sabato 28 settembre 2013

Chieti. Cinghiali: il Pd si astiene sul programma triennale


Chieti, 27 settembre 2013 - Un piano affrettato nella sua predisposizione che risponde solo alla non più rinviabile esigenza di mettere una pezza a colori ad una situazione resasi insostenibile a causa di quattro lunghi anni di assoluto immobilismo che ha fatto della provincia di Chieti la maglia nera dell’intero Abruzzo a non aver preso alcuna iniziativa per contrastare l’elevato numero di cinghiali nel territorio. Il parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), allegata alla proposta di deliberazione, pur autorevole per la fonte scientifica che l’ha espressa, non ha risolto la necessità di calare un piano decisamente più confacente le necessità e le caratteristiche del nostro territorio. Questa è stata la ragione principale per la quale abbiamo presentato un emendamento al testo della delibera consiliare, bocciato dalla maggioranza, che fissava un attenta verifica di merito dopo il primo anno di applicazione proprio allo scopo di adeguare il piano alle probabili inefficienze che paleserà.

Il nostro voto di astensione è stato motivato in Consiglio e si riassume per le seguenti principali ragioni:

- è stata fatta una concertazione con i portatori d’interesse (associazioni agricole, venatorie ed ambientaliste, Ambiti Territoriali di Caccia) veloce, contraddittoria e senza alcuno spazio a recepire le pur tante sollecitazioni e suggerimenti sono pervenuti;

- non si prodotto un coinvolgimento dei rappresentanti dell’ area adibita a Parco Nazionale della Maiella dove s’annida un alto numero di cinghiali assolutamente non cacciabili;

- un piano che esclude a priori qualsiasi coinvolgimento delle squadre di cinghiali censiti presso la Provincia che però ben conoscono il territorio. La caccia fuori del periodo della stagione prevista dal calendario venatorio è riservata solo ai selecontrollori;

- non è prevista nessuna forma concertativa per combattere seriamente il vergognoso fenomeno del bracconaggio sempre prospero e presente sull’intero territorio;

- - non c’ traccia formale di alcun impegno degli A.T.C. per impegnare risorse finanziarie proprie allo scopo d’incentivare la creazione di aree agricole con “colture a perdere”.

Il pericolo che il piano fallisca è reale e concreto. La fretta risponde solo all’esigenza di “mettersi la medaglietta” di aver fatto qualcosa di fronte alla pubblica opinione ma il rischio che si butti solo negli occhi esiste veramente. Ancora una volta, quest’amministrazione provinciale di centro – destra a guida UdC, corre il pericolo di fare come la famosa gatta che fece i figli ciechi!!!

A cura di Camillo D’Amico, capogruppo P.D. provincia di Chieti

Chieti. Approvato il programma triennale di gestione dei cinghiali

E’ stata approvato ieri, nel corso del Consiglio provinciale, l’intervento programmatico per la gestione del cinghiale messo a punto dalla Provincia di Chieti per affrontare in modo definitivo e determinato la presenza massiccia di questa specie sul territorio, situazione che ha raggiunto livelli allarmanti, causando gravi problemi alle colture e agli allevamenti locali e un crescente numero di sinistri lungo tutte le strade.Ad annunciarlo è il Consigliere provinciale nonchè Presidente della Commissione Agricoltura, Franco Moroni: “La maggioranza è stata assolutamente compatta e ha votato il programma triennale di prelievo consapevole della necessità di garantire una soluzione concreta ed immediata al proliferare incontrollato dei cinghiali, i quali, oltre a creare danni importanti ai nostri agricoltori rappresentano un pericolo per la pubblica incolumità – ed aggiunge – Dall’opposizione mi aspettavo una maggiore condivisione, invece, al momento del voto i più hanno preferito assentarsi sottraendosi dalla responsabilità di adottare un programma che ha ricevuto, tra l’altro, il parere favorevole dell’ISPRA ”.Nel contempo, il Presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, ha dato disposizione al Comandante della Polizia Provinciale di provvedere all’esecuzione delle azioni contenute nell’ambito del programma di gestione in tutte le sue fasi, monitorandone la corretta applicazione. Il Presidente Di Giuseppantonio dichiara: “Spero si sopiscano le polemiche sollevate intorno al problema dei cinghiali. La Provincia si è impegnata nella redazione di due piani di prelievo, uno in emergenza e l’altro di programmazione, imbattendosi in normative farraginose. Da oggi, questa è la cosa davvero importante, la prevenzione dei danni da cinghiale entra nella fase di attuazione vera e propria ed è vincolante durante tutto l’anno: una scelta obbligata che accomuna molte Province italiane in cui la presenza dei cinghiali non è più sostenibile. Un atto di responsabilità nei confronti della cittadinanza e della categoria degli agricoltori ormai esasperati, i quali ci hanno richiesto a più voci di intervenire”.

mercoledì 25 settembre 2013

Chieti. Cinghiali: piano triennale da verificare

Chieti, 25 settembre 2013 - Il Consiglio Provinciale si riunirà, in seconda convocazione, il 26 Settembre p.v. e già la maggioranza di Centro – Destra a guida UdC dà per approvato il piano “triennale” di contenimento del cinghiale. Nel frattempo è convocata la commissione consiliare “Agricoltura, Caccia e Pesca” che dovrà audire le organizzazioni agricole e le associazioni ambientaliste prima della successiva discussione ed approvazione, sempre eventuale, in Consiglio Provinciale. 

