mercoledì 31 luglio 2013

Approvato e pubblicato il Calendario Venatorio 2013-2014

Calendario Venatorio Regionale per la stagione venatoria 2013/2014. Approvato in data 29/07/2013

Calendario Venatorio Regionale per la stagione venatoria 2013/2014; art. 43 - L.R. 28/01/2004, n 10 e successive modifiche ed integrazioni

Maggiori informazioni:



martedì 30 luglio 2013

WWF e Legambiente: parco del Sirente a rischio taglio con riapertura della caccia in zone nelle quali i fucili vanno invece assolutamente banditi

WWF E LEGAMBIENTE: PARCO DEL SIRENTE A RISCHIO TAGLIO (E CONSEGUENTI DOPPIETTE)


Parco Sirente-Velino: Area Protetta a rischio

COMUNICATO STAMPA WWF - LEGAMBIENTE

WWF e Legambiente esprimono netta contrarietà alla proposta di Legge Regionale del consigliere PDL Ricciuti che vorrebbe “riperimetrare” il Parco regionale Sirente Velino, cioè sottrarre alla tutela una parte fondamentale dell’area protetta.

La proposta, con oggetto Revisione dei confini e delimitazione zone, approderà in aula martedì 30 luglio prossimo. L’auspicio è che tutti i consiglieri, di ogni parte politica, la respingano in nome dei superiori interessi del territorio e tenendo conto della volontà della stragrande maggioranza degli abruzzesi, che tra l’altro tra pochi mesi saranno chiamati alle urne per rinnovare proprio il consiglio regionale.

Il Parco Regionale Sirente-Velino è stato istituito nel 1998 con la legge regionale n. 34, ma da quel momento non ha avuto tregua: la legge regionale n. 226/1998 tagliò circa 9.000 ettari dell’area protetta e altri rilevanti tagli sono stati apportati dalla legge n. 126/2000 e da ultimo dalla legge n. 42/2011.

Dichiara Dante Caserta, Presidente del WWF Italia: «L’Abruzzo si dichiara Regione verde d’Europa, ma questa affermazione di principio rischia di restare un’etichetta vuota. Il Parco Regionale Sirente-Velino è un’area protetta importantissima perché in essa sono racchiusi e fusi ambienti naturali e paesaggistici molto vari che formano un’unità ecologica fondamentale. La Proposta di Legge Regionale mira assurdamente a strappare all’ambiente zone importantissime per la tutela della biodiversità appenninica, oggetto peraltro della Rete Natura 2000, del Piano di Tutela dell’Orso Marsicano, del Life Cornata».

Dichiara Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Abruzzo: «Si tratta dell’ennesimo segnale di un cambio di rotta in senso negativo nella politica di conservazione del territorio. L’ennesimo taglio viene proposto proprio quando emerge invece in modo evidente la necessità di estendere la protezione della Natura allargando i confini del Parco e attraverso la creazione delle cosiddette fasce contigue. Ricordiamo che il recente episodio di uccisione di un Orso sull’autostrada A24 è avvenuto nel Comune di Tornimparte, poco distante dalla zona che oggi qualcuno vorrebbe definitivamente “rubare” al Parco. L’aspetto più assurdo della proposta Ricciuti è che essa vorrebbe escludere dall’area protetta proprio alcune tra le zone più note a livello nazionale e internazionale come gran parte dei Piani di Pezza, della Piana di Campo Felice e anche parte della Piana di Terranera che è parte integrante dell’Altipiano delle Rocche, cuore del parco, ponendo a rischio quegli spazi di continuità che sono fondamentali per la mobilità e la sopravvivenza delle specie presenti nel Parco, a partire dai grandi carnivori, e su tutti l’Orso marsicano».

Secondo Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, e Stefano Raimondi, dell’Ufficio Aree Protette di Legambiente, «particolarmente gravi sono le intenzioni della proposta in un momento storico cruciale nel quale, la sinergia tra i parchi dell’Appennino centrale, fra cui il Sirente Velino che è tra i partner del progetto Life Coornata, vede portare a casa importanti risultati nell’ambito della conservazione della natura come la fondazione, avvenuta pochi giorni fa, della quinta colonia di camoscio appenninico proprio nel Parco Regionale sta a dimostrare».

Per Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo, «è inquietante pensare che un Parco, oggi in prima fila nella gestione faunistica e protagonista di importanti risultati, debba essere oggetto di simili proposte avanzate senza tenere nel minimo conto le peculiarità di un territorio che fa della biodiversità in esso custodita un importante punto di forza, che rischierebbe invece di essere fortemente sminuito dalla riperimetrazione proposta».

Come già espresso formalmente, il presidente del Parco regionale Sirente Velino Simone Angelosante ha ribadito che «l’eventuale nuova perimetrazione del Parco potrebbe escludere dall’area protetta zone di importante valore ambientale, inserite in diverse azioni europee di tutela della biodiversità come il protocollo Piano d’azione per la tutela dell’orso marsicano (PATOM)».

WWF e Legambiente chiedono ai Consiglieri regionali di opporsi in tutti i modi a una proposta che, se accolta, soddisferebbe soltanto appetiti speculativi, in questa zona fortissimi, con ulteriore cementificazione e lottizzazione del territorio, costruzione di inutili infrastrutture scioviarie e riapertura della caccia in zone nelle quali i fucili vanno invece assolutamente banditi. Le associazioni hanno interessato della questione a nche il Ministero e la Commissione europea.

