giovedì 10 agosto 2023

Caccia: la stagione venatoria riapre tra le polemiche. La maggior parte degli italiani e’ contraria ma anche le associazioni animaliste chiedono modifiche urgenti alla Regione Abruzzo

I molteplici ricorsi delle Associazioni ambientaliste, anche negli anni scorsi, tutti vinti contro la Regione Abruzzo hanno costretto la Giunta Regionale a recepire alcune richieste nella stesura del Calendario Venatorio 2023-2024 da poco approvato. Assolutamente insoddisfatti si sono invece dichiaratiFedercaccia, Enalcaccia, Italcaccia e tutte le altre Associazioni di cacciatori secondo cui la caccia a molteplici specie sarebbe stata posticipata (al primo ottobre), mentre la chiusura risulterebbe anticipatadanneggiando l’esercizio della caccia. Tant’è che lo stesso Avvocato Alessandro Dioguardi, Presidentedella ATC (Ambito territoriale di Caccia) di Pescara, schierandosi dalla parte delle associazioni venatorie ha manifestato”ampia perplessità sulle scelte compiute dall’Ufficio Tecnico dell’Assessorato all’Agricoltura ( presieduto dal vice Presidente Imprudente n.d.r.). Scelte incomprensibilmente abdicative del potere discrezionale a fronte di un piano faunistico recentemente approvato, ed appiattite sul parere Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale n.d.r.) rispetto al quale sono maggiormente restrittive". E’ bene precisare che nell’organo direttivo dell’ATC di Pescara l’influenza dei 6 membri delle Associazioni venatorie, schierate contro le restrizioni previste nel Calendario Venatorio, è numericamente superiore ai 4 membri delle Associazioni ambientaliste. D'altra parte gli ambientalisti sottolineano che la pratica della cacciaè in via di estinzione in Italia con un calo di 200.000 doppiette in 10 anni. C'è poi da considerare i danniprovocati dai cacciatori oltre che all'ambiente anche alle varie specie animali tra cui quella degli umani: nella stagione venatoria del 2021/2022 in base ai dati ISTATci furono 54 feriti e 13 morti. Resta da capire, ma fino ad un certo punto, il mistero del perché in Italia ancora si pratichi questa attività, quando, secondo un sondaggio commissionato dal WWF del 2022, il 76% degli italiani è contro la caccia e vorrebbe vietarla su tutto il territorio nazionale. 

 

Fonte: abruzzoindiopendent.it del 09 agosto 2023 

Fidc Chieti critica Calendario Venatorio Abruzzo

“Non possiamo restare in silenzio e prendiamo le distanze dall’approvazione del nuovo calendario venatorio per la stagione 2023/2024, che umilia i circa 15mila cacciatori abruzzesi, ingiustamente penalizzati rispetto a quelli delle regioni limitrofe, prevedendo insensate e punitive limitazioni temporali dell’esercizio venatorio, con aperture notevolmente ritardate e chiusure anticipate rispetto alle leggi vigenti in materia, causando pesanti ricadute anche sull’economia regionale”.

Così in una nota Bruno De Felice, presidente per la provincia di Chieti di Federcaccia, associazione maggiormente rappresentativa nel comparto caccia, che spiega: “L’Ufficio Caccia dell’Assessorato all’Agricoltura ha completamente rinunciato ad esercitare il potere discrezionale che consentiva scelte confortate da copiosi dati scientifici raccolti in questi anni, grazie al lavoro svolto dagli Ambiti Territoriali di Caccia in collaborazione con la Regione, e limitandosi a redigere un calendario che scippa quasi due mesi di attività agli abruzzesi, evidentemente ritenuti cacciatori di serie B rispetto ai colleghi delle altre Regioni. Disattendendo, inoltre, quelle che sono da sempre le indicazioni delle Federcaccia”.

“Infatti – viene sottolineato – sarebbe bastato riprendere il calendario approvato dalle regioni confinanti che se pur perfettibile, non ha mostrato criticità ed ha garantito un corretto equilibrio tra le esigenze di tutela della fauna ed il proficuo esercizio venatorio”.

