giovedì 24 settembre 2015

La caccia a caprioli e cervi? No, per ora

L’assessore Pepe: «Monitoraggio, nessun retropensiero» Ma se poi l’Ispra lo riterrà opportuno si potrà abbatterli

PESCARA. «Non c’è alcuna volontà di aprire la caccia a cervi e caprioli. Nessun retropensiero, ma l’intenzione di monitorare e censire queste specie»: l’assessore regionale Dino Pepe dice la verità quando lo invitiamo a chiarire la modifica con la quale la commissione Agricoltura ha inserito cervi e caprioli nel regolamento degli ungulati. Una norma, dice l’assessore, che non non sarà modificata malgrado le richieste preseenti di associazioni ambientaliste, perché a monte c’è una legge che la prevede.

Dice la verità, l’assessore, ma non fino in fondo. Perché quando gli chiediamo che cosa succederebbe se, al termine dell’operazione di monitoraggio, cervi a caprioli risultassero numerosi nella nostra regione, Pepe risponde: «Chiedete all’Ispra».

L’Ispra è l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che, com’è nella sua ragione, deve appunto occuparsi di tutelare la natura. Tutta. E che cosa può succedere dopo che l’Ispra ha ricevuto i dati della Regione su cervi e caprioli, lo chiarisce Michele Di Leva, responsabile della Lega nazionale per la difesa del cane (Lndc) Caccia e Fauna selvatica: «Secondo la legge nazionale sulla caccia, la gestione di una eventuale sovrappopolazione di una o più specie deve essere obbligatoriamente elaborata seguendo metodi ecologici e non cruenti ma, dopo il loro fallimento, certificato dalla stessa Ispra, si può passare a un “prelievo venatorio”».

Ecco il passaggio che mette in allarme le associazioni ambientaliste e nel quale l’Abruzzo effettivamente non c’entra. Se sarà stabilita una sovrappopolazione di cervi e caprioli – come avvenuto per i cinghiali – l’Ispra dovrà elaborare un piano soft affinché queste specie non creino danni e stravolgano l’ecosistema in Abruzzo. Metodi soft come, ad esempio, prelievi e trasferimenti (come fu per l’Abruzzo diversi anni fa). Altrimenti si potrà passare al “prelievo venatorio” cioé alla caccia.

«Alt», sembra dire Antonio Campitelli, presidente regionale Libera Caccia Abruzzo, invitando a non andare di corsa. «In una Regione succube delle posizioni dell'animalismo oltranzista, le soluzioni più ovvie ed economiche, sono quelle che si eviterà di applicare, con buona pace di cacciatori e agricoltori, che continueranno a subire i danni», sostiene Campitelli, «nel frattempo qualcuno penserà a trovare cervellotiche soluzioni per risolvere il problema». Può darsi che avverrà così. Ma il Wwf non si fida lo stesso. E invita la Regione a non assegnare ai cacciatori i piani di gestione sui cervidi e a ritirare la modifica del regolamento.(a.mo.)

Nessun commento: