni di categoria”. “Auspichiamo – aggiunge il Presidente Berardinetti – che questo sia solo l’inizio per poter arrivare un giorno ad avere un giusto equilibrio tra tutte le necessita’ che girano attorno a questo genere di attivita’, infatti gia’ da settembre ci metteremo all’opera, mantenendo sempre questo clima costruttivo, per rivedere la legge 10/2004 “Normativa organica per l’esercizio dell’attivita’ venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la tutela dell’ambiente” ormai bisognosa di adeguamenti”. 
 

sabato 8 agosto 2015

Calendario Venatorio 2015/2016 della Regione Abruzzo, approvato dalla G.R. nella seduta del 7 Agosto 2015.

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Pepe: da giunta regionale ok a nuovo calendario venatorio

(REGFLASH) Pescara, 7 ago. - La Giunta regionale ha dato via libera al nuovo calendario venatorio 2015-2016. Un calendario che, spiega l'assessore Dino Pepe, "contiene elementi di innovazione soprattutto sul fronte del coinvolgimento delle parti interessate attraverso l'adizione delle associazioni di categoria e con la collaborazione degli uffici Caccia delle quattro province". Il solco su cui ci si è mossi è stato il recepimento delle istanze del mondo venatorio, agricolo e ambientalista e delle indicazioni dell'Ispra. "Le novità più importanti - spiega l'assessore Dino Pepe - sono: 3 giornate di preapertura da appostamento alla Tortora e ai Corvidi i giorni 2, 5 e 6 settembre; apertura della caccia alle specie Fagiano, Lepre, Quaglia e Volpe a partire dalla terza domenica di settembre; apertura generale a tutte le specie migratrici, alla Coturnice, alla Starna e al Cinghiale a partire da sabato 3 ottobre; reinserimento di alcune specie cacciabili come: Frullino, Codone, Mestolone, Canapiglia; chiusura della caccia a Tordo bottaccio, Cesena e Tordo sassello al 20 di gennaio; chiusura della caccia alla Beccaccia al 20 di gennaio (e non il 10) per quegli Atc che hanno realizzato i monitoraggi durante il periodo di svernamento della specie e in cui i dati ottenuti hanno dimostrato un'adeguata presenza; possibilità di estensione della caccia al Colombaccio dall'1 al 10 febbraio". L'Assessorato ha posto particolare attenzione alla caccia al Cinghiale, specie estremamente critica negli impatti sulle economie agrarie. La caccia collettiva (braccata e girata) al Cinghiale inizierà il 3 ottobre e terminerà il 2 gennaio; nelle zone soggette al Patom si aprirà invece il 1 novembre e terminerà il 31 gennaio. "Elemento di rilevante novità - aggiunge Pepe - per il Cinghiale è l'introduzione, in via sperimentale, della caccia di selezione che ogni Atc potrà effettuare attraverso la redazione appositi piani di prelievo suddivisi per sessi e classi di età, anche oltre i mesi tradizionali di caccia. Questa innovazione si inserisce nella ferma volontà della Regione di limitare gli impatti negativi della specie sulle attività agricole abruzzesi, agendo attraverso uno strumento ordinario e continuativo di gestione (la caccia di selezione) e non più solo con uno strumento straordinario come il selecontrollo, realizzato esclusivamente fino ad oggi". (REGFLASH) US 150807