sabato 30 novembre 2013

Lanciano (Ch): muore colpito durante una battuta di caccia

Franco Pasquini, dipendente di Sangritana e rappresentante Cisl, aveva 55 anni

LANCIANO - Un sindacalista della Faisal-Cisl e dipendente della Sangritana, Franco Pasquini, 55 anni, di Lanciano, è morto nel corso di una battuta di caccia. Il tragico incidente è avvenuto nelle campagne lancianesi, colpito probabilmente per sbaglio da un altro cacciatore. Per il momento non si conoscono altri particolari sull'accaduto.




_____________________________________


Un tragico incidente provocato da un colpo partito dal fucile di uno degli amici con cui era uscito in mattinata per una battuta di caccia al cinghiale. E' morto così Franco Pasquini, 55 anni di Treglio, sindacalista della Faisa Cisal e dipendente della Sangritana, dove lavorava negli uffici del deposito dei pullman nella zona industriale di Lanciano. Il dramma si è consumato intorno all'ora di pranzo, in un bosco che si trova nella vallata tra contrada Torre Sansone di Lanciano e Sant'Apollinare, in una zona che ricade nel territorio comunale di Lanciano. Pasquini, cacciatore esperto, era insieme a un gruppo di cacciatori. Per cause che sono ancora in corso di accertamento da parte dei carabinieri, uno dei compagni ha sentito un rumore provenire dalla vegetazione. Non è chiaro se abbia sparato intenzionalmente, convinto di colpire un cinghiale, o se il proiettile sia partito accidentalmente. Il colpo ha colpito Franco Pasquini in pieno, uccidendolo. La Procura ha aperto un'inchiesta sulla sua morte, indagando un 70enne di Lanciano per l'ipotesi di reato di omicidio colposo. La salma, dopo al ricognizione cadaverica esterna, è stata trasferita all'obitorio dell'ospedale Renzetti. Non è stato ancora deciso se sarà eseguita l'autopsia. Franco Pasquini, lascia la moglie e 3 figli, Luca, Fabio e Dario.

venerdì 29 novembre 2013

Febbo al convegno su modello gestione faunistica e venatoria

(REGFLASH) Pescara, 26 nov. Il Piano Faunistico Venatorio Regionale (PFVR) vigente è ormai obsoleto e non più rispondente alle esigenze del territorio Abruzzese. Quest'anno, grazie al nuovo percorso gestionale intrapreso dall'assessore con delaga alla Caccia, Mauro Febbo, attraverso la riorganizzazione delle strutture dell'Assessorato, è stata avviato l'iter politico ed amministrativo per la predisposizione di un nuovo Piano Faunistico. In Abruzzo, sono diverse le criticità emerse in ragione di una "non corretta" gestione del patrimonio faunistico. Solo per il rimborso dei danni alle colture agricole - sostiene Febbo - nella regione Abruzzo si spendono ogni anno quasi due milioni di euro (tra aree protette e non) e gli incidenti stradali provocati dalla fauna selvatica sono sempre più in aumento. Per quanto riguarda le specie come l'orso e il lupo, le aree esterne ai parchi e alla ZPE del PNALM fungono da collegamento tra le varie zone protette e una gestione corretta di queste è molto importante per favorire l'espansione dei plantigradi verso nuovi areali oltre ad una corretta gestione delle popolazioni di lupo. A fronte di ciò, abbiamo sul territorio una frammentazione di competenze, nel campo della gestione faunistica, tra Parchi nazionali e regionali, Riserve, ambiti territoriali di caccia, Province e Regione che non permettono una corretta gestione dei progetti ed interventi sul territorio". Saranno questi i temi di un convegno, dal titolo "Caccia ed aree protette: quale futuro per l'Abruzzo", in programma domani, venerdì 29, presso la sala convegni del Centro agroalimentare di Villanova di Cepagatti, con inizio alle ore 9,00. "La funzione principale del PFVR spiega Febbo - sarà quella di predisporre criteri ed indirizzi per le pubbliche amministrazioni e gli ATC al fine di coordinare tutte le iniziative che riguardano la fauna selvatica, oltre a predisporre opportuni protocolli con gli Enti Parco per una gestione congiunta delle popolazioni di animali che non conoscono confini amministrativi. L´acquisizione di dati, anche ai fini della programmazione dei prelievi venatori, costituisce inoltre un presupposto indispensabile per una più corretta gestione faunistica. La modifica apportata alla 157/92 dalla L. 96/2010 'legge comunitaria 2009', rende ancora più urgente la predisposizione del nuovo PFVR. Il convegno in programma domani rappresenta quindi un momento di incontro e di confronto per un'analisi a livello nazionale sullo stato della gestione di specie di notevole interesse conservazionistico presenti nella Regione Abruzzo oltre che una fase di riflessione per organizzare al meglio i lavori del futuro PFVR". Alla giornata di lavoro, oltre all'assesore Febbo, parteciperanno, come relatori, le massime autorità scientifiche in campo internazionale.

