Teramo. Una nuova Oasi protetta e tre nuove aree cinofile permanenti, Sono queste le principali novità del rinnovato Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Teramo, le cui modifiche sono state approvate il 3 maggio scorso dal Consiglio Regionale e presentate questa mattina dall’assessore provinciale Giuseppe Di Michele.
“Si tratta” ha spiegato l’assessore “di modifiche concordate in completa sinergia con i diretti interessati. Sono sicuro che sarà un successo, anche se le polemiche di certo non mancheranno, perché c’è sempre qualcuno che rimane scontento”.
Il Piano vigente, datato 2001, dovrà comunque essere integrato con il Piano Faunistico Venatorio Regionale, al momento in via di elaborazione.
Nel complesso, resta invariata la quantità di territorio a disposizione dei cacciatori, 9mila ettari circa, ma vengono riaperte alcune riserve, in particolare nella fascia pedemontana, per il contenimento del cinghiale.
Gli Istituti di tutela e protezione, ossia oasi, zone di ripopolamento e cattura e aree cinofile, passano da 34 a 41, senza alterare in alcun modo il rapporto tra le aree chiuse alla caccia e quelle aperte: dieci istituti, dunque, restano confermati, 15 sono quelli revocati, 20 quelli istituiti ex novo e 9 quelli parzialmente modificati. In sostanza, vengono restituiti alla caccia quegli istituti che negli ultimi 10 anni non hanno prodotto risultati in termini di produzione di selvaggina, mentre le 19 riserve cosiddette virtuose, che hanno cioè prodotto pregiata fauna selvatica, vengono riconfermate. L’obiettivo che la Provincia vuole perseguire è, infatti, quello di salvaguardare le popolazioni selvatiche con un alto valore biologico ed ecologico.
Il rinnovato Piano Faunistico Venatorio provinciale punta, dunque, ad aggiornare la pianificazione territoriale ed a razionalizzare l’utilizzo dei territori. La revoca di alcuni Istituti di tutela e la riapertura di altri sarà dilazionata in due stagioni venatorie: nella prima, 2010/2011, saranno riaperti i 14 istituti dei comprensori C3 e C4, mentre nella seconda, 2011/2012, saranno riaperti altri 7 istituti del comprensorio C2.
Per quanto riguarda le Oasi, alle tre già presenti, se ne aggiunge una quarta sulla Foce del Vibrata: 40 ettari in cui nidificano le anatre. E poi, ancora, le Aree Cinofile Permanenti, destinate all’addestramento dei cani da ferma e da seguita, passano da 4 a 7, mentre le Zone di Ripopolamento e cattura diventano 29, 14 nel comprensorio Salinello e 15 in quello del Vomano.
Un ultimo elemento riguarda le lepri e i fagiani attualmente presenti nelle riserve, che saranno utilizzate, dopo la cattura prevista per gennaio 2012 in collaborazione con le associazioni, per il ripopolamento delle nuove Zone di Cattura e per le aree cinofile.
Gli uffici dell’assessorato provinciale stanno comunque mettendo a punto il materiale informativo e le nuove cartine, che saranno distribuite ai cacciatori prima dell’apertura della stagione venatoria, prevista per la terza domenica di settembre.
“Si tratta” ha spiegato l’assessore “di modifiche concordate in completa sinergia con i diretti interessati. Sono sicuro che sarà un successo, anche se le polemiche di certo non mancheranno, perché c’è sempre qualcuno che rimane scontento”.
Il Piano vigente, datato 2001, dovrà comunque essere integrato con il Piano Faunistico Venatorio Regionale, al momento in via di elaborazione.
Nel complesso, resta invariata la quantità di territorio a disposizione dei cacciatori, 9mila ettari circa, ma vengono riaperte alcune riserve, in particolare nella fascia pedemontana, per il contenimento del cinghiale.
Gli Istituti di tutela e protezione, ossia oasi, zone di ripopolamento e cattura e aree cinofile, passano da 34 a 41, senza alterare in alcun modo il rapporto tra le aree chiuse alla caccia e quelle aperte: dieci istituti, dunque, restano confermati, 15 sono quelli revocati, 20 quelli istituiti ex novo e 9 quelli parzialmente modificati. In sostanza, vengono restituiti alla caccia quegli istituti che negli ultimi 10 anni non hanno prodotto risultati in termini di produzione di selvaggina, mentre le 19 riserve cosiddette virtuose, che hanno cioè prodotto pregiata fauna selvatica, vengono riconfermate. L’obiettivo che la Provincia vuole perseguire è, infatti, quello di salvaguardare le popolazioni selvatiche con un alto valore biologico ed ecologico.
Il rinnovato Piano Faunistico Venatorio provinciale punta, dunque, ad aggiornare la pianificazione territoriale ed a razionalizzare l’utilizzo dei territori. La revoca di alcuni Istituti di tutela e la riapertura di altri sarà dilazionata in due stagioni venatorie: nella prima, 2010/2011, saranno riaperti i 14 istituti dei comprensori C3 e C4, mentre nella seconda, 2011/2012, saranno riaperti altri 7 istituti del comprensorio C2.
Per quanto riguarda le Oasi, alle tre già presenti, se ne aggiunge una quarta sulla Foce del Vibrata: 40 ettari in cui nidificano le anatre. E poi, ancora, le Aree Cinofile Permanenti, destinate all’addestramento dei cani da ferma e da seguita, passano da 4 a 7, mentre le Zone di Ripopolamento e cattura diventano 29, 14 nel comprensorio Salinello e 15 in quello del Vomano.
Un ultimo elemento riguarda le lepri e i fagiani attualmente presenti nelle riserve, che saranno utilizzate, dopo la cattura prevista per gennaio 2012 in collaborazione con le associazioni, per il ripopolamento delle nuove Zone di Cattura e per le aree cinofile.
Gli uffici dell’assessorato provinciale stanno comunque mettendo a punto il materiale informativo e le nuove cartine, che saranno distribuite ai cacciatori prima dell’apertura della stagione venatoria, prevista per la terza domenica di settembre.
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