lunedì 31 dicembre 2012

Scafa (Pe). A caccia durante l'orario di servizio

SCAFA LA CORTE DEI CONTI CONDANNA PER DANNO ERARIALE IL DIRIGENTE DEL DISTRETTO SANITARIO E ALTRE 4 PERSONE

A caccia durante l'orario di servizio
Nelle intercettazioni: «Mi si sono persi i cani, che me ne frega di lavorare. Manda via tutti»

A caccia, a spasso per i boschi, oppure a tinteggiare la casa di un superiore (dove naturalmente erano arrivati con l'auto di servizio).

Tutti, però,risultavano al lavoro, con tanto di cartellino timbrato. Per questo cinque impiegati del distretto sanitario di Scafa della Asl di Pescara (tra i quali un dirigente e 4 infermieri), sono stati condannati a risarcire l'azienda sanitaria per la mancata prestazione lavorativa e il danno arrecato all'immagine. Lo ha deciso la sezione giurisdizionale per l'Abruzzo della Corte dei conti (Martino Colella, presidente, Federico Pepe, consigliere e Elena Tomassini, relatore; a sostenere «l'accusa» il procuratore Massimo Perin). A giudizio di responsabilità amministrativa erano stati chiamati R.A., 64 anni, dirigente, (che dovrà pagare 33.537 euro), F.D.D. 54 anni, (520 euro), N.N., 52 anni (839 euro), D.B., 57 anni (728 euro), e M.B., 54 anni (659 euro). Il primo, in particolare, deve rispondere anche dell'affidamento di alcuni lavori eseguiti nel distretto sanitario da parte di una ditta privata senza l'autorizzazione della Asl. Tutto nasce da un'indagine del 2008 della squadra mobile di Pescara, che culmina con l'arresto (ai domiciliari), di alcuni degli indagati. La giustizia penale non ha ancora terminato il suo corso, non essendo stata pronunciata alcuna sentenza definitiva di condanna, ma quella contabile (in ossequio a una giurisprudenza ormai abbondantemente consolidata), ha potuto comunque procedere col giudizio di responsabilità.L'indagine, che si era avvalsa anche di intercettazioni telefoniche e pedinamenti, aveva messo in luce un sistema di mala gestione che si traduceva spesso in disservizi e disagi nei confronti dei pazienti, che aspettavano ore nella speranza di essere visitati e che, infine, venivano rimandati a casa senza tanti scrupoli. Senza contare «una consolidata prassi di assenteismo e utilizzo delle pubbliche risorse per scopi personali» da parte del dirigente R.A.. Eloquente è la telefonata intercettata dalla polizia nel novembre del 2008. «Ma oggi non vieni a lavorare? diceva la segretaria al dirigente. «A Nà, mi si sono persi i cani, che c. me ne frega a me di lavorare». A questo punto la donna aggiungeva: «Allora devo mandare via tutti»? Risposta: «Sì, sì, puoi mandare via tutti», ove per «tutti» si intendevano i pazienti in attesa. Dalle indagini della squadra mobile, inoltre, era anche emerso che il dirigente «si serviva di medici e infermieri del distretto per curare i propri cani, feritisi nel corso delle battute venatorie». Tutto questo avveniva nei locali aziendali. Sempre secondo le risultanze investigative il professionista si sarebbe avvalso di due dipendenti del distretto per svolgere lavori edili nella propria abitazione. I due, col badge timbrato, anziché essere nei poliambulatori erano stati visti dalla polizia mentre uscivano dall'abitazione del superiore con grossi secchi di vernice nelle mani.

domenica 23 dicembre 2012

Pescosansonesco (PE), stop alla caccia con alcune armi

Dopo l’incidente mortale durante una battuta, il sindaco impone nuove regole «Simili tragedie non devono ripetersi, ecco il perché di queste severe limitazioni»

PESCOSANSONESCO. Il sindaco Nunzio Di Donato ha emanato un’ordinanza contigente e urgente di «divieto dell’esercizio dell’attività venatoria con l’utilizzo di armi ad anima rigata», con l’obiettivo della salvaguardia della pubblica incolumità, del rispetto della quiete e dell’ordine pubblico nell’intero territorio comunale. L’iniziativa del primo cittadino prende le mosse dal recente incidente di caccia avvenuto nelle campagne di Pescosansonesco nel quale ha perso la vita un 58enne di Cugnoli.

A esplodere, per errore, il colpo mortale, fu un giovane che partecipava alla battuta insieme ad altri 10 compagni: un 25enne di Alanno che ha scambiato l’amico per un cinghiale. Una tragedia che ha sconvolto, famiglie, cacciatori, interi paesi della Val Pescara.

«Con l’intenzione di evitare il ripetersi di simili tragedie e per elevare il grado di sicurezza di tutto il terriorio», spiega Di Donato, «abbiamo voluto dare una disciplina a chi vuole praticare la caccia dentro i nostri confini territoriali». Il divieto punta a escludere le armi con anima rigata, utilizzate per caccia al cinghiale o altri animali di grossa taglia. «Si tratta di armi a lunga gittata, le carabine», spiega l’esperto cacciatore Antonio Macciocca, «che coprono una distanza anche di un chilometro e mezzo. La particolarità è che utilizzando questo tipo di arma, se si manca il bersaglio, il proiettile continua la sua corsa in relazione alla potenza impressa, senza che chi lo ha esploso possa sapere che cosa in realtà vada a colpire. L’uso di questo tipo di carabina dovrebbe essere limitato solo a cacciatori esperti».

«In realtà», interviene un cacciatore di più lungo corso, Emidio Finocchi, «quasi tutti i praticanti l’attività venatoria possiedono una carabina, a canna liscia o rigata che sia, anche se una parte significativa di colleghi cacciatori non ama usarle o le utilizza raramente. Il motivo è che lo si deve fare solo in territori che garantiscono la piena sicurezza. Insomma occorre molta prudenza: scegliere bersagli che hanno come sfondo zone non frequentate o rilievi dove i colpi possono concludere il loro percorso e comunque lontane da nuclei abitati». Il sindaco osserva come la vocazione agricola del territorio porti molte persone a lavorare nei campi, la cui incolumità potrebbe essere messa a rischio dall’attivà venatoria. Pesanti sono le sanzioni per i trasgressori, oltre a quanto previsto dal codice penale.

Walter Teti

venerdì 21 dicembre 2012

Dalla Corte Costituzionale un nuovo schiaffo per la Regione Abruzzo sulla caccia. Il WWF: ormai perso il conto delle bocciature.

COMUNICATO STAMPA DEL 21/12/2012

Dalla Corte Costituzionale un nuovo schiaffo per la Regione Abruzzo sulla caccia.

Il WWF: ormai perso il conto delle bocciature. Prossimo passo, la Corte dei Conti.

Il WWF interviene sull'ennesima bocciatura rimediata davanti alla Corte Costituzionale dalla Regione Abruzzo in materia di caccia. La Corte con la sentenza 310/2012 ha bocciato la Legge Regionale 43/2011 con la quale il Consiglio regionale aveva prorogato a gennaio la caccia al Cinghiale. La Corte ha censurato sia la procedura seguita, per aver approvato la norma con Legge regionale e non con atto amministrativo di Giunta, sia i contenuti della stessa in quanto si è prorogata la caccia al cinghiale oltre i limiti previsti dalla norma nazionale.

Dichiara Dante Caserta, vicepresidente nazionale del WWF “Ormai abbiamo difficoltà a tenere il conto delle bocciature rimediate davanti ai giudici da parte di questa amministrazione regionale. Siamo a due sentenze delle Corte Costituzionale su altrettante leggi, cinque pronunce del TAR sui calendari venatori, una ordinanza del Consiglio di Stato: questa è la cosiddetta gestione dell'attività venatoria in Abruzzo. E' un fallimento completo a danno del patrimonio collettivo costituito dalla fauna. Nonostante i nostri appelli e i nostri documenti inviati in questi anni neanche l'evidenza dei fatti e le censure ottenute ad ogni livello della Magistratura hanno fatto cambiare strada ai nostri amministratori. Purtroppo alcune di queste sentenze arrivano a prelievi già realizzati in maniera illegittima. Ormai ci rimane un'ultima strada giudiziaria da percorrere, quella della Corte dei Conti a cui presto invieremo un dossier su tutta la materia. Riteniamo che chi ripetutamente stravolge le leggi per favorire i cacciatori a scapito della tutela della fauna selvatica deve risponderne direttamente anche perchè impegna per mesi e mesi le strutture e i funzionari che hanno un costo sostenuto da tutta la collettività”.


