venerdì 30 agosto 2013

Caccia, WWF: "Preapertura è ormai la regola. Abruzzo e molte altre regioni sono fuori legge"

"Abruzzo apre in assenza del Piano Faunistico Venatorio"


"Il primo settembre inizia la mattanza delle Tortore e di altre 13 specie in 16 regioni, milioni di uccelli di specie in declino in Europa saranno abbattuti in pochi giorni, maglia nera a Umbria Marche e Abruzzo".

"La caccia riapre in quasi tutta Italia il primo settembre, nonostante la Legge 157/92 preveda l’aperturaordinaria la terza domenica di settembre, che quest'anno cade il 15.

Dante Caserta, Presidente WWF Italia ha dichiarato: “Purtroppo la gestione venatoria in Italia continua ad essere in balia dell'estremismo venatorio e delle armi e di amministratori compiacenti a cui non importa della sopravvivenza delle loro stesse prede oltre che delle norme comunitarie che le tutelano.”

Considerando che i cacciatori sono circa 750.000, in Italia sarebbe possibile teoricamente abbattere legalmente 15 milioni di tortore, che è la stima di tutta la popolazione europea! Le norme consentono in casi limitati e specifici, in presenza di condizioni favorevoli, un anticipo.

A guardare i calendari venatori delle regioni sembrerebbe che la fauna goda di ottima salute, visto che in ben 16 regioni ci sarà l’anticipo, che riguarderà complessivamente 14 specie. In realtà la cosiddetta preapertura impatta principalmente su una specie, la Tortora, che a livello europeo è in stato di conservazione sfavorevole perché in costante declino numerico e che in questo periodo è ancora nella fase di nidificazione, come dimostrano diversi studi realizzati in area mediterranea e anche il ritrovamento di un pulcino portato al centro recupero animali selvatici di Rimini in questi giorni.

Inoltre alcune regioni (Puglia, Calabria, Friuli, Campania*) hanno previsto la preapertura su un’altra specie migratrice in declino, la Quaglia, con il parere sfavorevole dell’ISPRA. Lo scopo finale del WWF è fermare e far regredire il degrado dell’ambiente naturale del nostro pianeta e contribuire a costruire un futuro in cui l’umanità possa vivere in armonia con la natura.

La “maglia nera” delle regioni, riottose alle norme comunitarie e addirittura a provvedimenti della giustizia amministrativa, incuranti delle plurime condanne che hanno umiliato il nostro paese davanti alla Corte di Giustizia Europea spetta a due regioni, l’Umbria, che apre a ben 9 specie, e le Marche, in cui si potrà sparare a 8 specie, in entrambi i casi con il parere sfavorevole dell'ISPRA su diverse di queste.

Ad esempio, il Colombaccio verrà cacciato in pieno periodo riproduttivo in aperto contrasto con la direttiva comunitaria 147/2009/CE!

La Regione Abruzzo si segnala perché aprirà in anticipo pur in assenza dell’obbligatorio Piano Faunistico Venatorio, determinante in base alla legge per iniziare a valutare la possibilità di una preapertura: e questo, nonostante abbia perso 5 ricorsi al TAR negli ultimi 5 anni, oltre a un ricorso al Consiglio di Stato e a due ricorsi alla Corte Costituzionale!

In quest’ultimo caso il WWF sta valutando un esposto alla Magistratura ordinaria per inottemperanza rispetto a provvedimenti giudiziari, visto che l’ennesimo ricorso al TAR pare ormai senza prospettive di provocare un reale cambiamento.

Sulla Tortora, su cui si concentrerà un’incredibile potenza di fuoco, visto che tutte le preaperture riguardano questa specie, ciò avverrà con l’avallo dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Il WWF ha scritto una circostanziata nota ai Ministeri competenti ed alla Direzione Generale dell’ISPRA in cui richiamiamo gli obblighi dello Stato Italiano per la corretta applicazione della Direttiva Comunitaria 147/2009/CE “Uccelli”, visto che l’ISPRA ha concesso parere favorevole su questa specie nonostante dichiari di non sapere quanti individui vengono uccisi ogni anno e manchi un Piano di Gestione Nazionale sulla Tortora.

