sabato 31 gennaio 2015

Prolungata la caccia al colombaccio. Insorgono gli ambientalisti

Le Province di Chieti e Pescara chiedono una proroga fino a febbraio e la Regione acconsente. Wwf: “Si soccombe ancora agli interessi dei cacciatori”

DAI, SALVATE IL COLOMBACCIO! Su richiesta dalle Province di Chieti e di Pescara, la Giunta regionale d’Abruzzo ha deliberato l’estensione della caccia fino all’ 8 febbraio per la specie colombaccio.

“Si tratta di una scelta immotivata e assurda - dichiara Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Abruzzo - anche in considerazione delle gravi lacune gestionali dell’Ufficio Caccia regionale: l’Abruzzo continua a basarsi su un Piano Faunistico Venatorio scaduto da anni e sicuramente ormai non più compatibile con le attuali esigenze di pianificazione. L’estensione della caccia a febbraio rappresenta una occasione persa dai nuovi Presidenti delle Province di Chieti e di Pescara e dall’Assessore Regionale alla Caccia Dino Pepe per restituire dignità al nostro territorio e alla fauna selvatica. Anche a febbraio i nostri boschi e le nostre campagne saranno costrette a sopportare l’impatto dei circa 16.000 cacciatori abruzzesi con conseguenze negative non solo per gli animali ma anche per gli altri fruitori dell’ambiente. Ricordiamo, tra l’altro, che nella stagione di caccia al momento non conclusa si sono avuti due morti (Montorio al Vomano e Torrebruna) e tre feriti (Sant’Omero, Scafa e Pettorano) a causa di colpi di fucile vaganti”.

CONTROLLI INESISTENTI. Al danno del prolungamento sino all’8 febbraio della caccia si aggiunge anche la beffa dei controlli inesistenti.

"Chi assicura – sottolineano il WWF e Salviamo l’Orso – che i cacciatori uccideranno solo colombacci e non altre specie protette? Chi impedirà ulteriori morti e feriti? Gli enti pubblici da tempo non sono in grado di effettuare controlli venatori sul territorio regionale. Bisogna infatti sapere che, secondo i dati statistici più aggiornati disponibili (Schede sui sistemi di prevenzione regionali in materia di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare. Regione Abruzzo 2012, riferite a dati 2007) nella nostra regione è attivo un solo agente/guardia ogni 1.000 ettari di territorio".

giovedì 29 gennaio 2015

Caccia: da Giunta proroga per colombaccio su Provincia Pescara e Chieti

colombacci
ABRUZZO. Via libera della Giunta regionale alla proroga della caccia al colombaccio fino all'8 febbraio 2015. Lo rende noto l'assessore alla Caccia Dino Pepe, dopo che la Giunta regionale ha approvato la delibera presentata dall'assessorato che autorizza la proroga della caccia al colombaccio, nella forma dell'appostamento fisso o temporaneo e senza l'ausilio del cane, fino all'8 febbraio nelle province di Pescara e Chieti. Erano state le stesse amministrazioni provinciali a chiedere alla Regione, sulla base del calendario venatorio ed acquisito il parere dell'Ispra, il provvedimento di proroga. Al fine di non arrecare disturbo agli uccelli acquatici e ai falchi Pellegrino e Lanario, l'Ispra ha prescritto che gli appostamenti utilizzati per la caccia al colombaccio dovranno essere collocati a non meno di 500 metri da zone umide e da pareti rocciose o parzialmente tali ed il divieto dell&rsquoattività venatoria nelle aree SIC con presenza del Lanario o del Falco Pellegrino.


sabato 17 gennaio 2015

Febbo e Sospiri: ‘Buttati 10 giorni per caccia alla beccaccia’

Febbo e Sospiri: "a causa dell’incapacità della Regione di gestire correttamente la materia"

beccaccia uccisa
L’AQUILA 14/01/2015 –“Il Ministero dell’Ambiente, il 4 dicembre 2014, su invito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’ambito del Caso Eupilot 6955/14/ENVI – calendari venatori – rispetto degli art. 2,5 e 7 della Direttiva 2009/147/CE concernente la conservazione degli uccelli selvatici, ha scritto alla Provincia di Udine per chiedere spiegazioni sul calendario venatorio 2014-2015, dove per le specie Tordo bottaccio, Cesena e Beccaccia la caccia si chiude al 31 gennaio. In tale nota si chiedeva alla Provincia di anticipare la chiusura della caccia a tali specie almeno al 20 gennaio. Il sistema EU Pilot, rappresenta un meccanismo di risoluzione dei problemi, di implementazione del diritto dell’Unione europea e di scambio di informazioni tra la Commissione e gli Stati membri concepito per la fase antecedente all’apertura formale della procedura di infrazione ex art. 258 TFUE”. E’ quanto spiegano il Presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale, Mauro Febbo e il Capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri.