Fonte: bighunter.it del 08 agosto 2023


Dura protesta di Italcaccia per il nuovo calendario venatorio della Regione Abruzzo

 L’Aquila. “Arriva forte e chiara la protesta dell’Italcaccia. Una delle associazioni venatorie più seguite dal popolo dei cacciatori abruzzesi.” È quanto si legge in una nota diffusa oggi. “Un colpo fragoroso, una contestazione aspra che nel mirino ha ben inquadrato il calendario venatorio 2023-24, appena partorito dalla Regione Abruzzo”, continua la nota.

“E la contestazione trova le giuste parole e l’analisi attenta di Francesco Verì, presidente regionale dell’Italcaccia per delle scelte che non trovano nessuna ragione di essere.”

eADV

“Con l’approvazione del calendario venatorio 2023-2024”, dichiara Verì, “la Regione Abruzzo sancisce un altro anno di delusione tra i cacciatori, ormai rassegnati e sempre più amareggiati da una situazione di costante declino dell’ambiente venatorio abruzzese. Ancora una volta, per l’ennesimo anno, la Regione Abruzzo con l’assessore Imprudente dimostra di non essere dalla parte dei cacciatori, ignorando completamente le osservazioni preliminari fatte dalle associazioni venatorie. Nonostante le possibilità di confronto con le associazioni venatorie, dati scientifici, studi fatti da legittimi osservatori faunistici  nelle sedi istituzionali preposte e riconosciute dalle leggi, purtroppo, ad oggi, abbiamo maturato, ulteriore e definitiva  consapevolezza della scarsa o meglio nulla, attenzione che l’Assessorato Regionale sulla caccia rivolge all’attività venatoria, unita alla sconcertante disinvoltura con cui si ritiene di poter disattendere impegni formali assunti con le associazioni di categoria, non solo quelle venatorie, e trasfusi in deliberazioni caratterizzate dal crisma dell’ufficialità.”

“Dati sconcertanti”, prosegue Verì, “sono quelli relativi alla chiusura delle specie Turdidi e Beccaccia, i quali prelievi sono consentiti dal primo Ottobre al 10 e 20 Gennaio.  Con il posticipare l’apertura della stagione venatoria al I ottobre diventa inammissibile, tra l’altro, l’addestramento dei propri ausiliari a decorrere dal 01 Settembre (la norma prevede l’addestramento dei cani 30 giorni prima dell’inizio della stagione venatoria), concedendo così poco tempo all’allenamento dei propri cani.”

“Ormai siamo stanchi di ribadire che l’Abruzzo sembra essere una regione del tutto estranea all’Italia. Come si evince ampiamente dai calendari venatori adottati dalle regioni limitrofe. Basta osservare l’ultimo calendario venatorio deliberato dalla Regione Umbria per capire, con dati alla mano, quali sono le date vere per il prelievo delle specie suddette. Altro dato a conferma di quanto espresso è la recente sentenza del Tar Umbria n.08/2023.eADV


Fonte: abruzzolive.it del 08 agosto 2023


Abruzzo/calendario venatorio, Enalcaccia protesta

 Arriva forte e chiara la protesta dell’Italcaccia.

Una delle associazioni venatorie più seguite dal popolo dei cacciatori abruzzesi. Un colpo fragoroso, una contestazione aspra che nel mirino ha ben inquadrato il calendario venatorio 2023.24, appena partorito dalla Regione Abruzzo. E la contestazione trova le giuste parole e l’analisi attenta di Francesco Verì, presidente regionale dell’Italcaccia per delle scelte che non trovano nessuna ragione di essere.

“Con l'approvazione del calendario venatorio 2023 – 2024”, attacca Verì, “la Regione Abruzzo sancisce un altro anno di delusione tra i cacciatori, ormai rassegnati e sempre più amareggiati da una situazione di costante declino dell'ambiente venatorio abruzzese. Ancora una volta, per l'ennesimo anno, la Regione Abruzzo con l'assessore Imprudente dimostra di non essere dalla parte dei cacciatori, ignorando completamente le osservazioni preliminari fatte dalle associazioni venatorie. Nonostante le possibilità di confronto con le associazioni venatorie, dati scientifici, studi fatti da legittimi osservatori faunistici  nelle sedi istituzionali preposte e riconosciute dalle leggi, purtroppo, ad oggi, abbiamo maturato, ulteriore e definitiva  consapevolezza della scarsa o meglio nulla, attenzione che l’Assessorato Regionale sulla caccia rivolge all’attività venatoria, unita alla sconcertante disinvoltura con cui si ritiene di poter disattendere impegni formali assunti con le associazioni di categoria, non solo quelle venatorie, e trasfusi in deliberazioni caratterizzate dal crisma dell’ufficialità. Dati sconcertanti”, prosegue Verì, “sono quelli relativi alla chiusura delle specie Turdidi e Beccaccia, i quali prelievi sono consentiti dal primo Ottobre al 10 e 20 Gennaio.

