lunedì 30 settembre 2019

Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso contro la riapertura delle ZRC. Il WWF: “Una nuova sconfitta per la politica faunistico-venatoria della Regione Abruzzo”

COMUNICATO STAMPA DEL 30 SETTEMBRE 2019 

 

Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso contro la riapertura alla caccia delle Zone di Ripopolamento e Cattura della Provincia di Chieti

Il WWF: “Una nuova sconfitta per la politica faunistico-venatoria della Regione Abruzzo”


Con ordinanza emessa giovedì 26 settembre scorso il Consiglio di Stato ha accolto l’appello dell’Ambito Territoriale di Caccia Vastese che aveva presentato istanza cautelare contro la Regione Abruzzo per aver soppresso la maggior parte delle Zone di Ripopolamento e Cattura della Provincia di Chieti e aver consentito al loro interno l’esercizio venatorio. Una assurda disposizione che in verità venne adottata dalla Giunta D’Alfonso-Pepe ma che l’attuale maggioranza ha avallato: il provvedimento non è stato infatti mai revocato nonostante una diffida presentata dal WWF.

I magistrati hanno ritenuto la sussistenza dei requisiti della gravità e irreparabilità riferiti alla conservazione e protezione dell’ambiente e del patrimonio faunistico. La soppressione delle Zone di Ripopolamento e Cattura è stata peraltro disposta senza avere acquisito il parere di ISPRA, senza Valutazione d’Incidenza e senza Valutazione Ambientale Strategica! Una dimostrazione di palese pressapochismo non nuova da parte di chi in Regione gestisce il settore venatorio.

Dichiara Filomena Ricci, Delegato regionale del WWF Abruzzo: “Ancora una volta non siamo stati ascoltati e ancora una volta la giustizia amministrativa è stata costretta a intervenire per bloccare iniziative del governo regionale tese a vanificare le poche e comunque insufficienti tutele rivolte alla fauna selvatica del nostro territorio”.

L’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) Chietino-Lancianese dovrà ora farsi carico di ripristinare la protezione delle Zone di Ripopolamento e Cattura, provvedendo a ristabilire i loro confini con l’apposizione dei cartelli che aveva fatto rimuovere per consentire la caccia al loro interno. Nel caso non fosse possibile dati i tempi stretti ripristinare la tabellazione, l’unica soluzione possibile sarebbe l’esclusione della caccia nell’intero ambito territoriale dell’ATC Chietino-Lancianese, così come richiesto anche da Arcicaccia.

Il coordinatore regionale delle Guardie WWF Claudio Allegrino precisa: “Chiederemo alle Forze dell’Ordine di assicurare il ripristino della legalità e di verificare che le attività venatorie non vengano più svolte nelle Zone di Ripopolamento e Cattura che sono aree, esplicitamente previste dalla pianificazione faunistica venatoria, nelle quali gli animali devono essere protetti dalla caccia e riprodursi liberamente”.


WWF Italia ONLUS, Abruzzo
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sabato 28 settembre 2019

Comunicato della Regione Abruzzo: la caccia riapre il 02 ottobre

Comunicato della Regione Abruzzo: la caccia riapre il 02 ottobre

Stante la necessità di acquisire il giudizio VINCA, al fine di evitare ulteriore contenzioso, si comunica che con la nota Prot. 269897 del 27 settembre 2019 è stato chiesto al Comitato Via di esprimersi sul calendario venatorio 2019/2020 approvato con la DGR. N. 497/2019, tenuto conto dell'Ordinanza TAR Abruzzo n. 189/2019. Pertanto, fino all?adozione di un nuovo provvedimento che consentirà l'esercizio dell'attività venatoria dal 2 ottobre 2019, si comunica che prima di tale data la caccia non può essere svolta.

 https://www.regione.abruzzo.it/caccia/index.asp?modello=eventoSingolo&servizio=LEE&stileDiv=sequence&b=evento222&tom=222

giovedì 26 settembre 2019

Pubblicata l’ordinanza del TAR sul calendario venatorio. Soddisfazione del WWF Abruzzo

