domenica 11 settembre 2016

Su ricorso del WWF il TAR sospende il calendario venatorio in Abruzzo. Ennesima conferma del fallimento della politica regionale


Comunicato stampa dell’11 settembre 2016

Su ricorso del WWF il TAR sospende il calendario venatorio in Abruzzo

Ennesima conferma del fallimento della politica regionale sulla tutela della fauna selvatica abruzzese: cambiano le maggioranze ma continuano le scelte errate


PESCARA - Su ricorso del WWF Italia, il Presidente del TAR Abruzzo ha disposto l’annullamento della delibera n. 515 del 02/08/16 della Giunta regionale che approvava il calendario venatorio del 2016-2017.

I giudici hanno ritenuto che il calendario venatorio varato dalla Giunta D’Alfonso sia da sospendere in quanto sussistono condizioni di estrema gravita e urgenza tali da non consentire l’avvio della stagione di caccia almeno per le date previste per il mese di settembre, fino all’esame collegiale del ricorso che è stato fissato per il 28 prossimo. In attesa della trattazione in giudizio, il TAR ha ritenuto di accogliere la richiesta di misure cautelari monocratiche, avanzata dal WWF, per impedire il verificarsi di effetti irreversibili sulla fauna a seguito dell’apertura.

Dichiara Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF Abruzzo: “Abbiamo dato la possibilità alla Giunta D’Alfonso-Pepe di lavorare serenamente nei primi due anni dopo l’insediamento in Regione, con la speranza di vedere finalmente realizzati i doverosi compiti di un pubblico amministratore che deve occuparsi di tutela e gestione della fauna selvatica nell’interesse collettivo e non soltanto a favore della minoranza dei cacciatori: la fauna selvatica è un patrimonio collettivo e non un trastullo per pochi. Purtroppo questo salto di qualità non è avvenuto. I politici di oggi stanno dimostrando lo stesso spregio del nostro patrimonio ambientale già palesato da quelli di ieri. Eppure il WWF, prima che il calendario venatorio fosse approvato, aveva sottoposto all’attenzione della Regione Abruzzo alcuni punti di modifica che avrebbero potuto ridurre l’impatto ambientale della caccia semplicemente riconducendo il calendario nei limiti imposti dalla normativa e dal parere ISPRA! Ma nessuno di essi è stato davvero preso in considerazione e l’Associazione ambientalista è stata costretta, ancora una volta, a ricorrere ai giudici amministrativi per far valere le ragioni della fauna e dell’ambiente”.

Aggiunge l’avvocato Michele Pezone, che ha curato il ricorso per il WWF Italia: "Non posso che esprimere grande soddisfazione per questo provvedimento che ancora una volta pone il TAR de L'Aquila in una posizione di avanguardia rispetto ad altri Tribunali amministrativi nell'esigere, per la stesura del calendario venatorio, il rispetto delle indicazioni dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Auspico la conferma definitiva di questo provvedimento e il pieno allineamento dei futuri calendari con le prescrizioni dell'ISPRA, in modo da evitare il continuo ricorso alla magistratura per salvaguardare le esigenze di tutela della fauna selvatica".

A questo punto il WWF pretende che la Regione Abruzzo e gli ATC mettano in atto tutte le azioni necessarie al fine di informare i cacciatori della situazione determinatasi a seguito della decisione del TAR Abruzzo. Spetta infatti proprio a Regione e ATC impedire, così come stabilito dal giudice amministrativo, l'esercizio della caccia in Abruzzo.

“È ora importante– conclude Claudio Allegrino, coordinatore regionale delle guardie ambientali del WWF - far rispettare quanto disposto dai giudici del TAR. Almeno a settembre non si potrà andare a caccia. L’azzeramento delle Polizie Provinciali, che si occupavano in maniera specializzata della vigilanza venatoria, rende più difficili i controlli, ma occorrerà accentuare gli sforzi delle altre forze di polizia, a cominciare dal Corpo Forestale dello Stato, e delle guardie volontarie perché venga imposto ovunque in Abruzzo il rispetto della legalità”.

Dante Caserta
Vicepresidente WWF Italia ONLUS

2 commenti:

Anonimo ha detto...

IL PROBLEMA è CHE I CITTADINI CACCIATORI, DA PARTE DELL'ORGANO REGIONALE, VENGONO SOTTOVALUTATI PER LO SCARSO POTERE DEI LORO RAPPRESENTANTI DIVISI DA UNA "MIRIADE" DI ASSOCIAZIONI!
QUESTE O/E I LORO DIRIGENTI SPESSO COLLUSI CON IL POTERE POLITICO......NON FANNO IL PRECISO DOVERE DI RAPPESENTANTI SECONDO L'ART.29 DELLA LEGGE REGIONALE 10/2004 SPESSO ALL'UFFICIO ADDETTO VENGONO IMPIEGATI DEI SIGNORI CHE DI CACCIA E NATURA NON NE CAPISCONO NIENTE !!.... IL RISULTATO SONO I PASTROCCHI CHE OGNI ANNO I CACCIATORI SONO COSTRETTI A SUBIRE,NONOSTANTE IL PAGAMENTO DI TASSE SALATISSIME....I CACCIATORI SONO STUFI E SICURAMENTE IL PROSSIMO ANNO CI SARANNO POCHISSIMI RINNOVI....è L'UNICA ARMA CHE HANNO E LA USERANNO !!
IL GABBIANO

Unknown ha detto...

L'assessore Pepe si leggesse il calendario venatorio della confinante Marche e magari chiedesse loro una mano per il prossimo anno!
E le associazioni venatorie nn pensassero solo a tessere e posti negli Atc perché tra qualche tempo molti appassionati potrebbero farsi assicurazioni private e togliere loro le prebende!
Dove sono state dalla scadenza del piano faunistico venatorio ad oggi?? Cosa hanno fatto per esigere un documento previsto dalla normativa nazionale??