giovedì 20 marzo 2014

Caccia, oggi la battaglia in Consiglio regionale. Caporale presenta 515 emendamenti

La Regione deve approvare nuovo regolamento

ABRUZZO. 510 emendamenti di Walter Caporale già depositati ai quali se ne aggiungono altri cinque, elaborati con la collaborazione dell'onorevole Annamaria Procacci, gia' deputato per 4 legislature, oggi responsabile caccia dell'Enpa.
E’ così che il consigliere animalista vuole fermare «il blitz» del centrodestra abruzzese che oggi riporta in Consiglio il regolamento della caccia agli ungulati. 
«Con l’accusa del censimento e del prelievo venatorio», denuncia Caporale, «la giunta prepara la strage di caprioli e cervi in Abruzzo che verrebbe consentita tutto l'anno, unico caso in Italia Chiederò a tutti i Consiglieri regionali di sottoscrivere questi Emendamenti. Nessun regalo alla lobby degli armieri, degli sparatori, delle cartucce e alla lobby venatoria. Se il centrodestra ed il centrosinistra approveranno una simile vergogna, che tra l'altro toglie tutte le competenze alle Province, che non sono state consultate, chiederò agli abruzzesi di punire i partiti complici di questa vergogna e di votare solo chi si sarà schierato dalla parte della vita, del diritto, del rispetto delle leggi nazionali anche nella nostra regione».
Ha preso una posizione netta anche il consigliere regionale di Rifondazione, Maurizio Acerbo: «è necessario che non si proceda all’apertura della caccia al cervo e capriolo, anche se preceduta da censimenti delle due specie».
Nei giorni scorsi ambientalisti di tutta Italia si sono attivati per fermare l’approvazione del nuovo regolamento con una attività di ‘email bombing’, ovvero migliaia di mail inviate alle redazioni dei giornali locali ma anche all’assessore competente. 
Proprio Febbo ha spiegato che la Regione « non intende assolutamente aprire la caccia ai caprioli ma sta lavorando, invece, su una proposta di regolamento sulla gestione degli ungulati, condivisa da tutti». Una soluzione «non più rinviabile», insiste l’assessore, «per i problemi che tale mancanza di gestione delle specie crea al mondo rurale, agli agricoltori e alle stesse specie protette. Infatti è ormai acclarato dal mondo scientifico che il cervo è un forte competitore del camoscio d’Abruzzo».

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