Qui sotto la sentenza per esteso.



Sentenza 310/2012
Giudizio 
Presidente QUARANTA - Redattore LATTANZI
Udienza Pubblica del 20/11/2012 Decisione del 12/12/2012
Deposito del 20/12/2012 Pubblicazione in G. U.
Norme impugnate: 
Art. 5, c. 1°, della legge della Regione Abruzzo 13/12/2011, n. 43.
Massime: 
Atti decisi: 
ric. 26/2012

SENTENZA N. 310
ANNO 2012


REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE COSTITUZIONALE

composta dai signori: Presidente: Alfonso QUARANTA; Giudici : Franco GALLO, Luigi MAZZELLA, Gaetano SILVESTRI, Sabino CASSESE, Giuseppe TESAURO, Paolo Maria NAPOLITANO, Giuseppe FRIGO, Alessandro CRISCUOLO, Paolo GROSSI, Giorgio LATTANZI, Aldo CAROSI, Marta CARTABIA, Sergio MATTARELLA, Mario Rosario MORELLI,

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

nel giudizio di legittimità costituzionale dell’articolo 5, comma 1, della legge della Regione Abruzzo 13 dicembre 2011, n. 43, recante «Modifiche alla legge regionale 11 agosto 2011, n. 28 (Norme per la riduzione del rischio sismico e modalità di vigilanza e controllo su opere e costruzioni in zone sismiche) ed altre disposizioni regionali», promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri con ricorso notificato il 13-15 febbraio 2012, depositato in cancelleria il 17 febbraio 2012, ed iscritto al n. 26 del registro ricorsi 2012.

Udito nell’udienza pubblica del 20 novembre 2012 il Giudice relatore Giorgio Lattanzi;

udito l’avvocato dello Stato Giacomo Aiello per il Presidente del Consiglio dei ministri.

Ritenuto in fatto

1.− Con ricorso notificato il 13 febbraio 2012 e depositato il successivo 17 febbraio (reg. ric. n. 26 del 2012) il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, ha promosso questione di legittimità costituzionale dell’articolo 5, comma 1, della legge della Regione Abruzzo 13 dicembre 2011, n. 43, recante «Modifiche alla legge regionale 11 agosto 2011, n. 28 (Norme per la riduzione del rischio sismico e modalità di vigilanza e controllo su opere e costruzioni in zone sismiche) ed altre disposizioni regionali», in riferimento all’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione.

La disposizione impugnata proroga il prelievo venatorio del cinghiale, per la stagione di caccia 2011-2012, fino al 5 gennaio 2012.

Il ricorrente ritiene anzitutto che la disposizione impugnata sia lesiva dell’art. 117, secondo comma, lettera s), Cost. perché ha assunto veste legislativa, mentre dall’art. 18, commi 2 e 4, della legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), si desume la necessità di procedere all’approvazione del calendario venatorio in via amministrativa.

L’impiego della legge, infatti, frustrerebbe sia la necessità di garantire pronte modifiche del calendario, sia l’esercizio delle competenze attribuite in materia all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) dalla legislazione statale.

In secondo luogo, la proroga dell’attività venatoria fino al 5 gennaio, a parere del ricorrente, contrasta con l’art. 18, comma 1, lettera d), della legge n. 157 del 1992, che invece, quanto al cinghiale, la limita al periodo compreso tra il 1° ottobre ed il 31 dicembre, ovvero tra il 1° novembre e il 31 gennaio e comunque per un periodo massimo di 90 giorni, nel caso di specie superato perché la caccia era stata aperta il 18 agosto e pertanto si sarebbe dovuta chiudere il 18 novembre.

La norma impugnata avrebbe perciò invaso un’area riservata alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, in relazione alle forme di approvazione del calendario venatorio a fini di tutela della fauna.

2.− La Regione Abruzzo non si è costituita.

Considerato in diritto

1.− Il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, ha promosso questione di legittimità costituzionale dell’articolo 5, comma 1, della legge della Regione Abruzzo 13 dicembre 2011, n. 43, recante «Modifiche alla legge regionale 11 agosto 2011, n. 28 (Norme per la riduzione del rischio sismico e modalità di vigilanza e controllo su opere e costruzioni in zone sismiche) ed altre disposizioni regionali», in riferimento all’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione.

2.− La questione è fondata, per la parte in cui si contesta alla Regione di avere approvato previsioni proprie del calendario venatorio con legge anziché con atto secondario.

La disposizione impugnata disciplina l’arco temporale aperto per la caccia al cinghiale durante la stagione 2011-2012, ovvero un profilo proprio del calendario venatorio, e lo proroga fino al 5 gennaio 2012, ponendosi in contrasto con l’art. 18, comma 4, della legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), che, con una disposizione finalizzata alla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema (art. 117, secondo comma, lettera s, Cost.), regola la materia e non consente alla Regione di provvedere in proposito per mezzo della legge.

Come questa Corte ha ripetutamente affermato, infatti, «appare evidente che il legislatore statale, prescrivendo la pubblicazione del calendario venatorio e contestualmente del “regolamento” sull’attività venatoria e imponendo l’acquisizione obbligatoria del parere dell’ISPRA, e dunque esplicitando la natura tecnica del provvedere, abbia inteso realizzare un procedimento amministrativo, al termine del quale la Regione è tenuta a provvedere nella forma che naturalmente ne consegue, con divieto di impiegare, invece, la legge-provvedimento» (sentenza n. 20 del 2012; in seguito, sentenze n. 105 del 2012 e n. 116 del 2012).

3.− Il vizio di legittimità costituzionale appena indicato colpisce non solo l’impugnato comma 1 dell’art. 5, ma, in via consequenziale, l’intero testo di tale disposizione (sentenza n. 105 del 2012), ai sensi dell’art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale). Infatti, il comma 2, nel vietare la caccia al cinghiale nei giorni del 25 dicembre 2011 e del 1° gennaio 2012, è afflitto dal medesimo vizio appena rilevato con riguardo al comma 1, mentre il comma 3, nel disciplinare con altra prescrizione la caccia durante il periodo di proroga sancito dal comma 1, è del tutto privo di significato una volta dichiarato illegittimo quest’ultimo.

4.− Resta assorbita la censura di violazione dell’art. 117, secondo comma, lettera s), Cost., per avere la disposizione impugnata stabilito un periodo di caccia al cinghiale diverso e più lungo di quello consentito dalla legge dello Stato.

per questi motivi

LA CORTE COSTITUZIONALE

1) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 5, comma 1, della legge della Regione Abruzzo 13 dicembre 2011, n. 43, recante «Modifiche alla legge regionale 11 agosto 2011, n. 28 (Norme per la riduzione del rischio sismico e modalità di vigilanza e controllo su opere e costruzioni in zone sismiche) ed altre disposizioni regionali»;

2) dichiara l’illegittimità costituzionale in via consequenziale dell’articolo 5, commi 2 e 3, della legge della Regione Abruzzo n. 43 del 2011.

Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 12 dicembre 2012.

F.to:

Alfonso QUARANTA, Presidente

Giorgio LATTANZI, Redattore

Gabriella MELATTI, Cancelliere

Depositata in Cancelleria il 20 dicembre 2012.

Il Direttore della Cancelleria

F.to: Gabriella MELATTI


martedì 11 dicembre 2012

Abruzzo: il TAR nega sospensione di divieto di caccia

Con ordinanza n. 63 del 29 agosto 2012 il sindaco di Pianella (provincia di Pescara) disponeva il divieto di caccia nell’intera parte di Contrada Nardangelo e parte di Contrada Astignano. L’Ambito territoriale di caccia “Pescara” ricorreva al TAR (sezione staccata di Pescara, sezione prima) che con ordinanza n. 250 del 6 dicembre 2012, depositata in segreteria il 7 dicembre 2012, respingeva l’istanza di sospensione avanzata dal ricorrente. Il TAR ha rilevato infatti “che i fatti addotti dal Comune resistente appaiono circostanziati e sintomatici della possibilità del verificarsi di pericoli per la sicurezza pubblica in ragione dello svolgimento dell’attività venatoria nelle aree in questione; e che, inoltre, anche con riguardo al periculum, la domanda cautelare non appare meritevole di accoglimento, in ragione dell’imminenza della naturale scadenza della stagione venatoria”.