“Durante il mio mandato di Assessore alla Caccia – sottolinea Febbo - la Regione Abruzzo aveva iniziato un percorso sulla gestione della Beccaccia con la raccolta dei dati sulla specie che permetteva la chiusura della caccia proprio al 20 gennaio. L’attuale Giunta regionale invece non è stata capace nemmeno di copiare i calendari degli anni precedenti e i cacciatori abruzzesi hanno perso 10 giorni di caccia alla specie. La nota sul caso Eupilot aperto è molto preoccupante, soprattutto per quelle Regioni che non hanno avviato un percorso virtuoso sulla gestione delle specie in cattivo stato di conservazione, tra cui la Coturnice. In particolare, la UE chiede all’Italia i dati sui carnieri realizzati, se esistono studi, valutazioni, monitoraggi e censimenti sulle specie in cattivo stato di conservazione ed altro, prima di avviare la procedura d’infrazione."

“Il lavoro svolto da Mauro Febbo - aggiunge Sospiri - in tal senso è stato più che lungimirante e grazie al programma Artemide per la gestione dei carnieri, la gestione della Beccaccia, della Coturnice ed altre iniziative, probabilmente l’Abruzzo eviterà di essere coinvolto nella Procedura d’infrazione. Auspichiamo che questa Giunta sia in grado almeno di rispondere a quanto richiesto dalla Comunità europea, dato che in caso contrario la caccia sarà penalizzata in maniera irreversibile, con il pericolo di avviarsi verso limitazioni tali da far diminuire ancor di più il numero dei praticanti, in quanto si costringerebbero molti di coloro i quali ancora con grandi sforzi economici continuano a praticare la propria passione di una vita a desistere dal rinnovo del tesserino”.

Pepe si confronta con le province su problema cinghiali


(REGFLASH) Pescara, 15 gen. L'Assessore con delega alla Caccia, Dino Pepe, ha riunito, quest'oggi, a Pescara, le Province abruzzesi (era assente quella dell'Aquila) presso gli uffici dell'Assessorato, per affrontare le problematiche determinate dall'eccessivo incremento numerico dei cinghiali, responsabili di ingenti danni alle attività agricole e zootecniche e causa di molti incidenti stradali. A stagione venatoria conclusa il 31 dicembre scorso, si è rilevato come occorra subito attivare tutti gli strumenti previsti per il contenimento di questa specie dal Decreto del 27 maggio 2014, n. 5/Reg. (L.R. 10/2004 - Regolamento per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati). Al di la delle difficoltà applicative del suddetto regolamento che, a detta di tutti i partecipanti, necessità di un'opportuna revisione ed integrazione, per l'inclusione di altre specie di ungulati (capriolo e cervo), si è concordato che, nell'arco temporale di un mese circa, saranno approntati sia i Piani quinquennali di gestione sia i Piani di assestamento annuale i quali permetteranno di intervenire in modo efficace per contrastarne i danni e per attuare una gestione sostenibile, sia dal punto di vista ambientale e sia sanitario-zoonosico (Trichinellosi, malattie da Zecche. ecc...). Il tavolo di concertazione si è aggiornato a metà febbraio, al fine di una condivisione dei suddetti Piani con i Parchi ed altri portatori di interesse ed iniziare ad attuare un mirato ed efficiente programma di controllo selettivo dei cinghiali prima della ripresa vegetativa primaverile. 

martedì 13 gennaio 2015

Carne di cinghiale infetta nell'aquilano. Veterinari: pericolo per l'uomo

L'AQUILA - Controlli della Asl Sulmona-Avezzano-L’Aquila hanno individuato carne di cinghiale infetta, dovuta alla trichinella, parassita nocivo per la salute dell’uomo se ingerito.

Nei giorni scorsi, il Servizio Veterinario di Igiene degli alimenti di origine animale della Asl provinciale dell’Aquila, diretto dalla dottoressa Francesca De Paulis, ha imposto lo stop al consumo su un campione di carne di cinghiale, abbattuto nel territorio del comune di San Pio delle Camere, in provincia dell’Aquila.

La conferma della presenza del parassita, frutto della selvaggina da caccia, è arrivata oggi, in seguito a uno dei controlli che il servizio veterinario effettua, come accade ogni anno, a cavallo tra dicembre e gennaio. Oltre 600 le verifiche sulle carni compiute dal servizio della Asl 1 su tutti i cinghiali abbattuti, sia su quelli destinati ai laboratori di lavorazione sia su quelli riservati ai consumi privati.

Il campione infestato dalla trichinella, parassita che può trasmettersi all’uomo tramite il consumo di questo tipo di carne, cruda o poco cotta, verrà ora distrutto secondo le modalità di legge. Grazie alla sensibilizzazione promossa dal servizio di igiene degli alimenti di origine animale è stata avviata una proficua collaborazione con i cacciatori. Un’intesa sviluppata anche con corsi di formazione-informazione, svolti dallo specifico servizio dell’azienda sanitaria a beneficio degli stessi cacciatori, in collaborazione con le associazioni di categoria e gli enti preposti.