La raccolta preventiva di queste ed altre informazioni sulla dinamica della popolazione sono obbligatorie secondo il Piano di Gestione europeo che è stato redatto già nel 2007 e che prevedeva anche l’obbligo di attuare azioni di miglioramento ambientale che non sono state fatte. Inoltre, le tortore presenti in questo periodo in Italia provengono in larga parte da popolazioni dell’Europa centrale che sono in declino. Pur ammettendo l’assenza di dati e che “in teoria” per le specie in declino bisognerebbe sospendere l’attività venatoria, l’ISPRA applica un suo singolare “principio di precauzione” concedendo non solo la possibilità di anticipare il periodo di caccia, ma anche di abbattere fino a 20 individui nella stagione per cacciatore. Tutto ciò senza considerare la piaga del bracconaggio, che incide pesantemente sulla fauna.

Tra l’altro alcune regioni vanno ben oltre, aprendo in anticipo su altre specie in declino, secondo i dati dello stesso ISPRA, come la Marzaiola, il Beccaccino, e, come detto, la Quaglia, o aumentando i giorni di preapertura, con il parere sfavorevole dell’ISPRA. Toscana e Lazio si sono contraddistinte per aver assunto provvedimenti per la preapertura in questi giorni, quando la legge prescrive espressamente che il Calendario venatorio deve essere varato entro il 15 giugno. Una condotta che inibisce la possibilità per le associazioni di presentare ricorsi chepossano avere efficacia in quanto arriverebbero a fatto compiuto, un comportamento in contrasto con ogni principio di buon andamento della pubblica amministrazione e del rapporto cittadini-istituzioni. In Campania, dove il WWF è riuscito in extremis ad intervenire, il TAR ha infatti sospeso l’apertura anticipata.

Anche in questa regione però, come in Abruzzo, nonostante numerosi annullamenti da parte del Giudice amministrativo a seguito di ricorsi del WWF negli anni precedenti , riguardanti i calendari venatori ed i piani faunistici, la regione continua ad approvare atti che violano pesantemente le leggi nazionali e quelle europee a tutela della Fauna selvatica e degli habitat naturali: l’ultima notizia negativa è del 28 agosto in cui il Consiglio regionale ha approvato una complessa modifica della legge regionale sulla caccia, peraltro già modificata proprio un anno fa (Legge 26 del 9.8.2012), in cui si aumentano illegittimamente e senza limiti tempi, luoghi modi di caccia.

Il WWF farà richiesta al Governo nazionale per impugnare la nuova legge campana dinanzi alla Corte Costituzionale, così come ha già fatto ed ottenuto recentemente in Piemonte (legge n. 11 del 5/6/2913), in Abruzzo, e molte altre regioni negli ultimi anni. La Corte ha ormai decine di volte ribadito che la disciplina della caccia appartiene alla potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema (lettera s), comma 2 dell'art. 117, Cost.), e che le regioni, nell’esercizio della loro potestà legislativa residuale in materia, possono modificare la disciplina statale esclusivamente nella direzione dell’innalzamento del livello di tutela (cfr., da ultimo, Corte cost, 12 dicembre 2012, n. 278).

Il WWF continuerà a vigilare con decine di avvocati e centinaia di guardie volontarie, anche ricorrendo ai tribunali italiani ed europei. Ma tutti possono fare qualcosa, da oggi infatti sui social network partono gli appelli al presidente Letta e al Ministro dell’Ambiente Orlando per dire NO a caccia selvaggia e chiedere alle Istituzioni ed ai cacciatori il rispetto delle leggi italiane ed europee per la tutela della fauna selvatica e della natura, ricordando loro che è un dovere ed un obbligo verso l’Europa e la comunità internazionale".

Fonte: abruzzo24ore.tv del 30 agosto 2013

martedì 27 agosto 2013

Delibera sopprimi-cinghiali della Provincia di Chieti. Il WWF: inutile ed inapplicabile, per la legge prioritaria la prevenzione del danno

COMUNICATO STAMPA DEL 27 AGOSTO 2013

Delibera sopprimi-cinghiali della Provincia di Chieti. Il WWF: inutile ed inapplicabile, per la legge è prioritaria la prevenzione del danno

CHIETI - Il WWF interviene sulla questione della corretta gestione della popolazione di cinghiali in provincia di Chieti dopo le polemiche avvenute in questi giorni.