Fonte: LAC newsletter del 07 dicembre 2012

domenica 9 dicembre 2012

Il TAR boccia il ricorso dell'ATC di Pescara: legittima l' ordinanza comunale di Pianella sul divieto di caccia

N. 00250/2012 REG.ORD.CAU.
N. 00485/2012 REG.RIC.           
REPUBBLICA ITALIANA
Il Tribunale Amministrativo Regionale per l' Abruzzo
sezione staccata di Pescara (Sezione Prima)
ha pronunciato la presente
ORDINANZA
sul ricorso numero di registro generale 485 del 2012, proposto da:


Comitato di Gestione dell'Ambito Territoriale di Caccia "Pescara", rappresentato e difeso dall'avv. Andrea Cocchini, con domicilio eletto presso Tar Pescara, via Lo Feudo 1;


contro
Comune di Pianella, Comune di Pianella Sindaco; Ministero dell'Interno, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Distrettuale dello Stato, domiciliata per legge in L'Aquila, via Buccio di Ranallo S.Domenico; 
per l'annullamento
previa sospensione dell'efficacia,
dell'ordinanza n. 63 del 29 agosto 2012 con cui il Sindaco del Comune di Pianella ha disposto il divieto dell'esercizio dell'attività venatoria nell'intera parte di C.da Nardangelo e parte di C.da Astignano.


Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero dell'Interno;
Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente;
Visto l'art. 55 cod. proc. amm.;
Visti tutti gli atti della causa;
Ritenuta la propria giurisdizione e competenza;
Relatore nella camera di consiglio del giorno 6 dicembre 2012 il dott. Massimiliano Balloriani e uditi per le parti i difensori l'avv. Andrea Cocchini per il Comitato ricorrente e l'avv. distrettuale dello Stato Luigi Simeoli per il Ministero intimato;


Considerato che, ad un primo esame, tipico della presente fase cautelare, il ricorso non presenta il prescritto fumus di fondatezza, atteso che i fatti addotti dal Comune resistente appaiono circostanziati e sintomatici della possibilità del verificarsi di pericoli per la sicurezza pubblica in ragione dello svolgimento dell’attività venatoria nelle aree in questione;
che, inoltre, anche con riguardo al periculum, la domanda cautelare non appare meritevole di accoglimento, in ragione dell’imminenza della naturale scadenza della stagione venatoria.
P.Q.M.
Respinge l’istanza cautelare.
Spese compensate.
La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.
Così deciso in Pescara nella camera di consiglio del giorno 6 dicembre 2012 con l'intervento dei magistrati:
Michele Eliantonio, Presidente
Dino Nazzaro, Consigliere
Massimiliano Balloriani, Consigliere, Estensore



L'ESTENSORE
IL PRESIDENTE




DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 07/12/2012
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

lunedì 3 dicembre 2012

Abruzzo. Il Prelievo venatorio della specie fagiano cessa dal 30/11/2012

La caccia alla specie Fagiano cessa a decorrere dal 30/11/2012 per effetto della sentenza TAR 589/2012. La Regione Abruzzo con nota n. RA271623 del 30/11/2012 ha comunicato gli effetti della sentenza TAR in parola che accogliendo le doglianze dei ricorrenti al calendario venatorio ha stabilito la sospensiva per quanto concerne i periodi di chiusura della caccia alle specie beccaccia e fagiano. In particolare la nota regionale chiarisce che la caccia alla beccaccia è già stato regolamentata con successive modifiche al calendario venatorio mentre il prelievo venatorio del fagiano cessa alla data del 30/11/2012.


ORDINANZA TAR 589/2012 - circolare regione Abruzzo n. RA271623 del 30/11/2012 (Pubblicata sul sito della Regione Abruzzowww.regione.abruzzo.it/caccia/)

Fonte: provincia.chieti.it 

domenica 2 dicembre 2012

Caccia a cervo e capriolo in Abruzzo: il WWF e gli Animalisti Italiani hanno depositato il ricorso al TAR L'Aquila

Comunicato stampa dell'1 dicembre 2012 

Caccia a cervo e capriolo in Abruzzo: il WWF e gli Animalisti Italiani hanno depositato il ricorso al TAR L'Aquila 

Appello ai cittadini: aiutate le associazioni per sostenere le spese sui ricorsi sulla caccia. 

Il WWF e gli Animalisti Italiani nei giorni scorsi hanno depositato al TAR L'Aquila il ricorso contro l'approvazione da parte della Giunta regionale della Regione Abruzzo di un regolamento che apre la strada alla caccia al cervo e al capriolo. 

Il Documento “Indirizzi generali per la gestione delle popolazioni di Cinghiale e principi generali per la gestione delle popolazioni di Cervo e Capriolo” era stato approvato dalla Giunta Regionale nel 2011 ma, stranamente, la delibera era stata pubblicata sul BURA solo il 26 settembre 2012 probabilmente per permettere l'immediata approvazione di ulteriori provvedimenti attuativi all'Amministrazione Provinciale di Pescara il 4 ottobre (discussione poi rinviata a causa dei dubbi insorti tra gli stessi cacciatori). 

Alla pubblicazione sul BURA è seguita una forte presa di posizione da parte dell'opposizione in Consiglio Regionale sulle modalità di approvazione del documento che avrebbe leso le prerogative del Consiglio. I dubbi dell'opposizione hanno trovato conferma nel parere del Collegio per le Garanzie Statutarie della Regione che confermava la natura regolamentare del provvedimento e, quindi, la competenza del Consiglio Regionale e non della giunta per la sua approvazione. 

Dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia “La Giunta Regionale a seguito del parere del Collegio avrebbe dovuto immediatamente ritirare la Delibera ammettendo di aver compiuto un passo falso. Abbiamo aspettato fino all'ultimo un ravvedimento operoso che non c'è stato e siamo stati costretti a depositare l'ennesimo ricorso al TAR in materia di caccia. E' deprimente pensare quante risorse pubbliche – tra impegno dell'avvocatura, dei giudici e dei funzionari – si devono perdere per un provvedimento che non solo è stato censurato dal Collegio delle garanzie Statutarie ma che ha visto una vera e propria sollevazione popolare dei cittadini abruzzesi che sono contrari alla mattanza di animali come cervo e capriolo. Il buon senso avrebbe consigliato di evitare un inutile contenzioso visto che il provvedimento, a nostro avviso, è illegittimo non solo per la procedura di approvazione seguita ma anche per i contenuti. Infatti vi sono evidenti contrasti con la Legge 394/91 sui parchi, visto che il regolamento prevede che siano le province ad autorizzare l'ingresso di cacciatori nelle aree protette in aperta violazione delle norme nazionali. Purtroppo il Presidente Chiodi ha perso un'occasione per richiamare il suo assessore Febbo ad una gestione della materia venatoria più attenta alla tutela degli interessi collettivi e non a quella delle parti più estremiste del mondo venatorio, dopo anni di sconfitte davanti a TAR, Consiglio di Stato e Corte Costituzionale, . Ringrazio l'Avv. Michele Pezone che ha curato l'atto e faccio appello ai cittadini abruzzesi affinché aiutino le due associazioni a sostenere le spese per tutti questi contenziosi”. 

sabato 1 dicembre 2012

Circolare della Regione Abruzzo a seguito ordinanza TAR del 07 novembre 2012


Ricorso avverso Calendario Venatorio presentato da Lega Abolizione Caccia e Associazione Vittime Caccia.Ordinanza TAR 589/2012. Circolare.

