martedì 27 dicembre 2011

Caporale (Verdi): "Febbo non faccia regali natalizi ai cacciatori"

COMUNICATO STAMPA

Dichiarazione di Walter Caporale, Capogruppodei VERDI al Consiglio regionale:
“Ogni anno per la Legge di Bilancio Regionale vengono presentate centinaia di emendamenti e tra questi si nascondono sempre “sorprese”: basta una distrazione e passano proposte indecenti, tra cui i regalini al mondo venatorio.
Consiglieri, assessori, dirigenti regionali non contenti di aver soddisfatto le esigenze dei cacciatori approvando Calendari Venatori con delibere sospese dal TAR, con leggi impugnate dal Governo Nazionale e con contenuti da Infrazione dell’Unione Europea, tentano con gli emendamenti di aggravare gli attentati al Patrimonio Faunistico Regionale e nel caso della Migratoria anche nazionale ed internazionale. Vedi www.waltercaporale.it
Tutto questo comporta ulteriori costi dovuti dalla Regione alle Avvocature che di volta in volta deve assoldare per difendersi da sconsiderate delibere, leggi e leggine approvate dai suoi stessi eletti e redatte da dipendenti strapagati per amministrare e tutelare il nostro Patrimonio Faunistico e non certo per sperperare il denaro pubblico.
A Febbo, autore di gran parte dei documenti in materia di caccia impugnati e perseguiti dagli organi di giustizia amministrativa regionale, nazionale e comunitaria, chiedo di non presentare questo genere di emendamenti e di lavorare tutti insieme per evitare tartassamenti inutili a carico degli abruzzesi”.

 L’Aquila, 23 dicembre 2011

Fonte: Gruppo Verdi Regione Abruzzo

domenica 25 dicembre 2011

Ibis eremita ucciso a fucilate a L'Aquila. Arriva fino all'Austria la pessima figura del mondo venatorio italiano e abruzzese.

Dopo l'Ibis eremita fucilato a L'Aquila intervista a l'Assessore Mauro Febbo e al  dottor Johannes Fritz che dichiara: "La maggior parte degli uccelli reintrodotti semplicemente scompare, ma soprattutto scompare in Italia durante la stagione della caccia italiana, da settembre a gennaio".


Nei giorni scorsi un esemplare di Ibis eremita – specie gravemente minacciata e protetta a livello internazionale – è stato ucciso illegalmente in Abruzzo.
Abbiamo intervistato il direttore del Waldrappteam, un progetto austriaco che si occupa di creare una colonia di Ibis che dall’Austria migri in Toscana. Dalle parole del direttore emergono due elementi importanti: che le perdite di Ibis avvengono sempre in Italia a causa del bracconaggio e che questo caso non è affatto isolato. Inoltre abbiamo anche appurato che gli Ibis partiti dalla colonia di Burgau non erano 3, ma 4. Un uccello, avvistato l’ultima volta in Slovenia, risulta scomparso.
L’assessore all’Agricoltura e alla Caccia Mauro Febbo intanto usa toni forti contro i bracconieri e sprona la polizia e i cacciatori a cercare i responsabili dell’uccisione dell’Ibis nei giorni scorsi. ”Esprimo la mia più ferma condanna – ha detto Febbo – nei confronti di quegli pseudo cacciatori, delinquenti bracconieri, che si rendono protagonisti di comportamenti non rispettosi del regolamento faunistico. Come Assessore alla Caccia, sento il dovere di ribellarmi a questi abusi da parte di soggetti che, in spregio ai regolamenti e precise normative nazionali e regionali, sparano senza fare distinzione di sorta tra le specie cacciabili da quelle non cacciabili. La nostra Regione possiede un patrimonio faunistico eccezionale che va salvaguardato e tutelato. Infatti la mia Direzione ha intrapreso iniziative lodevoli e importanti come l’istituzione dell’Osservatorio Faunistico regionale e l’avvio del nuovo Piano faunistico-venatorio Regionale unitamente all’ISPRA e gli Ambiti territoriali di caccia. Pertanto invito tutte le Forze e le autorità di competenza ad intervenire sanzionando coloro che si rendono protagonisti di tali atti deprecabili e invito i cacciatori a sorvegliare affinché non si ripetano episodi del genere”.
Il dottor Johannes Fritz è direttore del progetto Waldrappteam per la conservazione dell’Ibis eremita o NBI( Northern Bald Ibis) e membro della stazione di ricerca Konrad Lorenz a Grünau, Austria (KLF), che è legata all’ Università di Vienna.

