lunedì 17 ottobre 2016

Cacciatore trovato morto. Nell'Aquilano, 71enne ha battuto la testa. Sul posto Cc e 118

(ANSA) - L'AQUILA, 16 OTT - Un uomo di 71 anni è morto a Barisciano (L'Aquila) mentre era a caccia nei pressi della frazione di Picenze. Da quanto appreso, il cacciatore si era diviso dal gruppo di amici con i quali era uscito. In base a una prima ricostruzione avrebbe battuto la testa dopo essere scivolato. Forse la caduta si è rivelata fatale, ma i sanitari del 118, intervenuti sul posto, non escludono un malore. Solo l'autopsia potrà chiarire la causa del decesso. Sul posto sono arrivati i carabinieri della locale stazione e della compagnia dell'Aquila.
 

domenica 16 ottobre 2016

Cacciatori nel Parco Nazionale del Gran Sasso Laga? Le Associazioni chiedono un incontro al Presidente del Parco


COMUNICATO STAMPA 14 OTTOBRE 2016

Cacciatori nel Parco Nazionale del Gran Sasso Laga?
Le Associazioni chiedono un incontro al Presidente del Parco


Questa mattina le Associazioni ambientaliste Legambiente, Mountain Wilderness, ProNatura e WWF hanno inviato una nota al Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Tommaso Navarra, con una richiesta di incontro urgente sulle recenti decisioni assunte dal Parco in merito alla gestione del cinghiale del Parco che aprono la strada agli interventi dei cacciatori all'interno dell'area protetta.

Di seguito il testo della lettera.

Le scriventi Associazioni seguono da anni la problematica legata alla presenza dei cinghiali nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, così come in tante altre naturali protette.

Abbiamo avuto modo di visionare dal sito dell’Ente Parco la recente delibera del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco n. 33 del 12 settembre 2016 avente per oggetto “Integrazioni al piano di gestione del cinghiale”.

In precedenza, prima del Suo insediamento, lo stesso Consiglio Direttivo, con parere difforme del Direttore e del Servizio scientifico dell’Ente, aveva approvato la delibera n. 23 del 19 maggio 2016 avente per oggetto “Problematica cinghiali. Relazione Commissione Istituzionale”.

Riteniamo indispensabile un confronto al fine di essere portati a conoscenza di come l’Ente Parco intenda affrontare la problematica in oggetto, considerato che le delibere richiamate fanno esplicito riferimento ad azioni di contenimento tramite abbattimento selettivo. Al riguardo, giova ricordare che le numerosissime campagne di abbattimento di cinghiali, dentro e fuori aree naturali protette, non hanno minimamente risolto il problema che, al contrario, in alcuni casi risulta essersi aggravato.

Si sottolinea l’urgenza dell’incontro, possibilmente in giorni e orari consoni a garantire la partecipazione dei volontari rappresentanti delle associazioni scriventi.


Legambiente Abruzzo
Mountain Wilderness Abruzzo
ProNatura Abruzzo
WWF Abruzzo

Teramo, caccia alla starna: ultimatum delle Guardie Ambientali

Le Guardie Ambientali d’Italia della provincia di Teramo invitano le Atc a fare chiarezza sulla caccia alla starna.

“Abbiamo atteso sino ad oggi delucidazioni concrete da parte dei due presidenti degli Ambiti territoriali Caccia Teramani sulla questione starna, soprattutto a garanzia di una trasparenza gestionale. Alle molte sollecitazioni che ci sono giunte da parte di cacciatori che, a nostro avviso, non sono stati adeguatamente informati riguardo in particolare la caccia alla starna, abbiamo ritenuto opportuno inviare una missiva alla Regione Abruzzo per avere in merito delle delucidazioni circa la cacciabilità del volatile in Provincia di Teramo”.

In risposta alla nostra richiesta, l’Ufficio preposto alla Caccia della Regione Abruzzo ha risposto che “questa Regione non è a conoscenza di quali ATC abbiamo elaborato e dato autorizzazione ai suddetti piani” intimando agli stessi ATC di “comunicare la cacciabilità della specie attraverso mezzi idonei ad assicurare la massima conoscibilità”.

Benché siano trascorsi diversi giorni, ad oggi, da un controllo effettuato sui siti web degli A.T.C. Vomano e Salinello ancora una volta, non ve n’è alcuna traccia, sottolineano ancora le Guardie Ambientali.

“Orbene, per quanto di competenza, non sarà allora il caso che i due Presidenti Teramani Porrini e Sabini chiariscano prontamente e definitivamente la questione indicando ai cacciatori se questa è caccia consentita o no? Non sarà forse il caso, cari Presidenti ATC, di uscire fuori da questo stato catalettico ponendo fine al problema, adeguandosi prontamente alle comunicazioni ricevute dalla Regione Abruzzo!? Non è più concepibile ne condivisibile da parte nostra che i cacciatori vadano a caccia avendo il dubbio se sono legittimati a cacciare la starna, perlopiù esponendoli a rischio sanzioni in fase di controllo venatorio”.

