sabato 21 dicembre 2013

In Contrada Collalto a Pianella (Pe) residenti ostaggio dei cacciatori. Il WWF: si faccia rispettare l’ordinanza comunale di divieto di caccia

COMUNICATO STAMPA DEL 20 DICEMBRE 2013

In Contrada Collalto a Pianella (Pe) residenti ostaggio dei cacciatori
Il WWF: si faccia rispettare l’ordinanza comunale di divieto di caccia

In Contrada Collalto a Pianella (Pe) è in vigore una ordinanza comunale (la n. 63 del 2011) che sancisce “il divieto di caccia nella zona a tutela della pubblica incolumità, della quiete e dell’ordine pubblico”.
L’ordinanza, che sostituisce una precedente emessa nel 2008, è la diretta conseguenza delle svariate denunce dei residenti inoltrate in questi ultimi anni alle autorità competenti a causa dei continui spari dei cacciatori che in svariate occasioni hanno colpito anche le abitazioni della contrada.

L’ordinanza ricorda le diverse denunce depositare dai cittadini che lamentano la presenza di cacciatori che sparano a ridosso delle case e delle strade, nonché di provocazioni, minacce e intimidazioni rivolte agli stessi residenti di Contrada Collalto. I residenti hanno dovuto sostenere anche le spese per una perizia tecnica che evidenzia come l’area interdetta alla caccia dall’ordinanza comunale sia comunque già di fatto vietata all’esercizio venatorio in quanto mancano le distanze minime di sicurezza da fabbricati e abitazioni per poterla esercitare.

La cosa incredibile è che con l’ordinanza di divieto i residenti non hanno risolto i loro problemi! Anzi gli spari contro le abitazioni, le minacce e i danneggiamenti sono aumentati, come se alcuni cacciatori (auspichiamo che la maggioranza rispetti leggi e divieti) volessero dimostrare che nessuna autorità vuole o può intervenire per far rispettare il divieto.
Dichiara Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo: “I residenti di Contrada Collalto hanno chiesto più volte alle autorità di intervenire per reprime le attività venatorie illecite ma finora nessuno è stato in grado di sanzionare i trasgressori. Sono addirittura i residenti stessi che devono farsi carico di apporre i paletti e le tabelle che indicano il divieto di caccia. Paletti e tabelle che puntualmente, con la riapertura della stagione venatoria, vengono impallinati o buttati a terra. Il WWF chiede a tutte le autorità preposte, a cominciare da Sindaco, Polizia Municipale, Polizia Provinciale, Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato di agire in modo da ripristinare la legalità e garantire la sicurezza dei cittadini di Contrada Collalto”.

giovedì 12 dicembre 2013

Parco Sirente Velino, il Presidente Angelosante: no a cementificazione e assalto dei cacciatori