martedì 23 luglio 2013

Chieti: emergenza cinghiali, la commissione agricoltura dà l'ok ai prelievi

La commissione agricoltura della Provincia ha detto «sì». Disco verde, questa mattina a Chieti, al piano di abbattimenti di emergenza finalizzato a contenere, sul territorio del Chietino e del Vastese in particolare, i danni all’agricoltura causati dai cinghiali. La commissione agricoltura, che oggi ha esaminato in dettaglio la bozza del piano di prelievo stilata dagli uffici della Provincia, ha dato l’ok alla fase di emergenza, passando la pratica, per l’approvazione definita a stretto giro, alla giunta e al presidente Di Giuseppantonio. A darne notizia, appena terminati i lavori dell’assise, il consigliere provinciale Camillo D’Amico.
«All’unanimità abbiamo dato l’ok al piano di emergenza per il contenimento della specie cinghiale. - spiega il capogruppo del Pd, Camillo D’Amico - Rispetto alla prima bozza, abbiamo apportato qualche modifica, come ad esempio il limite temporale dei prelievi da parte dei selecontrollori che scende dalla mezzanotte alle ore 22. Abbiamo anche proposto che parte delle carni derivanti dagli abbattimenti, dopo opportune verifiche sanitarie e ovviamente con il consenso di chi materialmente praticherà i prelievi, sia destinata alle varie mense collegate ad attività caritatevoli dislocate sul territorio».
I selecontrollori, dunque, appena abilitati da un corso organizzato dall’Atc Vastese, potrebbero entrare in azione già nelle prossime settimane.
«Dopo questo passaggio in commissione, - continua infatti il consigliere D’Amico - la bozza emendata andrà direttamente, per l’approvazione definitiva, all’attenzione della giunta provinciale. Già nei prossimi giorni, salvo intoppi dell’ultima ora, il presidente Di Giuseppantonio potrebbe firmarla, dando finalmente una risposta concreta al mondo agricolo che da anni subisce passivamente i danni alle colture da parte dei sempre più numerosi cinghiali. Voglio sottolineare che non pensiamo alla distruzione della specie, ma ad una gestione oculata che limiti i danni al comparto agricolo. La maggioranza avrebbe voluto varare con atto di giunta anche il prelievo programmato triennale, forse per recuperare, con un solo atto, i tanti anni di inerzia e indecisione, ma in commissione abbiamo chiesto e ottenuto il passaggio e la discussione in Consiglio, dove sentiremo anche gli agricoltori e le associazioni venatorie». 


venerdì 19 luglio 2013

L'Aquila: la provincia da il via agli abbattimenti selettivi. Azioni di disturbo dei bracconieri

Avezzano. L’amministrazione provinciale ha iniziato le attività di telecontrollo, che dureranno due giorni, nei confronti dei cinghiali per arginare il fenomeno che sta mettendo in ginocchio gli agricoltori. nel comprensorio di Massa d’Albe e Magliano. Oggi le attività si sposteranno nella zona di competenza dell’ATC Subequano.“Finalmente tutte le procedure burocratiche sono state concluse e circa 40 selecontrollori appartenenti all’ATC di Avezzano sotto la guida attenta delle guardie provinciale coordinate da Ciuffetelli hanno proceduto all’abbattimenti dei cinghiali” afferma Vinicio Blasetti, Presidente della sezione zootecnica provinciale di Confagricoltura, ”gli assalti dei cinghiali infatti in questi ultimi giorni si sono intensificati e hanno distrutto interi campi di mais e girasole in diversi Comuni della provincia.Purtroppo dobbiamo constare anche il “boicottaggio” da parte di alcuni bracconieri che hanno disturbato le attività di selecontrollo con trombette e fischietti. Ci sono state anche diverse telefonate intimidatorie anonime nei confronti di funzionari della provincia. Confagricoltura si riserva di denunciare i responsabili per interruzione di pubblico servizio. “E’ da tutti riconosciuta la capacità degli agricoltori di affrontare le più diverse emergenze e avversità”, continua Blasetti, ”che da sempre hanno dovuto fare i conti con grandinate, piogge torrenziali, siccità e gelate, ma mai avrebbero pensato di doversi attrezzare contro la stupidità e l’ignoranza con le quali alcuni rappresentanti del mondo venatorio si sono opposti all’attività di abbattimento selettivi dei cinghiali messa in campo dalla Provincia”. L’intervento di selecontrollo è stato sollecitato da Confagricoltura per “salvaguardare il reddito delle aziende altrimenti compromesso. Per questo”, aggiunge, “esprimiamo la più dura condanna verso tali atteggiamenti che dovrebbero essere stigmatizzati anche dalle associazioni venatorie che ci auguriamo isolino i responsabili di tali atteggiamenti. Altrimenti Confagricoltura sarà in prima fila con gli ambientalisti a chiedere che la caccia sia definitivamente chiusa.


giovedì 18 luglio 2013

Tar boccia il calendario venatorio, la soddisfazione di Sel Chieti

Chieti. La Federazione provinciale di Chieti di Sinistra Ecologia e Libertà esprime soddisfazione per la sentenza depositata dal Tar de L’Aquila l’11 luglio scorso, che boccia il calendario venatorio accogliendo le osservazioni delle associazioni ambientaliste.


"È l’ennesima brutta figura dell’assessore regionale Mauro Febbo - ha detto il coordinatore provinciale diSel - che, insieme alla giunta Chiodi, hanno dimostrato ancora una volta di non aver capacità di governare l’Abruzzo e di assicurare una corretta pianificazione nell’interesse dei cittadini e degli operatori del settore. La sentenza ha ad oggetto l’ultimo calendario, quello relativo all’anno 2012-2013, impugnato dalle associazioniWwf e Animalisti Italiani, entrambe patrocinate da Michele Pezone, che è stato candidato sindaco per Sel alle ultime amministrative di Francavilla al Mare e candidato alla Camera dei Deputati alle ultime elezioni politiche, da sempre impegnato sul fronte della protezione dell’ambiente. Nei giorni scorsi la stampa regionale aveva già avuto modo di segnalare le sentenze della Corte Costituzionale e del Tar Abruzzo, rispettivamente depositate il 20 giugno e il 21 giugno, anch’esse destinate a rivoluzionare l'attività venatoria nella Regione Abruzzo. In quel caso erano sotto esame i calendari venatori 2009-2010 e 2010-2011 della regione Abruzzo, anch’essi oggetto di ricorso da parte delle associazioni Wwf, Animalisti Italiani e Lega per l’Abolizione della Caccia, tutte patrocinate da Michele Pezone. Nel ricorso sul calendario 2010-2011 si contestava, tra l'altro, anche l'incostituzionalità della norma contenuta nella legge Regionale 10/2004 che riammetteva il cosiddetto 'nomadismo venatorio', perimetrando un Comparto Unico regionale sulla Migratoria e rendendo così possibile lo spostamento dei cacciatori da una parte all'altra dell'Abruzzo. Il Tar L'Aquila, giudicando non manifestamente infondata l'eccezione di costituzionalità sollevata da Pezone, aveva rimesso il caso davanti alla Corte Costituzionale. Quest'ultima ha sancito che la Legge Regionale 10/2004 aveva violato le normative nazionali che regolamentano il prelievo venatorio.