Fonte: cityrumors.it del 15 ottobre 2016

sabato 15 ottobre 2016

L’Ente Parco Nazionale Gran Sasso-Laga apre all’ingresso dei cacciatori nel Parco

L’Ente Parco Nazionale Gran Sasso-Laga apre all’ingresso dei cacciatori nel Parco

Molti speravano che con la recente nomina del nuovo presidente del Parco, l’avv. Tommaso Navarra di Teramo, nel Consiglio Direttivo dell’Ente Parco si sarebbe vista una maggiore attenzione per la conservazione dell’ambiente del Parco. Purtroppo si sbagliavano.

Infatti una delle prime preoccupazioni del neo-presidente è stata quella di proporre al Consiglio una delibera relativa al Piano di gestione del cinghiale, nella quale si conferma, per chi non lo avesse capito, quanto già deliberato nella riunione del Consiglio direttivo del maggio 2016, che “Nelle aree del Parco dove si concentrano i danni al patrimonio agricolo verranno attivate, laddove possibile, anche misure di contenimento basate su abbattimenti selettivi da appostamento fisso o in girata”.

Questa delibera servirà forse a qualcuno per spendersi politicamente il consenso di qualche cacciatore ma non serve a nulla per quanto riguarda il problema dei danni alle colture arrecati dai cinghiali. Infatti nel Parco esiste un efficientissimo sistema di cattura dei cinghiali mediante recinti di cattura che sono già in funzione da anni, messo a punto dal Parco stesso che consentono la cattura, ogni anno di poco meno di un migliaio di capi.

Va poi considerato che la stessa caccia in braccata, assai più efficiente rispetto all’appostamento e alla girata (ma non certo ai recinti), ma anche estremamente invasiva ed a forte impatto ambientale, esercitata all’esterno del Parco non risolve certamente il problema in questo confermando le conclusioni a cui sono giunte recentissime ricerche scientifiche che dimostrano come un’intensificare degli abbattimenti spesso indiscriminati alteri la struttura demografca delle popolazioni di cinghiale spingendo le femmine a figliare piu’ spesso ed in eta’piu prematura.

Ricordiamo inoltre che gli agricoltori che operano all’interno del parco si trovano in una situazione privilegiata rispetto a quelli delle aree circostanti, in quanto nel Parco si pagano i danni arrecati dalla fauna selvatica, al contrario di quanto succede ormai da tempo al di fuori. Negli ultimi anni risulta senza tema di smentita che nel Parco le catture con i recinti siano aumentate e parallelamente le richieste di danni siano diminuite.

Ricordiamo poi che gli abbattimenti con il fucile risultano pericolosi in quanto il Parco è intensamente frequentato dai turisti, dagli escursionisti in genere, dai ricercatori di funghi e tartufi. I cacciatori autorizzati agli abbattimenti potrebbero poi, in condizioni di erba alta, scambiare i cinghiali con altre specie protette come cervi, caprioli, lupi o addirittura qualche orso, senza contare che i controlli che dovrebbero essere necessariamente effettuati quando fossero in corso gli abbattimenti sarebbero necessariamente a carico dei forestali che operano nel Parco, che sono già pochi e che dovrebbero essere distolti da altri servizi essenziali.

Il Parco poi costituisce una forte attrazione turistica importante per le comunità locali. Ma i visitatori dei parchi nazionali si aspettano di vedere animali vivi e non certo di sentire spari, che tra l’altro spaventano la fauna e la rendono quindi più difficilmente osservabile. Non sarebbe una bella immagine per il Parco e per l’Ente che lo gestisce , non solo, il provvedimento potrebbe avere una ricaduta negativa sull’afflusso di escursionisti e turisti naturalistici vanificando il buon lavoro di promozione del territorio svolto dalle cooperative e dai giovani locali negli ultimi anni.......perchè mai visitare un Parco Nazionale dove al sui interno si gira armati e si e’ autorizzati a sparare ??
 

giovedì 13 ottobre 2016

Cocullo, cacciatore ferito durante una battuta alla lepre

L'uomo è stato portato in ospedale. Sarebbe vittima di un colpo accidentale o un'incomprensione sulla posizione durante la battuta

di Federico Cifani

COCULLO. Un incidente di caccia si è verificato nelle prime ore di questa mattina (domenica 9 ottobre) nella zona montana tra Cocullo e Ortona dei Marsi. A rimanere ferito al petto e all’arcata sopraccigliare un cacciatore 70enne colpito da pallini esplosi dalla distanza da un altro partecipante alla battuta alla lepre. Le ferite lo hanno costretto ad un immediato ricovero nell’ospedale di Avezzano dove è stato trasportato dal 118.