Comunicato stampa del 26 settembre 2019


Pubblicata l’ordinanza del TAR sul calendario venatorio

Soddisfazione del WWF Abruzzo:

«Abbiamo fermato gli spari per oltre un mese e sono stati ridotti i periodi di caccia»


“Siamo soddisfatti per l’ordinanza del TAR Abruzzo che di fatto accoglie alcune questioni importanti che avevamo sollevato nel ricorso amministrativo che il WWF Italia ha presentato insieme alla LNDC Animal Protection”, dichiara Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo. “Innanzitutto siamo riusciti a bloccare tutte le preaperture e anzi, grazie al nostro ricorso, la caccia è restata bloccata in Abruzzo fino ad oggi e non è iniziata neppure al momento dell’avvio nazionale fissato quest’anno per il 15 di settembre. Siamo anche molto soddisfatti del fatto che sono stati ridotti i periodi di caccia per 18 specie cui si potrà sparare solo dal 1° ottobre, non dal 15 settembre come voleva la Regione, e solo fino al 20 gennaio, invece che fino al 30 gennaio, com’era previsto dal calendario. Bene anche la riduzione di venti giorni del periodo di caccia per la beccaccia e di un mese per il beccaccino, nonché il divieto di caccia in forma vagante oltre il 31 dicembre. È sempre bene ricordare che riuscire a limitare i periodi di caccia vuol dire salvare dalla morte decine di migliaia di animali ed essere riusciti ad evitare più di un mese di caccia tra ritardato avvio e anticipo della chiusura è stato un grande risultato per il quale ringraziamo i nostri legali, Michele Pezone ed Herbet Simone, e tutti i nostri volontari che hanno lavorato al ricorso”.

Restano invece irrisolte dall’ordinanza del TAR alcune questioni pure importanti: la caccia all’allodola, alla coturnice, al moriglione e alla pavoncella che, stante le difficoltà delle specie, andrebbe vietata; la mancata limitazione alla caccia nelle zona contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ai soli residenti; alcuni aspetti sulle distanze dalle foci dei fiumi.

“Sugli aspetti che non sono stati accolti ci confronteremo con i nostri legali e valuteremo se è il caso di presentare ricorso al Consiglio di Stato o se sia più utile attendere il giudizio di merito nel quale sarà possibile argomentare con maggiore compiutezza le questioni”, conclude la Ricci. “Particolare attenzione sarà dedicata alla gestione della caccia nell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che la Regione Abruzzo fa finta di non riconoscere, perché è qui che si gioca una parte importante della battaglia per la salvezza dell’Orso bruno marsicano”.

WWF Italia ONLUS, Abruzzo
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martedì 24 settembre 2019

Pepe (PD) denuncia mancata riapertura della Caccia in Abruzzo

(24/09/2019 - 11:33)
 