Il dottor Johannes Fritz lavora con il suo team da 10 anni a uno studio di fattibilità per l’introduzione di colonie di Ibis migratori in Europa. Le attività principali sono le cosiddetto migrazioni guidate da uomini dall’ Austria e dalla Germania ad un area di svernamento in Toscana, l’Oasi Laguna di Orbetello, gestita dal nostro partner WWF Italia.
“Dopo 10 anni di ricerca” spiega Johannes Friitz “possiamo dire che la reintroduzione di colonie migratorie di queste specie altamente minacciata di Ibis è possibile. Gli uccelli migrano in primavera dalla Toscana alla loro posizione di allevamento in Austria o Germania e tornano in autunno. La reintroduzione dell’Ibis sarebbe la prima reintroduzione di successo di una specie migratrice. Ciò solleva qualche speranza, non solo per questa specie, ma anche per tutti gli altri uccelli migratori.

Radiografia di Ibis ucciso da pallini. Per gentile concessione Waldrappteam

“Tuttavia – aggiunge Fritz - devo dire che fin dall’inizio un grave handicap, o per meglio dire, la principale causa di mortalità, è stata la caccia illegale dei nostri uccelli in Italia.
“La maggior parte degli uccelli semplicemente scompare, ma soprattutto scompare in Italia durante la stagione della caccia italiana, da settembre a gennaio. Durante il resto dell’anno non ci sono perdite importanti. Abbiamo già diversi casi in cui la caccia è una sicura causa di mortalità. Potete infatti vedere la radiografia di un uccello ucciso dalle pallottole.
“Questo autunno di nuovo, circa 10 uccelli sono scomparsi in Italia. Quindi siamo preoccupati che anche questa volta la perdita di un numero significativo di uccelli sia dovuta alla caccia illegale.


venerdì 23 dicembre 2011

Febbo alla Federcaccia: "Morelli farebbe bene a tacere"

CACCIA: FEBBO A MORELLI, CONOSCIAMO NORME UE. SI INFORMI LUI

(REGFLASH) Pescara, 23 dic. poiché devo dedurre che o non ha mai letto la delibera regionale n.543 del 3 agosto 2011 con la quale è stato approvato il calendario venatorio o è consapevole di mentire non avendo argomentazioni valide da proporre". L'assessore alla Caccia, Mauro Febbo, replica così alle dichiarazioni del presidente di Federcaccia, Ermano Morelli. "Morelli con le sue affermazioni cerca solo di screditare l'ottimo lavoro che la Direzione svolge nel campo della caccia ma sappia che la Regione ha già lavorato per adeguarsi alla normativa comunitaria che lui chiama in causa. Non abbiamo certo bisogno che sia lui, con un eccesso smisurato di presunzione, a indicarci le linee da seguire nel nostro lavoro. Quindi è palese che Morelli non solo non ha letto la delibera ma nemmeno la relazione tecnica allegata dove si motiva per la prima volta il discostamento delle date dal parere ISPRA"."Morelli ? continua Febbo - non conosce quindi il lavoro svolto dalla Regione Abruzzo. Infatti la Direzione, lo sottolineo ancora una volta, si è scrupolosamente attenuta alle indicazioni dei documenti della Comunità Europea (key concepts e Guida alla Disciplina sulla caccia della Commissione europea). Nella prima versione del calendario venatorio, alle date riportate nei Key Concepts è stata applicata anche la decade di sovrapposizione. Ricordo che il Tar ha eccepito una carenza di motivazione delle scelte adottate dalla Regione, dovuta alla insufficienza dei dati sui prelievi, sulla biologia e sullo stato di conservazione delle specie di avifauna migratoria. Morelli vuole mistificare la realtà dei fatti in quanto, entrando nel merito della questione, è necessario sottolineare che la sospensiva scaturita è dovuta ad una non corretta gestione dei dati sui prelievi venatori: compito che non spetta alla Regione Abruzzo ma alle strutture presenti sul territorio e delle associazioni che hanno l'onere di formare e informare i cacciatori. "Nella sua nota, il presidente di Federcaccia dimostra di ignorare i principi basilari della gestione faunistica. In quanto i dati scientifici indicati da Morelli inerenti le specie migratrici devo attenersi soprattutto ai dati raccolti nella Regione Abruzzo integrando tali dati con quelli rilevati a livello nazionale ed europeo. Quindi invito Morelli, quale responsabile della Federcaccia regionale a impegnarsi di più sulla formazione del mondo venatorio, attenendosi alle nuove direttive nazionali della Federcaccia, che vanno verso una nuova e diversa gestione della fauna e del territorio. Inoltre voglio sottolineare che questo calendario venatorio è stato oggetto di critiche solo da parte delle associazioni ambientaliste e dei cacciatori più intransigenti e pertanto lo ritengo un buon lavoro".

giovedì 22 dicembre 2011

Federcaccia Abruzzo: la Regione contro le leggi dell'Europa

Federcaccia Abruzzo rimane stupita dell'atteggiamento dell'assessore regionale alla caccia Mauro Febbo che ha dato solo risposte parziali alle esigenze e alle aspettative del mondo venatorio dopo la sospensiva del Tribunale Amministrativo Regionale sul ricorso presentato da associazioni ambientaliste.