Dare per scontato che già tutto è stato approvato rappresenta una dubbia prova di coraggio rispetto al fatto che, la prima seduta consiliare, è saltata per mancanza di numero legale non certo imputabile all’assenza dei consiglieri di Centro – Sinistra presenti nella loro quasi totalità!!!

Probabilmente, la fretta di dare un annuncio “choc” ai cittadini in attesa di qualche segnale concreto, è stata tanto forte da far apparire una decisione ancora d’assumere come già fatta pur di coprire un ritardo incolmabile rispetto a scelte che vedono la provincia di Chieti maglia nera nell’intera regione Abruzzo!!!

La provincia di Chieti per ben quattro lunghi ed interminabili anni non ha fatto nulla sul problema dei cinghiali favorendone il considerevole aumento di numero sull’intero territorio, dei danni prodotti alle produzioni agricole ed alle autovetture e rendendosi complice del vergognoso fenomeno del bracconaggio che, di fatto, ha reso la caccia possibile per l’intero anno solare!!!

Le ragioni sono storiche e note: il dazio elettorale da pagare a quella parte del mondo venatorio che li ha sostenuti alle elezioni regionali del 2008 e provinciali del 2009 ben rappresentato dal consigliere delegato Giovanni Staniscia impermeabile ad ogni suggerimento e/o sollecitazione sia pervenuto da altro mondo cui non è legato.

Nel merito dei contenuti del piano “triennale” faremo conoscere le nostre valutazioni solo dopo le audizioni, la discussione in aula ed alla sua, eventuale, approvazione.

Abbiamo sin qui apprezzato il positivo parere complessivo espresso dall’ISPRA ma non possiamo sottacere che la caccia al cinghiale si farà per l’intero anno certo in maniera controllata ma solo con cacciatori che abbiano particolari attitudini (seleconcontrollo); lamentiamo la totale esclusione di tutti gli altri che, pur facendo parte di squadre censite, siano esclusi dall’azione di contenimento di un territorio che conoscono alla perfezione.

La tristezza è che abbiano perso quattro lunghi anni senza fare niente pur avendo bloccato un piano programmato e condiviso redatto dal Centro – Sinistra cui avevano assunto l’impegno di proporne un altro entro un mese!!!

Non vorremmo che la fase “B” del piano non risulti solo fumo negli occhi per la pubblica opinione, come già avvenuto la parte “A” di natura emergenziale, non avviata tempestivamente perché il personale interno addetto, nel frattempo, prese le ferie!!! 

martedì 24 settembre 2013

Chieti. Emergenza cinghiali, la Provincia si copre di ridicolo

Il delegato alla Caccia, Staniscia, annuncia un programma triennale di prelievi. Intanto il selecontrollo non è mai partito

Emergenza cinghiali: la farsa continua. La Provincia di Chieti annuncia, mediante il solito pomposo comunicato stampa, che ha redatto il programma triennale di gestione dei cinghiali. "La prevenzione dei danni all’agricoltura entra nella fase B", è il proclama degli amministratori provinciali, peccato che la cosiddetta fase A, quella di emergenza che sarebbe dovuta partire in agosto mediante selecontrollo, è rimasta lettera morta, deliberatamente dimenticata o meglio insabbiata.

Sono in corso in questi giorni, spiegano dall'ente chietino, le ultime interlocuzioni con i portatori di interesse coinvolti nella definizione del programma triennale di gestione della popolazione dei cinghiali redatto dalla provincia di Chieti e che verrà approvato nel corso del Consiglio provinciale del prossimo 26 settembre, perfettamente in linea con la tempistica stabilita dall’Ente per l’adozione degli interventi che la legge regionale prevede in materia.

Parlare di tempistica, in questo caso, vista la farsa del selecontrollo, è davvero un'offesa all'intellegenza dei cittadini.

“Stiamo ultimando le audizioni con le associazioni venatorie, le ATC, le associazioni ambientaliste e degli agricoltori. Abbiamo affrontato il problema cinghiali secondo le direttive ben precise, impartite con rigore dal Presidente Di Giuseppantonio. La fase programmatica, detta fase B è pronta, appena approvata in Consiglio diventerà efficace e concretamente risolutiva per la particolare situazione creatasi nella provincia di Chieti a causa della diffusione territoriale del cinghiale in aree intensamente sfruttate dal punto di vista agricolo e talora in aree residenziali - dichiara il Presidente della Commissione Agricoltura Franco Moroni - L’ISPRA (Istituto Superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale) ha espresso parere favorevole sul piano redatto dalla provincia di Chieti, avallando il buon lavoro svolto dal Servizio Caccia e Pesca”.

