venerdì 23 maggio 2014

Cinghiali, nel Chietino sospeso l’abbattimento selettivo

A L’Aquila i funzionari della Provincia dell’Aquila contro il selecontrollo

ABRUZZO. Coldiretti Chieti esprime sconcerto per quanto accaduto nel corso dell’ultima seduta dell’Atc chietino-lancianese in riferimento alla problematica relativa alla fauna selvatica. 
Nel corso del comitato è stato infatti rimesso in discussione il Protocollo di intesa sulla gestione dei cinghiali che, siglato il 19 febbraio da Provincia di Chieti e Atc chietino-lancianese (dopo la votazione unanime dei componenti dell’ambito territoriale di caccia), prevede sia l’attività di selecontrollo (attraverso recinzioni elettriche e dissuasori) sia l’abbattimento selettivo degli animali selvatici che procurano tanto danno a coltivazioni e imprese agricole. In sostanza, approfittando dell’assenza di uno dei due componenti di Coldiretti e nonostante l’opposizione dell’altro, il Comitato ha votato la sospensione dell’attività di abbattimento prevista dal Protocollo di intesa, pur non essendo tale argomento all’ordine del giorno. 
«Un vero e proprio “colpo di mano”», dice il direttore di Coldiretti Giordano Nasini, «peraltro sostenuto dalle altre associazioni di categoria, che aggraverà la situazione già drammatica dei tantissimi imprenditori agricoli danneggiati dalle incursioni dei selvatici. Siamo tornati al punto di partenza, è stato letteralmente azzerato il primo traguardo raggiunto in provincia di Chieti per la soluzione di un problema annoso e terribile ma ciò che ci sconcerta maggiormente è l’ambiguità con cui è stato trattato tale argomento in seno al Comitato». Gli fa eco il presidente Sandro Polidoro. 
«Per quanto ci riguarda», evidenzia Polidoro, «come già fatto in occasione dell’approvazione del Regolamento regionale sulla fauna selvatica, sul quale abbiamo espresso le nostre perplessità, continuiamo con coerenza con la nostra posizione ribandendo che, sui cinghiali, ci sono necessità su cui non si può continuare a soprassedere». 
La situazione non è migliore a L’Aquila dove la Provincia con una nota inviata alla Regione asserisce che la stessa non può autorizzare l’attività di contenimento della fauna selvatica nei periodi in cui la caccia è vietata. 
Confagricoltura L’Aquila ha incontrato questa mattina il presidente della provincia Del Corvo che ha assicurato il suo personale impegno ad attivare immediatamente la polizia provinciale per il necessario coordinamento delle squadre dei cacciatori muniti di autorizzazione, del resto, fatto negli anni passati. «Senza nessun rimpianto», commentano seccati da Confagricoltura, «prendiamo atto della volontà di chiudere le province, la scarsa competenza di alcuni burocrati non è stata indifferente a decretarne l’estinzione. Il Licenziamento degli incompetenti sarebbe la giusta ricompensa ai cittadini-contribuenti-utenti che sono francamente stufi di pagare le tasse per servizi che non vengono resi».

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