giovedì 6 settembre 2018

Abruzzo. Un flop la protesta dei cacciatori contro il calendario venatorio, nemmeno 50 a Pescara

Un flop la protesta dei cacciatori contro il calendario venatorio, nemmeno 50 a Pescara



Pescara. Meno di una cinquantina i manifestanti che stamane nel capoluogo adriatico sono scesi in piazza per protestare contro le scelte della Regione Abruzzo per un calendario venatorio classificato dai partecipanti: “Tra i più restrittivi d’Italia“.
Nei siti tematici per i cacciatori abruzzesi e molisani non è mancata la chiamata alle armi, annunciando una manifestazione di protesta organizzata per questa mattina, per contestare l’avvio della stagione venatoria 2018-2019 fissato al 16 settembre e che potrebbe slittare il primo ottobre se il Tribunale amministrativo regionale darà ragione al Wwf, Il 12 settembreil Tar Abruzzo si esprimerà sulla sospensiva richiesta dall’associazione ambientalista. Parte del mondo venatorio però è un po’ confuso visto che in alcuni siti ufficiali, gestiti dalle associazioni di categoria, risulta già che: “I cacciatori abruzzesi sono letteralmente furiosi per la mancata concessione dell’apertura della stagione venatoria 2018-2019 alla data del 16 settembre. Il no della Regione ha indispettito il mondo venatorio..“. Il mini corteo di cacciatori e familiari è partito dal piazzale della stazione ferroviaria poco dopo le ore 10, e a tanta solitudine di corso Umberto I si è aggiunto il vuoto cosmico di piazza Salotto, tralasciando il massiccio schieramento di forze dell’ordine che ha fatto da contorno. Alcuni rappresentanti dei cacciatori abruzzesi sono intervenuti criticando, in breve, le scelte della Regione Abruzzo. Forfait di alcune associazioni venatorie, altre hanno declinato l’invito a partecipare alla protesta di stamane, in sostanza, un flop smisurato e le ragioni potrebbero essere legate anche alla inadeguata capacità organizzativa, alla crisi che attraversa la categoria e le associazioni che non sembrano riuscire più a fare presa sugli iscritti, il numero si starebbe assottigliando, probabilmente i cacciatori non si sentono rappresentati, non mancano poi le divisioni. L’insuccesso di questa manifestazione rischiara aspetti del mondo venatorio poco dibattuti e dati per scontato che parlano di grandi numeri e di una vera e propria lobby che a guardare quanto è accaduto oggi sembra un tantino in crisi. Eppure al vertice c’è chi ancora accondiscende alle richieste delle doppiette. E se è solo il numero a fare la differenza, che influenza l’attività del legislatore e delle amministrazioni, allora andrebbe fatta una opportuna verifica anche delle vocazioni. In questa lobby sono piuttosto frequenti le crisi di coscienza se nel mirino finiscono animali innocui e riesce difficile spesso premere il grilletto. Di rado accade tra i produttori di armi che navigano però su altri lidi. Che nei cacciatori sia maturata una coscienza ecologista sono loro stessi a dirlo, ma questa volta non mancano indizi significativi. Di questo passaggio epocale le istituzioni dovrebbero tener conto. La Regione Abruzzo ci sta provando, grazie ad associazioni ambientaliste attente all’argomento. Proprio in questi giorni l’Abruzzo ha emanato un secondo calendario venatorio, a rettifica del precedente, che prevede ulteriori restrizioni per i cacciatori recependo così le prescrizioni del comitato regionale di Valutazione d’incidenza ambientale (Vinca), molte delle quali condivise dal Wwf, l’associazione che ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale d’Abruzzo sottolineando diverse irregolarità nel calendario appena approntato. Il 12 settembre il Tar Abruzzo si esprimerà sulla sospensiva richiesta dal Wwf che il 10 agosto ha annunciato anche di voler segnalare alla Corte dei Conti le scelte, già bocciate da precedenti sentenze del Tar, di politici e funzionari che continuano a sostenerle determinando uno sperpero di denaro a carico della comunità. L’elenco è lungo, di seguito, la cronistoria dei ricorsi al Tribunale amministrativo regionale per il calendario venatorio d’Abruzzo.

Fonte: Report-age.com del 06 settembre 2018

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