domenica 28 luglio 2019

WWF: la Regione fermi la caccia notturna nell’area peri-urbana di Penne

Comunicato stampa del 27 luglio 2019

Non esiste alcuna autorizzazione prefettizia. Urgente impedire gli spari prima che accadano tragedie

La Regione fermi la caccia notturna nell’area peri-urbana di Penne

L’attività venatoria notturna in aerea peri-urbana a Penne non è stata in alcun modo autorizzata dalla Prefettura di Pescara: il Prefetto del capoluogo adriatico, dott.ssa Gerardina Basilicata, ha inviato alla direzione dell’Oasi WWF e Riserva “Lago di Penne” e al sindaco della città una precisazione al riguardo nella quale spiega che le competenze in tal senso sono della Regione. “Mi sono immediatamente scusato con il Prefetto – spiega Fernando Di Fabrizio, direttore dell’Oasi – ma ero stato tratto in inganno da informazioni verbali avute da un dipendente regionale al quale avevo incautamente creduto”.

Al di là dell’involontario errore resta un problema di fondo: la caccia cosiddetta di selezione nelle ore notturne in un’area prossima alla Riserva e accanto a sentieri frequentati da turisti e residenti, oltre a essere sostanzialmente inutile per il contenimento dei cinghiali, è certamente pericolosa per la pubblica incolumità. Non a caso il sindaco di Penne aveva proibito gli spari in quella zona proprio per tutelare cittadini e turisti.

Del resto il pressapochismo con il quale la Regione da anni gestisce l’attività venatoria ha portato a decine di ricorsi, del WWF e di altre associazioni ambientaliste ma a volte anche delle organizzazioni dei cacciatori, nei quali l’Ente è stato quasi sempre sconfitto. Ogni azienda o organizzazione diffiderebbe dei consigli di presunti tecnici che hanno portato a esiti puntualmente negativi. Il governo regionale, di qualsiasi colore politico sia la maggioranza di turno, invece insiste e colleziona brutte figure a ripetizione, quasi con tutti i calendari venatori dell’ultimo decennio.

In questo caso la situazione è ancora più grave visto l’allarme suscitato in decine di residenti e vista l’oggettiva pericolosità dei ripetuti spari nella notte a due passi dalla città e ancora più vicino al Sentiero Serafino Razzi, ripristinato nel 2018, che collega il centro storico con la Riserva.

“Ci spiace dell’equivoco che si è creato con il Prefetto di Pescara”, sottolinea il delegato regionale del WWF Abruzzo Luciano Di Tizio, “A questo punto chiediamo però alla Regione di sospendere immediatamente ogni forma di caccia a ridosso delle aree urbane. È chiaro che chi ha sbagliato dovrà risponderne ma è intanto importante fermare comportamenti a rischio prima che accadano tragedie e non dopo, quando potrebbe essere troppo tardi”. 
 

WWF Italia Onlus, Abruzzo
abruzzo@wwf.it

Spari nella notte lungo il sentiero tra l’Oasi di Penne e il centro urbano. La denuncia del WWF

Spari nella notte lungo il sentiero tra l’Oasi di Penne e il centro urbano. La denuncia del WWF Abruzzo: messa in pericolo incolumità visitatori

Penne. “Spari nella notte a due passi dalla città e ancora più vicino al Sentiero Serafino Razzi, ripristinato nel 2018, che collega il centro storico con la Riserva naturale regionale e Oasi WWF “Lago di Penne”. Il sentiero con soli due km lungo il Fosso della Sardella conduce numerosi visitatori, sportivi, escursionisti e ciclisti nella zona della Pinetina dove si sviluppano, ad anello, dieci km di percorsi attorno al lago ed è, soprattutto in questo periodo di grande caldo, frequentato anche di notte”, questa la segnalaziono contenuta in una nota diramata dal WWF Abruzzo.

“Spesso pure i bambini ospiti del CEA “A. Bellini” per i campi estivi del WWF (organizzati dalla cooperativa Samara) frequentano nottetempo i sentieri della riserva (ovviamente anche il Serafino Razzi) per ascoltare usignoli e fare esperienze sensoriali al buio. Questo da anni, senza alcun problema -prosegue la nota – In questi giorni invece sono in atto battute selettive notturne al cinghiale nella zona del Carmine e lungo il sentiero Serafino Razzi, battute in deroga alle leggi ordinarie sulla caccia che sembra siano state autorizzate dalla Prefettura di Pescara”.

“Le cooperative che operano nel territorio e i residenti lo hanno ben notato e la Riserva si è fatta portavoce delle loro allarmate segnalazioni scrivendo ieri una articolata lettera, con diversi allegati, indirizzata al Prefetto di Pescara Gerardina Basilicata e al sindaco di Penne Mario Semproni, per segnalare l’enorme pericolo per la inclumità pubblica (oltre all’ovvio disturbo dato da spari a notte fonda in aree peri-urbane). Nel testo si ricorda che la Riserva si occupa del monitoraggio della popolazione di cinghiali dal 2012; ebbene negli ultimi due anni si è registrato un calo dovuto soprattutto alla nevicata eccezionale del 2017, con la terribile valanga su Rigopiano, che ha decimato i piccoli e i giovani e alla presenza sempre più frequente del lupo: circa il 70% delle prede di questo carnivoro è rappresentato infatti proprio dai cinghiali. La caccia al di fuori dei periodi consentiti e più che mai di notte rappresenta dunque una inutile fonte di pericolo senza apportare alcun serio contributo al contenimento dei cinghiali che, se davvero necessario, potrebbe essere garantito con altri metodi: l’attivazione di recinti di cattura all’interno della Riserva ha consentito ad esempio il prelievo di 23 esemplari su 31 catturati, in un solo giorno di sperimentazione (8 giugno 2019)”.