La Corte ha ricordato nella sentenza che uno dei capisaldi della legge nazionale sulla Caccia, la L. 157/92, è il legame tra cacciatori e territorio attraverso la perimetrazione di ambiti di caccia di carattere sub-provinciale. Invece la Regione Abruzzo aveva concesso ai cacciatori per diversi mesi all'anno di potersi spostare da un capo all'altro della regione, definita “comparto unico per la migratoria”. Il Tar di L'Aquila, poi, con la sentenza del il 21 giugno scorso sul calendario venatorio 2009-2010, ha duramente censurato l'operato della giunta regionale, che aveva varato un calendario venatorio che si distaccava dal parere dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ampliando i periodi di caccia per diverse specie, nonostante gli uffici regionali fossero privi dei necessari dati relativi all'abbondanza e alla distribuzione delle diverse specie in Abruzzo. Adesso, con questa nuova sentenza, il Tar ha accolto le doglianze delle associazioni Wwf e Animalisti Italiani, relative alla mancanza di un aggiornato piano faunistico venatorio regionale, con il consequenziale deficit di dati scientifici sul prelievo e sulla salute delle varie specie interessate alla caccia, circostanze che non consentono di procedere serenamente ad effettuare una programmazione venatoria. Sono state censurate la preapertura per le specie tortora, merlo, cornacchia grigia e gazza e le valutazioni sulla cacciabilità di specie in declino acquatiche (frullino, codone, mestolone, canapiglia e combattente) e terrestri (quaglia, beccaccia, tortora, allodola) e sulle specie non Spec acquatiche (germano reale, alzavola, fischione, folaga, gallinella d’acqua) e terrestri (torbo bottaccio, tordo sassello, cesena, colombaccio).
Il Tar L’Aquila ha anche chiaramente affermato che la Regione ha immotivatamente disatteso le indicazioni dell’Ispra in merito all’utilizzo di munizioni atossiche per la caccia agli ungulati, visto che il piombo presente nelle munizioni ordinarie determina seri effetti negativi sulla conservazione delle popolazioni di rapaci necrofagi, che ingeriscono le carni degli animali feriti ed anche sulla salute umana, in relazione al fatto che i frammenti di piombo – di dimensioni estremamente ridotte – non possono essere eliminati durante la macellazione ed il confezionamento delle carni. E tale discostamento dalle indicazioni dell’Ispra è ancor più grave laddove si consideri che il Tar L’Aquila già in precedenza aveva censurato sul punto il precedente calendario, per cui la Giunta Regionale – si legge in sentenza – ha agito 'in contrasto con ogni regola di buon andamento, di trasparenza e di motivazione' su un punto 'che involge la (mancata) tutela della salute pubblica prima ancora delle specie protette'. Il Tar L’Aquila ha anche accolto le doglianze delle associazioni in ordine al fatto che il calendario non è stato sottoposto alla Valutazione di Incidenza Ambientale per i Siti di Interesse Comunitario e le Zps della Rete Natura 2000, cosa che invece doveva essere fatta proprio per l’assenza di un aggiornato piano faunistico-venatorio regionale. Allo stesso modo il Tar L’Aquila ha censurato la mancata protezione dell’orso marsicano nell’intero areale di distribuzione individuato nell’accordo PATOM (Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano), ed è noto a tutti quanta sia la sensibilità anche dell’opinione pubblica verso la protezione di questa specie, simbolo della nostra Regione".
“Le predette censure dimostrano la totale insostenibilità del prelievo venatorio attuato in Abruzzo – ha dichiarato Michele Pezone - e dimostrano la fondatezza degli incessanti appelli al buon senso e al rispetto delle leggi inviati dalle associazioni ambientaliste”.
Si apre finalmente una concreta speranza di salvare la vita a decine di migliaia di animali finora sacrificati sull’altare di una politica filo venatoria che è stata sconfessata dalla magistratura.