(ACRA) – Caccia ferma e al palo, diecimila cacciatori che attendono da un mese l'apertura della stagione, un calendario venatorio bocciato più volte. E' questo il difficile contesto in cui si trova il settore venatorio abruzzese e che è stato oggetto di una conferenza stampa dei consiglieri Dino Pepe e Antonio Blasioli, questa mattina a Palazzo dell'Emiciclo.
"L'Assessore Imprudente ha portato in Commissione consultiva la prima stesura di questo importante documento programmatorio solo in agosto, ovvero molto tardivamente rispetto alla data prevista per legge al 15 giugno- ha detto Pepe - La proposta, una volta osservata dalla Consulta, veniva dapprima bocciata dall'ISPRA, poi dal Comitato VIA ed infine dal TAR Abruzzo. Questo primo stop alla caccia del Tribunale Amministrativo Regionale ha, di fatto, pregiudicato tutto il periodo di addestramento cani e annullato la prevista preapertura alle prime specie cacciabili. La seconda proposta, elaborata dalla Regione in tutta fretta e senza la dovuta concertazione con la Consulta tecnica regionale, ha subito lo stop del VIA, poi l'ISPRA ed infine anche del TAR, che ha dichiarato inammissibile la nuova proposta di Calendario Venatorio. Alla base delle bocciature – spiega il consigliere del Pd - c'è soprattutto la mancanza di una programmazione in materia faunistica che consentirebbero il discostamento dai periodi di caccia alle singole specie raccomandati nei pareri medesimi, carenza questa che la precedente Giunta Regionale di centrosinistra aveva colmato redigendo ed approvando, dopo venticinque anni di inerzia, il nuovo Piano Faunistico venatorio Regionale. Svanisce dunque per i 10.000 cacciatori abruzzesi che hanno dovuto pagare con congruo anticipo tutte le tasse di concessione governative, regionali e agli Atc, anche la seconda ipotesi di apertura al 15 settembre, con una pesante riduzione delle giornate di caccia rispetto al resto del Paese." 
Secondo l'ex assessore Dino Pepe "Quello che è accaduto rispecchia un po' il paradosso che viviamo oggi nel nostro Paese, con una destra arrogante e populista che anche quando amministra porta avanti proposte, talvolta sovrastando leggi e regole o caldeggiando un dissenso diffuso, con la piena consapevolezza che si tratta di battaglie irrealizzabili. 
Marsilio e il suo Assessore Emanuele Imprudente –conclude Pepe - malgrado le promesse elettorali riguardanti la materia venatoria, non sono stati in grado di garantire neppure il minimo sindacale per i cacciatori abruzzesi, visto che la legge Quadro sulla Caccia prevede l'apertura generale alla terza domenica di settembre, ovvero alla data del 15 settembre 2019, mentre in Abruzzo ad oggi non sappiamo ancora quando ciò avverrà". (red)

mercoledì 18 settembre 2019

Abruzzo: il Comitato VIA “boccia” il calendario venatorio. Il WWF alla Regione: da rivedere tutto il settore caccia regionale

COMUNICATO STAMPA DEL 18 SETTEMBRE 2019


Il Comitato VIA “boccia” il calendario venatorio della Regione.

Accolte le obiezioni già sollevate in sede di TAR e con le osservazioni sulla VINCA
 
Il WWF alla Regione: da rivedere tutto il settore caccia regionale


Ieri il Comitato VIA regionale ha di fatto “bocciato” il calendario venatorio regionale.

Il parere, di cui la Regione dovrà tenere conto, vieta in tutto l’Abruzzo la caccia a Moriglione e Pavoncella (come peraltro chiesto da tempo dal Ministero dell’Ambiente); sono stati inoltre limitati i territori di caccia per 6 specie (Canapiglia, Codone, Frullino, Mestolone, Tordo sassello e Tortora selvatica) che non potranno essere cacciate nei SIC e nelle ZPS, e sono stati inserite altre prescrizioni limitative anche per tutelare l’Orso Bruno Marsicano.

La Regione aveva presentato un calendario con indicazioni contrastanti, subordinate a un futuro pronunciamento del TAR. Bene hanno fatto sia l’ISPRA che il Comitato VIA regionale a esprimersi solo sulle parti certe, confermando così la chiusura della caccia all’allodola e alla coturnice e consentendo la caccia ai soli residenti nell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo.

In pratica sono state accolte le obiezioni presentate dal WWF sia attraverso un ricorso al TAR (che, ricordiamo, ha bloccato la caccia almeno fino al 25 settembre), sia attraverso le osservazioni al calendario fatte in sede di Valutazione di Incidenza Ambientale.

“Quest’anno il calendario venatorio regionale sta raccogliendo solo censure”, dichiara Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo. “Si conferma la situazione di confusione che regna nella gestione regionale di questo settore. La volontà di accogliere le richieste delle frange più estremiste dei cacciatori, rappresentate dalle associazioni venatorie, ha portato a questa situazione. Ad oggi la caccia è sospesa fino ad un nuovo pronunciamento del TAR. Da un lato invitiamo la Regione a non continuare con assurdi tentativi di superare il dettato normativo rimediando solo brutte figure, dall’altro ribadiamo invece la nostra disponibilità a confrontarci nel merito per giungere a una gestione rispettosa della legge. Come WWF siamo contrari alla caccia, ma essendoci in Italia una legge che la consente, pretendiamo che questa legge sia rispettata e correttamente applicata nell’interesse di tutti i cittadini e non di una piccola minoranza”.