Circolare inerente all'ordinanza del TAR dell'Aquila 589/2012 relativa al Calendario Venatorio 2012-2013.

venerdì 30 novembre 2012

TAR: la Regione Abruzzo perde anche contro LAC ed Associazione Vittime della Caccia

Il 07 novembre 2012 il TAR Abruzzo accoglie il ricorso della Lega per l'Abolizione della Caccia (LAC) e dell'Associazione Vittime della Caccia ed emette ordinanza di sospensiva avverso al calendario venatorio 2012-2013 in merito alla caccia al fagiano nel mese di dicembre e ed al tempo chiusura della caccia alla beccaccia.





REPUBBLICA ITALIANA
Il Tribunale Amministrativo Regionale per l' Abruzzo
(Sezione Prima)
ha pronunciato la presente
ORDINANZA

sul ricorso numero di registro generale 589 del 2012, proposto da:

Lac- Lega Per L'Abolizione della Caccia, Associazione Vittime della Caccia, rappresentati e difesi dall'avv. Massimo Rizzato, con domicilio eletto presso Tar Segreteria in L'Aquila, via Salaria Antica Est;

contro
Regione Abruzzo, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura Dello Stato, domiciliata in L'Aquila, Complesso Monumentale S. Domenico; 
nei confronti di
Enalcaccia; 
per l'annullamento
previa sospensione dell'efficacia,
della delibera della giunta regionale abruzzo n.492 del 30/07/2012 limitatamente alla caccia al fagiano nel mese di dicembre e tempo chiusura caccia alla beccaccia.

Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio di Regione Abruzzo;
Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente;
Visto l'art. 55 cod. proc. amm.;
Visti tutti gli atti della causa;
Ritenuta la propria giurisdizione e competenza;
Relatore nella camera di consiglio del giorno 7 novembre 2012 il dott. Paolo Passoni e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Considerato che l’istanza cautelare trova accoglimento sotto il profilo del difetto motivazionale, in relazione alle dedotte divergenze della delibera impugnata rispetto ai contenuti del parere ISPRA;



accoglie la suindicata istanza cautelare nei sensi di cui in motivazione;
Compensa le spese;
Rimette le parti alla seconda udienza del mese di giugno 2013 per la trattazione nel merito del gravame;
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per l'Abruzzo (Sezione Prima) accoglie la suindicata istanza cautelare, nei sensi di cui in motivazione;
Compensa le spese;
Rimette le parti alla seconda udienza del mese di giugno 2013 per la trattazione nel merito del gravame;
La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.
Così deciso in L'Aquila nella camera di consiglio del giorno 7 novembre 2012 con l'intervento dei magistrati:
Saverio Corasaniti, Presidente
Paolo Passoni, Consigliere, Estensore
Alberto Tramaglini, Consigliere




L'ESTENSOREIL PRESIDENTE


DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 08/11/2012
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

martedì 27 novembre 2012

Chieti, sugli incidenti causati dai cinghiali interviene il Pd

CHIETI – “ Nonostante la stagione venatoria sia aperta da tempo e, quella del cinghiale, non si chiude mai durante l’intero anno solare è sempre presente ed attuale l’alto numero presente nel territorio di questo selvatico che genera sempre più danni alle colture agricole e pericolo concreto per le persone. Tutto avviene nel silenzio interessato di chi lucra sul commercio della carne e di chi è al governo di provincia e regione Abruzzo sempre più attento ai consensi elettorali e meno alla sicurezza delle produzioni agricole e quella dei cittadini; eppure c’è scappato un morto l’estate scorsa e gli incidenti a cose e persone sono talmente frequenti quasi ad avere una triste cadenza quotidiana.

Il caso avvenuto a Gissi di un uomo aggredito che ha rischiato di perdere la vita è la conferma che il problema è attualissimo e non può essere sottaciuto ma affrontato con deciso vigore.

Chi governa provincia e regione non può rimanere ancora inerme di fronte al fenomeno, deve smetterla di essere silente complice di pochi furbi che traggono disonesto profitto dalla commercializzazione della carne di cinghiale e sfugge a qualsiasi controllo sanitario oltre che al fisco.

Il tempo dei pagamenti dei dazi elettorali è scaduto da tempo.

L’assessorato alle politiche venatorie della regione Abruzzo, la provincia di Chieti, gli Ambiti Territoriali di Caccia, le associazioni venatorie, ambientaliste ed agricole debbono mettere insieme il virtuosismo del fare e dell’agire per avviare azioni di contrasto e contenimento della specie cinghiale in termini solleciti ed immediati.

Il centro – destra ed i suoi stretti alleati elettorali delle associazioni venatorie, a suo tempo, posero ogni ostacolo all’azione pianificatoria messa in essere dall’allora tenace assessore provinciale di Chieti Antonio Tamburrino.

Dopo quasi 4 anni dalla loro vittoria ed al concreto rischio di vedere accorpata la provincia di Chieti a Pescara non hanno avuto la capacità di produrre novità sul problema dei cinghiali se non rinvii, chiacchiere futili, inutili concertazioni ma nulla di concreto per contrastarne il numero altamente dannoso e pericoloso.” 

Un cacciatore di 49 anni "caricato" da un cinghiale nelle campagne di Gissi

L'uomo è stato ferito ad una gamba. Tanta paura ma non è in pericolo di vita

Un grave incidente di caccia è avvenuto nell'area del Vastese dove un cacciatore di 49 anni è stato "caricato" e ferito seriamente ad una gamba da un cinghiale. 
L'incidente è avvenuto nelle campagne di Gissi mentre un gruppo di cacciatori erano appostati per la caccia al cinghiale che, da quelle parti, è presente in numero impressionante.
Per cause non ancora del tutto chiare, l'uomo sarebbe stato attaccato all'improvviso dall'ungulato che lo ha ferito ad una gamba.
Solo il pronto e risolutivo intervento dei compagni di battuta è valso ad evitare il peggio. Il cinghiale è fuggito nella boscaglia mentre il cacciatore ferito è stato soccorso e trasferito d'urgenza nel vicino ospedale di Gissi.
I sanitari del pronto soccorso hanno prestato le prime cure decidendo per il trasferimento del cacciatore presso l'ospedale "S. Pio" di Vasto dove il quarantanovenne è stato ricoverato in prognosi riservata. L'uomo, precisano i medici, non è in pericolo in vita.
Secondo voci circolate negli ambienti dei cacciatori un analogo incidente sarebbe avvenuto nelle settimane scorse nella zona dell'Alto Vastese. Anche in quella circostanza il pronto intervento dei colleghi di battuta è valso ad evitare il peggio.

Cacciatore ucciso a Pescosansonesco. Giovane indagato per omicidio colposo

D.S., 25 anni di Alanno, ha colpito amico alla gamba e ucciso Giovanni Silvestri, 56 anni di Cugnoli. I magistrati: è un atto dovuto

PESCARA. È stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo, come atto dovuto, un 25enne di Alanno che ieri pomeriggio, durante una battuta di caccia nel Pescarese, ha colpito alla gamba un altro cacciatore, Giovanni Silvestri, 56enne di Cugnoli, morto poco dopo per choc emorragico. A breve il pm titolare del fascicolo, Giampiero Di Florio, dovrebbe affidare l’incarico per l’autopsia sul corpo dell’uomo. Ieri pomeriggio i due erano impegnati, insieme ad altre dieci persone, in una battuta di caccia al cinghiale in contrada Le Lame di Pescosansonesco. Probabilmente a causa di una errata valutazione, il 25enne - da tempo amico del cacciatore morto - ha colpito il compagno alla gamba destra. Sul posto è intervenuto l’elicottero del 118 di Pescara, ma ogni tentativo di salvare il 56enne è stato inutile. Delle indagini si sono occupati i Carabinieri della Compagnia di Popoli.

domenica 25 novembre 2012

Pescosansonesco (Pe): cacciatore muore dissanguato

CACCIA. MUORE DISSANGUATO

Pomeriggio di sangue in C.da Le Lame. Un 56enne perde la vita per un colpo di fucile esploso dall'amico

TRAGEDIA CACCIA. MUORE UN CACCIATORE. Un cacciatore di 56enne, Giovanni Silvestri di Cugnoli, è morto oggi pomeriggio durante una battuta di caccia a Pescosansonesco, in provincia di Pescara. Secondo una prima ricostruzione la vittima sarebbe stata ferita alla gamba destra da un colpo di fucile esploso da un altro cacciatore che partecipava alla battuta in contrada Le Lame.

CHOC EMORRAGICO. A nulla è valso il pronto intervento del 118 che ha inviato sul posto un elicottero per trasportarlo in ospedale a Pescara. L'uomo e' morto per choc emorragico. I Carabinieri stanno raccogliendo testimonianze per ricostruire l'accaduto.

giovedì 22 novembre 2012

Caccia in Abruzzo: il Consiglio di Stato respinge l'appello di Federcaccia

COMUNICATO STAMPA DEL 22/11/2012

Caccia in Abruzzo: il Consiglio di Stato respinge l'appello di Federcaccia per la riforma dell'Ordinanza del TAR L'Aquila sul calendario venatorio 2012-2013 della Regione Abruzzo.

WWF e Animalisti Italiani: confermate le censure del TAR alle scelte della regione su valutazione di Incidenza, uso di munizioni al piombo, specie in declino e caccia nelle aree importanti per l'Orso bruno marsicano.

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di Federcaccia contro la bocciatura ddel calendario venatorio della Regione Abruzzo operata dal TAR - L'Aquila. Si conferma, quindi, la validità della sospensiva del TAR che, su ricorso del WWF e degli Animalisti Italiani, aveva largamente censurato il calendario venatorio varato dalla Giunta regionale.

Il TAR Abruzzo (sede di L'Aquila) a settembre aveva emesso un decreto "inaudita altera parte", i cui contenuti erano stati ad ottobre confermati con un'ordinanza. In sintesi, il TAR aveva bocciato le decisioni della Regione sulla caccia nelle aree SIC e ZPS (per assenza della Valutazione di Incidenza) e in quelle del PATOM particolarmente importanti per l'Orso bruno. Inoltre il TAR aveva decretato lo stop alla caccia per ben otto specie in stato sfavorevole di conservazione (Allodola, Quaglia, Tortora, Beccaccia, Marzaiola, Beccaccino, Moriglione e Pavoncella) e sancito il divieto di uso di munizionamento con piombo nelle aree importanti per Nibbio reale e Grifone.
Successivamente all'ordinanza del TAR la Regione ha varato un nuovo calendario venatorio recependo quasi tutte le indicazioni dell'ordinanza del TAR.

Dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia "Grazie all'azione del WWF e degli Animalisti italiani decine di migliaia di individui di specie in declino saranno salvi. E' l'ennesimo successo di WWF e Animalisti Italiani davanti ai giudici sulla deregulation venatoria che per troppi anni ha afflitto l'Abruzzo. La linea degli estremisti della caccia, rappresentati in Abruzzo dalla principale associazione venatoria, Federcaccia, sta fallendo clamorosamente. Il lassismo o, peggio, l'atteggiamento filo-venatorio delle varie amministrazioni regionali negli ultimi anni avevano evidentemente abituato i cacciatori ad essere accontentati su qualsiasi richiesta a scapito della conservazione del patrimonio faunistico che è di tutti. Trovano piena conferma nella decisione del massimo organo della Giustizia Amministrativa le pesanti censure che il TAR Abruzzo aveva sollevato rispetto al calendario venatorio della Giunta Regionale che, indirettamente, incassa una nuova sconfitta. Per questo successo voglio ringraziare particolarmente l'intera famiglia degli Avvocati Pezone, Michele, Alfonso e Fabio, che hanno assistito validamente le associazioni per resistere al ricorso della Federcaccia. e gli attivisti del WWF Abruzzo, dal referente delle Guardie Claudio Allegrino al nostro referente in consulta regionale della caccia Augusto De Sanctis. Senza l'impegno appassionato di queste persone l'Abruzzo sarebbe ancora una terra in preda alla deregulation venatoria".

Di seguito l'ordinanza del Consiglio di Stato del 21/11/2012




N. 04606/2012 REG.PROV.CAU.
N. 07666/2012 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
Il Consiglio di Stato
in sede giurisdizionale (Sezione Quinta) ha pronunciato la presente ORDINANZA sul ricorso numero di registro generale 7666 del 2012, proposto da:
Federazione Italiana della Caccia (Federcaccia), rappresentato e difeso dagli avv. Innocenzo Gorlani, Claudio Chiola, con domicilio eletto presso Claudio Chiola in Roma, via della Camilluccia 785; Face Italia, rappresentato e difeso dagli avv. Claudio Chiola, Innocenzo Gorlani, con domicilio eletto presso Claudio Chiola in Roma, via della Camilluccia 785; contro Associazione Italiana Per il World Wide Fund For Nature Ong-Onlus, Associazione Animalisti Italiani Onlus, rappresentati e difesi dall'avv.
Alfonso Pezone, con domicilio eletto presso Susanna Stranieri in Roma, via Circonvallazione Clodia, 179; nei confronti di Regione Abruzzo; per la riforma dell' ordinanza cautelare del T.A.R. ABRUZZO - L'AQUILA: SEZIONE I n.
00274/2012, resa tra le parti, concernente approvazione del calendario venatorio per la stagione 2012-2013 Visto l'art. 62 cod. proc. amm; Visti il ricorso in appello e i relativi allegati; Visti tutti gli atti della causa; Visti gli atti di costituzione in giudizio di Associazione Italiana Per il World Wide Fund For Nature Ong-Onlus e di Associazione Animalisti Italiani Onlus; Vista la impugnata ordinanza cautelare del Tribunale amministrativo regionale di accoglimento della domanda cautelare presentata dalla parte ricorrente in primo grado; Viste le memorie difensive; Relatore nella camera di consiglio del giorno 20 novembre 2012 il Cons.
Antonio Bianchi e uditi per le parti gli avvocati Chiola e Pezone; Ritenuto , ad un primo esame , che il ricorso non appare assistito dal necessario fumus e , come tale , sia da respingere .
Atteso , quindi , che la richiesta di rinvio della odierna discussione dell'incidente cautelare avanzata dal procuratore della parte appellata , al fine di depositare specifica memoria difensiva , viene a perdere sostanziale interesse .
P.Q.M.
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta ) respinge l'appello (Ricorso numero: 7666/2012).
Provvede sulle spese della presente fase cautelare come segue : spese compensate .
La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria della Sezione che provvederà a darne comunicazione alle parti.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 20 novembre
2012 con l'intervento dei magistrati:
Luciano Barra Caracciolo, Presidente
Manfredo Atzeni, Consigliere
Paolo Giovanni Nicolo' Lotti, Consigliere Antonio Amicuzzi, Consigliere Antonio Bianchi, Consigliere, Estensore L'ESTENSORE

IL PRESIDENTE
DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 21/11/2012
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

giovedì 15 novembre 2012

Con i fucili fra gli ulivi, 'sotto la lente' comportamenti a volte scorretti e pericolosi dei cacciatori

Diverse le segnalazioni, nelle ultime settimane, nell'entroterra Vastese

Uliveti trafficati per l'annuale raccolta, ma non solo. Nei giorni in cui tornano drammaticamente d’attualità gli incidenti di caccia – è morto stamattina un 12enne della provincia di Nuoro colpito per sbaglio durante una battuta – sono diverse le segnalazioni di mancato rispetto delle regole da parte dei cacciatori nel territorio.

L’episodio risale al 4 e al 5 novembre scorsi, al confine fra Lentella e Fresagrandinaria, nell'entroterra Vastese. Chi ha raggiunto i propri uliveti per portare a termine la raccolta ha trovato a pochi metri i cacciatori di cinghiale in azione. Gli appassionati di caccia, secondo le testimonianze, hanno attraversato, fucili alla mano, i campi coltivati non preoccupandosi delle famiglie presenti. Non solo, l’episodio si è ripetuto il giorno seguente (domenica 5 novembre), quando i cacciatori erano presenti nei campi a circa 10 metri dal centro abitato lentellese. 

«È indecente questo atteggiamento sprezzante delle regole. Ogni fine settimana si parla di incidenti di caccia, ma i comportamenti scorretti sono all’ordine del giorno. Non è proprio rassicurante raccogliere le olive con gente armata di fucile a pochi metri di distanza. E non si dica che erano “solo” di passaggio, perché in quella zona non vi sono boschi, ma solo uliveti e vigne».