lunedì 15 luglio 2013

Febbo: stiamo affrontando le nuove esigenze di conservazione della fauna

(REGFLASH) Pescara, 15 lug. L'assessore alla Caccia, Mauro Febbo interviene sulla sentenza del Tar riguardo il ricorso presentato dalle Associazioni ambientaliste contro il calendario venatorio 2012-2013. "Sin dal mio insediamento in Giunta Regionale - dichiara Febbo - ho iniziato a lavorare sugli aspetti oggi contestati nella sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale dell'Aquila riferito al ricorso delle associazioni ambientaliste, anche attraverso la ristrutturazione degli uffici preposti, impiegando personale altamente qualificato. Mi è stato chiaro da subito che l'attività venatoria necessitava di una inversione di rotta e doveva essere basata sui principi di gestione faunistica: per questo, abbiamo messo in campo diverse iniziative che ci permetteranno di avere, per il futuro, calendari venatori rispondenti alle nuove esigenze di conservazione della fauna selvatica. Le iniziative messe in campo - prosegue Febbo - sono ad ampio raggio e vanno dalla predisposizione del Piano Faunistico Venatorio Regionale (PFVR) che sarà avviato a settembre ed il cui coordinamento scientifico è stato affidato all'ISPRA, alla realizzazione di un sito WEB-gis per la gestione dei dati sugli abbattimenti". Con esplicito riferimento alla contestazione sui periodi di prelievo dell'avifauna migratoria, stabiliti in base alla biologia di specie ed allo stato di conservazione delle singole popolazioni, la mancanza dei dati sui prelievi non ha consentito alla Regione una corretta gestione e quindi un'adeguata motivazione degli scostamenti delle date di chiusura della caccia rispetto a quelle indicate dall'ISPRA. Ad ogni modo, per ovviare a questo e sulla base di quanto indicato dalla Guida dell'ISPRA per la stesura dei calendari venatori, sono state inserite nella proposta del nuovo calendario venatorio, prescrizioni relative alla raccolta ed analisi dei dati e quelle relative all'adozione di un carniere giornaliero. In particolare, per quanto riguarda la raccolta e l'analisi dei dati, la Regione Abruzzo, da quest'anno, adotterà un programma di gestione dati WEB GIS denominato "Artemide", il primo in Italia, che consente, tra l'altro, la raccolta, l'inserimento e l'organizzazione dai dati dai tesserini di abbattimento. L'applicazione consente, con l'inserimento di un semplice link, che permetterà al Mipaaf e al Ministero dell'Ambiente di scaricare direttamente i dati sugli abbattimenti, di ottemperare a quanto stabilito dal DM 27 novembre 2012. Tale programma è in grado, inoltre, di fornire dei report specificando il numero dei capi abbattuti, con una suddivisione per decadi, per comune e per ATC e per tipologia di caccia con il calcolo dello sforzo di caccia. In relazione allo svolgimento dell'attività venatoria nella Zone di Protezione Esterne (ZPE) del PNALM (Parco Nazionale d'Abruzzo), la proposta del prossimo Calendario, contempla tutte le indicazioni fornite dal Tavolo Tecnico Ristretto (TTR), composto da esperti a livello nazionale, peraltro integrate dalle risultanze emerse dai sopralluoghi sul campo effettuati con l'ISPRA. Il calendario prevede, altresì l'obbligo di vaccinazione dal cimurro per i cani che sono utilizzati durante l� attività venatoria nella ZPE del PNALM e l'obbligo di sottoporre ad analisi per la trichinella, tutti i capi di cinghiali abbattuti sull'intero territorio regionale. "Con l'iniziativa della Regione di istituire un TTR - sottolinea Febbo - è stata data attuazione pratica ad un'azione del PATOM (B1) considerata di importanza critica e a priorità molto alta; se si escludono le attività previste dal LIFE ARCTOS, il TTR è il primo, e ad oggi unico, Tavolo ad avere dato attuazione a quanto previsto dal PATOM. Quello che ci lascia perplessi è la possibilità di cacciare liberamente nelle aree limitrofe alla regione Abruzzo (vedi Molise e Lazio) anche nella ZPE. La Regione Abruzzo, ripeto, la prima ad aver affrontato tali problematiche, si vede oggi contestare le iniziative prese per la tutela dell'orso, anche se per aree limitate della regione. Un'ulteriore prescrizione inserita nel calendario è l'obbligo di riconsegna dei tesserini di abbattimento, con previsione dell'applicazione della sanzione amministrativa in caso di inadempimento o di errata compilazione, ai sensi dell'art. 53, comma 4 lett. r) della L.R. 10/04".

 (REGFLASH) (comun.assess.) 13/07/15

L’Aquila. I bracconieri con l’arsenale in casa e il porto d’armi in tasca

Intervento del Corpo Forestale dello Stato

GEAPRESS – Sorpresi dagli agenti forestali del locale Comando Stazione Forestale di Avezzano e di Gioia dei Marsi. Due cacciatori di frodo ma con regolare porto d’armi, ora denunciati per esercizio di attività venatoria in periodo di divieto generale. Un laziale di 60 anni e un abruzzese di 74 anni.

I forestali li hanno bloccati in località Marano nel Comune di Magliano dei Marsi (AQ), nell’ambito di un articolato servizio effettuato per contrastare il fenomeno del bracconaggio. I due erano intenti a caricare sulla loro autovettura le carcasse di due cinghiali. Le armi, recuperate per l’abbattimento, erano invece occultate nei pressi.

Sorprendente quanto altresì scoperto nel corso della perquisizione domiciliare. Nelle loro abitazioni, comunica il Corpo Forestale dello Stato, è stato rinvenuto un vero e proprio arsenale. Tredici fucili, quattro pistole e oltre 450 munizioni complessive detenute e non denunciate. Per loro è scattata l’immediata denuncia all’Autorità Giudiziaria.

Gli Agenti hanno provveduto anche al sequestro delle carcasse degli animali, della carabina utilizzata per l’abbattimento e del relativo munizionamento.

sabato 13 luglio 2013

WWF e Animalisti Italiani vincono di nuovo al Tar sulla caccia e per la tutela dell'orso bruno

WWF E ANIMALISTI ITALIANI VINCONO DI NUOVO AL TAR SULLA CACCIA E PER LA TUTELA DELL'ORSO BRUNO


COMUNICATO STAMPA WWF DEL 13 LUGLIO 2013

Sentenza storica del TAR L'Aquila su caccia, orso e tutela della salute 
pubblica.
KO la Regione Abruzzo.
Censurate tutte le scelte della regione sulla caccia.

Il Tribunale Amministrativo Regionale di L'Aquila giovedì scorso 11 luglio ha pubblicato una straordinaria sentenza su caccia, orso, conservazione delle specie e tutela della salute umana. E' una vittoria per KO quella che WWF e Animalisti Italiani ONLUS hanno ottenuto nei confronti della Regione Abruzzo sul ricorso presentato lo scorso anno contro il calendario venatorio 2012-2013 e ora deciso nel merito.
Il T.A.R., con commenti molto duri, ha censurato l'operato della Regione Abruzzo praticamente su tutte le sue scelte venatorie. Particolare rilevanza acquista il giudizio sulla tutela dell'Orso bruno. Il relativo paragrafo della sentenza si conclude con una frase inequivocabile “Da quanto sopra consegue quindi l’accoglimento della censura sulla mancata protezione dell’orso marsicano nell’intero areale di distribuzione individuato nell’accordo PATOM.”.