Con Delibera di Giunta n. 218 del 26/07/13 la Provincia di Chieti ha approvato il “Programma di gestione della popolazione di cinghiale per la prevenzione dei danni all’agricoltura e alla zootecnia. Il Programma consta di due distinte fasi. La fase A detta di emergenza che prevede l’abbattimento dei cinghiali a seguito di segnalazioni che perverranno ai Comuni e la fase B che prevede una programmazione triennale degli interventi.

Nei fatti, già dai prossimi giorni si dovrebbero aggirare, anche nei dintorni dei centri abitati, i “selecontrollori” ossia cacciatori armati di carabina che potranno sparare tutti i giorni della settimana, anche di notte sino alle ore 24 ed al mattino un'ora prima del sorgere del sole neanche fossimo in guerra!

L’Associazione WWF Chieti e quella WWF Zona Frentana e Costa Teatina, in un documento congiunto appena inviato a diversi enti tra i quali Provincia, Prefetto, Regione Abruzzo e Corpo Forestale dello Stato, hanno evidenziato una serie di carenze che rendono secondo gli ambientalisti semplicemente inapplicabile la Delibera della Provincia di Chieti, approvata, tra l’altro, in violazione delle normative sulla trasparenza e sulla partecipazione dei cittadini.

Ecco alcuni punti contestati dal WWF:

La mancata pianificazione faunistico-venatoria
La normativa prevede che la pianificazione faunistico-venatoria sia elemento fondamentale per poter avviare gli interventi sul territorio. Ebbene, la Provincia di Chieti si distingue da diversi anni per la sua assoluta immobilità in merito alla pianificazione. Ecco l’elenco delle carenze più evidenti:

- Il Piano Faunistico Venatorio Provinciale di Chieti è scaduto nel 2008;

- La Provincia di Chieti è ancora priva di un regolamento provinciale per la caccia al cinghiale;

- La Provincia di Chieti è priva di stime sulla popolazione del cinghiale del proprio territorio;

- La Provincia di Chieti non ha mai adottato misure per la prevenzione del danno, 

- La Provincia di Chieti è l’unica provincia abruzzese che non si è ancora dotata di una carta della distribuzione dei danni causati dal cinghiale sul territorio e della loro entità. 

Non è possibile avviare un intervento sulla popolazione di cinghiale senza conoscere l’entità della popolazione, la sua suddivisione in classi di sesso e di età, senza conoscere il reale impatto della specie su altre specie animali e vegetali, sulle attività umane e sull’”ambiente” in generale.

Con un’approssimazione stile Provincia di Chieti si rischia anzi di aumentare il numero di cinghiali a causa della cosiddetta “destrutturazione” della popolazione, un fenomeno autorevolmente rilevato dall’ISPRA e nel Chietino oramai già evidente per colpa della caccia e del bracconaggio. 


I metodi ecologici
L’art. 19, comma 2, della L. 157/92 (cosiddetta legge quadro sulla caccia) prevede che il controllo diretto delle popolazioni possa essere attuato soltanto dopo che i metodi ecologici siano risultati inefficaci. Quali sono i metodi ecologici utilizzati in questi anni dalla Provincia di Chieti e quali studi provano la loro inefficacia sul territorio su parere dell’ISPRA come previsto dalla normativa? Se esistente, perché non viene resa pubblica tale documentazione? 


La prevenzione di incidenti e danni in agricoltura
La prevenzione del danno da fauna selvatica rappresenta una fase fondamentale nella gestione della popolazione del cinghiale. Alle Associazioni scriventi non risultano atti o documentazione della Provincia di Chieti che evidenzino progetti realizzati sulla prevenzione del danno. 

In merito alla sicurezza stradale quali iniziative sono state intraprese dalla Provincia di Chieti, anche solo a titolo sperimentale, nelle strade di propria competenza per ridurre i rischi di incidenti automobilistici dovuti all’attraversamento della fauna selvatica?