Avezzano. Parco Sirente Velino e WWF alzano un muro in difesa dei “gioielli di famiglia” messi a rischio da una proposta di riperimetrazione mirata a escludere dal perimetro di protezione una delle zone di maggior pregio naturalistico e paesaggistico dell’area protetta (3.300 Ha) oggetto di 3 interventi di tutela e salvaguardia dell’orso bruno marsicano e dei delicati ambienti naturali finanziati dall’Unione Europea. Simone Angelosante (Presidente dell’Ente) ed Herbert Simone (WWF) lanciano un appello al Presidente Chiodi e al consiglio regionale in vista della seduta di domani alle 10: bocciate la proposta di riperimetrazione avanzata dal Consigliere Luca Ricciuti mirata ad escludere dall’area protetta siti di interesse comunitario (Sic) ad altissima valenza ambientale nei Comuni di Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio. “Quell’area rappresenta il cuore del Parco, con un’elevatissima valenza ambientale”, ha affermato Simone Angelosante, in un’infuocata conferenza stampa al Comune di Avezzano, “non può essere esclusa dall’area protetta, poiché esporrebbe il territorio alle insidie della cementificazione selvaggia, all’assalto dei cacciatori, a contenziosi con lo Stato e al rischio di nuove tasse: l’Unione Europea ha finanziato progetti di conservazione e valorizzazione in quell’area, quasi certamente aprirebbe una procedura di infrazione, con conto finale a carico degli abruzzesi. Viviamo una fase di grande crisi, le aziende chiudono, le industrie delocalizzano, in questo splendido lembo Abruzzo abbiamo un immenso patrimonio ambientale, artistico, culturale ed enogastronomico che non va aperto alla cementificazione e alla caccia, ma difeso e valorizzato per dare benessere alla comunità locale che vive e opera nel Parco”. Pollice verso, quindi, alla proposta Ricciuti, stroncata senza appello anche dal Wwf: “respingiamo al mittente quest’attacco sconsiderato contro una delle zone di maggior pregio del Parco”, ha dichiarato Herbert Simone, vice presidente del Wwf Abruzzo e membro del Cda dell’Ente, “che rientra nei Sic e nel progetto Patom: aprirebbe le porte all’assalto dei cacciatori e dei cementificatori. Se la Regione andrà avanti, il Wwf si mobiliterà a livello nazionale e internazionale per salvaguardare quel paradiso”. Sferzante la bocciatura del WWF Italia: “è paradossale”, ha sottolineato il presidente nazionale, Dante Caserta, in contatto telefonico, “nei giorni in cui al Ministero dell’ambiente si parla di difesa della natura e di tutela della biodiversità, nella Regione verde d’Europa si viaggia in controtendenza”. I due settori oggetto della proposta (parte dei Piani di Pezza e parte dell’Altopiano delle Rocche) ospitano numerosi Habitat e specie altamente protette elencati nella Dir. 92/43/CEE “Habitat” e nella Dir 79/409/CEE “Uccelli” in gran parte inseriti nei formulari Natura 2000, nonché i due Siti Natura 2000 (ZPS IT 110130 “Sirente Velino”; SIC IT 110206 “Monte Sirente e Monte Velino”). Qui l’Ente Parco ha realizzato tre progetti LIFE NATURA finanziati dall’Unione Europea aventi l’obiettivo di conservazione dell’orso bruno marsicano con interventi di piantumazione e potature oltre alla bonifica dell’area nell’ambito di un altro progetto LIFE “Azioni urgenti nei SIC del Parco Sirente Velino”. L’Ente Parco poi è uno dei sottoscrittori del P.A.T.O.M. (Protocollo di intesa per la tutela dell’orso bruno marsicano) che individua nella zona di Monte Rotondo-Piani di Pezza una macroarea B di alto significato dove la specie può trovare aree idonee di diffusione ed aree di connessione e collegamento con le parti più lontane del suo areale potenziale lungo la dorsale appenninica. L’Ente Parco, comunque, ha già espresso parere contrario nelle sedi istituzionali anche perché la proposta in oggetto è carente di studi prodromici fondamentali quali la VAS (valutazione ambientale strategica) che comporterebbero l’infrazione alle norme comunitarie, mentre la cartografia illustrante il progetto di legge è cambiata dopo le audizioni iniziali. Attualmente è in corso anche il progetto Life Crainat coordinato dalla Regione Abruzzo, finalizzato alla conservazione del gambero di fiume, che vede come area di intervento l’Altopiano delle Rocche, mentre l’area dei Piani di Pezza costituisce un ottimo habitat del Grifone nidificante nel versante meridionale del Velino: specie reintrodotta dal Corpo Forestale dello Stato che ha sottoscritto un protocollo per la conservazione con l’Ente parco. Al consiglio regionale il compito di “onorare” la Regione verde d’Europa.

Riduzione del Parco Sirente-Velino. Acerbo: il solito clientelismo venatorio

(12/12/2013 - 09:31)


(ACRA) – «Ringrazio le associazioni ambientaliste e i cittadini che attraverso comunicati e mail stanno cercando di scongiurare l'approvazione da parte del centrodestra della proposta di legge di riperimetrazione del Parco Velino Sirente». Lo sostiene il Capogruppo di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, in merito alla riperimetrazione del Parco Velino Sirente. «E' pazzesco che per il solito clientelismo venatorio ci si incaponisca nel voler modificare i confini di un Parco che secondo tutti gli studi andrebbero semmai ampliati. La proposta di Ricciuti a mio parere è inaccettabile non solo nel merito ma anche sul piano procedurale. Questa mattina ho inviato al Presidente del Consiglio Nazario Pagano una lettera in cui faccio presenti dei vizi procedurali che dovrebbero spingerlo a non sottoporre al voto il progetto di legge di Ricciuti che andava dichiarato irricevibile. Non si capisce perché le regole sulla base delle quali non si portò in Consiglio la mia proposta di legge sulla doppia preferenza di genere non debbano valere per quella di Ricciuti».

