domenica 2 ottobre 2011

La caccia mette in pericolo gli orsi marsicani

PESCARA. La sopravvivenza e la capacità riproduttiva dell'Orso bruno marsicano, animale simbolo del Parco nazionale d'Abruzzo, sono in pericolo dopo che il comitato Via, nella riunione del 13 settembre scorso, «ha rinnegato la decisione di chiudere la caccia fino al primo novembre». Sono le ragioni che hanno convinto il capogruppo di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo a presentare un'interrogazione al presidente Chiodi. «Nonostante il parere contrario del Parco e le prescrizioni poste a tutela della specie simbolo della Natura italiana, ormai ridotta a poche decine di individui, oltre al parere contrario degli stessi funzionari istruttori della Regione», spiega Acerbo, si è dunque deciso in mondo «irresponsabile di cancellare la precedente decisione del 3 agosto scorso, volta ad assicurare una stretta tutela delle aree a forte presenza autunnale di Orso bruno marsicano con la chiusura di tutta l'attività venatoria fino al primo novembre nelle aree A identificate dall'accordo Patom per la tutela dell'Orso bruno marsicano, quindi di evitare qualsiasi possibile disturbo o danno ad una specie a serio rischio di estinzione». Acerbo vuole sapere quali provvedimenti intenda prendere il governatore «per annullare la decisione ultima del Comitato Via, e tornare a quella assunta nella riunione del 3 agosto», considerato inoltre che il provvedimento, arrivato su richiesta della Direzione Agricoltura, «era stato avanzato al solo fine di permettere di aprire la caccia in questi territori proprio nel periodo in cui le femmine si trovano a dover accumulare le necessarie riserve di grasso fondamentali per la riproduzione. Risorse utili per la fase del parto in tana e poi allattare i cuccioli fino alla primavera successiva». Il consigliere del Prc ricorda che la sopravvivenza e la capacità riproduttiva degli orsi dipende strettamente dalle possibilità di sfruttare le risorse trofiche «ed è palese il disturbo causato dall'attività venatoria a questa specie come a diverse altre in un periodo così delicato della loro vita».


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