Dichiara Michele Pezone, legale delle due associazioni “Assieme ad Augusto De Sanctis, membro per il WWF della Consulta Venatoria regionale, abbiamo predisposto un ricorso a largo spettro su tutti i punti del calendario venatorio 2012-2013. Infatti, erano evidenti le gravissime lacune conoscitive da parte degli uffici regionali che avrebbero dovuto suggerire un atteggiamento molto più cauto da parte dell'ente nella redazione del Calendario al fine di garantire la conservazione della fauna. I giudici hanno riconosciuto la validità delle nostre ragioni. In primo luogo il T.A.R. ha chiarito che la Regione Abruzzo, al contrario di quanto sostenuto dalla Giunta, da anni non ha un regolare Piano Faunistico Venatorio, fatto che impedisce il corretto svolgimento della pratica venatoria. Inoltre, il periodo di caccia per quasi tutte le specie (tra queste Frullino, Codone, Mestolone, Canapiglia, Combattente, Germano reale, Alzavola, Fischione, Folaga, Gallinella d’acqua, Quaglia, Beccaccia, Tortora, Allodola), è stato ampliato a dismisura senza tener conto del parere contrario 
dell'Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione dell'Ambiente. La regione ha altresì illegittimamente concesso la pre-apertura per alcune specie e l'addestramento cani in un periodo non idoneo. Non ha assoggettato come avrebbe dovuto il calendario venatorio a Valutazione di Incidenza Ambientale e non ha individuato nelle aree S.I.C./Z.P.S. i principali punti di migrazione in cui vietare la caccia. Ha varato il calendario venatorio ben oltre il 15 giugno, data stabilita dalla legge, a pochi giorni dall'avvio della stagione venatoria, rendendo così più difficile per le associazioni esercitare in tempo l'opposizione a tali scelte. Ha sub-delegato alle province la possibilità di allungare a febbraio la stagione venatoria violando così le normative che impongono una gestione coordinata del prelievo; ha reso possibile illegittimamente l'uso delle munizioni di piombo e, infine, ed è forse l'aspetto più grave, il T.A.R. ha evidenziato che la Regione Abruzzo ha mancato di tutelare la sua specie simbolo, l'Orso bruno marsicano, evitando di normare in maniera più stringente l'attività venatoria nelle aree di maggiore presenza della specie”.

Dichiara Dante Caserta, presidente f.f. del WWF Italia “Si tratta dell'ennesima vittoria giudiziaria ottenuta sul tema della caccia in Abruzzo. In questi anni abbiamo avuto ben due pronunciamenti favorevoli della Corte Costituzionale, di cui una, recentissima, che ha finalmente abolito il famigerato comparto unico, e una decina di sentenze e sospensive tra T.A.R. e Consiglio di Stato, tutte vinte. Purtroppo devo constatare che solo grazie al nostro sforzo l'attività venatoria viene ricondotta nel solco della legalità nonostante i ricorsi siano stati sempre preceduti da lettere, diffide e appelli pubblici, rimasti tutti 
inascoltati. Ora la Regione Abruzzo, anche in vista dell'ormai prossima decisione sulla nuova stagione venatoria, è completamente al tappeto tenuto conto che il T.A.R., entrando nel merito proprio per indicare la strada per il futuro, ha censurato praticamente l'intero contenuto del calendario venatorio 2012-2013. La parte più sconsolante della sentenza è quella relativa alla mancata tutela dell'orso perché arriva in un momento così difficile per la specie. Da un lato si ripetono sterili proclami da parte della Regione sulla necessità di tutelare la specie e dall'altro il severo giudizio del T.A.R. chiarisce che gli sforzi per la conservazione possono essere vanificati anche dalle scelte filo-venatorie dell'assessorato regionale e dello stesso tavolo tecnico che doveva essere costituito per tutelare la specie e non certo per favorire i cacciatori. Inoltre, voglio evidenziare l'incredibile caso dell'uso delle munizioni di piombo, i cui frammenti sono dannosi per l'uomo e per gli animali protetti in caso di ingestione. I proiettili al piombo sono stati reintrodotti con un tratto di penna sulla delibera di approvazione del calendario da parte della Giunta Regionale, contravvenendo, e cito le stesse parole del TAR, con una simile superficialità ad un profilo prescrittivo altamente delicato, che involge la (mancata) tutela della salute pubblica prima ancora delle specie protette. Ritengo che ormai sia indifferibile una completa inversione nella direzione di marcia di un assessorato che ha scommesso, sbagliando, sulla deriva filo-venatoria promossa dai suoi uffici”.

Dichiara Alex Caporale, vicepresidente degli Animalisti Italiani ONLUS “E' evidente che solo le associazioni ambientaliste stanno combattendo strenuamente la lotta per la sopravvivenza dell'importantissimo patrimonio faunistico abruzzese. Con noi abbiamo la stragrande maggioranza della popolazione che è stanca di vedere morire uccelli e mammiferi. Decine di migliaia di animali sono stati uccisi grazie a provvedimenti che si sono rivelati del tutto illegittimi e per questo coinvolgeremo presto la Corte dei Conti, visto che la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato. Gli eventuali responsabili devono pagare direttamente per scelte totalmente difformi rispetto al dettato delle norme italiane e comunitarie poste a tutela della fauna”.

LA SENTENZA INTEGRALE:

giovedì 11 luglio 2013

L'Aquila, al via piano controllo cinghiali e corsi per volontari

L'Aquila, 10 lug. (Adnkronos) - Due importanti delibere sul tavolo dell' esecutivo della Provincia dell'Aquila, guidato dal presidente Antonio Del Corvo, che ha approvato la realizzazione dei piani di controllo delle specie cinghiale e volpe e di ogni attivita' atta a contenere i gravi danni alla produzione e all'economia agricola.

"Un intervento necessario e di grande rilevanza che va a sanare un fenomeno che attanaglia il territorio della provincia dell'Aquila - afferma Del Corvo - con il conseguente impatto devastante sulle colture e su chi vive delle stesse". "La Provincia dell'Aquila e' da anni attiva sulla questione - spiega l'Assessore alle Attivita' produttive, Antonella Di Nino - e con questo provvedimento, procederemo alla gestione faunistica tramite l'abbattimento selettivo secondo le modalita' previste dai piani triennali di controllo approvati dall'ISPRA, coinvolgendo gli ATC per la designazione degli operatori volontari con qualifica di coadiutore/selecontrollore. Da sottolineare che il maggior numero di presenze di cinghiali si trova nelle aree protette dei Parchi, dove la Provincia non ha competenze; aree protette che si trovano a ridosso dei terreni agricoli, dove gli animali saccheggiano le colture. Occorre un coordinamento territoriale con tutte le aree protette per una gestione che deve essere attuata su tutto il territorio, compreso quello protetto".