Il delegato alla Caccia, il consigliere Giovanni Staniscia: “Si entra nella fase di attuazione del programma triennale di prelievo dei cinghiali come soluzione a lungo termine e sotto il coordinamento della Polizia provinciale. Si applica nelle zone vietate alla caccia ed è vincolante durante tutto l’anno. D’altronde il proliferare incontrollato dei cinghiali è un problema serio che pesa sulle casse dell’ente con le tante richieste di risarcimento dei danni alle colture e agli allevamenti. La regione trasferisce annualmente fondi che la provincia deve ripartire tra gli agricoltori: ad esempio nel 2011 a fronte di 452 mila euro di danni quantificati abbiamo ricevuto 121 mila euro di fondi, nel 2012 è andata meglio e abbiamo ricevuto 230 mila euro su 370 mila di danni, in quanto ci siamo fatti carico di richiedere integrazioni aggiuntive. Per i sinistri denunciati sulle strade provinciali, che nel 2012 hanno raggiunto le 77 istanze, non riceviamo risorse”.

Si dice soddisfatto anche il Presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio: “La prevenzione dai danni derivanti dai cinghiali è indispensabile in un momento in cui si fa difficoltà a far fronte alle spese ordinarie, basta affrontarla nell’ambito di una gestione della fauna selvatica che mira all’equilibrio con le tipiche attività agricole e pastorali che caratterizzano il nostro territorio. Per i nostri agricoltori si prospettano le condizioni per arginare seriamente i danni da cinghiali”.

Se la fase B, il programma di prelievo triennale "diventerà efficace e concretamente risolutiva" come la fase A, i cinghiali possono dormire sonni tranquilli.

sabato 21 settembre 2013

L'Aquila. Volpe scuoiata viva e poi uccisa per portarle via la coda, è caccia ai mostri

Volpe uccisa e scuoiiata
Sante Marie. Volpe uccisa e scuoiata per prelevare la coda. Il mostruoso atto di violenza nei confronti di un bellissimo esemplare è avvenuto lungo la strada provinciale che collega Poggetello di Tagliacozzo e il Comune di Sante Marie. Probabilmente la volpe è stata investita, poi qualcuno è sceso dall’auto e ha iniziato l’operazione di prelevamento della coda che è stato messo in atto quando l’animale non era ancora morto, forse in fin di vita, ma ancora vivo. La volpe è stata privata della coda, scuoiata forse per farvi un cimelio o un portachiavi, oppure un oggetto ornamentale da attaccare allo specchietto retrovisore della macchina. L’episodio ha suscitato sdegno e orrore tra la popolazione e tra gli automobilisti che passando hanno notato il raccapricciante spettacolo. Ora è scattata la caccia all’uomo.








giovedì 19 settembre 2013

Vasto. Azienda agrituristico-venatoria "Valle Santa Barbara", revocate le autorizzazioni

CASTIGLIONE MESSER MARINO - Doccia fredda, anzi gelata, per i gestori dell'azienda agrituristico-venatoria "Valle Santa Barbara" di Castiglione Messer Marino.

La Provincia, con un provvedimento firmato dall'ingegner Giancarlo Moca, dirigente del settimo settore, ha revoca l'autorizzazione all'esercizio delle attività venatorie all'interno dell'azienda, anche nelle zone di addestramento cani ricadenti all'interno del perimetro dell'azienda stessa.

Sul documento a firma di Moca, datato 19 settembre, non si fa alcun riferimento alle motivazioni che hanno determinato la revoca delle autorizzazioni. Nel recente passato la nuova gestione dell'azienda è stata al centro delle polemiche per via, pare, di un'errata tabellazione che comportò, di fatto, un'estensione del territorio ricadente all'interno del perimetro dell'azienda. Tradotto significa meno territorio libero per i cacciatori. Dalle prime indiscrezioni circolate sembra che sulla decisione dei dirigenti della Provincia abbiano pesato i numerosi esposti presentati da associazioni venatorie e singoli cacciatori relativi a presunti abusi, tutti ovviamente da verificare, come ad esempio l'attività di prelievo del cinghiale da altana previa pasturazione. E sempre secondo le prime voci circolate pare ci siano stati dei ritardi nel pagamento delle concessioni dovute.

Con molta probabilità i gestori della riserva opporranno ricorso alla revoca autorizzativa, ad oggi però, stando così le cose, tutti i territori dell'azienda venatoria di Castiglione tornano nella disponibilità dell'Atc e dunque sono di libero accesso a tutti i cacciatori.