Il WWF: “Nessuno tocchi il Sirente Velino”: i fucili vanno invece assolutamente banditi

COMUNICATO STAMPA DELL’11.12.2013

Il WWF: “Nessuno tocchi il Sirente Velino”

Torna in aula l’assurda proposta di legge per “tagliare” il Parco regionale

Proprio mentre a Roma si svolge in due giorni una conferenza nazionale su Biodiversità e aree protette, fortemente voluta dal Ministero dell’Ambiente, in Abruzzo, regione verde d’Europa, si torna a fare strada una vis. ione miope e antica, contraria agli interessi della Natura e dei cittadini, in base alla quale si cerca di “riperimetrare” il Parco regionale Sirente Velino, sottraendo alla tutela una parte fondamentale dell’area protetta. Una scelta sciagurata contro la quale questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa, presso la sala del Comune di Avezzano (Aq), il Presidente del Parco Sirente Velino Dott. Simone Angelosante e il vice Presidente del WWF Abruzzo Avv. Herbert Simone.

Il WWF ha confermato e conferma la propria netta contrarietà alla proposta di Legge Regionale firmata dal consigliere PDL Ricciuti che, con oggetto Revisione dei confini e delimitazione zone, approderà in aula domani 12 dicembre 2013. L’auspicio è che tutti i consiglieri, di ogni parte politica, la respingano al mittente in nome dei superiori interessi del territorio e tenendo conto della volontà della stragrande maggioranza degli abruzzesi, che tra l’altro tra pochi mesi saranno chiamati alle urne per rinnovare proprio il consiglio regionale e che sapranno certamente ben scegliere tra chi tutela gli interessi della collettività e chi sposa invece miopi interessi di parte.

Dichiara Dante Caserta, Presidente del WWF Italia: «L’Abruzzo si dichiara Regione verde d’Europa, ma questa affermazione di principio rischia di restare un’etichetta vuota. Il Parco Regionale Sirente-Velino è un’area protetta importantissima perché in essa sono racchiusi e fusi ambienti naturali e paesaggistici molto vari che formano un’unità ecologica fondamentale. La Proposta di Legge Regionale mira assurdamente a strappare all’ambiente zone importantissime per la tutela della biodiversità appenninica, oggetto peraltro della Rete Natura 2000, del Piano di Tutela dell’Orso Marsicano, del Life Coornata. È veramente paradossale che ciò avvenga proprio mentre si svolge a Roma la Conferenza nazionale "La Natura dell’Italia. Biodiversità e Aree protette: la green economy per il rilancio del Paese" che ha lo scopo di rilanciare il ruolo delle aree protette ».

Dichiara Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Abruzzo: «Si tratta dell’ennesimo segnale di un cambio di rotta in senso negativo nella politica di conservazione del territorio. L’ennesimo taglio viene proposto proprio quando emerge invece in modo evidente la necessità di estendere la protezione della Natura allargando i confini del Parco e attraverso la creazione delle cosiddette fasce contigue. Ricordiamo che il recente episodio di uccisione di un Orso sull’autostrada A24 è avvenuto nel Comune di Tornimparte, poco distante dalla zona che oggi qualcuno vorrebbe definitivamente “rubare” al Parco. L’aspetto più assurdo della proposta Ricciuti è che essa vorrebbe escludere dall’area protetta proprio alcune tra le zone più note a livello nazionale e internazionale come gran parte dei Piani di Pezza, della Piana di Campo Felice e anche parte della Piana di Terranera che è parte integrante dell’Altipiano delle Rocche, cuore del parco, ponendo a rischio spazi di continuità che sono fondamentali per la mobilità e la sopravvivenza delle specie presenti nel Parco, a partire dai grandi carnivori, e su tutti l’Orso marsicano. Ci auguriamo che anche il Ministero dell’Ambiente faccia sentire la sua voce. La Regione, se davvero accetterà questa proposta, ma auspichiamo che il consiglio tutto la respinga al mittente, rischia di creare un danno enorme a livello comunitario e nazionale del quale potrà essere chiamata a rispondere, anche sul piano economico. E le responsabilità potrebbero essere personali». L’eventuale nuova perimetrazione del Parco potrebbe assurdamente escludere dall’area protetta zone di importante valore ambientale, inserite in diverse azioni europee di tutela della biodiversità come il protocollo Piano d’azione per la tutela dell’orso marsicano (PATOM).