“Va evidenziata - spiega la De Paulis, direttore del servizio Igiene degli alimenti di origine animale della Asl n. 1 - l’importanza dei controlli preventivi. La Regione impone il controllo obbligatorio nei confronti della trichinellosi su tutti i cinghiali abbattuti, sia su quelli destinati ai laboratori di lavorazione sia su quelli destinati al consumo privato. Quest’anno abbiamo superato i 600 esami di carne in tutta provincia dell’Aquila. Tramite esami specifici sui capi possiamo intervenire ed evitare il manifestarsi della malattia che, seppur rara, può avere conseguenze gravi per la salute”.

La trichinellosi è una malattia parassitaria sostenuta da un verme tondo del genere Trichinella, in grado di infestare mammiferi, uccelli e rettili, soprattutto se animali carnivori o onnivori: passa dall’animale all’uomo con l’ingestione di carne fresca di alcune specie - in particolare cinghiale, suino, cavallo - ma il pericolo di contagio sussiste solo se la carne non è sottoposta a controllo sanitario.

“L’unico rischio - spiega ancora la De Paulis - è rappresentato dal consumo di prodotti a base di carne cruda o poco cotta di cinghiale, quali ad esempio gli insaccati freschi e stagionati, che andrebbero consumati solo se provenienti da animali preventivamente controllati. Il rischio sanitario non sussiste per il consumo di carne suina, equina e di selvaggina regolarmente macellata ed immessa in commercio, sulla quale il controllo per la ricerca della trichinella è sistematico. La possibilità di entrare in contatto con il parassita della trichinellosi è invece elevato per le carni di cinghiale non sottoposte a controllo sanitari”.

domenica 11 gennaio 2015

Sant'Omero (Te). Ragazzo impallinato mentre va in bicicletta

L'incidente sulla Bonifica: giovane ciclista aquilano colpito ad una gamba da un cacciatore e dimesso dall'ospedale con una prognosi di sette giorni

immagine di repertorio
SANT'OMERO. Un ragazzo di 14 anni è stato impallinato ad una gamba mentre andava in bicicletta sulla Bonifica del Salinello in compagnia di altri ciclisti. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri il colpo sarebbe partito accidentalmente da un gruppo di cacciatori che si muoveva nella boscaglia. Il fatto è avvenuto nella tarda mattinata di oggi nel territorio di Sant'Omero. Il ragazzo, che vive all'Aquila, si stava allenando con altri ciclisti di una società sportiva di Alba Adriatica. Inizialmente, quando il giovane ha avvertito il colpo, lui e gli altri hanno pensato si trattasse di una pietra. Immediatamente soccorso, il giovane è stato trasportato in ospedale con una macchina: dopo essere stato medicato al pronto soccorso dell'ospedale di Sant'Omero, il ragazzo è stato dimesso con una prognosi di sette giorni. I carabinieri indagano per identificare i cacciatori. (d.p.)

domenica 4 gennaio 2015

L’Aquila – Un cacciatore denunciato per l’uccisione di due caprioli

i due caprioli scuoiati
GEAPRESS – Una intensa e prolungata attività di controllo e di appostamento che ha infine portato i Forestali del Comando Stazione di Balsorano (AQ) a denunciare un cacciatore della provincia, che dovrà ora difendersi dall’accusa di avere ucciso due caprioli.

In particolare i forestali del Comando Stazione, al comando del Vice Ispettore D’Innocenzo Mauro, dopo aver proceduto al controllo di un mezzo sospetto, hanno esteso l’ispezione all’interno di un locale nella disponibilità del proprietario del mezzo. In tale contesto sono state rinvenute le carcasse di due caprioli già scuoiati e pronti per essere macellati.

Al soggetto veniva quindi contestato il reato previsto dalla legge 157/1992 art. 30 comma 1 lett. h), uccisione di specie animale non cacciabile.

L’intervento della Forestale è maturato nell’ambito dei controlli sul corretto esercizio dell’attività di caccia disposti e coordinati dal Comandante Provinciale dott. Nevio Savini. Secondo lo stesso Comandante non sarebbero “purtroppo rari i casi in cui soggetti dediti al bracconaggio si mimetizzano tra i cacciatori soprattutto nelle battute di caccia al cinghiale. I nostri Comandi Stazione – ha aggiunto il Comandante Provinciale – mantengono alta l’attenzione proprio per contrastare in maniera efficace questo odioso fenomeno che tende ad impoverire la risorsa faunistica e quindi ad intaccare negativamente l’equilibrio biologico del nostro territorio”.

Le indagini della Forestale continuano per accertare se abbia agito da solo oppure se il soggetto sia stato aiutato o comunque agevolato da altre persone. Secondo quanto reso noto dalla Forestale, il soggetto avrebbe dichiarato di essere il diretto responsabile dell’uccisione degli animali e del trasporto all’interno del manufatto.