La rivisitazione del Calendario venatorio, infatti, ha violato l'impianto della Legge 157/92 e della Legge Regionale 10/94. Queste leggi stabiliscono e impongono la gestione programmata del territorio e della fauna, delegandola agli Ambiti territoriali di caccia (agricoltori e cacciatori insieme), sotto il controllo delle Province e della stessa Regione.

La Regione Abruzzo doveva fornire chiarimenti più approfonditi, in suo possesso, alle sollecitazioni del Tar. Non facendo così ha fatto il gioco delle associazioni ambientaliste in contrasto con le leggi suddette.

“Federcaccia aveva fornito all'Ufficio Caccia della Regione Abruzzo, a supporto della validità del Calendario venatorio presentato, documenti utili, sentenze di Tribunali di altre regioni italiane, che avrebbero facilitato e supportato il lavoro degli uffici”, ha detto il Presidente regionale di Federcaccia Ermano Morelli.

“La Regione Abruzzo seguendo questa linea si è messa in contrasto con la normativa europea sui periodi di caccia, esplicitati nel documento ‘Ornis Key Concepts' e della Guida interpretativa dalla Commissione Ambiente dell'Unione Europea. La Regione asseconda l'Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, forzando il calendario in senso anticaccia”.

Il Presidente Morelli ribadisce anche che “l'Ispra e la Regione Abruzzo tendono a utilizzare in maniera tendenziosa la variazione della Legge 157/94 per sostenere un progetto politico di restringimento della stagione di caccia agli uccelli migratori, senza nessun sostegno di dati scientifici ma solo su speculazioni e ideologie”.

Il Tribunale Amministrativo Regionale ha dato una risposta dopo il ricorso del Wwf che ha portato a una nuova ordinanza sul Calendario venatorio. E' stata infatti disposta una istanza cautelare che non risponde alle esigenze del territorio, come già avvenne lo scorso anno. Da sottolineare, però, che il Tar ha indicato alla Regione Abruzzo di corredare meglio, con dati scientifici, il calendario venatorio...

Federcaccia Abruzzo sollecita l'assessore a informare meglio il suo ufficio Direzione Agricoltura in merito al fatto che “con i dati europei del documento Ornis e la “decade di sovrapposizione” si possono cacciare tutti gli uccelli acquatici fino al 31 gennaio, tutti i turdidi e la beccaccia fino al 20 gennaio, il colombaccio e i corvidi fino al 10 febbraio”.

“Ancora una volta - ha concluso Ermano Morelli - la Regione Abruzzo deve ricominciare a comprendere la propria attività istituzionale in materia di caccia. Si deve perseguire l'obiettivo di coordinare il proprio intervento evitando di cadere in uno stato di illegalità nei confronti di una categoria che paga le tasse e svolge attività nel rispetto di leggi e norme esistenti”.



mercoledì 21 dicembre 2011

Cacciatori uccidono raro esemplare di uccello all'Aquila. Lipu sul piede di guerra

Ucciso dai cacciatori uno degli Ibis eremita arrivati a L'Aquila. La tragica scoperta durante le operazioni di recupero dei rari esemplari da parte del Waldrappteam di Vienna. Gli esemplari del rarissimo Ibis eremita (Geronticus eremita) che avevano deciso di svernare nelle campagne di L'Aquila, dopo aver perso la rotta migratoria, sono stati recuperati in una delicata e complessa operazione, dai ricercatori del Waldrappteam di Vienna.

I volontari della Lipu dell'Aquila, unitamente ad altre associazioni ornitologiche, mattina e sera, per dieci giorni, hanno sorvegliato due ibis, senza disturbarli, affinché non corressero pericolo.

"Purtroppo siamo arrivati tardi e non è stato possibile evitare che un terzo esemplare finisse ucciso dal fucile di un cacciatore - dicono dall'associazione che protegge gli uccelli -. Il corpo del povero volatile, colpito in volo, era caduto nel recinto di un'azienda agricola dove è rimasto fino al ritrovamento sabato scorso: su segnalazione del proprietario è stato recuperato dalla pattuglia del Corpo Forestale dello Stato di Arischia, che sorvegliava le operazioni di cattura degli altri due esemplari. La notizia ha gettato tutti i volontari nello sconforto e nella rabbia.