Un provvedimento, quello appena varato dalla Provincia, salutato con soddisfazione da molti cacciatori di zona. Nei mesi scorsi alcuni appassionati dell'attività venatoria residenti nei centri dell'Alto Vastese raccolsero anche numerose firme contro l'anomala tabellazione operata dai nuovi gestori dell'azienda. 

mercoledì 18 settembre 2013

ATC Avezzano: posticipata l'apertura della caccia alla lepre al 02 ottobre

Avezzano lì, 13/09/2013

PROT. N° 220/2013

COMUNICATO STAMPA

Il Presidente dell’A.T.C. “Avezzano” comunica a tutti gli interessati che la Provincia dell’Aquila, su richiesta motivata dello stesso ATC, ha posticipato l’esercizio dell’attività venatoria alla lepre al 02/10/2013 sull’intero territorio dell’ATC.

In particolare si sottolinea il divieto di caccia alla lepre dal 15.09 al 02.10 per i cacciatori iscritti all’ATC Avezzano, negli AA. TT. CC. regionali in cui la caccia a detta specie è consentita dal 15 settembre p.v..

La disposizione di cui sopra è stata pubblicata sul Calendario Venatorio Provinciale.

Distinti saluti.
Con gentile richiesta di pubblicazione.
Si ringrazia.

AMBITO TERRITORIALE DI CACCIA
A.T.C. AVEZZANO

martedì 17 settembre 2013

Caccia, D'Amico: Per la Provincia di Chieti le lepri partoriscono solo nel Vastese

Dal capogruppo del Pd in Consiglio provinciale, Camillo D'Amico (in basso al centro nella foto, ndr), riceviamo e pubblichiamo.


Scorrendo i contenuti della delibera della Giunta Provinciale n. 235 del 6 Settembre verrebbe da pensare che nei comuni ricadenti nell’Ambito Territoriale di Caccia (A.T.C.) “Vastese” le lepri partoriscono in questo periodo mentre altrove abortiscono o non sono fertili.
Questo emerge perché, nel Vastese, la caccia è stata posticipata al 2 Ottobre p.v., in luogo del 15 Settembre come previsto dal calendario venatorio regionale, mentre nell’A.T.C. “Chietino – Lancianese” non c’è stata medesima decisione.
Tutto questo nonostante il territorio, dal punto di vista venatorio, è fortemente omogeneo.
La norma vigente consente ai Comitati di Gestione degli A.T.C. di avanzare richieste di anticipo e/o posticipo dell’apertura e chiusura della caccia per determinate specie di selvaggina.
Le richieste debbono essere motivate.
La Provincia non può, né deve, subire passivamente senza gli adeguati approfondimenti ed assumere il parere della Consulta della Caccia che rappresenta l’organo tecnico e rappresentativo di tutti i portatori d’interresse del mondo venatorio, agricolo ed ambientalista.
Nel caso della delibera di giunta che ha posticipato l’apertura della caccia alla lepre nel Vastese al 2/10/2013 questo non è avvenuto.
E’ una decisione parziale ed arbitraria che obbedisce alla logica politica adottata in questi anni dal Centro Destra a guida Udc in provincia di Chieti di silente e supina ubbidienza ai prepotenti voleri del Consigliere delegato alla caccia, Giovanni Staniscia, che rappresenta il “deus ex machina” di tutto il mondo venatorio provinciale.
La provincia, ai sensi dei contenuti della L.R. 10/2004, ha poteri di sorveglianza, indirizzo e controllo in materia venatoria non di sudditanza e silente ubbidienza.
Per conoscere motivi e ragioni di questa scelta scellerata ho presentato una puntuale e specifica interrogazione consiliare alla quale troverò risposta in aula al primo Consiglio Provinciale utile.

DI SEGUITO IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE D'AMICO.

Oggetto: INTERROGAZIONE CONSILIARE CON RICHIESTA DI RISPOSTA IN AULA SUL TEMA “POSTICIPO APERTURA CACCIA ALLA LEPRE AL 2/10/2013 – A.T.C. VASTESE”;

Il sottoscritto Consigliere Provinciale

C O N S I D E R A T O che

- con delibera di Giunta n. 235 del 6/9/2013 si è posticipata l’apertura della caccia alla lepre al 2/10/2013 su formale richiesta avanzata dall’Ambito Territoriale di Caccia (A.T.C.) del Vastese;
- ai sensi dei contenuti della L.R. 10/2004 e s.m.i. nonché del calendario venatorio 20013/2014 è delegata alle Province la possibilità di anticipare e/o posticipare, su motivate ragioni, l’apertura della caccia a specifiche specie di selvaggina;
- le ragioni addotte dall’A.T.C. Vastese sono ragionevoli e condivisibili per posticipare l’apertura della caccia alla lepre anche se non suffragate da evidenti e sostenibili questioni scientifiche
A C C L A R A T O che