Basta andare sul sito www.wildlifecollisions.ca per scoprire le innumerevoli tecniche già disponibili per diminuire il rischio di incidenti stradali che coinvolgono animali selvatici, alcune delle quali già adottate da altri enti in Abruzzo (guarda caso dalle vituperate, per alcuni esponenti della maggioranza in Provincia, aree protette).

Quali misure (recinti fissi, recinti elettrificati, colture a perdere, ecc) sono state adottate dalla Provincia di Chieti in merito alla riduzione del danno in agricoltura così come previsto dalla L. 157/92 e dalle Linee guida per la gestione del cinghiale dell’ISPRA? 

Un caso emblematico: il Bando della misura del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) n. 216 prevedeva da parte della Regione Abruzzo l’accollamento dell’80% dei costi relativi all’acquisto di recinzioni fisse e/o elettrificate per la riduzione del danno da fauna selvatica. Il fallimento di questo bando ha comportato un avanzo di spesa (soldi non impiegati) di oltre 1,5 milioni di euro in buona parte dovuto all’inerzia della Provincia di Chieti dalla quale risulterebbero pervenute solo 4 domande per l’acquisto di recinzioni elettrificate.


La sicurezza pubblica
La gittata massima delle carabine utilizzate per la caccia al cinghiale è stimabile fin oltre i 1.000 metri. Chiunque si troverà entro i 1.000 metri nella traiettoria del fucile potrà essere colpito. Ricordiamo che nella fase A dell’intervento si potrà sparare anche di notte e tutti i giorni. Ricordiamo anche il tristemente alto numero di incidenti che ogni anno caratterizzano la stagione venatoria, potenzialmente aggravato dal previsto uso di armi capaci di colpire a grande distanza. Sottolineiamo in proposito che la normativa sulla caccia, per sacrosanti motivi di sicurezza, vieta di sparare in direzione di immobili, abitazioni, vie di comunicazioni a meno di una volta e mezzo la gittata massima delle carabine, ossia circa 1500 metri. Questa norma dovrà essere applicata diligentemente e quindi non si potrà sparare!

La Delibera sopprimi-cinghiali ha lo scopo di nascondere le gravissime carenze in materia di gestione faunistico-venatoria della Provincia di Chieti. Si tenta di giustificare un intervento, pur nella consapevolezza che, a queste condizioni, si palesa un sicuro insuccesso. Un Ufficio Caccia ed un Assessorato Caccia di fatto inesistenti da diversi anni che faranno ora pagare ai cinghiali e ai cittadini il prezzo della loro inefficienza. 

Per concludere, riteniamo immorale affidare ai cacciatori “selecontrollori” l’abbattimento dei cinghiali alla luce delle responsabilità dell’espansione della specie attribuibili ai cacciatori stessi e alle amministrazioni filo-venatorie. Già nel 2001 l’autorevole ex Istituto della Fauna Selvatica (INFS), ora ISPRA, affermava: “le immissioni a scopo venatorio, hanno sicuramente giocato un ruolo fondamentale nel creare la situazione di espansione e crescita delle popolazioni di cinghiale”.


Nicoletta Di Francesco
Presidente Associazione
WWF Chieti

Ines Palena
Presidente Associazione 
WWF Zona Frentana e Costa Teatina






lunedì 26 agosto 2013

Chieti. Cinghiali devastatori ma nessun Comune ha chiesto interventi

Colture distrutte, cani uccisi e pericoli per la viabilità La Provincia delibera interventi, provvedimento ignorato


LANCIANO. E' una convivenza sempre più difficile quella con i cinghiali in città e nelle contrade. Gli animali selvatici hanno praticamente colonizzato tutti gli anfratti e le zone limitrofe del territorio comunale arrivando a spingersi vicinissimi al centro abitato.

L'allarme arriva ad esempio dal quartiere Santa Rita dove non è raro incrociare piccoli gruppi di cinghiali con cucciolata al seguito nelle zone impervie e a fitta vegetazione che costeggiano e circondano il quartiere. Da Santa Rita gli ungulati hanno colonizzato una zona sotto il quartiere dell'Iconicella e tra il depuratore e Villa Martelli fino ad arrivare in località Villa Stanazzo. Si calcola che in quel perimetro possa risiedere almeno un centinaio di esemplari. I cinghiali si sono spinti molto vicini anche al Canile comunale che tuttavia, non ha segnalato problemi con gli ospiti a 4 zampe della struttura. «Probabilmente», spiegano un responsabile del canili, «i cinghiali sono spaventati dalla presenza di numerosi cani e girano alla larga, ma capita ormai sempre più spesso di notare gruppi di cinghiali in cerca di cibo o di acqua».