Grande soddisfazione del presidente della Commissione Ambiente della Provincia dell'Aquila, Emilio Cipollone, per la solerzia con la quale la Giunta Del Corvo ha approvato due provvedimenti di indiscussa importanza. "Un fenomeno che va assolutamente contrastato in una terra dove l'agricoltura rappresenta sicuramente un punto di forza - dichiarano Cipollone e il consigliere provinciale, Pasqualino Di Cristofano - e' per questo che la Provincia dell'Aquila, mettera' a disposizione dei cacciatori i corsi per il rilascio dell'abilitazione di "Operatore volontario (Coadiutore) nella gestione faunistica di cinghiali, corvidi e volpi". Figure strategiche che contribuiranno a migliorare la gestione del patrimonio zootecnico e la tutela del suolo".

martedì 9 luglio 2013

«Carne di cinghiale nei ristoranti abruzzesi senza controlli sanitari»

La denuncia arriva dal medico veterinario del Parco nazionale della Maiella

VASTO - Tonnellate di carne di cinghiale finiscono senza alcun controllo sanitario sulle tavole dei ristoranti abruzzesi. 

La denuncia arriva dal medico veterinario del Parco nazionale della Maiella, Simone Angelucci, docente del corso abilitante alla caccia di selezione organizzato dall'Ambito territoriale di caccia del Vastese, in corso di svolgimento a Vasto.

Ogni anno nelle quattro province abruzzesi vengono prelevati, mediamente, dai quattromila ai seimila cinghiali nei periodi stabiliti: secondo Angelucci solo il 4/5% di quei capi viene sottoposto a controlli di tipo sanitario limitati nelle vicinanza delle aree protette dove ci sono strutture con veterinari. Alcune patologie che potrebbero essere trasmesse a causa dei mancati controlli sono la trichinellosi, la brucellosi e la tubercolosi suina.

«Per questo motivo - continua il dottor Angelucci - la Regione Abruzzo è inadempiente rispetto alle direttive europee che mirano alla tutela della salute pubblica». Direttive comunitarie del 2004 del cosiddetto «pacchetto igiene» che prevedono la tutela della sanità pubblico rispetto alla trasformazione e commercializzazione delle carni da fauna selvatica.

sabato 6 luglio 2013

Cinghiali in Abruzzo: seimila abbattimenti all'anno senza alcun controllo sanitario

La denuncia emersa durante il corso per selecontrollori organizzato dall'Atc Vastese

ROIO - Battute finali per il corso da "Cacciatore di cinghiale abilitato alla caccia collettiva, conduttore di cane da limiere, cacciatore con metodi selettivi specializzato nel prelievo del cinghiale" organizzato dall'Ambito territoriale di caccia del Vastese. Domattina, presso il poligono di tiro dell'azienda Di Carlo a Roio, si terrà la prova finale di tiro al bersaglio con carabina munita di ottica, superata la quale i partecipanti al corso saranno abilitati al selecontrollo della specie cinghiale. 

Nella mattinata di oggi, invece, l'ultima lezione teorico-pratica a cura dell'avvocato e direttore del corso Giacomo Nicolucci, assistito dal dottor Andrea Tanzariello, sulle tecniche di prelievo ed evisceramento del cinghiale. Prima della sessione scritta di esami, il medico veterinario del Parco Nazionale della Maiella, Simone Angelucci(in basso nella foto, ndr), ha tenuto una lezione sulle problematiche e gli aspetti sanitari legati alla gestione del cinghiale. Un momento di approfondimento culturale durante il quale sono emerse diverse ed importanti criticità relative alla caccia in Abruzzo.

"Ogni anno nelle quattro province abruzzesi vengono prelevati, mediamente, dai quattromila ai seimila cinghiali. Solo il 4 o 5 per cento di quei capi viene sottoposto a controlli di tipo sanitario. - ha spiegato il veterinario Angelucci - E ciò accade perché, di fatto, nella nostra regione, non è attiva una struttura della Asl in grado di garantire la regolare esecuzione dei controlli di laboratorio sulle carni".

Una denuncia forte, dunque, di una situazione grave già nota alle autorità a tutti i livelli, quella fatta da Andreucci, che ha continuato: "Il paradosso è che gli allevatori devono obbligatoriamente sottoporre il proprio bestiame a periodici controlli veterinari, mentre tutta la carne derivante dai prelievi di fauna selvatica non viene affatto controllata. Per questo motivo la Regione Abruzzo è inadempiente rispetto alle direttive europee che mirano alla tutela della salute pubblica. Il cacciatore viene considerato, a livello europeo, un produttore primario e per questo ritenuto responsabile della sicurezza alimentare. L'obiettivo di questo corso è anche quello di predisporre i cacciatori, che volontariamente hanno scelto questa formazione, verso un sistema di filiera corta derivante dalle carni dei selvatici. Negli ultimi venti anni si è fatta una cattiva gestione del cinghiale, visto più come problema che come risorsa, diversamente da quanto accade in altre regioni d'Italia. Ad oggi in Abruzzo mancano i controlli sanitari, quelli che potrebbero permettere la commercializzazione anche nella grande distribuzione delle carni selvatiche o dei derivati".

Nonostante questo quadro desolante e preoccupante, vista la totale assenza di controlli sanitari, non è affatto difficile trovare nei menu dei ristoranti pietanze a base di selvaggina, in particolare cinghiale. Si tratta di carni la cui tracciabilità è ignota, proprio perché frutto degli abbattimenti sia dei cacciatori, ma ancor più dei bracconieri, e soprattutto senza alcun controllo preventivo di tipo sanitario e veterinario. Un fiorente mercato nero che rischia di causare anche problemi di ordine sanitario.