Gli Ibis eremita - spiegano dalla Lipu - erano partiti all'inizio dell'autunno da Bavera in Alta Austria, perdendo poi la rotta che doveva portarli nelle zone di svernamento in Italia: la laguna di Orbetello. Questi Ibis eremita fanno infatti parte del progetto di ricerca avviato dal Waldrappteam di Vienna (un gruppo di biologi e piloti) che dal 2002 si occupa della protezione e il recupero dell´ibis eremita. Il progetto ha ottenuto una notorietà internazionale soprattutto tramite il volo con gli uccelli dall'Alta Austria fino alla Toscana meridionale: genitori adottivi umani hanno insegnato la rotta giusta ai piccoli, nati in cattività, facendoli volare al seguito di ultraleggeri.

Gli ibis eremita ospiti nell'aquilano non hanno seguito l'insegnamento dei loro genitori e, per motivi ancora tutti da spiegare, hanno deciso di svernare in Abruzzo. Non sappiamo quando siano arrivati in zona, in quanto la segnalazione della loro presenza alla LIPU è avvenuta solo una decina di giorni fa. A parere dei coordinatori del progetto internazionale, questo però non è il loro habitat ideale, a causa della rigidità del clima e della forte pressione venatoria: da qui la decisione di recuperarli e riportarli in Toscana.

L'Ibis eremita (Geronticus eremita) è un uccello strano e particolare divenuto oggi molto raro e minacciato di estinzione. Questo ciconiforme dalle abitudini gregarie - spiega la Lipu - viveva in epoca remota in alcune zone d'Europa dove aveva fondato le sue colonie: in Germania, Austria, Svizzera, nelle falesie istriane, e pare anche in Italia. Passò alla storia grazie ad un editto emanato nel Settecento dall'Arcivescovo di Salisburgo che ne vietava la caccia per riservarla ai nobili. L'aspetto non troppo piacevole gli meritò l'appellativo 'Geronticus' (che significa vecchio nell'aspetto). A decretare la fine di questo strano uccello, sono stati gli indiscriminati sfruttamenti ambientali ad opera dell'uomo, che spezzando i delicati equilibri su cui si reggono gli ecosistemi naturali, distrussero le condizioni di vita favorevoli per la specie.

Oggi l'ultima colonia naturale esistente sulla terra di Ibis eremita si trova in Marocco e consta di circa centocinquanta esemplari sul fiume Dràa. Nel 1989 si è estinta la colonia di Birecik in Turchia, che appena all'inizio del secolo contava mille coppie nidificanti. Per questi motivi i volontari ornitologi hanno dedicato ai rarissimi ospiti la massima cura e sorveglianza, pensando erroneamente che gli esemplari fossero due, mentre un terzo non era neppure riuscito ad atterrare, caduto sotto i colpi dell'ignoranza e dell'incoscienza".


martedì 20 dicembre 2011

L'Assssore: la demagogia provoca solo confusione tra i cacciatori

Pescara, 20 dic. "Le dichiarazioni e l'euforia dall'associazione WWf in merito al calendario venatorio della Regione Abruzzo non hanno nessun fondamento logico e riscontro documentale. Questo Assessorato non si piegherà in nessun modo alla pura demagogia che alcune associazioni portano avanti solo per strumentalizzare argomenti seri e causare disorientamento tra i cacciatori". Così risponde l'assessore alla Caccia, Mauro Febbo, dopo aver appreso le ultime dichiarazioni rese dal WWF. "Mi dispiace smentire il Wwf - argomenta Mauro Febbo - ma non vi è nessuna seconda vittoria in quanto la Regione si è semplicemente adeguata alla pronuncia del Tar dello scorso ottobre. Voglio ricordare che il TAR, con tale pronuncia, ha solo accolto in via cautelare (quindi non definitiva) due (sottolineo solo due) dei nove capi impugnati dalle associazioni ambientaliste, senza creare particolare disagio o disorientamento nei cacciatori. La Giunta regionale, su proposta della Direzione agricoltura, ha ottemperato alle prescrizioni del TAR rimodulando le date di chiusura con deliberazione adottata nei termini esatti e resa nota al mondo venatorio. Nello specifico - sottolinea Febbo - voglio comunicare alle solerti associazioni che il TAR ha eccepito semplicemente una carenza di motivazione nelle scelte adottate dalla Regione, dovuta alla insufficienza dei dati sul prelievo che, in base alla biologia e allo stato di conservazione delle specie per l'avifauna migratoria, sono oggi necessari per stabilire periodi di prelievo venatorio diversi da quelli indicati dall'ISPRA. Ribadisco, - rimarca l'assessore - che non c'è stata nessuna rivoluzione al calendario venatorio ma solo una chiusura anticipata del prelievo per alcune specie rispetto a quanto precedentemente previsto. Tutto questo non pregiudica l'ottimo lavoro svolto dalla Regione Abruzzo. Mi piace ricordare che la mia Direzione ha intrapreso iniziative lodevoli e importanti come l'istituzione dell'Osservatorio Faunistico regionale, l'avvio del nuovo Piano faunistico-venatorio Regionale e alcuni progetti di gestione delle popolazioni di lepre Italica e coturnice in collaborazione con la Provincia dell'Aquila, l'ISPRA e gli Abiti territoriali di caccia. Spero che il Wwf regionale - conclude l'assessore Mauro Febbo - alla prossima conferenza stampa argomenti, con la stessa passione, come mai nelle altre Regioni che hanno adottato un calendario simile a quello della nostra Regione (ad esempio l'Umbria) non c'è stato ricorso. Spero che non sia solo un fatto di bandiera". (REGFLASH) (comun.assess.)