Il WWF chiede ai Consiglieri regionali e al Governatore Chiodi di opporsi in tutti i modi a una proposta che, se accolta, soddisferebbe soltanto appetiti speculativi, in questa zona fortissimi, con ulteriore cementificazione e lottizzazione del territorio, costruzione di inutili infrastrutture scioviarie e riapertura della caccia in zone nelle quali i fucili vanno invece assolutamente banditi. Le associazioni hanno interessato della questione anche il Ministero e la Commissione europea.

Riperimetrazione del Parco regionale del Sirente-Velino: "sciagurato progetto del consigliere Ricciuti (FI) oscuro rappresentante di una manciata di cacciatori"

COMUNICATO STAMPA


La maggioranza politica del Governatore Chiodi alla Regione Abruzzo si appresta di nuovo a tentare l'approvazione della famigerata riperimetrazione del Parco regionale del Sirente-Velino ma allo stesso tempo la Regione spende denaro pubblico per invitare i turisti a visitare "L'Abruzzo ed i suoi parchi" La schizofrenia politica dell'attuale maggioranza è inspiegabile. L'opposizione delle associazioni e di ampi settori della societa civile abruzzese al taglio del Parco è forte e non intende abbassare la guardia, se invece Chiodi è a favore di questa ipotesi abbia il coraggio di dirlo pubblicamente invece di sfuggire alla questione come fa da mesi.

"Abruzzo, Naturalmente Tuo" cosi recita il titolo dello spot emozionale realizzato dai quattro Parchi Abruzzesi che è proiettato da ieri nella sale cinematografiche di tutta Italia come abbiamo appreso nei giorni scorsi dagli uffici stampa delle 4 maggiori aree protette abruzzesi (Parco Nazionale d'Abruzzo, Parco Nazionale della Majella Parco Nazionale del Gran Sasso e Parco Regionale del Sirente-Velino) e dalle dichiarazioni dell'Assessore al turismo della giunta Chiodi, Mauro Di Dalmazio, e per far questo si spendono denari dei contribuenti ... niente di male hanno pensato in molti e tra questi anche noi anzi encomiabile rilanciare il turismo della regione Abruzzo puntando finalmente sulla sue risorse più preziose la natura e le sue aree protette ...

E INVECE ... GUAI A FIDARSI DELLA GIUNTA DI CHIODI !

Incurante delle proteste che nei mesi scorsi si erano levate da tutti i settori della società civile contro lo , che prevede un ennesimo taglio al territorio protetto del Parco regionale del Sirente - Velino, la cosiddetta riperimetrazione, il governatore Chiodi getta la maschera e si appresta a lasciar passare un provvedimento vergognoso dopo aver taciuto per mesi fingendo di non appoggiare l'iniziativa ma rifiutandosi sempre di prendere una chiara posizione pubblica sulla vicenda. Sordo agli appelli di un fronte ampio e variegato di associazioni, Comuni della zona, biologi, operatori turistici e vertici del Parco Regionale, Chiodi non ha mai detto una sola parola sul progetto, né ha mai sentito il dovere di rispondere ad associazioni e cittadini che glielo hanno chiesto pubblicamente e sulla stampa.

A prescindere dall'assoluto disprezzo che egli mostra verso una, se non la più importante, risorsa della nostra regione, ci spieghi come concilia Chiodi questi atteggiamenti schizofrenici della sua amministrazione ? Da una parte vorrebbe che la gente, i turisti, accorressero in Abruzzo decantandone a suon di costosi spot pubblicitari la bellezza delle sue aree protette e dall'altra non ferma chi nel suo gruppo politico ne vuole smantellare un pezzo importante per consegnarlo ai cacciatori e a chi ne vuole fare scempio. Dov'è la logica in tutto ciò ? Come non rimanere stupefatti davanti ad un comportamento tanto illogico e pieno di disprezzo verso valori comuni condivisi dalla maggioranza dell'opinione pubblica regionale sia di destra che di sinistra ?