Sabato 10 novembre, in tarda mattinata, stesso episodio sull'altro versante con i cacciatori appostati in più punti lungo il bordo della strada comunale che porta alla Trignina, a ridosso del fiume Treste. A un centinaio di metri di distanza un’auto è stata colpita da un cinghiale in fuga. I danni superano il migliaio di euro.

L’ultimo tragico incidente nel Vastese risale alla fine di luglio, quando rimase ucciso un 50enne di Casalbordino. La caccia non può essere esercitata a distanze inferiori ai 100 metri da centri abitati ed edifici di varia natura e a 50 metri da strade e ferrovie.
Antonino Dolce

mercoledì 14 novembre 2012

Teramo, ambiti territoriali di caccia: rinnovati gli organismi e nominati i presidenti

Teramo. Questa mattina, nella Sala consiliare della Provincia, si sono insediati i nuoviComitati di Gestione degli Ambiti Territoriali di Cacciaper eleggere i rispettivi presidenti: per il Vomano Franco Porrini (16 voti, sostituisce Camillo Rastelli, vice Antonio Trivellizzi) per il Salinello Francesco Sabini (14 voti, sostituisce Bruno Santori, vice Antonio Maiorani).

Erano presenti tutti i 20 componenti di ciascun Comitato in rappresentanza delle Associazioni di categoria Agricole (CIa, Coldiretti e Copagri), Ambientaliste (CAI, Urca ed Ekoclub) e Venatorie (Arcicaccia, Enalcaccia, Federcaccia e Liberacaccia); oltrechè i rappresentanti degli Enti locali, Comuni e Provincia.

"Ai nuovi presidenti il mio augurio di buon lavoro e l'auspicio che vi sia una piena collaborazione con la Provincia, si tratta, infatti, di organismi che devono lavorare in maniera sinergica con l'ente e fra loro" ha dichiarato l'assessore alla Caccia Giuseppe Antonio Di Michele, che ha chiosato: "E’ stata una stagione di profondo rinnovamento: abbiamo rivisitato il Piano Faunistico; rivisto i Distretti di caccia; adeguato il regolamento per la caccia al cinghiale; raddoppiato le aree cinofile; curato la formazione. Tutte iniziative che oggi trovano un'adeguata sintesi anche nei documenti programmatici dei due ATC".

venerdì 9 novembre 2012

Parco Sirente Velino – cacciatore nel Parco scambia i Forestali per cacciatori: denunciato

GEAPRESS – Quando, tranquillo nel sentiero del Parco, si è visto fermare dal Vice Questore Aggiunto del Corpo Forestale dello Stato, dr. Bruno Petriccione, avrebbe dichiarato di essersi confuso. Aveva scambiato il Vice Questore, non in divisa, per un collega cacciatore.

Il cacciatore, con il fucile calibro 12 e due setter inglesi, si trovava in un sentiero tabellato ben all’interno del Parco Regionale Sirente – Velino. Il Vice Questore, non in divisa, era con il personale dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità dell’Aquila del Corpo Forestale dello Stato impegnato in attività di controllo dell’are amministrata.

Quando l’uomo, che aveva regolare porto d’armi uso caccia, ha capito che era stato fermato dalla Forestale, ha ammesso di essere a caccia di coturnici ma di non essersi accorto di trovarsi all’interno dell’area protetta.

Il tutto è avvenuto nella Foresta Demaniale Regionale “Acquazzese” che, per conto della Regione Abruzzo, viene gestita dall’Ufficio Territoriale per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato. 435 ettari di foresta che da 1.320 metri di quota arriva fino ai 2209 della cresta del Monte Ocre. Un’area interamente ricadente nel Parco regionale.

Stamani era in corso la sistemazione di un sentiero-natura adibito per l’escursionismo naturalistico e il monitoraggio della flora e della fauna. Ed è proprio lungo quel sentiero che, in tutta tranquillità, è apparso il cacciatore con fucile e setter. Qui il Vice Questore Aggiunto Forestale Bruno Petriccione, biologo, ha subito bloccato il soggetto denunciato. Era a caccia di coturnici, commentano dalla Forestale, proprio una delle specie più rare e minacciate della Foresta Demaniale e di tutto il Parco Regionale del Sirente-Velino.

Il cacciatore è stato poi accompagnato presso gli uffici del Comando Stazioni per gli accertamenti e la denuncia per esercizio dell’attività venatoria in area vietata.

Orso marsicano, il parco d'Abruzzo cerca l'accordo con cacciatori ed allevatori

Giuseppe Rossi, commissario del Parco Nazionale d’Abruzzo e Franco Zunino,segretario e fondatore dell’Associazione Italiana per la Wilderness sembra abbiano trovato un punto di incontro sulla tutela dell'orso marsicano. Il passo avanti del Parco, riferisce il sito Gaianews, è stato fatto per intercedere nei confronti di cacciatori e allevatori sul piano venatorio abruzzese, che ancora manca anche a causa delle troppe tensioni contrapposte e sulle questioni riguardanti la gestione dei pascoli nel parco e in quelle dei monitoraggi sanitari, che quest’anno sono esplosi fragorosamente con il focolaio di tubercolosi a Gioia dei Marsi. 

Nel programmatico comunicato del Parco si legge: “L’AIW si è fatta spesso anche un poco portavoce di queste categorie, presentandosi, in varie occasioni, come impegnata mediatrice per la soluzione dei conflitti insorti. A seguito di alcuni recenti incontri chiarificatori tra i responsabili del Parco e la dirigenza dell’AIW, è stato concordato di ristabilire un positivo rapporto di collaborazione, nell’interesse reciproco e nell’interesse precipuo della conservazione.

“L’Ente Parco, nel rispetto di una reciproca civile dialettica e delle proprie prerogative, sarà lieto per il futuro di valutare con senso costruttivo le istanze e/o le possibili critiche e le considerazioni che l’AIW riterrà di avanzare per la comune finalità di salvaguardia dell’Orso marsicano. Infine, secondo quanto concordato, l’Ente Parco e l’AIW porranno particolare impegno nel cercare le migliori soluzioni dirette a migliorare i rapporti esistenti e superare positivamente eventuali conflitti con cacciatori, allevatori e pastori. Si tratta, infatti, di categorie da considerare in modo costruttivo nelle politiche di conservazione, coinvolgendole attivamente nelle azioni di tutela dell’orso marsicano e del suo habitat.”

sabato 3 novembre 2012

Colpito per errore, cacciatore ferito nel pescarese

CEPAGATTI. Un uomo è rimasto ferito in modo non grave nel corso di una battuta di caccia che si stava tenendo nella zona di Cepagatti (Pescara): il cacciatore sarebbe stato colpito per errore ad una gamba da un colpo di fucile esploso accidentalmente da un altro cacciatore. Subito soccorso l'uomo è stato ricoverato all'ospedale di Pescara. Sull'episodio stanno indagando i Carabinieri della locale stazione e della compagnia di Pescara. 
In base alla ricostruzione dei militari dell'Arma A.L., 54 anni, di Montesilvano, impiegato, e' rimasto ferito in localita' Fosso Lupo di Cepagatti, verso le 5.45. Era con due amici e a circa 40 metri da loro c'era una coppia di cacciatori. Nel momento in cui e' stata avvistata una lepre e' partito il colpo che lo ha raggiunto e ferito alla gamba. Colpito anche il cane da caccia che si trovava li'. Ora si dovra' provvedere ad estrarre i pallini. I carabinieri stanno lavorando per chiarire le responsabilita' e adottare eventuali provvedimenti nei confronti di chi ha sparato.

lunedì 29 ottobre 2012

Febbo: “Nessuna infrazione procedurale da parte della Giunta regionale”

“La Direzione Caccia ha conoscenza e consapevolezza delle competenze, dei ruoli e delle funzione che ogni organo della Regione è chiamato a rappresentare e ancor di più dell’autorità che riveste il Collegio regionale delle Garanzie statutarie”. Questo il commento dell’assessore regionale alla Caccia Mauro Febbo. “Pertanto posso rassicurare il Collegio che la Giunta regionale d’Abruzzo, nell’adozione della delibera numero 605 del primo settembre 2012 titolata ‘Indirizzi generali di gestione delle popolazioni di cinghiale e principi generali della gestione per la popolazione di cervo e caprioli’, non ha violato alcun parametro di ripartizione di ruoli e competenze degli organi della Regione.