lunedì 19 dicembre 2011

Caccia, la Regione Abruzzo si piega ai ricorsi al TAR del WWF, Animalisti Italiani e LAC

Comunicato stampa del 19/12/2011

Caccia, la Regione Abruzzo si piega ai ricorsi al TAR del WWF, Animalisti Italiani e LAC.

La giunta vara la quarta versione del calendario venatorio. Rivoluzione per i periodi di caccia per decine di specie, come Beccaccia, anatidi e tordi. La caccia in forma vagante chiude il 19 gennaio.

Per decine di specie diminuiscono i giorni di caccia in Abruzzo perchè la Regione si è dovuta finalmente adeguare per i periodi di caccia all'ordinanza di sospensiva del TAR di L'Aquila a cui si erano rivolti WWF, Animalisti Italiani e Lega Abolizione della Caccia.

Infatti la Giunta Regionale, peraltro con gravissimo ritardo rispetto alla prima ordinanza di sospensiva del TAR, si è vista costretta a varare una quarta versione del calendario venatorio il 28 novembre scorso. Non deve sfuggire che la Regione aveva cercato sostanzialmente di eludere l'ordinanza del TAR pubblicando una scarna lettera del suo dirigente del tutto insufficiente a recepire le indicazioni della magistratura amministrativa. A nulla erano valse due diffide del WWF che poi si è addirittura dovuta rivolgere con le altre associazioni al TAR di L'Aquila con un ricorso urgente “per ottemperanza” (cioè si chiedeva al TAR di commissariare la Regione per far rispettare la sospensiva). A quel punto pochi giorni prima dell'udienza la Regione, messa all'angolo, ha dovuto cedere su molti dei punti della sospensiva e in particolare sul cuore del calendario venatorio, i periodi di caccia, gli orari di caccia e le forme di caccia. Alcune questioni sulla completezza del recepimento della sospensiva rimangono aperte e sono in via di valutazione da parte delle associazioni.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione per la caccia in Abruzzo. Basti pensare che con il nuovo calendario per la beccaccia la caccia si chiuderà il 31 dicembre e non il 19 gennaio come aveva previsto inizialmente la Regione, con ben 20 giorni in meno di pressione venatoria su questa specie. Giusto per far capire la portata del risultato, già nel 2009 il TAR di L'Aquila sul ricorso del WWF aveva stabilito questa data ma addirittura si era scomodato il consiglio regionale che aveva votato una leggina, su cui non è possibile il ricorso al TAR, per continuare a cacciare la Beccaccia fino alla fine di gennaio. Nel 2010 tutto il calendario venatorio era stato approvato con legge regionale e vi era stata l'impugnativa del Governo, il cui ricorso è stato discusso lo scorso 13 dicembre davanti alla Corte Costituzionale.