Il problema si sta aggravando ormai da un paio d'anni. I cinghiali, data la presenza di numerosi corsi d'acqua, vegetazione e cibo (campi coltivati, orti, immondizia, vigneti), hanno trovato da qualche tempo il loro habitat naturale in zone di difficilissimo accesso sia per gli organi di protezione che per i cani dei cacciatori. Spesso i segugi vengono addirittura trovati morti a causa di attacchi in terreni impervi molto disagevoli per i cani, ma perfetti per le abitudini dei cinghiali. A patire le conseguenze più gravi di questa situazione sono gli automobilisti e i contadini. I primi rischiano seri incidenti d'auto, i secondi trovano ogni genere di coltura letteralmente distrutta dalla furia e dalla voracità degli animali selvatici. Anche nelle contrade il problema è quanto mai evidente. I contadini raccontano che oltre alla rovina dei campi di granturco, di cui i cinghiali sono ghiotti, vengono presi di mira anche i grappoli d'uva. Di notte strade come la provinciale per Orsogna o la statale 84 per San Vito, sono particolarmente pericolose. La recente delibera 218 della Provincia ha tentato di arginare il problema con interventi sui posti interessati dal problema e abbattimenti selettivi. Tuttavia, come spiegano dall'ente, finora nessun comune ha presentato richiesta formale di intervento così come specificato nel provvedimento provinciale.
Daria De Laurentiis

domenica 25 agosto 2013

Chieti. Emergenza cinghiali: Di Giuseppantonio invita i Sindaci a segnalare la presenza degli ungulati

CHIETI. “Abbiamo adottato in Giunta, con la delibera n. 218 del 26 luglio scorso, un piano di prelievo in emergenza dei cinghiali immediatamente operativo e ci apprestiamo ad approvare in Consiglio provinciale il programma triennale per il controllo dei cinghiali” dichiara il Presidente Enrico Di Giuseppantonio – “ Non è un mero annuncio politico, bensì è una risposta ponderata alla presenza eccessiva dei cinghiali sul territorio provinciale che va necessariamente arginata, considerati i gravi danni che gli ungulati arrecano alle colture e agli allevamenti oltre agli incidenti che causano sulle strade”.

Il Presidente Di Giuseppantonio interviene in risposta alle critiche propagandistiche ed infondate sollevate da taluni esponenti politici dell’opposizione che attaccano l’operato dell’Amministrazione provinciale, accusata di essere inadempiente, ironizzando sulle ferie del personale tra l’altro legittime, o additando di inefficacia i contenuti della delibera. “Una polemica inutile si è innescata quotidianamente sui giornali con l’unico effetto di sottovalutare l’impegno dell’Ente nel risolvere un problema complesso ed in particolare del Settore Caccia che ha lavorato alacremente per affinare la procedura, anche a discapito delle ferie”.

“E’ bene sgombrare il campo dagli equivoci alimentati finora: non corrisponde al vero che la delibera non è stata ufficialmente comunicata ai Comuni dalla Provincia. Ricordo tra l’altro che stiamo parlando di un atto pubblico e come tale pubblicato sul sito istituzionale dell’Ente a cui tutti possono accedere. Non solo, attraverso una conferenza stampa abbiamo spiegato i punti salienti della delibera di Giunta e la rete operativa predisposta per intervenire in situ, coordinata dalla Polizia Provinciale. Ha fatto seguito una nota esplicativa trasmessa via pec, ovvero con posta elettronica certificata lo scorso 14 agosto, con la quale sono stati edotti Sindaci, Prefetto, ATC, associazioni di agricoltori, Polizia provinciale e Corpo Forestale dello Stato, della delibera e di tutte le informazioni utili all’attivazione corretta del prelievo in emergenza e sono stati persino forniti modelli da compilare in modo da agevolare le proposte di intervento.”