Un motivo in più per mettere subito mano, e anche con una certa urgenza, alla politica venatoria sul cinghiale, con censimenti seri, piani di abbattimento, prelievi di selezione e, finalmente, anche controlli sanitari sulle carni che finiscono nella catena alimentare degli abruzzesi. Dalla Regione e dalla Provincia di Chieti, la più inadempiente delle quattro abruzzesi, qualcuno batta un colpo.

Provincia di Chieti, D'Amico: 'Quando un deciso intervento sul problema dei cinghiali?'

Chieti. "E’ trascorso più di un mese da quando s’è tenuto il tavolo presso l’Assessorato regionale all’Agricoltura sul problema dei cinghiali. Presenti erano le quattro province, le rispettive prefetture, le quattro Organizzazzioni Professionali Agricole, oltre la struttura tecnica e dirigenziale dello stesso Assessorato".

Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D'Amico, che aggiunge: "In quella circostanza si evidenziò, laconicamente, che l’unica provincia a non aver fatto nulla era quella di Chieti. In questo mese è accaduto: uno scarno comunicato del presidente Di Giuseppantonio, una lettera a firma dell’assessore Febbo al ministero dell’Ambiente per pianficare interventi all’interno dei parchi nazionali, l’annuncio e l’avvio di un corso per selecontrollori dell’Atc (Ambito Territoriale di Caccia) del vastese.

Dalla Provincia di Chieti in concreto nulla. Ci saremmo aspettati uno scatto d’orgolio dopo la figuraccia rimediata al tavolo regionale. Nessuna proposta d’intervento urgente, alcuna formalizzazione di una regolamentazione più ampia e duratura, silenzio assoluto su ricerca di sinergie con Atc, mondo venatorio, Asl, forze di polizia, sindaci per mettere al fuoco iniziative immediate e mirate. Il delegato alla caccia, che resta attaccato sì alla poltrona, ma inchiodato politicamente alla responsabilità di non aver fatto nulla in tutti questi anni, tace, non commenta e non agisce. Il presidente della commissione consiliare, Franco Moroni, annuncia riservatamente iniziative che restano solo tali, il presidente della provincia, dopo il rituale comunicato stampa a seguito del tavolo regionale, non esprime più giudizi e parole al riguardo. Nel frattempo il problema persiste e si consolida con i cittadini sempre più sbigottiti di fronte a tanta insipenza. 
Quando dovremo ancora aspettare per constatare qualcosa di concreto? Forse Settembre quando si riaprirà la caccia ed il numero dei cinghiali calera naturlamente per l’alto numero di abbattimenti".

mercoledì 3 luglio 2013

Chieti. Cinghiali: la Provincia dorme, i cacciatori invece tornano sui libri

Gestione e contenimento della popolazione di cinghiali: la Provincia dorme, i cacciatori invece tornano sui libri per essere pronti ad un eventuale prelievo con metodi selettivi.

Nell'attesa che la Provincia di Chieti riesca finalmente a partorire un piano di contenimento della specie cinghiale, l'Atc Vastese mette in campo un corso da "Cacciatore di cinghiale abilitato alla caccia collettiva, conduttore di cane da limiere, cacciatore con metodi selettivi specializzato nel prelievo del cinghiale".

Questa mattina, presso la sala conferenze della struttura ricettiva Bosco di don Venanzio a Pollutri, hanno preso il via le lezioni teoriche e pratiche tenute dall'avvocato Giacomo Nicolucci, direttore del corso, e dal dottor Andrea Tanzariello.

Ad aprire l'incontro il saluto del presidente dell'Ambito territoriale di caccia del Vastese, Donato D'Angelo: "E' incredibile che la Provincia non deliberi un piano di contenimento della specie cinghiale. Le altre Province lo hanno già fatto, quella di Chieti è ancora inadempiente, nonostante il richiamo formale da parte della Regione Abruzzo. Nell'attesa che l'ente politico si decida finalmente a fare il suo lavoro, l'Atc del Vastese lancia questo primo corso di formazione per selecontrollori. E' nostra intenzione puntare seriamente sulla preparazione e l'aggiornamento continuo dei nostri cacciatori. Stiamo pensando quindi ad un percorso formativo permanente, in modo da rendere sempre più consapevoli e aggiornati i nostri iscritti".

Sulla stessa lunghezza d'onda, cioè sull'importanza di avere cacciatori sempre più competenti e anche abilitati al prelievo del cinghiale con metodi selettivi, il coordinatore regionale dell'ArciCaccia, Angelo Pessolano, e il suo collega dell'Enalcaccia, Roberto Lalli.

Prima dell'avvio delle lezioni è intervenuto, per un breve saluto, il sindaco di Pollutri, Nicola Benedetti.
"I cinghiali, è inutile negarlo, rappresentano per noi, per gli agricoltori in particolare, un vero problema. Occorre mettere in campo tutte le azioni possibili per contenerne il numero in modo che non arrechino troppi danni al comparto agricolo. Saluto, dunque, con piacere e soddisfazione questo corso per selecontrollori organizzato dall'Atc Vastese. Se sarà necessario, come sindaco, sono pronto anche ad autorizzare gli abbattimenti all'intero della riserva".

Dopo i primi interventi si è entrati nel merito, con l'avvio delle lezioni da parte del direttore del corso, l'avvocato Nicolucci. Il percorso formativo prevede uscite sul campo e dimostrazioni pratiche. Al termine del corso è previsto un esame finale e ovviamente l'abilitazione è condizionata al superamento della prova pratica di tiro, con carabina munita di ottica di puntamento, su sagoma a cento metri.

Abruzzo: la previsione di un unico comparto regionale contrasta con le disposizio​ni statali

Il territorio regionale agro-silvo-pastorale destinato alla caccia programmata in ambiti territoriali di caccia, deve essere ripartito in dimensioni subprovinciali, possibilmente omogenei e delimitati da confini naturali. Dunque, la previsione di un unico comparto regionale contrasta con la regolamentazione nazionale della caccia alle specie migratorie.