Ci dia almeno soddisfazione, il governatore Chiodi, ci spieghi pubblicamente, come ormai andiamo chiedendo da mesi quali sono le ragioni che giustificano il taglio di aree di grande pregio naturalistico salvaguardate fino ad oggi da sparatori e cemento solo grazie alla loro appartenenza al territorio del Parco Regionale. Cos'è che impedisce a Chiodi di dire serenamente ciò che pensa della questione ? E' forse dall'On. Ricciuti che dipendono le sue future fortune politiche ? Ne dubitiamo, con tutto il rispetto per la statura politica dell'On Ricciuti.

Parla molto il governatore Chiodi dei suoi supposti successi in materia di risanamento dei conti della sanità regionale ma quando si tratta di ambiente e di questa vicenda in particolare, perde la parola. Verrebbe da pensare che se ne vergogni o forse è solo il naturale modo di agire di un politico che ritiene di non dover dar conto di ciò che fa ai cittadini che amministra ?

Ma se il governatore dovesse insistere nel suo ostinato mutismo possiamo invece aspettarci una cortese risposta da almeno uno dei suoi assessori competenti in materia di Parchi ed Ambiente gli On. Giuliante e Di Dalmazio ? Tra l'altro ci risulta che l'On.Giuliante sia di ritorno da un vertice tenutosi recentemente al Ministero dell'Ambiente con il Ministro Orlando dove egli sembra si sia sperticato in mille assicurazioni riguardo la volontà di impegnare alacremente il suo assessorato e la regione Abruzzo in un rinnovato sforzo teso alla conservazione dell'orso e degli ambienti che lo ospitano, e quindi anche del Parco regionale del Sirente-Velino per l'appunto ... la riapertura della caccia ed il via libera alla speculazione edilizia in questa area è allora da ritenersi la sua prima azione a favore dell'orso tra le tante promesse al Ministro ????

Ci sarebbe da ridere, tanto comica è la situazione, se non fosse tragica l'insipienza, la superficialità, l'incongruenza di questa classe politica al potere in Regione e altrettanto tragico lo sperpero di una risorsa regionale quali sono l'orso ed il sistema parchi della nostra regione. Ma Chiodi stia sicuro insieme agli Onorevoli Ricciuti, Giuliante e Di Dalmazio che faremo tutto il possibile affinché nell'imminenza delle prossime consultazioni elettorali regionali gli abruzzesi tutti sappiano chi ringraziare dell'ennesimo attacco alla natura d'Abruzzo.

Montesilvano, 11 Dicembre 2013

Stefano Orlandini
Presidente Salviamo l'Orso - Onlus

Link utili di approfondimento










martedì 10 dicembre 2013

A caccia nel Parco Nazionale d’Abruzzo – Gli interventi antibracconaggio delle Guardie del Parco

I denunciati sono tutti cacciatori con regolare licenza di caccia

GEAPRESS – Nuovi interventi antibracconaggio portati a termine dalle Guardie del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Le operazioni sono avvenute sabato scorso e ripropongono quanto vitale sia ancora il problema della caccia di frodo.

In località S. Antonio nel Comune di Collelongo (AQ) le Guardie del Parco hanno fermato un fuoristrada identificando quattro persone, tra cui due allevatori originari della provincia di Frosinone ma residenti nel comprensorio. Perquisito il mezzo sono stati rinvenuti quattro fucili da caccia di proprietà dei primi due soggetti. I due, originari di Luco dei Marsi e Trasacco hanno dichiarato di essere andati a caccia di lepri ma dalla perquisizione del mezzo sono invece risultate sette cartucce a palla unica adatte, cioè, all’uccisione di grossi animali. Il munizionamento non sarebbe stato peraltro denunciato.

Munizioni sequestrate e per i due cacciatori denuncia all’Autorità giudiziaria.