- la Provincia in materia di caccia esercita una funzione di vigilanza, controllo ed indirizzo;
- la decisione assunta dall’On. Giunta Provinciale è fortemente e visibilmente parziale alla luce del fatto che, solo una parte del territorio (A.T.C. Vastese), è interessato al posticipo dell’apertura della caccia alla lepre pur risultando lo stesso fortemente omogeneo;
- la decisione appare di supina “ubbidienza” alle volontà di terzi che tradisce lo spirito della norma vigente e dell’autorevolezza in capo all’organo di governo;
- la determinazione non è stata suffragata da alcun supporto tecnico della Consulta Provinciale della Caccia;
- la scelta effettuata allarga, di fatto, il periodo della caccia alla lepre di 20 giorni in ragione del fatto della possibilità, concessa dalla norma ai cacciatori, di poter cacciare in entrambi gli A.T.C., su specifica domanda, contravvenendo alle principali ragioni contenute in delibera oggetto del posticipo di apertura nell’ambito Vastese;

in ragione di tutto ciò Interroga la SV I.llma ai fini di conoscere e sapere quanto segue:
- per quale ragione si è adempiuto alla sola richiesta avanzata dall’A.T.C. Vastese;
- per quale motivo medesima decisione non si è prodotta anche per l’omologo A.T.C. Chietino – Lancianese in ragione dell’assoluta omogeneità del territorio;
- se non ritiene, anche tardivamente, di estendere medesima decisione all’A.T.C. Chietino – Lancianese.

Chieti 17/9/2012

lunedì 16 settembre 2013

Pescara, uccise 17 tortore (protette): controllati 150 cacciatori

PESCARA. Nel corso di un servizio di controllo del territorio, effettuato ieri dalla polizia provinciale di Pescara e dalle Guardie Ecologiche Volontarie, in occasione della giornata di apertura della caccia, sono stati identificati 150 cacciatori.
Inoltre e' stato eseguito un sequestro di munizioni abbandonate e tortore abbattute. Il rinvenimento e' avvenuto in localita' Colle Carpini di Loreto Aprutino, in un campo di girasoli.

Le Guardie ecologiche volontarie hanno trovato due cinturoni abbandonati pieni di cartucce (erano 37 munizioni, di calibro 12) e 17 carcasse di tortore dal collare (Streptopelia Decaocto), magnifico esemplare di volatile protetto. Il medico veterinario ha riscontrato l'abbattimento delle tortore per ferite da pallini da caccia per cui si e' proceduto al sequestro ed e' stata inoltrata una comunicazione di reato a carico di ignoti alla Procura della Repubblica di Pescara per abbandono di munizioni e caccia vietata alla specie protetta. «Chi ha ucciso questi volatili», commenta il comandante della polizia provinciale Giulio Honorati, «non e' un cacciatore. I veri cacciatori, che amano e rispettano l'ambiente, osservano le norme e assicurano collaborazione a noi e alle Guardie ecologiche Volontarie, anche segnalando illeciti in materia venatoria» . Il servizio, andato avanti dalle 5 alle 14, ha visto la partecipazione di quattro pattuglie della polizia provinciale, dirette dal comandante Honorati, e tre squadre delle Guardie Ecologiche Volontarie, coordinate da Liliana Febo.

domenica 15 settembre 2013

Calendario venatorio Abruzzo. Le Associazioni non hanno ritirato nessun ricorso. "Febbo non ci capisce niente. E ancora i cacciatori ci cascano, come sempre".

CALENDARIO VENATORIO ABRUZZO, correttamente informiamo che le Associazioni ambientaliste ricorrenti NON HANNO RITIRATO IL RICORSO AL TAR.

L'assessore regionale alla caccia Febbo ha voluto prendersi meriti che non ha, facendo passare come una vittoria il ritiro della richiesta di sospensiva come si legge dai comunicati della Regione.

E ancora i cacciatori ci cascano, come sempre.

E' quindi necessario chiarire come stanno le cose: il calendario venatorio dell'Abruzzo (delibera n. 561 del 29\7\13) presentava delle criticità che andavano impugnate al Tar nel rispetto delle norme vigenti in materia di caccia. Prime tra queste, la preapertura al merlo l'1, il 2 e il 15 settembre in spregio a quanto disposto dall'Ispra, le cui indicazioni devono essere considerate nella redazione dei calendari.

Questo non è avvenuto e, a fronte del ricorso al Tar congiunto dell'Associazione Vittime della caccia, della LAC e di Heart, col quale si chiedeva la sospensiva cautelare del calendario per il merlo in pre-apertura, la Regione ha modificato il calendario conformandolo finalmente al parere ISPRA.

