sabato 1 dicembre 2018

Il WWF: «La Regione Abruzzo pubblicizzi la possibilità di vietare i campi alle doppiette»


Comunicato stampa del 1 dicembre 2018 
  
In alcune condizioni è possibile chiedere che i propri fondi agricoli siano esclusi dal libero accesso dei cacciatori, ma la legge prevede che questo si possa fare solo nei trenta giorni successivi all’approvazione del Piano Faunistico Venatorio, ora imminente in Abruzzo con ventennale ritardo

Il WWF: «La Regione Abruzzo pubblicizzi la possibilità di vietare i campi alle doppiette»

Inviata ieri una lettera con questa richiesta all’assessore Dino Pepe e al dirigente del settore


Il WWF ha scritto ieri una nota all’Assessore regionale allo Sviluppo Rurale, Caccia e Pesca Dino Pepe e al Dirigente del Dipartimento Politiche dello Sviluppo Rurale per chiedere che, in occasione della fase conclusiva dell’iter di approvazione (con enorme ritardo) del Piano Faunistico Venatorio Regionale sia adeguatamente pubblicizzata la norma che consente ai proprietari o ai conduttori di chiedere l’esclusione dei propri fondi dall’esercizio dell’attività venatoria, ai sensi dell’art. 15 della legge 157/92 e s.m.i..

«La normativa nazionale sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e sul prelievo venatorio – scrive il WWF nella sua nota - prevede la possibilità per il proprietario o il conduttore di un fondo di chiedere l’esclusione dei propri terreni dalla cosiddetta gestione programmata della caccia (art. 15, commi 3° – 6°, della legge n. 157/1992 e s.m.i.): per ottenere tale esclusione il proprietario o il conduttore deve inoltrare, entro trenta giorni dalla pubblicazione del piano faunistico-venatorio, al Presidente della Regione richiesta motivata da esaminarsi entro 60 giorni (art. 2 della legge n. 241/1990 e s.m.i.)».

«La richiesta – precisa l’associazione - dev’essere accolta se non ostacola l’attuazione della pianificazione faunistico-venatoria (art. 10 della legge n. 157/1992 e s.m.i.). È accolta, inoltre, in casi specificatamente individuati con norme regionali, quando l’attività venatoria sia in contrasto con l’esigenza di salvaguardia di colture agricole specializzate nonché di produzioni agricole condotte con sistemi sperimentali o a fine di ricerca scientifica, ovvero quando sia motivo di danno o di disturbo ad attività di rilevante interesse economico, sociale o ambientale».

Ebbene, benché l’iter approvativo del nuovo Piano Faunistico Venatorio sia nelle fasi finali e benché dunque sia ragionevole ipotizzare la sua pubblicazione a breve, la Regione Abruzzo non ha al momento provveduto, come sarebbe suo dovere nell’interesse dei cittadini tutti, a fare in modo che i proprietari/conduttori siano adeguatamente informati della possibilità di esercitare tale diritto. Non risulta infatti sul sito web istituzionale alcun riferimento alle modalità, alle disposizioni generali e alle condizioni di ammissibilità riferite alle richieste di sottrazione dei fondi agricoli all’attività venatoria, né è chiarito a quale servizio debba essere presentata la richiesta e non è presente idonea modulistica.

«A questo punto la Regione deve dimostrare – commenta il coordinatore regionale delle guardie ambientali WWF Claudio Allegrino – di avere a cuore l’interesse di tutti gli abruzzesi e non soltanto quello della piccola minoranza dei cacciatori mettendo in condizione chiunque voglia e ne abbia diritto a sottrarsi all’incubo degli spari che in molti casi assediano letteralmente le abitazioni rurali e i piccoli borghi».

«Una occasione davvero “storica” da non sciupare», sottolinea il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio, che spiega: «I piani faunistici andrebbero rinnovati ogni cinque anni, quindi ogni cinque anni i proprietari e i conduttori dei fondi agricoli dovrebbero avere a disposizione una finestra per sottrarre i propri terreni, se hanno i requisiti di legge, all’invadenza dei cacciatori. Il piano faunistico attualmente in vigore e che sta per essere sostituito da quello nuovo risale invece ormai a un ventennio or sono: con la sua inadempienza la Regione ha impedito a una intera generazione di esercitare un proprio diritto. Mi auguro che oggi voglia porre per quanto possibile rimedio pubblicizzando al massimo l’opportunità concessa dalla legge».

WWF Italia Onlus, Abruzzo
abruzzo@wwf.it

4 commenti:

Anonimo ha detto...

SONO UN CACCIATORE,
VORREI DIRE A QUESTI"SAPIENTONI E PALADINI ....A CHIACCHIERE " della salvaguardia della natura, che il divieto di accesso ai terreni"in attvita' di coltivazione" è già previsto dalla legge sulla caccia.
SAREBBE OPPORTUNO CHE QUESTI SIGNORI SMETTESSERO DI CHIACCHIERARE E COMINCIASSERO A "COMBATTERE" CONTRO CHI INQUINA LA NATURA E LE ACQUE DELLA TERRA CON VELENI LIQUIDI E GASSOSI TALI DA METTERE A RISCHIO LA VITA STESSA DELLE PERSONE......è FACILE PER LORO "GONFIARE IL PETTO" CRITICANDO I CACCIATORI CHE SONO RISPETTOSI DELLE LEGGI E DELLA NATURA E TENGONO ALLA SALVAGUARDIA DI QUESTA PER UN MOTIVO OVVIO: E' IL LORO INTERESSE DI CACCIATORI !! SENZA NATURA INTEGRA NON C'è CACCIA!!
LA MIA PREGHIERA E' QUELLA CHE SMETTIATE DI PARLARE A.... E SIATE PIU' OBIETTIVI RICONOSCENDO CHE GIA' DA ADESSO I CACCIATORI CONTRIBUISCONO CON I LORO SOLDI ALLA SALVAGUARDIA DI UNA CERTA FAUNA!

MICHELE

Mario ha detto...

Gentile Michele, si legga tutto il comunicato stampa e non soltanto il titolo. Non si parla di divieto in terreni in attualita di coltivazione ma di altro.
Dopo che ha letto puà riformulare le sue considerazioni.

Anonimo ha detto...

.......in un momento che i cinghiali imperversano sui raccolti fino a farli diventare inesistenti , in certi casi, il proprietario dovrebbe chiedere di escludere i suoi terreni dall'attività venatoria....???!!!...NON HO PAROLE....
FORSE QUALCUNA NE AVREI MA è INPRONUNCIABILE.....!!!

Anonimo ha detto...

....Si' !! bene,bravo !! bellissima idea!..... IN QUESTO MODO QUEI TERRENI SOTTRATTI ALLA CACCIA, DIVERREBBERO DI FATTO, DELLE VERE E PROPRIE OASI PER LA SOSTA E IL RIFUGIO DEI CINGHIALI !! E GLI STESSI SAREBBERO DESTINATI PER QUESTO A FARE RACCOLTO Z E R O!!!
....QUANDO LE IDEE SONO BUONE VANNO APPREZZATE!!

SALUTI CARI DA UN CACCIATORE