Tornando alla modifica del calendario venatorio, per le specie acquatiche (germano reale, folaga , gallinella d’acqua, alzavola, porciglione, fischione, codone, mestolone, marzaiola, moriglione, beccaccino, pavoncella, canapiglia e frullino ) la caccia ora si chiuderà il 19 gennaio e non più il 30 gennaio. Per le tre specie di turdidi, Cesena, Tordo bottaccio e Tordo sassello la caccia ora si chiude il 9 gennaio mentre prima si chiudeva il 19 gennaio. Per il Fagiano la chiusura prevista per il 30 dicembre è stata spostata un mese avanti al 30 novembre. Per la Starna la regione si è dovuta adeguare alle prescrizioni richieste dall'ISPRA solo che lo ha fatto con questa quarta versione del calendario approvata il 28 novembre scorso, solo tre giorni prima della chiusura della caccia già prevista per questa specie, quando il TAR aveva depositato la sospensiva il 27 ottobre! Pertanto, grazie all'atteggiamento ostruzionistico dell'assessorato, per un mese questa specie è stata cacciata in forme non adeguate al parere dell'ISPRA e, quindi, non attuando l'ordinanza del TAR. Altra novità di non poco conto è la chiusura al 19 gennaio della caccia in forma vagante con l'ausilio del cane.

Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF “L'assessorato all'Agricoltura e Caccia della Regione Abruzzo e l'assessore Febbo stanno rimediando figuracce su figuracce sulla questione venatoria. L'assessore a seguito della sospensiva aveva cercato di minimizzare con i suoi commenti la portata della sospensiva del TAR. Forse immaginava che il WWF e le altre associazioni si sarebbero limitate a festeggiare mediaticamente la vittoria al TAR mentre deve sapere che noi miriamo sempre alla concretezza del risultato e andiamo fino in fondo. Purtroppo questo atteggiamento da parte di una pubblica amministrazione che pensa di essere a servizio esclusivo dei cacciatori e non della fauna e di tutti i cittadini finisce in primis per colpire la preziosa fauna abruzzese e, paradossalmente, gli stessi cacciatori che si trovano ad operare in un'incertezza assoluta. Un comportamento più responsabile da parte degli amministratori, più rispettoso dei pareri dell'ISPRA, dell'Unione Europea, degli altri assessorati e dei Parchi, aperto alle indicazioni tecniche fornite dalle associazioni che incredibilmente producono più dati faunistici della stessa regione, eviterebbe un confronto così aspro che alla fine si sta rivelando una Waterloo per l'assessorato all'agricoltura. Con un duro lavoro il WWF in questi anni sta ottenendo radicali modifiche al calendario venatorio a favore della fauna. Rammarica dover constatare che ciò deriva sostanzialmente dai nostri ricorsi alla giustizia amministrativa, costituzionale e comunitaria e non già da un ripensamento da parte degli apparati amministrativi che si sono occupati di caccia finora e che rimangono ostaggio dell'estremismo venatorio sostenendo battaglie che sono ormai di retrovia”.


domenica 18 dicembre 2011

Caccia in deroga. L'Abruzzo non ancora si adegua dopo la bocciatura della Commissione Europea

Il ballo delle deroghe è finito e Pinocchio tace. Su alcune Regioni sta per abbattersi la mannaia di multe che saranno pagate da tutti i contribuenti ma ancor più da noi, popolo degli onesti. E la voragine dei debiti di legalità contratti con l’Europa rischia di ingoiare anche i molti crediti conquistati dai Cacciatori con il controllo del territorio e la gestione seria della risorsa selvaggina pagata con quote agli ATC. Perché la Gente non potrà – ed è ingiusto- non imputare al Cacciatore, in termini di credibilità quanto invece è da far colpa ad una politica pasticcione ed a caccia di consensi senza verificare la compatibilità fra richieste e norme. Roberto Formigoni, governatore di Lombardia, il 5 dicembre scorso ha tagliato per primo il traguardo di un tentativo di conciliazione con l’Europa cancellando con un provvedimento- condiviso dal Pd e da altri gruppi politici- deroghe e cattura controllata di volatili. Nell’elenco lombardo- che si era allungato come il brodo quando giungono convitati non attesi – anche storno, fringuello, peppola, pispola e frosone. ”Abbiamo assunto questa decisione – ha spiegato il presidente della commissione regionale Carlo Saffioti – come segno di attenzione e disponibilità verso la Commissione Europea. È da anni che in materia di caccia in deroga invochiamo da parte del parlamento nazionale una normativa chiara e conforme con le direttive europee e che consenta alle nostre leggi regionali di essere al riparo da ogni impugnazione. Il 21 novembre il Consiglio dei Ministri aveva contestato anche la legge lombarda sui richiami vivi. Da qui la richiesta del presidente Roberto Formigoni di abrogarla al fine di evitare la possibilità di incorrere in sanzioni pecuniarie”.

