lunedì 10 maggio 2010

Ancora sul corso di formazione per cacciatori nel PNALM

Altura - Animalisti Italiani - LAV - LIPU - Mountain Wilderness - Il Nibbio - Pro Natura - WWF

Comunicato stampa del 6 maggio 2010

PERCHÉ UN PARCO ORGANIZZA CORSI DI FORMAZIONE CON I CACCIATORI?

Da oggi la seconda parte di un corso organizzato da un’associazione di cacciatori nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Proprio nei giorni in cui il mondo ambientalista, con appelli, interventi sui giornali ed una manifestazione di tre giorni davanti al Parlamento, era impegnato a difendere la fauna italiana dalla completa deregolamentazione in materia di periodi di caccia, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise non ha trovato nulla di meglio da fare che offrire il proprio supporto ad un’associazione di cacciatori per organizzare un “Corso per la gestione delle popolazioni di cervo e capriolo in ambiente appenninico”.

Il corso, rivolto principalmente ai cacciatori (su 30 posti disponibili, 25 sono stati riservati a cacciatori), si è svolto nel Centro Natura del Parco di Pescasseroli, storica “capitale” del Parco nazionale più antico di Italia dal 22 al 25 aprile ed avrà una seconda parte da domani fino al 9 maggio.

Un corso che, dietro la parvenza dello studio delle due specie, contiene materie di insegnamento che non lasciano alcun dubbio sulle sue finalità reali.

Leggendo il programma del corso, infatti, si vede come i partecipanti hanno potuto e potranno seguire lezioni su:

“Tecniche di caccia”;
“Armi e balistica”;
“Recupero di animali feriti e utilizzo del cane da traccia”;
“Raccolta delle informazioni sulle attività di caccia e dei capi abbattuti (numero di uscite per cacciatore, per distretto, per capo abbattuto e per capo assegnato non prelevato, sforzo di caccia e successo di prelievo per periodo)”.

Non c’è che dire! Un vero e proprio campionario di informazioni utili da dare per un Parco nazionale che ha tra i suoi scopi principali la tutela della fauna!

La cosa appare ancora più grave se si pensa che la caccia a cervo e capriolo non solo è vietata in tutte le aree naturali protette italiane, ma è anche vietata su tutto il territorio delle tre regioni che ospitano il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Non si comprende, quindi, quali possono essere state le motivazioni che hanno spinto i vertici del Parco a promuovere un corso del genere. Eppure tra gravi problemi sanitari che rischiano di porre a serio rischio specie come il camoscio appenninico e l’orso bruno marsicano e lupi uccisi con bocconi avvelenati, sembra evidente che il Parco avrebbe questioni ben più serie di cui occuparsi.

Le Associazioni Altura, Animalisti Italiani, LAV, LIPU Abruzzo, Mountain Wilderness, il Nibbio, Pro Natura e WWF stigmatizzano l’iniziativa dell’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e chiedono che il Parco non si presti più a simili attività che nulla hanno a che fare con la sua tradizione e con i compiti che gli attribuisce la legge.

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