“Il parere del Collegio – spiega Mauro Febbo – non è né obbligatorio né vincolante, anzi il Consiglio regionale può deliberare in senso contrario ai pareri del Collegio a maggioranza assoluta, come disciplina l’art. 5, comma 2 della L.R. 11 dicembre 2007, n.42, Istituzione e disciplina del Collegio regionale per le garanzie statutarie.”

“Già in altra occasione ho affermato che l’articolo 2 della Legge Regionale 10/2004, ‘Normativa organica per l’esercizio dell’attività venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la tutela dell’ambiente’, elenca chiaramente le funzioni amministrative degli organi regionali e precisa che il Consiglio regionale esercita le funzioni amministrative di programmazione e di coordinamento ai fini della pianificazione faunistico-venatoria, mentre la Giunta regionale esercita le funzioni amministrative concernenti il controllo, i compiti d’indirizzo, di promozione, di divulgazione, di regolamentazione e coordinamento delle attività venatorie nonché il potere sostitutivo nei casi previsti dalla legge. Quindi visto che la Delibera n. 605 delinea esclusivamente provvedimenti con carattere di indirizzo, ne consegue che l’organo competente alla loro adozione era e rimane la Giunta Regionale. In ogni caso si ribadisce che gli “Indirizzi regionali”, per la loro natura e il loro intrinseco contenuto, non rappresentano alcunché di assimilabile ad un provvedimento avente natura regolamentare ma rientrano tutt’al più all’interno della categoria degli atti di alta amministrazione, di indiscutibile competenza dell’organo esecutivo”.

“Pertanto si rimarca che – conclude l’assessore regionale alla caccia - la legge Regionale 10/2004 attribuisce alla Giunta potestà non solo di indirizzo ma addirittura di regolamentazione, mentre secondo i membri del Collegio lo Statuto della Regione Abruzzo è prevalente su qualsiasi legge regionale. Gli uffici regionali sono tenuti alla stretta osservanza delle fonti normative primarie identificabili nelle leggi regionali, dalle quali non possono prescindere, nè in alcun modo è loro consentito entrare nel merito di eventuali supposti conflitti con le norme statutarie regionali, conflitti per i quali permane l’unica competenza di intervento del Consiglio”.

Fonte: maurofebbo.it del 23 ottobre 2012

martedì 23 ottobre 2012

Primo stop alla caccia a Cervo e Capriolo in Abruzzo. Il WWF: ora Chiodi ritiri ufficialmente la Delibera.

COMUNICATO STAMPA WWF ABRUZZO DEL 23 OTTOBRE 2012


Primo stop alla caccia a Cervo e Capriolo in Abruzzo.
Il WWF: ora Chiodi ritiri ufficialmente la Delibera.

Plauso all'azione del Consigliere Acerbo e degli altri 11 consiglieri di opposizione che avevano sollevato il caso.
Febbo e i suoi dirigenti inanellano sconfitte su sconfitte sul fronte venatorio.

Il WWF esprime piena soddisfazione per il parere del Collegio delle Garanzie Statutarie della Regione Abruzzo che ha riconosciuto l'invasione di campo esercitata dalla Giunta Regionale sulle prerogative del Consiglio Regionale per quanto riguarda l'apertura alla caccia a Cervo e Capriolo.

Da subito il WWF aveva segnalato le numerose incongruenze e le gravissime illegittimità del regolamento approvato dalla Giunta regionale, come, ad esempio, la possibilità per le province di autorizzare l'ingresso dei cacciatori nelle aree protette per sparare. Tale aspetto è contrario addirittura alla legge nazionale sui parchi 394/91.

Dichiara Dante Caserta, vicepresidente nazionale del WWF “In questi pochi anni la Giunta Chiodi, l'Assessore Febbo e i dirigenti dell'Assessorato Agricoltura hanno subito plurime bocciature da ogni organismo di garanzia chiamato a verificare la legittimità dei loro atti in materia di caccia. Prima il TAR, poi addirittura la Corte Costituzionale, ora anche il Collegio delle Garanzie Statutarie della stessa Regione Abruzzo sanciscono il fallimento di questa politica venatoria. E' possibile continuare in questo modo a gestire il
preziosissimo patrimonio naturalistico della regione? Chiediamo al Presidente Chiodi di revocare immediatamente la Delibera contestata poichè altrimenti la Regione Abruzzo rischia una nuova sconfitta davanti al TAR a cui dovremo comunque ricorrere visto che il parere del Collegio, seppur autorevole, non produce automaticamente l'annullamento della delibera. E' un appello che lanciamo anche per evitare ulteriore sperpero di denaro pubblico, visto che un ricorso al TAR impegnerebbe gli uffici regionali e l'avvocatura che sono pagati dai contribuenti. E' una delibera palesemente illegittima ma, soprattutto, contraria alla sensibilità della stragrande maggioranza dei cittadini abruzzesi e dei turisti che vuole vedere nei nostri parchi e nel resto del territorio animali liberi e non personaggi con un'arma a tracolla”.

In Abruzzo non si spara a Bambi: bocciata la delibera di Chiodi e Febbo

IN ABRUZZO NON SI SPARA A BAMBI: ACCOLTO RICORSO RIFONDAZIONE

IL COLLEGIO DELLE GARANZIE STATUTARIE BOCCIA DELIBERA DI CHIODI E FEBBO



I cervi e i caprioli abruzzesi sono salvi, mentre Chiodi e Febbo fanno la solita figuraccia. Il Collegio delle Garanzie Statutarie ha accolto il mio ricorso contro la delibera con cui la Giunta regionale apriva la strada alla caccia a cervi e caprioli in Abruzzo.
La delibera di giunta regionale n° 605, approvata il primo settembre 2012, e denominata "Indirizzi generali di gestione delle popolazioni di cinghiale e principi generali per la gestione delle popolazione di cervi e caprioli", è stata dichiarata in contrasto con l'articolo 13 dello Statuto regionale.
Il parere del Collegio delle Garanzie Statutarie conferma tutti i rilievi che avevo avanzato rispetto al provvedimento.

Ringrazio i colleghi consiglieri dell’opposizione (Walter Caporale, Antonio Saia, Carlo Costantini, Cesare D’Alessandro, Lucrezio Paolini, Camillo Sulpizio, Paolo Palomba, Franco Caramanico, Gino Milano, Claudio Ruffini, Giovanni D’Amico) che hanno condiviso i motivi esposti nel ricorso e con le loro firme ne hanno reso possibile la presentazione ai sensi dello Statuto*.
Il Collegio delle Garanzie Statutarie ha accolto la nostra istanza e ha definito il provvedimento dell'esecutivo «una invasione da parte della giunta regionale delle funzioni statutariamente riservate al Consiglio regionale».
Come da noi sostenuto il Collegio ha riconosciuto la natura regolamentare del provvedimento che quindi non poteva essere approvato con delibera di Giunta nonché il contrasto con la legge regionale n.10/2004 che assegna al Consiglio Regionale “le funzioni amministrative di programmazione e di coordinamento ai fini della pianificazione faunistico-venatoria”.
All’assessore Febbo consigliamo di meditare sul noto proverbio: la superbia parte a cavallo e ritorna a piedi.

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC

* Possono presentare ricorso al Collegio delle Garanzie Statutarie un quinto dei consiglieri.

Ancora una sconfitta per l'Assessore Febbo. Giù il mirino da cervi e caprioli: giunta regionale bocciata sulla delibera venatoria

L’Aquila. Cervi e caprioli tirano un sospiro di sollievo. Il collegio per le garanzie statuarie della Regione Abruzzo ha accolto il ricorso di 12 consiglieri d’opposizione contro la norma di indirizzo per la gestione degli ungulati, ritenuto apripista per la caccia ai ‘bambi’.

