giovedì 22 aprile 2010

La Commissione Ue pronta ad impugnare la legge regionale sulla caccia dell' Abruzzo


Bruxelles, 20 apr. (Apcom) - La Commissione europea "non esiterà" a lanciare nuove procedure d'infrazione contro l'Italia se la nuova legge sulla caccia dovesse contenere altre violazioni al diritto comunitario, oltre a quelle già presenti nel quadro attuale, che saranno presto oggetto di sentenza da parte della Corte europea di Giustizia. Lo ha affermato oggi a Bruxelles, rispondendo all'Apcom, il portavoce del commissario europeo all'Ambiente, Janez Potocnik. La Commissione, ha detto il portavoce, Joe Hennon, "è al corrente del dibattito in corso nel Parlamento italiano per modificare l'attuale legislazione nazionale sulla caccia" e ricorda di "aver già lanciato diverse procedure d'infrazione contro l'Italia per violazioen della direttiva Ue sugli uccelli selvatici" ora codificata come direttiva Ce 2009/147. In particolare, ha sottolineato Hennon, l'Esecutivo comunitario, "si attende una sentenza della Corte europea di giustizia che riguarda, fra l'altro, sia la legislazione nazionale che quella regionale sulla caccia agli uccelli protetti proprio dalla direttiva 2009/147". "Qualunque modifica del quadro giuridicano italiano sulla caccia che sarà adottato dal Parlamento in futuro, sarà valutato dalla Commissione nel contesto della vicenda legale in corso. Se fossero introdotte nuove violazioni del diritto comunitario - ha concluso il portavoce -, la Commissione non esiterà a lanciare nuove azioni legali contro l'Italia". Il ricorso della Commissione contro l'Italia era stato presentato il 22 dicembre 2008, e seguito un anno dopo da un provvedimento d'urgenza ('ordinanza' del 10 dicembre 2009) del presidente della Corte, che aveva sospeso la legge regionale lombarda sull'attività venatoria. Ma nel procedimento sono messe in causa a vario titolo anche le leggi regionali sulla caccia di Abruzzo, Lazio, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Calabria e Puglia). La sentenza è attesa prima dell'estate, essendo mediamente di 17 mesi il periodo che intercorre fra il ricorso per inadempimento e il verdetto finale della Corte.

Fonte: apcom 26 aprile 2010

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