(REGFLASH) (comun.segret.assess.) 13/11/28

Caccia: Febbo, vogliamo aprire una nuova fase

(REGFLASH) L'Aquila, 29 nov. - L'assessore alla Caccia, Mauro Febbo è intervenuto questa mattina all'apertura dei lavori del workshop sulla Caccia e aree protette: quale futuro per l'Abruzzo in programma a Villanova di Cepagatti. "Dopo le tante vicissitudini del passato, sono convinto che abbiamo finalmente imboccato la strada giusta in materia venatoria", ha esordito l'assessore aprendo i lavori del workshop. "Inizialmente eravamo partiti con l'Osservatori regionale che purtroppo è rimasto imbrigliato tra audizioni, commissioni e ostacoli vari. Poi è stata la volta del Piano faunistico regionale che rappresenta un atto doveroso per una regione come la nostra che vanta numerose aree protette e specie da difendere come l'orso e il lupo. Peculiarità che portano una serie di questioni importanti da affrontare insieme con determinazione e serenità. Mi riferisco ad esempio ai problemi, che accomunano numerose regioni italiane, legati alla consistente presenza di ungulati sul territorio. La direzione dell'assessorato sta portando avanti un attento lavoro e in questi mesi abbiamo aperto una fase di ascolto e confronto per portare che sdarà buoni risultati". L'appuntamento odierno è la conferma di questa apertura che può avvalersi di contributi importanti grazie alla presenza di relatori con altissima professionalità. "Vogliamo correggere se c'è da correggere qualcosa nelle nostre azioni - ha ribadito Febbo -. Quello che non accettiamo sono le critiche ingenerose da parte di chi polemizza senza neanche leggere i documenti. Nel portare avanti il nostro lavoro dobbiamo mettere insieme gli interessi della Regione, dei Parchi, degli Atc, delle Organizzazioni degli agricoltori per aprire una nuova e importante fase per il futuro dell'attività di gestione faunistica e venatoria. Il nostro atto - ha concluso l'assessore - sul Piano faunistico venatorio regionale andrà in Giunta per poi passare all'esame del Consiglio regionale". 

(REGHFLASH) US 131129

sabato 23 novembre 2013

Abruzzo: calendario venatorio inadempiente alla Direttiva Uccelli. Italia a rischio sanzioni

In Abruzzo, grazie al calendario venatorio, si possono tranquillamente uccidere, nella fase di migrazione prenuziale e riproduzione, uccelli selvatici come la Beccaccia, la Cesena e il Tordo bottaccio, in flagrante violazione del diritto nazionale e comunitario.

Sono solo alcune specie che stranamente è ancora possibile cacciare durante il ritorno, nel periodo di nidificazione e nelle fasi di riproduzione e dipendenza, in spregio alla legge e alla direttiva 79/409/CEE, oggi 147/2009, sulla conservazione degli uccelli selvatici. Di sciplina a tutela dell’avifauna, mai osservata nel Bel Paese! Preoccupa l’inottemperanza alla sentenza di condanna della Corte di Giustizia europea per il mancato adeguamento dei calendari venatori regionali alle modifiche normative introdotte nella L. 157/92, in particolare per quanto riguarda il divieto della pratica venatoria durante i periodi della migrazione prenuziale, della nidificazione, della riproduzione e della dipendenza dei piccoli dai genitori. Modifiche insufficienti a scongiurare il rischio sanzioni, nonostante la ratifica dell’art. 42 della legge Comunitaria 2009, per fermare la procedura d’infrazione ed evitare la sentenza di condanna per l’Italia. Infatti, il 15 luglio 2010 il Paese è stato condannato dalla Corte di giustizia europea nell’ambito di una pesante procedura d’infrazione n. 2131/2006, tuttora aperta, per le numerose e perduranti violazioni della direttiva sulla conservazione degli uccelli selvatici n. 147/2009. La modifica alla legge 157/92 di tutela della fauna e regolamentazione della caccia non risponde concretamente alle questioni in cui l’Europa ravvisa le violazioni al diritto comunitario perchè di fatto, in Italia, non cambia nulla. La procedura d’infrazione, mai sanata nell’applicazione a livello regionale, espone il Paese al rischio di forti sanzioni pecuniarie, a danno di tutti i cittadini.