Daniela Casprini, presidente dell'Associazione Vittime della caccia dichiara: "Pertanto, venuta meno la ragione della richiesta di sospensiva cautelare per la preapertura, rimangono in piedi gli altri motivi fondanti del ricorso che abbiamo avanzato. La data della discussione è ancora da fissare ma per i cacciatori abruzzesi la prospettiva non è certo rosea, come non lo è per l'assessore Febbo che ha legittimato un calendario venatorio senza tenere conto dell'istruttoria necessaria su cui si fonda obbligatoriamente ogni calendario venatorio conforme alle norme vigenti, dimostrando, contrariamente a quanto diramato col suo vittorioso comunicato stampa, che di calendari venatori non ci capisce niente, che anzi è bene che non se ne occupi e che dovrà dare parecchie spiegazioni ai suoi elettori cacciatori. L'era degli amministratori incompetenti deve finire, non possiamo sempre rincorrere le loro malefatte." conclude la presidente dell'Associazione vittime della caccia. 

Comunicato stampa Associazione Vittime della caccia, 14.09.2013

Caccia: Febbo, niente sospensiva si parte domenica 15 settembre

Pescara, 12 set. Al termine dell'udienza al Tar dell'Aquila è stata ritirata la richiesta di sospensiva del calendario venatorio 2013/2014 avanzata dalle associazioni LAC, Associazione Vittime della Caccia ed Earth. Lo ha reso noto l'assessore alla Caccia, Mauro Febbo. "Il calendario è attualmente vigente - commenta Febbo - e penso che questa risoluzione debba essere interpretata come il giusto riconoscimento ed apprezzamento dell'attività svolta dall'Assessorato e dalle sue Strutture". "In questi anni - prosegue l'Assessore - il mio impegno è stato costantemente rivolto a raggiungere la migliore sinergia tra pratica venatoria e massima attenzione alla conservazione dell'ambiente, coinvolgendo sia il mondo venatorio che le istituzioni in numerosi progetti, i più importanti supervisionati e coordinati dall'ISPRA. E seguendo queste linee continueremo a lavorare ed impegnarci anche in futuro. Il mio Assessorato, attraverso i propri componenti e funzionari, fortemente motivati e competenti, si è sempre adoperato per costruire una cultura di sostenibilità dell'attività venatoria attraverso una rete collaborativa tra Istituzioni e stakeholder, realizzando incontri tematici e tecnici, anche al fine di perseguire il risultato di una possibile convivenza tra mondi finora ritenuti alternativi, e rispettosa delle diverse esigenze"."Gli obiettivi raggiunti nell'ambito del mio programma - prosegue ancora Febbo - confermano quella che è sempre stata la mia opinione: la coesione del mondo venatorio, unitamente ad una corretta gestione della fauna sul territorio, sono gli ingredienti vincenti per una univoca ed efficiente politica venatoria, nella nostra Regione, anche per il futuro che affronteremo con la solita passione che ci unisce". Il prossimo 15 settembre sarà possibile la caccia a tre delle principali specie venabili: il fagiano, la lepre e la quaglia. Ad ogni modo si raccomanda l'attenta lettura di quanto è stato disposto per queste specie e per altre, con le modifiche apportate al Calendario Venatorio 2013/2014, approvate dalla Giunta regionale il 26 agosto scorso, tutte reperibili sul sito istituzionale dell'ufficio caccia della Regione Abruzzo. 

Fonte: (REGFLASH)US130912


sabato 14 settembre 2013

ATC Vasto. Caccia alla lepre posticipata, protesta l'Enalcaccia

Caccia alla lepre posticipata, protesta l'Enalcaccia
Roberto Lalli: Penalizzati i cacciatori residenti nel Vastese

Caccia, si parte, ma in sordina. Il prelievo della lepre è stato infatti posticipato al 2 ottobre. Il provvedimento, varato dalla Provincia, ha validità per il solo territorio dell’Atc Vastese. Una decisione che sicuramente abbasserà la pressione venatoria sulla lepre, ma che alimenta un vespaio di polemiche.
Ad alzare la voce è Roberto Lalli, dirigente provinciale Enalcaccia e già presidente dell’Atc, che ha inviato una lettera di proteste all’indirizzo del presidente della Provincia.

«Questa decisione penalizza esclusivamente una parte dei cacciatori della Provincia, più precisamente coloro che risiedono nel comprensorio vastese, mentre lascia invariato il numero delle giornate di caccia dei cacciatori residenti nell’ambito Chietino-Lancianese. Una simile iniziativa sarebbe stata giustificata se fosse stata applicata su tutto il territorio provinciale. La semplice affermazione da parte di un Atc di un “sì” o un “no” non costituisce una “istanza motivata” che va supportata da studi e analisi atti a giustificare sotto il profilo tecnico, scientifico e gestionale determinate decisioni. In questo caso, inoltre, mancano anche i requisiti di logicità, ragionevolezza e legittimità. Non mi dilungo sulla logicità e ragionevolezza, queste si commentano da sole e non meritano da parte mia nessun commento. Qualche considerazione desidero farla sulla legittimità. La legge regionale 10 del 28 gennaio 2004 al art. 4 comma 1° dice: “Presso la Provincia è istituita la Consulta della caccia, quale organo tecnico-consultivo della Provincia stessa”.