WWF Italia Onlus, Abruzzo
abruzzo@wwf.it

venerdì 13 settembre 2019

Abruzzo: domenica 15 settembre niente caccia

COMUNICATO STAMPA DEL 13 SETTEMBRE 2019

Il Comitato VIA rinvia discussione sul Calendario venatorio 2019/20 per mancanza parere ISPRA

Fino a martedì prossimo l’attività venatoria resta sospesa:  domenica 15 settembre in Abruzzo niente caccia


Ieri, 12 settembre 2019, il WWF Abruzzo è stato ascoltato, insieme ad altre associazioni, nel comitato VIA per la discussione sulla nuova versione del calendario venatorio dopo la sospensione del primo a seguito del ricorso del WWF e della LNDC. I rappresentanti dell’Associazione del Panda hanno avuto modo di esporre le criticità più volte segnalate in queste ultime settimane.

“Il rinvio della discussione sul calendario venatorio”, dichiara Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo, “conferma che l’iter seguito per l’approvazione presenta delle criticità, che abbiamo puntualmente segnalato. La Regione Abruzzo ha pubblicato la proposta di un nuovo calendario venatorio senza però sottoporlo a un nuovo parere ISPRA, organo deputato alla valutazione della sostenibilità dei prelievi venatori disposti dalle Regioni”.

Bene ha fatto il comitato a rimandare la decisione e ad aspettare per esprimersi le indicazioni che arriveranno dall’ISPRA.

Sempre più a ostacoli resta il percorso della chiusura del calendario venatorio, nonostante il tentativo di aggirare, con la pubblicazione della nuova proposta, la sospensiva data dal TAR fino alla discussione del 25 settembre. Il giudizio rinviato del comitato VIA, considerato che quindi non ci può essere l’approvazione del nuovo calendario da parte della Giunta, mantiene ferma ogni attività venatoria almeno fino al prossimo martedì: ciò vuol dire che domenica 15 settembre in Abruzzo non si aprirà la caccia!

Il WWF continuerà a vigilare perché, oltre alla mancanza del parere ISPRA, molte altre erano le criticità sollevate nella nuova proposta di calendario venatorio sia su aspetti procedurali sia su aspetti di gestione e tutela faunistica.


WWF Italia Onlus, Abruzzo

giovedì 12 settembre 2019

Abruzzo. Il WWF: “Errare è umano, perseverare… Sulla caccia la Regione sfida il TAR”

COMUNICATO STAMPA 11 SETTEMBRE 2019

Dopo la sospensiva presentato un nuovo Calendario venatorio per la stagione 2019/2020

Il WWF: “Errare è umano, perseverare… Sulla caccia la Regione sfida il TAR”

Domani il passaggio in VINCA, senza rispettare i termini di legge. Tempi ristrettissimi per presentare osservazioni. Si continua nei fatti a demandare la gestione alla magistratura
 

Una decisa volontà di insistere nell’errore, sia pure apportando qualche correttivo, con l’obiettivo evidente di accontentare quella parte del mondo venatorio interessata solo a premere il grilletto: questa l’impressione che si ricava osservando le scelte della Regione Abruzzo in tema di caccia.

Gli uffici regionali preposti avevano presentato infatti un calendario che non teneva in alcun conto le osservazioni presentate dal WWF e, quel che è peggio, ignorava in buona parte le indicazioni di ISPRA e le stesse sentenze emesse dal TAR negli scorsi anni, a seguito dei continui ricorsi che il WWF e il mondo ambientalista sono stati costretti a presentare.

Ebbene, a seguito del ricorso al TAR del WWF e della LNDC, anche quest’anno il calendario è stato sospeso, in attesa della discussione in Camera di Consiglio fissata per il 25 settembre: l’attività venatoria è quindi ferma, su disposizione del tribunale amministrativo fino alla data della discussione.