In località “Valletrotta” di Vallerotonda (FR), le Guardie del Parco hanno notato due persone, risultate poi di San Vittore (FR), in allontanamento. A pochi metri di distanza c’era però il corpo di un cervo abbattuto da poco. Evidenti, riferisce l’Ente Parco, i fori dei proiettili.

Le Guardie si sono così disposte per un lungo appostamento. L’intervento si è così concluso in piena notte, quando i due bracconieri sono apparsi. Le Guardie del Parco, su disposizione della Procura della Repubblica di Cassino, hanno così potuto procedere al sequestro dei numerosi mezzi di caccia presso l’abitazione di un soggetto. Si tratta di nove fucili tutti regolarmente denunciati. Il corpo del cervo è stato posto sotto sequestro e trasportato presso il Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria dell’Istituto Zooprofilattico Lazio e Toscana di Grosseto per gli accertamenti del caso.

Entrambe le aree oggetto di intervento erano ricadenti nella zona di Protezione Esterna del Parco.



martedì 3 dicembre 2013

Cacciatore ucciso a Lanciano (Ch). L’avvocato del cacciatore indagato: non si aspettava di trovarlo dove ha sparato

Lutto cittadino a Treglio per l’addio all’assessore

Alle 9,30 i funerali di Franco Pasquini ucciso per sbaglio con una fucilata L’avvocato del cacciatore indagato: non si aspettava di trovarlo dove ha sparato

TREGLIO. È proclamato per oggi il lutto cittadino a Treglio, dove Franco Pasquini era assessore all’urbanistica e alle politiche agricole. Il funerale del sindacalista e dipendente della Sangritana, morto a 54 anni per un tragico incidente durante una battuta di caccia al cinghiale, viene celebrato questa mattina, alle 9,30, nella chiesa di Maria Santissima Assunta, nella piazza principale del comune. Per l’ultimo saluto è attesa tantissima gente, la stessa che ieri ha affollato l’obitorio dell’ospedale Renzetti per stringersi al dolore della moglie Maria Grazia e dei tre figli Dario, Luca e Fabio.

La tragedia di sabato è anche quella di Francesco Di Paolo, il pensionato di 71 anni che ha premuto il grilletto contro l’amico, convinto invece di puntare a un cinghiale, e che adesso si ritrova indagato per omicidio colposo. «È sconvolto, anche se all’esterno la sua è una reazione equilibrata», dice il suo avvocato, Giacomo Nicolucci. Dopo l’incidente Di Paolo si è assunto subito la responsabilità del ferimento, e quindi della morte di Pasquini. Ha collaborato con i carabinieri, che lo hanno portato nella caserma di via Del Verde, da dove poi è tornato a casa una volta formalizzata la denuncia. «Ha ammesso l’errore, incolpevole», spiega Nicolucci, «in una battuta di caccia a squadra, come quella di sabato scorso (vi partecipavano 13 cacciatori, ndc), ognuno ha il proprio compito e la propria posizione, detta posta. Franco Pasquini era il conduttore dei cani, il soggetto che si muove dietro gli animali lanciati contro i cinghiali».

Sembra che l’assessore, appassionato di caccia, sia uscito “dalle poste”, dalla propria posizione, senza avvisare i compagni via radio. «È uscito tra il bosco e la posta, fermandosi in una parte con la vegetazione incolta e dando l’impressione tipica del cinghiale che si muove nel bosco», continua l’avvocato di Di Paolo, «in più aveva il giubbetto ad alta visibilità slacciato. Il mio assistito ha visto una sagoma nera e ha sparato. Ha sentito l’urlo dell’amico e immediatamente si è accorto dell’errore. Non se l’aspettava, ha una certa esperienza sul comportamento dei cinghiali». A soccorrere Pasquini sono arrivati subito il capocaccia, più vicino, e lo stesso Di Paolo. Un solo proiettile ha colpito il dipendente della Sangritana, sparato dal fucile calibro 12 del pensionato che è stato sequestrato. Pasquini è spirato poco dopo. Il caso è seguito dal pm Ruggiero Dicuonzo.

Negli ultimi due anni è il secondo incidente mortale di caccia tra il Frentano e il Vastese. Nell’estate 2012 un agricoltore di Casalbordino uccise Gabriele Di Tullio, 54 anni, con un colpo di fucile dopo averlo scambiato per un cinghiale.