giovedì 13 aprile 2017

Abruzzo. Cancellata dalla Corte Costituzionale la legge regionale che consentiva ovunque l’addestramento dei cani da caccia. Bocciata la politica abruzzese che privilegia il mondo venatorio.



Comunicato stampa del 13 aprile 2017

La sentenza 74/2017 cancella la legge regionale che consentiva ovunque l’addestramento dei cani da caccia

La Corte Costituzionale boccia la politica abruzzese che privilegia il mondo venatorio

Resta la vergogna sull’intero consiglio regionale per una “leggina” insensata subito contestata da WWF, Legambiente, Ambiente e/è vita, LIPU, Pro Natura, Mountain Wilderness, Salviamo l’Orso e da Federparchi. Una legge subito “osservata” dal Governo centrale e ora finalmente cancellata
cani da caccia attaccano una volpe

Il WWF esprime soddisfazione per la bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge regionale n. 11/2016 di modifica della l.r. 38/1996 (approvata in Consiglio Regionale il 5 aprile e pubblicata sul Bollettino Ufficiale il 14 aprile dello scorso anno). Un provvedimento vergognoso, approvato benché in evidente contrasto con le legge quadro 394/91 sulle aree protette e con la stessa legge 157/92 sull’attività venatoria. Con tale normativa si sarebbe voluto consentire lo svolgimento di attività cinofile e cinotecniche all’interno delle aree protette regionali. In pratica diventava possibile addestrare e allenare cani da caccia e persino organizzare gare cinofile, su tutto il territorio del Parco Regionale Velino Sirente e su quello delle Riserve regionali durante l’intero corso dell’anno. Contro il Provvedimento insorsero Federparchi e le associazioni ambientaliste. Il WWF diramò con Legambiente, Ambiente e/è vita, LIPU, Pro Natura, Mountain Wilderness e Salviamo l’Orso la nota congiunta che si riporta in calce al presente comunicato. Nel testo si chiedeva al Consiglio regionale di fare un passo indietro cancellando in proprio una norma allucinante. Non è stato così. Il Consiglio regionale non ritornando sui propri passi ha preferito guadagnarsi la vergogna, di fronte all’opinione pubblica, per aver cercato di varare una legge insensata e, ora lo sappiamo ufficialmente, anche illegittima.

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