martedì 24 settembre 2013

Chieti. Emergenza cinghiali, la Provincia si copre di ridicolo

Il delegato alla Caccia, Staniscia, annuncia un programma triennale di prelievi. Intanto il selecontrollo non è mai partito

Emergenza cinghiali: la farsa continua. La Provincia di Chieti annuncia, mediante il solito pomposo comunicato stampa, che ha redatto il programma triennale di gestione dei cinghiali. "La prevenzione dei danni all’agricoltura entra nella fase B", è il proclama degli amministratori provinciali, peccato che la cosiddetta fase A, quella di emergenza che sarebbe dovuta partire in agosto mediante selecontrollo, è rimasta lettera morta, deliberatamente dimenticata o meglio insabbiata.

Sono in corso in questi giorni, spiegano dall'ente chietino, le ultime interlocuzioni con i portatori di interesse coinvolti nella definizione del programma triennale di gestione della popolazione dei cinghiali redatto dalla provincia di Chieti e che verrà approvato nel corso del Consiglio provinciale del prossimo 26 settembre, perfettamente in linea con la tempistica stabilita dall’Ente per l’adozione degli interventi che la legge regionale prevede in materia.

Parlare di tempistica, in questo caso, vista la farsa del selecontrollo, è davvero un'offesa all'intellegenza dei cittadini.

“Stiamo ultimando le audizioni con le associazioni venatorie, le ATC, le associazioni ambientaliste e degli agricoltori. Abbiamo affrontato il problema cinghiali secondo le direttive ben precise, impartite con rigore dal Presidente Di Giuseppantonio. La fase programmatica, detta fase B è pronta, appena approvata in Consiglio diventerà efficace e concretamente risolutiva per la particolare situazione creatasi nella provincia di Chieti a causa della diffusione territoriale del cinghiale in aree intensamente sfruttate dal punto di vista agricolo e talora in aree residenziali - dichiara il Presidente della Commissione Agricoltura Franco Moroni - L’ISPRA (Istituto Superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale) ha espresso parere favorevole sul piano redatto dalla provincia di Chieti, avallando il buon lavoro svolto dal Servizio Caccia e Pesca”.

Il delegato alla Caccia, il consigliere Giovanni Staniscia: “Si entra nella fase di attuazione del programma triennale di prelievo dei cinghiali come soluzione a lungo termine e sotto il coordinamento della Polizia provinciale. Si applica nelle zone vietate alla caccia ed è vincolante durante tutto l’anno. D’altronde il proliferare incontrollato dei cinghiali è un problema serio che pesa sulle casse dell’ente con le tante richieste di risarcimento dei danni alle colture e agli allevamenti. La regione trasferisce annualmente fondi che la provincia deve ripartire tra gli agricoltori: ad esempio nel 2011 a fronte di 452 mila euro di danni quantificati abbiamo ricevuto 121 mila euro di fondi, nel 2012 è andata meglio e abbiamo ricevuto 230 mila euro su 370 mila di danni, in quanto ci siamo fatti carico di richiedere integrazioni aggiuntive. Per i sinistri denunciati sulle strade provinciali, che nel 2012 hanno raggiunto le 77 istanze, non riceviamo risorse”.

Si dice soddisfatto anche il Presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio: “La prevenzione dai danni derivanti dai cinghiali è indispensabile in un momento in cui si fa difficoltà a far fronte alle spese ordinarie, basta affrontarla nell’ambito di una gestione della fauna selvatica che mira all’equilibrio con le tipiche attività agricole e pastorali che caratterizzano il nostro territorio. Per i nostri agricoltori si prospettano le condizioni per arginare seriamente i danni da cinghiali”.

Se la fase B, il programma di prelievo triennale "diventerà efficace e concretamente risolutiva" come la fase A, i cinghiali possono dormire sonni tranquilli.

Nessun commento: