La protezione è la regola, la caccia l’eccezione, scrive il Wwf e con l’atto d’intervento ad opponendum degli
avvocati Michele Pezone ed Herbert Simone la battaglia, a mani nude,
delle associazioni ambientaliste va avanti dinanzi al Tribunale
amministrativo regionale dell’Aquila che tra poche ore procederà a
decidere sulla domanda cautelare presentata da Federazione italiana
della caccia e Federcaccia Abruzzo contro il calendario venatorio 2018/2019 e
ne chiedono, in sostanza, una estensione in termini temporali e nel
numero delle specie cacciabili. Un ricorso dal quale, per inciso, altre
associazioni venatorie si sono dissociate.
Il Wwf ha presentato in proposito un atto di intervento ad opponendum e
domani sarà presente in aula con gli avvocati Michele Pezone ed Herbert
Simone. Nel proprio documento l’associazione ambientalista risponde
punto per punto alle argomentazioni portate avanti nel ricorso, che
viene giudicato inammissibile e infondato, e ribatte, con la frequente
citazione di altre sentenze in merito, pronunciate anche dallo stesso
Tar dell’Aquila, a ciascuna delle motivazioni espresse dalle due
associazioni ricorrenti. La richiesta di sospensione delle parti del
calendario che porrebbero limiti all’attività venatoria appare fondata
essenzialmente sulla lesione delle aspettative ad esercitare pienamente
“il diritto di caccia” da parte dei cacciatori. Ferma restando
l’infondatezza di tali richieste, non v’è dubbio che nel bilanciamento
degli interessi contrapposti è preminente la tutela di quelli ambientali
e della vita della fauna protetta. Lo dice chiaramente la legge 157/92
all’art. 1 comma 2: “L’esercizio dell’attività venatoria è consentito
purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna
selvatica e non arrechi danno alle produzioni agricole”.
«Colpisce il fatto che si vogliano
aumentare i giorni di caccia e le specie cacciabili anche a fronte degli
ultimi drammatici incidenti che hanno evidenziato l’incompatibilità tra
gli spari e la fruizione turistico-ricreativa del territorio e quando
si comincia anzi giustamente a pensare di vietare l’esercizio venatorio
nei giorni festivi» commenta Pezone e aggiunge Simone, già vice
presidente Wwf Abruzzo: «La 157/92, chiamata riduttivamente legge sulla caccia,
regola sì anche l’esercizio venatorio, ma le sue finalità non si
esauriscono con questa funzione. In sostanza, la protezione è la regola,
la caccia l’eccezione».
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