Con il posticipare l’apertura della stagione venatoria al I ottobre diventa inammissibile, tra l’altro, l’addestramento dei propri ausiliari a decorrere dal 01 Settembre (la norma prevede l’addestramento dei cani 30 giorni prima dell’inizio della stagione venatoria), concedendo così poco tempo all’allenamento dei propri cani. Ormai siamo stanchi di ribadire che l’Abruzzo sembra essere una regione del tutto estranea all’Italia. Come si evince ampiamente dai calendari venatori adottati dalle regioni limitrofe. Basta osservare l’ultimo calendario venatorio deliberato dalla Regione Umbria per capire, con dati alla mano, quali sono le date vere per il prelievo delle specie suddette. Altro dato a conferma di quanto espresso è la recente sentenza del Tar Umbria n.08/2023. L’innegabile intento punitivo e persecutorio attuata dalla Regione Abruzzo”, chiarisce il presidente regionale Italcaccia, “ trova, incontrovertibile, conferma nella sconcertante decisione di recepire, acriticamente, il parere reso dell’ISPRA, anche nella parte in cui non vengono espresse valutazioni di ordine tecnico ma sciorinate evanescenti considerazioni di merito, non rientranti nella competenza di tale istituto e, quindi, per consolidata giurisprudenza, non vincolanti (si veda l’assurda decisione di posticipare al 01 ottobre il prelievo di quasi tutte le specie ornitiche, anche quelle stanziali oggetto di immissione). Il popolo dei Cacciatori abruzzesi, quelli con la C maiuscola”, conclude Verì, “ che hanno sempre rispettato le leggi e le regole democratiche, che danno tanti contributi all’ambiente a partire dalla lotta al bracconaggio per la tutela della fauna selvatica, alla lotta agli incendi boschivi, all’inquinamento, alla pulizia di boschi, a dare una cultura di amore per l’ambiente è stanco di essere, ancora una volta, maltrattato; è chiaro l’ostracismo opposto al mondo venatorio e gli insensati pregiudizi avversati alla categoria dei cacciatori, composta da cittadini dalla specchiata ed  integerrima condotta civile e morale. Dai cacciatori abruzzesi”, chiosa Verì, “saranno condivise tutte le successive iniziative giudiziarie e di legittima protesta che sicuramente verranno intraprese”.

 

Fonte: giornaledimontesilvano.com del 08 agosto 2023

lunedì 7 agosto 2023

Calendario venatorio 2023/2024. Accolte sono in piccola parte le richieste avanzate dal WWF Abruzzo. Restano criticità.


Comunicato stampa del 5 agosto 2023 

Approvato il Calendario Venatorio 2023/2024 della Regione Abruzzo 

Accolte sono in piccola parte le richieste avanzate dal WWF Abruzzo 

Restano criticità su alcuni periodi di apertura, su alcune specie che rimangono cacciabili, sull’impatto dell’attività venatoria nelle terre dell’Orso. 

 

Durante la seduta del 4 agosto, la Giunta regionale ha approvato il calendario venatorio per la stagione 2023-2024, il documento redatto ogni anno dalla Regione Abruzzo che disciplina l’attività di caccia sul nostro territorio.  

Il WWF Abruzzo aveva presentato le proprie osservazioni alla bozza di calendario presentata in occasione della consulta venatoria. 

La versione approvata, accoglie qualche piccola osservazione avanzata dall’Associazione e, in generale, appare migliorata sotto alcuni punti di vista e rispetto all’intervento su alcune specie, grazie soprattutto ai molteplici ricorsi del WWF e di altre Associazioni, tutti vinti, chesi sono susseguiti già dal 2009, ma continua a presentare criticità, alcune delle quali si ripropongono ciclicamente. 