Ma per un Formigoni che corre alla ricerca di un accordo o comunque alla riduzione di una multa, ce ne sono tanti altri che invece arrancano ed i cittadini rischiano di pagare. Nel mirino infatti anche Toscana, Emilia Romagna, Marche,Lazio, Abruzzo e Puglia. Il documento, esclusivo di Diana, mette in fila le Regioni imputate e le accuse sono quasi tutte simili, proprio come fossero giaculatorie di penitenti. Noioso e neppur utile indicar numeri di sentenze e di articoli di legge che ne richiamano altri ed altri ancora, proprio come avviene al capanno in un giorno di passo per gli storni od i fringuelli. Meglio stupirsi per la situazione che mostra un’Italia a due facce e ciascuno può riconoscersi almeno in una pronto a giurare che sia quella giusta. Resta l’amaro di non aver colto l’invito fatto a suo tempo da Gianluca Bardelli, membro del “Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale”, di incontri per instradare sulle “Linee guida” del ministero delle Politiche agricole una proposta di legge univoca modulata sulle Regioni e capace di dare dignità alla caccia come risorsa.

Per quanto riguarda la Regione Abruzzo, la violazione riguarda un articolo della legge regionale che (art. 59 legge regionale 10/2004) “consente in maniera generale la caccia di due specie protette, cioè il passero e lo storno, senza che siano rispettate le condizioni di cui all’articolo 9 della direttiva” ed inoltre “non indica i motivi per cui il prelievo di tali due specie rappresenterebbe l’unica soluzione possibile al fine di prevenire rilevanti danni alle colture (punto 48 della sentenza)”.

Pertanto, la Commissione europea ritiene che la Repubblica italiana sia venuta meno agli obblighi imposti dall’articolo 260, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. L’Italia ha inviato alla Commissione le delibere della Puglia con cui è stata autorizzata la caccia in deroga dello storno per proteggere alcune coltivazioni nelle annate 2008-2009 e 2009-2010. “La Commissione osserva che tali deroghe non sono conformi all’articolo 9 della direttiva, in particolare perché contengono una motivazione del tutto insufficiente quanto alle circostanze concrete che giustificano il prelievo venatorio in deroga (tali deroghe, a esempio, non riportano nessun dettaglio circa i danni causati dallo storno alle varie colture nelle differenti province) e non forniscono indicazione alcuna sulle alternative sperimentate (si limitano ad affermare che mancano altre soluzioni soddisfacenti)”.

estratto da un articolo di Rodolfo Grassi



Fonte: ilcacciatore.com del 15 dicembre 2011




Prorogata la caccia al cinghiale

Con L.R. 43/2011 pubblicata sul BURA ordinario della Regione Abruzzo, n.75 del 16.12.2011, è stata prorogata la caccia al cinghiale fino al 5 gennaio 2012. Resta vietata la caccia al cinghiale nelle giornate del 25.12.2011 e 01.01.2012. Del periodo di proroga possono usufruire esclusivamente i cacciatori iscritti alle squadre regolarmente autorizzate dalle Provincie in base ai regolamenti provinciali vigenti. Per le squadre regolarmente autorizzate, nelle Provincie dove non sono ancora adottati i regolamenti per la caccia al cinghiale, valgono le disposizioni e prescrizioni di cui all'allegato D) del calendario venatorio 2011-2012. Resta vietata la caccia al cinghiale in forma individuale.



mercoledì 7 dicembre 2011

Regione Abruzzo. Nuovo calendario venatorio

Clikka qui per leggere o scaricare il nuovo calendario venatorio, la Delibera di Giunta (DGR) n° 836/2011 e la relazione tecnica allegata alla DGR.
Il nuovo calendario è stato rielaborato per adeguarsi all'ordinanza del TAR Abruzzo che ha bocciato il calendario venatorio in merito ai periodi e agli orari di caccia.

Provincia di Chieti, D'Amico sulla proroga della caccia al cinghiale: "E' una buona notizia ma ancora largamente insufficiente"