La Consulta è stata istituita dal legislatore come organo tecnico-consultivo permanente a cui la Provincia deve rivolgersi prima di assumere decisioni che riguardano l’attività venatoria. Altrettanto chiaramente il legislatore ha delineato i compiti degli Atc senza mai attribuire compiti specifici di intervento sul calendario venatorio. La cui spettanza è stata riservata alle associazioni venatorie/agricole/ambientaliste nell’ambito della Consulta provinciale e regionale della caccia. La Consulta va comunque convocata e consultata soprattutto se si tratta di “materia” relativa al calendario venatorio, come nel caso di specie. Il calendario venatorio è stato emanato con delibera di Giunta regionale, pertanto con atto amministrativo che non può mai anteporsi alla legge. Concludo dicendo: Sono desolato, ma non più sorpreso». 

venerdì 13 settembre 2013

Regione Abruzzo - Aree di gestione della lepre Italica - 2013

Regione Abruzzo
Aree di gestione della lepre Italica - 2013
Pubblichiamo le aree di gestione della lepre Italica, valide per l'anno 2013.

AREE “A” - AREA DI DIVIETO DI CACCIA ALLA LEPRE (ZONE DI ACCERTATA PRESENZA DI LEPRE ITALICA)
AREE “B” – Aree sperimentali di prelievo della Lepre europea (Lepus europaeus) in cui è consentito il prelievo della specie previa segnalazione all’ATC, da parte dei cacciatori che esercitano questo tipo di caccia, di ogni capo di lepre abbattuto. Il capo abbattuto dovrà essere esaminato, entro una settimana dal prelievo, dai tecnici dell’ATC o della Provincia formati dall’ISPRA.


Guarda qui la cartografia

Emergenza cinghiali: anche Teramo parte con il selecontrollo, Chieti continua a brancolare

Dal prossimo 14 settembre inizieranno le operazioni di contenimento dei cinghiali secondo le modalità fissate dal Piano provinciale approvato il 21 giugno che prevede, fra le altre cose, l’utilizzo del metodo della girata. Delle squadre faranno parte i selecontrollori formati dalla Provincia, le operazioni saranno controllate dalla Polizia Provinciale e dalle Guardie Volontarie e saranno coordinate e organizzate dagli stessi ATC, Vomano e Salinello, delegati a questo scopo dalla Provincia con specifica delibera di Giunta.E’ quanto accade da decenni nel Nord Italia e quanto accadrà a giorni sul territorio della Provincia di Teramo.

Nel Chietino invece, non si capisce per quale oscura ragione, il piano di emergenza basato sul selecontrollo non parte, a distanza di due mesi dall’approvazione in GIunta della relativa delibera e nonostante le rassicurazioni del presidente Di Giuseppantonio.

Tornando alla Provincia di Teramo, dove evidentemente si punta alla gestione della fauna selvatica a differenza di quanto avviene nella Provincia di Chieti, in un comunicato stampa si legge:“I dati in possesso della Provincia dimostrano un significativo aumento delle richieste di risarcimento danni alle colture a causa dei cinghiali, siamo a più 28% rispetto allo scorso anno, e con la precedente operazione di contenimento non abbiamo raggiunto l’obiettivo del Piano fissato in 526 capi – spiega l’assessore all’attività venatoria, Giuseppe Antonio Di Michele – dal 14 e fino al 30 settembre, quindi, nei Distretti individuati dall’ente, si procederà al contenimento selettivo della specie così come sollecitato dalle associazioni di categoria che nell’ultima riunione che si è svolta in Prefettura, il 25 giugno, sono tornati a rappresentare le problematiche causate dalla proliferazione degli ungulati. 

Questi dati, unitamente al taglio delle risorse messe a disposizione dalla Regione Abruzzo per i risarcimenti, mette in ginocchio le imprese agricole”.In questi anni, la Provincia, ha formato 360 cacciatori di selezione proprio allo scopo di dotarsi di operatori adeguati allo svolgimento di prelievi mirati.Il presidente dell’Atc Vomano, Franco Porrini, e quello del Salinello, Francesco Sabino, hanno espresso la loro totale condivisione con l’iniziativa e con le modalità fissate dall’ente e hanno fatto rilevare che queste: “sono state condivise al tavolo degli ambiti di caccia nel quale siedono tutti i portatori di interesse: le associazioni venatorie, le associazioni degli agricoltori e quelle degli ambientalisti”.

Negli uffici della Provincia di Chieti ci sono cataste di domande inevase per il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica e dai cinghiali in particolare. Ma per chi amministra l’ente tutto ciò non è ancora sufficiente a dare finalmente il via libera a prelievi mirati mediante l’utilizzo dei selecontrollori.

