giovedì 17 settembre 2015

Su Cervi e Caprioli Berardinetti “a caccia” di scuse

L’Aquila.“Il regolamento per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati è la norma adottata dalla Regione Abruzzo per favorire il giusto rapporto delle specie non protette rispetto alle capacità trofiche del territorio come viene disposto dalla normativa italiana ed europea” è la risposta di un sorpreso presidente della commissione agricoltura, Lorenzo Berardinetti, a coloro che utilizzano, secondo il consigliere regionale: “I mezzi di comunicazione per distorcere gli obiettivi contenuti alle modifiche, che ho proposto, al suddetto regolamento, ovvero salvaguardare e tutelare le specie protette” .
Rivoluzionando il significato delle parole il consigliere commenta così le dichiarazioni del già consigliere regionale Maurizio Acerbo che sulla modifica del regolamento sugli ungulati ha chiarito, nei giorni scorsi, quali sono le conseguenze per cervi e caprioli che, in breve, potranno essere cacciati. Non pago, Berardinetti continua: “Ci tengo a mettere in evidenza che la Regione Abruzzo non ha aperto o autorizzato nessuna caccia a caprioli o cervi ma ha semplicemente recepito, attraverso il regolamento, le modalità di censimento degli stessi predisposti dall’Ispra cioè dal ministero dell’ambiente – Secondo Berardinetti – la Regione vuole solo rilevare il numero di caprioli e cervi, sapere, con precisione in quali territori insistono, in che rapporto sono rispetto alle altre specie come il cinghiale che, ormai, rappresenta per le specie protette (orso, lince, lupo, camoscio) ma anche per l’agricoltura e la silvicultura, un enorme problema rispettivamente di sopravvivenza, ambientale ed economico. I dati, ciclicamente rilevati, verranno inviati e interpretati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, cioè la più prestigiosa autorità italiana in materia. I cittadini abruzzesi possono stare tranquilli: le azioni poste in essere dalla Regione Abruzzo in questo campo sono e saranno sempre conseguenti di metodologie scientifiche, preventivamente autorizzate dalle strutture del ministero dell’ambiente, applicate già da anni in tutta Europa dove i territori e le specie vengono gestite e non abbandonate e se stesse. Le accuse mosse, dal professionista consapevole della distorsione della verità ai soli fini propagandistici, di provvedimenti assunti alla chetichella e a fini clientelari vanno rispedite con forza al mittente. Queste modifiche sono state approvate – ha concluso il Consigliere regionale – dopo diverse sedute della Commissione agricoltura dove, in audizione, sono state ascoltate e recepite le richieste del mondo agricolo, venatorio e ambientale”. A quale mondo ambientale si riferisce Berardinetti? Mistero, enigma, suspence anche perché le associazioni e i gruppi ambientalisti hanno più volte rimarcato e ribadito di non essere stati in alcun modo coinvolti nelle consultazioni per avviare l’iter di modifica della legge 10 del 2004, ossia il Regolamento sugli ungulati.

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