Comunicato stampa del 5 agosto 2023
Approvato il Calendario Venatorio 2023/2024 della Regione Abruzzo
Accolte sono in piccola parte le richieste avanzate dal WWF Abruzzo
Restano
criticità su alcuni periodi di apertura, su alcune specie che rimangono
cacciabili, sull’impatto dell’attività venatoria nelle terre
dell’Orso.
Durante la seduta del 4 agosto, la Giunta regionale ha approvato il calendario venatorio per la stagione 2023-2024, il
documento redatto ogni anno dalla Regione Abruzzo che disciplina l’attività di caccia sul nostro
territorio.
Il
WWF Abruzzo aveva presentato le proprie osservazioni alla bozza di
calendario presentata in occasione della consulta venatoria.
La
versione approvata, accoglie qualche piccola osservazione avanzata
dall’Associazione e, in generale, appare migliorata sotto alcuni punti
di vista e
rispetto all’intervento su
alcune
specie, grazie soprattutto ai molteplici ricorsi del WWF e di altre
Associazioni, tutti vinti, chesi sono susseguiti già dal 2009, ma
continua a presentare criticità, alcune delle quali
si ripropongono ciclicamente.
Non è stata introdotta
l’apertura generale al 1° ottobre, come da sempre chiede il WWF
Abruzzo, sono state eliminate le preaperture di alcune specie quali
Quaglia e Fagiano, ma resta la possibilità di cacciare, seppure con
alcune limitazioni, altre specie quali Cornacchia
grigia, Gazza, Ghiandaia e Merlo. Le pre-aperture possono creare
impatti negativi sulla fauna selvatica, anche su quella non cacciabile,
in quanto a settembre molte specie sono ancora nella fase di cura della
prole. L’apertura unica a ottobre, inoltre, consentirebbe
di ottimizzare la vigilanza venatoria (sempre meno presente sul
territorio a causa dello smantellamento delle Polizie provinciali) e di
ridurre il fenomeno del bracconaggio.
Stesso discorso per la chiusura che per il WWF Abruzzo dovrebbe essere fissata al
31 dicembre per tutte le specie di uccelli
e che invece per alcune si protrae oltre. Per la Beccaccia è fissata
al
20 gennaio, anche contro il parere dell’ISPRA, che in considerazione
della forte pressione venatoria a cui è sottoposta la specie e della
maggiore vulnerabilità che la contraddistingue nella
seconda metà dell’inverno, suggerisce la chiusura della caccia al 31
dicembre. Per il Colombaccio la chiusura è fissata addirittura al 10
febbraio.
Il WWF aveva chiesto anche la
sospensione della caccia alla Coturnice specie per la quale non
si registra un miglioramento relativo allo status di conservazione (la
specie è inserita nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli” 2009/147/EC e
ha uno stato di conservazione sfavorevole
in Italia) e per la quale la Regione Abruzzo ha un ruolo chiave per la
salvaguardia.
La sospensione della caccia era stata chiesta anche per l’Allodola,
specie in stato di conservazione sfavorevole con un calo della popolazione in Europa (SPEC 3; BirdLife International 2004;
www.ebcc.info/index.php?ID=612) e per la sua tutela non sono sufficienti le limitazioni inserite nella proposta di calendario venatorio.
La Regione Abruzzo sembra sorda a quanto attiene alla
tutela dell’Orso marsicano e continua a dimenticare, nonostante il WWF lo ricordi in ogni occasione, che con la DGR n. 480/2018 è stata istituita
l’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Non
vengono introdotte nel Calendario venatorio le indicazioni e le
prescrizioni che questo comporta in base alla Legge quadro sulle Aree
Protette (che risale al 1991) come la modifica del
carico venatorio e la definizione dei modi e dei tempi di caccia
distinti. Indicazioni queste chiaramente riportate anche nel parere
ISPRA. Il Calendario venatorio non rispetta nemmeno quanto chiaramente
indicato dal PATOM - Piano d’azione sull’orso bruno
marsicano (azione B5) che indica, per l’area individuata di presenza
della specie, l’utilizzo della tecnica della girata e non quella della
caccia in battuta, indipendentemente dal numero di cani utilizzati.
Viene accolta, invece, l’indicazione di eliminare l’attività di addestramento cani per tutto il mese di agosto.
Nessun
accenno nel calendario approvato nemmeno al divieto di caccia nelle
aree percorse da incendi, come peraltro ricordato dal WWF Italia con una
specifica
nota inviata a tutte le regioni alcune settimane fa, e a quello di
abbandono di cartucce.
“In
conclusione – commenta Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo – il
calendario venatorio della Regione Abruzzo negli anni, grazie al grande
lavoro fatto
dalle Associazioni, è sicuramente migliorato, ma continua a presentare
evidenti criticità, da sempre sottolineate dal WWF e alcune delle quale
riprese anche nel parere dell’ISPRA, che potrebbero essere sicuramente
evitate se il governo regionale impostasse
finalmente la programmazione faunistica sul rispetto e la conservazione
di questo patrimonio comune e non solo per favorire le richieste del
mondo venatorio.”