Con la modifica all’art. 1 della legge 157/92 viene introdotto l’art. 1 bis: “Lo Stato, le regioni e le province autonome, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, adottano le misure necessarie per mantenere o adeguare le popolazioni di tutte le specie di uccelli di cui all’articolo 1 della direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, ad un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche, turistiche e culturali, tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative e facendo in modo che le misure adottate non provochino un deterioramento dello stato di conservazione degli uccelli e dei loro habitat, fatte salve le finalità di cui all’articolo 9, paragrafo 1, lettera a), della stessa direttiva”. In aggiunta all’art. 18 il comma 1 bis: ”L’esercizio venatorio è vietato, per ogni singola specie:

a) durante il ritorno al luogo di nidificazione;

b) durante il periodo della nidificazione e le fasi della riproduzione e della dipendenza degli uccelli.”

Appena dopo le modifiche varate dal Parlamento, l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), unico organismo scientifico nazionale di riferimento, redige e diffonde a tutte le regioni la Guida per la stesura dei calendari venatori ai sensi della legge n. 157/92, così come modificata dalla legge Comunitaria 2009, art. 42, documento d’indirizzo per la stesura dei calendari venatori che riportava i doverosi adeguamenti temporali per l’esercizio della caccia alle singole specie secondo le regole comunitarie, nonché la stringente indicazione dell’adozione di piani di gestione laddove se ne ravvisasse l’esigenza, sotto il profilo scientifico, anche sulla base dei dati di rilevanza europea. Purtroppo in Italia figurano ancora, nell’elenco di quelle cacciabili, 19 specie di avifauna che si trovano in una condizione critica e che sono classificate come SPEC2 e SPEC3 (rispettivamente specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa e che hanno uno status di conservazione sfavorevole nel continente e specie la cui popolazione non è concentrata in Europa, ma con uno status di conservazione sfavorevole). Nonostante sia ormai in corso la IV stagione venatoria (2013-2014), dalle modifiche legislative apportate nel 2010, i calendari emanati dalle Regioni risultano, infatti, largamente e generalmente inadempienti rispetto al dettato della direttiva “Uccelli”, come recepita dalla legge n. 157/92 novellata, nonché rispetto alla “Guida” curata dall’Ispra, né può essere ormai invocata la mancanza di informazione in proposito.

L’Europa segue con attenzione la politica sulla conservazione nel nostro Paese. In un suo recente documento, il Commissario europeo all’Ambiente,Janez Potocnik ha dichiarato che nell’ambito della suddetta procedura (di infrazione n.2131), “i miei servizi continuano a seguire la vicenda della trasposizione e dell’applicazione in Italia della direttiva Uccelli, in modo da garantire che le competenti Autorità italiane, sia a livello nazionale sia a livello regionale, diano piena esecuzione alla sentenza della Corte (di Giustizia)”.

A tal proposito le senatrici Loredana De Petris, Monica Cirinnà e Silvana Amati hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dell’Ambiente, lamentando il mancato rispetto, in Italia da parte delle Regioni, della direttiva 2009/147/CE sulla conservazione degli uccelli selvatici e chiedono ad Premier Enrico Letta e al ministro Andrea Orlando quali misure intendano adottare nei confronti delle Regioni che ancora oggi risultano consapevolmente inadempienti al diritto comunitario, con conseguente grave danno ambientale, discredito del nostro Paese ed esposizione a rilevanti sanzioni pecuniarie.

A titolo esemplificativo, la Lega per l’Abolizione della caccia diffonde l’elenco delle Regioni italiani che nei calendari venatori prevedono ancora la possibilità di cacciare specie di uccelli selvatici protette.

“Non avendo possibilità di fornire nel presente atto ispettivo tutte le violazioni contenute nelle deliberazioni regionali in materia e limitando l’esame ad alcune specie, si segnala che vengono attualmente uccisi nelle fasi di migrazione prenuziale, in flagrante violazione del diritto nazionale e comunitario: Alzavola nei calendari venatori delle regioni Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto, provincia di Trento; Codone nei calendari venatori di Basilicata, Calabra, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio Lombardia Marche Sardegna Toscana Umbria Veneto; Canapiglia nei calendari venatori di Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio Lombardia, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto, Provincia di Trento; Folaga nei calendari venatori di Basilicata, Lazio, Lombardia, Calabria, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto; Combattente nei calendari venatori di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Sardegna; Beccaccia nei calendari venatori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto; Cesena nei calendari venatori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto, provincia di Trento; Tordo bottaccio nei calendari venatori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto; Tordo sassello nei calendari venatori di Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria, Liguria, provincia di Trento”.
Maria Trozzi

sabato 9 novembre 2013

Oricola (AQ). Vanno a caccia di cinghiali e catturano delle sagome

Oricola- Vanno a caccia di cinghiali e sparano a delle sagome di animali. E’ accaduto a un gruppo di cacciatori all’alba di oggi nel Bosco di Sesera a Civita di Oricola. Nell’incontaminata macchia di faggi querce e castagni, durante la bella stagione, vi si svolgono attività sportive e ricreative ,mentre nel periodo autunnale, diventa un luogo adatto alla caccia oltre che alla raccolta di funghi quando si trovano. Un gruppo di arcieri provenienti dalla capitale, non molto tempo fa, vi aveva svolto una gara di tiro al bersaglio contro delle sagome in polistirolo di animali da cacciagione tipo lepri, fagiani, quaglie e cinghiali. Deve essere stata quest’ultima a trarre in inganno non solo i cani, ma anche la nutrita brigata di cacciatori, che convinti di avere acciuffato l’agognata preda ,si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano.