Precisa il Presidente Di Giuseppantonio: “Le richieste, infatti, per essere prese in considerazione devono essere circoscritte e chiare, in modo da consentire l’abbattimento mirato dei cinghiali e in assoluta sicurezza: il selecontrollo ha regole e modalità precise da rispettare stabilite dal regolamento Ispra, sia chiaro che non è una battuta di caccia indiscriminata come qualcuno vuole far intendere e, tra l’altro, non è neanche antieconomica perché l’Ente si avvale delle guardie venatorie volontarie, appositamente addestrate, per effettuare il prelievo. Inoltre, le ragioni dell’intervento sono legate esclusivamente alla tutela dell’agricoltura e dell’allevamento, diversamente, come in caso di pericolo all’incolumità pubblica, la competenza passa alla prefetture”.

venerdì 23 agosto 2013

Omicidio Bellante (TE), è bastato un colpo con il fucile da caccia a pallettoni ad uccidere Felicia

Un solo colpo esploso dal fucile a pallettoni e' stato sufficiente ad uccidere Felicia Mateo, la 49enne dominicana, ammazzata da Mario Ciabattoni ieri mattina, nel piazzale antistante il condominio di via Guido Rossa a Bellante (Teramo). Lo ha rivelato l'autopsia conclusasi poco fa all'obitorio dell'ospedale di Teramo, dal medico legale Giuseppe Sciarra. Il proiettile, di quelli utilizzati per l'abbattimento dei cinghiali, ha perforato la spalla destra della donna raggiungendo cuore, polmoni e fegato fino al seno. La 49enne e' morta sul colpo, davanti agli occhi terrorizzati delle figlie che erano scese con lei dall'auto poco prima che la donna venisse freddata. L'interrogatorio di garanzia si svolgera' fra domani e sabato, quando con ogni probabilita', viste le condizioni di salute e l'eta' dell'uomo, il legale di fiducia chiedera' i domiciliari. Mario Ciabattoni agli investigatori ha raccontato gli anni di sopportazione per quelle molestie (rumori e dispetti di ogni tipo) che l'inquilina le procurava a tutte le ore. L'ultimo alterco lo aveva avuto poche ore prima del delitto. Stanco di subire, ha impugnato il fucile e dalla finestra del bagno ha sparato non appena l'ha vista rientrare.

martedì 13 agosto 2013

Provincia di Chieti, D'Amico sui delibera emergenza cinghiali: 'Non deve essere solo fumo negli occhi dei cittadini'

Chieti. "La delibera di giunta n. 218 del 26 luglio scorso è solo una parziale quanto tardiva risposta all’annoso e mai affrontato problema dell’alto numero di cinghiali sono presenti nell’intero territorio provinciale".


Lo dice in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D'Amico, che aggiunge: "La 'macchia' di essere stati ultimi tra le province Abruzzesi nel prendere qualche decisione, ancora tutta da verificare nella sua efficacia, non è affatto cancellata ed il sospetto che sia solo fumo negli occhi dei tanti cittadini ed agricoltori esasperati da tanta insipienza è più che fondato. Alla rituale conferenza stampa autocelebrativa del presidente Enrico Di Giuseppantonio & soci non è seguito nulla se non la notizia, triste e sconsolante, che il calendario delle scadenze contenute nella delibera di giunta non s’avvia perché il personale provinciale addetto è in ferie! Noi non neghiamo il diritto al riposo a nessuno; anzi lo sollecitiamo perché, alla ripresa lavorativa, ognuno dia il meglio di se ma sorge un legittimo sospetto: ma tardare nell’avvio concreto visto che, ormai, l’apertura della stagione venatoria è alle porte e la mattanza è certa che il tutto veramente sia avvenuto solo per buttare fumo negli occhi alla gente, fare qualche bella assemblea pubblica dal sapore squisitamente elettorale e propagandistico, come è avvenuto di recente a Tornareccio, ma tardare nel concreto avvio.

