martedì 3 dicembre 2013

Cacciatore ucciso a Lanciano (Ch). L’avvocato del cacciatore indagato: non si aspettava di trovarlo dove ha sparato

Lutto cittadino a Treglio per l’addio all’assessore

Alle 9,30 i funerali di Franco Pasquini ucciso per sbaglio con una fucilata L’avvocato del cacciatore indagato: non si aspettava di trovarlo dove ha sparato

TREGLIO. È proclamato per oggi il lutto cittadino a Treglio, dove Franco Pasquini era assessore all’urbanistica e alle politiche agricole. Il funerale del sindacalista e dipendente della Sangritana, morto a 54 anni per un tragico incidente durante una battuta di caccia al cinghiale, viene celebrato questa mattina, alle 9,30, nella chiesa di Maria Santissima Assunta, nella piazza principale del comune. Per l’ultimo saluto è attesa tantissima gente, la stessa che ieri ha affollato l’obitorio dell’ospedale Renzetti per stringersi al dolore della moglie Maria Grazia e dei tre figli Dario, Luca e Fabio.

La tragedia di sabato è anche quella di Francesco Di Paolo, il pensionato di 71 anni che ha premuto il grilletto contro l’amico, convinto invece di puntare a un cinghiale, e che adesso si ritrova indagato per omicidio colposo. «È sconvolto, anche se all’esterno la sua è una reazione equilibrata», dice il suo avvocato, Giacomo Nicolucci. Dopo l’incidente Di Paolo si è assunto subito la responsabilità del ferimento, e quindi della morte di Pasquini. Ha collaborato con i carabinieri, che lo hanno portato nella caserma di via Del Verde, da dove poi è tornato a casa una volta formalizzata la denuncia. «Ha ammesso l’errore, incolpevole», spiega Nicolucci, «in una battuta di caccia a squadra, come quella di sabato scorso (vi partecipavano 13 cacciatori, ndc), ognuno ha il proprio compito e la propria posizione, detta posta. Franco Pasquini era il conduttore dei cani, il soggetto che si muove dietro gli animali lanciati contro i cinghiali».

Sembra che l’assessore, appassionato di caccia, sia uscito “dalle poste”, dalla propria posizione, senza avvisare i compagni via radio. «È uscito tra il bosco e la posta, fermandosi in una parte con la vegetazione incolta e dando l’impressione tipica del cinghiale che si muove nel bosco», continua l’avvocato di Di Paolo, «in più aveva il giubbetto ad alta visibilità slacciato. Il mio assistito ha visto una sagoma nera e ha sparato. Ha sentito l’urlo dell’amico e immediatamente si è accorto dell’errore. Non se l’aspettava, ha una certa esperienza sul comportamento dei cinghiali». A soccorrere Pasquini sono arrivati subito il capocaccia, più vicino, e lo stesso Di Paolo. Un solo proiettile ha colpito il dipendente della Sangritana, sparato dal fucile calibro 12 del pensionato che è stato sequestrato. Pasquini è spirato poco dopo. Il caso è seguito dal pm Ruggiero Dicuonzo.

Negli ultimi due anni è il secondo incidente mortale di caccia tra il Frentano e il Vastese. Nell’estate 2012 un agricoltore di Casalbordino uccise Gabriele Di Tullio, 54 anni, con un colpo di fucile dopo averlo scambiato per un cinghiale.

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