La mancata cattura del cinghiale è stata imputata agli arcieri che hanno abbandonato nel sottobosco i loro bersagli mobili. Fortunatamente si è trattato di animali finti e non di persone. ”Credevamo, dopo una faticosa battuta,” spiega uno dei cacciatori,” di aver messo alle strette il cinghiale insieme ai nostri cani e invece ci siamo trovati di fronte a degli animali finti. 

E’ stata veramente una grande beffa. Forse, il vero cinghiale si era rintanato tra le finte sagome dopo che ha sentito la nostra presenza e quella dei cani e quando ,finalmente, abbiamo fatto fuoco con i nostri fucili, si è alzata una enorme polvere di polistirolo. Che Fare? l’abbiamo presa a ridere. Grazie a Dio, che erano solo sagome e non uomini ”.

lunedì 4 novembre 2013

Febbo su ricorso al TAR presentato dall'Associazione Migratoristi Italiani

L'assessore alla Caccia, Mauro Febbo, annuncia che nei giorni scorsi e' stata depositata la sentenza sul ricorso presentato dall'Associazione venatoria regionale Migratoristi Italiani e altri, contro il calendario venatorio 2012-2013. Il Tar Abruzzo ha dichiarato il ricorso parzialmente inammissibile e per l'altra parte rigettato. L'associazione aveva fatto ricorso contro la Regione su alcune prescrizioni inserite nel calendario venatorio relativamente alla caccia al cinghiale, in particolare sull'assegnazione delle zone di caccia alle squadre che esercitano il prelievo venatorio di tale specie. Tali prescrizioni sono state consigliate alla Regione dai tecnici del tavolo ristretto che lavorano sull'Azione B1 del Piano d'Azione di tutela dell'orso marsicano.

"Il Tar - spiega Febbo - ha, tra l'altro, riconosciuto che la regolamentazione della caccia al cinghiale e' necessaria anche ai fini della prevenzione degli incidenti di caccia: questo e' un monito alle Province che ancora non adottano alcuna regolamentazione in merito". L'Assessore ricorda che il termine ultime per le Province per l'approvazione o l'adeguamento dei regolamenti per la caccia al cinghiale, in base a quanto previsto dagli indirizzi regionali, e' il 31.12.2013.

Nel mese di novembre sara' inoltre convocata una riunione con le Province, le Prefetture e le Organizzazioni professionali degli agricoltori, per far il punto sulla situazione dei danni alle colture agricole e per stabilire una strategia d'intervento per il prossimo anno. Anche per la Coturnice e' stata data risposta alla presidenza del Consiglio dei ministri sulle attivita' che la Regione ha messo in campo per la conservazione della specie. Nella nota della presidenza indirizzata al presidente della Regione, si comunica che una gestione non conforme al Piano d'azione nazionale per la specie portera' come conseguenza l'apertura di una procedura d'infrazione comunitaria verso la Regione Abruzzo.

Anche in questo caso grazie al percorso intrapreso dalla Regione, in collaborazione con la Provincia dell'Aquila, l'Ispra e il mondo venatorio, sulla gestione della specie, gli uffici della Direzione Agricoltura hanno fornito una risposta adeguata agli organismi competenti". "Intanto - ha aggiunto l'assessore - e' stato avviato l'iter per il Regolamento regionale sugli ungulati, in particolare cervo e capriolo, che rappresenta un punto di partenza importantissimo per la caccia e l'attivita' di selezione per i prossimi anni nella Regione Abruzzo".

"Il lavoro finale, che dovra' essere licenziato in breve tempo data la ristrettezza del periodo disponibile - aggiunge Febbo - sara' portato alla verifica in Commissione presso il Consiglio regionale e successivamente sottoposto all'approvazione del Consiglio stesso, al fine di divenire operativo per la prossima stagione". A fine novembre si svolgera', alla presenza del presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, un convegno scientifico al quale saranno invitati i massimi esperti nazionali ed internazionali sulla gestione della fauna al fine di discutere sul futuro della caccia in Abruzzo, anche rispetto al rapporto con le aree protette. Tale appuntamento rappresentera' una occasione importantissima di verifica dello stato dell'arte delle iniziative, dei progetti e degli interventi strategici gestionali in corso e soprattutto sara' un momento fondamentale di coordinamento di tutto il mondo venatorio abruzzese e di confronto con le componenti esterne ed i portatori di interesse".