La Regione Abruzzo, per tutta risposta, il 5 settembre, ha emanato una seconda proposta di calendario, sottoponendola alla procedura di VINCA e costringendo i nostri attivisti a rincorrere le scadenze per poter presentare le osservazioni. Per inciso: il WWF Abruzzo ha comunque presentato questa mattina osservazioni in critica alla nuova versione.

Una procedura, quella scelta dalla Regione, a nostro avviso non corretta e comunque non rispettosa del ruolo della magistratura e penalizzante anche per gli stessi cacciatori, almeno per quelli che condizionano la loro passione al rispetto della natura e delle leggi. Il testo rinnovato è di fatto condizionato da una futura sentenza del TAR, che deve essere ancora espressa: vengono accolte infatti molte delle indicazioni ISPRA ignorate nella prima versione, ma poi si introducono “allargamenti”, ad esempio nei periodi di caccia consentita, da definire in base all’esito della discussione del TAR.

Non si procede autonomamente con le indicazioni tecniche, ma ci si riserva di farlo solo a seguito di una pronuncia del giudice amministrativo: sarebbe stato più logico confrontarsi prima con tutti i portatori di interesse, non solo con il mondo venatorio, ed evitare l’ennesima battaglia giudiziaria. Che ovviamente non finirà qui: la nuova versione parte già con i crismi della illegittimità non rispettando, ad esempio, i tempi previsti per consentire osservazioni e permettere a tutti i portatori di interesse di partecipare al procedimento della VINCA: sarebbe necessario far decorrere 30 giorni e invece la pubblicazione è del 5 settembre e la discussione del 12!

Attenderemo quindi la pronuncia del Comitato regionale sulla VINCA, ma gli avvocati del WWF sono stati già allertati per eventuali successivi ricorsi. Un vero peccato che la Regione ci costringa a simili scelte spendendo denaro dei cittadini tutti (e non solo dei cacciatori) per difendere scelte bocciate dalla magistratura ormai in decine di sentenze che, stagione dopo stagione, si cerca di ignorare.

Entrando, invece, nel merito delle questioni più faunistiche, è palese che per un paio di specie, il Merlo e la Tortora, l’attività venatoria, se la proposta di calendario verrà confermata, inizierà di fatto prima del 25 settembre, data di discussione del ricorso fino alla quale il giudice aveva sospeso ogni attività. Coturnice e Allodola potrebbero tornare a essere cacciabili, mentre la caccia a Pavoncella e Moriglione è già prevista in difformità con quanto richiesto espressamente dal Ministero dell’Ambiente con la nota n. 16169 del 9 luglio 2019. Anche l’area contigua, in caso di bocciatura del ricorso, tornerà a scomparire dalla regolamentazione dell’attività venatoria della Regione Abruzzo, consentendo di fatto la caccia anche ai non residenti, in contrasto con quanto chiaramente afferma la Legge quadro sulle aree protette (Legge n. 394/91).

Sono tanti insomma i passaggi discutibili dell’iniziativa della Regione, che di fatto creano solo confusione intorno a una materia, quale quella dell’attività venatoria già di per sé abbastanza conflittuale.

Comprendiamo che la giunta regionale insediatasi a ridosso dell’approvazione del nuovo calendario si trovi ad affrontare anche i ritardi e le inadempienze delle giunte precedenti (manca da tanti anni il piano faunistico venatorio, mancano i monitoraggio e i censimenti, non è mai stato istituito l’Osservatorio faunistico) e come WWF ribadiamo la nostra disponibilità a instaurare un confronto a tutto campo sulla gestione faunistica regionale che non si limiti alla gestione venatoria.


WWF Italia Onlus, Abruzzo

lunedì 9 settembre 2019

Caccia in Abruzzo, dopo lo stop riproposto il calendario. Stazione Ornitologica: Regione in confusione

Caccia in Abruzzo, dopo lo stop riproposto il calendario. Stazione Ornitologica: Regione in confusione



“L’Ufficio Caccia della Regione Abruzzo è in totale confusione; un decennio di gestione raffazzonata sta producendo una situazione che dire desolante è poco, con un calendario venatorio fatto a collage, con tanto di tentativi di scorciatoie per eludere i provvedimenti dei giudici amministrativi” così la Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus sull’ennesima versione del calendario venatorio predisposta dagli uffici regionali.