ATC Vastese: posticipata l'apertura della caccia alla lepre al 02 ottobre

Provincia di Chieti


Delibera di Giunta n.235 del 06/09/2013


L.R.N.10/2004.CALENDARIO VENATORIO 2013/2014. POSTICIPO APERTURA CACCIA ALLA LEPRE AL 02/10/2013-ATC VASTESE


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lunedì 2 settembre 2013

Pescara. Cacciatori pronti al fuoco. Sanzioni amministrative per "doppiette" ed abbigliamento non regolamentare

Decine di controlli sul territorio. Sanzioni amministrative per "doppiette" ed abbigliamento non regolamentare

STAGIONE DELLA CACCIA AL VIA: CACCIATORI PRONTI AL FUOCO. Sia ieri che oggi la Polizia Provinciale di Pescara e le Guardie Ecologiche Volontarie hanno svolto un servizio di controllo del territorio finalizzato al rispetto delle prescrizioni dell’attività venatoria in preapertura per le specie volatili (tortora, gazza, cornacchia grigia, merlo e ghiandaia). Le pattuglie della Polizia provinciale, dirette dal comandante, Giulio Honorati, con le squadre GEV, organizzate dalla coordinatrice Liliana Febbo, sono entrate in azione a fini preventivi, di segnalazione, di informazione, di accertamento e di repressione, aumentando così la deterrenza alle eventuali violazioni delle norme in materia di caccia, nonché per contrastare fenomeni di degrado e di pericolo per il territorio.

CONTESTAZIONI E SANZIONI. Decine di cacciatori sono stati oggetto di controllo e si è proceduto, nella giornata di ieri, a contestare tre violazioni di carattere amministrativo, in particolar modo per attività venatoria effettuata in mancanza di abbigliamento ad alta visibilità, ai fini della sicurezza per l’uso delle armi da fuoco. Un servizio è in corso anche stamani, in zona Villa Raspa.

domenica 1 settembre 2013

Si riapre la caccia. Il Wwf «impallina» Febbo

PESCARA A partire da questa mattina, in Abruzzo, scatta la pre-apertura della stagione venatoria, che consentirà agli appassionati di dedicarsi alla caccia alla tortora, al merlo, alla cornacchia grigia e alla gazza. Solo a metà settembre e ai primi di ottobre, invece, ci sarà il via libera per le altre specie cacciabili. Le associazioni ambientaliste non ci stanno. «La caccia riapre in quasi tutta Italia il primo settembre, nonostante la Legge 157/92 preveda l’apertura ordinaria la terza domenica di settembre - attacca Dante Caserta, presidente nazionale del Wwf - Non è tollerabile, anche perché la cosiddetta pre-apertura impatta principalmente sulla tortora, una specie che a livello europeo è in stato di conservazione sfavorevole, risultando in costante declino numerico e che in questo periodo è nella fase di nidificazione». Quindi l'affondo contro la Regione: «L'Abruzzo si segnala perché aprirà in anticipo, pur in assenza dell’obbligatorio Piano Faunistico Venatorio, che in base alla legge risulta determinante per iniziare a valutare la possibilità di una pre-apertura. E questo - sottolinea l'esponente del Wwf - nonostante abbia perso 5 ricorsi al Tar negli ultimi 5 anni, oltre a un ricorso al Consiglio di Stato e a due ricorsi alla Corte Costituzionale». L'assessore regionale alla Caccia, Mauro Febbo, replica a muso duro: «Ormai gli ambientalisti non sanno più a cosa attaccarsi, visto che la Regione quest'anno ha approvato un calendario venatorio tra i più conservativi. La pre-apertura ha avuto il parere favorevole dell'Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che per tutte le specie cacciabili, prive di un buono stato di conservazione in Europa, si è espressa affermando che quanto riportato nel calendario venatorio è in linea con le direttive della Comunità Europea». Rinviati al mittente anche gli attacchi sul piano della legalità. «Le associazioni ambientaliste continuano a non dire la verità - afferma Febbo - Emblematico il caso del ricorso contro il calendario venatorio 2011-2012, che ha visto scattare la censura del Tar soltanto per 2 dei 9 punti trattati». Il Wwf, nel frattempo, ha lanciato una campagna nazionale, invitando i cittadini a bombardare di e-mail gli indirizzi di posta elettronica del presidente del Consiglio, Enrico Letta e del ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, per chiedere di combattere la caccia selvaggia.
S.B.

Abruzzo. Modificato il calendario venatorio regionale 2013/2014

Si comunica che con Delibera di Giunta Regionale n. 614 del 26/08/2013 sono state approvate alcune modifiche/integrazioni al calendario Venatorio Regionale per la stagione venatoria 2013/2014; dette modifche sono comprensiva delle indicazioni derivanti dal parere V.I.N.C.A. n. 2270 del 01/08/2013. Per effetto della sopra citata DGR 614/2013, pubblichiamo il Calendario Venatorio Regionale 2013/2014 come modificato. La cartografia allegata al Calendario , che non riguarda il periodo di pre-apertura alla caccia, sarà pubblicata, su questo sitoin data lundì 2 Settembre 2013. Le modifiche al Calendario Venatorio sono evidenziate in rosso. Pubblicato in data: 30 Agosto 2013.