“È invece ben noto – conclude il WWF – che la sola pressione venatoria comporta risultati di segno opposto a quelli attesi: studi compiuti in tutta Europa dimostrano che la caccia destruttura i branchi causando un aumento dei danni alle colture e, colpendo le femmine adulte, accelera la maturazione delle giovani, con crescita numerica dei capi. “Un danno più che un vantaggio, ma ciò nonostante – osserva il delegato regionale del WWF Abruzzo Luciano Di Tizio – una politica miope continua a guardare ai fucili come unica soluzione rincorrendo il consenso elettorale di poche centinaia di cacciatori a dispetto del rispetto della legge e del buonsenso e degli interessi della stragrande maggioranza dei cittadini”.

Fonte: pescaralive.it del 24 luglio 2019

giovedì 18 luglio 2019

Calendario venatorio in discussione. Il WWF alla Regione Abruzzo: “Si rispettino le normative”.

Comunicato stampa del 3 luglio 2019

Calendario venatorio in discussione.
Il WWF alla Regione: “Si rispettino le normative”.
La fauna è di tutti e non può essere gestita come il passatempo dei cacciatori.

In tutte le regioni italiane sono attualmente in discussione i calendari venatori regionali 2019/20 e il WWF, insieme a ENPA, LAC, LAV e LIPU, ha scritto recentemente a tutti i presidenti e a tutti gli assessori regionali con delega alla caccia, oltre che ai competenti Ministri, per chiedere la corretta applicazione della Legge quadro sulla tutela della fauna omeoterma e sul prelievo venatorio (Legge n. 157/1992).

“Sembra incredibile dover scrivere a dei rappresentanti istituzionali per chiedere il rispetto della legge, ma lo dobbiamo fare”, dichiara Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia. “Nella passata stagione buona parte delle Regioni ha continuato a violare in maniera sistematica le leggi italiane e i principi europei e internazionali riguardanti la tutela della fauna selvatica e l’attività venatoria. Come WWF, spesso insieme ad altre associazioni, siamo stati costretti a ricorrere ai Tribunali amministrativi impugnando 12 diversi provvedimenti regionali sulla caccia, riportando ben 10 vittorie”.

Nella nota inviata alle Regioni, compresa la Regione Abruzzo, si ribadiscono le principali richieste:

  • chiusura della stagione venatoria a tutte le specie di uccelli al 31 dicembre, secondo il principio di garanzia della completa protezione delle specie. In subordine, chiusura dopo questa data solo per le specie che non sono in pericolo e su cui ci sono informazioni sufficienti e accertate, e comunque mai oltre il 31 gennaio;
  • rigido rispetto di periodi di caccia per tutti i mammiferi, in particolare per le specie a rischio e ancora prive di adeguati piani di gestione e programmi conservazionistici per loro e per i relativi habitat, anche in attuazione dei Management plan eventualmente adottati dalla Commissione europea;
  • apertura generale della stagione venatoria al 1° ottobre, evitando ogni forma di preapertura;
  • sottoposizione a Valutazione di Incidenza di tutti gli strumenti di gestione venatoria (piano faunistico-venatorio regionale, piani faunistico-venatori provinciali e calendari venatori): in mancanza della VINCA o in presenza di una VINCA con esisto negativo, esplicito divieto di caccia nei siti della Rete Natura 2000 quali Zone di Protezione Speciale (ZPS), Zone di Conservazione Speciale (ZCS) e Siti di Importanza Comunitaria (SIC);
  • estensione delle misure di conservazione previste dalla normativa vigente per i siti Natura 2000 agli habitat esterni, quali ad esempio le zone “cuscinetto”;
  • rigorosa applicazione del divieto di caccia nelle aree percorse dal fuoco come previsto dalla normativa vigente;
  • divieto di utilizzare munizioni da caccia contenenti piombo (sicuramente nelle zone umide, ma il pericolo di inquinamento per l’ambiente e anche per l’uomo vale dappertutto).
Per l’Abruzzo, si aggiunge la richiesta di rendere effettiva la presenza dell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, istituita con DGR n. 480 del 5/7/2018; nelle aree contigue, in base alla normativa nazionale di riferimento, la LN 394/91, sono ammessi solo i cacciatori residenti e il calendario venatorio in via di definizione non può trovare scappatoie a questa norma, citando l’area contigua, ma di fatto continuando a non far valere le norme che essa prevede.

“Per quanto riguarda l’Abruzzo”, dichiara Luciano Di Tizio, delegato del WWF Abruzzo, “il nostro appello è ancora più forte. Anche quest’anno andiamo incontro ad una stagione venatoria senza Piano faunistico-venatorio regionale, visto che l’ultimo approvato è ormai scaduto e in proroga dal 2007. Il nuovo Piano, predisposto dalla passata maggioranza, è ancora in discussione e quindi per l’ennesima volta si autorizzerà la caccia senza avere un quadro della situazione. Ricordiamo che negli ultimi anni il WWF ha praticamente impugnato il calendario venatorio della Regione Abruzzo ogni anno. Siamo stati costretti perché la volontà dei nostri amministratori, di qualsiasi colore politico, è stata sempre quella di accontentare la lobby dei cacciatori, fortunatamente sempre in diminuzione, e non quella di amministrare un bene che appartiene a tutti. Speriamo che su questo la Giunta Marsilio voglia dare un segnale di discontinuità”.

 
WWF Italia Onlus, Abruzzo