Infatti, dopo la sospensiva del Tar, che dovrebbe rimanere in vigore fino al 25 settembre, giorno della Camera di Consiglio, l’ufficio caccia regionale ripropone oggi per sottoporlo alla Valutazione di Incidenza Ambientale per l’impatto su specie ed habitat protetti a livello comunitario e sui siti della Rete Natura2000, Sic e Zps, un calendario venatorio con apertura il 15 settembre per merlo e tortora senza neanche tener conto che per questa procedura obbligatoria per legge la regione assegna 30 giorni per le osservazioni del pubblico (come è chiarito fin dalla home-page del sito WEB regionale).

Infatti gli uffici della Regione hanno giustamente accolto l’osservazione della SOA sul fatto che ogni volta che viene depositata una variante sostanziale di una proposta di intervento bisogna far ripartire ex novo i termini del procedimento. Nonostante la legge preveda di predisporre il calendario venatorio entro il 15 giugno, l’Ufficio caccia solo a metà luglio ha depositato gli atti per avviare la procedura. Poi li ha modificati una prima volta il 6 agosto. Ora siamo al terzo deposito in un mese e mezzo! Pertanto anche solo per svolgere questa procedura si arriva come minimo al 6 ottobre prima di poterne discutere in comitato V.I.A.. Eppure stranamente quest’ultimo è stato convocato con all’ordine del giorno proprio la discussione sul Calendario il prossimo 12 settembre. Vorranno per caso discutere il provvedimento mentre sono aperti i termini per le osservazioni su di esso?

Inoltre il calendario è costellato di incisi in rosso su eventuali ulteriori futuri provvedimenti del TAR. Infatti da un lato recepisce finalmente le indicazioni dell’ISPRA come avrebbe dovuto fare fin dall’inizio ma dall’altro introduce subordinate continue per estendere i periodi di prelievo, aprire la caccia a specie quali Coturnice e Allodola o consentire il prelievo in aree come foci fluviali e zone umide, qualora su uno o più contenuti dovesse arrivare dal TAR, peraltro solo in sede cautelare e non di decisione di merito che si avrà tra un anno, qualche via libera. Un modo di procedere che la dice lunga su una confusione amministrativa, peraltro reiterata, che alla fine di fatto fa riscrivere il calendario venatorio ai giudici come se fossero dei correttori di bozze. Ci si chiede cosa paghiamo a fare i funzionari regionali dell’ufficio caccia che da anni ormai dipendono dalle decisioni di TAR e Consiglio di Stato.

Tra l’altro il nuovo calendario venatorio mantiene come specie cacciabili Pavoncella e Moriglione per le quali era stato addirittura il Ministero dell’Ambiente a chiederne l’esclusione.

Insomma, riteniamo questo tentativo il punto più basso mai raggiunto negli ultimi anni di gestione venatoria nella regione. Si prova a dare un contentino ad alcune categorie di cacciatori operando con procedure spericolate e definite come “urgenti” degne di miglior causa, neanche se ci trovassimo di fronte alla paventata chiusura di un ospedale.

Auspichiamo che la nuova dirigente del settore metta al più presto ordine riconducendo nell’alveo della regolarità un’attività che ora è nel pieno caos amministrativo.


Fonte: cityrumors.it del 09 settembre 2019

lunedì 2 settembre 2019

Abruzzo. Calendario venatorio sospeso: il WWF diffida la Regione


COMUNICATO STAMPA 2 SETTEMBRE 2019 
 
 
Calendario venatorio sospeso: il WWF diffida la Regione dall’intraprendere ulteriori azioni tese a superare la decisione del TAR Abruzzo

Questa mattina il WWF Italia ha provveduto ad inviare una diffida al Presidente della Regione Abruzzo, alla Giunta regionale e ai Dirigenti regionali di riferimento in merito all’intenzione, anticipata a mezzo stampa dal vicepresidente Imprudente, di adottare un nuovo provvedimento teso a superare la decisione del TAR Abruzzo che ha sospeso l’avvio della stagione venatoria accogliendo il ricorso del WWF Italia e della LNDC Animal Protection.

