mercoledì 13 marzo 2013

Chieti. Problematica cinghiali: D'Amico scrive al presidente della Regione e ai responsabili delle commissioni agricoltura, caccia e pesca

CHIETI. Lettera sulla problematica dei cinghiali scritta dal consigliere provinciale e capogruppo P.D., Camillo D'Amico, al presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, al Consigliere delegato alla caccia e pesca, Giovanni Staniscia e al Presidente della commissione consiliare Agricoltura, Caccia e Pesca, Franco Moroni:
"Gentilissimi Presidenti della provincia e commissione consiliare, consigliere delegato,
la notizia riportata da tutti gli organi stampa e televisivi dei cinghiali contaminati da materiale altamente radioattativo riscontarti tra i resti di quelli abbattuti in Valsesia, provincia di Vercelli, non deve lasciarci disinteressati. 
Il fatto che i cinghiali siano presenti su tutto il nostro territorio provinciale in numero elevato e, probabilmente, molto superiore alla norma non deve essere certificato da nessuno perché è un dato visivo e concreto riscontrato quotidianamente. 
La cosa è talmente palese che, al di là dei frequenti fatti di cronaca ove si annotano avvistamenti di branchi e d’incidenti anche gravi, è a Voi noto quanto possente sia il fenomeno del bracconaggio che alimenta l’illegale mercato della carne di quest’ungulato; tra l’altro qualche evento luttuoso è già accaduto purtroppo non adeguatamente sanzionato. 
Non intendo ancora qui alimentare una sterile quanto inutile polemica allorquando, all’inizio dell’attuale legislatura, avete bloccato l’avvio di un programmato regolamento che tendeva a porre rimedio all’alto ed incontrollato numero di cinghiali presenti nel nostro territorio; quella scelta, che aveva una sua verifica dopo già dal suo primo anno di applicazione, era stata faticosamente portata a compimento dall’ex assessore alla Caccia e Pesca, Antonio Tamburrino, tentava di dare un controllo al territorio. 
Voi fermaste quella scelta per puro calcolo elettorale ma, da allora, nulla avete fatto. 
La notizia che proviene dalla provincia di Vercelli non rende noi immuni dal medesimo pericolo per il solo fatto che qui i controlli sanitari sui capi abbattuti non è obbligatorio. Il regolamento da noi predisposto e da voi bloccato lo prevedeva. 
Vi chiedo pertanto:
- la predisposizione di un regolamento atto a garantire il controllo sistematico del territorio che si contestualizzi con un contenimento numerico della specie cinghiale;
- la predisposizione di un accordo di programma con il servizio veterinario dell’ASL Chieti – Lanciano – Vasto che renda obbligatorio il controllo sanitario di tutti i capi abbattuti alfine di avere certezza nei consumatori per la successiva commestibilità; 
- l’aumento dei controlli sul territorio che prevenga e combatta il grave ed illegale fenomeno del bracconaggio.
Le province come istituzione, probabilmente, andranno a finire. 
Personalmente non sono daccordo anche se ritengo vadano profondamente riviste per funzioni e dimensioni amministrative, pur dovendo le stesse mantenere una piena legittimazione democratica a carico dei cittadini elettori per quanti sono chiamati al governo ed all’opposizione, ma è in questa fase storica che bisogna dimostrare prontezza adeguata nel dare risposte ai problemi di cui si ha ancora competenza. 
Questa che vi sottopongo ne è una importante di cui i cittadini hanno piena contezza. 
Mi aspetto una risposta ed un iniziativa solerte.
Con immutata stima porgo cordiali saluti".

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