Non è stata introdotta l’apertura generale al 1° ottobre, come da sempre chiede il WWF Abruzzo, sono state eliminate le preaperture di alcune specie quali Quaglia e Fagiano, ma resta la possibilità di cacciare, seppure con alcune limitazioni, altre specie quali Cornacchia grigia, Gazza, Ghiandaia e Merlo. Le pre-aperture possono creare impatti negativi sulla fauna selvatica, anche su quella non cacciabile, in quanto a settembre molte specie sono ancora nella fase di cura della prole. L’apertura unica a ottobre, inoltre, consentirebbe di ottimizzare la vigilanza venatoria (sempre meno presente sul territorio a causa dello smantellamento delle Polizie provinciali) e di ridurre il fenomeno del bracconaggio. 

Stesso discorso per la chiusura che per il WWF Abruzzo dovrebbe essere fissata al 31 dicembre per tutte le specie di uccelli e che invece per alcune si protrae oltre. Per la Beccaccia è fissata al 20 gennaio, anche contro il parere dell’ISPRA, che in considerazione della forte pressione venatoria a cui è sottoposta la specie e della maggiore vulnerabilità che la contraddistingue nella seconda metà dell’inverno, suggerisce la chiusura della caccia al 31 dicembre. Per il Colombaccio la chiusura è fissata addirittura al 10 febbraio. 

Il WWF aveva chiesto anche la sospensione della caccia alla Coturnice specie per la quale non si registra un miglioramento relativo allo status di conservazione (la specie è inserita nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli” 2009/147/EC e ha uno stato di conservazione sfavorevole in Italia) e per la quale la Regione Abruzzo ha un ruolo chiave per la salvaguardia. 

La sospensione della caccia era stata chiesta anche per l’Allodola, specie in stato di conservazione sfavorevole con un calo della popolazione in Europa (SPEC 3; BirdLife International 2004; www.ebcc.info/index.php?ID=612) e per la sua tutela non sono sufficienti le limitazioni inserite nella proposta di calendario venatorio.  

La Regione Abruzzo sembra sorda a quanto attiene alla tutela dell’Orso marsicano e continua a dimenticare, nonostante il WWF lo ricordi in ogni occasione, che con la DGR n. 480/2018 è stata istituita l’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Non vengono introdotte nel Calendario venatorio le indicazioni e le prescrizioni che questo comporta in base alla Legge quadro sulle Aree Protette (che risale al 1991) come la modifica del carico venatorio e la definizione dei modi e dei tempi di caccia distinti. Indicazioni queste chiaramente riportate anche nel parere ISPRA. Il Calendario venatorio non rispetta nemmeno quanto chiaramente indicato dal PATOM - Piano d’azione sull’orso bruno marsicano (azione B5) che indica, per l’area individuata di presenza della specie, l’utilizzo della tecnica della girata e non quella della caccia in battuta, indipendentemente dal numero di cani utilizzati. 

Viene accolta, invece, l’indicazione di eliminare l’attività di addestramento cani per tutto il mese di agosto. 

Nessun accenno nel calendario approvato nemmeno al divieto di caccia nelle aree percorse da incendi, come peraltro ricordato dal WWF Italia con una specifica nota inviata a tutte le regioni alcune settimane fa, e a quello di abbandono di cartucce. 

“In conclusione – commenta Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo – il calendario venatorio della Regione Abruzzo negli anni, grazie al grande lavoro fatto dalle Associazioni, è sicuramente migliorato, ma continua a presentare evidenti criticità, da sempre sottolineate dal WWF e alcune delle quale riprese anche nel parere dell’ISPRA, che potrebbero essere sicuramente evitate se il governo regionale impostasse finalmente la programmazione faunistica sul rispetto e la conservazione di questo patrimonio comune e non solo per favorire le richieste del mondo venatorio.” 

 

Approvato Calendario Venatorio per la stagione 2023-2024

Nella seduta del 4 agosto 2023 la Giunta Regionale ha approvato il calendario per la stagione venatoria 2023-2024.

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