Gli attuali rappresentanti regionali sono stati diffidati dall’approvare nuovi atti di Giunta e/o effettuare interventi legislativi nelle materie oggetto del calendario venatorio regionale 2019/2020 e del ricorso presentato dalle due associazioni per sovvertire la ratio delle decisioni statuite dal giudice amministrativo che, come è stato riportato nel dispositivo della decisione, mirano a far prevalere l’interesse pubblico generale della conservazione della fauna selvatica.

Nella diffida si ricorda peraltro che non è stato neppure concluso il procedimento in merito alla Valutazione di Incidenza Ambientale del calendario venatorio la cui approvazione, quindi, rappresenterebbe una grave e palese violazione di quanto stabilito dalla direttiva “Habitat” e dalla normativa italiana di recepimento.

“Siamo stati costretti a firmare questo nuovo atto nei confronti della giunta regionale per tutelare l’interesse primario della tutela della natura e, nello specifico, della fauna”, dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia. “Rinnoviamo l’invito al Presidente Marsilio, già formulato in fase di predisposizione del calendario e dopo l’annullamento del TAR, di aprire un tavolo di confronto per arrivare, stante l’attuale legge che consente la caccia in Italia, ad una gestione corretta dell’attività venatoria. Gestione corretta che vuol dire porre al centro la tutela di un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini abruzzesi e non ad una piccola minoranza”.


WWF Italia Onlus, Abruzzo
abruzzo@wwf.it

Caccia. Imprudente: "subito nuovo calendario, poi piano ed osservatorio, basta divisioni"

L'AQUILA - Subito un nuovo calendario della caccia, a strettissimo giro, il piano faunistico-venatorio e l'Osservatorio regionale.

L'assessore al ramo, Emanuele Imprudente, vice presidente della giunta regionale, rilancia dopo lo stop imposto dal Tar al calendario varato dalla giunta il 14 agosto, accogliendo i ricorsi delle associazioni ambientaliste.

"Chi oggi parla, dovrebbe solo tacere - dice Imprudente - La Regione Abruzzo - paga una disattenzione cronica e una mancanza assoluta di programmazione strategica nel settore faunistico-venatorio. Il relativo piano è in regime di prorogatio dal 2007 e non è mai stato attivato l'Osservatorio regionale".

"Questo ha generato una situazione di confusione e schizofrenia: a pagarne le conseguenze sono in primis i cittadini, gli agricoltori, i cacciatori, l'ambiente. La Regione vuole risolvere le contraddizioni e le contrapposizioni, forti, tra i vari elementi di questo sistema".

"Prendiamo atto e rispettiamo la sentenza del Tar - aggiunge l'assessore Imprudente -, ma non la condividiamo. A differenza degli anni passati, il calendario venatorio è stato approvato attraverso una delibera molto corposa, motivata e dettagliata, che ha tenuto conto anche delle osservazioni emerse in precedenza".

"Stiamo lavorando per predisporre un nuovo calendario, che approveremo nei prossimi giorni. Terrà in considerazione le sollecitazioni del Tar, ma certamente avrà l'obiettivo di aprire prima possibile la caccia, in maniera tale da tutelare anche il mondo venatorio che per molto tempo è stato messo da parte, ingiustamente".

"L'obiettivo principale della Regione e del sottoscritto è quello di lavorare per garantire il necessario equilibrio tra le esigenze dei cacciatori e quelle del rispetto dell'ambiente. Una nuova 'armonia' di cui la Regione si farà parte diligente".

"Vogliamo costruire una politica faunistico-venatoria che è sempre mancata in questa regione - continua Imprudente - Si sta calendarizzando in Consiglio la discussione sul piano e nei prossimi mesi costituiremo anche l'Osservatorio che non c'è mai stato. Sono i due elementi che da sempre il Tar evidenzia".

"L'obiettivo - conclude - è tutelare i diritti di tutte le parti in causa, in un'ottica progettuale per costruire certezze anche nei confronti del mondo venatorio ".


Fonte: abruzzoweb.it del 31 agosto 2019