venerdì 25 gennaio 2019

Abruzzo. Investono animali nel Parco e filmano la mattanza: denunciati 3 cacciatori

Pacentro (Aq). Una mattanza quella dei 3 cacciatori di Campo di Giove documentata da un video che uno di loro ha poi trasmesso. Dalle immagii, a bordo di un fuoristrada, i 3 inseguono e investono decine e decine di animali del branco, in Zona B nel Parco della Maiella. La registrazione è stata caricata su Whatsapp e ricondivisa decine di volte. Venuti a conoscenza del fatto e riconosciuti i luoghi, i Carabinieri forestali delle stazioni del parco di Pacentro e Cansano, nell’aquilano, hanno voluto fare luce sui responsabili, identificandoli e rintracciandoli.

Un motivo di vanto, una follia quella di colpire alla cieca nel branco di cinghiali, colpendone e investendone a decine sulla provinciale 54, strada per Fonte Romana, nel territorio di Pacentro. Il fatto è accaduto nella notte del 14 gennaio, in località valle Messere. Nel gruppetto di cacciatori di Campo di Giove, uno ha 53 anni, uno 55 anni e l’altro è un 43enne, e sembrano proprio divertirsi ad investire le povere bestiole in area parco naturalmente, con divieto di caccia assoluto e per giunta in un periodo, metà gennaio, in cui è vietata l’attività venatoria. Dopo aver investito le bestiole, le doppiette hanno cercato di ucciderle per portarsele a casa. Identificati dal filmato postato in rete i componenti del branco sono stati deferiti alla procura della Repubblica di Sulmona (Aq) e dovranno rispondere delle accuse di tentativo di uccisione e maltrattamento degli animali, uccisione, cattura e prelievo di specie protette, caccia in periodo di divieto e nei parchi nazionali, disturbo alle specie e istigazione a delinquere.

Il fatto che si tratti di cinghiali non cambia le cose, anzi le peggiora. Se questi ungulati sono in soprannumero è certo un nostro problema da risolvere con intelligenza, spiegano gli esperti e le associazioni ambientaliste. Premesso che, se ci saranno molti altri cinghiali in quest’area dobbiamo ringraziare anche questi 3 cacciatori, oltre agli Ambiti territoriali di caccia, perché uccidendo gli adulti di cinghiale s’innesca una risposta compensativa nella fertilità, dunque gli animali di quel branco aumentano di numero e cresce la dispersione. La conferma arriva da uno studio pubblicato dalla rivista Pet management science, report firmato da diversi autori di origine europea (G. Massei et al., “Wild boar populations up, numbers of hunters down? A review of trends and implications for Europe”. Pet Management Science, volume 71, aprile 2015, pp. 492-500). Spieghiamo, con l’aiuto del Wwf Abruzzo, l’attuale situazione e i relativi conti da pagare:

Il problema cinghiali esiste perché, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso e sino a pochi anni fa ci sono state immissioni a scopo venatorio per consentire ad una minoranza di cacciatori di divertirsi sparando e uccidendo. Chi ha creato il danno deve pagarne le conseguenze anche in termini economici. Il risarcimento dei danni da cinghiale va di conseguenza attribuito interamente agli Ambiti territoriali di caccia (Atc) – sottolinea Wwf Abruzzo – Oggi sono invece i danneggiati a pagare i danni attraverso tasse, dirette e indirette, che gravano su tutti i cittadini. Altro punto è l’inefficacia delle misure di controllo perché i danni non sono affatto diminuiti. Chi mai del resto affiderebbe la riparazione di un danno proprio a chi questo danno lo ha creato così come fa l’Abruzzo con i cacciatori – commenta l’associazione del Panda – È ora di cambiare radicalmente strategia ragionando con criteri scientifici“.

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