martedì 4 ottobre 2011

L' OFR serve solo per “timbrarsi in casa” i pareri in campo venatorio

COMUNICATO STAMPA DEL 04 OTTOBRE 2011

La Giunta regionale propone un Osservatorio Faunistico Regionale “fantasma”.

Esclusi dal confronto i protagonisti della ricerca in campo faunistico: aree protette, associazioni di specialisti e università.

Appello delle associazioni al Consiglio regionale: bloccare l'iter, così l'OFR serve solo per “timbrarsi in casa” i pareri in campo venatorio.

Le associazioni LIPU, WWF, ALTURA, Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS e Societas Herpetologica Italica contestano fortemente la proposta di regolamento approvata dalla Giunta Regionale per l'Osservatorio Faunistico Regionale. La proposta è approdata in Consiglio Regionale ed è in discussione presso la Terza Commissione.

Il Regolamento prevede che l'attività dell'osservatorio possa in teoria spaziare su molteplici fronti della ricerca e monitoraggio in campo ambientale, sovrapponendosi addirittura alle competenze di altre direzioni della Regione (come la Sanità, in campo veterinario) e di altri Enti, come gli Enti Parco. Il tutto, però, in maniera autoreferenziale, accentrando sulla Direzione Agricoltura della Regione, che ha quasi esclusivamente competenze in materia venatoria, i poteri che riguardano i monitoraggi faunistici anche di specie protette. La Direzione Agricoltura approverà direttamente il programma di attività dell'O.F.R., quando i monitoraggi faunistici sono di enorme importanza per molti settori della Regione. Se da un lato potrebbe apparire utile allargare le competenze dell'O.F.R., dall'altro, con queste premesse, la associazioni ritengono di poter dubitare della reale intenzione della Regione Abruzzo di costituire un centro effettivamente collegato al monitoraggio e a!
llo studio della Fauna e non meramente un piccolo ufficio completamente strumentale all'attività venatoria. Infatti l'O.F.R. darà i pareri sulle questioni venatorie!

Per le associazioni rischia di essere quindi un'operazione di piccolo cabotaggio e particolarmente miope in quanto il monitoraggio ambientale interessa trasversalmente moltissime delle attività della Regione Abruzzo per le quali la regione stessa ha dei precisi obblighi. I dati faunistici servono alla corretta applicazione delle Direttive “Acque” 60/2000/CEE, “Uccelli” 147/2009/CEE, “Habitat“ 43/92/CEE, alla redazione e al costante monitoraggio di piani e programmi quali, a mero titolo di esempio, il piano paesistico e quello di tutela delle acque. Sono tutte questioni su cui un efficiente ed efficace Osservatorio Faunistico Regionale potrebbe svolgere un importante ruolo di supporto.

A riprova della scarsa lungimiranza della Giunta Regionale, la bozza di Regolamento è stata valutata solo con le Province, ancora enti che hanno competenza in materia venatoria, lasciando fuori dalla discussione chi ha maggiormente contribuito alla ricerca scientifica in campo faunistico in Abruzzo. Nonostante gli slogan circa l'adozione nella nostra Regione di metodi che premino il merito, sono state però escluse dalla discussione quelle organizzazioni che hanno prodotto il 95% delle pubblicazioni scientifiche (stiamo parlando delle riviste scientifiche del mondo accademico) riguardanti l'avifauna e l'erpetofauna della Regione. Se si considerano, poi, le ricerche pubblicate su riviste scientifiche internazionali dotate di Impact Factor, quelle su cui si fonda il sapere scientifico nei vari campi della scienza (dalla medicina alla fisica passando per le scienze sociali), la Giunta regionale non ha ascoltato nessuno degli studiosi operanti in Abruzzo aventi nel proprio cur!
riculum tali pubblicazioni. A mero titolo di esempio, gli ornitologi e gli erpetologi afferenti alle organizzazioni scriventi hanno pubblicato su riviste quali Journal of Zoology - London, Journal of Canadian Zoology, AMBIO (che è la rivista dell'Accademia reale delle Scienze svedese), Ardea, Acta Herpetologica, Ibis ecc.

Sono state altresì escluse le aree protette nazionali e regionali, che tutelano un'importante percentuale di territorio regionale, in questi anni hanno prodotto numerosi studi faunistici (basti pensare ai numerosi LIFE approvati dall'Unione Europea sui vertebrati come Orso bruno, Lupo e Camoscio). Spesso tali studi sono gli unici sulla quale la Regione Abruzzo può (o, sarebbe meglio dire, potrebbe) basarsi per impostare le proprie politiche affinchè esse siano realmente sostenibili. Nonostante ciò neanche gli Enti Parco e le Riserve regionali appaiono essere state ascoltate, così come le Università.

Tale approccio dell'Assessorato all'Agricoltura appare volto, quindi, ad evitare strenuamente il confronto con quegli attori che più hanno contribuito alle conoscenze faunistiche nella Regione e confligge clamorosamente con l'asserita volontà di provvedere a molteplici iniziative in campo faunistico .

Le associazioni rimarcano, infine, le gravissime lacune amministrative dell'atto approvato dalla Giunta, evidenziate dagli stessi uffici regionali (basti pensare che avevano previsto una “sede legale” per un Osservatorio che amministrativamente costituirebbe un mero ufficio della Regione!)

Le associazioni chiedono quindi al Consiglio Regionale di bloccare l'iter autorizzativo per recuperare quel confronto che è completamente mancato. La ricerca faunistica non può essere piegata alle sole esigenze del mondo venatorio!



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