Per questo la Corte Costituzionale – con sentenza 20 giugno 2013, n. 142 dichiara incostituzionale la legge regionale dell’Abruzzo del 2004, “Normativa organica per l’esercizio dell’attività venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la tutela dell’ambiente”. La questione di legittimità è stata sollevata nel corso di un giudizio amministrativo riguardante il calendario venatorio 2011-2012 in Abruzzo.

Alcune associazioni ambientali hanno contestato la legittimità degli atti della Regione che l’hanno approvato. Perché non osservano una contraria indicazione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Perché, dal momento che il calendario venatorio risulta meramente attuativo delle disposizioni regionali, queste contrastano con la normativa statale. Le disposizioni, infatti, prevedono un unico comparto regionale in luogo di quelli di dimensioni sub provinciali.

Il comparto unico sulla fauna migratoria è previsto dalla legge regionale che dispone l’iscrizione di diritto al comparto unico dei cacciatori iscritti a un ambito territoriale di caccia (Atc) abruzzese o residenti in Regione e disciplina le giornate settimanali di caccia consentite. Mentre quelli subprovinciali sono previsti dalla legge nazionale (157/1992), quella che detta le disposizioni per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.

La legge nazionale ha introdotto la nozione di ambito di caccia “di dimensioni subprovinciali” proprio per assicurare la naturale omogeneità degli ambienti venatori, Infatti, dispone che le regioni, con apposite norme, sentite le organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale e le province interessate, ripartiscono il territorio agro-silvo-pastorale destinato alla caccia programmata in ambiti territoriali di caccia, di dimensioni subprovinciali, possibilmente omogenei e delimitati da confini naturali (articolo 14, 1 comma legge 157/1992).

Con tale disposizione – così come ha già chiarito la Corte Costituzione con una sentenza del 2000 – il legislatore nazionale ha cercato di individuare un punto di equilibrio tra il primario obiettivo dell’adeguata salvaguardia del patrimonio faunistico nazionale e l’interesse all’esercizio dell’attività venatoria, attraverso la previsione di penetranti forme di programmazione dell’attività di caccia.

In tale prospettiva diventa qualificante la valorizzazione delle caratteristiche di omogeneità, dal punto di vista naturalistico, dei territori nei quali si esercita la caccia. Tali caratteristiche devono essere adeguatamente considerate dalle Regioni in vista della delimitazione degli ambiti territoriali di caccia. Anche perché l’aspetto rilevante, nel disegno del legislatore statale, è quello della realizzazione di uno stretto vincolo tra il cacciatore e il territorio nel quale esso è autorizzato a esercitare l’attività venatoria.

Quindi attraverso la ridotta dimensione degli ambiti stessi, il legislatore statale ha voluto pervenire a una più equilibrata distribuzione dei cacciatori sul territorio, e attraverso il richiamo ai confini naturali, ha voluto conferire specifico rilievo – in chiave di gestione, responsabilità e controllo del corretto svolgimento dell’attività venatoria – alla dimensione della comunità locale, più ristretta e più legata sotto il profilo storico e ambientale alle particolarità del territorio.

La previsione di un unico comparto regionale dimentica queste finalità. Anzi si pone in evidente contrasto con il modello statale, non solo per la mancata scansione in ambiti venatori subprovinciali dell’intero territorio regionale, ma anche per l’omessa considerazione delle peculiarità ambientali, naturalistiche e umane afferenti ai singoli contesti territoriali.

lunedì 1 luglio 2013

Febbo: sentenze riguardano passate amministrazioni

(REGFLASH) L'Aquila, 26 giu. - "Allo scopo di chiarire eventuali equivoci, intendo precisare che le sentenze depositate recentemente dal TAR Abruzzo e dalla Corte Costituzionale, sono entrambe riferite ad attività della Struttura regionale risalenti ad epoche pregresse". Lo afferma l'assessore alla Caccia, Mauro Febbo, intervenendo sulla questione relativa alle sentenze della Corte costituzionale e del Tar. "La decisione della Consulta - aggiunge Febbo - ha ritenuto infondata la costituzione del 'Comparto unico per la migratoria' , avvenuta per effetto della L.R. 106 del 2005 che modifica integrando l'art. 43, comma 6 della L.R. 10/2004. È ovvio, che la responsabilità delle decisioni di allora non possono e non devono essere attribuite a chi attualmente si occupa e si preoccupa della materia". Per quel che riguarda invece la sentenza del TAR riferita al ricorso avverso il calendario venatorio 2009/2010, "è bene premettere - chiarisce l'assessore Mauro Febbo - che l'errore rilevato nel Calendario scaturisce da una errata lettura dell'art. 18 bis introdotto alla L. 157/92 nel 2009, che stabiliva diversi periodi di caccia per le specie migratorie e che, proprio per la sua limitata chiarezza ed il largo margine interpretativo, nel 2012 ha indotto 11 regioni a produrre calendari venatori, fra loro simili, osservati in altrettanti ricorsi avversi. Per la tranquillità dei diversi portatori di interesse ? conclude l'Assessore - in materia di caccia consentita e controllata, posso affermare che, è cresciuta la capacità e la consapevolezza di questo Assessorato e delle competenti Strutture regionali, ad operare in assoluta conformità delle normative comunitarie e nazionali, con una gestione tecnico-scientifica della materia. Questo si realizza attraverso l'assidua e proficua collaborazione con quanti sono istituzionalmente preposti alla gestione e tutela dell'ambiente e della fauna, compreso l'Ipra, e che hanno prodotto protocolli e progetti finalizzati alla gestione di singole specie come il progetto Coturnice, il progetto Lepre Italica, l'istituzione del Tavolo Tecnico per il Patom, azione B1. Inoltre, le strutture amministrative di questo Assessorato si sono dotate di un programma informatizzato per la raccolta, la gestione e l'accesso ai dati riferiti agli abbattimenti che si verificano durante la stagione di caccia che consente un attento e puntuale monitoraggio sulle condizioni e sulle evoluzioni dello stato delle diverse specie animali sul territorio". (REGFLASH) US 130625