Ormai l’apertura della stagione venatoria è alle porte (inizi di settembre prossimo) e la mattanza è certa ed assicurata per tutti così, per un po’ di tempo, la questione passa nel silenzio tombale di sempre. 
Nel frattempo i cinghiali pascolano ancora numerosi ed indisturbati producendo danni alle colture agricole, generando pericoli per gli automobilisti e per l’incolumità delle persone, i 'soliti' bracconieri cacciano e commercializzano carne indisturbati senza alcun controllo sanitario, la 'politica' va in ferie ed il problema permane. L’Atc 'Vastese' ha fatto un corso per i 'selecontrollori' che si aggiungono a chi già aveva la qualifica, i Sindaci non producono le motivate ordinanze per la verifica numerica e gli eventuali successivi abbattimenti nella aree e riserve regionali, l’amministrazione provinciale spera che arrivi presto l’apertura della stagione venatoria così da far sottacere sul problema la pubblica opinione. Tutto questo nel mentre aspettiamo ancora la prima convocazione della commissione consiliare 'Agricoltura, Caccia e Pesca' che dovrà esaminare il piano triennale di contenimento della specie cinghiale che, così il consigliere delegato Giovanni Staniscia aveva assicurato, voteremo già dai primi di settembre. Visto il quadro generale bisognerebbe chiedergli di quale anno?".

martedì 6 agosto 2013

Chieti: problema cinghiali la Provincia emana un decreto

La Giunta Giuseppantonio emana una delibera per cercare di far fronte ai danni effettuati dai cinghiali. Molte devastazioni hanno portato addirittura alla chiusura di alcune aziende agricole.“

È da mesi che nella provincia di Chieti si ha una vera emergenza cinghiali. Per questa che è diventata una piaga per il territorio si è giunti ad una delibera decisa dalla Giunta provinciale, con la quale si adottano dei provvedimenti rapidissimi per cercare di contenere il numero dei cinghiali. Gli attacchi alle colture hanno indotto agricoltori e allevatori ha chiedere il risarcimento dei danni alla provincia, con spese insostenibili per l’ente.

Il presidente della Provincia di Chieti Enrico di Giuseppantonio, il consigliere alla Caccia Giovanni Staniscia, insieme al presidente della Commissione Agricoltura Franco Moroni e l’assessore all’Ambiente Eugenio Caporrella hanno presentato il decreto analizzando come si interverrà immediatamente sulla questione. Innanzitutto ci sarà una prima fase definita di emergenza nella quale si analizzerà velocemente dove si avvistano i cinghiali, e una fase programmatica con un censimento degli animali che vanno abbattuti, basandosi sui piani dell’ISPRA. L’obiettivo, secondo il Presidente di Giuseppantonio, è creare una rete operativa che vedrà l’ente provinciale coordinare gli interventi con la collaborazione degli ATC competenti, delle organizzazioni agricole, delle comunità montane e i sindaci.

In pratica una volta che ad un sindaco viene comunicata la presenza di cinghiali su un proprio terreno, questo allerta la Provincia che con la Polizia Provinciale pianifica l’intervento con la collaborazione di Prefettura e Polizia, per informare la cittadinanza, e poi procedere alla rimozione degli esemplari.

Gli ungulati non solo devastano in maniera spesso irrecuperabile coltivazioni praticamente in tutto l’Abruzzo, ma ormai in alcuni paesi di spingono fino a dentro i centri abitati. Il mese scorso erano stati fotografati circa venti esemplari passeggiare indisturbati sulle piste ciclabili di San Vito Chietino, altri sono stati avvistati addirittura sulle spiagge. Caso "simpatico" fu quello pubblicato dall’ Huffington Post Italia, che parlava di alcuni esemplari che, giunti nel cortile di un albergo si abbeverarono nelle acque della piscina tra lo stupore dei turisti.

Al di là di problematiche secondarie è l’agricoltura a pagare un prezzo elevatissimo rispetto agli scempi che compiono i cinghiali. La Coldiretti da tempo denunciava devastazioni dovute al moltiplicarsi di questa specie con casi eclatanti in cui imprese agricole sono state costrette ad abbandonare la coltivazione dei campi. Tutto ciò non è assolutamente accettabile, per tanto vedremo se attraverso gli interventi decisi, si riuscirà a porre un freno alle deturpazioni dovute ai cinghiali.“