Era stato paventato come il primo passo verso la caccia a cervi e caprioli, animali che vivono protetti nei parchi nazionali della regione. La delibera approvata dalla giunta regionale lo scorso 1 settembre è denominata “Indirizzi generali di gestione delle popolazioni di cinghiale e principi generali per la gestione delle popolazione di cervi e caprioli", ma è stata vista dal fronte ambientalista come un rapido avvicinamento dell’indice al grilletto di quei fucili pronti a sparare sui ‘bambi’.
Interpretazione diversa da quella dell’assessore regionale Mauro Febbo, che aveva stemperato il clima affermando: “Nessun permesso ad abbattere cervi e caprioli, solo una regolamentazione per gestire in modo più omogeneo delle specie selvatiche ed equilibrare il rapporto tra queste e le coltivazioni agricole”. Più che un ‘via libera’ alla caccia, Febbo avrebbe pensato ad "un censimento, di cui c’è urgenza, e uno studio appropriato delle popolazioni di questi animali che notoriamente provocano danni incalcolabili alle coltivazioni, nei boschi, ai coltivatori e, in alcuni casi, sono anche portatori di malattie che devono essere individuate e aggredite”.

Per non rischiare, il consigliere di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, raccogliendo le istanze degli animalisti e degli ambientalisti, ha contrattaccato la decisione della giunta sul piano burocratico: con un ricorso sottoscritto da Pd, Sel, Verdi e Idv si è rivolto al collegio per le garanzie statuarie della Regione.

Oggi il pronunciamento collegiale, che ha rilevato il contrasto della delibera con l’articolo 13 dello statuto dell’ente regionale: “La delibera si configura come un atto regolamentare generale e pertanto la sua emanazione è di competenza del consiglio regionale”. Tradotto: sulla materia deve pronunciarsi il consiglio. Postille circa la competenza dell’attività legislativa poco importano a cervi, caprioli, e ai meno considerati cinghiali: il mirino delle doppiette dovrà rimanere fermo su altri bersagli.

mercoledì 17 ottobre 2012

Continua la confusione venatoria in Abruzzo. La Regione pubblica sul web due versioni diverse

COMUNICATO STAMPA WWF DEL 16 OTTOBRE 2012

Doppie pubblicazioni rischiano di sviare i cacciatori, ecco l’ultima versione del calendario venatorio. Dopo la pesante sconfitta al TAR Abruzzo, la Giunta Regionale ha deciso di mettere nuovamente mano al calendario venatorio 2012/13. Nel farlo continua però a creare confusione.

Ieri è stata pubblicata sul sito della Regione Abruzzo una versione del calendario venatorio che reintroduceva la caccia a Quaglia, Beccaccia, Tortora, Allodola, Marzaiola, Beccaccino, Moriglione e Pavoncella, tutte specie che il TAR Abruzzo aveva eliminato dal precedente calendario venatorio. Oggi sullo stesso sito della Regione è stato pubblicato un altro calendario che reintroduce la caccia alla sola Beccaccia con alcune prescrizioni escludendo le altre sette specie sopra ricordate. Nel frattempo sul sito dell’ATC de L’Aquila compare il calendario venatorio pubblicato ieri.

Lo stato confusionale in cui versa la Regione su questa materia è evidente. Questa mancanza di chiarezza penalizza per primi i cacciatori.

Il WWF sta valutando le modifiche apportate e deciderà come procedere rispetto a quanto richiesto nel proprio ricorso al TAR, anche perché il calendario non è stato ancora sottoposto a Valutazione di Incidenza Ambientale.
In ogni caso per fare chiarezza ha scritto a tutti gli ATC e ai Corpi di Polizia allegando la versione “nuova” del calendario pubblicata oggi.
L’associazione chiede, intanto, ad ATC, province, associazioni venatorie, organi di informazione di divulgare la versione odierna del calendario.
Il dato incontrovertibile è che la Regione non riesce a gestire minimante questa materia e procede attraverso atti tra loro configgenti con l’unico scopo di accontentare una ristretta categoria di soggetti a scapito dell’interesse comune, quello di conservare il capitale naturale.

martedì 16 ottobre 2012

Febbo: "lasciamo il bambi ai bambini"

CACCIA: FEBBO, REGIONE AL LAVORO PER ASSICURARE REGOLE CERTE

L'ASSESSORE: "LASCIAMO IL BAMBI AI BAMBINI" 

(REGFLASH)Pescara, 16 ott. "Negli ultimi giorni si è assistito ad una campagna denigratoria nei confronti del sottoscritto e del presidente della Regione Gianni Chiodi mistificando la realtà e, cosa ancora più grave, strumentalizzando "personaggi" come Bambi che, nell'immaginario collettivo, richiamano esclusivamente al mondo delle favole molto caro ai bambini". Questa la risposta dell'assessore alla Caccia, Mauro Febbo, in merito alle insinuazioni di alcuni esponenti politici e ambientalisti di turno, dopo l'approvazione del calendario venatorio 2012/2013. "All? indomani dell'approvazione del nuovo calendario - commenta l'assessore Mauro Febbo - una parte minoritaria di ambientalisti e animalisti hanno cercato insistentemente di rovesciare e screditare il lavoro e il contenuto del calendario realizzato dai tecnici degli uffici regionali seguendo le Linee guida delle normative nazionali ed europee nonché i dati scientifici forniti dall'ISPRA. Lavoro svolto anche dopo due conferenze di servizi alla presenza delle associazioni venatorie e ambientaliste, organizzazioni agricole e mondo sanitario per accogliere parte delle richieste e delle modifiche apportate. Il lavoro svolto dal sottoscritto, unitamente alla Direzione Caccia, serve per dare risposte certe per una corretta gestione delle popolazioni di ungulati (Cervo, Capriolo e Cinghiale), così che le Province possano, eventualmente, predisporre propri regolamenti. Sia chiaro che - rimarca Febbo - né l'assessore alla Caccia né il Presidente della Regione né la Giunta né l'intero Consiglio regionale intendono praticare abbattimenti più o meno indiscriminati sugli ungulati, benché meno su cervi e caprioli, attualmente non cacciabili in Abruzzo, ma compito della Regione è attuare una corretta gestione delle popolazioni selvatiche ai fini di un equilibrato rapporto fra esse e le realtà agrosilvopastorali oltre che con le altre specie selvatiche. Oggi vi è l'urgenza di un censimento e di uno studio appropriato delle popolazioni di questi animali che notoriamente provocano danni incalcolabili alle coltivazioni, nei boschi, ai coltivatori e, in alcuni casi, come viene segnalato da autorità forestali e sanitarie, sono anche portatori di malattie che devono essere individuate e aggredite". "L'Abruzzo - sottolinea Mauro Febbo - non ha inserito nessun prelievo e/o abbattimento di Cervi e Caprioli nel proprio calendario venatorio come si è cercato e si cerca di far passare. Mi risulta, invece, che in altre Regioni, (si può avere copia dei rispettivi calendari venatori), governate da una certa parte politica come Toscana, Marche, Emilia Romagna, Umbria e Puglia dove, a differenza dell'Abruzzo, hanno inserito e regolamentato il prelevamento dei cervi e caprioli. Come mai gli animalisti, il Wwf e i consiglieri Acerbo e Caporale non gridano allo scandalo nei confronti di queste Regioni dove governano? Come mai non richiamano e protestano contro le politiche del presidente Vendola e del presidente Errani? Loro sì che "sparano a Bambi"! (sic!). Quindi è del tutto evidente che si è cercato solo di strumentalizzare un argomento per travisare la realtà e montando un enorme falsità fino a scomodare il mondo delle favole. D'altronde, a riprova del buon lavoro svolto, finanche i gruppi consiliari di opposizione in Regione (PD, IDV e UDC) non hanno cavalcato la strumentalizzazione di una parte politica (animalista e ambientalista) ancora arroccata su posizioni di retroguardia e anacronistiche". "Spero vivamente - conclude Febbo - che quanto appena dichiarato faccia definitivamente chiarezza ristabilendo la verità dei fatti e documenti alla mano dimostri la volontà il lavoro svolto dalla Regione Abruzzo. In ultimo mi auguro che venga ritirato il sondaggio avanzato da un prestigioso e autorevole quotidiano regionale che, né sono convinto, è stato informato in maniera erronea e non documentata. Pertanto invito tutti a ripristinare la realtà dei fatti ed a un sereno confronto e non utilizzare più certe notizie evitando al tempo stesso di alimentare un triste sensazionalismo". 

(REGFLASH) (segret.assess.) 12/10/16