Chieti. “La proroga della caccia al cinghiale è una buona notizia ma ancora largamente insufficiente”.
E'quanto afferma Camillo D’Amico capogruppo Pd Provincia di Chieti dopo l’annuncio dato dall’assessore regionale all’agricoltura Mauro Febbo di aver posticipato al 5 Gennaio 2012 la chiusura della caccia al cinghiale a causa dell’alto numero di esemplari presenti nel territorio e dei notevoli danni questi arrecano all’agricoltura.
“E’ una cosa buona ed utile - continua D'Amico - che ormai si ripete da molti anni sempre fatto per la stessa ragione; chi oggi apprezza e condivide in maniera silente ed ubbidiente, come l’attuale delegato alla caccia in Provincia di Chieti Giovanni Staniscia, non fece altrettanto quando, l’allora assessore regionale di centrosinistra Marco Verticelli, prese medesima iniziativa (era il 2008). Gridò allo scandalo ed al fatto che si voleva smantellare la specie; bella coerenza politica e comportamentale!!! Non è più rinviabile che la regione insieme alle Province, organizzazioni professionali agricole, ambientaliste e venatorie mettano in atto tutte le idee ed i virtuosismi necessari per panificare un reale contenimento numerico del cinghiale utilizzando al meglio le poche risorse finanziarie disponibili non solo per rimborsare gli operatori agricoli dei danni subiti ma anche per incentivare il ricorso alle cosiddette colture a perdere da alimentare in quelle superfici più prossime dove solitamente si annidano questi animali ossia aree boschive e percorsi fluviali. Riaffermando il principio - conclude il capogruppo del Pd - che toccherebbe alle Province la pianificazione di dettaglio, in ragione delle specificità di ogni territorio, dopo oltre metà legislatura siamo ancora in attesa di conoscere quali proposte il delegato alla caccia in Provincia di Chieti ha in mente per drenare il preoccupante fenomeno dell’alto numero di cinghiali sono presenti nel territorio in considerazione del tanto che fece per bloccare quanto riuscì a mettere in piedi l’ex assessore Antonio Tamburrino”.




venerdì 2 dicembre 2011

Vasto. Fucilate contro cucciolo di segugio

Colpi di arma da fuoco contro un cucciolo di segugio.

La vicenda nelle campagne di contrada San Lorenzo

VATO. Spiacevole sorpresa per i proprietari di un cucciolo di segugio italiano colpito ieri all’addome da un proiettile nelle campagne di Contrada San Lorenzo a Vasto.

Il cucciolo, di appena un anno, si era allontanato da casa ed è stato fortunatamente soccorso in tempo. Al momento è sotto osservazione presso la clinica veterinaria Adriatica in seguito all’operazione effettuata per estrarre il proiettile.

I proprietari del segugio, regolarmente registrato e ben tenuto, sono convinti che non si è trattato di un colpo partito accidentalmente in una battuta di caccia, ma di un’azione diretta alla soppressione dello stesso. Condotta riprovevole denunciata nella speranza che emergano le responsabilità del caso.

Si resta allibiti riguardo l’estrema facilità nell’estrarre un’arma e fare fuoco contro “l’estraneo”. Oggi un cane, domani chissà. E’ inaccettabile pensare che si possano trattare gli animali in questo modo; il rispetto dei loro diritti e della loro vita viene spesso purtroppo dimenticato. Sensibilizzare le persone sul tema è un dovere di tutti.

“La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”. (Mahatma Gandhi)

Virginia Muratore


Fonte: histonium.net del 01 dicebre 2011



giovedì 1 dicembre 2011

CACCIA: FEBBO A CAPORALE, SU PROROGA VERDI MINORITARI

CACCIA: FEBBO A CAPORALE, SU PROROGA VERDI MINORITARI

(REGFLASH) Pescara, 1 dic. L'assessore alla Caccia, Mauro Febbo, replica alle dichiarazioni del consigliere regionale dei Verdi, Walter Caporale. "Le affermazioni di Caporale si commentano da sole e dimostrano ancora una volta che sono animate da pregiudizi senza senso. Caporale dovrebbe sapere che la mia proposta di posticipare la data di chiusura della caccia al cinghiale è stata sottoscritta da tutti i gruppi consiliari ed è stata approvata dall'intero Consiglio regionale, quindi con i voti di Rifondazione, Pd, Udc, Idv, Fli e Pdl. Con le sue osservazioni quindi, il capogruppo dei Verdi dimostra di rimanere bloccato su posizioni settarie e marginali. Lo invito a farsi un giro per le campagne abruzzesi per verificare con i suoi occhi i danni che i numerosi cinghiali che vivono nella nostra regione causano alle colture, vanificando il duro lavoro di tanti agricoltori. Gli oltre due milioni di euro che ogni anno Regione e Province spendono per risarcirli potrebbero essere destinati a settori che sono in grande difficoltà come il sociale. Inoltre Caporale dovrebbe sapere che in molte regioni amministrate da governi di centrosinistra e vicini alle sue posizioni queste proroghe vengono concesse ogni anno e mi sembra che i rappresentanti del suo partito non si lamentino. Ero convinto che i Verdi e le loro linee di pensiero fossero uguali in tutte le regioni ma mi sbagliavo. Sono sicuro di non sbagliare però quando penso che politici come Caporale, animati solo da pregiudizi e acredine nei confronti degli avversari, non sono affatto in via di estinzione".

(REGFLASH) US/11/11/01