Al momento dell’arrivo dei soccorsi il cacciatore ferito era cosciente anche se molto provato. Accertamenti sono in corso nell'ospedale di Avezzano. Sulla dinamica di quello che sembra essere proprio un incidente di caccia stanno indagando i carabinieri.

Tra le ipotesi potrebbe esserci quella di un colpo accidentale partito da un compagno di battuta posto a qualche decina di metri di distanza dal ferito. Non si esclude anche un’incomprensione tra il gruppo di cacciatori. In particolare, potrebbe essere accaduto che i partecipanti alla battuta alla lepre si sarebbero dovuti posizionare in modo diverso in attesa del passaggio del selvatico.

Fonte: ilcentro.it del 09 ottobre 2016

sabato 1 ottobre 2016

Caccia in Abruzzo. L'Assessore Pepe, il solito politico che non ammette la sconfitta

CACCIA: PEPE SU LEGITTIMITA' DEL CALENDARIO VENATORIO


tipico politico comune
(REGFLASH) Pescara, 30 set. "Il Tar, confermando le nostre aspettative, ha riconosciuto la sostanziale validità e la conseguente legittimità dell'impianto generale del calendario venatorio, la cui efficacia, esauriti gli effetti del decreto emesso prima dell'esame delle memorie difensive, è stata pertanto ripristinata, di modo che a partire da sabato 1 ottobre si aprirà la caccia in Abruzzo".
Così l'assessore alle politiche venatorie, Dino Pepe, in vista dell'apertura della caccia.
"Al di là di proclami a mezzo stampa di dubbio fondamento, a fronte delle numerose eccezioni di legittimità sollevate, il TAR ha limitato la sospensione cautelare alla parte del calendario che prolungava il prelievo di tordi e beccaccia oltre il 31 dicembre, e ciò in quanto mancherebbero informazioni sufficienti a giustificarlo. Tutto qui.
Qualcuno - osserva Pepe - riteneva e proponeva, in modo illusorio, che qualche trucchetto giuridico-amministrativo, da altri purtroppo posto in essere in passato, avrebbe consentito di salvare una o due giornate di caccia: queste pratiche discutibili, e probabilmente ai limiti della legalità penale e contabile, sono invece il principale motivo delle "particolari attenzioni" che la Regione Abruzzo si è procurata in passato sul fronte della giurisdizione amministrativa. 
In questa vicenda noi abbiamo preferito seguire le vie della correttezza istituzionale, dimostrando nelle aule giudiziarie di aver operato in conformità a leggi, regolamenti, pareri e quant'altro; così abbiamo potuto garantire ai cacciatori abruzzesi l'apertura unica al 1 ottobre che, voglio ricordare, era la prima opzione che la Regione aveva proposto alla Consulta. Abbiamo garantito anche che il calendario possa concorrere ad esplicare anche funzioni di strumento a presidio di coltivazioni e incolumità pubblica, con le numerose disposizioni che regolano e promuovono il prelievo dei cinghiali, vera e propria calamità immanente in questa fase. Su questa tematica, per inciso, mercoledì scorso, davanti al Prefetto di Chieti ed accogliendo il condivisibile appello dei numerosi sindaci presenti che avevano proposto urgenti ordinanze di abbattimento, abbiamo presentato un Piano d'azione elaborato in tempi brevissimi i cui obiettivi e interventi hanno avuto il consenso unanime di tutti i presenti.
Le azioni che metteremo in campo a partire da una sollecita modifica del Regolamento regionale per la gestione degli ungulati hanno un ambizioso obiettivo: il ripristino della caccia con le squadre nelle aree prevalentemente agricole, con presenza di abitazioni e viabilità, dove la presenza anche di pochi animali è ingombrante perché provoca danni e incidenti.
Quanto a tordi e beccacce - aggiunge Pepe - il principio di cautela invocato dal TAR (su cui qualcuno potrebbe dissentire tecnicamente, ma è una sentenza e va rispettata) deve guidare i nostri passi successivi: dobbiamo rafforzare le capacità di monitoraggio di queste ed altre specie, ed è ciò che tra l?altro ci accingiamo a fare proprio sulla base di una prescrizione del calendario in questione. La raccolta e l'elaborazione dei dati tecnico-scientifici consentirà - conclude l'assessore - di supportare maggiormente la nostra pianificazione venatoria rendendola aggiornata e inattaccabile ad altri ricorsi".

Calendario venatorio 2016-2017, esecuzione della Ordinanza del TAR Abruzzo

Si pubblica la nota RA0056151 del 30 settembre 2016 di esecuzione Ordinanza del Tar Abruzzo su Calendario venatorio 2016-2017


http://www.regione.abruzzo.it/caccia/index.asp?modello=eventoSingolo&servizio=LEE&stileDiv=sequence&b=evento129&tom=129