venerdì 13 settembre 2013

Emergenza cinghiali: anche Teramo parte con il selecontrollo, Chieti continua a brancolare

Dal prossimo 14 settembre inizieranno le operazioni di contenimento dei cinghiali secondo le modalità fissate dal Piano provinciale approvato il 21 giugno che prevede, fra le altre cose, l’utilizzo del metodo della girata. Delle squadre faranno parte i selecontrollori formati dalla Provincia, le operazioni saranno controllate dalla Polizia Provinciale e dalle Guardie Volontarie e saranno coordinate e organizzate dagli stessi ATC, Vomano e Salinello, delegati a questo scopo dalla Provincia con specifica delibera di Giunta.E’ quanto accade da decenni nel Nord Italia e quanto accadrà a giorni sul territorio della Provincia di Teramo.

Nel Chietino invece, non si capisce per quale oscura ragione, il piano di emergenza basato sul selecontrollo non parte, a distanza di due mesi dall’approvazione in GIunta della relativa delibera e nonostante le rassicurazioni del presidente Di Giuseppantonio.

Tornando alla Provincia di Teramo, dove evidentemente si punta alla gestione della fauna selvatica a differenza di quanto avviene nella Provincia di Chieti, in un comunicato stampa si legge:“I dati in possesso della Provincia dimostrano un significativo aumento delle richieste di risarcimento danni alle colture a causa dei cinghiali, siamo a più 28% rispetto allo scorso anno, e con la precedente operazione di contenimento non abbiamo raggiunto l’obiettivo del Piano fissato in 526 capi – spiega l’assessore all’attività venatoria, Giuseppe Antonio Di Michele – dal 14 e fino al 30 settembre, quindi, nei Distretti individuati dall’ente, si procederà al contenimento selettivo della specie così come sollecitato dalle associazioni di categoria che nell’ultima riunione che si è svolta in Prefettura, il 25 giugno, sono tornati a rappresentare le problematiche causate dalla proliferazione degli ungulati. 

Questi dati, unitamente al taglio delle risorse messe a disposizione dalla Regione Abruzzo per i risarcimenti, mette in ginocchio le imprese agricole”.In questi anni, la Provincia, ha formato 360 cacciatori di selezione proprio allo scopo di dotarsi di operatori adeguati allo svolgimento di prelievi mirati.Il presidente dell’Atc Vomano, Franco Porrini, e quello del Salinello, Francesco Sabino, hanno espresso la loro totale condivisione con l’iniziativa e con le modalità fissate dall’ente e hanno fatto rilevare che queste: “sono state condivise al tavolo degli ambiti di caccia nel quale siedono tutti i portatori di interesse: le associazioni venatorie, le associazioni degli agricoltori e quelle degli ambientalisti”.

Negli uffici della Provincia di Chieti ci sono cataste di domande inevase per il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica e dai cinghiali in particolare. Ma per chi amministra l’ente tutto ciò non è ancora sufficiente a dare finalmente il via libera a prelievi mirati mediante l’utilizzo dei selecontrollori.

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